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Autore: fri rapace    19/11/2020    3 recensioni
"Harry strinse i denti: non era sicuro di sentirsi a suo agio rinchiuso in quello spazio angusto assieme a Tonks. Non che lei non gli piacesse, ma era un po' troppo curiosa per i suoi gusti e questo, unito al fatto che era una giovane donna, lo intimidiva."
Storia scritta per il gruppo 'Caffè e calderotti'. Spoiler del sesto anno di Hogwarts Mystery.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nimphadora Tonks
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Tu conosci la Donna Focaccina?

Tu conosci la Donna Focaccina?



Harry sentì un tonfo seguito dalle urla del quadro della madre di Sirius e seppe che quel giorno sarebbe stata Tonks ad aiutarli con la disinfestazione di casa Black. In passato aveva mostrato il suo valore scacciando un demone dalla vasca da bagno al piano di sopra.

Di recente scagionato dal Ministero e con la prospettiva di tornare presto a Hogwarts, Harry era di buon umore e pensò che Piton si sbagliava quando denigrava la guerra che stavano muovendo alla sede dell'Ordine definendola 'lavoro di pulizia'. Come se ci fosse qualcosa di sbagliato nel pulire, poi... certo, considerando il soggetto e la cura per la sua igiene personale...
Perso nei propri pensieri, il ragazzo non si era accorto di essersi allontanato da Ron e Hermione e quando Tonks imprecò dalla cucina, fu l'unico abbastanza vicino da sentirla.
Scese le scale e si affacciò nella stanza che sembrava scavata nella pietra.
“Harry, no!” gli urlò Tonks, e un istante dopo una forza inarrestabile lo risucchiò in un turbine d'aria, che lo fece roteare a velocità folle.
Cercò di aggrapparsi a qualcosa, annaspò e artigliò a vuoto, finché le sue unghie tintinnarono contro una superficie metallica e subito dopo precipitò, sollevando da terra una nube di polvere bianca.
Si sistemò gli occhiali sul naso e si guardò freneticamente attorno: si trovava in un locale cilindrico apparentemente innevato.
“Per Merlino, questa non ci voleva!” esclamò Tonks, guardando verso l'alto con gli occhi a fessura per proteggersi dalle particelle che si stavano depositando sul suo viso. Non c'era soffitto, ma un'apertura circolare tappata da una nuvola che filtrava una morbida luce soffusa.
Tonks si spazzò la veste, soprappensiero.
“Oh, tu conosci la Donna Focaccina, la Donna Focaccina, la Donna Focaccina?” canticchiò.
Harry riconobbe la strofa della nota canzoncina per bambini ed ebbe il folle impulso di rispondere con quella successiva.
“Cosa è successo?” chiese invece.
“Il barattolo della farina ci ha ingoiati,” spiegò tranquillamente lei. “Avrei dovuto prevederlo. In questa casa gli oggetti sono talmente aggressivi che non serve a nulla cercare il dialogo... Uhm, forse 'dialogo' non è la parola più corretta... Potrei averlo offeso, in effetti, ma si rifiutava di collaborare.”
“Quindi... come ne usciamo?” domandò lui, impaziente e pronto all'azione.
Tonks lo sbollì con una risatina.
“Mettiti comodo, Harry, non c'è modo di uscirne da soli e il salvataggio non sarà immediato, perché dovranno prima capire che fine abbiamo fatto. Non provare a urlare, questo affare non lascia uscire nulla, neanche un suono.”
Harry strinse i denti: non era sicuro di sentirsi a suo agio rinchiuso in quello spazio angusto assieme a Tonks. Non che lei non gli piacesse, ma era un po' troppo curiosa per i suoi gusti e questo, unito al fatto che era una giovane donna, lo intimidiva.
Tonks notò la sua espressione tesa:
“Non ti preoccupare, sarà uno spasso,” gli disse. “Faremo notte fonda, ci racconteremo storielle dei nostri trascorsi a Hogwarts e quando sarà mattina, cucinerò ciambelle!”
Agitò la bacchetta su quella che, ora Harry lo sapeva, doveva trattarsi di farina.
Tutt'altro che rassicurato, balbettò:
“Dici... dici sul serio?”
Tonks si strinse nelle spalle e si rilassò contro la parete curva della prigione.
“Scommetto che non vedi l'ora di tornare a Hogwarts,” osservò, quindi Harry immaginò che fosse seria almeno riguardo alla parte sullo scambiarsi esperienze scolastiche.
“Sì, esatto,” si arrese, scoraggiato.
“La tua materia preferita è Difesa Contro le Arti Oscure,” affermò Tonks con sicurezza. “Io ero molto brava in Trasfigurazione ma era a Pozioni che mi divertivo veramente.”
Harry ebbe una fugace visione di Tonks, incredibilmente goffa, che devastava l'aula nei sotterranei sotto la sguardo sgomento di Piton e un sorriso divertito rasserenò il suo viso chiazzato di bianco.
“Una volta, al mio primo anno, ho annunciato a Piton che gli avrei mostrato un perfetto Incantesimo Testabolla e lui mi ha riso in faccia. Una volta eseguito alla perfezione gli ho lanciato una Caccabomba sulla cattedra. Naturalmente quello era stato il mio piano fin dall'inizio, perché altrimenti fare incantesimi a lezione di Pozioni?”
La compagnia di Tonks si stava rivelando inaspettatamente gradevole, così Harry, più rilassato, rifletté:
“Avrei scommesso che la tua materia preferita fosse Difesa.”
“Perché sono un'Auror.”
Harry annuì. Anche lui ambiva a quella carriera ed era interessato al suo punto di vista.
“Beh, certo, se avessi avuto Remus come insegnante, anche solo per un anno, avrei sicuramente adorato Difesa, ma ne ho cambiati sette e solo due di loro conoscevano la materia che avrebbero dovuto insegnarci. Uno dei due non era neppure l'insegnante ufficiale...”
“Non era... ufficiale?”
Tonks si protese verso di lui, convinta di offrirgli qualcosa di ghiotto.
“Nessuno te lo ha mai detto? Bill ci ha dato lezioni per un po'. Di nascosto, s'intende.”
Harry era colpito e si domandò se la signora Weasley ne fosse al corrente.
“Comunque Remus è molto più esperto di Bill, insomma, era in prima linea durante la guerra. Si dice che ti abbia insegnato a evocare un Patronus corporeo! Credo che intendesse vantarsi con me del suo successo come insegnante, facendolo passare per una specie di orgoglio paterno.”
Harry s'irrigidì, non aveva mai pensato nessun insegnante in termini così... intimi. Tranne forse Hagrid, ma con Hagrid aveva un rapporto diverso.
Tonks lo osservò incuriosita e infine chiarì: “Non volevo metterti in imbarazzo. Capisco che tu non veda Remus come un essere umano...”
Harry, oltraggiato, fece per protestare: non aveva nessun pregiudizio sui lupi mannari, ma lei proseguì tranquillamente:
“... lo vedi come un insegnante. Succedeva anche a me quando andavo a scuola, e con Piton ancora adesso... anche se, a pensarci bene, non credo dipenda dal suo impiego,” rise. “Temevi che insinuassi che concordi con il quadro della signora Black?” domandò, tornando seria. “Hai visto l'arazzo con l'albero genealogico, casomai saresti tu nella posizione di sospettare che persone come me abbiano pregiudizi.”
“E tu hai visto i Dursley, per cui siamo pari,” replicò Harry senza esitare. In quanto a parenti di cui vergognarsi non era secondo a nessuno.
Tonks gli dedicò una lunga occhiata che, stranamente, non lo mise a disagio. Gli parve che fosse stima, quella che lesse negli occhi scuri dell'Auror.
“Una bella lotta, eh?” considerò alla fine, strizzandogli l'occhio. “Direi che te le sei proprio meritate, quelle ciambelle.”
Si rimboccò le maniche, riprese la bacchetta e lavorò con la farina mormorando a fior di labbra formule che Harry non riuscì a distinguere e anche se ricordava che la strega non aveva dimestichezza con gli Incantesimi Domestici, si immaginò a gustare ciambelle con lei.
Mezz'ora dopo la signora Weasley, nel panico per la scomparsa di Harry, urtò il barattolo della farina e liberò il contenuto: lo osservò ingrandirsi a ogni rotazione e, quando venne espulso sul pavimento, pensò che l'oggetto incantato producesse omini focaccina!




Ciao a tutti! Una piccola, semplice storia scritta per il gruppo 'Caffè e calderotti'. Il prompt, offerto da Tamara Patarini, era: “Sarà uno spasso, faremo notte fonda, ci racconteremo storielle da uomini e quando sarà mattina, cucinerò ciambelle!” citazione di Ciuchino in Shrek. Il che mi ha dato modo di scoprire il significato di uno dei dialoghi del cartone animato. “L'uomo focaccina”, ho scoperto, è una canzoncina per bambini: The muffin man. Nella storia ho mantenuto la versione italiana.
A presto,
Fri








   
 
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