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Autore: MalfoyAmalia    21/12/2020    1 recensioni
Dopo la vittoria di Harry Potter su Voldemort, la vita ricomincia a scorrere tranquilla. Una tranquillità che permette a Ronald Weasley ed Hermione Granger di riconoscersi e finalmente dare spazio al loro sentimento. Ma il trio potrà davvero vivere un anno totalmente tranquillo? E se, a cambiare le carte in tavola ci pensasse "Second Choice"? E poi, se tutto parte da lì, vi rimarrà ancorato a ciò o "avrà ripercussioni anche all'esterno"?
Ma soprattutto: cos'è "Second Choice"? Per avere risposta non vi resta che leggere e scoprirlo.
Piccola avvertenza: in base a come si svilupperanno determinate questioni non so ancora se la storia potrebbe diventare classificata come "raiting rosso"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPIITOLO 1: SECOND CHOICE
Hermione, stretta nel suo grande cappotto rosa cipria, camminava per le strade di Londra osservando i bambini che giocavano con le palle di neve o che pattinavano sulla pista di pattinaggio posizionata apposta all'interno di Square Park per permettere di giocarci e imparare questo sport invernale senza la paura che il ghiaccio si crepi e li faccia cadere nell'acqua gelata. I più spericolati, infatti, li si vedeva sul laghetto al centro del parco e sebbene il ghiaccio creato fosse ben resistente, considerata la bassa temperatura, il timore che si rompesse era sempre al massimo. I bambini le ricordavano un po' lei, quando giocava ad undici anni con Harry e Ron mentre facevano la guerra a chi veniva colpito di meno, sempre disturbati, a metà, dal trio delle serpi che negli anni era un po' cambiato. Difatti se fino al settimo anno Draco Malfoy passava le sue giornate prettamente con Tiger e Goyle, pur avendo altri amici con cui dialogare, dopo la morte di quest'ultimo, Tiger si era ritirato in sé stesso e Draco aveva cominciato essere visto più spesso in compagnia di Pansy Parkinson e Blaise Zabini.
 
Riscuotendosi dai suoi pensieri Hermione si accorse di essersi fermata un attimo di troppo e riprese a camminare per le strade della città. L'obbiettivo che si era posta era quello di comprare dei regali per i suoi genitori, i suoi amici e il suo ragazzo: Ron. Dopo la guerra, infatti, avevano discusso riguardo il bacio che si erano scambiati nella stanza delle necessità e non solo: avevano deciso di provare a mettersi insieme. Erano già al settimo mese di relazione e tutto procedeva a gonfie vele. Quello che avrebbe voluto prendergli in occasione di Natale era un semplice cappotto nero. Aveva notato, infatti, che quando uscivano lui indossava sempre lo stesso. Non perché non ne avesse altri, lei li aveva anche visti quando aveva frugato nel suo armadio in cerca di un maglioncino da indossare per dormire con lui nella sua stanza da prefetto, ma perché era il suo preferito, nonostante fosse molto usurato. Aveva dunque optato per quello, sperando che il suo pensiero gli fosse gradito. Mentre girava per le varie stradine si imbatté in un negozio che non aveva mai visto prima. Anche il nome era abbastanza strano, nonostante le dicesse qualcosa. Il nome "Sisto Fato" era infatti latino e significava "controlla il destino". Lo sapeva poiché, quando incominciò a studiare Antiche Rune, si riscoprì un'amante delle lingue antiche e durante le estati si dilettava nell'imparare qualcosa anche di Latino e Greco, ritenendo che fosse indispensabile la loro conoscenza nella vita degli uomini e in quel momento ebbe la prova che la sua voglia di sapere non era vana, anzi, era stata riutilizzata senza neanche troppe difficoltà. E non era neppure la prima volta che leggeva in giro frasi nell'una o nell'altra lingua, ma in quel preciso momento poco importava. Hermione rimase abbastanza colpita da quel nome e la curiosità fece il resto, spingendola ad entrare nel negozio per comprendere cosa offrisse e se le sarebbe potuto ritornare utile in qualche modo. 
 
'Sempre per fare dei regali' si disse tra sé e sé prima di mettere la mano sulla maniglia e spingere.
 
Come aprì la porta, un campanellino posto al di sopra di essa annunciò il suo ingresso e subito il commesso andò dietro la cassa rivolgendole un dolce sorriso.
 
«Buongiorno signorina, e benvenuta da "Sisto Fato", posso esserle utile in qualche modo?» la voce era quanto di più melodioso avesse mai udito, sebbene l'impostazione rigida e il tono di voce ugualmente mascolino. L'aspetto era abbastanza curioso, ma su due piedi non ci prestò molta attenzione, molto presa a darsi uno sguardo intorno.
 
«Per ora sto dando un'occhiata, forse dopo» rispose Hermione gentile notando come il negozio fosse ben fornito di vari giochi da tavolo delle più svariate specie. «Ah, però» si ritrovò a sussurrare incantata. Riconobbe qualche gioco come scarabeo, scacchi, giochi di carte come "Uno" , l'ultima edizione di Risiko uscita nel 1977 e altri giochi del tutto a lei sconosciuti come D&D, uscito nove anni prima, ma che lei, studiando nel mondo magico, non aveva mai visto o sentito. Si avvicinò, incuriosita dalla scatola e cominciò a leggere la descrizione che vi era scritta sul retro.
 
"Daungeons & Dragons è un gioco fantasy da tavola. La tipologia appartiene al GdR, abbreviazione di 'Gioco di Ruolo' e i partecipanti devono essere almeno 3, sebbene sia più divertente con un numero maggiore di giocatori"
 
Hermione corrucciò lo sguardo chiedendosi cosa fosse un gioco di ruolo. Il commesso, vedendo lo sguardo della ragazza, le si avvicinò. 
 
Aveva una carnagione molto chiara e dei capelli biondo miele, gli occhi erano nascosti da un ciuffo dei capelli lisci e quando li scostò Hermione potette notare che erano grigi, come il colore delle nuvole prima di una tempesta. Aveva anche qualche occhiaia, che tuttavia non disturbava nell'insieme generale, anzi, li davano qualche caratteristica in più. Era oggettivamente un bel ragazzo, dai tratti quasi aristocratici, il che le diede una sensazione di deja-vu che non si riusciva a spiegare non avendo effettivamente mai visto il ragazzo, che poteva comunque avere giusto un paio d'anni in più di lei.
 
«Hai qualche perplessità?» le chiese cordiale una volta che le fu totalmente affianco e notando il gioco che Hermione aveva fra le proprie mani. «Davvero un bel gioco, se lo lasci dire» aggiunse successivamente, mentre aspettava una risposta che gli giunse poco dopo. 
 
Difatti Hermione non riusciva ad aspettare di tornare a casa per poter essere illuminata dai suoi genitori, e sebbene sarebbe potuta risultare ignorante – cosa che in effetti era in quel campo – non ci pensò due volte a porre la sua domanda. «Cos'è un gioco di ruolo?» la semplicità con cui pose quella domanda stupì il commesso che corrucciò lo sguardo. Fra i giovani se ne parlava e tanto. Erano difatti una moda giochi di ruolo come quello e trovare una persona che ne era all'oscuro era una cosa rara se non impossibile, soprattutto da una ragazza che mostrava chiaramente sui 18 anni circa. «Un gioco di ruolo è un gioco in cui ognuno interpreta un personaggio e la storia si sviluppa tramite le farsi e le azioni che vengono compiute da ogni giocatore» spiegò il commesso e qualcosa nel suo sguardo era cambiato. Gli occhi non erano più grigi, ma più tendenti al nero, cosa a cui Hermione, però, non fece assolutamente caso.
 
«E questo di che parla?» chiese affascinata, rigirandosi la scatola tra le mani «Il DM o Daungeons Master è uno di voi che ha le redini del gioco e allo stesso tempo vi guida nell'avventura senza effettivamente giocare. In genere viene inventata ogni volta la storia, quella più diffusa però narra di un cattivo che vuole conquistare il regno tramite i suoi antefatti e voi siete gli avventurieri che devono fermarlo» spiegò pazientemente il ragazzo biondo, il cui nome era ancora ignoto ad Hermione. 
 
Detto ciò, il commesso lo prese dalle mani di Hermione e lo mise nuovamente al posto « È per lei o è un regalo?» chiese successivamente, tastando il terreno su cui si poteva muovere per vendere qualche pezzo "particolare e forte" a detta dello stesso ragazzo. «In verità stavo pensando di prenderlo per il mio ragazzo. Sa, tra qualche mese compie diciotto anni, e non venendo mai qui, stavo pensando di prendere qualcosa, e che gli potesse far piacere un gioco bab- ehm, londinese» stava per dire "babbano", ma si era corretta giusto in tempo. Ciò non sfuggì al giovane commerciante che sorrise divertito.
 
«Io ti consiglierei un altro gioco, diciamo che è sempre di ruolo, anche se un po' se ne discosta. È uscito da poco, infatti ho solo una copia quindi nel caso si deve affrettare. Si chiama "Second Choice"» parlò il biondo con astuzia facendo abboccare al suo amo Hermione che risultò ancora più allettata. Il nome, traducibile con "Seconda scelta" o più banalmente "seconda opportunità" l'intrigava molto più del Gioco di Ruolo che le era stato proposto precedentemente e l'allettava al punto che, forse, avrebbe fatto il passo più lungo della gamba, ma senza chiedere di cosa trattasse chiese direttamente il costo del suddetto gioco che avrebbe poi regalato a marzo a Ron. Perché si, il gioco la convinceva così tanto che, consapevole di non poter tornare per il compleanno di lui a prenderlo, l'avrebbe acquistato lì e in quel momento.
 
«Sarebbero 12.32£, ma lei mi è simpatica, se lo prende oggi lo pagherà 10.00£» Hermione a quel punto, già tentata, a quell'offerta non riuscì a resistere e l'unica risposta che poté dare fu' una domanda «Me lo potrebbe incartare? Sa, non voglio che possa per sbaglio vederlo prima del dovuto» al ragazzo, che Hermione solo in quel momento scoprì chiamarsi Elija, nome riportato sul cartellino sotto il ruolo "commesso" scritto in rosso.
 
Dopo aver pagato l'acquisto uscì soddisfatta e lasciò quelle stradine mai esplorate per percorrerne altre più conosciute, e pensando alla faccia del suo ragazzo quando gli avrebbe dato quel gioco. Lui amava gli scacchi, che sono un gioco da tavolo, e anche gobbiglie. Uno babbano sarebbe potuto risultargli quantomeno interessante, chissà. Anche se ne era certa che comunque si sarebbero divertiti alla festa per cui si stavano già organizzando. Difatti lei, insieme ad Harry, stavano già progettando dove tenere la festa visto che sarebbero stati ad Hogwarts e su chi invitare. Dopo tante discussioni fra i due, ad avere la meglio era stata Hermione. Si era intestardita che dovevano invitare tutti quelli del loro anno, almeno per educazione, che poi si fossero presentati o meno a loro non doveva interessare. Harry non avrebbe invitato certamente le serpi, ma Hermione era stata molto risoluta. 
 
«Giacché vuoi invitare anche studenti dei tassorosso e dei corvonero che Ronald non conosce, dobbiamo invitare anche le serpi, per quanto gran parte non ci vadano a genio. Noi dobbiamo essere superiori Harry! E poi, ti ricordo che Blaise Zabini ci aveva invitato alla sua festa di compleanno qualche settimana fa e noi ci siamo anche presentati quindi il discorso è chiuso» argomentò così la sua tesi Hermione, facendo finalmente azzittire il suo amico che l'assecondò segnando anche i nomi degli studenti di quella casata all'interno della lista, magicamente allungata.
 
Eliminò quel ricordo dalla mente tornando a vedere le vetrine ricche di vestiti invernali. Entrò in un negozio per acquistare il cappotto nero e mentre lo prendeva notò un vestito che sarebbe stato perfetto per sua madre. Con lei aveva un ottimo rapporto, le confidava tutto: paure, dubbi. Era lei che la consolava quando aveva delle crisi con Ron ed era sempre lei che la faceva calmare, che le consigliava sempre la cosa giusta da fare, anche se spesso non mancavano, alla fine dei suoi discorsi i classici "però devi seguire il tuo cuore" e "non essere sempre così razionale nell'amore, perché di ragione ce n'é ben poca".
 
Quando, all'inizio, aveva paura di aver confuso l'amicizia per amore non era corsa da Ginny, la sua migliore amica, ma da sua madre che l'aveva abbracciata, le aveva preparato una cioccolata calda, sebbene fosse ancora piena estate, e accarezzandole i capelli le disse che quella stessa paura l'aveva avuta anche lei con suo padre, Mike Granger, e poi erano finiti all'altare. Solo il tempo, dunque, avrebbe potuto dire se era amore o meno. E l'amortentia, per quanto riguardava i maghi. Anche sentire l'odore di quella pozione avrebbe aiutato a schiarire i dubbi, ma lei non aveva avuto ancora l'occasione di sentirla e l'ultima volta che l'aveva fatto, al sesto anno, aveva sentito l'odore di erba appena tagliata e ricca di brina, pasta dentifricia, pergamena nuova e shampoo alla menta, odori che lei aveva associato a Ron, ma alcune volte temeva di essere caduta in errore con quella associazione e allora si rivolgeva a lei, Jane Charlotte Miller in Granger, sua mamma, la persona che meglio la conosceva. A cosa serve un diario segreto, infondo, quando hai lei?
 
Questo fu un altro acquisto che fece senza battere ciglio. Il vestito di lana rosso, mischiato a qualche filigrana in oro e lungo probabilmente fino al ginocchio sarebbe stato perfetto sul corpo snello di sua madre il giorno del cenone dell'ultimo dell'anno in famiglia. Già che era lì decise di comprare anche a suo padre un regalo: dei gemelli molto semplici con la fantasia dell'orologio, dal momento in cui suo padre era un appassionato di tali oggetti. Adorava quelli da polso con il cinturino in cuoio sintetico, ma non disdegnava minimamente gli orologi da taschino abbinati a degli smoking o nelle occasioni importanti e in cui doveva avere un certo stile. Adorava anche aggiustare vecchi orologi a pendolo e a cucù e se non avesse intrapreso la carriera dentistica quasi sicuramente il suo lavoro sarebbe stato quello dell'orologiaio, per questo Hermione riteneva che erano più che adatti a lui. 
 
Arrivata a quel punto, mancavano unicamente due regali: quello per Ginny e quello per Harry. Per la prima si fermò in una libreria. Sebbene non lo ammettesse davanti a molti, lei era un appassionata della lettura, dal genere giallo all'horror, passando anche per il romantico e il comico. Fu difficile sceglierne uno, essendo lei stessa un'amante dei libri, quindi ci impiegò quasi mezz'ora per trovarne uno che la convincesse più degli altri. Alla fine scelse "Amsterdam" di Ian McEwan uscito qualche mese prima e che sicuramente si sarebbe poi essa stessa fatta prestare poiché la trama era davvero avvincente e girava intorno a due interrogativi che lei stessa si era ritrovata a porsi nel corso dei suoi anni ad Hogwarts e sebbene lei avesse una sua personale opinione, era curiosa di leggere quella che evinceva dal libro e soprattutto quella di Ginevra. 
 
I due interrogativi erano " è eticamente giusto sfruttare un segreto intimo di una persona, per quanto spregevole essa possa essere, per rovinargli completamente la carriera e la vita? E si può scusare un uomo che antepone il proprio compito, antepone sé stesso alla salvezza di una vita?" sulla prima lei non aveva dubbi che è sbagliato, non si può rovinare una vita altrui per mero egoismo e per vendetta, nonostante la persona che si ha davanti sia cattiva fino al midollo, o almeno così si mostra al mondo, ma sulla seconda? Là dipende dal compito, se il tuo compito ne fa morire una, ma ne salva due, allora davvero è così sbagliato? Certo, se c'è da scegliere tra salvare e non salvare una vita, ma senza impicci e pensieri esterni, allora lì è errato non aiutare, ma fino a che punto si è liberi e fino a quanto l'esterno, gli altri, influiscono su di noi, sulle nostre scelte? 
 
Hermione si pose tutti quegli interrogativi nel mentre che si stava dirigendo a pagare, dopo di che uscì recandosi a Diagon Alley, luogo ultimo in cui fare il suo acquisto per Harry. Su di lui era molto, ma molto indecisa, non aveva idee, zero. Sperava che qualcosa la illuminasse e così fu. Da lontano intravide un ragazzo tanto conosciuto quando mal sopportato, Draco Malfoy, che entrava insieme a Blaise Zabini nel negozio dei fratelli Weasley. 
 
Si vedeva lontano un miglio che c'era leggerezza nel loro rapporto, che c'era armonia e che il ragazzo, almeno con lui, fosse del tutto diverso da come si mostrava normalmente a scuola e al resto del mondo. Con Blaise Zabini lui aveva la libertà di essere semplicemente Draco, un ragazzo di 18 anni, cresciuto forse troppo in fretta a causa della sua famiglia,della guerra.
 
«Forse lì potrò trovare qualcosa» si disse Hermione, per poi seguirli a ruota. L'atmosfera all'interno era pura allegria, con ragazzini che provavano qualche gioco di qua e ragazze che si avvicinavano ad alcune pozioni simili all'amortentia di là. L'assenza di Fred Weasley, per chi lo conosceva, si sentiva eccome, sebbene George cercasse di vivere al massimo per entrambi. Ma quando arrivava la sera, Hermione lo sapeva benissimo, lui si lasciava andare. Una volta l'aveva addirittura visto piangere quando era alla tana e lui aveva dimenticato la porta socchiusa. Le dispiaceva un modo e seppur sapeva che nulla l'avrebbe fatto superare il dolore della perdita, forse il piccolo Fred Jr che era in arrivo l'avrebbe aiutato. Difatti Angelina, la moglie di George, era rimasta incinta ed era già al sesto mese quindi sapevano il sesso. Scoprendo che sarebbe stato maschio era stata proprio Angelina a proporre il nome. Era, anzi, è una grande donna. Pur non avendo tantissime occasioni per parlarsi, quelle poche gliel'avevano fatta inquadrare ed era adatta a sopportare e supportare quel burlone, ma allo stesso tempo fragile marito che amava alla follia.
 
Hermione si guardò bene intorno e per quanto gli articoli proposti fossero belli e per quanto sarebbero sicuramente stati apprezzati dal suo migliore amico, forse non erano effettivamente la scelta più appropriata e decide dunque di optare per qualcos'altro, sicuramente un articolo sportivo, sebbene non ci capisse granché a riguardo. Sapeva che aveva già dei manuali sul Quidditch e un abbonamento settimanale per "Tutto sport" quindi era molto più complesso del dovuto. Forse, già che si trovava lì, si sarebbe potuta rivolgere a George per un consiglio, oltre che per parlare un po' e acquistare un paio di caramelle sogno-lucido che ad Harry sarebbero potute servire durante le lunghe lezioni del professor Ruf durante le quali il giovane mago, ormai adulto, cercava sempre qualche nuovo modo per estraniarsi, velocizzando anche il tempo in cui doveva sopportare quel noioso professore, seppur sapesse che in realtà il tempo non si velocizzasse davvero, ma era unicamente una sua illusione.
 
Arrivò per l'ennesima volta nella giornata alla cassa e dopo aver pagato il suo acquisto si soffermò a chiacchierare del più e del meno con George. Gli chiese come procedeva la gravidanza di Angelina e come andava la costruzione della loro nuova casa, non troppo distante dalla Tana, in modo che non sarebbe stato difficile portare il bambino e che i messaggi arrivassero in brevissimo tempo.
 
«Prima che mi passi di mente, sono in crisi sul regalo da fare ad Harry, sai volevo prendergli un articolo sportivo, ma mi sembra abbia già parecchie cose» buttò lì quella frase, consapevole che George sarebbe stato ben disposto a darle un suo parere, a dirle se era una buona idea e nel caso le avrebbe detto anche che articolo concretamente prendere ad Harry.
 
«Effettivamente, Hermione, Harry ha già tantissime cose sul quidditch, ma so che vorrebbe imparare qualcosa sul Terris, o Tellis, non ricordo bene il nome di quello sport. È babbano comunque. Potresti prendergli un attrezzo di quello sport, lui non ha ancora acquistato nulla quindi hai campo libero» rispose tranquillamente George ed Hermione di slancio lo abbracciò ringraziandolo più e più volte per l'aiuto che le aveva dato.
 
Qualche minuto dopo era già fuori e si smaterializzò in un vicolo buio vicino al centro commerciale. Si diresse a passo spedito all'interno e si avviò subito verso il negozio di articoli sportivi. Non ci voleva mettere molto dato che era già tardi e in serata i pacchi dovevano già essere pronti dato che le compere le stava facendo alla vigilia di Natale e se non avesse messo a tutte un cartellino entro mezzanotte i regali non sarebbero giunti e li avrebbe poi dovuti portare lei personalmente. 
 
Per quanto era curiosa di vedere le loro facce davanti ai pensieri che aveva preso per loro, era pur vero che non li avrebbe rincontrati fino al 3 Gennaio e voleva che invece loro li avessero subito, a dimostrazione del fatto che Hermione teneva a loro, alla loro amicizia e che non aveva voluto per loro se non il meglio dimostrando anche che, pur non passando le vacanze con loro, li era in qualche maniera vicina, mostrando quanto li avesse pensati in quei giorni. Cosa del tutto vera, poiché se si era ridotta all'ultimo per i regali era solo perché aveva riflettuto nei minimi dettagli sugli acquisti da fare. Solo su Harry Potter era abbastanza indecisa, ma alla fine ce l'aveva fatta. 
 
Arrivata all'interno del negozio si soffermò sulle varie strumentazioni e alla fine decise di acquistare una racchetta da Tennis color nero e rosso con l'immagine di una fiammetta disegnata sull'impugnatura in gomma. Soddisfatta di tutto ciò che aveva preso tornò nel vicoletto nel quale si era smaterializzata la prima volta e si smaterializzò nuovamente, questa volta dentro casa dove cominciò a confezionare i regali per ognuno da spedire poi la notte, accertandosi di mettere il regalo del compleanno di già all'interno della valigia che si era portata dalla scuola.
 
L'accortezza che ci mise per fare i regali fu qualcosa di allucinante. Li fece ad uno ad uno e sebbene utilizzasse la magia, allo stesso tempo se ne occupava, in alcuni dettagli, lei personalmente. Tipo per Ron creò un pacchetto rettangolare non troppo grande di colore rosso. La carta era in velluto con qualche dettaglio in azzurro, per richiamare il colore degli occhi del suo ragazzo. Il nastrino che andava a chiudere la scatola era di un nero pece, come il cappotto che si trovava al suo interno. Al tutto allegò un bigliettino sui toni dell'oro, il colore preferito di Ronald e l'inchiostro era nero, ancora una volta un richiamo al regalo.
 
"Caro Ron, pensare ad un dono per te non è stato difficile poiché ti conosco, so cosa ti piace e spero che utilizzerai con orgoglio questo regalo. Ho notato che ne avevi uno simile, ma essendo rovinato ho pensato di prendertene uno nuovo. Spero di non aver fatto un errore con questo acquisto. Ti amo tanto. Buon Natale, Hermione" e il primo regalo era stato confezionato. 
 
Passò a quello per la sorella di Ron, nonché sua grande amica. Per lei utilizzò una scatola verde smeraldo, il colore preferito ed un nastrino verde chiaro e arancio, colore dei suoi occhi e dei capelli. Per il bigliettino ne aveva preso uno bianco sporco, colore delle nuvole tra le quali lei amava svolazzare con la scopa. Anche il bigliettino era tagliato a forma di nuvola e la scritta azzurra come il cielo.
 
Per lei scrisse poche righe, ma essenziali. "Sei la sorella che ho sempre desiderato. Spero che ti piaccia e dopo dovrai assolutamente dirmi che ne pensi – oltre che prestarmelo, ovvio. Ti voglio bene Ginny. Buon Natale, Hermione". 
 
Passò direttamente al regalo per Harry. Voleva finire prima di tutto i suoi amici, così era sicura di fare in tempo. Per il regalo di lui Hermione scelse di non utilizzare una scatola, ma incartarlo come meglio poteva con carta verde oliva, il colore che non si erano mai stancati di ricordargli che era lo stesso degli occhi di sua madre, oltre che dei suoi. Scelse poi uno spago nero per chiudere il tutto. L'imballaggio era un chiaro riferimento alla Nimbus 2001 che Sirius gli aveva regalato durante il terzo anno scolastico, anche quella era stata impacchettata alla bell' e meglio ed essendo entrambi oggetti utilizzati nello sport, Hermione pensò fosse un pensiero carino quello di cercare di riprodurre la sorpresa. A parte mise in un sacchetto rosso e chiuso da uno spago dorato, in riferimento ai colori della loro casata, le caramelle sogno-lucido che gli aveva acquistato.
 
Il bigliettino color ocra richiamava le classiche palline da tennis, l'inchiostro era rosso, come l'acciaio della racchetta. "Harry, ci conosciamo dall'età di 11 anni e ti considero mio fratello. Il sangue non ha alcuna importanza quando il legame tra di noi è così forte. Ti meriti di vivere finalmente un anno sereno come quello che sta trascorrendo, finalmente direi. Ora che abbiamo sconfitto Voldemort, prenditi tutto il bene che la vita ti concede e non far penare troppo Ginevra, te lo dico come amica, ma anche come amica sua. Lei ti ama, ma non può aspettarti per sempre quindi datti una mossa! Quando torniamo a scuola voglio sentire la notizia, mi raccomando. Buon Natale, Hermione"
 
Pensandoci aveva scritto più per Harry che per il suo ragazzo, ma Hermione aveva davvero bisogno di dargli una bella strigliata e non era riuscita a trattenersi. Per quanto gli volesse bene, doveva darsi una mossa o avrebbe perso la sua occasione con Ginny. Sorrise pensando alla coppia che sperava si sarebbe formata a breve e pensò a incartare velocemente anche i regali per i suoi genitori.
 
Sarebbero state sicuramente delle lunghe feste quelle, sperava solo finissero velocemente dato che, seppur li avesse salutati un paio di giorni prima, i suoi amici le mancavano molto e non vedeva l'ora di abbracciarli ancora.

Note dell'Autrice:
Buona sera, buon pomeriggio o buon inizio di giornata, in base a quando leggerete. Ho deciso di cominciare a pubblicare questa fanfiction, dramione dal momento in cui sono parecchio legata a quella coppia fanon. Il primo capitolo è parecchio introduttivo e punta semplicemente a introdurre il rapporto di Hermione con i vari personaggi e, soprattutto Second Choice che si è rivelato essere nientemeno che un gioco babbano.
Penso non ci sia tanto da dire in verità se non che gli aggiormanenti non saranno regolarissimi, essendo parecchio presa dal mio primo anno universitario oltre che dalla scrittura dell'altra fanfiction che, invece, mi sono imposta avere scadenza settimanale, ma il mio obbiettivo  è certamente quello di far passare esagernado un mese al massimo, anche se non mi dispiacerebbe non aggiornare ogni volta dopo un'eternità.Avvisatemi dell'eventuale presenza di errori (o meglio orrori) grammaticali / di battitura e così via e cercherò di porvi rimedio il prima possibile. Ditemi cosa ne pensate di questo primo capitolo e cosa ne pensate in particolare di Elija, sarei davvero molto curiosa a riguardo. Alla prossima, un bacio, Amalia
  
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