Ad
Harm non piaceva l’idea di partire senza di Mac, ma pensandoci su, aveva dovuto
darle ragione. In effetti, la sua partenza era imminente e a Washington c’erano
ancora un sacco di cose da sistemare.
Consegnò il biglietto all’hostess e si avviò verso il suo posto su l’aereo che
l’avrebbe portato a Londra, alla sua nuova vita.
Si sistemò sul sedile, guardò fuori del finestrino e gli parve di scorgere Mac
sulla terrazza dell’aeroporto.
“Solo una settimana” le aveva concesso prima di lasciarla. Sarah lo aveva
baciato e sorriso sulle labbra. “anche perché oltre non potrei vivere lontano
da te” gli confermò Mac stringendosi forte a lui.
Il
viaggio era lungo e si mise comodo,per modo di dire,visto che lo spazio tra i
sedili ogni anno pareva accorciarsi per fa posto a più passeggeri e aumentare i
margini di guadagno alle compagnie aeree che piangono continuamente miseria!
Chiuse gli occhi e pensò a Mac: la rivide col musetto serio e seccato mentre
lui stringeva la sua mano al loro primo e già difficile incontro.
Poi la loro avventura a caccia dello zio Frank.In quell'occasione aveva scoperto
cose su di lei che l'avevano lasciato smarrito e confuso...poi aveva fatto
l'abitudine alle scoperte.
-Signore? scusi,signore, posso sedermi vicino a lei? ho ceduto il mio posto ad
una bambina per farla sedere accanto alla mamma...ma ero in uno di quegli
orribili posti centrali...-
-Prego..-rispose Harm scuotendosi dal torpore.
Il
momento decisivo era arrivato.
Il generale aveva convocato Mac in tarda mattinata lasciandole detto che era
una questione molto importante.
Non aveva detto niente ad Harm per non turbarlo, già l’idea di partire da solo
non gli era andato giù ma era riuscita a convincerlo promettendogli che
l’avrebbe raggiunto a Londra entro una settimana. Londra e la sua nuova vita.
Una leggera ansia s’insinuò dentro di lei.
Sarah si calmò a quel dolce pensiero.
A breve sarebbe diventata la “Signora Rabb”.
Un sogno rincorso per nove lunghissimi anni e che ora stava per diventare
realtà.
Un'improvvisa
turbolenza fece scivolare dalle mani il bicchiere di caffè che la donna seduta
vicino a lui stava sorseggiando. Sulla candida divisa bianca adesso campeggiava
in bella evidenza macchia marrone.
“Bel colpo” pensò imprecando mentalmente
“bel modo di presentarsi ai nuovi
colleghi e sottoposti. Impataccato! Non farò neppure in tempo a passare in albergo
a cambiarmi”
“Mi scusi, mi scusi tanto sono mortificata” disse la donna.
“Non si preoccupi, poco male… non è colpa sua se
abbiamo trovato turbolenza” disse mascherando il suo reale stato d’animo.
Poi gli venne in mente che Mac l’aveva convinto a mettere una divisa di
ricambio nel bagaglio a mano. “Non si sa mai, dovessero perderti le valige …”
Il suo umore migliorò immediatamente, non solo e non tanto all’idea della
divisa pulita a disposizione, quanto perché il suo pensiero era tornato a lei.
Perfino da lontano riusciva a prendersi cura di lui. Era strano pensare che non
era più solo, che c’era qualcuno che pensava a lui anche nei piccoli aspetti della vita quotidiana, strano
ma piacevole. Mentre si dirigeva al bagno per cambiarsi, fu pervaso da un dolce
calore e un sorriso si dipinse sulle sue labbra. Per fortuna una settimana
passa in fretta, Mac gli mancava già.
-Ma lei è un
uomo pieno di risorse...capitano?-esclamò la ragazza indicando con il dito i
gradi di Harm.
-Aspetti..lei ha ..non ha una moglie, perché non vedo nessun anello, ha una
madre superefficiente e vive ancora con lei, ma guardandola non si direbbe, oppure
ha una fidanzata che pensa a tutto...nessun uomo avrebbe un ricambio pronto in
una simile circostanza..ma ha già lavato la macchia-aggiunse indicando la
giacca con il lembo bagnato-allora vive da solo!!!-concluse trionfante.
-Psichiatra anche lei?-sospirò Rabb.
-Noo!sono l'addetta stampa dell'onorevole Randall J.Brewer, piacere Jessica
Williams.- Gli porse la mano con entusiasmo.
-Capitano Harmon Rabb jr!- Ricambiò
un po' freddino.
La ragazza era sulla trentina, aveva strepitosi capelli rossi a stento
trattenuti da uno chignon,occhi trasparenti come l'acqua di un baia dei tropici
e un'aria molto pericolosa.
-
Generale il Colonnello Mackenzie è arrivata.- Gli riferì Jennifer
all’interfono.
- Falla passare e venga anche lei Coats.-
Le due donne entrarono e si misero sugli attenti. Il generale gli fece un segno
per invitarle a sedere.
- Colonnello Mackenzie ho una proposta da farle, anche se a dire la verità, un
certo Ammiraglio, ha appoggiato la sua candidatura con estrema decisione e
fervore.-
A quelle parole Mac arrossì lievemente ricordando la telefonata che aveva avuto
qualche giorno prima con il Cheg e che le aveva dato
una lieve speranza.
- Sono lieto che il punto di vista che le ho sottoposto la sera del suo
fidanzamento l’abbia fatta riflettere.-
La donna lo guardò seria senza far trapelare le emozioni che le aggrovigliano
lo stomaco.
- Ebbene, parlando con il Segretario in persona, abbiamo deciso che lei è la
persona più adatta per ricoprire l’incarico per gli affari esteri. Farà da
tramite con l’Europa ma tratterà principalmente con i paese arabi.-
Sarah non sapeva cosa dire, era più di quello che si aspettasse.
- Lei il Comandante Rabb lavorerete a stretto
contatto, siccome la base operativa sarà a Londra. Il guardiamarina Coats verrà con lei è sarà il suo braccio destro mentre per
gli affari esteri in Arabia potrà avvalersi della collaborazione del sergente
Galindez.-
Jennifer al sentire pronunciare quel nome il suo cuore perse un battito e nella
sua mente esplose quel nome che in segreto amava tanto “Vicktor!”.
Mac la guardò con la coda dell’occhio e sorrise impercettibilmente.
- Generale non so che cosa dire…- iniziò Sarah quasi
con voce incredula – sono onorata che il mio nome sia stato scelto per questo
compito.-
- Non mi ringrazi tenente colonnello o meglio dovrei dire Colonnello
Mackenzie.- Gli porse una scatolina, che aprì e rivelò i gradi.
- Congratulazioni Signora!- Le disse orgogliosa Jennifer stringendole la mano.
- La cerimonia si terrà domani mattina. E’ tutto potete andare.-
Le due donne scattarono in piedi e si congedarono.
Mac si chiuse nel suo ufficio. Non poteva ancora crederci. Era tutto vero e
stava succedendo proprio a lei. Sentiva il cuore esploderle dalla felicità.
Dopo anni vissuti nella tristezza totale, aver affrontato dure prove ora la
vita l’aveva ripagata addirittura con gli interessi.
Un brivido le percorse, la schiena: sarebbe stata in grado di reggere a tutta
questa felicità?
Ma
soprattutto fino a quando sarebbe durato questa sensazione di estasi e
benessere?
Paura, tanta paura, di essere felice, tanta paura che tutto potesse svanire,
finire.
Chiuse gli occhi per scacciare i brutti pensieri.
Bip – Bip
Mac prese il cellulare, lesse il messaggio e sorrise.
Niente più stupide paure, ora, che vicino a lei, aveva l’uomo della sua vita.
Un semplice sms con scritto “Ti amo” le aveva ridato la forza per
affrontare il futuro in modo diverso, speciale e cancellare ogni dubbio,
indecisione.
- Forza Colonnello Mackenzie! La nuova vita ti aspetta a braccia aperte!!- Si
disse ad alta voce e stampandosi sul viso un sorriso radioso uscì dal suo
ufficio per andare incontro senza più timori al nuovo destino.
Continua...