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Autore: Lexy    22/08/2009    3 recensioni
Questo è il seguito di "Who will take my dreams away?"
Mister Freeze, che ha posto il suo quartier generale a Bludhaven (territorio protetto da Nightwing), e Poison Ivy che invece ha iniziato la sua ascesa al potere da Gotham City (guardata da un Batman ormai annoiato e decadente). Al centro di tutto questo c'è Duefacce che, non provando nessun interesse in questi scontri inutili, si limita a badare al suo territorio, per nulla intimorito da quelle due nuove potenze soprannaturali... ma le cose resteranno così? Chi provvederà a far cadere questi due malvagi pilastri della malavita? Nuove alleanze, tradimenti, avventura ed azione.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per Ilaria1993: Ciao bella, che piacere mi ha fatto leggere la tua recensione e sapere che hai gradito molto la prima storia, aspettando con ansia il seguito! I tuoi dubbi mi pare di averli già chiariti via msn, eccetto mi pare sul fatto che l’Enigmista starebbe con Ivy xD! A questa domanda provvederà questo capitolo a rispondere per bene! Comunque, Crane sicuro di sé non può esistere… sul campo di battagli a forse, ma resta comunque il ragazzetto indeciso, confuso e goffo che tutti amiamo *_*! Se questa storia è secondo te “praticamente perfetta”, è tutto merito di ‘rinnie’, la mia beta e consigliera! Spero che questa continuerà a piacerti, davvero, nonostante i bruschi colpi di scena che ho inserito più in là… e a proposito non so se te l’ho detto, ma Joker comparirà nel terzo capitolo, come sempre in maniera esplosiva xD! Ora ti lascio alla lettura, ci sentiamo presto, un abbraccio!

Per LadyBlack: Ciao, ben trovata xD! Ahah! Sì so di aver creato un casino senza spiegare bene ciò che è accaduto per arrivare a questo ma durante i capitoli della storia tornerà tutto a galla, le ragioni che hanno spinto Crane e Harvey a lasciarsi, perché si odiano tanto, come abbia fatto Nigma a seguire Ivy (si scoprirà proprio in questo capitolo) e tutto si risolverà come si può dedurre dal mio stile xD! Non ti anticiperò assolutamente la conclusione però alla fine nulla resterà sospeso ;)! Nella trama intendevo proprio Harley Quinn e so che anche a proposito di Freeze sono stata enigmatica ma posso giurarti che tra loro non c'è ne ci sarà mai nulla, Crane per lui prova solo una stima che sconfina nell'adorazione ^^. Ora ti lascio al capitolo sperando che ti piaccia e di leggere altre tue recensioni ^^! Un abbraccio, alla prossima.

Per Sychophantwhore: Ciao, bentornata xD! Beh sì lo stile, come ho spiegato nelle note è il chaos più totale ^^"... spero risulterà sempre comprensibile comunque! Ammetto, seppure a malincuore che anche io scrivendo continuavo ad immaginare Schwarzenegger -_-. Ma va bene in fondo si prestava almeno fisicamente no ;)? Già però la faccia mica tanto, ma! Andiamo avanti che è meglio xD... per quanto riguarda i pensieri che Joker ha a proposito di Nigma ed Ivy li riservo per i prossimi capitoli e sì, il clown tornerà presto, nel prossimo! Ebbene no, tra Crane e Joker non c'è stato niente di troppo fisico anche se per come l'avevo progettata io, al pagliaccio avrebbe fatto piacere 'convertire' Crane alla sua follia (un po' ciò che ha fatto con Harley), strapparlo alle braccia di Dent e creare un bel threesome con lui ed Eddie xD! Ma diciamo che si è trattenuto :P! Duefacce normale mica tanto, come puoi vedere ormai non ha altro che rabbia e amarezza dentro di sè...! Per quanto riguarda Dick no, lui per come l'ho giostrata durante la prima storia era a San Francisco, a fare 'il terrorista' con la sua ex ragazza xD! Beh Dick da grande è diventato un tipetto poco raccomandabile davvero ed infatti sono sicura che ti piacerà alla fine di tutto xD! Anche io odio tutti i Robin quindi no, nessun altro mocciosetto in calzamaglia O_ò!  Sia Joker che Harley spunteranno insieme, in modo esplosivo, tranquilla! Ho grandi progetti per loro, alcuni molto... sanguinari *_*! Ora ti lascio al capitolo, scusami se la recensione è corta e poco chiara però vado troppo di fretta, ci sentiamo meglio molto presto però ^^! Un abbraccio, spero davvero ti piacerà questa storia :P! Bacioni!
 
Per Boopsie: Ciao sono contenta ti piaccia l'inizio di questa nuova storia ;)! Spero continuerai a seguirla, ho inserito più di qualche colpo di scena ma alla fine tutto si risolverà! Yay! Il clown arriverà con la sua pazza compagna nel prossimo capitolo, facendo, come suo solito, il botto! Ti ringrazio per tutti i complimenti e gli incoraggiamenti e scusa se sono poco in vena di dialogo, vado di fretta ma parleremo meglio molto presto ^^! Un abbraccio, ti lascio al capitolo, a presto!

XxX.SilverLexxy.XxX




PRETEND THE WORLD HAS ENDED:

La canzone usata per questo capitolo è “Someone must get hurt” di “She wants revenge”.


Capitolo 2: Someone must get hurt.

Intro.


Che cos’è la vita di un uomo se non andare avanti, giorno dopo giorno sforzandosi sempre di seguire se stesso senza mai piegarsi a compiere azioni contro la sua volontà o natura? Un farsi rispettare, camminando a testa alta e gridando alle sorde orecchie del mondo ‘Io sono così, ci sono e provate solo a buttarmi giù!’?

Questo Nigma lo sapeva benissimo, lo aveva sempre saputo sebbene ormai riusciva a ricordarsene solo nei brevi e preziosi momenti di lucidità  prima che Poison Ivy stringesse nuovamente le sue catene attorno a lui grazie al vergognoso potere dei suoi feromoni, gettandolo continuamente in quel mondo surreale ed ovattato dove le uniche cose che contavano erano proprio la bellezza ed i desideri di lei; l’Enigmista, in quello squarcio irreale nella sua mente, era poco più di una pianta che l’Edera coltivava costantemente.

Era diventato il suo schiavo, la aiutava, la proteggeva, la scopava, ma ogni volta che l’effetto dei suoi feromoni scompariva, prima che lei potesse rinnovare il suo ‘sortilegio’, Nigma tentava con tutte le sue forze di ribellarsi e riprovare ad essere se stesso, si aggrappava ad un unico ricordo: Joker.
Un paio di volte era addirittura riuscito ad attaccarla ma poi, improvvisamente, tornava il vuoto ed il corpo di lei ridiventava la cosa più bella che avesse mai visto e per la quale sarebbe morto senza battere ciglio.

**

Still Intro.

Ivy era su tutte le furie e non le bastava avere Nigma ai suoi piedi stavolta, per tirarsi su. Lei era potente, possedeva una bellezza infinita che nessuno le avrebbe mai potuto portare via, qualsiasi ferita per quanto grave si sarebbe rimarginata, non avrebbe mai conosciuto l’umiliazione di una cicatrice, ne le offese di una ruga, ne l’imbarazzo di un qualsiasi problema di pelle, non una malattia.

Allungò le braccia sopra la testa, stirandosi ed avvolgendo le gambe attorno alla schiena dell’Enigmista, che si impegnava per darle piacere; allungò una mano, affondandola tra i lunghi capelli scuri del suo schiavo e serrò la presa, costringendolo ad alzare lo sguardo, si era stufata di quell’azione, non sarebbe comunque riuscita a provare piacere in quel modo quella sera, era troppo nervosa! Lo attirò a sé, in modo che salisse sopra di lei e stringendo poi le mani sull’ultima parte della sua schiena, gli fece capire cos’altro voleva.

Nonostante tutti i problemi che Nigma gli procurava, a mano a mano che il suo corpo si abituava al veleno, Ivy non poteva lasciarlo andare per nessun motivo, sia per la sua abilità come hacker, che per quella come amante – davvero da non buttare via, era forse il più bravo che avesse mai avuto – ed infine per evitare che diventasse un suo nemico mortale; Edward, per quello che sapeva, se libero ed assetato di vendetta poteva diventare un avversario addirittura mortale.

Please don’t touch me,
I’ve come too far to let you bring me down.
(Per favore non toccarmi,)
(Sono arrivato troppo lontano per lasciare che mi trascini giù)

Per questo aveva dovuto allontanare Joker da lui all’inizio, alla sola vista del clown, il suo bel fiore diventava improvvisamente difficile da comandare, continuava a ribellarsi e rivoltarsi contro di lei, mentre il pagliaccio insisteva continuamente nel non voler rinunciare al suo ex; non importava quanto si impegnasse per sconfiggerlo, imbrogliarlo o ipnotizzarlo, quel saltimbanco aveva sempre un asso nella manica, riusciva sempre a vincere contro di lei e ciò non le piaceva.

A lei non piaceva essere sconfitta, odiava venire umiliata e non c’era nulla che le avesse mai bruciato più delle risate di quel clown mentre la derideva e sembrava riuscire a gettarla nel fango con uno schiocco di dita, con una sola parola. Joker aveva toccato tutte le sue corde sensibili come nulla fosse, non avrebbe mai potuto perdonarlo, figurarsi restituirgli Nigma.

Lei si lasciò andare ad un gemito, adorando la sensazione che le dava essere penetrata, no lei non sarebbe mai stata inferiore a nessuno, quel clown non l’aveva neppure toccata con le sue parole, erano solo bugie, vili insinuazioni campate in aria, lei era bella, lei aveva tutto, Nigma era suo e lo sarebbe stato finché non si fosse stufata di lui o fosse morto, il che era la stessa cosa.

Tu pensi davvero che ti lascerò tenere Eddie? A te che per conquistare un po’ di fiducia in te stessa hai dovuto aspettare di diventare una pianta? Tu bella, eh? Oh oh oh ah ah oh! Per te non sprecherei neppure il coltello.

Al ricordo delle parole denigratorie di Joker, sentì l’irritazione montare in lei e, con una mano sulla schiena del suo amante, affondò le sue unghie affilate nella carne del suo schiavo, lasciando una serie di graffi, e riuscendo senza fatica a passare la barriera della pelle aprendo delle piccole ferite, che iniziarono a sanguinare.

He thinks that I’m easy,
But try as you might, you can’t have me now.
(Lui pensa che io sia facile)
(Ma provaci come vuoi, non mi avrai adesso.)

Non era vero, quelle parole erano solo menzogne, lei era bella, lei era perfetta e quello sciocco clown era solo invidioso perché ora Edward era nelle sue mani e non l’avrebbe mai tradita, non sarebbe mai più tornato da lui, era suo, suo, suo! Tornò con la mente invece al confortante ricordo della sua faccia deturpata e dipinta, mentre veniva catturato e spedito diretto ad Arkham proprio per opera del suo adorato Enigmista… era impagabile ed in quell’occasione fu lei a ridere per ultima.

Il clown non poteva ancora sapere che i suoi feromoni avevano e come erano stati facilmente capaci di soggiogare il suo – ormai ex – fidanzato, perciò Joker sembrò essersi rassegnato, seppure con dolore e si era trovato una compagna per lui ideale, un’altra pazza come lui, la sua ‘Arlecchina’, la dottoressa Harleen Quinzell, che poteva ricordare dai tempi dell’università, mentre lei studiava psichiatria, Pamela si impegnava in botanica.

Ora quella streghetta bionda si faceva chiamare Harley Quinn.
Ma Pamela sapeva benissimo cosa si provava ad essere innamorati, arrivare a sacrificare se stessa, il proprio orgoglio e la propria dignità per qualcuno che probabilmente non faceva che usarti; ma ora non voleva pensare al dottor Woodrue, lui non c’era più adesso, aveva avuto la fine che meritava per il suo tradimento, aveva abbracciato la morte ed era sparito con un bacio.

Il primo bacio della neonata Poison Ivy, subito dopo la morte spirituale di Pamela Lillian Isley, che non esisteva forse già più, lei non era umana, si era lasciata alle spalle tutte quelle imperfezioni e debolezze, ora era potente, imbattibile ed impenetrabile, non avrebbe mai più sofferto, non si sarebbe mai più lasciata usare, perché l’Edera velenosa era perfetta.

Sentiva il suo schiavo muoversi dentro di lei ed il piacere iniziò a salire, sempre più, cancellando ogni suo dubbio o pensiero per qualche secondo, si lasciò andare ad un grido di giubilo una volta raggiunto l’orgasmo, immediatamente seguita dall’Enigmista che però non sembrò trarne altrettanto piacere ma di questo a lei non importava, era sufficiente che fosse lì con lei e che fosse suo, nonostante tutti i problemi che le causava e tutto sempre in nome di quel desiderio, il più importante, di spazzare via l’umanità e riportare il mondo allo stato originale, dominato solo dalla natura, finché non sarebbe stata inghiottita lei stessa dalle sue amate piante.

Those tedious dances we run through,
But I’ve memorized them now.
(Queste noiose danze che continuiamo a ballare)
(Ma ricordo i passi a memoria adesso.)

A tutto questo pensava, e soffiò un bacio sul viso dell’Enigmista, incatenandolo ulteriormente a sé e cancellando quella scintilla nei suoi occhi; per quanto ancora sarebbe stato in grado di combatterla? Erano molti mesi ormai che insisteva nell’uscire dalla sua ipnosi, presto o tardi avrebbe annullato completamente questa sua volontà ed il clown che sembrava dargli tanta forza sarebbe per sempre scomparso dal suo cuore e dalla sua mente. Ci sarebbe stata solo lei e gli sarebbe bastata! Perché lei era bellissima.

**

Jonathan Crane era furibondo ma non ce l’aveva col dottore: lui aveva avuto, in fondo, tutte le ragioni per arrabbiarsi; no, ce l’aveva con se stesso.
Tutte le volte si riprometteva di non uscire di testa, eppure bastava anche solo il pensiero di Duefacce ad attraversargli la mente per mandarlo su tutte le furie; avrebbe dovuto prendere i diamanti e lasciare che Harvey ammazzasse Poison Ivy, l’eliminazione dell’inopportuna presenza dell’Edera sarebbe stata un vantaggio enorme per loro.

I quietly melt down,
And consent to you, if only just to bawl.
(Silenziosamente mi sciolgo)
(E ti consento, anche se solo di gridare.)

Invece per colpa sua avevano perso sia le – per Freeze preziosissime – pietre, che l’occasione di eliminare l’unica loro rivale attualmente ‘pericolosa’. L’uomo di ghiaccio aveva avuto ragione ad urlargli contro, quella sera lo aveva visto per la prima volta arrabbiato; si era sentito una nullità vedendolo letteralmente fiondarsi fuori dalla porta, diretto probabilmente nella stanza dove teneva custodita sua moglie, aveva preferito quello piuttosto che mettere le mani addosso al suo alleato.

La refurtiva presa agli ospiti comprendeva ben pochi diamanti e per lo più di piccola taglia, quindi a causa sua ora dovevano sbrigarsi ad agire nuovamente o il dottore sarebbe morto, la sua armatura avrebbe presto cessato di funzionare e lui non avrebbe mai potuto sopravvivere al di fuori di essa.
Non era molto la prospettiva della morte a torturare Freeze, Crane lo sapeva, piuttosto era il non poter più trovare la cura per le sindrome di McGregor e salvare la vita di Nora Fries, sua moglie.
Le loro ricerche però, ormai da molti mesi, erano ferme e non riuscivano a fare nessun passo avanti nonostante disponessero di un’intera troupe e delle più avanzate attrezzature, anche le risorse economiche non erano mai state un problema.

Spaventapasseri posò sul tavolo il tabulato che aveva in mano, non riusciva a concentrarsi quella sera, quindi si diresse fuori dal laboratorio e lasciò che le gambe lo guidassero fino alla stanza dove Nora Fries riposava nel ghiaccio, ignara di tutte le nefandezze di cui si stava macchiando suo marito pur di curarla.

Lui non era come il dottore, lui aveva scelto quella strada per il suo egoistico bene, non gli era mai interessato nulla degli altri o dei loro sentimenti, eccetto per quello della paura. Lentamente camminò fino a fermarsi davanti alla teca, trovandosi faccia a faccia col corpo congelato della donna; ogni volta che passava davanti quella camera criogenica si sentiva freddo anche lui, a sua insaputa la signora Fries era diventata l’insostenibile simbolo di un amore impossibile, di un ricordo irraggiungibile che può smuovere le montagne, del sacrificio e di molte altre cose troppo pesanti perché Crane avesse anche solo voglia di pensarci.

I call for the witness,
Present the facts right down to little things.
(Chiamo i testimoni)
(Espongo i fatti fino all’ultimo dettaglio.)

Quelle erano cose che Jonathan non aveva mai conosciuto e che avrebbe fatto di tutto per non arrivare mai ad entrarvi in confidenza… a volte odiava quella figura a malapena distinguibile nel ghiaccio perché lo faceva sempre pensare a Duefacce, a tutte le volte che lo aveva tradito macchinando alle sue spalle, che gli aveva raccontato bugie o taciuto importanti verità, lui ad Harvey non aveva mai dato neppure una briciola di se stesso ed odiava quanto questo bruciasse questa realizzazione – sopraggiunta tardi – ed il ricordo di Harvey che glielo rinfacciava.
Ma d’altronde lui e Duefacce si erano resi conto fin troppo presto che il loro rapporto non avrebbe funzionato affatto, che erano troppo diversi da Joker e Nigma, loro non riuscivano ad essere anche alleati oltre che amanti e, nell’ultimo periodo della loro storia, l’unico momento in cui si ritrovavano davvero era a letto quando, dopo una notte di sesso arrabbiato e violento, riuscivano a restare calmi l’uno tra le braccia dell’altro ma sapevano che non sarebbe mai bastato, che stavano raggiungendo una fine.

Rendendosi conto di questo, Harvey aveva tentato il tutto per tutto, lo aveva pregato, si era messo ad urlare, prendere a pugni i muri, aveva fatto promesse, pensando che loro potevano entrambi cambiare se lo avessero voluto, così lo aveva trascinato in un viaggio, loro due da soli.
Quei quindici giorni a Cayo Largo per Crane erano stati davvero stupendi e Harvey aveva dato fondo al suo conto in Svizzera per comprare lì una casa con spiaggia privata ma in fondo, non potevano pretendere di risolvere i loro problemi in quel modo, come una qualsiasi coppia normale avrebbe fatto, loro erano tutto fuorché persone normali.
Al loro ritorno si erano accorti fin troppo presto che tutti i problemi li stavano aspettando con impazienza a Gotham, non erano riusciti a risolvere proprio nulla, non sarebbero passati sopra alla loro natura così facilmente, neppure per difendere quel ‘noi’ di cui amavano ingenuamente riempirsi la bocca i primi tempi.

They say the heart is resilient, in black and white,
You swore there’d be no strings.
(Loro dicono che il cuore è elastico, in bianco e nero)
(Tu giuri che non ci sarebbe nessun legame.)

Spaventapasseri aveva ragione, se lo ripeteva di continuo e la signora Fries poteva stare nella sua teca gelida anche per sempre, esposta agli occhi degli altri come un animale raro allo zoo; perché un amore come quello che rappresentava a suo parere era come una chimera, un’utopia, fantascienza, pura invenzione dei sensi.
Eppure Jonathan restava lì, la schiena appoggiata contro il muro a fissarla negli occhi chiusi come se potesse parlargli, rivelando chissà quale segreto per raggiungere la felicità di cui lei non poteva più godere. Illusione? Freeze era davvero così affezionato e dedito a lei come stava mostrando ora, che non poteva più averla?

Tutto arrivava ad una fine, tutto. Lui e Duefacce erano finiti, il suo mondo era crollato, Batman stesso sembrava essersi chiuso in un guscio di insoddisfacente pigrizia – se fosse stato in sé, li avrebbe già sgominati tutti, ghiaccio o no – e perfino Joker e Nigma – ai suoi occhi, loro erano la coppia perfetta, non avrebbe mai creduto di veder cadere anche loro, forse il vero colpo all’amore era stato quello – ora erano finiti.

Perché? Eppure all’inizio sembrava tutto così facile, si era abituato subito al clima famigliare della loro casa, era arrivato a guardare a loro come se fossero stati in un certo senso i suoi genitori o fratelli più grandi, col loro esempio sembrava tutto così facile, veniva così naturale a Crane svegliarsi ogni mattina tra le braccia di Duefacce, scambiarsi sorrisi e passione, convincerlo nonostante i suoi continui rifiuti ad andare a trovarli, guardare Edward smanettare sul computer mentre Joker provocava Harvey, che in risposta lo minacciava di morte ogni volta e tutto questo lo divertiva!

I sneak out the back door,
But the gavel strikes
(Sguscio fuori dalla porta dul retro)
(Ma come un martello, colpisce)


Sì, lui rideva allora, non importava quanto la situazione fosse seria o dissacrante, non importava delle insicurezze né dei dubbi, riusciva ad amare Harvey con una facilità estrema quando stava vicino a Joker e Nigma perché loro, ai suoi occhi, erano la prova vivente del fatto che nulla era impossibile, che l’amore esisteva e che non c’era nulla di cui aver paura, in quel sentimento chiamato ‘amore’ non c’era nulla di spaventoso. Col loro esempio davanti agli occhi, riusciva a calmarsi quel tanto che bastava per lasciarsi andare e fidarsi di Harvey. Com’era possibile? Come poteva il rapporto tra lui e Duefacce dipendere dal loro in questo modo?

Sembravano passati secoli dall’ultima volta che si era concesso una risata…

“Tutto bene?”

La voce improvvisa dall’ombra lo spaventò e portando istintivamente la mano al petto, si voltò, trovandosi davanti la figura argentea del suo collega che lentamente avanzava nella stanza, mettendosi anche lui di fronte la camera criogenica ma senza bloccare la visuale di Jonathan, restarono in silenzio per un po’, il dottore non si aspettava davvero una risposta alla sua domanda, era ovvio che Crane non stesse bene, visto che aveva scelto di chiudersi in quella stanza da solo e lo conosceva fin troppo per pensare che si sarebbe aperto con lui, in fondo, Spaventapasseri lo sapeva, non gli interessava neppure ciò che lo stava tormentando.
Freeze sembrava una statua di ghiaccio in quel momento, immobile a guardare sua moglie, davanti a sé, ad appena pochi metri da lui eppure così irraggiungibile, doveva sembrargli una presa in giro.

“Certe cose sono inevitabili. I perché raramente servono e ci tengono inchiodati, l’ho capito io che ormai ho ben pochi sentimenti da provare, credo che farebbe bene anche a te lasciare un po’ di analisi nel cassetto.”

Lo irritava.
A non finire.
Perché Freeze improvvisamente gli stava dicendo quelle cose? Non ci riusciva, nonostante i mille tentativi di seguire ‘il cuore’ e tutte quelle scempiaggini simili, lui restava comunque ‘il dottore della mente’ e doveva controllarsi, non doveva lasciarsi andare, non dopo Harvey, l’assenza del suo ex lo aveva fatto ripiombare in quel labirinto che era la sua mente, una volta, ricordava che era proprio Duefacce a tirarlo fuori dai vicoli ciechi in cui si infilava, come se Crane fosse una trottola e lui il bambino che la fermava.
Lo aveva amato davvero e tanto, di questo ne era sicuro, nonostante tentasse spesso di convincersi del contrario.
Che bisogno aveva il suo alleato di dirgli una cosa simile, perché? Non voleva sentire quelle cose, non voleva essere costretto a rifletterci sopra, non bastava a Freeze che si fosse mostrato con lui molto più leale di quanto avesse mai fatto con Harvey? Ancora non gli era sufficiente? Sì, aveva sbagliato, ma che diavolo pretendeva da lui?!

And I can hear you cry under the sound of my footsteps.
(Ed io posso sentirti piangere sotto il suono dei miei passi.)

“Devo andare a finire un esperimento.”

Rispose semplicemente e lo lasciò solo con sua moglie, seguito dai suoi occhi gelidi, ma il dottore non tentò neppure di trattenerlo, non si sarebbe voltato; no, non stava scappando, lui non aveva paura di niente, anzi lui la dominava, la paura! Cristo, non voleva più pensare, aveva bisogno delle sue formule e dei suoi macchinari, ora voleva solo tornare nel laboratorio e sperimentare nuove applicazioni per il suo gas. Solo quello contava, lui era il signore della paura. Questo non glielo avrebbe potuto togliere nessuno e solo Spaventapasseri non lo avrebbe mai abbandonato.

**

Un cuore ormai fermo, sepolto sotto una calotta gelida, eppure quel muscolo ormai inutile si ostinava a causare ancora dolore a Mr Freeze.
In piedi davanti alla camera criogenica in cui riposava sua moglie, ripensava a lei, alla sua voce quando, con dolcezza, lo chiamava per nome.
“Victor…!”
Gli diceva con tono di avvertimento, guardandolo di sbieco ma senza mai perdere quel sorriso dolcissimo e furbo che lui adorava tanto.

Pensava a lei di continuo, qualsiasi cosa facesse era per lei, anche quelle che non avrebbe mai approvato, che neppure lui avrebbe mai accettato in passato ed a volte pensava che se – no non ‘se’ ma quando – fosse guarita, lei non lo avrebbe certamente più voluto, non avrebbe mai amato il mostro che era diventato.
Abbassò lo sguardo sul pavimento, si allontanò a passi lenti, seguendo il tragitto che aveva fatto Crane appena qualche minuto prima, non riusciva a pensare molto bene quella sera, neppure nella pace che gli dava la presenza silenziosa di Nora.

Crane riusciva a diventare un’idiota quando si arrivava a Duefacce ma nonostante questa sua pericolosa debolezza, Freeze non riusciva a liberarsi di lui e non perché gli fosse poi così indispensabile.

Certo era utile ma non sempre quel gioco valeva la candela come gli aveva ampiamente dimostrato la sera precedente.
This time there will be no long goodbye.
(Stavolta non ci sarà nessun lungo addio.)

L’assurda verità era che lui riusciva a rispecchiarsi nello Spaventapasseri, per certi versi, gli ricordava molto - forse troppo - se stesso, quindi poteva capire molto bene i sentimenti dell’ex psichiatra, probabilmente meglio di quanto egli stesso sarebbe mai in grado di fare, perché l’amore rende inevitabilmente ciechi e sordi e Jonathan non riusciva a capire che, la passione con cui lui e Duefacce si odiavano, non poteva essere altro che amore.

Tutto questo però non andava assolutamente bene per i loro piani, non poteva perdonare Crane per ciò che aveva fatto, era praticamente colpa sua se quella rapina era risultata un totale fiasco; aveva ingaggiato una lotta con Batman, esaurendo quasi completamente la sua energia solo perché fiducioso che del resto si sarebbe occupato Spaventapasseri e la sua delusione era stata totale quando invece lo aveva trovato impegnato nel tentativo di far fuori l’idiota del suo ex.

Freeze portava per Duefacce quel tanto di rispetto che poteva meritare un avversario della sua imponenza, lo ammirava per la battaglia che riusciva a sostenere nonostante non disponesse di particolari mezzi o poteri come i suoi, ma ciò non toglieva che il suo scarso autocontrollo lo collocava, nella sua ottica, più al livello di un animale, che di una persona e non capiva come avesse fatto Spaventapasseri a sceglierlo come suo compagno e restargli vicino per oltre un anno.

As I stare through you and I stand quite still
(Mentre ti guardo e resto in piedi, fermo)

Quando Crane lo guardava, aveva sempre gli occhi pieni di una vera e propria adorazione nei suoi confronti, cosa che era sempre rimasta invariata dai tempi dell’università senza cambiare neanche dopo il loro ultimo incontro appena pochi mesi fa, quando Freeze era tornato ad approcciarlo appena dopo il suo fiasco con Duefacce; lo psichiatra lo aveva riconosciuto immediatamente nonostante il ghiaccio che lo invadeva dentro e fuori, sul suo viso c’erano diversi lividi ed il suo braccio destro era rotto, non ci voleva un genio per capire che era tutta opera di Dent.

And a alarm sounds just up the road
(Ed un allarme suona, giusto in fondo alla strada.)

Non aveva accettato subito di allearsi con lui, evidentemente in preda ad una più che totale sfiducia nei confronti del prossimo ma alla fine lo ricontattò con una – seppure all’inizio poco convinta – risposta affermativa ed era arrivato a stimarlo in modo quasi reverenziale quando aveva appreso che Freeze non provava più nessun sentimento, una cosa che, per quanto ci provasse, Crane non avrebbe mai potuto emulare.

I can tell you’d like come sympathy
(Capisco che ti piacerebbe un po’ di comprensione)

Lui non provava nulla, non poteva affezionarsi a nessuno, tantomeno a Crane; no, non si trattava di quello perché anche volendo, non sarebbe riuscito sentire, non lui, non l’uomo di ghiaccio, non il criminale insensibile che era diventato, ma era curioso, avrebbe voluto sapere come sarebbe andata a finire tutta quella storia e forse era inevitabile che un giorno lui e Duefacce sarebbero arrivati a risolvere questa stupida lotta con loro stessi, che li spingeva irrimediabilmente verso la morte che però, non necessariamente era l’unica soluzione possibile.

But I can’t fix you and you don’t want me
(Ma io non posso aggiustarti e tu non mi vuoi)

Aspettava e intanto decideva cosa fare di Jonathan, non poteva più rischiare di portarselo appresso ora che Duefacce era entrato nelle danze, non poteva permettere un altro colossale fiasco come quello della sera precedente, gli avrebbe chiesto di restare indietro, continuando i suoi studi nel laboratorio, l’unico posto ormai in cui si sentisse al sicuro in mezzo a tutte quelle macchine fredde ed inanimate.

**

Batman si era sempre sentito a suo agio nella batcaverna, luogo oscuro vuoto, umido e dal sapore antico, pareva racchiudere splendori ormai passati ed irraggiungibili, proprio come il suo cuore; poteva lavorare bene lì, riuscendo il più delle volte a non pensare a nulla e grazie a Dio, questa era una di quelle.

Aveva appena finito di catalogare le misteriosa figura incontrata la sera precedente, la donna gatto che si era impossessata della refurtiva abbandonata da Ivy e Freeze, facendogli letteralmente fare la figura del cretino.
Improvvisamente si ritrovò a pensare.

All’inizio, a quando tutto era molto più facile ed i folli a Gotham non erano poi così tanti, né altrettanto pericolosi; ripensò a Crane, a Duefacce – l’ormai deambulante tomba di Harvey Dent – che era stato l’unica vera speranza di Gotham, il suo più grande fallimento… gli tornò in mente Joker, quanto lo aveva odiato e quanto alla fine fosse invece arrivato ad amarlo, completamente e stupidamente.
Il suo sorriso di Glasgow era ancora una volta tornato a tormentarlo, il clown era sparito, perso nella grandi strade illuminate di Metropolis, dove lui non poteva arrivare, dov’era il territorio di Superman e del suo avversario, Lex Luthor.

How can I trust you? How could you need me now?
(Come posso crederti? Come puoi aver bisogno di me adesso?)

Cristo, cosa gli era rimasto? Come poteva non sentirsi piccolo di fronte a tutto questo? Ai suoi sentimenti, allo sfacelo che stava invadendo Gotham, avanzando come una nuvola di pestilenza, come ghiaccio, come una giungla incolta e pericolosa, tutto stava diventando sempre più buio e lui da tempo non riusciva più a sentirsi il signore della notte. Allora Bruce Wayne si voltò, come sempre verso il costume vuoto dell’uomo pipistrello; sapeva che non poteva lasciarsi andare, che comunque era destinato a restare per sempre un’ombra e nulla più, solitaria, misteriosa e violenta.

Neppure il ricordo di Joker riusciva ad aiutarlo in momenti come quelli, aveva dimenticato tutto ciò che il clown gli aveva lasciato, gli pareva quasi di stare mancando di rispetto ai loro sentimenti – seppure impossibili, erano sinceri – ed a tutto ciò che avevano rappresentato l’uno per l’altro.

Come se non bastasse aveva avuto la sua ennesima lite con Nightwing; il piccolo Dick era cresciuto e, come spesso accade, in un modo che Bruce non avrebbe mai immaginato, a partire dalla sua collaborazione coi Titans – di cui poi era diventato il leader –, un gruppo di sedicenti eroi, che si vantano di poter far meglio della JLA, ma che - solamente - impegnavano il proprio tempo nel risolvere vicende personali.

Bruce faticava a credere che quegli ‘eroi’ avessero degli ideali o regole etiche ben definite e si domandava se ora le cose sarebbero state diverse, fosse lui stato in grado di capire, di essere per Dick la figura paterna di cui sembrava aver avuto – e sentire ancora – un disperato bisogno. Era davvero tutta colpa sua, allora.

La caduta libera – che ancora andava avanti – di Dick, la comparsa a Gotham di tutti questi nuovi bagagli di follie, quegli ‘scherzi della natura’, come ormai venivano definiti da tutti… per lui era impossibile offrire alla città un simbolo che potesse essere davvero di esempio, la città aveva bisogno di qualcosa che il vigilante oscuro non poteva diventare, era un posto che Batman non meritava neppure, che non sarebbe mai riuscito ad occupare.

It’s getting to be so cold, old.
(Sta per diventare così freddo, vecchio.)

L’uomo pipistrello era solo un palliativo, un vuoto placebo, lui non avrebbe mai potuto essere ciò che, seppur per breve tempo, era stato Harvey Dent nella sua fulgida lotta, solo contro tutti, contro il male. Dent era una supernova, mentre lui non era altro che un buco nero che risucchiava nella sua spirale oscura ogni cosa gli si avvicinasse quanto bastava e l’esempio vivente di ciò era proprio Nightwing.

Ed ora, Batman non riusciva più a sentire, dentro di sé, la speranza che…
Che esista davvero l’amore, che davvero la giustizia possa trionfare, che non sarebbe mai arrivato il giorno in cui davvero sarebbe finito tutto.
Gotham era sull’orlo dell’abisso.

**

Harvey Dent era addirittura troppo stanco per essere furioso come dovrebbe, come non riusciva a non essere da due anni, ormai.
Quella era stata la prima volta in cui si fosse mai trovato davanti a Mr Freeze, gli era arrivato così vicino e non poteva credere di aver davvero. Avuto. Paura.
Aveva capito solo in quel momento perché Crane avesse scelto lui come alleato, cosa avesse visto, cosa lo avesse incantato di quell’uomo di ghiaccio ovvero la sua potenza e carisma sconfinati.

Quando il bicchiere si spaccò improvvisamente nella sua mano, senza che si fosse neppure accorto di stare stringendolo, Harvey sembrò risvegliarsi da quel torpore che lo aveva invaso da quando si era risvegliato, dopo che i suoi uomini lo avevano portato in salvo, svenuto, da quel maledetto party.
Ora la rabbia era tornata, di nuovo, sua compagna fedele e sentì i denti stridere mentre fissava la sua stessa mano ora coperta di sangue.

The decision is here that I won’t break
(La decisione è presa ed io non mi tirerò indietro)

“Che stronzo!”

Parole senza una vittima, come una pallottola sparata nel buio o verso il cielo, avrebbe potuto centrare se stesso o Crane o Mr Freeze indifferentemente.

Crane, perché nonostante tutto il loro impegno adesso sembrava riuscire a fare con l’uomo di ghiaccio tutto ciò di cui con lui non era stato capace: essere fedele.
Freeze, perché era riuscito a conquistarlo e tenerselo senza fare praticamente nulla, senza il minimo sforzo, senza meritarlo, senza forse neppure accorgersene.
Ed infine lui stesso, Harvey Duefacce, lo stronzo per eccellenza che ancora adesso, nonostante tutta la furia omicida che lo invadeva, non riusciva a distruggere definitivamente l’amore che provava per Jonathan e si sarebbe preso a pugni da solo per questo.

And you cut, ancd you run
With our lives at stake.
(E tu ci dai un taglio e tu scappi)
(Con le nostre vite in gioco.)

Era ancora incatenato da questo sentimento, da quelle sensazioni che gli amplificavano tutto, che gli facevano vedere rosso, perché continuava ad infuriarsi, a scalciare ed isterizzare, eppure non serviva a nulla perché quella mente – fragile nonostante le apparenze – e quel corpo piatto e goffo lo tormentavano ancora, giorno e notte ed ogni scusa era buona per prendere a pugni i muri, per ammazzare qualcuno a calci, per urlare, per rompere gli specchi, e sbam!

Well, someone might get hurt and it won’t be me.
(Bene, qualcuno potrebbe farsi male e non sarò io.)

L’ennesima crepa si aprì, sottile, camminando lungo il muro per qualche centimetro, fece tremare il fuoco nel camino per un secondo, fece rovesciare il vino e Duefacce sentiva che non. Poteva. Farci. Niente.

“Quanta forza, se solo sapessi dove indirizzarla.”

Una voce di donna attirò la sua attenzione su un corpo vestito di pelle, su una maschera a coprire un viso delicato ma sicuro, quella vista non fece che farlo incazzare ancora di più ma si ricompose, raddrizzò la schiena e mascherò l’ira per quel tanto che bastava da permettergli di scoprire cosa volesse quest’altra folle.

“Chi ti ha fatta entrare?”

Chiese, purtroppo conscio che solo nel suo occhio sano la furia fosse impossibile da celare – come solo le sue spalle mostravano quanto si stava divertendo mentre rideva – e che se la donna fosse stata una brava osservatrice, avrebbe indovinato in un attimo.

“Io entro dove voglio, signor Dent.”
“Attenta ragazza, potresti lasciarci lo zampino, stavolta.”
“Miaou…”

**

Catwoman  sembrava offesa dalle risposte scorbutiche e minacciose di Duefacce, quello che probabilmente sarebbe stato il criminale più potente e pericoloso di tutta Gotham City se non fossero improvvisamente esplose le potenze sovrannaturali dell’Edera e del signore dei ghiacci.

Catwoman non era tipa da tirarsi indietro di fronte ad una battaglia di forze di volontà.
Non più almeno, non da quando finalmente Selina aveva tirato le cuoia cedendo il suo posto alla meraviglia felina che ora stava di fronte ad Harvey Dent.
La donna gatto non cedeva terreno, non arretrava mai di un passo, lei credeva in se stessa perché si era trasformata in una persona nuova.

“Peccato. Io volevo solo aiutare.”
“Aiutare?”

The decision is in there will be no fight
(La decisione è presa e non ci sarà nessuna lotta)

Il sorriso di Catwoman era qualcosa di straorinario, carico di fascino e malizia, ovviamente entrambi sprecati da usare su un tipo come Duefacce e lei lo sapeva, lo aveva capito dal primo momento che aveva posato gli occhi su quella furia resa in forma umana ed era esattamente per questo che aveva scelto di parlare proprio con lui.

Lei era bella di una bellezza del tutto differente da quella di Ivy, era un fascino più maturo, felino ed imbevuto di quel qualcosa di indefinito ma inarrestabile, indipendente e vivo.
Non era assolutamente paragonabile alla bellezza di un fiore. Lei era lei. Selina, risorta dalle sue ceneri ora era solo se stessa e solo per se stessa.

It might sound cold but I know it’s right.
(Potrebbe suonare freddo ma so che è giusto.)

“Io ho un piano, Harvey Duefacce. Ho denaro ed ho bisogno del tuo aiuto! Non possiamo lasciare che quei due, con un potere impossibile da definire umano abbiano la meglio. Non vorrai mica essere soppiantato da quella Ivy o peggio… da Freeze?”

‘cause someone must get hurt and it won’t be me.
(Perché qualcuno dovrà restare ferito e non sarò io.)


  
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