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Autore: Victoria73    11/12/2020    2 recensioni
Isabella e Edward non si conoscono, ma hanno bisogno l'uno dell'altro: i loro affari potrebbero risollevarsi solo con un accordo speciale.
Appena decidono di metterlo in atto , Edward si chiede come farà a vivere ogni giorno con quella donna senza sedurla.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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capitolo13
Ciao a tutti so che e passato un po da quando ho postato ma nn e stato un anno facile per me con i problemi di
salute che ho ho iniziato a scrivere questo capitolo mentre ero in ospedale per fare pasare i gironi
adesso sono a casa ma nn e facile andare avanti ho sempre controli da fare ma va bene cosi
non voglio annoiarvi con la mai storia.
Dobbiamo superare anche questo periodo di questo virus percio restate a casa e seguite sempre le regole
cosi solo so tornera alla normalita.
adesso vi lascio leggere il capitolo nuovo spero vi piace e scusate se ci sarano errori accetero qualsiasi critica.








Capitolo 13
Isabella  era andata via da Edward e si era rifuggiata alla casa famiglia, la sua camera si trovava
al primo piano e le finestre davano sulla strada, era pulita e piccola e non c'era niente che le ricorda Edward.
Daphne si soprese quando la vide arrivare con la valigia, voleva fargli qualche domanda ma non lo fece
dopo che si accorse che aveva pianto, l' accompagno in camera.
Isabella le fu gratta di non averle  fatto domande, adesso di come stava non era in grado di dare spiegazioni
a nessuno proprio perchè lei stessa non sapeva cosa stava succedendo.
Aveva bisogno di  stare sola e sdraiarsi un po  e pensare a cosa  stava succedendo con suo marito, grazie a Dio non 
aveva detto a Edward della Renèe Haus.
Più in la avrebbe dovuto prendere una decisione per lei e per il bambino , ma per il momento
li si sentiva al sicuro, non aveva voglia di uscire dalla stanza  nemeno per dare una mano ne
per cucinare, o preparare il tavolo ho chiachierare un pò con gli altri ospiti della casa famiglia,
aveva bisogno di restare sola a recuperare un pò di sonno.
Ma senti una risata dal corridoio era Valentina Weber, quando era arrivata l'aveva vista giocare sul
pianerottolo a vestire e svestire la sua collezione di Barbie.
Parlava con loro le sgridava le coccolava e gli dava anche la sua voce era un chiacchierio che non dava fastidio.
Isabella sorrise tra sè avrebbe avuto un bambino, o una bambina?
Si le sarebbe piaciuto avere una bambina, e se fosse stato un maschio?
Suo figlio sarebbe stato come suo padre, alto, forte e bellissimo, e avrebbe conquistato il cuore di molte ragazze,
come aveva fatto suo nonno, avrebbe spezzato il cuore a qualche ragazza come aveva fatto suo padre con lei.
Isabella penso che c'erano troppi cuori spezzati, perchè in quel momento ci doveva essere anche il suo?
Era arrivata l'estate all' improvviso negli ultimi giorni il caldo era insopportabile e la città si era trasformata in un forno,
tutte le persone stavano preparando armi e bagagli per sfuggire dal caldo infernale, della città per trovare un pò di refrigerio vicino le spiagge della costa, e un posto vicino l'acqua.
Le strade erano deserte nessuno si sarebbe mai avventurato in quelle strade infernali.
Daphne propose di passare una giornata in spiaggia con quel caldo, ma Angela rifiutò perchè non stava bene
e Valentina senza sua madre non voleva andare.
Isabella rifiuto perchè ancora non si sentiva di stare in mezzo alla gente si sentiva ancora troppo confusa
da cosa le stava succedendo.
La casa famiglia era cosi sileziosa, si sentiva solo la voce di Valentina che giocava con le
sue Barbie sul pianerottolo, sua madre era andata in stanza a sdraiarsi un pò
sperava riuscise a riposare un pò, invece Isabella era sul divano nella stanza comune, a
leggere un libro aveva le tende tirate e il clima accesso per fare rifrescare la stanza.
Ad un tratto Isabella senti uno strano rumore come di vetri rotti, subito dopo senti Valentina
gridare e uno strano odore di brucciato.
Oh Dio Valentina!
Isabella si  alzo di scatto dal divano e corse verso le scale dove aveva sentito Valentina
gridare nel tentativo di raggiungerla, ma era in possibile chi  aveva gettato qualunque cosa all'interno della
casa aveva già provocato molto fumo e anche delle fiamme che avevano avvolto le scale.
Inizio a suonare l'arme anti-incendio diverse volte.
Angela arrivo di corsa dalla stanza dove era a riposare, provo a raggiungere la figlia ma non poteva perchè le scale
erano piene di fumo,inizio a disperarsi.
-Che cosa succede?-
Chiese Angela a Isabella e nel frattempo si senti  gridare di nuovo Valentina,
Angela alzo lo sguardo verso la figlia.
-Oh Dio mio.-
Angela voleva raggiungere la figlia a tutti i costi provo di nuovo a salire le scale ma era troppo tardi le fiamme le avevano avvolte, Isabella la fermo per un braccio e gli disse.
-Non possiamo salire vai fuori e chiama i vigili del fuoco.-
-Valentina.-
Angela continuava a chiamare la figlia cercando di salire ma Isabella la fermo di nuovo e gli grido.
-Vai a chiamare i vigili!-
E la spinse verso la porta e lei finalmente obbedi.
Valentina inizio a piangere ma Angela non poteva sentirla era gia  fuori, le scale erano infiamme e Isabella non poteva
raggiungerla e nemmeno la piccola poteva scendere , ormai tutte le stanze erano in pericolo.
Isabella cerco di chiamare Valentina ma ormai aveva la gola intrissa di fumo ma lei sperava che la bimba la sentisse.
-Vai nella tua camera, e chiudi la porta, vedrai che fra poco arriverano i vigili del fuoco.-
Nemmeno Isabella lo sperava che arrivassero presto usci di corsa fuori tossendo, alzo gli occhi dove c'era la comera di Valentina ma non vide nessun movimento, e non sentiva nemmeno sirene in arrivo e penso che fine avevano fatto
i vigili del fuoco?
Ma dove erano finiti tutti quando c'era bisogno di aiuto.
Isabella  doveva fare qualcosa in fretta, si direse nel giardino dietro la casa dove
sperava di trovare qualcosa che la potese aiutare, infatti trovo una vecchia scala di legno  era un po danegiata ma le sempro abbastanza solida da sostenere il suo peso.
Con tutta la forza che aveva la solevo e la appoggio al muro della casa sotto le finestre della camera dove si trovava valentina,
cosi lei poteva salire e guardare dentro come era la situazione nella stanza,
sistemo la scala il più stabile possibile.
Isabella si guardò in giro ma non  si sentivano  sirene, cosi prese una decisione che doveva salire,
prese un bel respiro e inizio a salire, mentre saliva guardo verso le finestre e vide che iniziava a uscire del fumo,
da sotto le finestre, non aveva scelta doveva continuare a salire.
Isabella cerco di  non guardare giù che non era cosi alto in fondo, arrivo fino al davanzale della finestra, si
alzo su le mani per poter guardare dentro la stanza attraverso le finestre, fortunatamente c'era una fessura tra le tende che le permise di guardare dentro, e si accorse che da sotto la porta iniziava ad entrare del fumo.
Ti prego signore, fa che Valentina sia al sicuro.
Con gli occhi guardo dentro la stanza e vide una scarpa e una gamba, di Valentina si era nascosta sotto il letto,
era terrorizzata, da cosa stava succedendo dietro la porta.
-Valentina-la chiamo Isabella attraverso la finestra ma la bimba si spaventò sempre di più, nel frattempo
il fuoco iniziava entrare da sotto la porta e da un momento all' altro poteva invadere la stanza.
Isabella sapeva benissimo che non si doveva entrare in un edificio in fiamme,
che solo una piccola corente d'aria avrebbe fatto divampare di più le fiamme ma doveva
fare qualcosa c'era in gioco la vita di una bambina, se ci  fosse stata sua figlia
li dentro avrebbe sperato che qualcuno la salvase.
Finalmente i vicini iniziarono a uscire dalle casa per capire cosa stava succedendo, e iniziarono
a riempire secchi d'acqua nel tentativo di fermare l'incendio prima che arrivase anche nelle loro casa,
ancora non si sentivano le sirene dei soccorsi.
Isabella non poteva aspettare i soccorsi doveva correre qualche rischio si guardò in torno se c'era qualcosa con cui poteva rombere il vetro della finestra ma niente, allora penso alle scarpe alzo una gamba e se ne  tolse una e
inizio a battere il tacco sul vetro fino che si frantumo, entro la mano per arrivare alla chiusura della finestra e
finalmente riusci ad aprire con una spinta verso il pomello, spinse con tutta la forza e riusci ad aprire la finestra,
fu investita da un ondata di fumo.
-Valentina!-
urlo cercando di non soffocare dal troppo fumo.
-Stai giù ora vengo a prenderti.-
Isabella sali sul davanzale con tutte le sue forze e tiro le tende, si strapparono subito lei penso che ci avrebbe voluto di più
di tempo invece cedettero subito, meglio cosi sarebbero servite a coprire le scheggie di vetro che c'erano per terra.
nel frattempo Isabella senti arrivare in lontananza le sirene finalmente, e penso se doveva
aspettare i soccorsi o entrare,  ma vedeva che fumo e  fuoco iniziava ad entrare da sotto la porta doveva fare in fretta,
non c'era tempo di aspettare i soccorsi.
Cosi con un sforzò, Isabella entrò dentro la stanza, anche a rischio della sua stessa vita.
Si aiuto con le braccia che appoggio sul davanzale della finestra e si lascio cadere dentro sopra le
tende che coprivono i vetri della finestra, ma senti qualcosa e capi che si era ferita ad una gamba ma non aveva il tempo
di guardare, anche perchè il fumo gli impediva di vedere.
Inizio a strisciare a testa bassa verso la direzione dove si trovava nascosta Valentina.
Inizio a chiamarla per farla tranquillizzarla, ma non ebbe risposta,
    Isabella batte contro qualcosa era il letto dove era nascosta
la bimba, inizio a tastare sotto, finche non tocco una gamba della bimba e cerco di tirarla verso di sè
 mentre continuava a chiamarla.
-Valentina!-
Ma non ebbe risposta le presse il panico, erano passati solo pochi secondi da quando l'aveva vista
muoversi, non poteva essere morta, la tirò verso di lei con tutta la forza a costo di farle male, nel
frattempo vedeva che da sotto la porta il fuoco si avvicinava sempre di più penso che la bambina era leggera,
cosi la trascinò fuori da sotto il letto e la presse in braccio, la testa si rovescio indietro senza vita.
Isabella  non aveva tempo di controllare dovevano uscire di la guardo da dove era venuta,
tutto ormai era nero dal fumo e cenere, con la bambina in braccio non poteva strisciare a terra,
e doveva trovare la finestra dov' era entrata per salvasi da quell'inferno.
Isabella  doveva uscire da li non solo per lei ho per la bambina che stava
salvando ma anche per il figlio che aveva in grembo,
penso a Edward con un ultimo brandello di lucidità.
Edward mi dispiace tanto.


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