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Autore: SimbaCourage96    26/11/2020    1 recensioni
Questa storia ha luogo dopo gli eventi di L'ascesa di Skywalker.
Ben Solo si è sacrificato per la donna che amava e lei ha preso il cognome della famiglia Skywalker, ma non è finita qui.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Nuovo personaggio, Poe Dameron, Rey
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 3
 
Finn non era mai stato affettuoso con lui, ma non lo aveva mai fatto sentire fuori posto all’interno della loro piccola famiglia. Se c’era bisogno lo aiutava, ma non gli era particolarmente affezionato.
Lui e suo Zio Poe erano sposati da prima che venisse al mondo, e il ragazzo non si era mai posto nessun problema perchè ci era cresciuto e non era l'unico bambino a scuola ad avere due genitori (o tutori) dello stesso sesso.
Tornò a casa dopo la chiacchierata con Rose e trovò solo silenzio. Il calice da cui aveva bevuto Poe era vuoto sul tavolo e dalla cucina uscì Finn che lo prese tra le mani sospirando.

“Poe ha di nuovo bevuto  Brandy  Corelliano… lo sa che è troppo forte per lui” commentò, portando il bicchiere in cucina per lavarlo.

“E’ colpa mia, Finn, abbiamo discusso di Rey Skywalker e di Ben Solo… dei miei genitori.” Disse Jacen ingoiando il groppo che si era formato in gola.

“Sì, lo so… o meglio, me lo immaginavo, prima o poi avreste dovuto fare quella conversazione e Poe tira fuori questo Brandy in occasioni importanti.” Disse Finn, sorridendo, forse per sdrammatizzare l’umore che si era creato nella stanza.

“Avete sbagliato a tenermi tutto nascosto, avevo il diritto di saperlo.” Disse Jacen, stavolta con un po’ più di coraggio.

“So anche questo. Ho sempre detto a tuo zio che era meglio che sapessi la verità. TI avrebbe ferito, forse, ma era la cosa migliore.” Continuò Finn con tono pacato e portò sul tavolo i dolci preferiti da Jacen che aveva lui stesso preparato.

Jacen sorrise leggermente a quel gesto quasi affettuoso e si rimise al tavolo prendendone uno. Erano soffici e con una deliziosa gelatina all’interno.

“ Zia Rose mi ha detto che amavi Rey, mia madre, è vero?” Chiese all’ex stormtrooper e l’uomo sorrise al solo pensiero della sua migliore amica.

“Sì, possiamo dire che l’ho amata, per un periodo di tempo, ma rimane comunque la mia migliore amica, anche se non la vedo da 16 anni ormai…”

“Dov’è andata?” Gli chiese poi. Finn non era affatto sorpreso da così tante domande, avesse avuto le risposte lo avrebbe anche accontentato, raccontandogli tutto , ma Rey, per quanto dicesse di voler bene ai suoi amici, aveva sempre avuto i suoi segreti.

“Nessuno lo sa, ha solo detto che doveva salvare quel… Ben, ma non ha mai dato delle indicazioni.” Gli rispose e nel suo  tono Jacen percepì della rabbia. Se Garo se ne fosse andato senza dire nulla anche lui si sarebbe arrabbiato molto.

“Deve aver lasciato un biglietto, un qualcosa…” Jacen cercò di pensare ad un qualsiasi modo in cui sua madre poteva far sapere dove si era diretta.

“In effetti ha lasciato una lettera, per te, ma siccome Poe voleva tenerti all’oscuro l’abbiamo conservata. Aspetta” Gli disse Finn, alzandosi dalla sedia e dirigendosi nella loro camera.

Da uno dei cassetti tirò fuori un foglio piegato in due. Se lo portò poco sotto il naso e ne inspirò l’odore che ancora emanava. L’odore della ragazza era impresso in quel pezzo di carta, o forse era solo l’immaginazione del Generale che lo riportava agli abbracci con la Jedi.

“Finn?” Chiamò Jacen e Finn scosse la testa, si schiarì la voce e tornò al tavolo, porgendo al ragazzo la lettera.

Jacen aprì il foglio e vide una calligrafia non molto elegante, e per un momento temette di non riuscire a leggerla chiaramente.

Caro Jacen,
Mi dispiace per come questa lettera sia stata scritta, ho imparato da poco a scrivere, sai essendo vissuta per tutta la vita in un deserto non ne avevo bisogno.
Temo che questo sarà l’unico modo in cui potrò comunicare con te e mi dispiace, Jacen, ma non potevo fare altrimenti. Tuo padre può essere salvato e solo io posso farlo.
Sarai sempre nei miei pensieri durante il mio viaggio. Ti prometto che ci rivedremo.
Tua madre, Rey.
p.S: troverai delle risposte grazie ai Jedi.”

“Grazie ai Jedi?” Lesse di nuovo a voce alta.

“Cosa significa?” Chiese Finn, curioso rispetto a quella strana frase.

“Non ne ho idea…” rispose Jacen. Dei Jedi sapeva poco o niente, giusto quello che avevano studiato a scuola.

Finn annuì, sorridendo e dopo qualche minuto di silenzio gli pose un’altra domanda.

“Allora, cosa ti dice Rey?” Gli chiese, anche se in realtà la vera domanda era se per caso aveva detto qualcosa su di lui.

“Che sarò sempre nei suoi pensieri e che promette di rivederci un giorno” rispose Jacen, stava cercando con tutto se stesso di trattenere la rabbia per quelle parole, che pronunciate facevano ancora più male. Sua madre lo aveva abbandonato da ormai 16 anni, non c’era nessuna possibilità che si rivedessero e poi come si sarebbero comportati?
Jacen faticava a pensare a Rey come ad una madre, non sapeva come sarebbe stato il loro rapporto. In più tante altre domande lo tormentavano: Sarà riuscita a trovare Ben Solo? Era ancora viva? Si ricordava di avere un figlio da cui tornare?

“Temo che due siano le opzioni: o è morta, o si è tenuta fuori dalla forza perché ho provato a cercarla tramite essa ma… nulla.” Disse poi Finn per spezzare il silenzio che si era appena creato.

“La prima opzione non esiste, Finn. Lei deve essere viva, e io la troverò.” Disse Jacen lasciando sul tavolo il pezzo di carta e andando in camera sua.

Era troppo stanco per pensare di cenare, così si cambiò e si sdraiò sul letto. Senza nemmeno accorgersene si addormentò.


Jacen… Jacen… Jacen!

Jacen aprì gli occhi e si ritrovò in un luogo buio, sembrava circondato da una fitta nebbia.

“Chi è?” Chiese e subito sentì solo l’eco della sua stessa voce.

“Troverai le risposte grazie ai Jedi…”

 Jacen si svegliò di soprassalto, la fronte che grondava di sudore. Spostò le coperte di lato e scese dal letto dirigendosi nel bagno privato della sua stanza.
Alzò lo sguardo verso il suo riflesso nello specchio rotondo. Con le mani si buttò l’acqua in faccia ed era ancora lì, lo sguardo spaventato.
Non era la prima volta che gli capitava di avere degli incubi o sogni talmente intensi da farlo svegliare nel cuore della notte. Ma la maggior parte delle volte non se li ricordava nemmeno. L’unica cosa che ricordava era la voce, una femminile.

Che si trattasse di Rey Skywalker? Sua madre?

In qualche modo quella voce placava il suo senso di terrore per l’incubo, come se cercasse di tranquillizzarlo.
Jacen si guardò nello specchio ancora una volta e poi tornò a letto. Si girò sul lato e osservò dei dadi legati ad una catenella, sua zia gli aveva spiegato che erano dei portafortuna. A Jacen gli avevano sempre dato l’impressione di essere molto vecchi ma non sembravano particolarmente usurati dal tempo.



Il giorno seguente si svegliò presto e quando andò in cucina vide suo zio Poe e Finn discutere animatamente, ma smisero non appena lo videro entrare.

“Ben svegliato, Jacen” disse, facendo finta di niente e sorridendo.

“Hai avuto un altro incubo?” Chiese Finn e Jacen annuì in silenzio. Spesso Finn e Poe lo sentivano gridare e molte volte si erano preoccupati di controllare che stesse bene, soprattutto quando era più piccolo, ma Poe aveva cominciato a pensare che fosse colpa del lato oscuro appartenente a suo padre. Rey ci aveva provato a spiegargli che l’attrazione verso il lato oscuro o il lato chiaro non dipendeva dalla discendenza e lei ne era la prova vivente, discendendo dall’Imperatore Palpatine, ma Poe non voleva capire come funzionava la forza, ne aveva paura in realtà. Aveva paura di cosa può essere capace una persona sensibile alla forza.
Quando aveva scoperto che anche Finn lo era, si era genuinamente spaventato, questa era la ragione per cui Finn non aveva voluto parlarne subito con Poe. Ma il pilota era riuscito ad accettarlo, perché non avrebbe mai avuto paura di Finn, non avrebbe mai usato quei trucchi Jedi che ti facevano fare quello che volevano.

“Cos’hai visto questa volta?” Gli chiese il pilota, bevendo un sorso di quello che conteneva il suo bicchiere.

“Niente, ho solo sentito una voce… quella di mia madre.” Disse con cautela, sapeva che suo zio non era particolarmente incline nel parlare di lei e Finn ci era particolarmente legato.

Poe quasi si strozzò e tossì un paio di volte mettendo la mano davanti alla bocca.

 “Mi è capitato anche in passato, ma stavolta è stato più forte, come se fosse lì con me…” continuò Jacen, prendendo posto accanto ai due uomini. Era vero che aveva già sentito questa voce femminile, ma non riusciva a collegarla in nessun modo, non riusciva a darle un'identità, ma ora che sapeva di sua madre, era l'unica di cui si poteva trattare.

“E cosa ti ha detto?!” Esclamò Finn emozionato e Poe gli lanciò uno sguardo severo, così Finn tornò composto sulla sua sedia.

“Quello che c’era scritto nel suo messaggio-“ cominciò a raccontare ma Poe lo interruppe.

“Come scusa? Gli hai dato il messaggio di Rey?” Chiese al compagno, era infastidito e Jacen sapeva che non doveva intromettersi in queste discussioni, e poi Finn riusciva a cavarsela da solo.

“Jacen è grande, e Rey ci aveva chiesto di darglielo.” Rispose Finn con lo stesso tono, ma cercando di restare il più possibile calmo. Dentro di lui c'erano troppe emozioni e non poteva gestirle tutte insieme.

“Rey, Rey, Rey… sempre Rey, beh, Rey non c’è e ha abbandonato suo figlio. Noi tre ce ne siamo occupati.” Disse Poe, quasi come se il ragazzo in questione non fosse lì.

“Sei geloso, Poe?” Chiese Finn alzando il sopracciglio. La sua voleva essere una provocazione con un briciolo di malizia. Era solito per loro farlo, e anche a Jacen gli scappava un sorrisetto divertito, ma questa volta nè Jacen nè Poe stavano sorridendo, e sopratutto il fatto che il pilota non avesse colto la sua l'intenzione, allarmò Finn.

“Geloso? Di cosa, esattamente? La tua cotta per Rey non era corrisposta, ha preferito un criminale e assassino a te!” Esclamò Poe. In faccia era rosso.
Il pilota si alzò dalla sedia e se ne andò.

“Gli parlerò…” disse Finn schiarendosi la voce. “Ma continua…” disse sorridendo a Jacen.

“Ho sentito quello che mi ha scritto, che grazie ai Jedi troverò le risposte… non riesco a capire” rispose il ragazzo stringendo i pugni, voleva sforzarsi per capire cosa significasse, ma non poteva saperlo perché i Jedi non si studiano a scuola e sua madre non aveva dato una risposta più specifica.

“Credo che tu debba andare su Coruscant” disse Finn.

Jacen alzò lo sguardo e corrugò la fronte. Cosa doveva fare a Coruscant? Ci era già stato con la scuola, per spiegar loro la storia della repubblica e della Nuova Repubblica, ma non aveva particolarmente attirato l’attenzione di Jacen il posto.

“E perché?” Gli chiese direttamente.

“Perché li sono custoditi i testi Jedi, forse ti possono essere d’aiuto” Rispose l’ex stormtrooper.

I testi Jedi? Pensò Jacen.

Finn poteva aver ragione. Sua madre gli aveva detto che i Jedi avrebbero dato le risposte che gli servivano e lui voleva sapere dov’era sua madre. Che ci fosse scritto qualcosa, un indizio su dove poteva essersi recata, o magari lei stessa aveva lasciato un messaggio, delle coordinate…

“Allora andrò lì” Disse Jacen con sicurezza.

“Ti accompagneremo io e Poe.” Disse Finn poggiando una mano sulla spalla del ragazzo.

“Non credo che lo zio abbia voglia di farlo…”

“Quante volte ti ho detto di non parlare per gli altri, ragazzino?” Jacen si voltò e vide che Poe era riemerso dalla camera in cui era andato per sbollire.

Poe gli si avvicinò e sorrise, “Tua madre ha sbagliato abbandonandoti e tuo padre… ma a crescerti sono stato io… Rose e Finn hanno dato una mano” disse scherzando e Finn gli diede un colpetto sul braccio.

“Spesso ho pensato di considerarti come figlio mio, ma i tuoi genitori sono lì fuori da qualche parte, e se abbiamo imparato una cosa da tutta questa guerra è che la famiglia è importante.” Disse poi Poe tornando serio ma con un sorriso stampato sulle labbra.

“In breve, Poe vuole dirti che ti vuole bene, quanto te ne vogliamo io e Rose.”

“Sì… e ti aiuteremo finchè potremo farlo, a partire dall’accompagnarti su Coruscant.” Concluse il pilota.



Note:


Terzo capitolo,
non ho molto da dire questa volta, a parte che spero che vi piaccia. :)
Spero di pubblicare presto il prossimo capitolo xP
Fatemi sapere cosa ne pensate ^^
   
 
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