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Autore: Novelist Nemesi    22/08/2009    0 recensioni
Bene, finalmente trovo il coraggio di postare una fan fiction sui una band che apprezzo molto, i My Chemical Romance. Tutto procede nella maniera più tranquilla nella vita di Gerard e del fratello Mikey, liceali, insieme al loro amico Frank, che combina solo pasticci. Sono ragazzi, hanno voglia di fare, di dire, di parlare. Questa storia è un viaggio, signori. Che ho cercato di rendere. E spero vi piaccia.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bob Bryar, Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fratellone, quando sono nato eri contento?
Che domande! Assolutamente no!
Anch’io ti voglio bene, fratellone!

All’ennesimo richiamo del professore, e alle ennesime risate dei compagni, non poté che rifugiarsi dietro il suo libro e fare finta di nulla, come faceva sempre. Era sempre abituato a mettersi in secondo piano, e sentirsi tutti quegli occhi puntati addosso era snervante, per lui. Con falsa naturalezza si pulì gli occhiali e cercò di ascoltare le noiosissime parole del professore sulle conquiste di Napoleone.
Contò secondo per secondo il tempo rimanente al suono della campana. Non vedeva l’ora di andarsene.
La cosa che preferiva della scuola era senza dubbio la campana che segnava la fine delle lezioni. Almeno per quel giorno.
-Ehi, Mikey!-
Mikey, 15 anni, fisico snello, alto e con gli occhiali, con aria svogliata rispose al saluto del suo amico fin troppo allegro e socievole.
-Oggi sei un po’ fiacco. Ti ha scaricato una ragazza?-
-Tu, piuttosto? Oggi non te la spassi con Jamia?-
-Questo lo dici tu!- rispose il suo amico con aria risoluta –Il sottoscritto ha organizzato una mega cena solo per la coppia più bella del mondo!-
-Non sapevo che fossi un fan di Topolino e Minnie-
-Aaaaaah, questo è il Mikey che conosco! Non è che tu e quello scemo di tuo fratello riuscite a…-
Il ragazzo ricevette una botta in testa, abbastanza pesante, da parte di uno zaino abbastanza pesante.
-No, Frank, mi spiace- rispose il ragazzo che lanciò lo zaino –Oggi lo scemo e suo fratello non hanno tempo per le tue sciocchezze-
-Sempre il solito!- sbuffò Frank.
Anche se si erano trasferiti da poco in quella località tranquilla che era Belleville, i due fratelli Way ancora non si abituavano. Non digerivano granchè il cambio d’aria, soprattutto il maggiore, Gerard, 18 anni, un fisico cicciottello e trasandato, all’apparenza per niente socievole. Rispetto al fratello, all’apparenza più calmo e posato, sembravano un’accoppiata decisamente strana. E l’unico a cui davano più confidenza era quel concentrato di follia di Frank, 14 anni, col sorriso perennemente sulle labbra, che non stava mai fermo un momento, e non passava certo inosservato.
Insomma, nonostante tutto, le cose scorrevano bene.
-Siete degli asociali!- sbottò Frank –Io vi propongo un giretto nella meraviglia che è Belleville, e voi mi liquidate con un “abbiamo da fare”! ma chi me lo fa fare di starvi appresso?-
-Infatti, Frank- disse con calma Mikey –Non dovevi organizzare una bellissima cenetta romantica col tuo amore?-
-Ops, vero- disse Frank cadendo dalle nuvole –Ma non credere. Tornerò…-
Vederlo saltellare dappertutto, sparire allegramente all’orizzonte, fece scappare un sorriso intenerito a Gerard –In fondo è un bravo ragazzino- disse sospirando.
Mikey non lo ascoltava granchè, anche perché suo fratello prese a canticchiare. Era un hobby che aveva da sempre, una cosa che faceva sin da piccolo con la nonna, la sua migliore amica senza dubbio.
Ciò che, comunque, catturava l’attenzione di Mikey era un cartellone pubblicitario. Se ne accorse anche Gerard.
-Mikey? Tutto okay? Cosa guardi?-
-Uh? No, niente, solo un’occhiata…-
Ma quando il fratello voleva sapere una cosa niente lo fermava –Oh, il concerto degli Smashing Pumpkins a New York… Ci andrai?-
-Non ho raggranellato abbastanza soldi… E poi lo sai che la mamma non vuole… Uffa, vorrei tanto andare a New York, così andrei a tutti i concerti che voglio senza dovermi guadagnare i soldi da solo per il biglietto…-
-Ah, sì? Vorresti andare a New York solo per questo?-
-Anche. New York apre la porta a mille e più possibilità, e poi mi piace come città. Sempre meglio di questo buco del New Jersey, chissà che ci trova Frank di tanto bello…-
-Ho capito- rispose Gerard sorridendo in modo furbo –Vorrà dire che ci trasferiremo a New York quando avrò sfondato come fumettista- fece un occhiolino al fratello, e non poté che ottenere un sorriso. Anche se non lo davano molto a vedere si adoravano. Mikey, soprattutto, adorava suo fratello. Lui diceva spesso che per lui era una disgrazia averlo come fratellino, ma in realtà se ne volevano di bene, eccome. E poi suo fratello a volte sembrava così sfuggente… Spesso se ne stava per conto suo a disegnare oppure passava gran parte del tempo con la nonna.
Tornarono a casa con una gran fame, pranzo pronto sul tavolo, TV accesa e i volti sorridenti dei loro genitori e di sua nonna.
-Bentornati! Com’è andata oggi?-
-Uhm, non male… Tutto come sempre…- rispose subito Gerard. Sì, era abbastanza scontroso alle volte. Forse era solo la pubertà. E poi anche Mikey spesso rispondeva così.
Per gran parte del tempo non fecero che mangiare, ascoltando le notizie dei telegiornali. Si sentivano anche i primi lampi: avrebbe piovuto anche quella giornata, ormai l’inverno era arrivato e presto avrebbero visto anche i primi fiocchi di neve.
-Ah, domenica prossima io e la mamma non ci siamo-
-Ah ah- risposero i due fratelli in coro mentre mangiavano-
-E anche la nonna non ci sarà-
-Ah ah-
Il padre li guardò maliziosamente e diede una pacca sulla spalla del maggiore –E allora, non siete contenti?! Alla vostra età se i miei non erano a casa organizzavo festini!- ma la faccia di Gerard fece dimenticare presto quella battuta. Anzi, gli scappò anche una lamentela.
-Ehm, tutto okay, sono solo stanco… Vado a riposare…-
Mikey però aveva captato qualcosa di più. Finì il pranzo velocemente e se ne andò con la scusa di studiare. Invece, cercando di non far rumore, senza nessuna ragione, andò nella camera del fratello. Una stanza piccola, strapiena di oggetti strani o legati ai vampiri, che tanto adorava suo fratello, o di fumetti. Per non parlare del tavolo su cui si metteva a disegnare: nel perenne caos. Come facesse a trovare tutto ciò che gli occorreva lì sopra era un mistero.
-Fratellone…-
-Che c’è…?- rispose svogliato Gerard
-Tutto okay?-
-Mh mh…-
-Non è vero…-
-Mikey…-
-Dai, a me lo puoi dire-
-Ma non è niente. le solite cose-
-Solite cose? Quindi…-
Gerard non gli lasciò il tempo di finire e si tolse la maglietta, sdraiandosi poi a pancia in giù, lasciando in mostra il motivo per cui si lamentava della pacca: un livido non indifferente si era formato sulla spalla.
-Chi te l’ha fatto?-
-Uno della quarta sezione…- affondò la testa nel cuscino –Non vedo l’ora di diplomarmi… Ah, Mikey, non dirlo a mamma e papà, né tantomeno alla nonna. Intesi?-
-Intesi-
Sorrise, gerard, per ringraziarlo –Grazie…-
-Sbrighiamoci ad andare a New York, okay?- disse con un sorriso Mikey
-Sì, sì… Però non cominciare ad assillarmi, eh?- rispose gerard ridendo
-Però, se andassimo quanto prima a New York, noi…- lo squillo di un telefono interruppe la conversazione. Quello di Mikey. Vide di chi era la chiamata: Frank. E che voleva adesso?
-Sì?-
-Ehilà, Mikey! Come butta?-
Che tipo strano… -A dire il vero, ho appena finito di mangiare. Come mai mi hai chiamato?-
-Oh, bè, io non mi scordo mai degli amici…-
-Frank…- lo canzonò Mikey –Non chiami mai a quest’ora senza ragione. Che è successo?-
-Ah, ma la sai l’ultima? Indovina dove sono?-
Ma perché era così… Ingenuo, alle volte?
-Non lo so, Frank… Dove sei adesso?-
-Non c’è proprio gusto con te…- Mikey poteva giurare che in quel momento Frank stesse facendo il broncio –Comunque sono all’ospedale- disse poi con tranquillità
-E perché?-
-Io sto bene, ho solo quasi rotto la testa a uno!-
-Quasi rotto?! Ma sei cretino?!-
-Il punto è che mi sa che questo vuole che gli pago i danni. Visto che non ho un soldo, mi chiedevo se da buoni amici potevate aiutarmi…-
-Ma Frank…-
-Dai, vi aspetto qui! Tanto a quello lo stanno ancora visitando!- riattaccò senza lasciare il tempo di replicare. Ovviamente Mikey aveva una pessima espressione in viso, e Gerard si fece spiegare tutto.
A quel punto, c’era poco da fare: di corsa all’ospedale a vedere che cavolo aveva combinato per l’ennesima volta chel pazzo di Frank.

  
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