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Autore: PONYORULES    26/11/2020    1 recensioni
« Facciamo cinquecento grammi? ».
« No, stavolta non funzionerà ».
« Ok, cinquecento grammi di mandorle e duecento di fichi secchi » continua imperterrito.
Taehyung lo spinge via, usando l'unica mano libera. Nonostante ci sia poco spazio, per un attimo vede sparire la testa dell'amico mischiarsi alla folla che sta aspettando pazientemente la metro.
« Ti ripeto che non serve a farmi cambiare idea ».
« .. e una bottiglia da tre litri di succo al kiwi » conclude JungKook, mentre entra con fare distratto nel vagone. L'amico lo affianca, si siedono accanto e per dieci minuti non si parlano tra loro.
Potrebbero essere scambiati per perfetti sconosciuti, anche se con divise uguali continuano a sostenere ognuno il proprio cipiglio. Si guardano attorno: l'uno fissa la mappa delle linee metropolitane, l'altro conta le fermate che mancano, controlla di non aver sbagliato come è solito fare anche se scende alla stessa da che ne ha memoria.
« Due ».
« Mh? ».
« Hai capito benissimo ».
« No, affatto » sul viso del più giovane si apre un sorriso accattivante. « Due cosa? ».
« Due bottiglie, sei litri in totale » ora è il più grande a sorridere. « Prendere o lasciare ».
[Pairing: YoonKook/TaeJin] [Cameo: Block B, Apink]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buongiorno dalla vostra Ponyo! Stamattina sto facendo almeno tre cose nello stesso momento, spero di essere riuscita a pubblicare un capitolo decente ma sopratutto grammaticalmente corretto, che è la cosa a cui tengo di più! Come sempre lasciatemi una recensione, che sia positiva o per segnalarmi eventuali buchi nella trama, errori e altre cose che posso modificare o riprendere nei capitoli successivi. 
Stiamo arrivando alla conclusione di quelli che definisco "capitoli personalizzati", gli ultimi infatti sono stati concentrati sui singoli personaggi, ognuno in un posto diverso e alle prese con situazioni diverse. 
Un bacio a distanza e con la mascherina in questi tempi difficili e buona lettura!


The X Place
Let me X


Ad Hoseok, ormai, le giornate sembrano tutte uguali. E' da trenta, interminabili giorni che non può uscire da quell'appartamento che ormai odora troppo di ramen istantaneo e soju
All'inizio è stato divertente: scappare senza farsi beccare dalla security grazie all'aiuto dei suoi amici; passare da un'auto all'altra senza fare domande e infine arrivare davanti al condominio enorme, con una facciata e finestre anonime. 
Hoseok sente di aver vissuto troppi anni nel lusso, servito e riverito e quel mondo fatto di interrogativi e così precario gli mette addosso una carica incredibile. 
Zico è passato a salutarlo un paio di volte, gli ha spiegato per filo e per segno cosa può e non può fare: davanti al divieto assoluto di uscire, però, una parte del suo entusiasmo si è incrinato. Il ragazzo dai capelli ossigenati si è fatto perdonare offrendogli un pacchetto di sigarette, che lui ha subito rifiutato.
Gli viene impedito di vedere i suoi amici e di mettersi in contatto con loro; non può divulgare informazioni di alcun tipo e quindi dopo pochi giorni Hoseok sente di essere stato rapito ed iniziano le infinite ore in cui prova a guardare fuori dalle finestre in cerca di qualcosa da fare ma è tutto inutile perché il suo appartamento affaccia su un cantiere in costruzione. Davanti a sé vede una landa desolata di detriti e polvere, che fa alzare un nuvola di sporco ad ogni alito di vento. 
Dopo dieci giorni di solitudine e noia mortale gli vengono portate delle riviste e un vecchio gameboy. Sembra rinascere ma è una sensazione temporanea: a gioco finito e riviste lette più volte sente di scivolare di nuovo in uno stato di apatia e di immobilità senza precedenti. 
Ha provato ad uscire ma solo scoprendo che la porta di casa è chiusa a chiave e che c'è sempre qualcuno di guardia. Li ha sentiti scambiarsi le consegne e fare qualche battuta da dietro la porta. 
Non ha bisogno di niente perché ci sono diverse bottiglie di acqua da cinque litri ammassate in un angolo e i pensili della cucina sono pieni di cose da mangiare. Hoseok non è abituato a mangiare cose così caloriche ed ha dovuto fare ben presto i conti con il senso di nausea che gli creano e il dolore di stomaco dovuto al cambio così drastico della sua dieta.
Non ci vorrebbe credere neanche lui ma ucciderebbe per un piatto di insalata fresca e condita con un filo d'olio importato dall'Italia.
All'alba del trentunesimo giorno, mentre è sotto la doccia, sente la porta d'ingresso aprirsi con un scatto secco. Si chiede come mai la gente abbia sempre un tempismo tremendo per queste cose e grida a gran voce di aspettarlo mentre si allaccia un asciugamano alla vita e ne prende un altro da drappeggiarsi sulle spalle. Guardandosi velocemente allo specchio nota delle occhiaie violacee sotto agli occhi stanchi e i capelli cresciuti tanto da ricadere leggeri sulla punta delle orecchie.
Esce dal bagno scalzo, incurante delle gocce che lascia cadere sul pavimento di legno. Al tavolo della cucina non trova Zico, come aveva immaginato, bensì un altro ragazzo che lo fissa con un'espressione strana. 
« Tu devi essere Hoseok, l'amico di RapMon, giusto? » si alza in piedi, scattante, e i numerosi orecchini che ha ad entrambi i lobi delle orecchie tintinnano. Ha occhi lunghi e stretti e un sorriso provocante. « Sei davvero un bocconcino, devo proprio ammetterlo » i suoi occhi spaziano sul suo corpo ancora umido e Hoseok si trova ad arrossire. Annuisce confuso e gli chiede di aspettarlo mentre finisce di cambiarsi.
« Puoi farlo anche qui davanti a me, non dirmi che sei uno timido » lo incalza il ragazzo, mentre si sistema la bandana rossa che ha legata in fronte. Come look dovrebbe apparire al limite del ridicolo, ma gli dona molto sulla carnagione chiara. Hoseok torna in bagno e si chiude dentro, con un senso di inquietudine che gli attanaglia la gola. Quando esce trova il nuovo arrivato che battibecca con Zico, entrato nell'appartamento senza fare rumore. 
Sembrano non fare caso a lui e allora apre il frigo e comincia a versarsi un bicchiere di succo d'arancia.
« Te l'avrò detto cento volte, Kwon-ssi! Non puoi entrare senza prima avvisarmi ».
« Pensavo fosse una buona idea passare a trovarlo! E poi ho capito che gioco stai facendo: te lo vuoi tenere tutto per te » il ragazzo rimproverato ammicca nella sua direzione. « Non hai idea di quello che vorrei farti in questo momento ».
Hoseok è scosso da un brivido che cerca di nascondere dietro ad un sorriso timido. I suoi occhi corrono verso Zico, che ha cominciato a ridere. « Lo so, sembra un pervertito ma ti assicuro che è innocuo » lo tranquillizza. « Allora, come stai? Come sono andati questi ultimi giorni? ».
« Ti ringrazio per l'ospitalità, Zico-hyung » dice Hoseok, chinando il capo in un gesto rispettoso. Sente Kwon fischiare e sussurrare qualcosa riguardo a quanto la buona educazione glielo faccia venire duro.
« Per adesso sta andando tutto bene, ma volevo chiederti quando potrò.. » la sua voce si spezza, inaspettatamente. « Vorrei rivedere i miei amici » ammette, alzando il mento. 
Zico sorride. « Non è possibile, temo » si guarda intorno. « Fra poco dovremo anche cambiare posto per fare in modo che la tua famiglia non ti trovi ».
Quella poca forza e determinazione che gli sono rimaste scivolano via dal corpo di Hoseok, che balbetta prima di ritrovare il filo dei suoi pensieri. « Quanto dovrò restare nascosto? ».
« Dipende da molte cose, ogni situazione è diversa » risponde Zico, mentre si gratta la testa. « Ti sto aiutando perché me l'ha chiesto RapMon, ma i miei favori non dureranno per sempre. Quindi spero che là fuori ci sia qualcuno in grado di battersi per te » lo guarda, serio. « Perché là fuori sarai solo ».
Hoseok non sa cosa rispondere, incrocia le braccia al petto e rimane diverso tempo in silenzio. Kwon si alza e fa per uscire, ma prima si avvicina al ragazzo. « Io potrei combattere per uno come te » dice, facendogli l'occhiolino. « Potrei vincere persino contro Jin ».
« Ne dubito » gli fa eco Zico, liquidandolo con un gesto della mano.
Hoseok tentenna e si morde la lingua ma il senso di urgenza gli impedisce di fermarsi. « Jin non lotta più, ne sono certo. Ha chiuso con quel mondo ».
« Per adesso » gli risponde Kwon, mentre prende la giacca di pelle ed esce dall'appartamento.
« E questo cosa vuol dire? » gli urla dietro Hoseok, mentre fa per seguirlo.
Zico si mette subito davanti a lui, bloccandogli la via d'uscita. « Le sai le regole, non c'è bisogno che io mi ripeta » gli mette una mano sul petto, è calda.
« Tu non capisci! » esclama Hoseok, allontanandosi. E' sconvolto da quanto quel minimo contatto fisico l'abbia turbato. « So che mi stai proteggendo, so che anche i miei amici lo stanno facendo. Ma qui dentro mi sento impazzire! » si guarda intorno, cerca di ributtare indietro le lacrime che stanno cercando di forzare i suoi occhi da molte ore. 
Kwon è ancora sulla soglia, il cipiglio arrogante è scomparso. Chiude la porta dell'appartamento e si avvicina a Hoseok, lentamente. 
Gli infila la giacca di pelle, sussurrando piano di piegare prima un braccio e poi l'altro. 
« Che diavolo stai facendo?! » gli continua a gridare Zico, le mani nei capelli. 
« Secondo te? » il tono aspro di Kwon fa trasalire i presenti. « Lo sto riportando a casa ».
« Dopo tutti i sacrifici che ha fatto, dopo quello che ho rischiato io per tenerlo nascosto- » il ragazzo dai capelli ossigenati sbuffa, innervosito. 
« Io e te » Kwon ha le braccia abbandonate lungo i fianchi, ha lo sguardo ancora rivolto verso Hoseok, in lacrime, ma Zico capisce che sta parlando con lui. « Noi non possiamo capire e lo sai benissimo ». 
« E questo cosa centra?! ».
« Centra eccome! » esplode, avvicinandosi. Ha gli occhi talmente socchiusi che paiono chiusi. « Puoi fare finta di essere un duro, puoi raccontare a tutti che la vita da delinquente ti abbia temprato.. » Kwon apre le braccia, come sconfitto dalle proprie parole. « La verità è un'altra. Siamo cresciuti assieme, Zico, abbandonati » la sua voce è decisa. « Siamo stati lasciati indietro, dimenticati. Quindi se ti dico che lo riporto a casa, lo faccio e non puoi impedirmelo ».
« Ai piani alti non ne saranno per niente contenti ».
« I piani alti non sanno neanche che lo abbiamo in custodia, non è così? » Kwon ora sembra divertito. « Di solito non fai favori, ma quelle rare volte che succede sei abbastanza furbo da tenere la bocca chiusa ». 
Kwon fa un cenno ad Hoseok. « Da qualche parte dovrebbe esserci un cappello. Cercalo e indossalo, non voglio storie ». 
« Non ha un post- » s'intromette Zico, ma Kwon ha già la mano sulla maniglia della porta. 
« Non sto dicendo che lo riporto a casa. Lo sto portando dalla sua famiglia » i suoi occhi lampeggiano. « Mi indica lui la strada, non c'è bisogno che vieni con noi. Ci teniamo in contatto ».
Zico viene lasciato solo nell'appartamento e le sue gambe si piegano sotto al peso dei suoi pensieri, delle conseguenze delle azioni che seguiranno, lo sa bene.
Sul suo viso, però, è comparso un sorriso che accenna a non smettere di allargarsi. 
Finalmente hai trovato qualcuno per cui combattere, pensa, mentre prende in mano lo smartphone e compone il numero di RapMon.

 

  
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