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Autore: Novelist Nemesi    24/08/2009    1 recensioni
Bene, finalmente trovo il coraggio di postare una fan fiction sui una band che apprezzo molto, i My Chemical Romance. Tutto procede nella maniera più tranquilla nella vita di Gerard e del fratello Mikey, liceali, insieme al loro amico Frank, che combina solo pasticci. Sono ragazzi, hanno voglia di fare, di dire, di parlare. Questa storia è un viaggio, signori. Che ho cercato di rendere. E spero vi piaccia.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bob Bryar, Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un’altra mattina era appena iniziata, così come un’altra giornata di scuola. Se Gerard di solito la mattina era di cattivo umore, quel giorno era proprio di pessimo umore. Perché? Il motivo risiedeva in quella casco di capelli afroamericani.
-Buongiorno, Way. Hai portato…?-
Gerard, senza dire nulla, porse dei fogli a Ray
-Wow, l’hai fatto davvero… Bravo, Way…-
Non ebbero modo di parlare per il resto della mattina, a parte quelle due ore di storia poi incontrarsi era praticamente impossibile. Giusto all’ora di pranzo, ma da parte di tutti e due non era mai venuta voglia di cercarsi o cercare di fare conversazione.
Quel giorno però era diverso, Gerard notò quasi subito Ray in quanto era seduto su una panchina, da solo, con al fianco la custodia di una chitarra.
Con la scusa di cercarsi un posto vuoto, gli passò vicino, e vide anche che aveva una cicatrice sulla testa. A quanto pare il danno di frank sarebbe stato permanente.
-Brutta cicatrice- disse Gerard come se nulla fosse.
Ray si girò di scatto, sorpreso da quella constatazione. Si ricompose e tornò sul suo panino –Non sapevo che l’avessi notato-
-Posso sedermi?-
-Sì, fai pure, ma attento alla chitarra-
-Frequenti anche il corso di musica?-
-Tu no?-
-Ce l’ho già un insegnante privato-
-Allora sei ricco-
-Macchè, è solo mia nonna-
Ray lo guardò un po’ strano, ma tornò comunque ad addentare il suo panino tranquillo.
Rimasero in silenzio, intenti ad occuparsi del proprio pranzo, finchè Ray non si accorse di una cosa.
-Ti accontenti di un succo di frutto e una mela?-
-Devo perdere peso-
-Ma va…-
-Che c’è?-
-Niente, niente… Tuo fratello non c’è?-
-Oggi no. E a casa col mal di pancia-
-E il tuo amico?-
-Nemmeno lui c’è oggi. Non so che dirti. Ma poi che te ne frega?-
-Ehi, calma, non ti ho chiesto nulla- sospirò –Senti, mi dispiace averti coinvolto-
-Non è vero-
-Un po’ sì, dai. È che ero arrabbiato e poi le lezioni di chitarra mi rubano molto tempo-
-Così hai pensato di rendere la vita, non dico impossibile, ma molto difficile, a un perfetto sconosciuto?-
-Compagno di corso, il che è ben diverso-
-Mah…- Gerard rimase a guardare un attimo la bottiglietta, ormai vuota, del suo succo di frutta –In fondo va bene così-
-Uhm?-
-Non fraintendermi, farti i compiti e passarti i test è l’ultima cosa che voglio, ma… Devo ammettere che se non fosse per questo, noi ora non staremmo qui a conversare in maniera comunque civile-
-Punto di vista interessante. Poi, a quanto ho capito, te ne intendi di musica. Cosa ascolti?-
-Iron maiden, Bowie…-
-Maddai! I Maiden piacciono un casino anche a me! Sei stato al loro concerto il mese scorso a New York?-
Incredibile, una cosa in comune ce l’avevano. Gerard sorrise, seppur in maniera un po’ amara –Non sono mai stato a New York-
-Ah, no? Eppure è a due passi da qua-
-Lascia perdere, Mikey non vede l’ora di andarci…-
-Allora digli che non si aspettasse chissà cosa quando ci andrà. È solo una grande città. Anche se, bisogna ammetterlo, vedere i Maiden lì è tutt’altra cosa che da qualche altra parte-
-E’ per questo che hai deciso di suonare la chitarra?-
-La suono da due anni. quando avevo deciso ero convintissimo a voler diventare come loro. Sai che spettacolo…-
-Capisco… E’ bello avere dei sogni grandi come i tuoi, Toro…-
-Non chiamarmi Toro, por favor- rispose subito lui –Non mi va a genio, è equivoco. Immagino tu sappia come mi chiamano per questo cognome-
-No, non lo so- Ray lo guardò di sottecchi. Gerard sospirò –D’accordo. Torosaurus-
-Capisci che per me è umiliante?-
-Però è il tuo nome-
-A dire il vero il mio nome completo è Raymond Manuel Toro Ortiz. Ma ray è più che sufficiente-
-Capisco. Allora tu chiamami solo Gerard. anche Way è piuttosto equivoco come nome-
-Lo terrò a mente-
Gerard sorrise. In fondo non era malvagio come sembrava. Guardò l’orologio Devo andare, tra poco ho il corso di letteratura italiana- si alzò dalla sedia lasciando bottiglietta e vassoio –Ci… vediamo, allora…-
-Aha- Ray fece un piccolo cenno con la mano –Salutami tuo fratello- prima che gerard si voltasse lo fermò –Senti! Per… Per storia… Ecco… magari è sufficiente solo un piccolo aiuto nelle verifiche-
Gerard era sorpreso. Quella conversazione aveva preso una strana ma piacevole piega. Rise un po’ malignamente e si voltò con aria risoluta –E invece credo proprio che d’ora in poi ti sorbirai i miei aiuti e compiti… Magari con qualche errore di distrazione…-
Ray spalancò gli occhi. Forse non aveva capito la battuta.
Mentre Gerard andava in classe, notava che Frank non c’era davvero quella mattina. Non lo aveva più sentito dopo l’incontro all’ospedale. Doveva uscire con jamia quella sera, forse lei sapeva qualcosa.

  
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