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Autore: _Trixie_    07/12/2020    5 recensioni
Ci sono storie che accadono a Natale e che sembrano essere state scritte dal destino in persona: il camino scoppiettante in una fredda sera di dicembre, il vischio appeso proprio sopra le loro due teste, la neve che cade al momento giusto...
E poi ci sono storie in cui il destino non sembra azzeccarci poi più di tanto e la colpa di tutto quanto non può che ricadere su una madre iperprotettiva e impicciona, un padre rassegnato all'inevitabile, una regina con un urgente bisogno di un'altra mela avvelenata e un'eroina che quella mela avvelenata la morderebbe volontariamente pur di sfuggire a tutto quanto.
O, forse, a volte il destino ha l'aspetto di un piccolo bambino che nella magia del Natale ci crede davvero.
[Calendario dell'avvento SQ, sì, pure questo dicembre ve lo sorbite
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- 7 -
 
 
 
 
My heart skipped and I reacted
Can't believe that this is happening
- You make it feel like Christmas, Gwen Stefani
 

 
«Ehi, Regina?»
«Sì, Emma?»
Lo sceriffo deglutì. Era seduta sul tappeto del salotto, a gambe incrociate, con le carte in mano, all’improvviso dimentica di quello che voleva chiedere al sindaco, che ora la stava osservando da sopra gli occhiali da vista, avendo interrotto la lettura di quello che sicuramente era un noiosissimo documento di lavoro.
«Emma?» la chiamò di nuovo Regina, riscuotendo l’altra dai suoi pensieri. Sul serio, il sindaco non ricordava che lo sceriffo avesse una soglia di attenzione tanto bassa.
Anche Snow e David, seduti sull’altro divano con Henry in mezzo, alzarono gli occhi dal cruciverba che stavano completando tutti insieme per osservare Emma e Regina. Lo sceriffo avvampò, sentendosi all’improvviso al centro dell’attenzione.
«Sì!» fece Emma, scuotendo la testa. «No, voglio dire, sì, cioè, ecco… Ti va di giocare a carte?»
Regina rimase in silenzio per qualche secondo, osservando Emma, prima di rispondere. «Perderesti».
«Non puoi saperlo!» esclamò subito Emma, ripresasi così del tutto dallo stupore in cui era caduta – di nuovo – per la bellezza di Regina.
«Certo che posso saperlo» rispose il sindaco, tornando ad abbassare gli occhi sui suoi documenti.
«Dai, mamma! Voglio giocare anche io!» si intromise Henry, scivolando dal divano al tappeto.
«Visto? Il ragazzino vuole che giochi» fece Emma, stringendosi nelle spalle e iniziando già a mischiare le carte.
Regina stirò le labbra in una linea sottile, poi mise da parte i documenti e si spostò dal divano al tappeto, portando con sé un gran cuscino su cui si sedette con grazia. Tenne gli occhiali, però. Il che, Emma lo sapeva, diminuivano ancora di più le sue possibilità di vittoria.
«Giocate anche voi?» domandò allora Henry ai suoi nonni, i quali annuirono dopo essersi scambiati uno sguardo d’intesa.
Emma attese che i suoi genitori si sistemassero intorno al tavolino, poi, distribuì le carte.
 
 
*
 
 
Il sole stava ormai tramontando, Henry e David erano di nuovo usciti a passeggiare nel bosco, mentre Snow aveva deciso di concedersi un lungo bagno caldo. Avevano giocato per ore, ma sedute al tavolino ormai erano rimaste solo lo sceriffo e il sindaco e Emma non era ancora riuscita a vincere una partita, mentre Regina aveva perso raramente e in quei casi a vincere erano stati Snow o, più spesso, Henry. Il che aveva confermato, secondo Emma, la teoria di David, in base alla quale Regina aveva un trucco tutto suo, che aveva insegnato a Snow e poi a Henry.
E Emma era decisa a scoprire quale fosse. Osservava Regina con attenzione, soprattutto le mani, mentre il sindaco mischiava le carte per assicurarsi che non barasse. E il problema era proprio questo, che Emma era sicura che Regina non barasse. Perciò, lo sceriffo non aveva proprio idea di come Regina potesse vincere sempre.
«Ultima partita, Emma» annunciò Regina, iniziando a distribuire le carte.
«Capirò come fai».
Regina sorrise solo con un lato della bocca, divertita. «Non lo capirai mai».
«Vedremo» annunciò Emma, allungando la mano per prendere le proprie carte. Ma Regina non aveva finito di distribuirle e così le dita di Emma accarezzarono quelle di Regina. Si guardarono, un calore improvviso in entrambe, le fiamme del camino guizzarono all’improvviso e fuori, anche se nessuna delle due se ne accorse, iniziò a nevicare.
«Sc-Scusa» balbettò Emma, ritirando immediatamente la mano.
Regina si limitò a scuotere la testa. Si schiarì la gola. «Tocca a te» disse, evitando lo sguardo di Emma.
Giocarono in silenzio, attente a non guardarsi.
E a non sfiorarsi.
 
 
*
 
 
«Ho vinto! Ho vinto, ho vinto, ho vinto!» urlò Emma, incredula, alzandosi da terra e iniziando a correre per l’intera casa.
«Non ci posso credere, ho vinto!»
«Un colpo di fortuna, Emma. Solo un colpo di fortuna» rispose Regina, pacatamente, le guance rosse.
«E tu hai perso! Ah! E sai chi ha vinto? Sì, esatto, proprio io!» fece Emma, in piedi sul divano, indicandosi con entrambi i pollici. «Emma Swan, la Salvatrice, prodotto del Vero Amore, ma soprattutto la prima persona al mondo a battere Regina Mills a carte!»
«È successo una sola volta, Emma!» esclamò Regina.
«Ma è successo!» fece Emma, saltando giù dal divano e improvvisando un balletto davanti al camino tanto ridicolo che Regina provò imbarazzo al posto dello sceriffo.
«Avremo fatto centinai di partite, per la legge dei grandi numeri-»
«Blah, blah, blah. Sento solo scuse, Regina. Solo scuse. Ma sai? Va bene così, perché non bastano a coprire le fanfare che suonano in mio onore annunciando la mia vittoria».
Regina, ancora seduta sul cuscino a terra, non poté fare a meno di ridere.
«Voglio che venga scolpito sulla mia lapide! Ricordatelo! “Qui giace Emma Swan, colei che, sola, sconfisse Regina a carte”»
«Emma, non dire sciocchezze».
«Ma non dico sciocchezze! Mai stata più seria di così».
«Sei solo stata fortunata!»
«Continua pure a mentirti, se ti fa dormire la notte».
«Sei tu che non mi fai dormire la notte» l’accusò Regina.
«Ancora con questa storia! Ti ho già spiegato che-»
«Ma se ci credi davvero, che non è stata mera fortuna, allora su, forza, facciamo un’altra partita!» propose Regina, che stava già iniziando a mischiare le carte del mazzo.
«Ah, no, no. Paganini non ripete».
«Paganini non ripeteva perché sapeva di non poter ripetere!» fece Regina.
E mentre bisticciavano, davanti al fuoco, né Emma né Regina si accorsero di Snow che, attirata dalle urla di sua figlia, le osservava, interrogativa, da lontano.
 
 
 
 
NdA
Buon giorno e buon inizio settimana!
Solo una piccola precisazione: quando Emma dice colei che, sola, sconfisse Regina a carte, l’eco, voluta, proviene dalla sigla di Xena.
La canzone di oggi è You make it feel like Christmas,
 Gwen Stefani.
Grazie per aver letto,
a domani,
T. <3
   
 
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