BEST FRIENDS
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Capitolo
10 – Dettagli
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Marinette raccontò la
predizione della chiromante ad Alya, ma quest’ultima non sapeva che pesci
pigliare, non riusciva a trovare un nesso tra quella profezia e l’amica.
“Secondo
me ti ha presa in giro” Si limitò a dire “…ma la parte più importante è che sei
uscita con Adrien”.
“A
dire il vero mi sono vista con lui più di qualche volta”.
“E
non è successo niente?” Chiese entusiasta, sperando che il loro rapporto si
stesse in qualche modo evolvendo.
A
malincuore rispose di no, increspando anche le labbra.
“Sei
un caso disperato Marinette, cioè, lui ti chiede di
uscire e nemmeno ci prova con te, o viceversa”.
“Siamo
solo amici Alya”.
L’amica
si alzò in piedi difronte a lei, con un’ espressione
che non lasciava intravedere nulla di buono, se ne avesse avuto il coraggio
l’avrebbe schiaffeggiata così forte, da farle aprire gli occhi, ma si limitò
solo a parlare con tono alterato.
“Guarda
in faccia la realtà Marinette, secondo te Adrien, ti
considera ancora solo un’amica?”.
“Io…”
“Non
mi interrompere per favore” La zittì mettendole un dito sulla bocca
“…è
chiaro che gli piaci, ma non ha il coraggio di dirtelo, devi fare tu la prima
mossa, Marinette. Te lo ha detto anche la chiromante
‘vedo un grande amore, più vicino di quanto non pensi’. Sveglia, si
riferiva ad Adrien”.
“Forse…ma
io non so più cosa provo per lui” Disse fra le lacrime.
Alya
si riaccomodò vicino a lei, offrendole una spalla su cui piangere, si stava
chiedendo se non avesse appena esagerato.
“Cosa
vuoi dire, amica mia? Sei cotta di lui…lo sanno tutti” Si corresse poi “ovviamente
tutti tranne il diretto interessato, ma ci arriverà prima o poi”.
Marinette pianse più forte,
nascondendosi il viso tra le mani.
“Te…te
l’ho detto prima…Chat Noir”.
“Calmati
Marinette, è da prima che continui a parlarmi del
super eroe, mi devi però dire cos’è successo tra di voi”.
La
corvina prese un lungo respiro, e si asciugò le lacrime con un fazzoletto di
carta, passato gentilmente da Alya.
“Ci
siamo baciati, Alya”.
Stava
per urlare, non ci poteva credere, la sua migliore amica, innamorata persa di
Adrien, aveva baciato un’altra persona, e in quanto? In neanche due mesi che la
conosceva.
Così
era quello che credeva.
Non
poteva sapere, che lei e Chat Noir, fossero gli eroi di Parigi, coloro che
combattono da più di un anno, fianco a fianco.
“Ok,
ok, Alya, prendi un bel respiro…questo sì, che è incredibile”. Si portò una
mano sulla fronte, che al momento era occupato da un cappello di cotone
imbottito.
“Non
giudicarmi Alya”.
“Non
ti sto giudicando, sia chiaro, sono sotto shock. Non ci posso credere.” Rise.
“…e
com’è stato?” Chiese curiosa.
Marinette avvampò,
diventando rossa come un peperone, ricordando i suoi baci, la sua lingua che
s’insinuava dentro la sua bocca, accarezzando la sua.
“E’ stato bellissimo
Alya” Alla corvina brillarono gli occhi.
“Ne
sei innamorata?” Chiese seria.
“Io…si…no…forse…non lo so Alya. Da una parte c’è Adrien che si
comporta in modo strano con me, mi confonde. Dall’altra, ho Chat Noir, che…so
già che non posso avere una storia con lui, anche se le volessimo entrambi, lui
è un super eroe, e in più non conosco la sua vera identità.”
Alya
assottigliò gli occhi, secondo lei, l’amica non le stava raccontando tutta la
verità, non poteva con un semplice bacetto, averle fatto perdere la testa in
quel modo.
“Non
è successo solo un bacetto, vero?” Chiese timidamente.
Marinette abbassò per
l’ennesima volta lo sguardo a terra, e strinse i pugni sopra le ginocchia.
“No”.
“Oddio
Marinette, non dirmi che…” Si portò una mano alla
bocca per lo stupore.
“No,
no, non è successo quello che credi, anche se in quel momento, non nego
che…avrei voluto”.
“Marinette…”
“Non
abbiamo potuto, perché si insomma…quella tuta non si può togliere come un
vestito normale, bisogna sciogliere la trasformazione, e se lo avesse fatto, mi
avrebbe rivelato la sua identità”.
Alya
notò una punta di dissenso in quell’affermazione.
“Ma
è stato meglio così…forse me ne sarei pentita”.
“Se
dici così, significa che non ti piace poi così tanto, che però eri presa dal
momento”.
“Al
contrario, mi piace, mi piace molto. In queste settimane, ho avuto modo di
conoscerlo molto bene, e ti posso dire che, è un ragazzo straordinario”.
“Però…c’è
Adrien”.
“Eh…il
fatto è che mi sono fermata, perché aprendo gli occhi, ho visto lui. Alya…è
stato terribile, come si può…si insomma, ero con Chat Noir, e pensavo ad
Adrien!” Marinette iniziò a piangere di nuovo, e
questa volta l’amica l’abbracciò, dandole la possibilità di sfogarsi contro il
suo petto.
Alya
non sapeva che dire o fare, si limitò ad ascoltare i suoi singhiozzi in
silenzio.
“Sfogati
amica mia, io sono qua.”
*
Disperazione,
rabbia, tristezza.
Tutti
sentimenti che attirano sempre l’attenzione di Papillon, che cerca sempre
possibili alleati per arrivare al suo scopo, ovvero avere i Miraculous
di Lady Bug e Chat Noir, per ottenere il potere assoluto.
“Marinette, basta adesso, oppure sarai alla mercé di
Papillon, e io non voglio vederti akumizzata.” Le
alzò il volto con due dita, asciugandole le lacrime con il candido fazzoletto.
“Hai
ragione Alya, sarebbe un bel guaio.” Disse imitando l’amica e cercando di fare
dei brevi, ma intensi respiri.
“Senti
Marinette, mi rendo conto che in queste settimane
sono stata una pessima amica, non mi ero nemmeno accorta che stavi così male.”
“Non
è colpa tua”. Eccola lì, sempre pronta a far stare bene gli altri, trovando
subito le parole giuste.
“Si
che lo è, sono stata troppo impegnata con Nino”.
“Ma
è il tuo ragazzo, Alya, è logico che non lo puoi trascurare per me. Che non ti
venga mai più in mente una cosa del genere”. La rimproverò.
“Sarebbe
tutto più facile se Adrien e Chat Noir fossero la stessa persona” Sospirò la
riccia stiracchiandosi, e con l’occasione dare un’occhiata alle sorelle, che
ridevano e giocavano sulla giostra dei cavalli.
La
stessa persona.
Di
nuovo quella frase, di nuovo quel dubbio che si insinuò prepotentemente nella
mente di Marinette.
Prima
Adrien e adesso Alya, poi Chat Noir che all’improvviso diventa Adrien.
“Non
possono essere la stessa persona” Si alzò di scatto in piedi.
“Non
l’ho mai detto, ho solo constatato che se fossero la stessa persona, sarebbe
più facile per te”. Cercò di giustificarsi.
“Ma
non lo sono, Alya.” Scosse il capo, più per autoconvincersi che fosse realmente
così.
*
“Marinette, devi prendere una decisione, non puoi struggerti
per due ragazzi, è già complicato con uno, figuriamoci con due”.
“Credi
che non lo sappia?” Si mise le mani dentro i capelli, rovinando la solita
acconciatura che portava.
“Scusa,
non intendevo…”
“Lo
so”. Rispose non dandole il tempo di finire la frase. “Alya, perché è così
difficile scegliere?”.
La
castana, le mise una mano sulla spalla e la costrinse a guardarla negli occhi
“Non è mai facile, però tu sei Marinette, riuscirai a
trovare la soluzione anche questa volta.”
“Cosa
faresti se fossi in me?”
Alya
si portò due dita sul mento per pensare “Per prima cosa, mi prenderei una pausa
da tutti e due.”
“Ma
non sto insieme ne con
Adrien e ne con Chat Noir, come faccio a prendermi una pausa”.
“Oppure
cercherei di passare più tempo con entrambi, per capire chi mi piace di più”
“Una
parola, Adrien non lo fanno mai uscire e Chat Noir, viene quando vuole”.
“Ma
anche tu, un po' meno complicati questi ragazzi, non te li potevi trovare?”
“E
se non scegliessi nessuno dei due? Se volgessi lo sguardo da un’altra parte?”
“Luka?”
Azzardò, trovando in lei conferma “…lascialo perdere amica, non siete
compatibili in nessun modo, e poi non mettere in mezzo una terza persona, che
poi a levarsi dai casini diventa un problema enorme.
Hai
bisogno di chiarirti e non complicarti la vita. Se un giorno scoprirai che ne
Adrien e ne Chat Noir, fanno per te, allora potrai guardare qualcun altro, ma
non è questo il momento giusto, ti infileresti in una strada senza uscita.
Evitiamo di far soffrire altre persone”.
“Pensi
che Adrien stia soffrendo per me?”
“Non
lo so, ma lo trovo cambiato verso di te, dirti che cosa provi nei tuoi
confronti, non saprei dirtelo, l’unica cosa che puoi fare è dichiarare i tuoi
sentimenti per lui, se è questo che vuoi, e in ogni caso, chiedere al micetto
cosa prova per te.”
“Grazie
Alya, sei un’amica. Non so cosa farei se non ti avessi” L’abbracciò. “Uh, ma
basta parlare di me, tu non hai nulla da raccontarmi?” Chiese sbattendo le
lunghe ciglia.
Alya
rabbrividì e deglutì rumorosamente, in effetti c’era qualcosa che le voleva
dire, ma non sapeva come fare.
“Va
tutto bene tra te e Nino?” Chiese vedendola tentennare ad arrossire.
“Ma
si certo” Balbettò, poi prese coraggio “…in realtà c’è una cosa…di cui ti
volevo parlare”.
“E
sarebbe?”
“Io…e
Nino…beh…ecco…” Fece un respiro profondo “…lo abbiamo fatto!” Disse d’un fiato.
“Fatto
cosa?” Chiese ingenuamente, notando in un secondo momento il viso rosso
dell’amica “…oh..oh…ahhh, ho capito, quello!” Esclamò.
La
zittì dicendo di abbassare la voce.
“Scusami
per non averlo capito prima…allora com’è stato?” Assottigliò gli occhi dandole
delle leggere gomitate.
“Strano…”
“Strano?”
Fece di rimando inarcando un sopracciglio “…strano brutto, strano forte, o
strano strano perché ti aspettavi qualcosa di
diverso?”
“Strano…imbarazzante…almeno
per me…era la mia prima volta e non sapevo che fare, ma lui è stato fenomenale,
mi ha fatto sentire subito a mio agio. Nino è stato così dolce” Alla castana
brillarono gli occhi con il ricordo della loro prima volta “…e comunque non
credere a chi ti dice che fa male…si beh! Forse all’inizio, ma è una sensazione
che sparisce subito”.
“Sono
felice per te Alya, tu e Nino siete strepitosi insieme, siete fatti l’uno per
l’altra”.
“E
la seconda volta è stato meglio ancora” Aggiunse ammiccando.
“Ah
però…hai capito che cosa mi sono persa in queste settimane!” Il suono delle
loro risate, si propagarono per tutti il prato, facendo voltare verso di loro,
gli sguardi dei più curiosi.
“Ho
perso anch’io gran parte della tua vita” Le disse Alya tristemente e sentendosi
terribilmente in colpa.
“L’importante
è che ci siamo aggiornate”.
“Io
spero di averti aiutata, in un modo o nell’altro”.
“Come
sempre”.
Le
due amiche si abbracciarono e dopo poco lasciarono il parco, assieme alle
gemelle, era tardi, e il sole stava quasi tramontando oltre la Senna.
*
continua