Un’altra
mattina era appena iniziata, così come un’altra
giornata di scuola. Se Gerard
di solito la mattina era di cattivo umore, quel giorno era proprio di
pessimo
umore. Perché? Il motivo risiedeva in quella casco di
capelli afroamericani.
-Buongiorno,
Way. Hai portato…?-
Gerard,
senza dire nulla, porse dei fogli a Ray
-Wow,
l’hai fatto davvero… Bravo, Way…-
Non
ebbero modo di parlare per il resto della mattina, a parte quelle due
ore di
storia poi incontrarsi era praticamente impossibile. Giusto
all’ora di pranzo,
ma da parte di tutti e due non era mai venuta voglia di cercarsi o
cercare di
fare conversazione.
Quel
giorno però era diverso, Gerard notò quasi subito
Ray in quanto era seduto su
una panchina, da solo, con al fianco la custodia di una chitarra.
Con
la scusa di cercarsi un posto vuoto, gli passò vicino, e
vide anche che aveva
una cicatrice sulla testa. A quanto pare il danno di frank sarebbe
stato
permanente.
-Brutta
cicatrice- disse Gerard come se nulla fosse.
Ray
si girò di scatto, sorpreso da quella constatazione. Si
ricompose e tornò sul
suo panino –Non sapevo che l’avessi notato-
-Posso
sedermi?-
-Sì,
fai pure, ma attento alla chitarra-
-Frequenti
anche il corso di musica?-
-Tu
no?-
-Ce
l’ho già un insegnante privato-
-Allora
sei ricco-
-Macchè,
è solo mia nonna-
Ray
lo guardò un po’ strano, ma tornò
comunque ad addentare il suo panino
tranquillo.
Rimasero
in silenzio, intenti ad occuparsi del proprio pranzo, finchè
Ray non si accorse
di una cosa.
-Ti
accontenti di un succo di frutto e una mela?-
-Devo
perdere peso-
-Ma
va…-
-Che
c’è?-
-Niente,
niente… Tuo fratello non c’è?-
-Oggi
no. E a casa col mal di pancia-
-E
il tuo amico?-
-Nemmeno
lui c’è oggi. Non so che dirti. Ma poi che te ne
frega?-
-Ehi,
calma, non ti ho chiesto nulla- sospirò –Senti, mi
dispiace averti coinvolto-
-Non
è vero-
-Un
po’ sì, dai. È che ero arrabbiato e poi
le lezioni di chitarra mi rubano molto
tempo-
-Così
hai pensato di rendere la vita, non dico impossibile, ma molto
difficile, a un
perfetto sconosciuto?-
-Compagno
di corso, il che è ben diverso-
-Mah…-
Gerard rimase a guardare un attimo la bottiglietta, ormai vuota, del
suo succo
di frutta –In fondo va bene così-
-Uhm?-
-Non
fraintendermi, farti i compiti e passarti i test è
l’ultima cosa che voglio,
ma… Devo ammettere che se non fosse per questo, noi ora non
staremmo qui a
conversare in maniera comunque civile-
-Punto
di vista interessante. Poi, a quanto ho capito, te ne intendi di
musica. Cosa
ascolti?-
-Iron
maiden, Bowie…-
-Maddai!
I Maiden piacciono un casino anche a me! Sei stato al loro concerto il
mese
scorso a New York?-
Incredibile,
una cosa in comune ce l’avevano. Gerard sorrise, seppur in
maniera un po’ amara
–Non sono mai stato a New York-
-Ah,
no? Eppure è a due passi da qua-
-Lascia
perdere, Mikey non vede l’ora di andarci…-
-Allora
digli che non si aspettasse chissà cosa quando ci
andrà. È solo una grande
città. Anche se, bisogna ammetterlo, vedere i Maiden
lì è tutt’altra cosa che
da qualche altra parte-
-E’
per questo che hai deciso di suonare la chitarra?-
-La
suono da due anni. quando avevo deciso ero convintissimo a voler
diventare come
loro. Sai che spettacolo…-
-Capisco…
E’ bello avere dei sogni grandi come i tuoi, Toro…-
-Non
chiamarmi Toro, por favor- rispose subito lui –Non mi va a
genio, è equivoco.
Immagino tu sappia come mi chiamano per questo cognome-
-No,
non lo so- Ray lo guardò di sottecchi. Gerard
sospirò –D’accordo. Torosaurus-
-Capisci
che per me è umiliante?-
-Però
è il tuo nome-
-A
dire il vero il mio nome completo è Raymond Manuel Toro
Ortiz. Ma ray è più che
sufficiente-
-Capisco.
Allora tu chiamami solo Gerard. anche Way è piuttosto
equivoco come nome-
-Lo
terrò a mente-
Gerard
sorrise. In fondo non era malvagio come sembrava. Guardò
l’orologio Devo
andare, tra poco ho il corso di letteratura italiana- si
alzò dalla sedia
lasciando bottiglietta e vassoio –Ci… vediamo,
allora…-
-Aha-
Ray fece un piccolo cenno con la mano –Salutami tuo fratello-
prima che gerard
si voltasse lo fermò –Senti! Per… Per
storia… Ecco… magari è sufficiente
solo
un piccolo aiuto nelle verifiche-
Gerard
era sorpreso. Quella conversazione aveva preso una strana ma piacevole
piega.
Rise un po’ malignamente e si voltò con aria
risoluta –E invece credo proprio
che d’ora in poi ti sorbirai i miei aiuti e
compiti… Magari con qualche errore
di distrazione…-
Ray
spalancò gli occhi. Forse non aveva capito la battuta.
Mentre
Gerard andava in classe, notava che Frank non c’era davvero
quella mattina. Non
lo aveva più sentito dopo l’incontro
all’ospedale. Doveva uscire con jamia
quella sera, forse lei sapeva qualcosa.