Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Elizabeth_Carre    28/08/2020    0 recensioni
"Ma in questo giorno più triste di altri, la certezza che due di noi potrebbero morire nelle prossime settimane ci fa sentire già tutti morti, e forse un po' lo siamo già."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

12

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Grazie al cielo non mi fermano quando mi incammino zoppicando sul sentiero.

- Va bene ragazzo innamorato. Guarda con i tuoi occhi - mi dice Cato.
E credevo di essere pronto, credevo di potercela fare, ma niente di tutto quello che ho visto e fatto fino ad ora mi ha preparato alla vista della ragazza del Distretto 8, agonizzante e insanguinata accanto ai rimasugli del piccolo fuocherello che aveva acceso per riscaldarsi.
Ancora una volta maledico Snow, maledico Capitol City e tutti i capitolini.

Maledico la mia cattiva sorte mentre mi accovaccio al suo fianco.

- Co...come posso aiutarti? - le chiedo prendendole la testa e poggiandogliela sulle mie gambe.

Lo sguardo spaesato dei suoi occhi azzurri mi spiazza. Per un momento mi vien voglia di scappare. Da Cato e tutti i Favoriti. Ma ancor di più vorrei poter fuggire da quella visione e dal pensiero che al suo posto potrebbe esserci Katniss.

Soltanto riportando il suo nome nella mia mente mi ricarico di nuova determinazione.

Siamo vicini, lo so. Devo escogitare un piano per arrivare a lei prima degli altri.

Il respiro mozzo della ragazza che tengo tra le braccia, le ferite dalle quali esce ancora sangue, (quanto ne può contenere il corpo umano? Quanto prima di lasciarsi andare?) le sue mani che stringono così forte le mie, quasi a voler strappare la mia vita, mi trasmettono tutta una serie di emozioni che non riesco ad arginare.

Paura, rabbia, dolore, tristezza, compassione, sono solo alcune delle cose che sento mentre inizio a tremare con lei.

- Aiutami – sussurra.

Le scosto i capelli dal viso e le do da bere un po' d'acqua dalla mia borraccia.

Beve con una tale avidità che d'un tratto penso che non posso finire quello che ero venuto a fare.

Non posso ucciderla. Prendo una giacca di riserva che aveva abbandonato accanto al fuoco e comincio a tamponarle le ferite.

L'avevo promesso a me stesso. Avevo promesso che non avrei lasciato che tutto questo mi cambiasse, che non sarei stato una marionetta che sta al gioco.

Ho promesso che non avrei permesso a tutte le cose brutte che avrei visto fare e che avrei subito, di modificare la mia natura.

- Acqua – ripete la ragazza, e smetto subito di fare quello che stavo facendo per darle ancora da bere.

Potrebbe essere il suo ultimo desiderio.

Comincia a tremare tra le mie braccia e i suoi occhi mi guardano fissi.

- Perchè? - mi chiede supplicandomi.

E io avrei tante riposte da dare.

Perchè la cattiveria dell'uomo non avrà mai fine. Perchè c'è chi si diverte a vedere soffrire la gente e non ha cura delle cose belle. Della vita.

- Per lei – è l'unica cosa che dico però. Un po' tornando in me e al mio ruolo in questi Hunger Games, un po' perché con quella ragazza tra le braccia mi viene da pensare alla vita che non potrà più vedere. A ciò che non potrà più fare.

Ha mai amato? E' stata mai amata? Qualcuno a casa starà soffrendo nel vederla morire?

Ed è proprio per loro che mi faccio forza.

Le accarezzo la fronte e le bacio la mano. Piano piano sento che si rilassa e alla fine esala il suo ultimo respiro.

Una lacrima scende sul mio volto. L'asciugo con fare nervoso e mi rialzo lasciandola lì.

Quanto tempo è passato da quando sono arrivato non saprei dirlo.

Zoppicando mi incammino verso i Favoriti provando a fare il più piano possibile per cercare di beccare qualche sprazzo di conversazione.

So che prima o poi uccideranno anche me. Spero solo di avere ancora un po' di tempo.

Arrivato nei pressi mi accovaccio e aguzzo l'udito.

- E poi con lui abbiamo molte più possibiltà di trovare lei – sento Cato dire.

- Perchè credi che si sia bevuta quelle fesserie sentimentali? - risponde la ragazza del Due .

Con la coda dell'occhio vedo un movimento sugli alberi.

È stato tutto talmente fugace che per un attimo credo di averlo immaginato. Ma quando sto per distgliere lo sguardo lo vedo di nuovo.

Un pezzo di stozza marroncino che sembra svolazzi tra un ramo e un altro.

La ragazzina del Distretto 11, incurante delle voci agitate salta con agilità e silenziosamente il più vicino possibile ai ragazzi del Due.

Alzo un braccio per farle segno di nascondersi ma lo ritraggo subito.

Non guarda loro. Il suo sguardo sta puntando aldilà della mia comitiva.

Volgo i miei occhi anch'io nella sua direzione e quasi mi sento male.

Katniss è sdraiata sul ramo di un albero a circa 10 metri dai favoriti che presi dalla loro dscussione non prestano attenzione all'ambiente circostante.

Potrebbero trovarla da un memonto all'altro e tutto sarebbe perduto.

- Katniss – sussuro.

L'unica cosa da fare è tornare dagli altri e distogliere la loro attenzione per evitare che trovino lei.

Faccio quanto più rumore possibile affinchè si concentrino su di me.

- Era morta? - mi chiede Cato.

Le immagini del corpo esanime e insanguinato della ragazza mi tornano veloce in mente.

Katniss pallida con la sciena appoggiata ad un tronco.

Ritorno in me. - No. Ma adesso lo è – dico duramente. - Pronti a muoverci? -.

Di scatto prendo a camminare nella direzione opposta a quella in cui si trova Katniss.

Non li aspetto neanche ma continuo a camminare a testa bassa pestando i piedi un po' per rabbia un po' perchè voglio che lei senta che finalmente ci stiamo allontanando e scappi.

Dopo cinque minuti rallento e sento i passi dei Favoriti dietro di me.

Un fruscìo improvviso cattura la nostra attenzione.

Eccitati i ragazzi si dirigono, brandendo le armi, in direzione del rumore.

Sento il cuore battere a mille.

E se Katniss avesse deciso di seguirci nella speranza di riuscire a sopraffare i ragazzi del Due e dell'Uno?

E se la ragazzina fosse caduta da un albero nel tentativo di segurci?

Le risate degli altri mi gelano il sangue nelle vene ma decido comunque di avvicinarmi a vedere il motivo di tanta ilarità, pronto a combattere qualora ce ne fosse bisogno.

- Questa povera lepre è rimasta intrappolata – dice la ragazza del Distretto Uno, sadica.

E la vedo. Si dimena e scalcia per potersi liberare e fuggire dal cappio che ha intorno alle zampette.

Tutti ridono e il suono di quelle risate mi fa venire la nausea. Lì, presa in trappola io non vedo una semplice lepre. Io vedo lei. E vedo loro che la deridono e pregustano il suo sapore.

Butto fuori quel poco che ho nello stomaco portando le loro beffe su di me.

- Cos'è che ti provoca il voltastomaco di preciso? - mi dice Cato avvicinandosi e puntandomi il coltello alla gola. - È solo la nostra cena che cerca di fuggire – continua ridendo.

Per un attimo nei suoi occhi vedo passare un ombra e so che nella sua mente sta pensando di uccidermi. So che assaporerà questo e il momento in cui affonderà la sua lama nel petto di Katniss. Lo sa lui come lo so io che quella è una trappola fatta da lei.

Respiro affannosamente e cerco di riportare il battito del cuore ad una frequenza normale.

Carico il peso del corpo sulle gambe pronto a difendermi.

- Dobbiamo tornare all'accampamento – dice Clove.

- Cosa? - dice Cato.

- Sì – ribadisce incurante del suo sguardo assassino. - Se quella è una trappola della principessina a quest'ora sarà lontana anni luce con tutto il baccano che abbiamo fatto. Inoltre sta per albeggiare e io voglio andare a riposare - .

Questo aiuto inaspettato mi fa riprendere fiato. Se di aiuto si può parlare.

Non ho parlato molto con lei ma migiunge strano il fatto che non voglia insistere nel cercare la sua preda ora che sanno che è vicina.

Anche se ha un bel viso e sembra una bambolina l'ho vista uccidere con un tale sadismo che farebbe impallidire il diavolo in persona. So che sta macchinando qualcosa.

Cato si solleva lentamente e le si avvicina. La scruta in volto intensamente e da vicino.

- Che problemi hai? - urla – Lei è vicina, è qui. Se annuso l'aria – fa il gesto di farlo davvero – posso sentire il suo odore - conclude annaspando dalle narici,

La ragazza non batte ciglio: - Lo vedi? - dice – è proprio per questo che dovremmo tornare indietro. Noi siamo qui a litigare e urlare facendoci sentire dal mondo intero e abbiamo lasciato due imbecilli a guardia del nostro assortimento. E lei era qui – gira su se stessa – a un palmo da noi. Ad ascoltare tutto quello che noi abbiamo detto. E sa che siamo ancora qui. Lontani da ciò ch lei vuole. Di cui ha bisogno. Non credi, caro Cato che a quest'ora possa essere arrivata già dove dovremmo essere noi ad aspettarla?

Vedo la faccia di Cato devastata dalla perfidia mentre io... io mi sento morire.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Elizabeth_Carre