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Autore: Justice Gundam    18/10/2020    1 recensioni
Storia ispirata al fangame "Pokemon Glazed". Heather Molinar e Shelly Citra, due giovanissime allenatrici di Pokemon, cominciano il loro viaggio attraverso il continente di Tunod, una regione piena di sorprese e scoperte, dove si troveranno ad affrontare non solo le otto Palestre della regione e la corsa al campionato di Pokemon, ma anche un pericoloso gruppo che cerca di impadronirsi di un potere con cui nessuno dovrebbe giocare. Molte avventure le aspettano, tra nuovi Pokemon, personaggi straordinari, e i loro primi passi sulla strada dell'amore. Seguito di "A World Reborn", si svolge contemporaneamente ad "XY Reload" e "Quest for Zeta and Omicron", spoiler minimi.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: The Glazed Challenge
Una fanfiction di Pokemon scritta da: JusticeGundam

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Capitolo 33 – Geminia, la città dei minatori 

"Heather... Shelly... non mi direte che siete state alzate per tutta la notte, vero?" mormorò Chelle, e si sfregò la fronte mentre osservava le bambine più piccole che chiudevano la piccola fila in uscita dal Pokemon Center.

"Beh... tutta la notte... proprio no." rispose Heather con un sorriso leggermente forzato. Le occhiaie nere che aveva sotto gli occhi raccontavano una storia diversa...

Shelly si sfregò la nuca imbarazzata, e sperò che Chelle, Percy e i loro Pokemon non si accorgessero della sua espressione assonnata. "Diciamo che... ci siamo perse a leggere qualcosa della storia di Tunod e Rankor, e abbiamo finito per addormentarci quando ormai erano le tre. Ma... abbiamo dormito abbastanza, state tranquilli.

Non troppo convinto, il Quilava di Percy storse il naso. Il suo allenatore sospirò, in accordo con lui, e cercò di far volgere la conversazione a tutt'altro argomento. "Abbiamo bisogno che siate sveglie, ragazze... adesso dobbiamo dare un'occhiata direttamente alla diga di Spumarinia e cercare di capire quale sia il suo problema."

"Allora sono pronta. Ho già dato un'occhiata alla mia squadra, e sono tutti pronti a fare del loro meglio." rispose Heather, già un po' più vivace. Shelgon si avvicinò a lei e le toccò una guancia con una delle sue corte zampe, in modo da assicurarsi che fosse presente. "Hey! Shelgon, guarda che non c'è bisogno di essere così impertinenti!"

"Shel..." rispose il Pokemon Drago, con la sua migliore faccia da innocentino.

Shelly si sfregò gli occhi con una mano e cercò di riavviarsi i capelli. Si arrese quando si rese conto che la sua treccia era un po' troppo intricata per cercare di metterla in ordine, e il suo Skorupi intervenne, pettinandole il ciuffetto di capelli in fondo alla treccia con i suoi artigli. "Grazie, Skorupi." disse Shelly, grattando il Pokemon scorpione sulla testa e facendogli emettere una serie di cinguettii di soddisfazione. "Allora, Percy... Chelle... magari voi conoscete questo posto meglio di noi. Allora... seguiamo voi per andare alla diga. Se sapete qual è la strada da percorrere..."

"Okay... seguitemi, ci sarà un po' di strada da fare." rispose Chelle, la cui Bayleef stava già dando un'occhiata alle stradine asfaltate della città sulla costa e stava annusando in giro, alla ricerca di qualche odore sconosciuto. "Okay, Bayleef, con calma... non è che abbiamo qualcuno che ci corre dietro, lo sai?"

"Credo che voglia mettersi un po' in mostra..." commentò Percy. Diede un'occhiata al suo Quilava, la cui espressione faceva chiaramente capire che la pensava allo stesso modo. "Comunque, finchè Bayleef non fa niente di stupido, immagino che possiamo fidarci del suo fiuto."

"Bayleef!" sbottò la graziosa Pokemon d'Erba. "Bay bay leef!"

"Giusto! Non sottovalutare il fiuto e l'abilità della mia Bayleef!" rispose prontamente Chelle. "Forza, ragazzi, seguite Bayleef! Dobbiamo raggiungere quella diga, e finalmente capire che diamine stia succedendo."

Bayleef ghignò con evidente orgoglio e fece un cenno con la testa per dire al resto del gruppo di seguirla...

 

oooooooooo

 

Un paio d'ore dopo...

"Aaaaargh... ma la strada più breve e sicura doveva essere in mezzo a tutta quella vegetazione?" si lamentò Heather. Dopo un bel po' di peripezie, era riuscita finalmente a districarsi dalle liane in cui si era incastrata... anche grazie all'aiuto di Shelgon, cheaveva usato i suoi denti e i suoi artigli per aiutarla a togliersi da quell'impiccio. Tuttavia, il risultato era che adesso Heather aveva i capelli pieni di foglie e ramoscelli, e il vestitino ricoperto di macchie di erba, resina e polline.         

Shelly non era in condizioni molto migliori, visto che la sua divisa scolastica era strappata in alcuni punti, e il suo cravattino si era sciolto. La bambina stava cercando di rimetterlo a posto come poteva, togliendo di mezzo semini e foglie che vi erano rimasti appiccicati. "Beh... se non altro siamo arrivati dove volevamo, vero?"

Heather finì di rimettersi a posto il vestito e guardò davanti a sè. Adesso, se non altro, le strade erano più regolari, e non erano più immersi in quel groviglio di vegetazione. Ma quello che le interessava di più era vedere che, a poche decine di metri da loro, la strada tornava ad essere spianata, e conduceva fino ad un grande complesso in cemento grigio, connesso all'enorme diga per la quale Spumarinia era conosciuta. Skorupi tolse un paio di foglie dalla gonna di Shelly e guardò con evidente sollievo la destinazione che avevano quasi raggiunto.

"Ci siamo, amici. Questa è la diga di Spumarinia." disse Chelle. "Allora, che vi dicevo? La mia Bayleef ci ha portato qui con molta facilità, non trovate?"

"Alla faccia della facilità. Non oso pensare cosa sarebbe successo se fosse stato difficile." susssurrò Heather nell'orecchio della sua migliore amica. Shelly si portò un dito alle labbra per dire ad Heather di non farsi sentire.

"Quilava...?" Il Quilava di Percy emerse a sua volta dalla boscaglia e si guardò dietro, infastidito da uno strano prurito ai qurti posteriori. Un Bellsprout venuto fuori dalla fitta vegetazione gli si era attaccato addosso e cercava di trattenerlo con la bocca... e Quilava alzò gli occhi al cielo alla vista del piccolo Pokemon Erba/Veleno che si sforzava inutilmente. La scena era talmente ridicola che Shelly non resistette alla tentazione di farsi due risate e puntò il suo Poke-Traduttore verso Quilava...

"Seriamente?" disse il Pokemon di Fuoco. "Ci stai davvero provando? Smettila di farmi il solletico, sgorbietto."

"Via dalla nostra foresta, palla di pelo..." riuscì a bofonchiare il malcapitato Bellsprout prima di essere scaraventato via da un calcio che lo costrinse a mollare la presa su Quilava.

"Okay, parentesi comica terminata..." rispose Percy. "Siamo arrivati alla diga. Volete sedervi un attimo a riposare, ragazze, o proseguiamo?"

"No, no, fin lì ci possiamo arrivare." rispose Heather. "Magari lì troviamo anche un distributore per prenderci una limonata. E sì, ce n'è anche per te, Shelgon." La bambina strizzò un occhio a Shelgon, il cui volto normalmente illeggibile si illuminò per la gioia.

"Shelgon!" cinguettò il drago-crisalide. Sentendosi già più energico, anche dopo tutta quella camminata, Shelgon si affrettò verso l'ingresso della diga, ed Heather fu costretta ad accelerare il passo per cercare di raggiungerlo...

"Hey! Hey, un momento! Aspetta, ci siamo anche noi!" cercò di richiamarlo... senza successo finchè non si fermò davanti all'ingresso. "Uff... cavolo, Shelgon, mi stai facendo perdere qualche chilo a  forza di correrti dietro! Oggi è proprio una giornatina faticosa..."

"Di solito sei tu quella più dinamica di noi due..." scherzò Shelly. La piccola entomologa, Skorupi e il resto della squadra erano arrivati davanti alla porta d'ingresso... e Chelle fece per aprire la porta, solo per essere interrotta quando si sentì un penetrante suono, e la porta si spalancò, aperta dall'interno. Chelle fece un passo indietro e guardò con sorpresa la persona che era appena apparsa dietro di essa, un ragazzo della sua età, con i capelli azzurri e vestito di una sorta di giacca salvagente arancione e un paio di blue jeans. Era vestito in maniera un po' diversa dall'ultima volta che lo avevano visto a Serenisola... ma non c'era modo di confondersi, era sicuramente Cato!

"Ah!" esclamò il ragazzo, facendo anche lui un salto per la sorpresa. Chelle sbattè gli occhi stupita e si fece indietro di un passo, in modo da permettere anche ai suoi compagni di vedere di cosa si trattava. "Voi... voi siete... quelli che ho incontrato al faro di Serenisola...? Ma... ma sì, mi ricordo di voi! Come mai siete qui?"

"Cato?" esclamò Heather stupefatta, passandosi una mano sulla fronte per togliersi un po' di sudore. "Non mi aspettavo di ritrovarti qui... come mai da queste parti?"

"Hai... sentito anche tu dei problemi alla diga?" continuò Shelly. Il suo Skorupi fece capolino dietro di lei e sbattè gli occhi. Ancora non dava l'impressione di essere sicuro di cosa pensare di lui.

Cato si sfregò una tempia e si organizzò il discorso. "Beh... in effetti sì. Diciamo che io e la mia famiglia abbiamo il compito di occuparci della diga, visto che mia madre è la Capopalestra di Spumarinia." rispose.

"Oh... tua madre è la Capopalestra Flo?" chiese Chelle con vago stupore. "Beh, questa non me l'aspettavo. Comunque, sì... spiega come mai gestire questa diga è così importante per voi. E... avete scoperto qualcosa sui responsabili di questi problemi? Si tratta del Team Fusione, immagino..."

"Sapete qualcosa di quei malfattori?" chiese Cato, mentre con una mano faceva cenno ai ragazzi di entrare. "E' da un po' di tempo che stanno dando fastidio alla brava gente di Tunod, e non abbiamo idea di cosa vogliano davvero..."

"Shel shelgon..." rispose Shelgon, per dire che non c'era molto che anche loro potessero aggiungere su quel particolare argomento. 

"Non ne siamo sicuri neanche noi. Hanno detto che vogliono in qualche modo... rendere più facile allenare i Pokemon, ma non capisco che cosa c'entri questo con gli attacchi che stanno sferrando, i Pokemon che rubano... e soprattutto, con gli artefatti che stanno cercando." rispose prontamente Percy. "Abbiamo incontrato uno dei loro capi, un certo Levi... e non era un tipo che scherzava. Aveva persino una Mega Evoluzione dalla sua..."

"Stanno cercando... degli artefatti? E il loro capo può usare la Mega Evoluzione?" Cato spalancò gli occhi, stupito e preoccupato. Si portò un pollice alla bocca e rosicchiò il polpastrello con un misto di ansia e rabbia mentre guidava Heather, Shelgon e i loro compagni attraverso alcune stanze del complesso da cui la diga di Spumarinia veniva controllata. "Cavolo, questo non me l'aspettavo... credevo che il Team Fusione fosse semplicemente il classico branco di teppisti, magari un po' meglio equipaggiati, ma se hanno dei Mega Pokemon, allora diventa un problema serio... e che artefatti stanno cercando, se lo sapete?"

"Per adesso... si sono impadroniti di un oggetto prezioso chiamato Grigiosfera... un artefatto legato a Giratina, uno dei tre Draghi Leggendari di Sinnoh. Quello legato all'antimateria, se la memoria non mi inganna." rispose Shelly, mettendo un po' in mostra le sue conoscenze. "Ma non ho idea di cosa possano farci. Giratina... è il Pokemon Leggendario legato alla trasposizione in altri mondi, quindi... vogliono usarla per raggiungere altre dimensioni?"

"Giratina, dite? In effetti avrebbe senso." intervenne una voce femminile dal timbro forte e sicuro, che attirò subito l'attenzione di Heather e dei suoi compagni, e in particolare di Cato. A parlare era stata una giovane donna dai capelli arancioni, che indossava una sorta di camice da laboratorio aperto sul davanti, che permetteva di vedere che sotto di esso indossava soltanto un costume da bagno arancione a due pezzi con un lungo pareo semitrasparente a decorazioni floreali, e un paio di sandali infradito. Si avvicinò al gruppo muovendo una mano e sorridendo con espressione spensierata. "Ciao, tesoro! Vedo che hai portato con te un po' di amici! Piacere di conoscervi, gente!" Per dimostrare ulteriormente la sua contentezza, la donna raggiunse il gruppo come un fulmine e cominciò a scuotere le mani a tutti... e Cato scosse la testa e si massaggiò la fronte con una mano, abituato a certe uscite della donna in questione.

"Non siamo ancora amici, mamma... ci siamo conosciuti solo qualche giorno fa." spiegò il ragazzo.

"Ah... ehm... piacere di conoscerla... lei è... la Capopalestra di questa città? La signora Flo?" chiese Shelly, il braccio ancora un po' intorpidito dall'energica stretta di mano della donna, che adesso era passata ad accogliere anche Bayleef e Quilava. Flo stava coccolando lo starter di tipo Fuoco, e distolse la sua attenzione da lui appena in tempo per evitare che Quilava decidesse di accedere la pelliccia!

"Esattamente. Il mio nome è Flo, Capopalestra di Spumarinia, esperta di Pokemon di tipo Acqua... e l'orgogliosa madre di questo giovanotto!" sottolineò l'ultima parte cingendo le spalle di un imbarazzatissimo Cato con il braccio destro. Flo non era una donna particolarmente alta, ma i suoi muscoli erano sodi e potenti, e Cato si ritrovò ad annaspare mentre cercava in qualche modo di liberarsi da quell'abbraccio soffocante, nel vero senso della parola!

"M-mamma... per... per quanto apprezzi la dimostrazione... di affetto... avrei bisogno... di ossigeno!"

Lo Skorupi di Shelly guardò con curiosità la donna, che ridacchiò ancora per un breve momento prima di rilasciare Cato dal suo abbraccio. Il giovanotto dai capelli azzurri riprese fiato per un momento, e cercò di riportare l'attenzione di tutti sul problema più urgente. "Ehm... sì, ecco... diciamo che io e questi ragazzi ci siamo conosciuti quando ero a Serenisola. Heather ed io ci siamo affrontati in una battaglia di Pokemon... è stato uno scontro davvero impegnativo."

"Stiamo tutti facendo il giro delle Palestre di Tunod, quindi era inevitabile che prima o poi arrivassimo anche qui, immagino." affermò Chelle, accarezzando il fianco della sua Bayleef. Una parte di sè stessa ringraziò che Chikorita fosse il suo starter preferito, visto che si sarebbe rivelato un grande aiuto contro i Pokemon d'Acqua di Flo, ma si impose di non cantare vittoria troppo presto. Aveva pensato che avrebbe potuto farcela contro Terenzio grazie al vantaggio del tipo e alla potenza delle sue Macchine Tecniche, e avevano tutti visto com'era andata. "Ma... c'è un altro motivo per cui siamo qui. Immagino che lei possa già immaginarlo."

Flo si fece seria tutt'a un tratto, in contrasto quasi scioccante con la leggerezza con cui si era presentata soltanto qualche momento prima. "Sì... state parlando della diga, vero? Di recente, Spumarinia ha avuto dei ribassi di energia, e si sono verificati anche dei black-out localizzati. Qualcuno o qualcosa sta rubando l'energia che la diga produce, e non siano ancora riusciti a scoprire per quale motivo." rispose Flo. "Al momento, io e un gruppo di esperti ci troviamo qui per cercare di vederci chiaro in questa storia."

"E purtroppo... non stiamo facendo molti progressi. Se volete seguirci..." disse Cato. Ad un cenno affermativo di Heather, il ragazzo e sua madre condussero il quartetto di allenatori e i loro Pokemon nella sala attigua, una stanza di enormi dimensioni, riempita di tubi che prendevano acqua da una profonda vasca posta diversi metri sotto la passerella sulla quale stavano camminando. Shelly deglutì, cercando di non pensare a quanto in alto fossero, e il suo Skorupi le tirò leggermente la gonna con una chela, in modo da farla concentrare su quello che Cato e Flo stavano dicendo. "Ecco... quella che vedete è una delle sale interne, dove viene prodotta l'energia che serve alle attività di Spumarinia." affermò Flo. Alzò appena un po' la voce, in modo da farsi sentire oltre il sordo rumore dell'acqua che veniva risucchiata nei macchinari. "La caduta e i picchi di energia si verificano a valle rispetto a questo impianto, ma non siamo ancora riusciti a capire come faccia il Team Fusione... se del Team Fusione si tratta... a sottrarci energia in questo modo. Finora, non siamo riusciti ad individuare il punto da cui prelevano energia, quindi ipotizziamo che cambi in continuazione."

"Quilava..." il Pokemon di Fuoco disse di sì con la testa e si avvicinò ad un tubo che passava vicino alla ringhiera. Diede un colpetto alla parete del tubo con una zampa anteriore, e sentì una piacevole (almeno per lui) ondata di calore diffondersi nel suo corpo.

"Bay?" Bayleef guardò in direzione del suo "collega" per assicurarsi che andasse tutto bene, e Quilava rassicurò sia lei che Percy con un cenno della testa, mentre dal lato opposto della passerella arrivava un gruppo di persone il cui abbigliamento faceva immaginare che fossero personale addetto al controllo della diga.

"Ah, eccola lì, signorina Flo... vedo che abbiamo anche qualche altro ospite." affermò un signore di mezza età con i baffi e la barba castani, vestito di una tuta intera azzurra e gialla e pesanti scarpe da lavoro. "Scusi se ci presentiamo a lei di colpo, ma abbiamo trovato una probabile origine dei problemi della nostra diga. Un componente fondamentale per la regolazione dell'energia è stato sottratto e sostituito con un pezzo simile ma dalle prestazioni inferiori. E' solo adesso che gli effetti si stanno facendo sentire."

"Che cosa?" chiese la Capopalestra. "Accidenti, questa davvero non ci voleva... e sapete dove si trova il pezzo rubato?"

"Stiamo visionando i filmati presi dalle telecamere di sorveglianza, e cedo che nel giro di un'ora al massimo potremo dirvi di più." continuò una giovane donna dai capelli verdini, accompagnata da un paio di Magnemite che fluttuavano con apparente disinteresse accanto a lei. "Tuttavia, per adesso possiamo dirvi che il colpevole si è allontanato in direzione di Geminia."

"Geminia? E' una città che sorge ai piedi del Monte Strato, ed è conosciuta per la sua intensa attività mineraria." spiegò Chelle. "Il ladruncolo spera di potersi nascondere lì finchè le acque non si sono calmate? Scusate il gioco di parole..."

"Probabile." rispose Flo. "Allora Geminia è il primo posto in cui bisogna cercare il malfattore. Oserei dire che potrebbe aver trovato un nascondiglio nei meandri del Monte Strato."

"Tipico... quanto vogliamo scommettere che da quelle parti c'è un covo del Team Fusione?" rispose Chelle. "Immagino già come funzionano questi risvolti."

"Quello che ci interessa è scoprire cosa vogliono fare con l'energia che stanno rubando alla centrale idroelettrica." disse Cato. "Mamma... vorrei andare a Geminia a dare un'occhiata, e a cercare di capire cosa stia succedendo."

Flo scosse la testa. "Non da solo, ragazzo mio. Finchè si tratta di affrontare le Palestre mi va bene, ma qui stiamo parlando di affrontare un'organizzazione criminale." affermò. "Mi dispiace, ma non puoi andare se non hai con te qualcuno di più esperto..."

Heather represse una risatina diverita e si fece avanti. "Se è solo per questo, ci siamo noi." affermò la bambina dai capelli fucsia. Shelly restò interdetta per un attimo, forse pensando che sarebbe stato un po' troppo parlare a Flo delle loro esperienze contro il Team Meteora, ma poi cambiò idea e decise di lasciar parlare la sua migliore amica, dal momento che sembrava molto sicura di quello che diceva. "Ecco... noi due... io e la mia amica Shelly, voglio dire... veniamo da Reborn, e abbiamo dato una mano alla resistenza per sconfiggere il Team Meteora, l'organizzazione criminale che spadroneggiava da quelle parti."

"Beh... anche noi abbiamo potuto vedere che Heather e Shelly sono delle allenatrici esperte." continuò Chelle, e Bayleef disse di sì con la testa per confermarlo. "Siamo sicuri che se siamo noi ad accompagnare suo figlio a Geminia, non gli accadrà niente di male. Sapremo proteggerlo da ogni pericolo."

"Skor!" Lo Skorupi di Shelly battè tra loro le chele con entusiasmo e mosse la coda come un cagnolino eccitato. Cato si sfregò la nuca e sperò tra sè che sua madre si lasciasse convincere dalle argomentazioni del gruppetto di viaggiatori.

"Hmm..." Flo fece un verso indistinto e cominciò a girare attorno ad Heather e a Shelgon, e ad ispezionarli come un'Agente Jenny insospettita. La bambina dai capelli fucsia sbattè gli occhi, e il suo ricciolino ribelle scattò in su come dotato di vita propria quando Flo le avvicinò... e si ritrovò con la faccia della Capopalestra a pochi centimetri dalla sua! Flo annusò un paio di volte, poi avvicinò il viso a Shelgon, che corrgò la fronte irritato...

E infine, Flo congiunse le mani e si drizzò in piedi, con un sorriso beato sulle labbra!

"Bene! Allora avete la mia autorizzazione!" esclamò come niente fosse. Cato si mise una mano sulla fronte e scosse la testa, ridacchiando sotto i baffi. "Mi raccomando, cercate di non essere imprudenti, e non perdetevi sulla strada per Geminia o sul Monte Strato, okay?"

"Certo che la nostra Capopalestra è un tipo un po' stravagante..." commentò la donna che aveva parlato per prima. Uno dei Magnemite che la accompagnavano si voltò a testa in giù ed emise uno strano stridio metallico, poi si rimise dritto e sbattè il suo unico occhio in un gesto di confusione.

"Non è proprio una novità..." rispose Heather. "Molti Capipalestra sono dei tipi... originali. Ma questo non vuol dire che mi sia piaciuto essere passata ai raggi X..."

"Mia mamma... fa queste cose un po' particolari." rispose Cato. "Piuttosto... adesso che sappiamo dove andare, credo che sia il caso di organizzarci e darci una mossa."

Un altro degli addetti alla centrale idroelettrica fece un cenno con la testa. "Per noi è una situazione difficile. Il funzionamento della diga è compromesso... se continua così, non ci sarà più energia per Spumarinia nel giro di un paio di settimane o poco più." affermò. "So che è un po' ingiusto da parte nostra scaricare questa responsabilità su di voi. Dei ragazzi della vostra età dovrebbero pensare solamente a divertirsi e a fare il loro viaggio assieme ai loro Pokemon. Ma credo che al momento, voi siate la nostra migliore possibilità di recuperare quel componente e fare in modo che la diga torni ad operare normalmente. Perciò... temo che per il momento dobbiamo affdarci a voi."

Shelgon e Skorupi dissero di sì con la testa, ed Heather guardò con decisione l'uomo, per dirgli che era pronta a  prendersi quel rischio. "TRanquilli... sono sicura che di qualsiasi cosa si tratti... e ho già una buona idea di chi possa nascondersi dietro questo furto... riusciremo a risolverlo. Restate qui e attendete nostre notizie!"

"Shelgon!" rispose il drago-crisalide per rafforzare l'affermazione della sua allenatrice.

Normalmente, Shelly avrebbe cercato di arginare almeno un po' l'entusiasmo e la sicurezza della sua migliore amica, ma in quel momento, la sua decisione si rivelò contagiosa, e la piccola entomologa disse di sì con la testa. Se davvero c'era il Team Fusione dietro quel furto, e Shelly non aveva motivo per dubitarne, sarebbe stata un'opportunità non solo per aiutare Spumarinia, ma anche per scoprire qualcosa di più sui piani del Team Fusione...

 

oooooooooo

 

Nei meandri del Monte Strato, la vetta più alta di Tunod, un ragazzo vestito con l'uniforme arancione del Team Fusione sospirò e si sfregò la faccia con una mano, come se volesse svegliarsi dopo un lungo sonno. Attorno a lui, i preparativi per la fase successiva del piano dell'organizzazione proseguivano, più frenetici che mai... e il giovane sentì un forte mal di testa cominciare ad affiorare.

"Accidenti... comincio davvero a stancarmi di tutto questo." si lamentò a bassa voce. "Voglio sperare che almeno dopo questa cavolo di operazione, avremo abbastanza energia da completare il progetto. E ci mancano ancora due sfere... spero che Levi sappia quello che sta facendo, perchè per adesso, mi sembra che stiamo girando in tondo."

"Hey, Henry! Non battere la fiacca soltanto perchè il tuo turno è finito!" lo richiamò un suo collega, muovendo una mano verso di lui. "Porta qui le chiappe, che abbiamo bisogno di una mano con questi trasformatori!"

"Ugh... hey, un momento! Andateci piano con quella roba! Non vorrete causare un'esplosione e farci seppellire, vero?" esclamò il ragazzo di nome Henry. Si aggiustò il berretto sulla testa, rivelando per qualche istante i corti capelli neri che gli davano l'aspetto di una persona del tutto ordinaria, e raggiunse il gruppo di reclute che stavano lavorando ad un macchinario nella stanza vicina. "Accidenti... vi dico sempre che non dovete armeggiare con questi affari se non sapete esattamente quello che state facendo. Se poi succede il patatrac, tutto il piano va a monte."

Tra sè, Henry pensò che non gli sarebbe dispiaciuto più di tanto se il progetto del Team Fusione fosse fallito. Stavano commettendo un sacco di azioni illegali, sequestrando Pokemon e causando una marea di problemi agli abitanti di Spumarinia e delle città vicine. Ma sfortunatamente per lui, Henry non era in una posizione in cui poteva dare voce alle sue obiezioni sul progetto. I suoi genitori si aspettavano molto dal suo apprendistato nel Team Fusione, e nonostante i suoi scrupoli, Henry non si sentiva di deludere le loro aspettative.

"Sì, sì... senti, Henry, adesso non ti dare troppe arie soltanto perchè sei il figlio del capo." rispose una donna vestita di arancione che aveva con sè un Charmander e un Torchic. "Ricorda che sei qui perchè ti ha dato fiducia, ma devi dimostrare di esserne degno."

Il giovane grugnì e si massaggiò la fronte con una mano. Mai una volta che qualche suo collega si risparmiasse di ricordargli quel particolare. "Guarda che non godo di qualche particolare privilegio soltanto perchè sono il figlio del capo... lui mi ha introdotto alla sua organizzazione, ma mi sono dovuto guadagnare la sua fiducia e il mio grado come tutti gli altri!" rispose prontamente. "Comunque, adesso non è il luogo nè il momento adatto per discutere di questi problemi... dobbiamo fare in modo che sia tutto pronto per il prossimo esperimento che faranno."

Henry si piazzò davanti alla console e premette alcuni pulsanti, con il risultato che gli schermi si accesero e su di essi apparvero alcuni diagrammi, seguiti a breve da una serie di mappe che illustravano un complesso scavato nei meandri del Monte Strato. Alcune spie rosse si accesero una dopo l'altra in alcuni corridoi del complesso, ed Henry sospirò e inserì una serie di comandi. "Ecco fatto... qui dovremmo essere a posto. Non dimenticate di fare qualche altro controllo prima di iniziare l'operazione. Non è il caso di mandare tutto all'aria per qualche leggerezza. A proposito, come va il flusso di energia che stiamo... prendendo in prestito... dalla diga?"

"Non è il massimo ma è stabile. Accettabile per i nostri scopi." rispose un'operatrice. "Dobbiamo cercare di completare quello che stiamo facendo il prima possibile. Non mi stupirei se avessero già mandato qualcuno ad investigare da queste parti."

"Allora tutto quello che dobbiamo fare è mantenere un profilo basso come abbiamo fatto finora." disse Henry. Si sgranchì la schiena dopo essersi assicurato che i settaggi fossero corretti, e si rivolseal resto delle reclute, in modo da assicurarsi che tutti fossero al corrente dell'importanza di quello che stavano facendo. "Ricordatevi che in questo momento siamo ad un importante punto di svolta... se questo esperimento va bene, allora il resto sarà solo questione di tempo. Tra non molto il signor Levi dovrebbe essere in grado di dirci la posizione dell'Adamasfera e della Splendisfera, e con quelle, la possibilità di accedere al potere di cui abbiamo bisogno per realizzare il nostro progetto più importante. Ma dobbiamo fare in fretta se vogliamo evitare che qualcuno rovini tutto."

"Hunt! Huntail!" una voce roca dietro di lui fece sobbalzare Henry assieme al resto delle reclute... e da dietro di lui apparve un Pokemon dall'aspetto minaccioso e predatorio: il suo corpo sembrava quello di una murena ricoperta di squame blu, con macchie gialle rotonde disseminate a intervalli regolari lungo i fianchi e pinne arancioni che attraversavano la testa e la schiena, con due pinne pettorali arrotondate. La sua bocca era sempre aperta, e sembrava fin troppo grande rispetto al resto del corpo, con dei larghi denti acuminati che spuntavano da entrambe le mascelle. Si muoveva fluttuando accanto ad Henry, muovendo il suo corpo serpentiforme come se stesse nuotando in aria.

"Huntail?" Il Pokemon murena guardò i sottoposti del Team Fusione come se volesse sottolineare l'importanza di quello che il suo allenatore aveva detto... ma a quanto sembrava, Henry non la vedeva come una questione così seria, visto che lo richiamò gentilmente.

"Va tutto bene, Huntail... grazie per il supporto, ma non era proprio necessario." rispose Henry con un sorriso imbarazzato. Huntail storse il naso, ma accettò il commento del suo allenatore e si limitò a fluttuare accanto a lui.

"Okay, credo di essere stato abbastanza chiaro." rispose infine Henry. Si rimise a posto l'uniforme e si schiarì la voce. "Cercate di fare in modo che sia tutto a posto per quando sarà il momento di completare questa parte del progetto. Mi affido alla vostra collaborazione, quindi... buon lavoro a tutti quanti."

"Va bene. Lascia fare a noi." rispose la donna con il Charmander e il Torchic. La lucertolina rossa emise un verso acuto e mosse vivacemente la coda, sulla quale la fiamma tipica della sua specie ardeva con maggiore fervore.

"Chaaaar!"

Henry si sgranchì una spalla e si congedò dai suoi compagni, poi si diresse verso un'altra stanza, muovendosi con sicurezza attraverso un dedalo di angusti corridoi e stanzine illuminate fiocamente da alcune lampade alogene poste sul soffitto. Era stato un lavoro fatto in fretta e furia, ma stava funzionando bene, e permetteva agli agenti del Team Fusione di fare il loro lavoro senza dovresti muovere nell'oscurità.

"Beh, se non altro, gli impianti funzionano bene." disse tra sè il ragazzo. Il suo Huntail si guardò in giro, e dopo essersi assicurato che fosse tutto in ordine, fece un cenno al suo allenatore e si piazzò di nuovo accanto a lui. "Hey, Huntail, mi sembra che tu sia un po' troppo teso. Stai tranquillo... so che stiamo facendo un passo importante nel nostro progetto, ma non è il caso di essere sempre tesi come corde di violino."

"Tail..." rispose Huntail, mentre entravano nella stanza che il ragazzo usava come alloggio temporaneo. Si trattava di una piccola stanza, ricavata da un complesso di escavazione che era stato presente fin da prima che arrivasse il Team Fusione, ed era stata arredata in maniera semplice ma funzionale, con un piccolo tavolo di legno duro, una sedia e un piccolo computer portatile attaccato ad una presa da muro. L'unica concessione ad un po' di frivolezza era una sorta di grande vasca per pesci in un angolo della sala, dove in quel momento fluttuava un elegante Pokemon dall'aspetto di un pesce delle dimensioni di un uomo adulto, coperto di finissime squame rosa e con la bocca allungata ad appuntita, una lunga ed esile pinna con la punta viola sulla testa, e una coda viola e piatta. Sul torace, lo strano pesce aveva due grosse conchiglie che stavano attaccate al corpo del Pokemon come se fossero la parte superiore di un bikini.

"Gooooore..." mormorò il pesce rosa, gli occhi chiusi in un'espressione di assoluta beatitudine. Irritato dal modo di fare dell'altro Pokemon, Huntail fluttuò vicino alla vasca e lo richiamò con un verso simile al grugnito di un alligatore.

"Hun!"

Il Gorebyss che si stava rilassando nella vasca aprì gli occhi e si voltò con tutta calma verso Huntail, come se volesse chiedergli se voleva rilassarsi anche lui nella vasca! "Gore, byss?"

Huntail non rispose, ma sospirò con vaga esasperazione e gettò uno sguardo di avvertimento a Gorebyss, mentre Henry ridacchiò brevemente e accarezzò i suoi Pokemon sulla testa, uno dopo l'altro. "Visto, Huntail? Dovresti imparare qualcosa da Gorebyss, lui sì che sa come rilassarsi!" commentò.

Il Pokemon murena scosse la testa. "Huntail..."

Henry si passò una mano sulla faccia e trattenne uno sbadiglio. Non si era accorto fino ad allora di quanto fosse stanco... con tutto il tempo che aveva passato a fare preparativi, montare strumenti e assicurarsi che fosse tutto a posto, non aveva dormito molto e non si era accorto degli sforzi che aveva fatto. Adesso che poteva permettersi un po' di relax, la sua stanchezza si faceva sentire...

"Hmm... meglio che mi butti un po' sul letto. Se resto alzato ancora un po', non riesco più a connettere." commentò tra sè. "Huntail, Gorebyss... potete svegliarmi fra... diciamo, un paio d'ore? Mi faccio una dormita..."

"Byss!" rispose Gorebyss, muovendo la testa su e giù in segno di assenso. Questa volta, Huntail si disse d'accordo con il suo "collega", alzando una pinna in un gesto quasi marziale.

Henry sorrise e si tolse il berretto e gli stivali, prima di distendersi sul letto e chiudere gli occhi. Una sensazione di rilassamento si diffuse rapidamente in tutto il suo corpo, aiutandolo a prendere sonno, e il ragazzo mise da parte le sue preoccupazioni e le sue esitazioni, almeno per il momento. Se tutto fosse andato bene, i suoi genitori sarebbero stati orgogliosi di lui... e poi, stava partecipando ad un progetto che avrebbe semplificato la vita a tutti gli allenatori di Pokemon del mondo, no? Era anche giusto fare qualche sacrificio...

Per qualche motivo, questo ragionamento gli sembrò una scusa... ma in quel momento, Henry era troppo stanco per pensarci, e sprofondò ben presto in un sonno senza sogni.

 

oooooooooo

 

Geminia era una cittadina un po' atipica, almeno rispetto a quelle che Heather e i suoi compagni erano abituati a vedere...

"Eccoci arrivati. Finalmente siamo a Geminia..." commentò la bambina dai capelli fucsia. Tirò un sospiro di sollievo e appoggiò lo zaino su una panchina intagliata in un grosso blocco di pietra posta appena dopo l'ingresso della città, poi restò qualche istante a riposarsi. "Uff... abbiamo camminato praticamente a marce forzate per arrivare fin qui in tempo utile. Mi sa che non avremo molto tempo per riposarci prima di cominciare ad investigare."

"Shelgon..." mormorò lo Shelgon della ragazzina. Con un'agilità che era difficile aspettarsi in una creatura dall'aspetto così goffo, il drago-crisalide salì sulla panchina e si acquattò accanto alla sua allenatrice, mentre Shelly prendeve posto all'altro lato di Heather, su un lembo di panchina grande abbastanza da permetterle di accomodarsi.

"Io... vorrei dire che forse è meglio aspettare un po', Heather..." rispose Shelly. Con un gesto del braccio, si mise a posto la treccia e guardò Skorupi per chiedere anche a lui cosa ne pensasse. Lo scorpione viola non era stanco come loro, ma anche lui sentiva l'effetto della lunga marcia che avevano fatto: dopo aver attraversato la diga ed essere uscito dalla parte opposta, i ragazzi avevano dovuto attraversare un percorso piuttosto impervio che passava su un fianco del Monte Strato, passando tra foreste di conifere e grandi rupi a picco, e vedendosela con numerosi attacchi di Pokemon selvatici, disturbati da quello che stava succedendo da quelle parti. Skorupi era stato chiamato a combattere diverse volte... così come tutti gli altri Pokemon delle loro squadre.

"Rupi..." rispose il Pokemon Coleottero/Veleno, e si sgranchì le chele.

"Gon shelgon?" Shelgon fece una domanda, con un tono forse più forte di quanto volesse.

Skorupi non si scompose e si ripulì il carapace con la coda. "Sko skorupi..." affermò, e mostrò la città che si stagliava davanti a loro. Anche se non era un luogo molto moderno, Geminia era comunque una città abbastanza grande, con il fascino suggestivo di un luogo in cui il tempo si era fermato. Le case erano capanne in legno o, più raramente, fatte di mattoni di pietra grigia, con tetti spioventi fatti di materiale ancora non lavorato. Le strade erano dissestate, e consistevano principalmente di pietre levigate e ghiaia. La città era decorata da alcune aiuole e da una manciata di robusti alberi, ma ad alcune intersezioni si vedevano delle formazioni di cristallo o quarzo che fuoriuscivano dalla roccia, intagliate in modo da sembrare delle statue grezze. 

"In effetti... io credo che Skorupi abbia ragione. Ha detto che... ehm... dovremmo aspettare un po' ed essere ben svegli prima di... di... iniziare a cercare quelli che hanno rubato quel componente dall'impianto della diga." affermò Shelly. Gettò un'occhiata a Percy, Chelle e ai loro Pokemon, per assicurarsi che fossero d'accordo, poi aggiunse qualcosa, come per scusarsi di essere stata un po' troppo irruenta. "Ovviamente... se tutti voi siete d'accordo, si intende. Non... non vorrei dare l'impressione di voler imporre... la mia volontà..."

"Stai tranquilla, Shelly! Nessuno ha mai voluto dire questo." Heather provvide a tranquillizzare la sua migliore amica prima che si facesse venire troppi scrupoli. "Aspettiamo ancora un pochino, giusto per riprendere le forze... e poi andiamo al Pokemon Center, e vediamo cosa si può fare."

"Va bene..." rispose Chelle. La sua Bayleef aprì appena un po' le foglie attorno al collo e diffuse tutt'attorno un piacevole profumo di fiori che aiutò Chelle, Percy e Quilava a rilassarsi. Il ragazzo dai capelli bicolore tirò fuori un fazzoletto e si asciugò un po' di sudore dalla fronte, poi si guardò attorno per farsi un'idea del posto in cui erano arrivati.

"Mi sembra davvero una comunità di minatori. Date un'occhiata in giro. Tutte queste abitazioni mi danno l'impressione di essere state costruite più per la praticità che non per il comfort." affermò. "Avevamo detto che questa è una comunità principalmente di minatori, giusto? Queste abitazioni mi danno l'impressione di essere fatte per persone che badano più all'utilità che non alla comodità."

"Così sembra... magari saranno anche più disposti a darci una mano." affermò Heather. "Mi dà l'impressione di essere una comunità in cui tutti si conoscono. Magari loro notano più facilmente un nuovo arrivato."

"Shelgon..." rispose Shelgon, come se volesse ricordarle che questo voleva dire che avrebbero notato più facilmente anche loro.

"Ehm... Sì, in effetti è vero, Shelgon... a questo non avevo pensato." affermò Heather imbarazzata. Si schiarì la voce e cercò di pensare al problema più urgente. "Detto questo... beh, non saranno sospettosi di un gruppetto di giovani allenatori, vero?"

"Non lo so... non so molto di Geminia, e non so se la gente sia ospitale o meno." commentò Chelle. La ragazza dai capelli verdi si alzò e si spazzò i pantaloncini con una mano. "Ma è inutile stare qui a chiacchierare. Per adesso, andiamo al Pokemon Center e togliamoci un po' di polvere di dosso. Riposiamoci, e poi cominciamo a cercare informazioni, e chiedere se hanno visto qualcosa di strano da queste parti."

"A parte noi, si intende." ironizzò Percy.

"Quilava..." mormorò Quilava alzando gli occhi al cielo.

Dopo essersi riposati abbastanza, i ragazzi e i loro Pokemon si alzarono, si rimisero a posto, e si misero a cercare il Pokemon Center, incamminandosi lungo una delle stradine scoscese di quella particolare città.

L'atmosfera di Geminia, per quanto non certo spiacevole, aveva un tono del tutto diverso da quello della vivace Spumarinia. Dava l'impressione di una tranquilla comunità di montagna, e le persone che si aggiravano per le strade erano per gran parte di una certa età, ma con un fisico decisamente ben allenato, senza dubbio risultato dello sforzo fisico che avevano fatto lavorando in miniera per gran parte delle loro vite. Come Shelgon aveva immaginato, il quartetto di allenatori e i loro Pokemon stavano attirando un po' di attenzione mentre si dirigevano al Pokemon Center, ben distinguibile come da regolamento tra gli edifici della cittadina grazie ai segnali in evidenza e al tetto di un brillante colore rosato...

 

oooooooooo

 

Nel frattempo, alla periferia della città...

"Hanf... hanf... in un modo o nell'altro... siamo arrivati!" mormorò stremata Jessie. Lo stato in cui si trovava la diceva lunga sulle peripezie che lei e i suoi compagni avevano passato per arrivare fin lì, con tutte le macchie di erba, i ramoscelli incastrati tra i capelli, e le foglie attaccate ai vestiti. Decisamente, non avevano fatto un viaggio molto comodo...

"Jessie... la prossima volta che evitiamo le strade principali per non farci seguire, potresti almeno evitare di guidarci in mezzo ad una specie di giungla?" si lamentò il povero Meowth, mentre cercava come poteva di lisciarsi la pelliccia e pulire l'amuleto a forma di moneta che portava sulla testa. Anche lui portava i segni della marcia forzata che avevano fatto, tra la pelliccia arruffata in più punti, e la sporcizia che gli si era attaccata. "Ugh, che schifo... dovrei smacchiarmi la pelliccia con la trielina..."

"Ad ogni buon conto..." rispose Cassidy, e si fece avanti con spocchia, ripulendosi l'uniforme dalle foglie e dai ramoscelli che vi erano rimasti appiccicati. "Siamo arrivati a Geminia, la città dei minatori! E qui finalmente potremmo avere la nostra possibilità di ottenere un clamoroso successo per la nostra organizzazione! Guardate come sono rilassati gli abitanti. Non avremo problemi a mimetizzarci tra la folla e localizzare quei buffoni del Team Meteora!"

"Spero che tu abbia ragione, Cassidy... abbiamo fatto dei giri impossibili per sfuggire a quell'orsacchiotto di peluche troppo cresciuto che ci voleva stritolare!" si lamentò Butch.

"Ra-ra-raticate..." il Raticate dei due rivali di Jessie e James si lamentò massaggiandosi la schiena, sulla quale aveva sperimentato gli abbracci affettuosi del gigantesco plantigrade.

"Eeeh... beh, guardate il lato positivo! Questa volta lo abbiamo seminato e non corriamo più il rischio di farci stroncare le ossa dai suoi abbracci!" esclamò fieramente Jessie. "E poi, adesso siamo a Geminia, e possiamo continuare la nostra missione. Il Team Fusione è qui da queste parti, e noi andremo fino in fondo per scoprire quali sono i loro piani!"

"L'ho già detto una volta, lo so, ma Jessie è particolarmente infervorata per questa missione..." James sussurrò all'orecchio di Meowth.

Il felino parlante disse di sì con la testa. "Non te ne faccio una colpa, James. E' davvero strano per lei essere così determinata a portare a termine una missione, anche se è per conto del capo. O forse non è poi così strano, tutto sommato..."

"Beh, facciamo del nostro meglio per portarla a termine! Così anche il capo sarà fiero di noi! E magari ci darà anche una promozione." rispose James. "Okay, Jessie, adesso che siamo qui a Geminia, cosa consiglieresti di fare come prima cosa?"

"Prima di tutto, andiamo a chiedere un po' di informazioni agli abitanti di questa graziosa cittadina!" replicò senza esitazioni la giovane donna, agitando fieramente i lunghi capelli purpurei. "E andiamo anche a farci una doccia! Tutto questo su e giù per i boschi fa male alla mia pelle delicata!"

"Jessie è sempre Jessie, dopotutto..." commentò Meowth, con tanto di gocciolone di sudore sulla nuca!

Cassidy si sfregò il naso e fissò la sua rivale con fare invidioso. "Tsk... si dà tante arie perchè adesso gode dei favori del signor Giovanni! Ma le farò vedere io che non è la sola a saper fare bene il suo lavoro! E allora vedremo chi delle due sarà la favorita del capo!"

"Raticate!" stridette il roditore, mostrando i suoi enormi incisivi in un gesto intimidatorio.

Il Mimikyu che si era messo a seguire il Team Rocket apparve di colpo, fluttuando in aria dietro a Jessie avvolto in una minacciosa aura violacea che faceva guizzare delle lingue di fuoco soprannaturale come tanti tentacoli... e Meowth si tirò immediatamente indietro, terrorizzato all'idea di farsi agguantare da quello strano ed inquietante mostro.

"Mimikyuuuuu..." esclamò. Un lembo del suo costume sdrucito si sollevò, e per un attimo, un paio di occhi rossi e feroci brillarono nell'oscurità solidificata che era il suo corpo. Jessie si guardò indietro e rabbrividì, alzando istintivamente un braccio per proteggersi.

"Ah... ehm... heheheheheee... t-tranquillo, Mimikyu, se... se incontriamo quel Pikachu che sa usare tutte quelle mosse... l'onore sarà tuo, okay?" balbettò la giovane donna. Per fortuna, questo sembrò rabbonire la mostruosità spettrale, che abbassò il lenzuolo e si abbassò di quota. Jessie tirò un sospiro di sollievo, mentre Cassidy e Butch si guardarono preoccupati.

"Io ancora non credo che portarsi dietro quella specie di fantasmino rattoppato sia una buona idea..." mormorò Butch con tono lamentoso. "Non vorrei mai che si stufasse di lavorare per noi, e ci facesse tutti fuori..."

"Ssssh! Non parlare a voce alta, sciocco!" lo redarguì prontamente Cassidy. "Non vorrai farti sentire, vero?"   

Chi più convinto, chi meno, il Team Rocket si diresse verso Geminia, senza immaginare che un altro gruppetto di allenatori a loro familiare si trovava lì, e che qualcun altro li stava osservando a distanza di sicurezza...

Bewear scostò un ramo che le occultava la vista con la sua robusta zampa e rimase ad osservare il Team Rocket mentre usciva dalla macchia e raggiungeva la città. Non era esattamente il tipo di posto che le piaceva visitare, visto che gli esseri umani avevano di solito paura di lei e la accoglievano fuggendo o mandandole contro i loro Pokemon ogni volta che la vedevano. Chissà perchè, poi, visto che tutto quello che voleva era dare un abbraccio a chi le piaceva... e c'erano un bel po' di persone che le piacevano.

Beh, di quello si sarebbe occupata dopo, decise infine, alzando le spalle. Per il momento, l'importante era ritrovare quei bravi ragazzi con quel Meowth parlante, e dare loro il più grande abbraccio di cui lei fosse capace...                         

 

-----------

 

CONTINUA...

Note dell'autore: Bentornati! E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho aggiornato, ma da adesso in poi... dovrei essere in grado di scrivere di più e con più regolarità! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto... Geminia è una delle mie città preferite nel fangame Pokemon Glazed, e spero di aver trasmesso come si deve l'atmosfera di quel luogo così particolare...

Henry è entrato in scena! Vediamo un po' che sorprese ci riserverà... e soprattutto, vediamo come si svolgerà il prossimo incontro-scontro con il misterioso Team Fusione!

A presto! Mi raccomando, recensite! :)

 

 

 

  
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