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Autore: Mew_vale    21/12/2020    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 78
 
 
[Maria]
Con il telecomando chiudo l’auto di papà con la chiusura centralizzata e procedo verso l’ascensore che mi porterà nell’ufficio di mia sorella. Ho portato con me due piadine dato che questa mattina a colazione ha mangiato poco e niente! Per poco il sacchetto del take away non mi cade di mano quando vedo uscire dall’ascensore Gonzalo Torres: anche lui mi vede e non sembra felice!
<< Ciao Gonzalo. >> Lo saluto.
<< Ciao? Cosa diamine fai in città? Spero tu sia da sola! >> Esclama senza neanche salutarmi.
<< Sono qui perché mio padre e mia sorella hanno bisogno di me, visto tutto quello che sta accadendo. Se permetti, le porterei il pranzo. Buona giornata. >> Taglio corto, premendo il pulsante accanto all’ascensore. Le porte di spalancano e sto per entrarvi quando Gonzalo mi afferra un braccio.
<< Noi due abbiamo un accordo! Spero che lo rispetterai! >> Mi minaccia, cercando di assicurarsi che io non riveli a suo fratello che è il padre di mio figlio.
<< Devo andare! >> Protesto, librandomi nella sua stretta. Ci guardiamo mentre le porte dell’ascensore si chiudono.
 
 
 
[Daniele]
<< Dai, è stato meno traumatico del previsto. >> Commenta Giulio, verso Isabella, mentre entriamo tutti al Bonterra. Ci hanno raggiunti anche il fidanzato di mio figlio (mi ci abituerò mai a dirlo?) e la fidanzata di mio nipote. Per fortuna non siamo stati seguiti fin qui dai giornalisti. Quando accediamo a tale locale da noi frequentemente visitato abbiamo tutti gli occhi puntati addosso.
<< Ma non hanno altro per la mente? Hanno intenzione di fissarci per tutto il corso del pasto, facendo raffreddare i loro pregiati tagli di carne?! >> Brontolo. La guardo sperando di risentire ancora una volta quella parola. Questa mattina per telefono mi ha chiamato “papà”, non me lo sono sognato! Ma ero talmente tanto agitato in quel momento che l’ho realizzato solo in seguito, continuando a domandarmi “ma l’ho solo sognato?”.
<< Dan, sei trasognato! Cosa c’è? >> Mi domanda mia sorella Marcella, riportandomi alla realtà. Approfitto del fatto che sono tutti distratti, aspettando che la fila finisca, per rispondere a tale domanda.
<< Questa mattina per telefono Isabella mi ha chiamato “papà”. Ma secondo me neanche sen’è accorta! >> Narro, alle mie sorelle e a mia moglie.
<< E? Tu come hai risposto? >> Mi domanda Bea.
<< Ed io ero troppo incazzato per rendermene conto. Poi lo ha detto appena aperta la comunicazione e ho creduto di essermelo sognato! >> Ammetto.
<< Dan! Aspetti questo momento da un mese e non hai prestato attenzione? >> Mi rimprovera Marcella.
<< Cosa ti devo dire?! Chissà quanto lo sentirò ancora? >> Mi domando.
<< Quando meno te ne accorgerai le scapperà ancora. >> Mi rincuora mia moglie. Afferro la sua mano mentre siamo ancora in fila e mi sorride.
<< Buongiorno Signori Valencia. Posso chiedervi in quanti siete, così faccio preparare il tavolo? >> Ci domanda con professionalità il solito impiegato all’ingresso.
<< Buongiorno. Siamo in sedici. >> Espongo. Un esercito, praticamente!
<< Forse dovevamo chiamare mentre venivamo qui. Siamo in troppi per piombare nei ristoranti senza preavviso! >> Ci fa notare mia sorella Marcella. Effettivamente in futuro sarà meglio prenotate anticipatamente! Nel frattempo sentiamo il maitre comunicare tramite il suo auricolare wireless dicendo “Sedici, per la Famiglia Valencia!”.
<< Non preoccuparti Marce. Un tavolo per noi lo troverebbero per forza, anche se fossimo in cinquanta! >> Esclama mia moglie, abituata ad avere tutto ad ogni suo schiocco di dita. Bhe, se le famiglie Mendoza e Mora si fonderanno alla nostra, sfioreremo tale cifra alle feste comandate! Mi domando dove diavolo ci riuniremo?
<< Daniele, ma se in televisione dicono tutte quelle cose di noi, se fanno tante illazioni, non sarebbe meglio accettare di essere intervistati, per poterci difendere? >> Mi domanda Isabella. Quando mi chiamerà di nuovo con l’appellativo di “papà”?
<< No. La televisione smetterà di parlarne quando salterà fuori un altro scoop. Vorrei evitare di dover confessare i fatti nostri in televisione solo per soddisfare la massa di pettegoli incalliti ed annoiati che guardano tali programmi! >> Chioso.
<< Io li guardo! >> Annuncia Bea fiera di sé, sollevando lo sguardo dal suo specchietto portatile.
<< Non avevo dubbi. >> Borbotto.
<< Bea, certe cose si fanno alla toilette! >> La riprende mia moglie.
<< Signori, se per voi va bene vi faremmo accomodare nell’altra sala. Quella principale è piena. >> Ci interrompe il maitre. Meglio, avremo più privacy!
<< Va benissimo. Ci fa strada? >> Domanda gentilmente mia sorella Marcella.
 
 
 
[Camilla Senior]
<< Quante volte ancora dovrò chiederti scusa? >> Mi domanda mio marito, mentre parcheggiamo l’auto di fronte al ristorante dove ha prenotato mio fratello.
<< Non riesco a smetterla di avercela con te solo perché mi hai chiesto scusa. Mi hai fatto fare un figura ridicola alla cena di fidanzamento di mia nipote, costringendomi ad andarmene! >> Gli ricordo. Oltre quella soglia saranno tutti sul piede di guerra!
<< Volete smettere di litigare?! Sarà già un pranzo abbastanza impegnativo, dato che le persone sedute a quel tavolo sono tutte incavolate nere con papà. >> Ci fa notare nostra figlia.
<< Perché credi che sia qui? Perché mi sia venuta un irrinunciabile voglia di baccalà mantecato?! No! Sono qui per potermi scusare! >> Obbietta mio marito, citando la specialità della casa.
<< Basta adesso, entriamo. >> Ordino loro, accedendo al ristorante.
<< Buongiorno Signori. Siete in quattro? >> Ci domanda il maitre, includendo anche Class che versa in uno stato di assoluto silenzio! Ha fatto qualche voto?! Ma perché non posso avere una famiglia normale?
<< Abbiamo una prenotazione a nome Mendoza. >> Annuncio. Il tale parla con qualcuno tramite il suo auricolare.
<< Mendoza?... Ok, grazie. >> Comunica con qualche collega. << Prego signori, vi accompagno la tavolo. Alcuni ospiti sono già arrivati. >> Ci anticipa. Al tavolo ci sono mio fratello, sua moglie, Nicola e Leonora.
<< Buongiorno. >> Salutano.
<< Ciao a tutti. >> Salutiamo coralmente, prendendo posto.
<< Ci raggiungeranno anche Lorenzo e Roberta. Nostra figlia voleva passare da casa per cambiarsi, si è un po’ sporcata i jeans in giardino, contro una vecchia sedia. >> Ci spiega Nicola.
<< Nel frattempo sfoglio il menu. >> Interviene Lena, sperando che non offenda qualche altra cameriera come l’ultima volta!
<< Olga e Cèsar? >> Domando loro.
<< Pranzeranno con la famiglia Valencia. Ma questa sera saranno dei nostri. >> Ci spiega Leonora. Si crea una specie di “attesa” e mio marito ha gli occhi di tutti puntati addosso!
<< Io debbo a tutti delle scuse. Ammesso che bastino. Mi vergogno molto per ciò che ho fatto ieri sera. Ho frainteso quanto detto da David e ciò, unito alla mia scarsa stima verso Dracula, ha fatto il resto! >> Interviene mio marito ponendo fine a questo silenzio. Betty e Armando si guardano vicendevolmente. Mio fratello è nero!
<< Eccoci, scusate il ritardo. Ops, ma abbiamo interrotto un discorso? >> Interviene mio nipote sedendo a tavola con la sua fidanzata.
<< Tuo zio si stava scusando. >> Spiega Betty.
<< Armando, Beatrice, mi dispiace davvero di aver rovinato la cena di fidanzamento di vostra figlia! Credetemi. Farò qualsiasi cosa per farmi perdonare da lei e dal suo fidanzato! >> Prosegue mio marito.
<< Me lo auguro. La mia mostrilla è piuttosto delusa da te! Ma perché diavolo lo ha aggredito così pubblicamente?! >> Tuona mio fratello cercando di contenere il tono di voce. Sua moglie gli posa una mano sull’avambraccio. Guardo mio marito il quale mi rivolge uno sguardo torvo. Lo ha indispettito il mio scambio di battute con Daniele e per questo lo ha aggredito col proposito di renderlo ridicolo!
<< Ho frainteso quanto origliato. Sai che non ho stima di quel tale, e quando ho creduto che avesse una storia con la fidanzata di Diego ho perso le staffe. >> Si giustifica per non mettere su pubblica piazza il vero motivo: la sua gelosia che ha radici lontane. Scoppierebbe un quarantotto se sapesse di quel bacio che ho rubato a Daniele al cocktail di benvenuto a Marcella!
<< Bhe, secondo me possiamo sotterrare l’ascia di guerra no? Almeno per quanto riguarda noi. A vostra figlia servirà molto più tempo per dimenticare questo spiacevole episodio. >> Propone Leonora, cercando di mediare, rivolgendosi a Betty e Armando.
<< Neanche nel 2050 se ne sarà dimenticata! >> Esclama mio fratello.
<< Vogliamo ordinare? Muoio di fame! >> Propone Roberta, aprendo il menu, con l’intento di stemperare questo clima teso.
<< Vorrei anche specificare che io non centro con quella fuga di notizie. Non mi sarei mai spinto a tanto! E poi non so neanche come si faccia a far avere qualche notizia alla stampa! >> Aggiunge mio marito. Armando chiude il menu con furia e con altrettanta furia lo posa sul tavolo.
<< Kris, guardami dritto negli occhi e giurami su quello che hai di più caro al mondo che non ne sai niente! Quella ragazza nella vita ne ha passate ci cotte e di crude e non meriterebbe che lo zio del suo fidanzato, oltre a darle della sgualdrina, avesse fatto la spia! Per non parlare di Diego: sarebbero due i nipoti che non vedresti più! Per non parlare di me e di Betty e del resto delle persone sedute a questa tavola! >> Esclama mio fratello fissando negli occhi mio marito.
<< Armando, lo giuro! Lo giuro sui miei figli e sua mia moglie! Non ne so nulla. >> Giura mio marito, ed io gli credo! Anche mio fratello sembra credere a questa sua promessa: nessuno meglio di lui sa quanto per una persona sia cara la famiglia!
<< Ma allora chi può essere stato? Oltre a noi nessuno lo sapeva! >> Esclama Roberta.
<< Scusa zio se abbiamo dubitato di te ma cerca di capirci? Tu sei stato uno degli ultimi a saperlo e subito dopo la notizia arriva alla stampa! E oltretutto dopo quella lite con Daniele. >> Interviene Lorenzo.
<< Signori, perdonatemi. Siete pronti per ordinare o vi serve altro tempo? >> Domanda il cameriere avvicinandosi al tavolo con discrezione. No, nessuno ha pensato a cosa ordinare!
<< Facciamo così: qual è la specialità della casa? >> Domando.
<< Il Baccalà, signori. Nel menù del giorno abbiamo anche dei tagliolini di pasta fresca con tartufo nero! >> Espone il cameriere.
<< Allora direi di ordinare una selezione di crostini, ovviamente alcuni con baccalà mantecato, e tagliolini per tutti. Siete d’accordo? >> Propongo. La mozione viene approvata.
<< Da bere prenderemmo dell’acqua gasata, dell’acqua naturale e riguardo al vino ci affidiamo al vostro sommelier. >> Taglia corto mia cognata. Dopo tutto non siamo a questo pranzo propriamente per mangiare! Il cameriere segna tutto.
<< Perfetto. Grazie per la fiducia. >> Si congeda da noi.
<< Posso capire che le circostanze siano contro di me, ma non sono stato io. Altre idee? >> Riprende il discorso mio marito.
<< Bhe, rimane solo una persona che conosciamo poco e che è appena entrata nella nostra cerchia. >> Interviene Lorenzo. Tutti gli occhi finiscono puntati su mio figlio.
<< Perché diavolo dev’essere stata la mia ragazza?! E poi neanche c’era ieri sera al momento della lite tra papà e Daniele! >> La difende mentre arriva a tavola l’acqua per tutti.
<< Non sarai stato così stupido da raccontarglielo, vero?! >> Tuona suo padre.
<< NO! CERTO CHE NO! MI HAI PRESO PER UN INETTO? NON RACCONTEREI MAI IN GIRO UNA NOTIZIA DEL GENERE! Le ho raccontato solo che la cena è andata a puttane quando tu e Daniele avete litigato, e il motivo della lite, e gliel’ho raccontato questa mattina dopo che aveva già appreso la notizia dalla televisione! >> Strilla mio figlio, indignato da tali accuse.
<< Non mi sembra il caso di gridare, calmiamoci! >> M’intrometto.
<< Non capisco perché diavolo tu abbia dovuto raccontarle della lite, dato che la conosciamo appena! >> Protesta suo padre.
<< Non può essere stata lei! Come potrebbe averlo scoperto? Vi sembra maga magò?! >> Protesta Class. Non potremmo mai goderci una cena o un pranzo in santa pace in questa famiglia!
 
 
[Giulio]
<< Amore, tu cosa prendi? Io sono indeciso tra gli spaghetti con vongole e bottarga e gli gnocchi tricolore ai formaggi. E se io prendessi un piatto tu l’altro e poi ce lo scambiassimo? >> Le propongo, cercando dialogo con lei, dato che da quando siamo usciti da casa dei miei è strana!
<< Perché dovrei prendere un piatto di quelli tra cui sei indeciso, se non mi va bene? Ordino quello che pare e piace a me! >> Esclama contrariata, senza neanche sollevare gli occhi dal menu. La reazione contrita non passa inosservata agli altri i quali ci osservano.
<< Tesoro, come mai tratti così Giulietto? Cercava solo di fare qualcosa di romantico! Mosè ed io lo abbiamo fatto durante una cena: abbiamo diviso le pietanze e ci siamo anche imboccati a vicenda! >> Interviene zia Bea. Mio padre non cela un’espressione di disgusto.
<< Mi viene da vomitare. Se hai intenzione ci continuare con queste confessioni dimmelo così evito di ordinare pregiate pietanze per poi abbandonarle nel piatto! >> Esclama papà facendo ridacchiare i presenti.
<< Amore, cosa c’è che non va? >> Le sussurro avvicinandomi a lei.
<< Niente. E’ solo che quelle pietanze sono troppo pesanti per i miei gusti e poi ho voglia di zuppa. >> Mi risponde. Non è un caso che abbia scelto la zuppa: io la detesto!
<< Cosa succede? Stamattina mi sembrava di ottimo umore. >> Mi domanda sotto voce Diego, seduto accanto a me.
<< Non ne ho idea. Da quando siamo usciti di casa dai miei non mi ha più rivolto parola, ha perfino evitato un mio bacio. Non cosa io le abbia fatto! >> Esclamo. Cosa sarà successo?
<< Signori, buongiorno, scusate l’intromissione. Vorrei salutare mia figlia. >> Sentiamo dire alle nostre spalle. Si palesa mio suocero. Silvia ed io ci alziamo.
<< Papà, ciao! Sei da solo? >> Lo saluta Silvia.
<< Buongiorno Valentin. >> Lo saluto.
<< Ciao ragazzi. Sì, mangio un boccone in velocità per poter passare da casa a cambiarmi. Nel pomeriggio prenderò parte al funerale della moglie di un mio cliente. >> Ci spiega.
<< Si tratta per caso della signora Marquez? >> Domando. Lui annuisce.
<< Tutti noi prenderemo parte a quella cerimonia. La famiglia Marquez e la nostra sono vecchi amici. >> S’intromette mio padre, alzandosi in piedi per allungare la mano al padre di Silvia.
<< Daniele Valencia, e la mia signora Patrizia, molto piacere. >> Si presenta.
<< Valentin Duarte, il papà di Silvia. >> Si presenta mio suocero.
<< Perché Valentin non resta qui con noi? >> Lo invita mia zia Bea. << Sempre che per qualcuno non sia un problema! >> Aggiunge, ricordandosi che non è sola al tavolo! Ormai ha già avanzato l’invito, potremmo mai rifiutarci?
<< No, non c’è alcun problema. Ci scusi, sarebbe possibile aggiungere un coperto all’altro capo della tavola? >> Acconsente mio padre, domandando la cortesia a un cameriere il quale annuisce.
<< Grazie mille per l’invito. >> Ringrazia mio suocero. Sta per sedersi a capotavola ma sua figlia lo ferma.
<< Diego, scala di un posto e siediti a capotavola. E tu Giulio siediti al posto di Diego, così papà può sedersi accanto a me. >> Ci ordina Silvia. Quindi ci separiamo e mio suocero siede tra di noi. Vorrei capire cosa le ho fatto!
<< Valentin mi permetta di presentarle il resto della famiglia: le mie sorelle MariaBeatrice e Marcella e suo figlio Alexander, la sua fidanzata Olga. I miei generi e nuore: Diego, Massimiliano, Cèsar, Camilla. E per finire i miei figli: David, Michael, Giulia e… Isabella. >> Presenta mio padre. Sorride quando sul finale presenta Isabella come sua figlia! Lei gli sorride di rimando, leggermente in imbarazzo. Sorrido anche io così come David con il quale mi scambio uno sguardo.
<< Molto piacere. Sì, ho appreso la notizia questa mattina e devo dire che ho trovata assurda la coincidenza. L’amica storica di mia figlia è la sorella del suo fidanzato! E tutti loro si incontrato prima che si possa sapere della parentela, assurdo no? >> Interviene mio padre.
<< Così lei crede nel destino? >> Gli domanda Camilla.
<< Credo che ogni nostra scelta influenzi il corso della nostra vita, anche la più banale. Se Isabella non avesse preso quell’aereo non vi avrebbe mai conosciuto. >> Osserva mio suocero. Come sarebbero diverse le nostre vite oggi! Se lei non avesse preso quell’aereo non si sarebbe fidanzata con Diego e non avrebbe unito due famiglie che prima non si sopportavano!
<< La scelta di Isabella di prendere quell’aereo ha influenzato le vite di molte persone. >> Intervengo, per rendermi conto solo dopo di non averlo pensato ma detto a voce alta. Tutto il tavolo mi osserva.
<< Puoi ben dirlo Giulio. >> Conviene mio padre, facendo arrossire Isabella.
 
 
[Lena]
Mi scoppia la testa! A questi pranzi c’è sempre gente che discute!
<< Mi scusi, se non le è di troppo disturbo potrebbe portare a quel tavolo delle fette di limone? Sono ore che le abbiamo chieste! E se avesse anche un cachet! >> Intervengo, fermando un cameriere al bancone del bar.
<< Mi perdoni signorina. Come vede siamo oberati di clienti! >> Si giustifica il tale, prima di allontanarsi.
<< Che prendessero altro personale! >> Protesto quando nessun inserviente può sentirmi. Il tale seduto accanto a me al bancone ridacchia.
<< Qualcosa la fa divertire? >> Domando seccata.
<< Il servizio qui è scadente, vero? >> Mi domanda.
<< E’ un eufemismo? Sarà da un quarto d’ora che attendiamo tre semplici fettine di limone! >> Ribadisco.
<< Il tempo: che strano concetto! Prima erano ore e adesso 15 minuti! >> Esclama prendendosi gioco di me.
<< Erano modi di dire! >> Protesto, cercando giustificazioni.
<< Ad ogni modo farò presente queste lacune nel servizio al proprietario! >> Esclama. Vorrei morire! Sotterratemi!
<< Fammi indovinare: sei tu. >> Ipotizzo. Perché mi capitano sempre queste cose?!
<< No, è mio fratello. >> Mi rivela. Bhe, è andata meglio del previsto!
<< Dimmi, perché eri così sicura che fossi io? Ti capita spesso di fare queste magre figure? >> Mi domanda il tale.
<< Abbastanza. E tu che ruolo hai in questa attività? Ti assicuri che le grappe servite siano di qualità elevata? E’ da quando siamo arrivati che stai qui a bere. >> Gli domando.
<< E così mi hai osservato. Non dovresti fornire tante informazioni gratuite! >> Mi ammonisce. Accidenti a me!
<< Non ti stavo osservando! Ho solo notato che sei seduto qui a bere da tanto tempo. Bhe, vedo che hanno portato quel benedetto limone al tavolo. Arrivederci. >>
<< Arrivederci. >> Mi saluta, prima di alzarsi. Si abbottona la giacca, saluta il barman con un cenno della mano ed esce. Che tipo!
<< Lena, chi era quello? >> Mi domanda mamma, quando torno al tavolo.
<< Non lo so. Stavamo discutendo del servizio scadente di questo posto. >> Racconto, dicendo in qualche modo la verità!
<< Ricordati la promess… >> Inizia con la solita litania!
<< Sì mamma, niente più casini con i ragazzi! E’ solo un tizio con cui ho scambiato due parole mentre aspettavo che mi servissero e che non rivedrò mai più, non ci siamo mica scambiati il numero? Mi avete mandata voi al bar per sollecitarli a portarvi il vostro limone! >> Protesto.
<< Lena, i tuoi ci hanno detto che la prossima settimana hai l’esame di ammissione ai corsi di un’università online. Sei pronta? >> Mi domanda zia Betty. Lei, mia madre e Roberta mettono quelle benedette fette di limone nei rispettivi bicchieri d’acqua.
<< Sì, devo solo ripassare alcuni concetti di storia, e alcune date che non mi entrano in testa. L’esame sarà Martedì. >> Spiego.
<< Ma come funziona? E’ un esame online? Come fanno ad assicurarsi che non copi? >> Mi domanda Leonora.
<< No, l’esame si tiene presso L’Università di Santo Tomàs. Alcuni atenei sono convenzionati con le università telematiche per poter tenere gli esami. >> Spiego loro. 
 
 
 
[Isabella]
Non sono abituata ad essere al centro dell’attenzione. Mi sento avvampare dato che sono l’oggetto di questa conversazione! Tuttavia non posso non convenire con quanto detto dal padre di Silvia e da Giulio. E pensare che stavo per non salire su quell’aereo!
 
Aspettavo il mio turno in fila per fare il check-in, continuando a chiedermi se stessi prendendo la decisione giusta. Dopo la morte di colei che mi ha fatto da nonna e da mamma mi sentii come se tutto avesse perso di significato: il mio futuro, la mia relazione. La mia vita stessa. Avevo messo tutto in discussione riflettendo sul mio passato, sul fatto che lo avessi nascosto al ragazzo con sui stavo da anni, sui miei sentimenti verso di lui: erano davvero così profondi se non mi fidavo abbastanza da renderlo partecipe totalmente della mia vita? Evidentemente no, dato che il mio desiderio di partire era così forte! Quella sera ho capito le sue intenzioni per strada: non mi stava portando così distante per una semplice cena. Ne fui certa quando arrivammo nel ristorante dove ci siamo scambiati il primo bacio, durante la vacanza al mare post-diploma. Quello che lui non sapeva è io quella sera avevo già intenzione di lasciarlo per partire per la Colombia in cerca di verità. Anche se poi, per lungo tempo, mi è mancato il coraggio di cercarla. Persa nei miei ricordi, arrivò il mio turno e mi registrai. Dopo di che afferrai il mio bagaglio per poter passare sotto il metal detector. Venni destata dai pensieri circa gli avvenimenti di quella sera quando sentii delle persone lamentarsi.
<< Ma stia attento a dove va! >>  Urlò una donna.
<< Mi scusi, sto cercando la mia ragazza! >> Sentii rispondere, da una voce che conoscevo fin troppo bene. Mi voltai di colpo. Nonostante avessi rifiutato la sua proposta di nozze, lasciandolo e fuggendo dal ristorante, mi definiva ancora come la sua ragazza! Capire che stava soffrendo così per colpa mia mi sconvolse! Stavo sbagliando? Non avrei mai incontrato un altro ragazzo come lui!
<< ISA! >> Urlò, quando mi vide. Mi venne incontro.
<< Ti prego, non te ne andare! Possiamo parlarne. Possiamo risolvere tutto. >> Provò a trattenermi.
<< Io devo partire. Come potrei diventare tua moglie se non sto bene con me stessa? >> Gli chiesi. Come potevo stare bene con lui se il mio sonno era destano da continui incubi? Come avrei potuto lungo tutto il corso di una vita coniugale giustificare a mio marito il mio malessere? Dovevo colmare tutte le lacune circa il mio passato!
<< Vuoi dire che non è un “no” definitivo? Cambierai idea dopo questo viaggio? Io ti amo da impazzire! >> Mi implorò, prima di stringere le mie gote e baciarmi. Il suo viso era rigato dalle lacrime. Mi resi conto di aver sbagliato le parole.
<< Io vorrei solo che mi confidassi il motivo del tuo malessere! Io sono qui per te! >> Mi rammentò. Spostai dolcemente le sue mani dal mio viso.
<< Non posso, scusami. Io devo andare! >> Tagliai corto, afferrando il mio trolley.
<< MA PERCHE?! ISA! PERCHE’ NON MI SPIEGHI COS’E’ SUCCESSO? IO TI AMO! >> Lo sentii urlare mentre passai sotto al metal dector. Cercai di trattenere le lacrime. Mi resi conto in seguito di aver lasciato aperta una speranza per lui in quel momento e me ne pentii. Se fossi stata più dura avrebbe evitato di aspettarmi e di venirmi a cercare in Colombia. Ma se lo avessi fatto oggi non avrebbe mai conosciuto Giulia ed io non starei diventando zia! Ho aspettato a lungo seduta sulle sedie della sala d’aspetto. Il mio volo fu chiamato più e più volte prima che io mi decisi ad alzarmi per raggiungere il gate, che stava per essere chiuso.
 
<< Il tuo corpo è qui, ma la tua testa dove si trova? >> Mi domanda il mio ragazzo.
<< Quel giorno all’eroporto… Ho usato le parole sbagliate con te? Ti ho fatto credere che sarei tornata? Che sarei tornata sulla mia decisione? >> Domando a Massi, citando una conversazione che conosciamo solo io e lui.
<< Bhe… Sì. >> Ammette dopo un attimo di esitazione.
<< Quando sei piombato qui mi sono pentita di averlo fatto. Ti saresti evitata tanta pena. Ma se fossi stata più dura con te non saresti mai venuto qui e non avresti mai incontrato Giulia. >> Recrimino.
<< Come dicevo, anche la più piccola scelta influenza le nostre vite e quelle delle persone che ci stanno attorno. >> Interviene Valentin.
<< Ci pensate mai perché prendiamo una scelta anziché un’altra? Ci sarà una sorta di burattinaio che tira i nostri fili? >> Si domanda Silvia.
<< E il suddetto burattinaio ha in mano il disegno universale delle nostre vite, in base al quale decide che decisioni farci prendere? >> Ipotizza Camilla.
<< Come me al ballo dell’ultimo anno. Come mi hai fatto notare durante la proposta se mi fossi dichiarato allora magari dopo qualche mese ci saremmo lasciati, o peggio tu mi avresti respinto per i motivi che sappiamo e oggi non staremo per sposarci. Ed io non avrei desistito dal mio intento di dichiarami se quel Mr. Muscolo del cavolo non ti avesse baciato davanti a tutti… >> Inizia a raccontare David. Diego ed io ci guardiamo aggrottando le sopracciglia non capendo di cosa parlano! Cose da prossimi sposi, immagino!
<< Che al mercato mio padre comprò! >> Interviene Alexander, facendoci ridere.
<< Marce, ma di che stanno parlando? >> Domanda sotto voce (ma non abbastanza) la mia matrigna a mia zia.
<< Io non sto capendo mezza parola di tutto ciò! >> Aggiunge l’altra zia. Zia Marcella si porta una mano alla fronte. Papà ed io ci scambiamo un sorriso complice. Come può mia madre averci separati? Oggi saprei tutto di lui, se solo ci avesse permesso di vivere il nostro rapporto!
<< Ma se siamo governati da questo “burattinaio” dove finisce il libero arbitrio? >> Domanda Cèsar.
<< Ragazzi, ma quanto siete pesanti! Siamo qui per festeggiare non per scrivere un trattato sui misteri dell’universo, uffa! Io pensavo di bere e divertirci! >> Protesta zia Bea, versandosi dell’altro vino.
<< Giusto. Cosa ne dite di cambiare argomento? >> Conviene Valentin. Ma se è stato lui ad intavolare l’argomento! Bea solleva il calice e gli sorride prima di sorseggiare il suo vino.
 
 
[Patrizia]
<< Signor Valentin, magari la prossima volta potremmo organizzare una cena più ufficiale anche con la madre di Silvia, cosa ne pensa? >> Intervengo, dato che questo tale è il padre della mia neo-nuora. Di quella cena di cui si era parlato settimane fa non se n’è fatto più niente. Noto Giulio trattenere una risatina.
<< Volentieri. Tesoro, magari ci pensi tu a girarle l’invito, quando questa cena verrà organizzata? Dopo tutto vive oltre il tuo pianerottolo. >> Risponde Valentin, rivolgendosi alla figlia. Quindi il mio Giulietto vive accanto alla suocera? E mia figlia Giulia non vuole venire a vivere in villa, per lo meno fino alla fine del periodo di allattamento!
<< Quindi è sposato? >> Civetta Bea.
<< Bea. >> Sussurra a denti stretti Marcella.
<< Non più, la madre di Silvia ed io abbiamo divorziato molto tempo fa. >> Spiega il tale.
<< Ma perché non li invitate alla vostra festa di Domenica? Quale occasione migliore per conoscere i vostri consuoceri? >> Propone Bea, allungando un altro invito verso il tale.
<< Già che ci siamo invitiamolo anche alla prossima vacanza di famiglia, no? >> Borbotta mio marito.
<< Non è necessario. Avremmo modo di approfondire la conoscenza. >> Declina il tipo.
<< A noi farebbe piacere, vero caro? >> Domando verso mio marito, accarezzandogli la mano. E’ troppo scortese rimangiarsi l’invito!
<< Cara, ormai i tavoli sono definiti e il catering è stato organizzato per gli invitati già comunicati. Ma avremmo piacere se passaste per il dolce e il brindisi, dopo di che si terrà una bella festa con musica da ballo. >> Negozia mio marito.
<< In questo caso, sarò lieto di prendere parte alla festa. Grazie mille. >> Ringrazia educatamente. Mi sembra una persona ben educata!
<< Grazie Patrizia, grazie Daniele, estenderò l’invito a mia madre. >> Ringrazia Silvia.
<< Come minimo andrà in crisi mistica, cercando l’outfit adatto! >> Ridacchia Giulio, sortendo l’approvazione di suo suocero non che suo datore di lavoro.
<< Prevediamo di tagliare la torta verso le 18. >> Spiega mio marito, per dare loro un’indicazione sull’orario in cui presentarsi.
<< Avete depennato Camilla e Kristoff dalla lista degli ospiti? >> Ci domanda Marcella.
<< Giusto, dovremmo comunicare questo cambio di programma. >> Si appunta mentalmente mio marito.
<< Oddio, ma così la composizione dei tavoli va a farsi benedire. Dan, dovremo rifare tutto! >> Mi lamento. E’ stato un inferno quel compito!
<< Resteranno due posti vuoti, cosa può succedere? Anzi, i loro posti potrebbero prenderli Valentin e Alma, problema risolto! >> Esclama entusiasta mio marito. Bhe, non è una cattiva idea. Prendo due piccioni con una fava: mi levo dalle palle quella e suo marito alla festa del rinnovo delle mie promesse nuziali e non devo rifare tutto il tabellone dei tavoli!
<< Bhe, non dovete cacciare via due invitati per fare posto a me. >> Interviene Valentin, probabilmente sentendosi in imbarazzo.
<< Non si preoccupi, abbiamo dei rapporti non proprio idilliaci con questa coppia, quindi poco male se mancheranno! >> Esclamo, contenta di non avere quella tra i piedi anche in tale occasione.
<< Scusate se m’intrometto: ma se la stampa parlerà di tale evento non si chiederà come mai un’azionista di maggioranza manchi? E perché vi abbiano preso parte solo i figli? Proprio in questo momento. >> S’introduce nella conversazione Cèsar.
<< Papà, mamma, Cèsar ha ragione. Abbiamo appena venduto l’immagine della famiglia perfetta e dovremmo seguitare su questa linea. >> Gli da man forte nostro figlio non che il suo ragazzo. Mio marito alza gli occhi al cielo.
<< NO! Non ditemi che dovrò sopportare quel soggetto anche in quell’occasione! >> Si lamenta.
<< Dan, credo che i ragazzi abbiano ragione. A tutti noi toccherà farei dei sacrifici. A me toccherà rivedere mio marito, sperando che lui e Mario non si scannino! >> Esclama Marce, la quale si becca una mia occhiataccia.
<< No, Marce, te ne prego! Una rissa tra scimmioni alla mia festa di rinnovo delle promesse nuziali non la tollero! “Sperare” non è sufficiente. Sarà tua responsabilità chetarli! Ma guarda tè… oltre al mio autista dovrò sopportare anche quel buzzurro alla festa! >> Protesta Daniele. Il povero Valentin ci starà prendendo per pazzi!
<< Quindi? Sono invitato al pranzo o vengo alle 18? >> Domanda Valentin. Che vergogna! Oramai Diego sta ridendo senza ritegno, seguito a ruota da Isabella, David, Camilla, Michael, Cèsar, Giulio, Olga e Alex.
<< Per il dolce, papà. Non farci caso, sono un po’ pittoreschi ma sono simpatici! >> Mette una pezza sua figlia.
<< E’ che siamo in tremila. E ne manca una parte a questo pranzo. >> Osserva Giulio.
<< Ah. Tremila mi sembra riduttivo allora. >> Ridacchia Valentin.
<< Dai, forse non lo abbiamo spaventato! >> Esclama Marcella.
<< Già perché la nostra vita è diventata una comica! >> Chiosa Daniele.
<< Sì Valentin perché il fratello gemello di Diego, Lorenzo, si è fidanzato con la sorella di Olga, la fidanzata del nipote di Daniele Valencia. Il tutto si interseca intrecciando a noi anche le famiglie Mora e Mendoza! >> Cerca di spiegare Giulio.
<< Torniamo pure a filosofeggiare, prima che mi scoppi la testa! >> Esclama Marcella.
 
 
[Armando]
L’odio e la rivalità che Kristoff sente verso Daniele hanno raggiunto l’apice ieri sera. Camilla ha sposato lui, è con lui che ha costruito una famiglia e, prima che morisse, era anche riuscito a guadagnarsi la simpatia di mia madre. Perché diamine non sotterra questi sentimenti negativi una volta per tutte?
<< La tua ragazza come sta? >> Domando a mio nipote, mentre mescolo il caffè che ho appena zuccherato.
<< Ha la febbre alta, e un po’ di tosse. >> Ci spiega.
<< Quindi non parti! >> Esclama sua madre.
<< Non questa notte. Partiremo non appena si sarà ripresa. >> Annuncia Class. Suo padre sospira.
<< Diego mi ha appena massaggiato. Complimenti, siete ancora nella lista degli invitati dell’evento di Domenica! >> Annuncia mio figlio, rivolgendosi ai suoi zii. Mia moglie ed io ci guardiamo aggrottando le sopracciglia.
<< La vecchiaia lo sta rabbonendo? >> Chiosa Nicola.
<< Non ci giurerei. Semplicemente, la vostra assenza darebbe adito a pettegolezzi e attirerebbe troppo l’attenzione. >> Ci spiega Roberta. Mi sembrava strano!
<< Quindi dovremmo fargli un favore? >> Si domanda Kristoff.
<< Dovresti solo ringraziare dopo quello che hai combinato ieri! Preferiresti fare terra bruciata attorno a te e tua moglie?! >> Lo rimprovero.
<< Siamo molto grati a Patrizia e a Daniele. Sarà l’occasione adatta per passare del tempo con Camilla e David e cercare di farci perdonare! >> Esclama la mia più ragionevole sorella, dote che sta rivelando solo in questa storia dato che baciare Daniele non è stata una dimostrazione di ragionevolezza!
 
 
 
[Diego]
Il povero Valentin ci avrà presi per un ammasso di pazzi!
<< Mio fratello mi ha scritto che Kristoff ha giurato sulla sua famiglia di non essere lui la spia. >> Annuncio, mentre ripongo lo smartphone della tasca interna della giacca.
<< Povera famiglia allora! >> Chiosa pungente mio suocero.
<< Sarà stato il fantasma formaggino! >> Aggiunge sua moglie.
<< David, dove custodite i documenti che vi ho affidato? >> Domanda loro Daniele. Dopo l’esito del test del DNA ha affidato tutto a mia sorella e al suo fidanzato per evitare che Patrizia li trovasse casualmente in casa.
<< In una scatola sotto al letto, sotto a vari ricordi di coppia. >> Spiega Camilla.
<< In una scatola sotto il letto? >> Domanda incredulo Daniele.
<< Non possediamo una cassaforte. Chi mai frugherebbe sotto al nostro letto e perché? >> Spiega David.
<< Ma quella tizia tedesca non ha usato il vostro bagno privato ieri sera? >> Domanda Olga. Sì, lo ha fatto! E’ talmente strana che non mi stupirei se avesse ficcanasato!
<< Sì, ma non credo abbia ficcanasato, dai! >> Chiosa David.
<< Perché no? E’ stata al bagno un’eternità, credevamo ci fosse finita dentro! >> Esclama Cèsar.
<< SE COSì DOVESSE ESSERE LA SCUOIERO’ CON LE MIE MANI! GIRA CHE TI RIGIRA LA COLPA RICADE SU QUELLA FAMIGLIA! >> Si altera mio suocero. Per fortuna siamo in una saletta isolata!
<< Dan, non strillare così! >> Lo redarguisce sua moglie.
<< Non credo sia il caso che tu beva caffè. Facciamo a cambio e bevi il mio orzo. >> Propone Marcella. Patrizia fa il passamano per scambiare le tazzine.
<< Lo sapete che mi fa vomitare l’orzo! >> Si lagna Daniele.
<< Non possiamo certo andare da quella ragazza e accusarla di aver ficcato il naso. >> Interviene la mia fragolina. Non si è ancora resa conto di quello che ha detto questa mattina per telefono! Io ho taciuto fino ad ora per vedere se lo avrebbe chiamato di nuovo così, e neanche Daniele ha affrontato l’argomento.
<< Facciamo così: appena arriviamo a casa guardiamo se la scatola è sotto sopra, o se c’è qualcosa di anomalo, e vi mandiamo un messaggio, ok? Se dovessimo trovare qualcosa di anomalo propongo di parlarne prima con Class così potrà indagare. Che ne dite? >> Propone razionalmente David. Il piano viene approvato.
 
 
 
[Camilla]
Se quella tizia ha davvero ficcanasato allora è davvero una squinternata! La prima cosa che facciamo una volta esserci tolti i cappotti è precipitarci in camera da letto. David si china quindi estrae la scatola che appoggia sul letto.
<< La cartellina è qui e c’è tutto. >> Osservo.
<< Bhe, magari avrà fatto delle foto? >> Ipotizza David. Aggrotto le sopracciglia quando mi rendo conto di delle anomalie.
<< Tesoro, cosa c’è? >> Mi domanda.
<< I biglietti del cinema sono tutti incasinati. Erano in questa busta, in ordine di data. Sai quanto sono precisa e ordinata! E queste polaroid erano in questa busta! >> Esclamo.
<< Non potrebbero essere scivolate fuori? >> Mi domanda.
<< No, non era mai successo. Ella ha davvero ficcanasato! E adesso chi lo dice a tuo padre? >> Mi domando scuotendo la testa. Ma come si permette?! Era ospite in questa casa! David estrae il telefonino per aggiornare tutti, come promesso. Io rimetto tutto in ordine e con foga chiudo il tappo della scatola.
<< COME SI E’ PERMESSA DI TOCCARE LE NOSTRE COSE?! >> Esplodo.
<< Mi fai paura quando hai queste uscite, che sono più roba da tuo padre o Lorenzo! Perché sarà una maleducata, amore! Solo un villano metterebbe mani nelle cose altrui mentre è ospite a casa loro! >> Esclama il mio amore. Meglio per lei se non mi capita sotto mano!
 
 
[Paola]
<< Come sarebbe a dire che non vieni? >> Le domando, dopo essere entrata in camera sua trovando lei ancora in tuta e il piccolo disteso sulla moquette, anch’esso in tuta, a disegnare.
<< Non vengo, dopo tutto siete voi a conoscere meglio quella famiglia. >> Adduce come scusa.
<< Scusa ti sei dimenticata che andavamo nella stessa scuola? Adelina ed io eravamo in classe insieme, tu e Angelina eravate nella stessa squadra di cheedleader e hai conosciuto sua madre durante le riunioni che si tenevano a casa loro. Anche tu conosci la famiglia! >> Le faccio notare. Ma che le prende?
<< Tesoro, non sei ancora pronta? Bisogna anche vestire il bambino. Vieni qui amore di nonno. >> Interviene mio padre, ponendo a mia sorella la medesima domanda. Prende in braccio nostro nipote e lo mette in piedi sul letto per cominciare a spogliarlo.
<< E va bene, verrò. >> Sbuffa Maria, come se stessimo andando a partecipare a un noioso party! E’ il funerale di una donna che abbiamo conosciuto! Sto per ribattere quando suonano alla porta e mi dirigo verso di essa. Maria apre l’armadio per scegliere cosa indossare.
<< Se non hai niente di adatto, attingi pure dal mio guardaroba. >> Le indico, prima di abbandonare definitivamente la stanza.
<< Signora, buongiorno. I suoi famigliari si stanno preparando. >> Sento dire dalla domestica che ha aperto la porta.
<< Buongiorno Carlita. >> Le augura mia madre con la sua solita aria altezzosa che ha sempre esibito con il personale di servizio, come se fossero pezze da piedi! Le scaraventa addosso la sua pelliccia. Carlita mi guarda e le lancio uno sguardo di incoraggiamento quindi si allontana con il manto.
<< Cosa sei venuta a fare qui? Ci saremmo incontrati al club! >> Esclamo al quanto contrariata dal vederla lì.
<< Il club non mi sembra il luogo più adatto per parlare! Tuo padre? >> Esclama di rimando per poi chiedere dove sia papà.
<< PAOLA, CERCO QUALCOSA NEL TUO ARMADIO! >> Sento che strilla Maria dal piano di sotto.
<< Va bene! >>  Le rispondo con un tono di voce meno acuto.
<< Ma tua sorella è qui? Quando è arrivata? Non mi avvisate? Insomma, siete ancora le mie figlie! >> Esclama indispettita.
<< LE TUE FIGLIE?! UNA MADRE NON MI AVREBBE MESSA NEI CASINI! UNA MADRE MI AVREBBE CONSOLATA E SCORAGGIATA DAI MIEI PROPOSITI DI VENDETTA DETTATI DALLA RABBIA DEL MOMENTO, NON LI AVREBBE INCORAGGIATI COME SE FOSSE UNA QUESTIONE PERSONALE! IL TUO ISITINTO MATERNO DEVI AVERLO SMARRITO QUANTO CI HAI MESSE AL MONDO! >> Strillo. La lite viene interrotta sul nascere da mio nipote che saltella giù per la scale strillando “nonna”.
<< Ciao piccolo tesoro mio! >> Lo saluta mia madre, chinandosi. Lo sbaciucchia tutto.
<< Osvaldo. >> Lo saluta mamma.
<< MariaPaola. Io mi faccio un altro caffè, avvisatemi quando siamo pronti per uscire. >> Si congeda da noi papà. Non vuole avere a che fare con lei e non lo biasimo!
<< Non ci provare! >> Esclamo digrignando i denti, quando mi rendo conto che lo vuole seguire. Le afferro un polso.
<< Nonnina, ho fatto un disegno per te. Ma perché non vivi più qui? >> Le domanda Tommy. Piego la testa di lato e sul mio viso spunta un sorrisetto di sfida.
<< Sì mamma, perché non spieghi a tuo nipote di quattro anni come mai non vivi più sotto lo stesso tetto di tuo marito? >> La sfido. Mi lancia uno sguardo torvo.
<< Paola, non mi sembra il caso. >> Borbotta sotto voce.
<< Il nonno e la nonna hanno litigato, cose da adulti! >> Minimizza, quando mia sorella scende la scale. Ha scelto un tubino grigio con annessa giacca.
<< Mamma. Che sorpresa sgradita. >> Commenta Maria. Mamma incassa senza replicare.
<< Prima o poi mi dovrete ascoltare. Vi debbo spiegare com’è nata la relazione tra me e Marcus! >> Esclama. Al solo pensiero mi viene da vomitare!
<< No, grazie. Non vorrei sviluppare patologie digestive. Papà, possiamo andare! >> Esclamo, cercando di attirare la sua attenzione.
<< Chi viene in auto con me? >> Domanda. Le lancio un’occhiataccia.
<< Mamma, andiamo con la nonna così racconto anche a lei quanto sono stato bravo con la verifica di disegno! >> La prega mio nipote, tirandole la manica del cappotto.
<< Non possiamo cucciolo, abbiamo già montato il seggiolone nell’auto di nonno e ci vuole troppo tempo per spostarlo. >> Adduce come scusa.
 
 
 
[Gonzalo]
<< MA PORCA MISERIA! >> Impreco quando, per l’ennesima volta, mi impappino. Il mio strillo attira l’attenzione di mio fratello che si affaccia nella mia ex stanza nella tenuta di famiglia.
<< Cosa c’è, ti sei dimenticato come si fa il nodo alla cravatta? >> Mi domanda scuotendo il capo. Afferra i lembi della cravatta nera per farmi lui stesso il nodo. Chissà se gli somiglia? Mi domando, osservando mio fratello maggiore. Spero che non le venga in mente di presenziare al funerale, soprattutto che non vi prenda parte assieme al bambino!
<< Ecco fatto. Mi sembri nervosetto! >> Constata.
<< Sì, sono nervoso perché l’uomo che disgraziatamente ci ritroviamo come padre sta per venire qui, e ci toccherà andare a quella cerimonia tutti insieme fingendoci una famiglia! >> Mi lamento. Almeno noi un padre l’abbiamo avuto. No, Gonzalo! E’ tardi per farsi venire i rimorsi di coscienza! Cinque anni fa ho agito così e non posso più cambiare le cose!
 
Era arrivata la sera dell’ultima cena di famiglia con mio fratello e Angelina come fidanzati, dal giorno seguente sarebbero stati marito e moglie. Mio padre, allegro e già bevuto, così come il suo consuocero, propose l’ennesimo brindisi.
<< Un ulteriore brindisi ai nostri ragazzi, e a questo matrimonio che è il coronamento di un sogno! Auguri figlioli! >> Esclamò mio padre. Si elevò un coro di auguri. I due sposi di guardavano con gli occhi a cuoricino, cosa che avevano sempre fatto da anni, da quando si erano messi insieme da adolescenti. Per poco non mi strozzai con il vino quando Adelina, seduta accanto a me, mi accarezzò l’interno coscia senza essere vista.
<< Sei impaziente? >> Le sussurrai sorridendo. Lei ammiccò. Poco dopo mi strozzai veramente con la bevanda giallognola quando scorsi, attraverso le porte della sala del club socchiuse, il maitre discutere, per fortuna sotto voce, con Maria. Cosa cazzo ci faceva lì?!
<< Gonzalo, stai attento caro! >> Esclamò mia madre.
<< Accidenti mi sono sporcato la camicia. Dovrei averne una di ricambio nel mio armadietto, torno subito, scusate! >> Mi scusai, alzandomi, fingendo di dovermi cambiare. (Certo, avrei fatto anche quello.) Aprendo le porte per uscire dalla sala mi assicurai che i commensali non si potessero accorgere della scena che si stava consumando a pochi passi da loro.
<< Signorino Torres, stavo spiegando alla signorina Ribeiro che non è possibile parlare con suo fratello al momento! >> Mi illustrò il maitre.
<< La ringrazio, penso io ora alla signorina! Vieni! >> Le ordinai, trascinandola per un braccio negli spogliatoi maschili.
<< MI FAI MALE! >> Strillò ormai lontana da orecchie indiscrete. Quella ragazza era diventata una specie di stalker da quando, due mesi prima al suo addio al celibato, mio fratello ci era finito a letto! Il suo unico momento di defaillance gli era costato caro, e la colpa era in parte mia e di tutte le baggianate che gli avevo detto, fuorviandolo. Me ne sarei pentito amaramente da lì a pochi minuti!
<< Stai esagerando, Maria! Mio fratello è stato chiaro: per lui sei stata solo un’avventura! Sai da quanto aspettano questo giorno mio fratello e Angelina?! >> Le rammentai.
<< Sì, lo so! Da quando erano ragazzini, sono stanca morta di sentire questa litania! >> Esclamò, cercando di uscire da lì. La trattenni.
<< Dove pensi di andare?! >> Tuonai.
<< A prendermi ciò che mi spetta: il ruolo di Signora Torres! >> Esclamò senza alcun ritegno. Scossi il capo esterrefatto.
<< A te serve un TSO! Sei una pazza! Non puoi fare tutta questa storia perché un tale con cui hai avuto un’avventura non ti vuole! >> Sbottai.
<< Bene, io mi farò da parte ma spetterà a te tra qualche anno, quando sarà in grado di comprendere certe cose, spiegare a tuo nipote perché il suo papà non gli rimbocca le coperte ogni sera! >> Esclamò.
<< Ma di che accidenti stai parlando? >> Chiesi ad un passo da una risata isterica nell’ascoltare certe invenzioni!
<< Sono incinta, Gonzalo! Incinta di tuo fratello! >> Annunciò.
<< Te lo stai inventando! >> L’accusai.
<< Se non ci credi guarda qui! >> Rispose, passandomi il suo smartphone dal quale lessi le mails che aveva scambiato con la segreteria di uno studio medico e i seguenti esiti. Fui costretto a sedermi. Mi passai le mani in viso. Cosa cazzo avevo combinato? Quando ho “convinto” mio fratello a un’ultima, e unica follia per lui, prima di sposarsi e promettere fedeltà, non credevo che sarebbe finita così!
<< Non crescerò questo figlio con i miei soli mezzi! >> Tuonò, interrompendo il flusso dei miei pensieri.
<< Perciò è questo: una questione di mezzi? Se le cose stanno così mio fratello non dovrà mai sapere di questo bambino! Ti darò io ciò di cui hai bisogno. A patto che tu dica che non sai chi sia il padre di questo bambino e che lasci la città. Anzi, ancora meglio, prima la lascerai la città e poi, dopo un adeguato periodo, dirai di essere rimasta incinta lì, dovunque andrai. >> Proposi colto da una folgorazione.
<< Se andassi da tuo fratello a dire tutto otterrei la stessa cosa: un assegno di mantenimento! >> Osservò.
<< Rovinando il suo matrimonio. Una cosa inutile dato che è evidente che non ti interessa farti sposare ma solo farti mantenere. Questo lo posso fare anch’io! Accettando la mia proposta ti risparmieresti l’umiliazione pubblica di essere rifiutata da Sebastian Torres! >> Le feci notare.
<< Bene, se è questa la tua offerta l’accetto. Ma sappi che non mi accontenterò di qualche spicciolo e dovrai comprarmi una casa, o dove andremo a vivere? Saremmo costretti a chiedere un letto bussando alla porta della villa sontuosa dove andranno a vivere tuo fratello e sua moglie! >> Mi ricattò, accarezzandosi la pancia. Che serpe!
<< Ti comprerò un castello ma adesso sparisci! >> La invitai, sospingendola verso la porta di servizio.
<< Un’ultima cosa: a chi lo hai detto? >> Le domandai.
<< A nessuno. Nemmeno alla mia famiglia. >> Rispose. Non seppi se crederle.
<< E’ vero! >> Esclamò leggendomi in faccia i miei dubbi.
<< Brava. Perché la versione che abbiamo concordato dovrai propinarla anche alla tua famiglia. >> Le feci notare.
<< Cosa? Neanche a loro posso dire chi è il vero padre di mio figlio? >> Mi domandò come se non fosse ovvio.
<< Prendere o lasciare! Questa faccenda e conseguente accordo dovremmo portarceli nella tomba. Se vengo a sapere che lo hai detto a qualcuno dovrai cercarti un lavoro per sopravvivere! >> La ricattai nuovamente, minacciandola di toglierle la rendita di cui avrebbe vissuto.
<< Gli sai condurre proprio bene gli affari. >> Concluse, prima di abbandonare lo spogliatoio tramite la porta di servizio tagliafuoco. Mi sedetti ancora incredulo. La cosa più triste sarebbe stata che quel bambino avrebbe vissuto con una madre che aveva barattato l’affetto di un padre per una rendita mensile, ma cos’altro potevo fare? Avrei rovinato quel matrimonio che mio fratello aveva tanto sognato solo perché lo avevo fuorviato mentre era ubriaco. Sebastian si sentiva già abbastanza in colpa per quell’avventura e ci eravamo promessi vicendevolmente che nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza dell’episodio.
<< Gonzalo, ma quanto ci metti? >> Mi chiese Adelina, la mia futura cognata, entrando nella stanza. Non mi diede il tempo di rispondere poiché mi allacciò le braccia al collo e mi baciò appassionatamente.
<< La serratura del mio armadietto ha qualche problema, non si apriva. Mi sono seduto un attimo per riprendermi, credo di aver bevuto troppo. >> Mentii, per giustificare il mio ritardo.
<< L’avevo capito visto che ti sei versato addosso quel pregiato Sauvignon! Comunque in sala sono tutti distratti, mia sorella ha preparato una sorpresa per Sebastian proiettando un filmato con tutti i momenti più belli della loro relazione! >> Esclamò, alludendo al fatto che nessuno si sarebbe accorto della nostra assenza, iniziando a baciare il mio collo.
<< Ma certe sorprese non andrebbero fatte alla festa di nozze? >> Obbiettai. Adelina mi tappò la bocca baciandomi. Una distrazione mi serviva proprio!
 
Vengo destato dai miei pensieri quando sentiamo il campanello suonare perciò anche la conversazione con mio fratello s’interrompe. Traggo un profondo sospiro. Dalla balaustra ci accorgiamo che è stata Angelina ad aprire la porta e che i due si stanno abbracciando.
<< Ragazzi. >> Ci saluta nostro padre.
<< Ciao. >> Rispondiamo noi in modo abbastanza freddo. Sebastian aiuta sua moglie ad infilare il cappotto dopo di che indossa gli occhiali da sole per nascondere gli occhi segnati dal dolore.
<< Ciao Helena. >>  La saluta papà rivolgendole anche un sorrisetto. Traggo un altro sospiro, cercando di trattenermi dallo sbatterlo al muro, mentre mi metto il cappotto. Cosa vorrebbe che restassero anche amici?
<< Buongiorno. Siete pronti? >> Ci domanda mamma, mentre termina la vestizione indossando il cappotto nero.
<< Sì, se siete d’accordo posso guidare io. >> Si offre Marcus.
<< No, grazie. Andremo lì separatamente, sarà già abbastanza una profonda afflizione dover fingere di essere uniti a quella cerimonia. Tra l’altro non capisco perché tua sia venuto qui, potevi andare direttamente lì e attenderci nel parcheggio. Mamma, Seba e Angie verranno in auto con me. >> Sentenzio, procedendo verso la mia auto.
 
 
[Marcus]
I miei figli e quelli di MariaPaola dovrebbero conoscere tutti i fatti, prima di poter giudicare il mio rapporto con MariaPaola. Dovrebbero sapere quale bugia è stata capace di dire Helena per legarmi a sé! Quella sua bugia ha causato dolore a due persone che erano legate da un sentimento profondo, mandando in frantumi i loro progetti.
 
Rimase seduta sulle mie gambe a lungo, dopo aver fatto l’amore in macchina. Già: dovevamo nasconderci come due amanti perché io ero fidanzato con un’altra donna, la figlia dei più cari amici dei miei genitori. Questo fidanzamento era stato deciso ancora prima che nascessimo, secondo me!
<< A cosa pensi? >> Le domandai, accarezzando le punte dei suoi stupendi capelli. Facendolo le nocche delle mie mani sfioravano la sua schiena vellutata.
<< Quello che abbiamo in mente causerà sofferenza a molte persone. Helena è mia amica, come posso non sentirmi in colpa? >> Mi domandò. Anche io mi ci sentivo, ma non era più giusto assecondare miei genitori se sposare Helena non era ciò che volevo.
<< Helena un giorno se ne farà una ragione. Capirà che è stato meglio non aver sposato un uomo che era innamorato di un’altra e che l’avrebbe sposata solo per obbligo. >> Le feci notare, mentre giocava con i peli del mio petto.
<< Oddio, non oso immaginare la reazione di mia madre… Rinunciare al college e scappare con un ragazzo che avrebbe un piede sull’altare… impazzirà! >> Osservò sorridendo, sdrammatizzando. Mi rilassai. Per un momento avevo temuto che ci avesse ripensato!
<< Sì, io ho un piede sull’altare ma la sposa sei tu! >> Le ricordai, prima di baciarla. Il suo seno e i suoi capezzoli turgidi sfiorarono in mio petto quando l’attirai a me e questo mi fece provare un brivido di piacere.
<< Allora, fra tre giorni ci incontreremo all’aeroporto. Ricordati: il volo è il numero 476 dell’Oceanic! >>  Le rammentai.
<< Ci sarò. E fra quattro giorni saremo sposati! >> Esclamò, prima di baciarmi. Non vedevo l’ora di legarmi a lei per sempre!
 
 
Le sorrido quando, accompagnata dalla sua famiglia compreso suo marito, la vedo avvicinarsi all’entrata del club. Mi dispiace per aver rovinato anche la vita di Osvaldo, il quale si è ritrovato ad essere una vittima delle macchinazioni di Helena. Se lei non avesse separato me e MariaPaola lui non l’avrebbe mai sposata, non ritrovandosi oggi con il cuore infranto. Mi dispiace per lui perché io so cosa significa avere il cuore infranto!
<< Buongiorno. >> Saluto rivolgendomi a tutti.
<< Buongiorno. >> Salutando tutti di rimando.
<< Ciao Marcus. >> Mi saluta MariaPaola. Le sorrido.
<< Pietà, risparmiateci il bacio. Il mio stomaco non reggerebbe! >> Commenta pungente Paola.
<< Gonzalo non c’è? >> Domanda Osvaldo senza neanche guardarmi negli occhi.
<< I miei figli ed Helena arriveranno con un’altra auto. >> Spiego loro.
<< Scusate, io entro. Magari Maria ha bisogno di aiuto in bagno con Tommy. Vieni papà? >> Si congeda da noi Paola, portandosi dietro anche suo padre il quale acconsente e la segue. Restiamo soli. E’ una tortura non poterla abbracciare e baciare! Ma no posso certo trasformare questo funerale in motivo di scandalo.
<< I documenti del divorzio sono in mano agli avvocati, tra poco sarò libero. >> La rincuoro.
<< Io non sono ancora riuscita a presentarli a mio marito, dato che non ho avuto occasione di avvicinarlo prima di oggi. Vorrei concedergli del tempo per sbollire la rabbia. >> Mi spiega.
<< Ti capisco benissimo e mi dispiace molto per tuo marito. Dovremmo pazientare ancora un po’! >> Ne convengo.
 
 
 
[Isabella]
Da oggi in poi la mia vita sarà così: parteciperò ad innumerevoli serate mondane e occasioni più tristi come quella di oggi, con molte personalità di spicco che mi guarderanno dall’alto in basso, pensando che io sia un’arrampicatrice sociale! Dovrò pagare questo scotto per aver trovato il mio vero padre e i miei fratelli.
<< Non te ne sei ancora resa conto, vero? >> Mi domanda Diego, guidando alla volta del circolo dove si terrà la cerimonia.
<< Di cosa? >> Gli domando. Abbozza un sorriso.
<< Stamattina, quando hai risposto al telefono a tuo padre…. >> Introduce. Non lo capisco! Lo fisso strizzando gli occhi e aspettando che continui.
<< Lo hai chiamato papà! >> Esclama. Strabuzzo gli occhi. L’ho fatto veramente? E lui se ne sarà accorto?
<< Non è vero! >> Ribatto. Come posso averlo chiamato così e non essermene resa conto.
<< Sì, hai detto “pronto papà”! Te lo giuro. Ti sarà venuto spontaneo! Senza rendertene conto hai superato quel blocco. >> Ipotizza. Mi porto una mano alla bocca.
<< E lui se ne sarà accorto? >> Mi domando.
<< Amore mio, immagino proprio di sì. >> Mi risponde.
<< E magari oggi si aspettava il medesimo trattamento, invece l’ho sempre chiamato per nome. Oddio, che figura, ci sarà rimasto malissimo! >> Esclamo vergognandomi. Diego mi accarezza la gamba.
<< Tesoro, credo che capirà. Non te lo avrà fatto notare per non metterti troppa pressione. >> Ipotizza il mio amore. Ha fatto finta di niente solo per non mettermi in imbarazzo!
<< Gli devo una spiegazione. >> Mi riprometto.
<< Bhe, guarda, lui e Patrizia hanno appena parcheggiato. Ci sono anche David e Camilla. >> Osserva Diego, parcheggiando. Osserviamo in quattro che iniziano a parlare.
<< Perciò abbiamo trovato la spia. >> Esordisce Diego, mentre ci avviciniamo al gruppo.
<< A quanto pare. Meglio per lei che abbia una malattia grave! >> Esclama alterato Daniele. Sopraggiungono i miei suoceri, Marcella e Mariabeatrice quindi cominciano i saluti di rito.
<< Di cosa parlavate? >> Ci domanda mio suocero.
<< Papà, forse abbiamo un colpevole. Teniamo custodito il test del DNA in una scatola sotto al letto dove conserviamo anche ricordi di coppia ovvero biglietti del cinema, foto, etc., e oggi abbiamo trovato il contenuto sotto sopra. A noi viene in mente una sola persona che possa aver ficcato il naso nella nostra stanza! >> Inizia ad esporre mia cognata.
<< Scommetto che è la stessa persona che è sparita in bagno per un’eternità! >> Chiosa mio suocero. Annuiamo.
<< E’ solo un’ipotesi. >> Si appresta a chiarire David.
<< Un’ipotesi più che plausibile. >> Chiosa mio padre.
<< Ne parlerò con Kristoff e Camilla, non appena arriveranno. Tuo zio è molto dispiaciuto. >> Precisa mio suocero verso Camilla.
<< Cosa dovrei fare? Indire un’altra cena di fidanzamento perché lui l’ha rovinata? >> Domanda Camilla ancora in collera.
<< Era davvero dispiaciuto per avervi deluso. >> Chiosa mia suocera, accarezzando la schiena a mia figlia.
<< Parlane pure a tua sorella e a suo marito, ma preferiremmo che non facessero nulla. Bisogna agire nel modo giusto: magari Class potrebbe indagare discretamente sbirciando nel suo cellulare, adesso che è ammalata e presumibilmente dormirà spesso. Se dovesse essere vittima di una scenata in pieno stile Kristoff potrebbe cancellare eventuali prove! Pensiamo che abbia fotografato il test del DNA. >> Lo consiglia David.
<< Ebbene, agiremo così. Per ora ne parleremo solo a Class. Non garantisco  che Kristoff si comporterebbe con discrezione, dopo essere stato il primo accusato di tale azione! >> Risponde mio suocero. 
<< Scusami, io dovrei parlarti in privato. >> Mi faccio avanti dopo aver ascoltato timidamente questo scambio di battute.
<< Certo. Tesoro, iniziate ad andare e prendere posto, vi raggiungiamo subito. >> La prega mio padre. Patrizia posa sulle sua labbra un casto bacio prima di allontanarsi con gli altri.
<< Ti amo. >> Mi sussurra Diego dopo avermi baciato prima di seguire il gruppetto.
<< Ti amo anch’io. >> Gli ricordo. Restiamo soli ma non trovo le parole adatte!
<< Scusa! >> Esordisco.
<< Di cosa ti stai scusando? >> Mi domanda perplesso.
<< Per questa mattina. Tu ti aspettavi qualcos’altro, qualcosa che non c’è stato. E’ che al telefono mi è praticamente sfuggito, mi è venuto talmente spontaneo che non me ne sono accorta, fino a che non me lo ha fatto notare Diego. Mi dispiace di averti deluso. >> Borbotto sul finale, chinando il capo. La sua mano lambisce la mia guancia e mi viene il batticuore.
<< Non mi hai deluso. Immaginavo che non te ne fossi resa conto e volevo concederti i tuoi spazi. E’ tutto apposto. >> Mi rassicura. Una lacrima sfugge al mio controllo.
<< Perché piangi adesso? >> Mi domanda. Per lo meno non attirerò l’attenzione così. Dato che è funerale si presume che le lacrime siano all’ordine del giorno.
<< E’ che sono arrabbiata con mia madre. Vorrei capire perché ci ha tenuti separati? E perché mi ha detto tutte quelle brutte cose su di te? >> Mi domando in preda ad uno sfogo. Papà mi guarda con compassione.
<< Non lo so. E ora come ora non potrei neanche pensare di chiederglielo, arrabbiato come sono. Oltretutto, cosa ce ne importa? Qualsiasi siano state le sue ragioni non hanno più importanza dato che ha fallito nel suo intento! Tu hai un cuore troppo generoso per farlo e non mi sento di chiederti di dimenticarla perché è pur sempre la donna che ti ha dato la vita, ma a me non importa più nulla di lei, specialmente dopo aver scoperto che mi ha tolto una figlia! >> Esclama.
<< Ti voglio bene, papà! >> Gli confesso. Mi accompagna dolcemente verso di lui e poso la testa al suo petto. Sento qualcosa di umido colpirmi all’altezza dell’orecchio destro. Per la seconda volta mi sento al sicuro.
 
 
[Patrizia]
Il resto di questa famiglia allargata appena nata ci ha raggiunti e tutti assieme osserviamo la scena e non siamo gli unici: parecchie persone, passando accanto a loro, hanno rallentato il passo, guardandoli e sussurrando. Per poi passarmi accanto a salutarmi con un timido “Salve Signora Valencia”.
Sento una strana sensazione allo stomaco osservando tale scena. Poche volte, nel corso del nostro matrimonio, Daniele si è lasciato andare a tali dimostrazioni d’affetto verso i miei e i suoi figli. Con un unghia tormento l’impugnatura della borsetta.
<< Che carini! >> Chiosa Bea, commossa.
<< Non devi provare nervosismo. Cerca di capire la situazione: Isabella è una figlia che ha appena ritrovato, e si sente in colpa per non averla cresciuta e protetta! >> Mi fa notare Marcella. Come farei senza di lei?
<< Capisco molto bene il senso di colpa, Marce. >> Rispondo, osservando Roberta, la quale fa altrettanto con me prima di distogliere lo sguardo e proseguire nel cammino verso l’entrata, accompagnata dal suo ragazzo e dai suoi genitori.
 << Scusate, vorrei parlarvi se possibile. >> Sentiamo mio marito, che mi ha raggiunta, ed io mentre procediamo verso i membri della famiglia Marquez-Torres pronti a ricevere le condoglianze. Che faccia tosta!
<< A proposito dei tuoi problemi mentali? Ti sembro uno strizzacervelli? >> Risponde mordace mio marito.
<< Vorrei scusarmi per quanto accaduto ieri sera. Ho frainteso. >> Interviene a mo di giustificazione, anche se gli abbiamo fatto capire chiaramente che non eravamo interessati a quanto voleva dirci!
<< Io avrei una domanda. Perché cel’hai tanto con mio marito?! >> Domando a Kristoff. Se è passata a Daniele che in questa storia fu quello mollato, perché deve avercela lui?
<< Io ho solo commesso un grave errore di valutazione, non ho niente contro tuo marito, Patrizia. >> Mi risponde, dopo un attimo di esitazione. Daniele ed io ci scambiamo uno sguardo.
<< Non vedo perché dovresti. >> Interviene mio marito.
<< Volevo inoltre assicurarvi che non ho fatto io la spia. Non so chi possa essere stato! >> Si appresta a giustificarsi.
<< Il colpevole salterà fuori. >> Taglia corto mio marito.
<< E grazie per non aver ritirato il vostro invito per l’evento di Domenica. >> Aggiunge? C’è altro?! Daniele alza gli occhi al cielo.
 

[Gonzalo]
Prosegue la sequela di condoglianze verso il suocero di mio fratello, quest’ultimo, mia cognata ed il resto della famiglia, quando la vedo accedere alla sala della cerimonia funebre, in compagnia di suo padre. Non vedo il broccolo con cui si è fidanzata però! Quando si accorge della mia presenza i nostri sguardi s’incrociano. Le vorrei sorridere ma non mi sembra appropriato con mio fratello e la famiglia di sua moglie a pochi passi da me! Il padre di Paola la invita a mettersi in fila, dopo avermi lanciato uno sguardo che non interpreto, e la perdo di vista. La mia attenzione viene nuovamente catturata dalla porta d’entrata quando vedo arrivare la sorella di Paola la quale non è sola. Ha portato anche il bambino! Perché diavolo è venuta, sapendo che sarebbe stato presente anche mio fratello?
<< Sapevi che ci sarebbe stata anche lei? >> Mi domanda mio fratello sotto voce. E’ la prima volta che vedo il pargolo: assomiglia troppo a mio padre e anche un po’ a mio fratello! E’ pazza a portarlo qui, mi sembrava di essere stato chiaro con lei 5 anni fa!
<< No, ma non temere. Non si metterà certo a fare della scenate. >> Ha troppo da perdere!
<< Non temo una scenata. Si è rifatta una vita e ha avuto un figlio da un altro, non temo che mi tedi ancora. >> Mi risponde, disseppellendo l’argomento per la prima volta in tanti anni. Perso nei miei ricordi e parlando con mio fratello non mi accorgo che è giunto il turno di Paola e di suo padre quanto a condoglianze. La osservo stringere la mano a Giullermo, i suoi figli, mio fratello, quel demente di mio padre ed a mia madre. Stessa cosa fa suo padre. Io sono l’ultimo della fila. I nostri occhi s’intrecciando quando mi giunge di fronte. Osservo suo padre mentre quasi ignora il mio, limitandosi a un contrito “condoglianze” senza neanche guardarlo in faccia. E’ più prolisso con mia madre dato che accompagna la parola di circostanza con un abbraccio: stretta non solo confortante per la perdita avvenuta ma anche per la situazione che stanno vivendo nel privato!
<< Ciao. >> La saluto.
<< Ciao. >> Mi risponde di rimando.
<< Mi dispiace per quanto successo. Condoglianze. >> Afferma sbrigativa allungando la mano. La vorrei abbracciare ma mi toccherà accontentarmi! Afferro la mano ma lei immediatamente dopo ritira la sua.
<< Ciao Gonzalo. Condoglianze. >> Mi rivolge suo padre.
<< Grazie, Osvaldo. Grazie di essere qui. >> Mi risponde. I due si allontanano velocemente dato che ci sono ancora tante persone che devono farci le condoglianze. Paola e suo padre prendono posto. Arriva il turno di Maria e di sua madre.
<< Condoglianze vivissime! >> Esclama senza neanche salutarlo quando giunge di fronte a mio fratello.
<< Grazie mille. >> Risponde lui breve, prima di buttare uno sguardo in basso verso il pargolo.
<< Condoglianze. La mamma mi ha detto di dirti così! >> Interviene il piccolo. Mi sento morire! E’ la loro prima interazione! Mi si apre una crepa al centro del petto come se mi rendessi conto solo ora di aver privato mio fratello di un figlio e un bimbo del suo papà!
<< Scusate! >> Mi congedo, non riuscendo ad assistere a tale spettacolo restando freddo. Raggiungo l’esterno del club spostandomi il più lontano possibile. Mi siedo su una sdraio a bordo piscina e mi accendo una sigaretta. Ora cosa dovrei fare? Rovinare il matrimonio di mio fratello, perdere la fiducia di tutti svelando ciò che ho fatto, o salvarmi la faccia continuando a mantenere Maria? Sollevo lo sguardo quando la vedo: luminosa anche nel suo tubino nero!
<< Sono venuta per vedere come stai. Ho notato che sei uscito così di fretta, credevo stessi male! >> Rompe il ghiaccio dopo attimi di silenzio.
<< No, sto bene. >> Rispondo sbrigativo spegnendo la sigaretta nel posacenere. Cerco di ignorarla per rientrare. Non merito neanche di starle accanto visto che ho impedito a suo nipote di avere un padre. E poi l’ha detto lei stessa a suo padre in quella telefonata che ho sentito per caso (quando suo padre credeva di aver chiuso il collegamento, in verità aveva solo spento il televisore): è confusa, sta attraversando un momento difficile, e non voglio certo farle pressione! Ma che importanza ha? Non potremmo mai stare insieme visto quello che ho fatto. Quando lo scoprirà la nostra storia terminerà con il risultato che sarò lo stronzo che l’avrà illusa e fatta soffrire!
<< Hai parlato con tuo padre? Io ho discusso con mia madre. >> Mi domanda, cercando evidentemente un pretesto per chiacchierare.
<< Sì, come puoi ben immaginare. >> Rispondo, non di molte parole. Mi volto nuovamente con l’intenzione di andarmene ma lei mi trattiene di nuovo. Ma se fa così come faccio a starle lontano?
<< Volevo solo avvisarti che mio padre ha capito che sei stato tu ad assumere Raùl del Sol, e vuole parlarti. >> M’informa. Non potevo pretendere che non lo capisse. E’ stata una mossa azzardata!
<< Non so di cosa stai parlando! >> Mento, dato che è ciò che mi riesce meglio fare!
<< Io volevo comunque avvisarti. >> Risponde ignorando il mio commento. Stavolta è lei a passarmi oltre, indicando la fine del colloquio.
<< Non vedo Alec. >> Affermo d’istinto.
<< L’ho lasciato. >> Ammette, senza tanto girarci intorno. Restiamo così: a fissarci negli occhi come se a pochi passi da noi non stesse iniziando una cerimonia funebre. Se lo ha lasciato vuole dire che non è più confusa? Vengo mosso da ciò che mi spinge sempre a commettere sciocchezze, ovvero il mio istinto ed il mio egoismo. Le poso una mano sulla nuca per poi attirarla a me e baciarla. Lei non si oppone. Il bacio dura qualche secondo.
<< No! Non posso! >> Protesta, dopo essersi separata da me. Scappa via. Devo togliermela dalla testa! Non potrà mai essere la mia ragazza visto il segreto che nascondo!



[Mario]
<< Signori, buongiorno. >> Esordisco, avvicinandomi al gruppo, dopo aver fatto le condoglianze alla famiglia.
<< Buongiorno. >> Mi salutano tutti di rimando.
<< Ciao Mario. Ti abbiamo tenuto un posto. >> Mi saluta mio figlio.
<< Ciao Alex, grazie. Ciao Olga, come stai? >> Le domando, riferendomi ovviamente alla gravidanza.
<< Alla grande. >> Annuncia.
<< Tigre, ti vedo corrucciato. >> Osservo.
<< Guarda, lascia stare. Sta accadendo un disastro dietro l’altro! >> Mi spiega per sommi capi. Chissà a cosa si riferisce!
<< E così la fidanzata di tuo figlio è figlia di Daniele Valencia. Doppia parentela! >> Osservo.
<< Eppure, tra tutti i parenti, Daniele è quello che non dà problemi! >> Chiosa. Mi guardo in alto, in attesa che mi colpisca un fulmine!
<< Il prossimo evento inspiegabile quale sarà? L’avvistamento di un unicorno? >> Ironizzo.
<< Fai pure dell’ironia, ma è proprio così. Ci sarai Domenica? >> Mi domanda il mio storico amico.
<< Non mi perderei questo evento per nulla al mondo, dato che alle nozze non ci sono stato! >> Rispondo.
<< Ci sarà anche il marito di Marcella, lo sai vero? >> Mi domanda Nicola.
<< E’ lui l’attaccabrighe. Se lui mi ignorerà, io farò altrettanto! >> Osservo. Ma ho i miei dubbi che ciò accadrà. Non appena mi vedrà chiacchierare amabilmente con Alex, scoppierà il finimondo!
 
 
 
[Class]
<< Non è scoppiata nessuna rissa, buon segno! >> Commenta mia sorella, riferendosi a papà e Daniele, mentre prendiamo posto. Sta per cominciare la funzione.
<< Io devo ancora capire perché nostro padre ha agito così ieri sera, mha! >> Chioso.
<< Come se non sapessi che Daniele Valencia è per lui ancora una spina nel fianco. >> Mi fa notare.
<< E perciò voleva imparentarsi con lui a tutti i costi, facendoti sposare con uno dei suoi figli? >> Le domando perplesso. Non ho mai capito i sentimenti di mio padre verso quell’uomo!
<< Quello l’ho sempre trovato strano anch’io ma non gli ho mai fatto domande visto che prima David e poi Giulio mi piacevano. Secondo te perché voleva che mi accasassi con uno dei suoi figli se lo odia tanto? >> Mi domanda.
<< Ti sembra che nasconda una sfera di cristallo? Se non lo sai tu che stavi per sposare David! Magari voleva rendergli la vita un inferno entrando a far parte della sua famiglia. >> Ipotizzo. Perché sia tanto ossessionato da lui è un mistero!
<< Papà si è sempre sentito in competizione con Daniele perché la nonna non faceva che dire quanto lui fosse educato, di buona famiglia etc., magari prova ancora del risentimento per questo fatto. >> Ipotizzo.
<< O magari è geloso? Daniele e la mamma non stavano insieme? >> Mi domanda.
<< Sì, nel giurassico. E poi non c’è mai stata alcuna competizione dato che quando mamma e papà hanno iniziato ad uscire lei lo aveva già lasciato, oltretutto mamma ha scelto papà quindi che la facesse finita con queste antiche rivalità. Nonna prima di morire aveva messo da parte il suo disprezzo, cosa vuole di più? >> Mi domando. Nonostante questi fatti continua ad odiare quel tale.
<< Magari si sente ancora insicuro, come lo faceva sentire nonna quando li metteva a confronto. >> Suppone mia sorella. 
<< Class, perdonami, dovrei parlarti! >> Esclama David, prendendo posto accanto a me. Accanto a sé siede mia cugina che ci saluta con un cenno della mano e viene ricambiata.
<< Basta che non sia per la scenata di ieri sera… Parlarne crea disgusto anche a me! >> Esclamo. Mi vergogno di mio padre per ciò che ha fatto.
<< No, tuo padre non c’entra. Non c’è un modo carino per dirlo quindi andrò dritto al sodo: Camilla ed io sotto al nostro letto conserviamo una scatola con dei ricordini delle nostre uscite, e in quella scatola c’era anche il fascicolo con gli esami clinici che attestano la parentela tra Isa e mio padre. Ebbene, ci siamo accorti che qualcuno ha frugato là dentro! >> Introduce. Aggrotto le sopracciglia.
<< Ed io cosa posso fare? >> Gli domando perplesso.
<< Ci viene in mente solo una persona che possa averlo fatto. Ieri sera la tua ragazza ha usato il nostro bagno privato ed è rimasta là dentro un bel po’! >> Presente come ipotesi. No, è un’idea assurda!
<< No, non può essere. E che motivazione avrebbe avuto per fare ciò?! Siamo amici da tempo, non può essere! >> Esclamo.
<< Non lo so, Class. Magari per soldi? >> Domanda.
<< Non può essere, la sua famiglia è abbiente, non ne avrebbe bisogno. >> Spiego.
<< Chi altri può aver ficcanasato? Senti, io te lo chiedo come favore: prova ad indagare con discrezione. E se ci fossimo sbagliati, scusaci! E’ meglio che sia tu ad affrontarla anziché mio padre. >> Mi prega. Questo è poco ma sicuro! Ci alziamo tutti in piedi quando i parenti della defunta attraversano il corridoio centrale preceduti dal prete e dalla bara.
 
 
 
[Kristoff]
La cerimonia è stata molto toccante. Dopo di essa ci siamo spostati in una sala adiacente dove è stato organizzato un rinfresco. Mi sto intrattenendo con mia moglie, suo fratello, sua moglie, i coniugi Mora, Marcella, Mariabeatrice, Mario Calderon e Patrizia, quando a quest’ultima si accosta una tizia.
<< Patrizia, da quanto tempo non ci vedevamo. Dovevamo proprio incontrarci in un’occasione così nefasta? >> La saluta la tipa squittendo, con una frase di circostanza.
<< Salve Joyce. Effettivamente era da un po’ di tempo che non ci vedevamo. La tua famiglia come sta? >> Le domanda Patrizia.
<< Bene, grazie. I ragazzi sono al college come sempre e mio marito è in viaggio per affari, è partito una settimana fa e non è riuscito a disdire certi impegni per essere qui oggi. Senti Patty, io ho saputo della novità! Mi dispiace così tanto tesoro! Dover accettare il frutto di un tradimento… Perché è così, ti ha tradita, vero? Se fossi stata in te avrei chiesto il divorzio in tronco quando l’ho scoperto! >> Esclama quella. Tutti noi presenti ci guardiamo vicendevolmente provando profonda pena per questa cerebrolesa, giusto amica di Patrizia può essere.
<< Puoi ben capire che non parlerò dell’argomento. E comunque Isabella è una gran brava ragazza. >> Risponde Patrizia con un aplomb che non sapevo possedesse. Mi domando se sfodererebbe lo stesso savoir faire se venisse a conoscenza di quel bacio che mia moglie ha strappato a Daniele non molto tempo fa.
 
 
Quella sera Camilla si era addormentata sul divano e fu così che le ritrovai quando uscii dalla doccia: raggomitolata sul divano, sul fianco destro, con le mani sotto al viso. Alcune ciocche di capelli le coprivano il viso. Mi inginocchiai per terra ammirandola. Le scostai i capelli da davanti il viso per poi posare un dolce bacio sulla sua fronte. Mia moglie stava accettando la vendita di questa casa e aveva accettato di trasferirsi con me a Bogotà per ricominciare. Significava che mi stava perdonando? Sapevo che la strada era ancora lunga ma quello era senz’altro un buon inizio.
<< Tesoro, andiamo a letto? >> Le domandai. Mugugnò nel sonno e decisi di prenderla in braccio per portarla a letto, come una bambina piccola. Quella stanchezza era dovuta  ai postumi della sbronza che si era presa qualche giorno prima, unita tutte le emozioni affrontate in seguito. Erano stati giorni pesanti. Le diedi un lieve bacio sulla bocca e la coprii prima di tornare giù per mettere in ordine in salotto e farmi un goccino prima di andare a dormire. Piegai la coperta e la appoggiai sul divano, per poi sistemare i cuscini. Fu allora che nelle fessure del divano trovai lo smartphone di mia moglie. Sboccai la tastiera accorgendomi che l’icona in alto a destra indicava che la batteria era scarica. Solo allora mi accorsi che era aperto su una conversazione con mia cognata. Non potrò mai scordare quelle parole:
 
“Ciao cognatina, spero mi perdonerete se non vi ho più fatto avere notizie in questi giorni. Come vanno le cose lì? Spero che i miei figli non vi facciano dannare troppo! Quest’oggi abbiamo avuto dei visitatori e una coppia sempre molto interessata alla villa. Mi piange il cuore, ma non lo posso dire a mio marito che si comporta già come un disco incantato, continuando a ripetere “mi dispiace”! So che è sincero, lo leggo nei suoi occhi, ma sono stanca di sentirlo… Soprattutto perché colei che dovrebbe sentirsi in colpa sono io! Oggi Kristoff mi ha proposto di ricominciare. Di acquistare un appartamento a Bogotà dove ricominciare daccapo! Ovviamente io sono in stato confusionale visto che solo pochi giorni fa volevo divorziare da lui e questa proposta mi confonde sempre di più! Ma la vuoi la verità? Mi sento così in colpa sta stavo per accettare! Sì, mi sento in colpa perché quel bacio che ho dato a Daniele rimescola le carte e mi tormenta! Che persona sono se chiedo il divorzio a mio marito, dopo aver baciato il mio ex? Non faccio che ripensare a quel bacio e sto male. Cosa devo fare? Come farò quando tornerò li a rivedrò Daniele al lancio? Non far leggere questo messaggio, anzi tema, ad Armando please! Male interpreterebbe il mio sentimento verso Daniele. Un bacio.”
 
Mi si raggelò il sangue. Quando lo aveva baciato? Perché lo aveva baciato? Mi sentii svuotato. Le mie peggiori paure presero vita in quel momento. Camilla si era pentita di avermi sposato e voleva riconquistare Daniele! Ma allora come mai era partita con me? Perché quella mattina aveva accettato di ricominciare insieme?! Lessi le altre risposte:
 
“Mi dispiace Cami, ma Armando ha letto il messaggio. I tuoi sono solo sensi di colpa, per quello che hai fatto quand’eri ubriaca. E’ stato un momento di confusione che devi cercare di dimenticare, se puoi. La priorità è ricostruite la tua famiglia.”
 
“Grazie per aver mantenuto il segreto. Se Kristoff e Patrizia dovessero venire a saperlo due famiglie ne uscirebbero distrutte.”
 
Mentre mi versai l’ennesimo bicchierino di vodka l’immagine di loro due avvinghiati mi tormentava. Mi continuavo a domandare in quale occasione poteva essere successo? Era ubriaca… Quindi potrebbe essere stato al cocktail in azienda prima della nostra partenza? Rammento che per un certo periodo era scomparsa! Stava con lui! Strinsi con forza il bicchiere, tanto che temetti che si sarebbe rotto e che i vetri mi si sarebbero conficcati nel palmo della mano. Sì, tutto tornerebbe. Prima di tale evento voleva divorziare, voleva vendere tutto e ha detto testualmente che voleva che sparissi dalla sua vita e poi le cose sono cambiate. Ha accantonato il divorzio perché si sentiva in colpa per quel bacio! Mi passai una mano sul viso, la quale mano si bagnò a causa delle lacrime che non riuscii più a trattenere. Mi scapparono degli singhiozzi. Gli altri li soffocai perché avevo paura che potesse svegliarsi e sorprendermi in quello stato. Anche Daniele quella sera aveva litigato con sua moglie. L’aveva ricambiata? Si erano spinti oltre? E’ stata colpa mia se lo aveva baciato, pensai! Aveva appena scoperto quello che avevo fatto e che avrebbe rischiato di far fallire l’azienda. L’avevo spinta tra le sue braccia con il mio atteggiamento!
Quella notte fu infernale mentre pensavo a ripensavo a cosa fare. Doveva sapere che ero a conoscenza del suo segreto? La risposta era no. Mi ero ammalato nell’animo per competere con il suo ex e non potevo permettere che tutta questa fatica venisse buttata alle ortiche, con il rischio che magari finisse tra le sue braccia ancora! Avrei potuto convivere con il fatto di dovermi chiedere se ogni volta che la vedevo assorta stesse pensando a lui? Forse era lo scotto che dovevo pagare per come mi ero comportato negli anni. Forse quel bacio era la mia punizione. Mi ero talmente dannato l’anima per sembrare meglio di lui che la cosa mi si era ritorta contro e mia moglie lo aveva baciato alla prima occasione. L’unica cosa che potevo fare era dimenticarmene e riconquistarla!
 
 
Sì, Patrizia. Daniele ti ha tradito quando non ti ha raccontato del bacio con mia moglie!
<< Oh, scusami, forse sono stata indiscreta! >> Chiosa quella, accarezzando l’avambraccio di Patrizia.  No, ma quando mai?
<< Non preoccuparti. >> Si limita a rispondere Patrizia. Immagino che dentro di sé arda un il fuoco della scenata ma cerca di trattenersi per non dare scandalo a questo funerale.
<< Daniele? Vorrei salutare anche lui. >> Domanda la tizia.
<< Credo si sia intrattenendo con delle personalità politiche. >> La informa Patrizia.
<< Ma quando lo vedi cerca di non ripetere quello che hai appena detto perché vedi, lui non ha lo stesso savoir faire di mia cognata! >> Interviene Marcella dopo essere rimasta zitta. I presenti trattengono una risata e quella si allontana offesa.
<< Marce! >> La redarguisce Patrizia. Mi congedo da loro quando scorgo Camilla e David liberarsi dalla calca del buffet, dal quale escono con due calici di vino. Si guardano e borbottano qualcosa quando mi vedono avvicinare.
<< Salve ragazzi. >> Esordisco.
<< Kristoff. >> Mi saluta David. Mia nipote non mi guarda neanche in faccia e non mi saluta.
<< Vorrei scusarmi per ciò che ho fatto ieri sera. Rovinare la vostra cena di fidanzamento… mi dispiace! >> Affermo pentito.
<< E’ stato ridicolo il tuo comportamento. Ok, hai male interpretato quanto origliato, ma era davvero necessario aggredire in quel modo il padre di David? Del resto era davvero una questione irrimandabile! >> Ironizza mia nipote ancora in collera. Come faccio a spiegarle che ciò che ho fatto, i sentimenti di odio e gelosia che nutro verso Daniele, scaturiscono dal fatto che sua zia lo ha baciato non molto tempo fa?
<< Pensavo che ciò avevo sentito fosse vero quindi ero talmente inorridito che sono esploso. Mi dispiace! E mi dispiace di aver pensato queste cose di ti tuo padre, David. >> Mi scuso anche con lui, non potendo evitare di farlo.
<< Grazie per le tue scuse. Scusaci, andiamo a cercare gli altri del gruppo. >> Si congeda David, portando via Camilla, intuendo questo suo desiderio tramite un linguaggio tutto loro.
 
[Gonzalo]
Mi accingo ad aprire la porta per accedere alla zona bagni quando viene aperta e ne esce una delle mie tante fiamme: Adelina. Cerca di spostarsi a destra per farmi passare ma io faccio altrettanto, e imitiamo questi tip tap più di una volta. Ha gli occhi cerchiati e stanchi.
<< Scusa. Mi sposto io. >> Afferma, ponendo fine a questa scenetta. Facendolo, si regge al muro e l’afferro prima che cada a terra.
<< Non serve un apparecchio acustico per sentire il tuo stomaco che brontola! Da quanto non mangi? >> Le domando, accompagnandola nella stanza più vicina. Ci ritroviamo in uno dei tanti salottini privati e l’adagio sul divano.
<< Non lo so, non è che mi sia venuta tanta voglia di mangiare, o di dormire, in questi ultimi giorni. >> Risponde.
<< Ti vado a prendere qualcosa dal buffet! >> Propongo. Faccio per alzarmi ma lei mi trattiene.
<< No! Tienimi compagnia, ti prego! >> Mi supplica, appoggiando la testa al mio petto ed iniziando a piangere. Le accarezzo il capo in segno di conforto.
<< Non posso credere a quello che è successo… Era ancora giovane e dovevamo fare ancora tante cose insieme… >> Singhiozza. Oddio, che situazione! Non sono la persona più indicata in grado di consolare qualcuno.
<< Magari dovresti sfogare questi pensieri con tuo padre o i tuoi fratelli. >> Propongo.
<< Ma io voglio te. Ho desiderato un tuo abbraccio non appena ti ho visto entrare! >> Mi confessa, cercando le mie labbra. Non avrà fame ma sete sì! Sa un sacco da vino!
<< Non dovresti bere a stomaco vuoto! >> Suggerisco, cercando di allontanarla.
<< Me ne fotto. Mia madre è morta, bevo quanto mi pare e piace! >> Obbietta, togliendosi la camicetta. Resta in reggiseno.
<< Adelina, dovresti coprirti. Non mi sembra il caso. >> La rifiuto.
<< Io voglio sentire il tuo calore! E non solo quello! >> Ammicca.
<< Mi fai ancora eccitare, anche dopo tanti anni. >> Ammicca nuovamente, accarezzandomi in mezzo alle gambe. Mi sottraggo da tale situazione alzandomi.
<< Non sto scherzando. E  ti sto allontanando non solo perché siamo al funerale di tua madre, motivo già di per sé convincente, ma perché non ti desidero. Qui o altrove. >> La rifiuto. Lei, dapprima si copre il petto con le braccia, per poi rimettersi la camicetta nera, in evidente disagio.
<< Mi dispiace! Non dovresti buttarti via così. >> Le suggerisco, prima di abbandonare la stanza.
 
 
[Lena]
Sto vagando per questo labirinto di circolo cercando il bagno quando, passando di fronte una stanza con la porta socchiusa,sento due voci. Chi mai si apparterebbe ad un funerale?! Nemmeno io arriverei a tanto! Mi accosto ed origlio: una di quella voci appartiene senza dubbio a Gonzalo Torres e l’altra? Solo sforzandomi l’associo alla voce della misteriosa amica di Paola che anni prima, a quella festa di Natale, mi dipingeva come una cagna in calore! Il collegamento voce-volto è inevitabile: si tratta di Adelina, una dei figli della morta. Prima, quando le ho fatto le condoglianze, ha riposto solo con una stretta di mano, senza parlare, quindi non ho potuto riconoscere la sua voce!
Pochi istanti dopo sono costretta a scappare, rifugiandomi nella porta accanto, quando mi rendo conto che stanno uscendo dalla stanza. Fatalità entrando in quella porta trovo il bagno!
<< Sedurre un uomo al funerale di sua madre… Che ignobile sgualdrina! E ha il coraggio di parlare di me! >> Penso a voce alta.
 
 
[Marcus]
Stanco di fingere la recita della famiglia che vuole salvare le apparenze, le ho inviato un messaggino, dandole appuntamento fuori vicino alla piscina. Le vado incontro e l’accolgo tra le mie braccia per poi baciarla come se non lo avessi fatto questa mattina al nostro risveglio ma fossero passati cent’anni dall’ultima volta. E’ così che mi sento da quanto ho scoperto che per colpa della più banale delle bugie abbiamo perso trent’anni di vita assieme!
<< Nessuno ti ha seguito, sei sicura? >> Le domando.  Lei annuisce.
<< Quanto sarai divorziata anche tu cosa ne diresti di…. di ricominciare da dove abbiamo interrotto i nostri progetti molti anni fa? >> Le propongo. Mi ero dimenticato cosa vuol dire avere il cuore che batte.
<< Las Vegas? >> Mi domanda. Annuisco sorridendo.
<< Ci pensi mai? >> Le domando venendo colto da un’ondata di malinconia.
<< Ogni giorno. Ma all’epoca ho preso l’unica decisione che mi sembrava sensata. Ero distrutta e avevo il cuore a pezzi! >> Risponde. Stiamo per baciarci quando una presenza indesiderata s’intromette.
<< Helena! Cosa fai qui? >> Le domando. Ha seguito MariaPaola!
<< Cosa fai tu qui, e con questa! Ti rammento che non siamo ancora divorziati! E neanche la qui presente così detta “signora” lo è! >> Tuona alterata. Un ghigno compare sul mio volto.
<< Proprio tu ti permetti di offendere MariaPaola. Non mi sembra un atteggiamento molto signorile fingere di essere incinta per separare due innamorati! >> Esclamo. Mi guarda come se di colpo fossi diventato verde come un alieno.
<< CHE C’E’, CREDI CHE NON SAREBBE VENUTO FUORI?! PERCHE’ CREDI CHE MI SIA RIMESSO INSIEME A LEI? E’ SUCCESSO QUANDO ABBIAMO CAPITO CHE AVEVI COSPIRATO PER DIVIDERCI! TU SAPEVI PERFETTAMENTE DELLA NOSTRA RELAZIONE E SEI ANDATA DA LEI A DIRLE CHE ERI INCINTA! >> Tuono fuori di me.
<< NON ALZARE LA VOCE CON ME! TI RICORDO CHE ERA LEI L’ALTRA, IO ERO LA TUA FIDANZATA! HO SOLO TOLTO DI MEZZO UN’AMANTE INGOMBRANTE! >> Tuona indispettita.
<< UN’AMANTE INGOMBRANTE? ERA LEI LA DONNA CHE AMAVO E SEMMAI TU ERI L’ALTRA! >> Rispondo a tono. I suoi occhi si velano di lacrime.
<< Sì, mia cara! Io ti ho sposato solo per obbligo, perché oramai ero rimasto solo quando hai costretto MariaPaola a lasciarmi, e non fingere di non saperlo. >> Le rammento.
<< Non puoi dire sul serio. Abbiamo avuto due figli, serve a amore per mettere al mondo e crescere dei figli! >> Esclama. Cerco di trattenere una lacrima quando pronuncia la parola “figlio”.
<< Dimmi una cosa. Ti sei fatta mettere incinta apposta, vero? Dopo quella bugia che avevi detto a MariaPaola dovevi restare incinta perché non crollasse il tuo castello di carte e hai pianificato anche come restare incinta di Sebastian? Dato che ne sei rimasta incinta un mese dopo le nozze, due mesi dopo la partenza di MariaPaola, è inevitabile che anche la gravidanza sia stata una tua mano… >> Le sto per domandare quando mi colpisce in volto con un sonoro schiaffo.
<< Non ti permettere! Io ho sempre amato e amo i miei figli, e li ho voluti! Io ho sempre amato loro e te! Ogni giorno della mia vita! >> Esclama con gli occhi colmi di lacrime. Non so se crederle. Prendo MariaPaola per mano e la porto via da lì. Per colpa di Helena ho perso trent’anni di vita con la donna che amo e anche qualcos’altro. Non so se la perdonerò mai.
 
 
[Lena]
Dopo essermi versata un’aranciata mi volto per tornare dalla mia famiglia. Una tipa imbranata, che si volta in contemporanea a me, mi rovescia il suo vino rosso addosso. Per fortuna vesto di nero. Sollevo lo sguardo guardandola torvo. E’ Adelina, una delle figlie della defunta quindi, disgraziatamente, non posso nemmeno mandarla a cagare!
<< Guarda dove metti i piedi, stupida! >> Mi redarguisce per poi voltarsi.
<< Sgualdrina. >> Mi epiteta, parlando con una la sua amica Paola, stronza alla seconda potenza. Ridacchio.
<< Da che pulpito! >> Commento, attirando la sua attenzione.
<< Come scusa? Sei talmente stupida da offendermi al funerale di mia madre?! >> Mi redarguisce.
<< Tu invece sei stupida in ogni occasione! Oltre che più sgualdrina di me. Io non mi sognerei mai di farmi montare da uno al funerale di mia madre! La prossima dovresti per lo meno assicurarti di chiudere la porta, per evitare che un ospite in cerca del bagno si ritrovi ad assistere a tali scene! E hai il coraggio di dire “sgualdrina” a me… incredibile! >> Gliele canto, lasciandola interdetta e rossa come un pomodoro!
<< Con chi eri? Ma sei matta? >> Sento che le domanda la sua amica stronza quando mi allontano leggermente.
<< Con Gonzalo. Mi stava consolando! >> Le risponde lei a mo di scusa.
 
 
[Leonora]
<< Quelle con il paté di salmone sono le più buone. >> La consiglio, quando vedo che è indecisa su quali voulevant scegliere. O magari era solo assorta? Magari stava pensando a lei? Ho visto lo sguardo che le ha lanciato prima della cerimonia, quando Patrizia parlava di sensi di colpa!
<< E allora salmone sia. I consigli della mamma non vanno mai ignorati! >> Esclama. Sorrido.
<< Tesoro, ma hai qualche pensiero? Mangi abbastanza? Mi sembri così sciupata! >> Osservo, accarezzandole la guancia.
<< Grazie per averlo notato, mamma. E’ che sono a dieta. Questo abito, insieme ad altri, l’ho comprato qualche giorno fa perché quelli che posseggo iniziano a starmi larghi su fianchi e seno. >> Mi spiega.
<< Ok, credevo digiunassi a causa di pensieri. >> Traggo un sospiro di sollievo sentendo che è solo a dieta.
<< Che tipo di pensieri potrei avere? Ora che sono fidanzata con Lorenzo è tutto perfetto nella mia vita. >> Osserva, riservandomi un sorriso, che tuttavia cela qualcosa di strano. E’ mia figlia e la conosco! Tergiverso perché non ho il coraggio di chiederle se è turbata dall’accoglienza che Patrizia ha dimostrato verso una ragazza che non è sua figlia! Il fatto che possa sentirsi invidiosa mi spaventa a morte!
<< Meglio così. Hai visto tuo padre? >> Le domando, osservandomi attorno.
<< Sì, stava parlando con Armando, Calderon e altri signori, all’esterno. Scusa mamma, vado a mettere un freno a Lorenzo prima che si beva tutto! >> Si congeda, raggiungendo il suo innamorato.
<< Leonora, tutto bene? >> Mi domanda Betty.
<< Temo che possa sentirti invidiosa di Isabella. >> Ammetto con la mia amica.
<< Perché mai dovrebbe pensare una cosa del genere? >> Mi domanda.
<< Perché lei è stata abbandonata da Patrizia, mentre quest’ultima ha accolto a braccia aperte Isabella. >> Le faccio notare.
<< Roberta vuole solo te come madre. Non nutre alcun sentimento verso la donna che l’ha abbandonata. Non ti angustiare tanto. >> Mi consiglia.
<< Le sue parole hanno detto va tutto bene, ma nel suo sguardo c’era scritto un’altra cosa. E’ mia figlia, la conosco! Tu non capisci al volo quando i tuoi figli stanno male? >> Le domando. Annuisce.
<< Un ulteriore prova del fatto che la sola e unica madre di Roberta sei tu, e lei queste cose le sa. Sa che tu sei l’unica in grado di capirla! >> Mi fa notare.
<< E allora perché non si confida con me? >> Le domando.
<< Perché ai ragazzi serve tempo per decidere di confessare qualcosa ai propri genitori. Quando sarà pronta, si confiderà con te. >> Mi rincuora. E se è vero che è invidiosa di Isabella e arrabbiata del fatto che invece con lei Patrizia si sia comportata con indifferenza, per quel che ne sa? Cosa faccio? Non posso certo dirle dopo tanti anni che in realtà Patrizia l’ha cercata!
 
 
[Valentin]
 << Mia figlia e il suo compagno devono cercare casa. A Giugno si trasferiranno a Bogotà. >> Mi spiega Nicola Mora, un tale che ho conosciuto a questa veglia. Se ho ben capito è il padre della fidanzata del cugino del ragazzo di mia figlia!
<< Quando sarà ora vi basterà contattarmi. Ho diverse proposte nella zona che mi ha citato. >> Spiego.
<< Bisogna sempre vedere se a tua figlia e ad Alex andrà a genio il fatto di venire a vivere vicino a voi. >> Chiosa Mario Calderon, il quale credo sia un amico.
<< Perché mai? E poi Olga avrà bisogno di una mano con il bambino, almeno per i primi tempi. E sarà più facile per noi fare da baby sitter, permettendo ai due di avere un po’ di intimità. >> Chiosa Nicola Mora.
<< Ho capito bene? Ti sei riferito a tua figlia usando il termine “intimità”? >> Lo canzona il suo amico Armando Mendoza.
<< Armando, che i due abbiano una vita intima, mio malgrado, è assodato! >> Ribatte Mora.
<< A meno che mio nipote non sia stato concepito con l’immacolata concezione, in quel caso non sarebbe più suo nipote. >> Chiosa Calderon. Nipote? Quindi anche questo tale è imparentato con loro? Che famiglia incasinata!
<< Valentin, permettimi di presentarle le nostre signore. Leonora, la moglie di Nicola, e Beatrice, la mia bella consorte. Lui è Valentin Duarte, il padre di Silvia. >> Ci presenta Armando, quando le sue donne sopraggiungono. Allungo la mano e le due signore la stringono.
<< Stavamo per imparentarci. >> Intervengo, dato che il figlio di Armando e Beatrice era fidanzato con mia figlia prima che quest’ultima si mettesse con Giulio.
<< Già. A volte le relazioni non decollano. >> Commenta Beatrice.
<< Tesoro, Valentin è un’agente immobiliare. Nella nostra via c’è una villetta in vendita, credo sarebbe perfetta per i ragazzi. >> Le spiega Nicola.
<< Amore, credo che dovrebbero scegliere i ragazzi dove andare ad abitare. E poi non vorrei fare un torto a Marcella, mettendoci in mezzo in tale scelta. Comunque saremo lieti di affidarci a lei. >> Risponde la signora Mora.
 
 
 
[Giulio]
E’ stato difficile far finta che Martinelli non esista. L’unico mio desiderio sarebbe di andare lì per spaccargli la faccia!
<< Insomma, dove mi stai portando? >> Mi domanda la mia ragazza leggermente insofferente. La porto in un posto appartato per poter parlare. Si guarda in giro quando ci fermiamo e mi domando se sia immersa nel viale dei ricordi, riconoscendo il punto in cui quasi due mesi fa ci siamo conosciuti scambiando le prime battute!
<< Adesso mi spieghi cos’hai. Cosa ti ho fatto? E’ da stamattina che sei strana. >> Le domando.
<< Non so di cosa stai parlando. >> Cerca di tagliare corto. Fa per andarsene ma io le sbarro la strada un paio di volte. Sbuffa e incrocia le braccia quando comprende che non se la caverà così facilmente!
<< Nella tua ex stanza, in un cassetto, ho trovato  la scatola dove conservi i souvenir delle tue scopate! Sei contento? Ora posso andare a vomitare? >> Mi domanda, confessando l’arcano. Le blocco nuovamente la strada.
<< Oddio, mi ero completamente dimenticato della sua esistenza. >> Penso a voce alta, ravvivandomi i capelli.
<< Conservi anche qualcosa di mio? Hai una nuova scatola a casa nostra? >> Mi domanda, a un passo dal pianto. La stringo a me ma lei resta impassibile.
<< Certo che no! E non è come sembra. Quella roba non è una collezione: quei capi sono finiti in quella scatola perché sono cose che le mie ragazze hanno dimenticato in camera mia nel corso del tempo. O ragazze che ho portato a casa quando i miei non c’erano, e che poi sono dovute uscire di soppiatto sentendo i miei tornare, o la mattina presto. Papà non sopportava che ospitassimo ragazze durante la notte. Quelle cose non ce le ho messe io lì ma ce le ha messe la domestica e me ne ero dimenticato! >> Spiego, quando ci separiamo.
<< Quando hai fatto le valigie per il trasloco non l’hai vista? Scusa ma mi sembrerebbe inverosimile! >> Chiosa.
<< La valigia non l’ho fatta da solo, Rhonda mi ha dato una mano. Quei cassetti deve averli svuotati lei. Ti prego, credimi! Io ti amo piccola mia! Non ho alcuna scatola né ho mai fatto certe collezioni. >> La supplico. Le accarezzo le guance.
<< Credimi, ti prego. >> La supplico nuovamente, prima di posare un dolce bacio sulle sue labbra. Mi rilasso quando mi allaccia le braccia al collo.
<< Mi dispiace di aver dubitato di te. Ma quando ho visto quella scatola sono andata in confusione. >> Mi confessa. Le accarezzo la schiena, beandomi del profumo che emanano i suoi riccioli!
<< Domani chiamerò a casa dei miei e ordinerò a Rhonda di buttarla. >> Le prometto. Ci separiamo e cattura le mie labbra in un bacio di scuse, quando mi rendo conto che non siamo soli! Allora ci tiene proprio ad essere smerdato pubblicamente. Ed io che mi ero tanto impegnato per ignorare la sua presenza!
<< Cosa c’è? >> Mi domanda Silvia, quando si rende conto che non sono partecipe del bacio. Le faccio cenno di guardare alle sue spalle.
<< Adesso fai anche il guardone?! >> Lo provoco.
<< Ti stavo cercando. Vorrei spiegarti che non ho dato io l’ordine di pubblicare quella notizia. Anzi, se lo avessi saputo per tempo lo avrei evitato, ma sono stato tutta la notte da Manuela e il mio vice ha agito di sua iniziativa. >> Cerca di giustificarsi. Come se potessi chiederci!
<< Chi è l’informatore? >> Gli domando.
<< Sai che non posso dirtelo. Io non ho dato l’ordine di pubblicarlo! Purtroppo il mio vice ha fatto di testa sua! >> Ribadisce. Lo afferro per il bavero della giacca e lo sbatto al muro.
<< PURTROPPO?! HAI ROVINATO UN ANNUNCIO IMPORTANTE PER LA MIA FAMIGLIA! VOGLIO SAPERE CHI E’ IL TUO INFORMATORE! >> Tuono iracondo.
<< Amore, lascialo, ti prego! >> Mi supplica Silvia, accarezzandomi gli avambracci. L’accontento e lo lascio andare.
<< Se vuoi picchiarmi, fai pure. Ma non ti posso dire di chi tratta. C’è un accordo di riservatezza! >> Osserva, come se me ne fregasse qualcosa!
<< Me ne sbatto i coglioni di quanti soldi dovresti sborsare non rispettandolo! O mi dai quel nome adesso o vado di là da tuo suocero a dirgli ciò che so! >> Lo ricatto.
<< Fallo, ma dopo dovrò far vedere a tua madre questi scatti! >> Esclama, smanettando con il suo smartphone per poi passarmelo. Silvia ed io osserviamo quelle foto, increduli. Ci guardiamo a vicenda. Nelle foto è ritratto mio padre a cena con altri due signori eleganti e al loro tavolo ci sono tre ragazze. Una di queste, la tizia a cui papà sta sussurrando qualcosa, è Tanisha! Non può essere. Mi sento così amareggiato in questo momento. Papà ha commesso un altro sbaglio. Mi invio le foto tramite email per poi cancellare essa e le foto stesse.
<< Sì, sì… cancellale pure. Non crederai che non ne abbia altre copie, vero? >> Ridacchia Martinelli, quando gli rendo lo smartphone.
<< Sei un figlio di puttana. >> Lo offendo.
<< Quello è più probabile che lo sia tu. >> Risponde. No, questo è troppo! Sto per scagliarmi contro di lui ma Silvia mi trattiene allacciandomi le braccia attorno al petto.
<< Se vedo te, uno dei tuoi fratelli o un altro della tua combriccola, parlare con qualcuno della famiglia della mia fidanzata, queste foto finiscono a tua madre! >> Mi minaccia, prima di abbandonare il salottino. Tiro un pugno contro il muro. Non può averlo fatto! Non può davvero essere stato con quella poco di buono. Sarebbe l’ennesima bugia a mamma. Un altro tradimento! Quante volte l’avrà tradita?!
<< In quelle foto si vede tuo padre a cena con dei colleghi e delle ragazze,non dimostrano che ci sia stato a letto. >> Cerca di rincuorarmi la mia ragazza, mentre mi massaggio le nocche della mano.
<< NON SONO SOLO DELLE RAGAZZE! SONO DELLE PROSTITUITE! >> Le faccio notare ancora iracondo.
<< Scusa se ho urlato. Ma sono fuori di me! >> Mi scuso, quando mi rendo conto di averla spaventata.
<< Bisogna mettere del ghiaccio su questa mano. Vuoi andare via? >> Mi domanda.
<< Cosa devo fare? Devo parlarne con i miei fratelli? E se dovessero affrontare Martinelli, o peggio andare da suo suocero? >> Chiedo consiglio alla sua ragazza.
<< Sì, dovresti farlo. Se dovessero farlo Martinelli spedirà quelle foto a tua madre, lo hai sentito! >> Mi rammenta.
<< Così facendo rovinerei anche loro la festa di Domenica che, adesso, mi domando che senso abbia. >> Rifletto.
<< Allora credo che dovresti parlarne con tuo padre. Lo vado a chiamare? >> Mi domanda. Annuisco.
<< E chiedi anche del ghiaccio a qualche inserviente, per favore. >> Le domando, prima che abbandoni in salottino.
 
 
[Diego]
<< Ti è un po’ passata la nausea? >> Domanda Isabella a sua sorella, intenta a mangiare dei salatini. Annuisce con la bocca piena.
<< Per fortuna esistono i salatini, sono l’unica cosa che funziona. Amore, non dovremmo dire ad Isa e Diego quella cosa? >> Le domanda Massimiliano.
<< Certo. >> Conviene Giulia, dopo aver bevuto dell’acqua.
<< Cosa sta succedendo? Mi auguro siano buone notizie, per una volta! >> Interviene la mia fragolina.
<< Questa mattina ho sentito mia sorella. Avrebbe piacere ad avervi alle sue nozze a Luglio. >> Annuncia. Isa ed io ci guardiamo con sorpresa.
<< Sara ed Isabella erano molto attaccate. Mi ha anche detto che vi siete scritte un paio di volte quando sei tornata in Colombia. Perciò avrebbe piacere ad averla alle nozze e vorrebbe conoscere anche te, Diego. >> Spiega.
<< Io non me lo aspettavo, non dopo ciò che ti ho fatto. >> Chiosa il mio amore.
<< Accettate, dai! Sarà bellissimo fare questo viaggio insieme. Vorrei che mi accompagnassi a fare shopping per il bimbo, i brand italiani per l’abbigliamento da bambino sono all’ultimo grido! >> Ci supplica Giulia, rivolgendosi ad Isabella sul finale. Chi si aspettava che saremmo finiti qui?
<< Per me va bene. Dovrò spremermi le meningi per il regalo da farle, dopo questo invito così gentile. >> Acconsento. Isabella mi sorride. Mi avrebbe allacciato la braccia al collo se non fossimo ad un funerale!
<< Fantastico! Amore, stasera le manderemo una mail di conferma. >> Esulta Giulia.
<< Da sua madre qualche novità? >> Domanda Isa a  Giulia la quale risponde con diniego scuotendo il capo.
<< Le serve dell’altro tempo, amore. Vedrai che quando avrà metabolizzato la notizia ci chiamerà domandandoci se abbiamo già pensato al nome, propinandoci le sue idee. >> La rincuora Massimiliano.
 
 
[Sebastian]
 Sto parlando con alcuni soci in affari di mio suocero quando sento tirare la manica della mia giacca. Guardo in basso e mi accorgo che è stato il figlio di Maria a compiere tale azione.
<< Mi scusi, dove si trova il bagno? >> Mi domanda.
<< La tua mamma dov’è? Dovrebbe accompagnarti lei, sei troppo piccolo per andarci da solo. >> Gli faccio notare, piegandomi per mettermi alla sua altezza. E’ impressionante come questo bambino somigli a mio padre. Ma com’è possibile?
<< TOMMY! Ti avevo detto di aspettarmi, la mamma stava recuperando la borsetta. Scusami, sguscia via talmente velocemente che non ho il tempo di accorgermene. Andiamo al bagno, tesoro. >> Si scusa Maria, portando via in fretta il bambino il quale si volta e mi saluta agitando la manina, mentre la madre lo tira per un braccio. Ricambio il saluto, come in trance.
 
 
 
[Daniele]
Quando ho visto mia nuora Silvia, dall’altro capo della sala, attirare la mia attenzione ho intuito che ci fosse qualche problema. Ne ho la conferma quando accediamo a un salottino dove si trova Giulio che preme del ghiaccio sulla sua mano.
<< Cos’è successo? >> Gli domando.
<< Vi lascio soli! >> Cerca di congedarsi Silvia. Allora è qualcosa di davvero grave se bisogna discuterne tete-a-tete!
<< No, rimani pure. Chiudi la porta. >>  La trattiene.
<< Martinelli ha detto che non è responsabile della notizia pubblicata. Il suo vice ha agito senza interpellarlo, perché lui è rimasto irreperibile per tutta notte. >> Esordisce.
<< Lo hai picchiato? Comunque sono un mare di cazzate. Eravamo stati chiari sulle conseguenze! Parlerò personalmente con il Signor Marquez. >> Annuncio. Quel ragazzino ha giocato con il fuoco e si è scottato!
<< No, non puoi. >> Risponde mio figlio. Aggrotto e sopracciglia.
<< Perché? Eravamo d’accordo sul ricatto! Quello ha rovinato un annuncio per me molto importante! >> Esclamo.
<< NON PUOI PERCHE’ LUI CI STA RICATTANDO NELLA MEDESIMA MANIERA! ECCO, GUARDA! >> Tuona, passandomi il suo smartphone. Ma che scherzo è questo?! Senza proferire parola rendo il cellulare a mio figlio.
<< LI FARA’ AVERE A MAMMA! SAPRA’ CHE L’HAI TRADITA ANCORA E CHE LE HAI MENTITO PER L’ENNESIMA VOLTA! MA COME HAI POTUTO?! >> Tuona.
<< Tra me e quella non c’è stato nulla. Quella sera ero a cena con dei colleghi che, a mia insaputa, hanno invitato anche tre professioniste. In quel momento Tanisha mi stava chiedendo di far bere ancora un po’ uno dei miei colleghi, così sarebbe stato più generoso con lei. Io a fine cena sono tornato a casa. >> Spiego. Non sono mai stato con delle prostitute, stiamo scherzando?
<< Quindi non ti spaventa che le foto finiscano a mamma? >> Mi domanda.
<< Ciò non deve accadere. Si scatenerebbe un pandemonio per niente, dato che non è successo niente con quelle. E tua madre vorrà annullare la cerimonia di Domenica. >> Rispondo.
<< Quindi dovremmo rinunciare al ricatto verso Martinelli?! >> Mi domanda sbigottito.
<< Lui ha qualcosa da perdere, noi idem. Ogni uno starà lontano dagli altri. >> Propongo. E’ la cosa migliore!
<< NO, PAPA’! TU HAI QUALCOSA DA PERDERE! >> Sottolinea, puntandomi il dito.
<< Perché pensi che la reazione di tua madre non ci travolgerebbe tutti?! Non scatenerò un pandemonio per un nonnulla! >> Ribadisco.
<< Perfetto. Perciò dovremmo sottostare al suo ricatto? >> Mi domanda.
<< Volevi che la smettesse di prenderci di mira, ed è quello che farà. Non rischierà di infrangere il fidanzamento con Manuela! >> Osservo. Giulio mi guarda scuotendo la testa, incredulo.
<< Bene, ma dovrai trovarti un altro testimone per Domenica. Io non mi presterò a tale pagliacciata. Non ti guarderò promettere nuovamente fedeltà a mamma mentre le stai mentendo per l’ennesima volta! >> Annuncia, puntandomi un dito al petto.
<< Giulio, ti prego! >> Lo supplico, quando è già uscito dalla stanza sbattendo la porta con foga, seguito dalla sua ragazza. Quando è diventato così moralista? Certo, ciò mi riempie di orgoglio. E’ senz’altro la vicinanza di Silvia che ha su di lui un’influenza positiva. Ora dovrò inventarmi una scusa valida per giustificare a mia moglie il perché il ruolo di testimone non sia più di Giulio!
 
 
[Gonzalo]
La aspetto con la schiena appoggiata al muro e braccia incrociate. Questa giornata non può andare peggio! Ho toccato il fondo quando ho visto quel bimbo e mio fratello parlare: come minimo questa notte farò gli incubi. Devo assolutamente porre a fine a questa cosa prima che la situazione mi sfugga di mano!
<< Mamma, stasera mangiamo un hamburger? >> Sento che le domanda il piccolo, quando escono dal bagno.
<< Ma se ti sei spazzolato mezzo buffet, come puoi avere ancora fame? >> Ridacchia la madre. Assume un’aria seriosa quando mi vede.
<< Dobbiamo parlare! >> Esordisco.
<< Piccolo, vai a sederti su quel divanetto laggiù mentre la mamma parla con questo signore, ok? E stai buono. Tieni il mio cellulare. >> Gli ordina Maria, accarezzandogli la testolina. Il piccolo afferra l’apparecchio e ubbidisce.
<< Non vorrai fare una scenata davanti a mio figlio, vero? >> Mi domanda.
<< Nessuna scenata, solo un ordine: lascia la città oggi stesso! >> Le intimo.
<< Altrimenti? >> Mi domanda con tono di sfida.
<< Altrimenti chiuderò i rubinetti. I patti erano chiari! >> Esclamo.
<< Forse per me le cose sono cambiate. Forse sono stanca di vivere lontana dalla mia famiglia. >> Annuncia. Le afferro un polso.
<< Sei pazzo?! Mi fai male! Sei ubriaco! >> Constata. La lascio andare.
<< Non puoi fare questo! Rovinerai la vita a mio fratello! >> Esclamo.
<< Ho sbagliato ad accettare la tua folle proposta 5 anni fa! Guardalo, quel bambino sta crescendo senza un padre per colpa mia! >> Esclama. Mi ravvivo i capelli.
<< Non puoi fare questo! >> Esclamo esasperato e spaventato.
<< Non preoccuparti, non dirò nulla a tuo fratello. Io rimarrò in città quanto mi pare perché mi manca la mia famiglia, e se vuoi smettere di darmi i tuoi soldi fai pure. Ma io non me ne andrò, hai compreso cos’ho detto? >> Mi annuncia a brutto muso.
<< Piccolo, andiamo. Il nonno ci sta aspettando per tornare a casa. >> Lo richiama. Il piccolo scende dalla panchina e le da la mano. E adesso cosa faccio? Quanto ci vorrà prima che mio fratello o chi che sia si renda conto della somiglianza?
 
 
 
FINE CAPITOLO 78.
 
 
Ebbene, siamo giunti alla fine di questo capitolo ricco. Sono state rivelate alcune cose e alcune si sono complicate! Maria ci avrà ripensato? Quanto ci vorrà prima che questa tegola colpisca Sebastian?
Gonzalo come prenderà la notizia della gravidanza di Kelly e cosa accadrà in seguito?
Come giudicate la reazione di Giulio di sottrarsi dal ruolo di testimone? Daniele troverà un altro testimone?
Class scoprirà che è stata proprio la sua ragazza a parlare con la stampa?
Rinnovo i miei auguri di Natale e Buon anno!
 
 
   
 
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