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Autore: Meramadia94    18/11/2020    0 recensioni
[Sandokan]
Yanez scompare dal Kiltar, destando la preoccupazione di Sandokan. Dietro al suo sequestro vi sono James Brooke, ex governatore del Borneo, e Teotokris, entrambi decisi a saldare una volta per tutte i loro conti in sospeso con i due amici.
Yanez, prigioniero, conosce e si innamora della bella Aida, una bayadera in ostaggio dei suoi aguzzini. In attesa che la Tigre venga in suo aiuto, decide di elaborare un piano per salvare la sua vita e quella della ragazza.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Un'isola non presente sulle carte nautiche e che è visibile solo per alcuni giorni all'anno...- fece Guillonk una volta che il praho del rajah del Kiltar aveva preso il mare.
Sandokan aveva spiegato loro come stavano le cose, ovvero di come il signor Costas era stato costretto a rendersi complice di Brooke, il quale per assicurarsi l'obbedienza dell'uomo aveva preso in ostaggio la figlia, ma di non poter dire a nessuno come seriamente stessero le cose, o la ragazza sarebbe stata giustiziata.
Gli raccontò anche che Brooke aveva bisogno della grande conoscenza e cultura dell'uomo per sapere se un'isola di cui i marinai parlavano spesso nei loro resoconti, che però parevano non trovare riscontro, esistesse o meno ed in quel caso ritrovarla.
Cosa che poi era avvenuta.
- Sì. A proteggerla c'è una cappa di nebbia talmente spessa che sarebbe pressocchè impossibile per chiunque riuscire a  trovarla, a meno che non si abbia un'idea precisa... Guillonk, quel pover'uomo è stato ricattato con la vita della figlia, perciò non dovrà essere punito.-
Il lord annuì.
- Come volete.- fece il governatore.
-Credi...- fece Marianna preoccupata - che Yanez sia ancora vivo...?-
Sandokan annuì con decisione.
L'idea che il suo amico potesse già essere all'altro mondo, non la voleva nemmeno tenere in considerazione.
- Certo che è vivo... se l'avessero voluto morto solo per colpire me, come hanno avuto la possibilità di correggergli l'acqua con un sedativo, l'avrebbero avuta anche per avvelenarlo direttamente o ucciderlo una volta che si fosse addormentato.- fece Sandokan.
E avrebbero lasciato un biglietto, un indizio, qualsiasi cosa che potesse ricondurre a Brooke in modo che sapessero precisamente chi era il responsabile.
- Lo stanno usando come esca. Per attirare me... sanno che non c'è niente che non farei per lui...-
- E la ragazza?- fece Guillonk.
- Salviamo anche lei, mi pare ovvio.
Non permetterò che un innocente paghi per una guerra personale... troppe persone hanno sofferto per mano di Brooke.- fece Sandokan.
- No...''- fece il lord - quello che volevo dire... che certezze abbiamo che sia ancora viva?-
-Pensa...- fece Kammamuri -che sia già stata uccisa?-
In effetti era una possibilità da tenere in considerazione. Da quanto avevano capito, padre e figlia non si vedevano da circa un mese e che tutto quello che aveva detto e fatto sino a quel momento, era stato sotto minaccia di uccidere la ragazza... ma dopottutto a Brooke non serviva tenere in vita una potenziale testimone che magari avrebbe tentato di scappare come garanzia della collaborazione del padre... sarebbe bastato far credere a quel pover'uomo che la giovane fosse in vita.
Forse era stata uccisa subito dopo il rapimento e si erano liberati del corpo.... e se era vero, ormai non restava più nulla di quella poveretta.
Ma esisteva un'altra possibilità, più gradevole al pensiero ma valida quasi quanto l'altra.
Yanez non era il tipo di persona che accettava passivamente le situazioni, così come non era tipo da starsene buono e tranquillo ad aspettare che qualcuno lo salvasse o che gli piazzasse un colpo ben assestato da qualche parte.
Era come chiedergli di mettere le radici da qualche parte e di non muoversi più.... se di tanto in tanto non prendeva il mare e non viveva qualche avventura, era come condannarlo a morte.
Non si sarebbe lasciato usare per nuocere a qualcuno a cui teneva molto e di certo avrebbe tentato la fuga, se non l'aveva già fatto...
Ma anche se era un uomo tutt'altro che accondiscendente, soprattutto con i malintenzionati, era anche un uomo buono e giusto. E questo purtroppo lo sapeva anche Brooke.
Se Aida poteva essere del tutto superflua e non ci fosse un reale bisogno che fosse viva per convincere chi di dovere a cooperare con lui... poteva essere decisiva per costringere Yanez a seguire le loro regole.
Yanez era troppo giusto per decidere di scappare o ribellarsi sapendo che qualcuno avrebbe rischiato grosso.
Specie se quel qualcuno era una ragazza indifesa.
- Io penso invece che sia ancora viva. Yanez non è tipo che subisce senza reagire, ma nemmeno uno che scappa senza preoccuparsi che il suo gesto possa avere ripercussioni su un'altra persona.- fece Marianna esternando il pensiero del marito.
- Quindi in poche parole... ha le mani legate.- il governatore non sapeva se era davvero legato ed impossibilitato a muoversi, ma a quel punto... -non può nemmeno reagire senza che la signorina Costas ci finisca in mezzo.-
Sandokan annuì.
In qualunque modo la si guardasse, Yanez aveva bisogno di aiuto immediato. E non era intenzionato a negarglielo.
Molti avrebbero detto che di uomini leali era pieno il mondo, che di secondi in comando non aveva che l'imbarazzo della scelta, e che nella peggiore delle ipotesi gli rimaneva un regno, ricchezze e l'amore della sua donna.... ma la verità era che nessun regno, nessuna rivalsa l'avrebbero consolato se non l'avesse avuto più con sè.
Per quanto riguardava l'amore... si, l'avrebbe aiutato. Ma non salvato.
Quando aveva conosciuto Marianna, l'unica cosa che voleva era stare con lei. Il mondo, persino la sua sete di giustizia contro Brooke, pareva essersi fermata... era così preso da pensare che l'amore fosse la cosa migliore che gli fosse mai capitata... ed aveva trascurato Yanez.
Solo a mente fredda, capì che l'aveva ferito con il suo comportamento seppur giustificabile: Yanez si divertiva, prendeva tutto come un gioco, rideva, scherzava e dava ad intendere a chiunque che sarebbe riuscito a caversela sempre e comunque anche da solo... ma dentro era molto fragile ed insicuro... solo quando era troppo tardi si era accorto di come si fosse sentito... messo da parte, come un giocattolo vecchio.
Quando l'aveva accusato di non essere più l'amico di una volta, si era arrabbiato e gli aveva detto che se voleva poteva tornare indietro anche in quel momento... ma non erano passate che due ore e già si era messo a camminare avanti e indietro, come un'anima in pena domandandosi se l'amico stava bene, se aveva un posto in cui dormire e da mangiare... e sopratutto se era riuscito a stare fuori dai guai.
'' Ti ritrovo... giuro che ti ritrovo...''- borbottò Sandokan perdendosi nel vedere l'acqua dell'oceano... quell'oceano sconfinato ed azzurro di cui Yanez era innamorato perso.
...
...
...
-Non gradite la mia compagnia, signorina Costas?''- fece Teotokris notando che la giovane non aveva avuto la reazione minima ai suoi, peraltro patetici, tentativi di fare conversazione -pensavo che il risveglio della natura incontaminata potesse piacervi...-
- E mi piace, infatti.- fece Aida con tono risentito -ma non quando sono prigioniera.-
- Comprendo che non è facile...- fece il greco -ma tutto quello che vi chiediamo è di pazientare. Ancora due o tre giorni al massimo... poi sarete libera.-
- E..- nel dir così lanciò uno sguardo alla finestra della stanza in cui era stato segregato Yanez -di lui, che ne sarà?-
- La sua vita è legata alla mia volontà.-
-Che volete fargli....?-
-Niente.... solo fargli comprendere come ci si sente ad essere umiliati senza potersi difendere... mostrargli quanto possa far male vedere tutto quello che hai costruito e quello a cui si tiene sparire sotto i tuoi occhi... e veder reso vano ogni tentativo di difendersi.- fece Teotokris con un sorriso cattivo - e bada, gli farò solo sperimentare sulla sua pelle quello che ho sofferto io per colpa sua.-
Aida sussultò.
Sapeva che Brooke detestava Sandokan ed i motivi di quell'odio che potevano portarlo a desiderare vendetta, sangue e morte avevano fatto il giro del Borneo.
Ma quel tipo... pareva non essere interessato a vedere il rajah del Kiltar in ginocchio, ridotto alla disperazione... pareva essere coinvolto in quella storia solo per odio nei confronti di Yanez.
-Ti ha tolto qualcosa che hai costruito pazientemente... o che hai rubato?- lo sfidò Aida- c'è una certa differenza.-
- Prego?-
- Tu sei alleato di James Brooke. E' un funzionario del governo corrotto, un ladro ed assassino. Un mascalzone della peggior specie. E tu sei con lui. Qualcosa mi dice ciò che ti hanno tolto non era tuo di diritto.-
- Ti consiglio di non parlare di cose che non conosci...-
In un attimo si ritrovò a terra... e lì notò qualcosa di non poco interessante. Ma preferì tenere per sè quella preziosa informazione.
- Ed io consiglio a te di non pretendere tributi in cambio di qualcosa che hai rubato e che è stato restituito al legittimo proprietario!!!- fece con rabbia alzando il braccio con l'intenzione di colpirla.
- EHY TU!!!- strillò la voce di Yanez -FACILE PRENDERSELA CON UNA PERSONA CHE NON PUO' DIFENDERSI COME MEGLIO PUO'!!!!
VIENI QUI E PRENDITELA CON ME, SE HAI CORAGGIO!!!-
Teotokris guardò con odio quella finestra, immaginandosi la faccia del suo rivale... oh se se la sarebbe presa con lui... tutto quello che voleva in quel momento era incatenarlo ad una parete, rendendolo incapace di muoversi e riempirlo di pugni fino a fargli vomitare persino l'anima e farlo supplicare di lasciarlo in pace.
Ma non era ancora il momento.
Due giorni. Doveva semplicemente aspettare quarantotto ore.
- Ok, la gita è finita.- fece tirandola bruscamente in piedi - si torna nei tuoi appartamenti.-
...
...
...
Non si era mai sentito così furibondo in tutta la sua vita... anzi, sì. 
Quando era ancora in Portogallo e aveva provato ad adeguarsi alla vita che avrebbe dovuto condurre per rendere orgoglioso suo padre... ricordava che era una festa, una delle tante a cui doveva prendere parte... si era sentito letteralmente soffocare da tutto quel fasto, quei finti sorrisi, ed era uscito in giardino con la scusa di aver bevuto troppo e di aver bisogno di una boccata d'aria.
Lì aveva visto due '' gentiluomini'' che stavano facendo delle avances un po' troppo esuberanti ad una cameriera che era chiaro come il sole, non aveva la minima intenzione di starci, ma che era costretta a mostrarsi accondiscendente... perchè se avesse tentato di difendersi per poi spiegare a  chi di dovere cosa era successo e perchè aveva reagito così, nessuno le avrebbe mai creduto.
E quei due se la ridevano... si era arrabbiato, era fuori di sè. Così si avvicinò velocemente, con una delle sue solite battute per palesare la sua presenza... ed appena li ebbe a tiro gonfiò loro la faccia. Prontamente, lo denunciarono al momento di dire il motivo di quell'aggressione vennero sopraffatti dalla paura che potesse dire, assieme alla cameriera, il motivo che lo aveva fatto svalvolare e se la cavarono con un '' acceso e banale scambio di opinioni''.
Ma in quell'occasione aveva avuto modo di sfogare la sua rabbia per quell'ingiustizia insopportabile ma in quel momento... non c'era nessuno a cui avrebbe potuto spaccare almeno il setto nasale per sfogarsi e non diventarci matto...
Persino Paco pareva spaventato dall'espressione del padrone... camminava avanti ed indietro per la stanza, con un'espressione furiosa in volto... sembrava una tigre in gabbia.
'' Alzare le mani su una donna... giuro che se riesco ad averlo a tiro...''- pensò furibondo. Finalmente, riuscì a trovare pace sedendosi sul letto respirando lentamente, cercando di calmarsi.
Se l'avesse avuto a tiro... lo conosceva abbastanza bene da dire che persino ritrovarsi con lui occhi negli occhi non garantiva nulla.
Teotokris era esattamente quel tipo di persona che mentre ti stringeva amichevolmente la mano professando le migliori intenzioni sorridendo, con l'altra ti piantava un kriss nella schiena.
Se l'avesse affrontato così, senza uno straccio di piano i casi erano due: o si faceva accoppare in modo poco dignitoso o si faceva male seriamente e tanti saluti alla possibilità di fuggire.
'' Ok... calmati. Calmati. Non aiuti nessuno e non aiuti Aida.''
Mentre rifletteva, senza troppi risultati, la porta si aprì e si ritrovò davanti Aida.
- Lo so, ci ho di nuovo messo una vita... ma questo è l'arrosto migliore che proverai mai...- Yanez le si avvicinò prendendole il viso - ma che fai...?-
- Meno male... non ti ha lasciato il livido... come va, ti ha fatto male?-
Aida  sorrise e lo rassicurò con un buffetto sulla guancia.
-Non ti preoccupare non è niente... solo una botta, tutto qui.-
-Mi dispiace... non dovevi finirci in mezzo...-
- Perchè Teotokris ce l'ha tanto con te?- chiese Aida, ricevendo una risposta con tanto di spallucce.
- Beh... è un despota spodestato e rimesso al suo posto, con la caduta del tiranno a cui faceva da leccapiedi ha perso tutto quello che aveva, soprattutto per colpa mia... perciò immagino che voglia vendicarsi.- rispose Yanez.
-Dice che lo hai umiliato, non ha avuto modo di difendersi e che qualsiasi tentativo facesse alla fine vincevi tu.-
- Non è colpa mia se ha il brutto vizio di cantar vittoria troppo presto.- fece il portoghese con nochalance.
- Ma cosa gli hai fatto, esattamente?-
- Lui era... era il consigliere del sovrano dell' Assam. Ma non era il vero sovrano: moltissimi anni prima, suo padre uccise il fratello a cui era destinata la corona e sia padre che figlio hanno affamato, torturato ed ucciso della povera gente innocente- fece Yanez -io ho avuto modo di conoscere la figlia del vero sovrano... e sono riuscito a restituirle la corona, assieme al mio amico Sandokan.-
- Dovevi tenere molto a lei...-
Yanez sospirò.
-Sì. Ho creduto di esserne innamorato, al punto che una volta restituitale la corona che era sua per diritto, invece di tornare nel Kiltar con i miei amici... ho deciso di restare al suo fianco.-
- Ma poi nel Kiltar... ci sei tornato. Cos'è successo?-
- Mi sono sentito in trappola.-
-Pensi che l'amore sia una trappola da cui fuggire?- fece Aida basita.
Yanez s'affrettò a chiarire.
-No. Le volevo bene veramente, e le voglio bene tutt'ora, ne sono stato innamorato... ma io amavo anche viaggiare, vedere posti nuovi, vivere avventure nuove, sentirmi sempre libero di partire...- fece Yanez con aria sognante -e poi, nemmeno diventare lo sposo di una regina indiana ed avere uno stuolo di servirori pronto a a servirmi e riverirmi tutto il santo giorno, avrebbe potuto colmare il vuoto che mi si stava scavando nel cuore...-
Surama... l'aveva amata. Veramente. E per un brevissimo momento, si era pure immaginato di costruire una famiglia assieme a lei... ma la verità era che Sambliong, quel vecchio brontolone, come lo chiamavano spesso lui e le tigri quando vivevano a Mompracem aveva ragione. Come sempre.
Una vita senza l'amore di una donna poteva essere triste... ma mai quanto lo poteva essere una vita senza amici.
- Sarebbe più semplice innamorarsi di una persona che puoi vedere quando vuoi, senza lasciare i tuoi amici... e che abbia voglia di seguirti ogni volta che ti salta il ticchio di partire, anche quando non c'è garanzia di tornare...- fece Yanez.
- A proposito di tornare...- fece Aida -oggi, quando Teotokris mi ha messo a terra, ho visto una cosa interessante.-
 Davvero- fece Yanez incuriosendosi.
La ragazza annuì.
- Dei piccoli fiori azzurri con le punte dei petali dorati.- spiegò Aida.
-E immagino...- fece Yanez -che non siano i classici fiori che si regalano per corteggiare una ragazza.-
Aida annuì decisa.
- Li ho visti una volta, su un libro di botanica di mio padre. Sono fiori molto particolari... se li sminuzzi ben bene, ottieni un sonnifero che stenderebbe persino un elefante, anche se solo per poche ore...-
- Uhm...- fece Yanez pensieroso -e quanto ci mette a fare effetto, pressappoco?-
-Dipende da chi la assume, ma il risultato finale è garantito.-
Quindi, avevano qualcosa per drogare la guardia che gli faceva la guardia alla porta... tra questa e il pavimento, c'era una fessura che occhio e croce gli avrebbe permesso di allungare una mano e recuperare la chiave.
Però sorgevano almeno due problemi.
Il primo, quasi certamente, ad Aida,  dopo aver detto a Teotokris ciò che pensava... non sarebbe stato semplice uscire di nuovo.
E lui... tra tutti e due lo conoscevano abbastanza bene da sapere che se gli avessero dato anche solo un' occasione di scappare, avrebbe saputo ben lui come farla fruttare. Perciò non sarebbe stato niente facile procurarsi una di quelle piante...
O forse non era un gran problema.
-Paco...- fece Yanez -Mi sa che c'è del lavoro per te.-
Il camaleonte annuì, combattivo.
E forse... nemmeno il come somministrarlo alla guardia senza che questa s'insospettisse era un ostacolo insormontabile.
Prese la bottiglia di vino. Mancavano a malapena due bicchieri.
-Ok. Ecco quello che faremo.- fece Yanez sottovoce -Domani sera, quando mi porterai la cena, con una scusa ti restituisco la bottiglia... non so, magari che voglio un' annata diversa... se conosco bene quelli di cui Brooke si circonda adesso...-
-... quello che piantona la porta magari se la prende.- concluse Aida.
Il portoghese annuì.
- Sì. Solo che gliela daremo corretta con un sonnifero... aspetterò che si addormenti ed io e Paco recuperiamo le chiavi. Appena fuori, verrò a prenderti e scappiamo da qui.-
Aida annuì, abbassando lo sguardo, preoccupata.
- Cosa c'è? Non è quello che desideravi?-
- Sì...- altrochè se lo voleva. Non aveva fatto altro che sperare sin dal primo giorno  che arrivasse qualcuno a prenderla e la riportasse da suo padre... ma all'inizio della prigionia aveva qualche certezza sul fatto che il padre fosse ancora in vita... adesso invece doveva dar credito alle parole vaghe di un assassino... non sapeva che vita la aspettava la fuori, nè se qualcuno la stava aspettando. Almeno là dentro, qualche certezza l'aveva -e dopo? Scappiamo dalla nostra cella, dalla fortezza pure... e poi che succede? Quanto possiamo andare lontano prima che ci riprendano? Ma soprattutto... c'è qualcuno da cui tornare?-
- Ti capisco, Aida...- nel dir così le prese una mano  con delicatezza e la obbligò quasi a stenderla sul suo petto, nel punto in cui era situato il cuore.
Aveva un battito un po' più accellerato di quanto non fosse normale.
- Ho paura anch'io. Se ti dicessi di no, sarebbe una bugia colossale... ma preferisco rischiare di farmi scoprire mentre provo a riappropriarmi della mia vita... e magari morire mentre combatto, piuttosto che far credere loro di avermi messo in ginocchio.-
Ma per lei le cose erano diverse... lui aveva la certezza che Sandokan avrebbe smosso tutto l'Oriente per ritrovarlo e che sarebbe senz'altro riuscito a trovare aiuti al di fuori del Kiltar... dopotutto, si trattava della scomparsa dell'amico fraterno del sovrano di quel regno, che tra l'altro era anche il pupillo dell'ambasciatrice favorita della regina d''Inghilterra... sì, lui aveva delle certezze.
Aida invece cosa aveva di certo, una volta uscita da lì e  soprattutto SE fosse uscita  da lì? Nessuna.
L'unica persona che forse l'avrebbe cercata era suo padre... ma figurarsi se i soldati inglesi di Labuan, anche se comandati da un uomo che forse non brillava certo per arguzia e coraggio, di buon cuore, avevano voglia di mettersi a cercare una sconosciuta...
Suo padre era prigioniero come lei, se non addirittura morto... e dalle chiacchierate che erano riusciti a farsi non aveva molti amici... poteva sparire tranquillamente in quella situazione e nessuno si sarebbe preoccupato più di tanto... 
- Vieni con me.- fece Yanez -Nel Kiltar.-
- Cosa...?-
-Ascolta, non posso prometterti che a Labuan troverai tutto quello che hai lasciato e che tuo padre è vivo...- se lo augurava, ma iniziava a nutrire dei dubbi -ma non esiste che io me ne vada da qui e ti lasci allo sbando... ti porto con me nel Kiltar. Lì sarai al sicuro... e nel frattempo cercheremo di scoprire cosa è successo a tuo padre. E se è vivo... lo troveremo.-
- Davvero?- fece la ragazza stupita.
- Certo.... lascia che ti porti con me, dove sarai al sicuro.- nel dir così la portò a sè, facendole poggiare la testa sul suo petto, come se quel semplice gesto fosse sufficiente a proteggerla, carezzandole i capelli.
Seppur con un po' di difficoltà impostale dai ceppi ai polsi riuscì a ricambiare l'abbraccio. Per la prima volta, dopo tanto tempo riusciva a sentirsi al sicuro, a percepire la presenza di una persona presente, un affetto sicuro su cui contare... lo conosceva da pochissimo tempo, ma sentiva di averlo aspettato da tutta una vita.
- Adesso mi sa che devo andare...- fece senza troppa convinzione e nemmeno foglia di staccarsi da lui.
- Un minuto in più non sarà la nostra rovina...- ipotizzò Yanez.
- TI MUOVI OPPURE NO?!?- strillò la guardia.
-... ma per le nostre orecchie, senz'altro.- aggiunse il portoghese. 
-Mi sa...- fece la ragazza schioccandogli un bacio sulla fronte. Quando provò ad allontanarsi, si ritrovò di nuovo avvinghiata lui e le loro bocche si congiunsero. Da che era un bacio semplice, diventava sempre più affamato... che Yanez ricordasse non aveva mai baciato nessuna come se fosse l'unico modo per  trattenerla ed impedirle di andarsene dalla sua vita... quella ragazza invece ci era riuscita.
Lei, dal canto suo sulle prime era rimasta scioccata che quell'uomo che aveva conosciuto da poco e per il quale già sentiva un'affezione incredibile l'aveva presa e baciata, ma poi aveva iniziato a rispondergli aggrappandosi come poteva a lui nemmeno fosse l'unico appiglio solido in mezzo al mare in burrasca.
Quando finalmente si staccarono l'un dall'altra respiravano entrambi affannosamente.
- Adesso devo andare per davvero...-
-Tieniti pronta. Domani vengo a prenderti prima di mezzanotte... promesso.-
Quando si ritrovò da solo si passò una mano sulla bocca, quasi volesse assicurarsi che fosse ancora intera... c'era ricascato un'altra volta.
Aveva promesso che non si sarebbe più innamorato per non doversi ritrovare mai più nella situazione di dover scegliere tra una donna ed il suo migliore amico... e invece c'era ricascato.
Paco lo guardava con aria contenta.
- Non c'è nulla da ridere sai?- fece facendogli il solletico.
  
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