Arrivare a quella stanza era stato quasi impossibile, il pavimento scricchiolava ad ogni minimo movimento, finché non si ritrovò davanti alla porta semi aperta. Fece un respiro profondo e decise di entrare, quando vide il suo corpo trattenne il fiato, sentendosi morire dentro. Lui che era stato dapprima un suo alunno, che, anche se non apparteneva alla sua casa, ma anzi, a quella casa rivale, aveva sempre considerato come un ragazzo brillante e molto intelligente. L’aveva visto entrare nella Sala Grande con degli abiti di seconda mano, l’aveva difeso, qualche volta, da alcuni ragazzi che lo importunavano, l’aveva visto crescere fino a diventare un uomo. Dopo era diventato un suo collega, era stato uno dei professori più giovani che Hogwarts avesse mai visto, ma anche se inesperto era riuscito a farsi rispettare fin da subito da tutti gli studenti, e terrorizzarne la maggior parte, soprattutto i più piccoli. Col tempo erano diventati stimati colleghi e addirittura amici. Poi lui aveva ucciso Silente e lei non era riuscita a fare altro se non odiarlo, odiarlo con tutta se stessa, quando aveva preso l’incarico che era appartenuto a Silente la rabbia era montata in lei, non perché fosse invidiosa, ma semplicemente lui non si meritava di stare dove prima stava l’uomo che lui stesso aveva ucciso a sangue freddo. L’aveva odiato per un anno, fino a poco fa, quando Potter le aveva raccontato tutto. Nel momento in cui le parole del ragazzo l’avevano raggiunta si era sentita mancare, anche se non l’aveva dato a vedere. Non riusciva a credere a quello che era realmente successo, al fatto che fosse stata così stupida da non capirlo prima, a tutto l’odio che quel pover’uomo aveva dovuto subire, soprattutto da parte sua.
Il suo cadavere giaceva lì, in mezzo alla stanza polverosa, disteso sul pavimento immerso in una pozza di sangue. Lei era inginocchiata al suo fianco stringendo il suo corpo senza vita tra le sue braccia per l’ultima vola e, ora che nessuno poteva più vederla, si lasciò andare scoppiando a piangere. Pianse non solo per l’uomo morto che stingeva a se, ma anche per Albus e per tutti gli alunni e gli amici che aveva visto morire durante la guerra. “Perdonami Severus” sussurrò tra le lacrime.