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Autore: MilesRedwing    27/12/2020    1 recensioni
Autoparodia dei decepticon preferiti dedicata a Capodanno 2020.
Cita e incrocia TfPrime, TfAnimated e i fumetti More Than Meets The Eye/Lost Light
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, DJD/Decepticon Justice Division, Sorpresa, Starscream
Note: Cross-over, Nonsense, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Transformers: Prime, Transformers Animated
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" La città terrestre aliena di Detroit, nel continente chiamato America in onore dell'organico che l'aveva scoperto per sbaglio, fondata nel 1701 da cacciatori di pellicce francesi, era più nota nel presente dei joor della questione come capitale dell'industria automobilistica statunitense, nonché centro di uno schianto extraterrestre di una certa portata avvenuto pochi anni prima.
Sempre per un mero gioco del caso.
Sita lungo il fiume omonimo, di fronte alla città canadese di Windsor, si trovava nella regione dei grandi laghi - in particolare l'Erie, dove confluiva il fiume stesso, al centro di una vasta zona industriale.

Una fucina permanente di situazioni estreme, una specie di teatro in cui si rappresentavano senza mediazioni o aggiustamenti le dinamiche di trasformazione cui andava soggetto l'Occidente.
O di trasformazione e basta.

Motor City, capitale dell'automobile, in espansione vertiginosa per tanta parte del Novecento, da oltre mezzo secolo era precipitata nel baratro della deindustrializzazione, della povertà e della protesta razziale, diventando sinonimo di degrado urbano e di pericolosità sociale. Come fosse passata da un estremo all'altro? Da simbolo di rivoluzioni musicali a contraddittorio nugolo di background politici e scenari postapocalittici disegnati da un moccioso di 5 anni?
Alla fine, rispetto ad altre città situate altrove ad equa distanza o in galassie di differenti dimensioni, Detroit appariva niente altro che un cinematografo della contemporaneità occidentale, che proiettava nella sua forma più diretta, talvolta brutale.
Disgustosa, insensibile eppure affascinante, in una conca di mondi incolmabile, promessa di aggiornamenti interminati.  "

"È la stronzata più enorme e peggio scritta che abbia mai letto in compagnia di qualcuno."
"Beh adesso non calcherei questo particola ..."
"No, no, Orion, se avessi voluto e non mi avessero smagnetizzata, avrei sparato al foglio e poi a te maledicendomi in un secondo momento per non poter più sgattaiolare fuori da questo ammasso di lobotomizzati pendagli da empurada! Ma purtroppo o per, aggiungerei nostra, fortuna non sono più la cecchina e la cyborg che ero quando avevo la tua età."

Un arreso e sconsolato sospiro lasciò le labbra dalla vernice sbiadita della seconda interlocutrice, mentre nel peggior inizio che si ricordava, la prima stava gettando astio e remore personali, su una trama che quale indizio narrativo che si rispettasse, l'avrebbe vista comunque coinvolta.

Nella sezione di Brusher16 che resemblava un carcere militare nazista di massima sicurezza, sempre intestato a Sari Sumdac - della quale inconsapevole in altre forme, dimensioni e affini le nostre eroine avevano fatto una opposta conoscenza - due unità non più cibernetiche né cybertroniane, poiché la legge del posto riformattava qualunque frame non fosse totalmente organico e poiché in ogni caso essendo state forgiate dopo l'aggiornamento di Perceptor vantavano membrane organiche quali pelle, organi e capelli al di sopra dei cip, apparivano stonate alle altre prigioniere, al punto da non indossare manette, localizzatori o collari e impedimenti ulteriori alla fuga e alla difesa.
Forse anche le istituzioni superiormente assurde in cui erano incappate le consideravano troppo in basso nella catena per ritenerlo necessario.

"Rachel" riprese la più slanciata, nonostante fosse anche la meno vecchia.
"Immagino che tu ce l'abbia con me da stare resistendo il bisogno di farmi fuori, tanto odiavi Brusher prima che finissimo bloccate qui a causa mia e tanto mal sopporti le creature biologicamente diverse da no ..."
"Intendi gli organici come quegli adorabili cadetti della Black Block Consortia che hanno bersagliato la mia accensione da quando ero in fasce a partire da quando hanno distrutto la magione con sette doppi a fusione carichi? È senz'altro un modo eufemistico di parlarne, Ria, ma tu sei un eufemismo vivente, quindi no, non sono arrabbiata con te per questo. Sono furiosa perché hai lasciato Bibí e sua cugina da sole con Bennet là fuori da due giorni mentre noi siamo bloccate dieci metri sotto terra, non posso negartelo. Al contrario di qualcuno non sono brava a mentire." Storse il cipiglio stranamente pacata.
"Adesso non esagerare, il fatto che Priya Bennet sia ..."
"Se mi stai chiedendo se sono diffidente verso gli ispanici, specie trattandosi di assassini del cartello in question ..."
"Rachel!"
"Chi non lo è?"

L'accusata girò una ciocca arancio che virava sul lato blu dei capelli eccentrici tra le mani mentre tentava invano di levarsela dalla faccia, in quella condizione gretta e misera non  era stato concesso loro manco il diritto ad un pettine o un cambio d'abito.
Erano in città da neanche due giorni, dalla vigilia di Capodanno del nuovo vorn, anche se di preciso.
Il Capitano di Divisione Ultima Orion Mariah Cullen di West Altheix Negativa - tecnicamente opposta alla Tfa ed al suo contenuto, solo che lei lo ignorava di certo - per una volta  non poteva manco dire fosse stata colpa della razza di sua sgangherata sottotenente di recluta di Beatrice Robinson e di quella tonta di sua cugina.
Era stata lei, in preda al codificato "complesso dell'eroe" a suggerire la capitale dei pennelli da tavoletta grafica aggiornata per fare rifornimento di t-cogs.
Neanche servivano, quando ancora avevano le originarie sembianze, tutte e cinque godevano di salute invidiabile - persino la dottoressa Carrington che vantava 47 cicli di sistema portati non così bene come avrebbe meritato l'ultima erede di una dinastia di magnati dell'energia a voltaggio magnetico di Crystal City Est; ma dall'ennesima missione che l'inesperta ufficiale aveva deciso testarda di fallire, la sua adorata ex compagna di corso Sent Connolly l'aveva fatta degradare a unità di trasporto scelto di meccanismi o meno di rifiuto per le sue recenti 29 candeline.
Lei ed Elita, l'allora Capitano di Fregata dispersa su Arca 7, non si erano più viste e se le avessero chiesto se avesse mai osato amare un'altra donna, Ria non avrebbe detto il falso o esitato a rispondere di no.
Puntualmente, ogni occasione di mancato pericolo o anche solo sfregio ad un lento spegnimento di scintilla erano diventati il suo high grade quotidiano. Cosciente o meno, non era autocommiserazione, né desiderio di rivalsa, manco ricerca di sofferenza, sapeva di non essere suo zio Optimus o uno degli incontestabili 13 Prime del passato.
Era sprezzo e contestazione di una ragazzina - perciò in fondo lei e Beatrice facevano sempre pace - d'essere etichettata come delusione per una niente affatto ignota origine.

"Quello che volevo dirti leggendoti quel libro" le spiegò accorata, sgrullandosi la giacca rossa con spalline e gradi sbiaditi e raccogliendo da terra detto volume "è che se non tentiamo tutto ciò che è in nostro potere per lasciare indietro questo luogo e tornare a casa, non potremmo definirci migliori di coloro che si sono arresi dalla parte degli organici stessi."
Il chirurgo si sbottonò il camice e la guardò scettica alzando le iridi violacee a mo' di esercito e bastioni contro il suo stesso officiato.
"Varrebbe se quel libro fosse stato scritto dalla stessa tiranna che ci tiene segregate e non da una ragazzina scomparsa nella tua testa quanto, 55 vorn orsono! È più vecchia di me questa cazzata, bambina mia."
"Ma ci sono documenti e audio che attestano ..."
"Cinque operai squattrinati che finiscono su  e salvano il pianeta, bleah! Quando guarderai in faccia la realtà mi verrai ad accusare di non averti avvisata per tempo."
"Per te tutto è cosi, Rach"
"Smentiscimi! È un mito, maledizione, anche se io e te abbiamo nobili origini, mezza Cybertron ce l'ha! Non vuol dire niente." La riprese astiosa, rischiando di far rumore o andare a sbattere contro le sbarre in campo di forza.
Non si definivano amiche strette, né la ritenevano in maniera identica sulla Guerra o la leggenda che vedeva cinque autobot coinvolti in un accordo durato dall'inizio alla fine del conflitto con i Decepticon, stilato con la Sumdac stessa, quando questa era ancora troppo piccola per comprarsi una capitale intergalattica e darsi alla politica da aktion t4 contro qualsivolesse forma di tecnologia superstite in un settore autointestatosi.
Perlomeno il Capitano credeva non fosse una leggenda - e non aveva torto.
L'ufficiale medico era arroccata su semiassi barocchi, come si diceva ad Iacon, da quando aveva perso un'unità alla quale era stata particolarmente legata agli inizi del Primo Conflitto, nonché la sua famiglia.
Orion aveva perso "solo" qualche battaglia, al più ritenendosi sempre in debito con qualcosa in eterno titanica rispetto a lei, da quando aveva scoperto per caso, che Optimus Prime della realtà Tfp risultava essere suo zio di secondo grado, che aveva mancato due patrimoni andati in eredità alle persone sbagliate in sua assenza e che quattro unità di scarto - delle quali una assassina ricercata - incompetenti e conflittuali oltre ogni dire, sarebbero state il suo plotone designato, sino a ordine da definirsi.
Figlie della notte, riparatrici, non certo la Guardia d'Elite, Ultra Magnus, l'Allspark o l'Energon Oscuro, né le reali dalla Corruzione dei seeker.
Per egual motivo non metteva certe storie in dubbio e arrancava a ritenersi nel giusto anche quando un giusto non era esattamente l'opzione migliore.
Cullen non era nata per opporsi e non era nata Decepticon, ma non era raro che litigasse aspramente con chi era ligio ai decreti.

"Io non sarò un Prime, amica mia, ma ti do la mia parola che le ritroveremo, ci riprenderemo OS2 e metteremo quante più supernove possibili tra la nostra dimensione e questa."
"Allora spero che se sei davvero sua nipote almeno la memoria ti rimanga."

Spesso non capiva ogni sillaba che usciva dal sintetizzatore di Rachel, ma
era anche vero, che nonostante il suo sorriso spento di joor, qualche ruga che si stava impudente facendo strada sulla fronte alta e l'aspetto da schianto che detestava possedere, Ria Cullen non avrebbe mai potuto immaginare neanche volendo lo stato dell'umore di un altro elemento a poca distanza dalla loro cella, solo qualche piano superiore, nomenclatura alla quale Tarn Ebenezer Breaker, assieme alla sua Decepticon Justice Female Division, si sarebbe condannato appena prima di eseguirsi e spegnersi da solo, senza nemmeno suonare l'Empyrean Suite, al cospetto dell'Imperatrice di Brusher in persona, circondata da schiavi robot con cappelli da maestri elementare, mentre era seduta sul suo "trono" arancio ocra, una poltrona pouf di tre dimensioni oltre quella che le si sarebbe addetta.
Anche perché Sari, subito dopo averli catturati, aveva provveduto a cambiare loro i frame in organici, da quello di Kaon a quello di Redwing Skyfire, non curandosi minimamente di scollare prima Kornelia Stormrider dal suo didietro.
Lo Sterminatore, dunque, inquisitore e boia honoris causa e per eccellenza, avrebbe dovuto finanche tollerare una seeker selvatica in frame proiettato, impigliata con gli arcuati artigli di adamantio al suo fondoschiena.
Chiunque avesse chiare le dicerie che vedevano un gruppo ristretto di esperti esponenti della casta militare di prima scelta Decepticon responsabile non solo dello spegnimento degli elementi dell'opposizione rei d'aver mostrato anche il mero cenno di tradimento di fazione, ma della loro eradicazione forzata tramite torture tra le maggiormente becere e crudeli possibili, dal tranciamento di cavi primari alla fusione a vivo su frame, sapeva chi fosse Ebenezer e che convocazione forzata o no, mutazione o meno, ogni suo ingranaggio stava scricchiolando oltre l'impazienza di spezzare in una miriade di mesta voraggine ogni traccia imputata e *responsabile* del vice, Kaon Julian Amp 113 di Velocitron, di Kornelia Stormrider, seconda solo al primo sul suo palinsesto personale, di Reduvja e suo zio "Starsmearc" e di qualsiasi ex mech o ex femme vi si fosse degnamente aggiunto poi.

"Namasté" sillabò inviperita la rossa straniera mentre un'unità cibernetica primitiva le faceva vento con una palma di Eukaris e un'altra le porgeva una sostanza bluastra in un bicchiere a fondo triangolare, che quasi pretendeva di scimmiottare l'energon.
"Vaffanculo." La salutò in cordiale risposta Ebenezer e la circostanza bastò a far aprire bocca dallo sgomento - sebbene il divieto in vigore a Brusher per il dilagamento di un'epidemia di virus tecnologici lo vietasse in pubblico - all'intera combriccola, primo fra tutti il tecnico sedia elettrica: costui era oramai certo che il suo adorabile e normalmente non uso al turpiloquio Generale lo avrebbe a dire molto, moltissimo poco, massacrato di botte a storiaccia conclusa.
Non avrebbe mai immaginato, Kaon, i "santissimi numi" gli sarebbero mancati tanto.

"I miei bot operai mi hanno svegliata prima dell'orario consono stamane" andò avanti l'Imperatrice, ticchettando le unghie di grafite di tessuti sulle falde del pouf- sempre che un'ovaloide detenesse falde - accavallando le gambe rinsecchite da eoni di ricche riverenze e servigi e prendendo un sorso del mistico etile.
"A quanto pare il tempio est delle reliquie proibite ha subito una violazione."
Reduvja ingnorava cosa passasse nella abnorme guarnizione cranica non ricolma di Tarn e lo stesso valeva per Sari Sumdac, sua cugina, da parte di una parte del frame biologico di Megatronus di Kaon che le era stato innestato - a sua insaputa fino ai 23 vorn, si capiva- dal suo adorabile zio Star, alla nascita.
Ben capendo, la semiterrestre e ipocrita quanto tecnorganica sovrana era stata forgiata da uno scienziato pazzo sul frame in protoforma di uno dei tanti "Lord Megatron", precisamente quello della realtà Tfa.
Nel multiverso, tuttavia, le realtà erano una convenzione politica e sociologica, roboticamente parlando, perché gli appartenenti non entrassero in confusione.
In altri termini se non per spazio, luogo e tempo, si trattava sempre degli stessi soggetti, quindi Sari e Redwing erano cugine di energon come 67 e Bumblebee erano fondamentalmente stadi separati dell'età biologica di un unico individuo.
"Quindi, Sterminatore di robot, la mia domanda è: perché dovrei dare credito alla voce svalvolata di un gruppetto di traditori dopo che questi hanno trafugato preziosi in casa mia?"
Comunque la violacea non si capacitava di quale sostanza avesse contratto anzi usato come overdose quella sorta di umana di alluminio stagnato per permettersi discorsi tanto campati per aria di fronte a uno dei mostri sacri più della peste cybonica sul loro pianeta e per mantenere un'aria si' destabilizzantemente calma e pacata mentre praticamente li condannava a morte per alto tradimento ed affermava di possedere il creato intero.
Che avesse dovuto avere qualche problema lo aveva compreso dalla sua capigliatura, alla sua stessa età raccolta in due trecce laterali, di un rosso tanto acceso alle radici quanto spento sul termine delle ciocche, cose che lei non faceva da quando aveva 9 vorn - ma da lì a incaricare Tarn di Messatine con Kornelia sull'hardrive di pulirle pure il castello dai parassiti spaziali, passava un oceano ben oltre il Mare di Ruggine.

"Se mi permette, signorina ... signora ... milady? Imperatrice, cosa vi chiamate esattamente?"
Gelo perenne e costernazione immane sul volto contorto e ruggente del guardiano suo superiore oramai umanizzato, l'impiastro, tecnico e Capitano della Peaceful Tiranny si era azzardato a prendere parola.
Al di là dell'essere stato interpellato o meno.
A pensarci, Kaon sapeva che una fine misera e dolente gli sarebbe toccata, valeva godersi la mano finché i pochi assi erano ancora nel suo mazzetto.
Curiosamente lui a cyberpoker non perdeva mai.
"Sari."
"Si, nel senso, voi cosa vi chiamate, non cosa indossate!" Replicò  prestante e con due vispe e ghiacciate iridi del tutto non funzionanti in un cipiglio astuto e felino incorniciato da baffi che si arricciavano a ogni impalpabile modulazione di cenno.
"Si dice "come" vi chiamate, semmai." Ringhiò Ebenezer, invocando la sua musa, la grammatica ed accertandosi a malapena di non sputare mentre parlava, tanti la rabbia, la vendetta ed il rancore per il contesto.
"Giusto, ehm ...come ti ... chiami?"
Fu comicamente in grado il miserrimo secondo che tristemente avrebbe concluso quel cerchio dannato, intuì bene lo Sterminatore, avendo avuto la brillante idea di dargli stadio.
"Stupidi modelli del 2.016 beta. Il mio nome completo è Sariyanka Pamela Sumdac" strinse le labbra in un folle esitare la straniera.
"Sono nata a Detroit, ufficialmente perlomeno."
Redwing se ne accorse, ma scelse bene di non darne mostra, aveva necessità di un segreto, un vantaggio e un ricatto e la sua perfidia corrotta ben riteneva non ne avrebbe carpiti d'ulteriori.
"Sari è comodo per farsi comprendere dalle unità a due cifre. Ariyanka un po' meno. Saiyria non ne parliamo.
Adesso, se i signori lo desiderano, vi farò mostra del mio invidiabile, iperesteso, ineccepibilmente ineluttabile impero che, partendo da questo punto del quadrante ovest della costellazione di Cybertron- est -Trypticon, sul corpo disattivato di un antico titano dei primi, raggiunge politicamente a nome mio qualunque coordinata presenti dominanza organica e/o aliena non contaminata da cna o energon normale.
Comprenderete presto il mio odio spropositato nonché dittatoriale per chiunque abbia un che di cibernetico e che né a me e né a voi converrebbe una battaglia, figurarsi un'ecatombe.
A proposito, compio 23 vorn a breve."
Persino senza fiale di Corruzione o affinità oscura Kornelia Stormrider ebbe modo di percepire un vaghissimo accenno dei pensieri demoniaci che stavano oscurando la mente di Ebenezer mentre la mocciosa parlava. Ed ebbe un fremito tale, lei, che era sopravvissuta a due piogge acide, da sobbalzare a occhi chiusi un brivido lungo la spina oramai quasi priva di fluido nucleico primario e cavi di scorrimento, dopo tutti gli interventi ahilei subiti.
"E io sono Ebenezer Breaker, brutta mocciosa parlante spropositata,  meschina e psicotica. Non credo sia necessario ricorrere a datazioni di sorta perché tu apprenda quanto piuttosto ad un numero esponenziale di cadaveri sotto il pugno della mia DjD. Nessun elemento di cybermateria prettamente funzionante si era mai permesso di ..."
"Ravage." Sillabò pronta a rispondere a qualsivolesse provocazione la rubia orientale e magnate del complesso cosmico.
Il cingolato di suo sbatté i denta tra loro, ringhiò e minacciò con ogni voce in suo frame di gettarla dalla rupe Tarpea e poi far rovinare la stessa sul suo cadavere con il solo utilizzo del sintetizzatore, dovette però come troppo di recente gli accadeva, limitarsi a gelare sul posto, a constatare chi effettivamente fosse il soldato interpellato.
Durante una delle ultime battaglie che lo avevano colto inevitabile rovinare sotto i colpi di cannone ignobili dell'antimateria, Tarn di Messatine aveva, in uno dei suoi ultimi crimini prima di essere fatalmente spento indi cadere momentaneo nell'Inferno o Afterspark che dir si volesse e di tornare in vita, affrontato e spento tra mille grida e supplizi, come era suo, difatti, l'unico vero confidente ed amico che Lord Megatron avesse mai potuto affermare di possedere: Ravage, la fiera meccanica.
Non mancò di boccheggiare, sperimentando quasi inorridito sui cavi propri la sensazione dello svenimento o standby che si chiamasse a vederlo vivo e vegeto quel "cane" - o gatto - esattamente davanti a lui. All'Unicron Megatron e l'Antimateria, lo aveva spezzato in due con i suoi servosistemi!
Non era positivisticamente possi ...
"Tutto bene, Generale Breaker?" Pure la canzonatoria melodia della Sumdac in questione.
"Forse." Alzò un sopracciglio dietro la fida maschera, pur in simulacro.
"Il tuo ... felino qui ehm" fece per continuare, mentre la pantera meccanica ringhiava anche più minacciosa della seeker dietro di lui.
"Uh, non lo avevo vist ...!"
"Kornelia, taci."
"Eheheh, Kornelia uno scarto, sta al tuo posto, Glitch, ora! Si chiama Ravy, si? Ravy? Vieni qui, cucciolo! Vieni dai! Oh ma è ... posso, posso accarezzarlo, si? È davvero un amore! Io *adovoh* le fiere meccaniche!" Batté Stormrider un tacco per terra, ma l'ex appuntato scelse comunque la padrona ufficiale.
"È una bestiola abitudinaria, lo scusi." Tagliò Sari.
"Concordo" asserì Breaker guardando la seeker rossa.
Ammenda e nota cattiva per Lui, avrebbe persino dovuto scusarsi con una vosniana e nipote d'un reo per averlo tratto in soccorso.
"Estrij nor."
"Ah. Redovja. Quanto tempo. Tuo zio è ancora in prigione, si? Non ho più avuto sue notizie" fece accarezzando il cane feroce neanche fosse stato un micio.
"Si dice Redwing o Reduvja, al massimo, ma quello è per gli elementi più stretti, cosa che tu non sei. Brutta papera di provincia bucata che non s ..." Schioccò abilmente la lingua la bionda, serpeggiandole davanti.
"Come hai detto? Temo di non ... in ogni caso anni orsono eravamo parenti e colleghe molto strette"
"Strette come costoro!" Sorrise la vipera.
"Cugina. Cuginastra! Errore di Cybermateria!
"Cybermateria dici. Si beh, questo è un bel modo ddi condannarsi a morte sul mio pianeta." Rispose Sari.
Comunque dipende da quale Starscream intendi." Si mise impettita, a braccia conserte al nemico, facendo e disfacendo la lunga treccia argento.
Sari a sua volta la osservò truce, sorseggiò il drink e coccolò l'improbabile vice.
"Aha?"
"Perché vedi, mio zio, sempre al contrario dei vostri decepticon, tra virgolette, della vostra continuità, lo Starscream unico e inimitabile, senza cloni o morti apparenti sta ... per diventare Lord di Vos e Trypticon e Metroplex e ..."
"Cybertron. L'ho letto su Venus di questo mese, contrariamente a quel che si immagina le notizie da noi arrivano e Sa'? Posso chiamartici?" Suggerì nondimeno indovinate chi?
L'ormai organico al posto del carro armato doppio desiderò di essere stato protoformato jet solo per poterli deflagrare in pace.
"Sai, Stormrider, mi sembra che in ultima loro faccenda Skids e Blip avessero tentato di provocarmi a parole, vero, Nickel?" si voltò stringendo gli artigli sui polsi di quelli che ancora stringevano dolorosamente i suoi quartieri privati.
"Ah,ehm ... pensavo la Signora lo sapesse, signore." Disse solo la minicon.
"Stando così tra donne, *Nicki*, se posso osare, spostati e lasciami parl ..."
"Tu chiamami Nicki ancora una volta ..."
"E Tarn, lascia a noi,no? Ti divertirai su chi sta per giungere in nostro soccorso, fidati, è il futuro e solo io posso saperlo.Sebbene  non creda che stavolta ce la faranno sul serio, insomma Priya e Cullen, forse, ma il resto. Il resto lo avranno lasciato in questa fanfiction principalmente per l'aspetto demenziale a sopraggiungere, dunque! Cos'è che dicevo prima? Le previsioni sul campo mi confondono sempre!" ridacchiò aprendogli bene le vocali in faccia.
"Di che accidenti di strafamigerati organici stai farfugliando, donna?!"
E curiosamente, fu proprio la Sumdac stessa ad evitare la vivisezione programmata della Fantina di Tempeste, una sorta di premonizione o, come aveva notato Redwing, doveva aver fatto caso a quella esclamata da lei.
"Lasciateci." Ordinò alle guardie pronte a mettere a tacere la furia brutale di Tarn Breaker e la DJD.
"E portatemi quella ... con i capelli rossi, gli altri potete farli fuori dopo."
"Io? Si? Ah no, devi avermi scambiato per ..." azzardò Kornelia a quel punto ed Ebenezer si frappose tra la sua aguzzina e la sua ricattatrice, geloso della prima più che contrariato dalle idee della seconda.
"Lei è mia." Ringhiò madido di esacerbata ripugnanza e brama di spegnere e squartare chicchefosse, dopo una giornata di quel tipo.
"Scusami?!" Cambiò umore la Fantina, incenerendolo.
Certo era il primo a ribadire fosse passato del tempo impietoso da quando lui e quella femme erano stati cadetti inesperti ed amanti, sotto un terso cielo specchio di Guerre secolari e cannoni di antenati loro invisi, ma Damus non avrebbe permesso a un'organica qualsiasi di mettere le mani su quella preda.
In maggiore specie per il fatto che Tarn preferisse riservarsi il dolce piacere di terminare Kornelia di persona, ma la faccenda non cambiava.
Per individui come Lui era bello soffrire di doppi.
" Io non sono di nessun ..."
"Mi serve, da sola." Ribadì la troppo cresciuta marmocchia schioccando le dita e solo allora Ravage lasciò la sua postazione per avviarsi a fronteggiare Ebenezer, per la seconda volta in un girare di pianeti.
"Avanti, *micio, micio*. Ti chiederei se non ti fosse bastata l'ultima volta, ma poi temo apparirei troppo clemente per la fama che mi precede" fece per scaraventare il felino al suolo a colpi di doppio a fusione, ma un pensiero immane, ignobile e rognoso fece breccia nella sua ram mentre la difensiva unica rimastagli, nonché attuabile, crollava palesandosi con il suo ... corpo organico o "organizzato", per meglio definirla, quando la bestia addentando la seeker per un polso lo liberò dal suo giogo, facendolo cadere in ginocchio, ai piedi della Regina.
"Ahi! Ma che?" In qualche nanociclo gli eventi svoltarono a caso o a caos, esattamente come qualche ciclo prima Stormrider aveva predetto, alla violetta non sfuggì il dettaglio, mentre si affrettava comunque ad aiutare la sua Squadra, pronta ad eseguire.
"Kaon, Tesarus, bloccateli, voi due prendete Tarn!" Sguainò Reduvja l'argento vosniano disarmando quattro bot in un colpo.
"Non per spegnerti la gloria, D'Artagnan" scherzò Kaon, disarmato da una scarica elettrica alle spalle "ma ... daaah!!! Siamo umani, dannazione, tutta la potenza di fuoco della squadra viene da Cybertro! E che cavolo, sframicarmi coi miei doni però è cattiveria!"
"Dannazione." Ripeté freddo Breaker, per poi ruggire zoppicando in piedi sulla fedele spada, vista la risma inferiore della schiena ferita.
La piantò a terra e ringhiò di nuovo, accennando alla ragazzina un forzatissimo armistizio, più che degno consenso. Alzò un guanto, imponendo a Helex e Vos di fermarsi, richiamando 113 e quietando Tesarus e Nickel.
"Ebenezer! Andate. Andate, svelto!" Stridé a quel punto l'ormai prigioniera Fantina.
"No, tu ... non possiamo arrenderci, non puoi ..."
"Voi macchine idiote avete finito? Mi sto annoiando a morte." Echeggiò l'Imperatrice, sbadigliando e battendo le mani.
"Lasciatemi! Io non sono manco completamente tecnologica, andiamo sono te ... si, si, è inutile che fai quella faccia, Bruce, sono tecnorganica! Sono tecnorganica, che non si vedono i pezzi di carne sbrundellata e putrefatta? Beh se lo sono lo sono, quindi a che cavo bucato vi dovrei servire! Non ho fatto niente, e dai, che cazzo, sarà si e no la quinta volta che finisco a udienza con quella pazza eh  ... Donovan? Marcus, ragazzi, voi mi conoscete, coño, non lo dite a Ria, vi scongiuro, che rimanga tra conoscenze, lo abbiamo fatto un sacco di volte, no? Mi arrestate da quando ho 13 vorn, tanto che l'altra volt ... sai cosa no? L'altra volta abbiamo pure pranzato insieme! Con i chimichangas!! Cabron, no me toques los ovarios, malditos!!!"
Probabilmente non bastò il bofonchiare e sbuffare della Sumdac a far percepire ai presenti quella voce idiota e insofferente in quel momento cruciale che la piccola tiranna attendeva da secoli, anzi da ere spente: trovare qualcuno in grado di confermarle passato e futuro.
Eppure Bumblebee era lì come in fondo lei riteneva ci sarebbe stata sempre e da sempre. Ignorava il motivo, aveva spesso sensazioni simili, sogni inspiegabili, ricordi, legati a cariche, elettrodi, circuiti, compagni di vita che in un'altra esistenza il fato le aveva manomesso sul frame.
Cosa principale aveva certezza di possedere un frame, non tessuti o carne, dacché arma le avesse rovinato la vita rendendola un'assassina e una codarda programmata.
Lei, che era solo la stupida bambina di uno scienziato svalvolato della porta a scorrimento accanto.
O che semplicemente, voleva un impero che non le era mai stato destino, perché non completamente un essere umano.
Per tutto questo e molto altro ancora  Sari Sumdac aborriva circuiti come l'acqua un felino quando se ne abbeverava.
"Signorina Beatrice Robinson" gettò la testa all'indietro sul trono e Kornelia si rese conto dopo dieci cicli, tenendosi il polso destro morso dalla belva, che quella voce davvero non era la sua.
"Quella è una criminale qui da voi?" Sbraitò ammiccando a Tarn. "Andiamo bene" sussurrò.
"Sto catturando la Fantina di Tempeste." Continuò la Stronza, come Ebenezer l'avrebbe chiamata.
"Oh, alla buon'ora! Un po' di fama ci arriva" Si compiaque la stolta scostando la chioma all'indietro e mangiandosi gli artigli, lo Sterminatore girò le ex ottiche e le intimò con un'occhiataccia ciò che non gli era concesso redarguirle.
"Che cosa hai commesso questa volta, Primus che non esiste, così forse mi sbrigo" proseguì l'accusa la Sumdac, alzandosi in piedi e sfoderando un'armatura a carica di Allspark, un aggeggino abbastanza pericoloso, fece Kaon mente locale, nelle manine di chi si divertiva per la maggioranza delle sue giornate con bot giocattolo del 2.006 come poggiapiedi.
"Da non interrompere la mia esecuzione mattutina?"
"Ho fatto cadere un coso e questi imbecilli sostengono io l'abbia rubato a te."
"A me?" La mano destra dell'indiana si accese, minacciando un colpo di blaster dai circuiti sotto la pelle.
"Le tue accidenti di guardie mi hanno arrestato! Mica io! È un complotto e guarda che il mio nome è ..."
"BIBÍ!" Una seconda estranea si unì al coro stonato che lo Sterminatore avrebbe ben volentieri fatto fondere a vivo, costei però, delle unità che dal termine di quel vorn sventurato aveva dovuto subire il disprezzo di incontrare, sembrava senza dubbio alcuno la più interessante di tutte.
Se la teppistella catturata dai leccapiedi della "Sovrana di quel cavo" gli aveva ricordato per abbigliamento giallo cazzotto in sensore e di assoluta oscenità la ricorrenza che i terrestri chiamavano Carnevale, la sopraggiunta fece sovvenire a Damus - preferiva quell'alter ego tra tutti quando contrattava o si arrendeva - il ricordo dell'epurazione attuata dalla sua Divisione di un quartiere di Cybertron West dimenticato dalle Creatrici e da Primus, popolato per lo più da predacon e mafia non abbastanza decezionevole, al quale perciò aveva scelto di dare fuoco.
I lunghi fili neri e spessi avvolgevano spalle in apparenza esili che scattavano su sette pugnali legati alla cintola e piroettavano due stelle di metallo come l'aura di inganno e ordigno che aleggiava sempiterna alla fusoliera di Starscream Skyfire, calzature e la risma inferiore di una divisa da marine ne scortavano la figura dalle cosce alla vita strettissima e se Pryia Bennet non aveva mai dato peso al guardaroba, certo il lupetto nero pece e gli artigli a portata non aiutavano a non definirla una talpa o una spia per conto di terzi o quinti.
"Deve perdonare mia sorella, imperatrice." Postulò a mezza bocca mentre le guardie cadevano a terra disarmate e l'arrestata faceva per dileguarsi, senza succedere ovvio.
Non sembrava la voce di una buona.
"Aaahi, ahi! Ehi! Così mi rompi un braccio! Oltre che i coglioni, non sono tua s ... aaahu! E va bene. Grrr! Avevo tutto sotto controllo."
"Questa ragazzina" proseguì mollando una sberla alla nuca della collega "non comprende bene la vostra lingua, inoltre anche prima della Smagnetizzazione il suo processore non che fosse esattamente dei migliori, maestà, io capisco e credetemi sottoscrivo il vostro egregio sistema giuridico, ma lasciate che me ne occupi di persona e nessuno rimpiangerà quest'oggi." Terminò la sua proposta.
"Pryia, se non la finisci immeditamente giuro che dh bmmm!!" E poi zittì l'altra con un bavaglio appositamente procuratasi quell'alba stessa.
"Non chiederò ricompense"
"Tu?" Alzò un sopracciglio Sari.
"Tu non sei anche peggio o ricercata tanto quanto? E verresti qui a fare la Lockdown della situazione. Hai neutralizzato i miei uomini come ... dite voi, come protoforme, si?" Chiese conferma a Breaker, per canzonarlo, deriderlo e quanto di peggio si potesse riservare a un Generale Decepticon in ostaggio e disarmato.
"Tarn, giusto? Dovrei fidarmi?"
Questi non si lasciò intimidire, anzi mantenne lo sguardo e ricattò ulteriore.
"Se le uccideste noi non saremmo da meno. E questa disgrazia" indicò Kornelia, mentre questa girava gli occhi e salutava con la sinistra "sembra interessarti troppo per terminarla subito, a questo corso dovresti prendere una decisione e sai che non lo faresti. Vuoi il mio avviso, umana?" Sorrise sotto ceppi che ancora non indossava.
Gelò le due estranee e tanto bastò quasi a far perdere i sensi alla più giovane.
Avanzò posato, con la spada a mo di bastone per non claudicare, la sinistra dietro, la girò, le porse un guanto, dopo esserselo tolto.
Cavaliere, dopotutto, considerò Kordelia.
"Lascia che le interroghi. E raccogli la mia sfida. Se questi sono ed erano i tuoi patti, non avrai poi da perdere.
Regina"
Fu Lui a spodestarla per primo.
"Eheheheheh, aha, eh noi si, ripensandoci che male c'è a farsi qualche settimana di isolamento, la quarantena fa bene alla pelle, con questi malanni in aria, accomodatevi, ragazzi, non mordo, per ora, il tiramisù c'è ancora dall'altra volta, Donovan?" porse Bibí i polsi alle guerdie, ipocrita e infantile; non conosceva Ebenezer Breaker, manco di nome, provenendo da un'altra dimensione, ma gli era bastato sentire due minacce per aver ben chiaro come quella massa di crossfit e powerlifting si tenesse da sola senza bisogno di aprire palestre abusive a bordo di navette da bounty hunter.
Come invece aveva fatto l'ex di Pryia a suo tempo.
"Noi accettiamo: buena cara, a mal tiempo. Y lo se que tu eres la DJD." Sferzò la tensione Bennet, quella interessante.
"Che troia" commentò Bibì immancabile, beccandosi una temporanea deossigenazione del tronco cerebrale.
"Oh, si, sta bene, gli ho solo compresso la carotide. Prego, non c'è di che." Puntualizzò Pryia.
"Me encantò" le sorrise Ebenezer.
Non lo deluse, scelse in definitiva di puntare su di lei.
Anche perché quella Robinson era sul serio da riscrivere da capo peggio di Misfire.
"Beh a me quello che non incanta è questa pallida messinscena da bettola di  quel di Mccaddams!" Riprese Stormrider da capo, mentre anche Redwing Skyfire si liberava a suon di zampate e adamantio dai bot guardia e recitava dolci parole d'amore alla cugina.
"Tu, miserabile, troia spenta di una feccia tecnorganica!"
"Io non lo farei se fossi in ..."
Sari provò a mostrare la cortesia assai poco credibile di avvertirla, la seconda spada della violacea volò comunque in direzione della sua testa e un bagliore blu di conseguenza atterrò la seeker, che cadde priva di sensi.
"Reduvja!" Accorsero Tarn e Kornelia all'unisono.
"Sta bene, poverina! Gli aerei svengono subito." Ribadì annoiata l'Imperatrice delle cose inopportune e sfacciate.
"Per adesso almeno non devo stipulare trattati con Vos o Metroplex! Ah!" Si rimise a sedere e ricominciò a strepitare.
"TUTORBOOOOOT!"
Una strana sentinella che per guarnizione della testa aveva il datato monitor di un portatile del vorn 2.009 giunse nella sala del trono, accennò un inchino e chiese, solerte:
"Cosa c'è, mia signora?"
"Come cazzo si dice ah si! Portali nei sotterranei, ah?" Ordinò  appoggiandosi al gomito destro, poi rimirò nuovamente la Fantina reggere l'altra "principessa" sollevata da terra e sbuffò:
"Lei in cella da sola. Mi servirà più tardi."
Ora, Stormrider da Comandante e Spia scelta della ex capitale Autobot di Iacon, di regola non optava mai per la prima linea, era consapevole di detenere grandi poteri, non permettersi di sperperarli per terminare idioti era parte integrante del suo lavoro, pena, la compromissione dello stesso, la fine di una illustre carriera da traditrice competente, in netta opposizione al suo alter ego maschile, Astrum Starscream Skyfire.
A rovescio di Breaker, non le piaceva mostrare sentimenti per unità ed elementi più giovani, soccorrerli, mostrare ovvie disposizioni da femme.
Detestava i luoghi comuni sul sesso e il loro carattere quasi quanto i mecha.
Eppure la destinata al trono di mezzo cosmo e della stazione di ponti spaziali intergalassie più rinomata, oltre che unica, tirò fuori qualcosa o fece scattare un interruttore, spento da secoli vicino agli innesti della sua camera, un vettore che pur in proiezione di donna umana l'avrebbe resa ancora un'assassina, prima che sopravvissuta, avesse accettato di lasciarla a terra.
"Hai finito, impiastro d'una mocciosa"
"Kornelia, adesso non è il momento migliore, ascoltami!" Tentò Tarn di avvisarla e sicuramente non era della sua persona un tale comportamento.
"Di manomettere i miei meccanismi?!"
Avrebbe fatto meglio a dar lui ascolto, non fosse stato altro per quella miserrima volta.
Se non altro lo Sterminatore aveva di quella calma più che vissuto tale da imporsi di rimandare qualsivoglia reazione in certi delineati contesti.
E se non sarebbe spettato alla strega aspettarsi di venire prosciugata da un frammento di allspark, Stormrider dovette dargliela la sua rivendicabile e dannata ragione da uomo, quando cadde a terra, allineata con la Skyfire che tanto aveva difeso.
L'ex carro armato esitò un momento, due, tre. Accennò alla minicon qualcosa ma poi accorse in prima persona, resse il corpo della femme tra le braccia e ringhiò basso, provò, ad azzardare, di pura ira, obbligato, senza più disporne.
"Umana. Come puoi osare?"
"Oh. L'ho appena fatto. Adesso" Si soffiò Sari su un dito come fosse stata un'arma.
"Se voi giocattoli siete d'accordo ho una cosa nuova da testare." Con un cenno della testa poi ordinò ai sottoposti di scortare tutti nella stessa cella di fermo.
Che non si fosse detto, se non altro, che non era equa e rispettosa nelle sue ingiuste condanne da tiranna.
"La prossima volta!" Robinson fu la sola a protestare.
"La prossima volta giuro che te li puoi sognare i miei punti ad Animal Crossing, hai capito?! Sei una traditrice! Una bugiarda! Una rinnegata, una di cui non ci si può fidare ... "
"Bumblebee ..." tentò un'ultima volta Pryia di salvarle la sottoveste.
"Una stronza!"
L'ordine per Donovan di tirarle un rovescio fu naturalmente inesorabile.

"I suoi livelli energetici sono molto stabili." Asserì Nickel facendo scorrere lo scanner di rilevamento a distanza sul bel viso addormentato di Kornelia ancora una volta.
"Non che mi interessi, però è abbastanza dura per resistere a un colpo del genere, ritengo che a voler prescindere dai tempi di reazione di un normale individuo si potrà definire in forma nei prossimi tre nanocicli."
La risposta di Ebenezer fu un orrido sbuffo accompagnato da una folata di nevrotico e cronico malumore.
"Sappiamo bene quanto non ti faccia caldo o freddo saperla ferita o in forze, sebbene non sia stato tu."
Redwing Skyfire se ne stava a ciondolare su una delle panche della prigione, seduta affianco a Pryia Bennet, imperterrita se ne stava in una sorta di posa dedita a quel che taluni organici chiamavano yoga o kata.
O karaoke.
O entrambi.
Si rifiutava di capire gli autobot e si rifiutava di capire *quelle*, ma si sentiva vagamente colpevole per ciò che era accaduto alla Decepticon Justice Division dall'incipiare del nuovo ciclo stellare.
"Mi stupisce che si sia esposta in quel modo."
"Mhm. A me no."
"E mi preme la sua reazione quando si desterà e saprà cosa le è success ... ma che cosa?!"
"Dahh! Dio! Primus ... bruciato in mille pezzi di scarto cosmico da una motosega difettosa ... la mia testa."Stridé  la rossa tirandosi faticosamente a sedere.
"Nelia, adesso non c'è bisogno di avere reazioni"
"Si, si, tesoro, lo so, lo so, ho perso buona parte dei miei poteri per l'Allspark di quella stronza poppante e blah blah blah, mh! Ah. Non mi si chieda di influenzare o vendicare chicchessia perché mi reputo ufficialmente fuori rotta." Puntualizzò.
"Se non in ferie forzate. Sto diventando troppo vecchia per farmi deattivare e riattivare. Senza frammenti di allspark, per giunta"
In quel momento, nello stupore generale e mentre Kaon, Vos, Tesarus ed Helex indaffarati testavano ciascuno il proprio validissimo metodo di evasione da tali mura oscene, furono proprio le sbarre, paradossali a ritrarsi.
"Que coño?!" Il francesismo di Robinson, puntualissimo.
"Mettile con le altre, Don, così non tenteranno di scappare un'altra volta."
"Ma Marcus, quella con i capelli rosa ha detto di essere una dei Prime! Ora io ... io non la conosco, ma eh ... se avesse ragione"
"E tu le hai pure creduto?"
"Mi sembrava una brava ragazz ..."
"Sono prigioniere, imbecille!! Non ci devi mica uscire!"
"Ah no?"
Discorsi degli energumeni privi di microcip a parte, Cullen e Carrington furono comunque sbattute a loro volta a quel destino tanto immeritato.
"Ah! Ti pareva che *le altre* dovevamo conoscerle già, eh Ria?" Salutò Rachel, sarcastica, l'occhio nero della più giovane.
"Ti sta bene l'eyeliner, vedo che non avendo altri impegni ti ci sei potuta dedicare!!" Prese a inseguirla il medico.
"Hai visto, Marcus? Si conoscono." Riprede uno dei gorilla.
"Io?!" Andò nel panico la ricognitrice.
"Chi conosce chi, io?! Io no, no di certo. Ha detto che è una dei Prime, no? Behe sa oggi le parentele sono così diffuse, specialmene dopo il ripopolamento magari è così, magari sta mentendo, per sicurezza scortatela in una cella più cinque stelle ..."
"*Bumblebee*"
E certo, potreste dire, che in altre realtà si sarebbe tutto risolto con una ramanzina o un chiarimento per il pubblico più che per la coinvolta.
In quella corrente e ben tale, Cullen non aveva la pazienza delle sue origini di decantati zii e prozii, come Robinson si sarebbe solo potuta sognare la famigerata lingua d'argento di 67.
"R-Rachel! Aiut! Non respiro!! Seda ... sedat ... sedatela!"
Il polso della comandante risolse quindi di scivolare lesto a stringere la gola della scout bionda e rifiutarsi categoricamente di lasciare la presa.
"Oh, avrei giurato le avrebbe chiesto prima dove si trovasse Billie, il Tesarus della nostra squadra, posto e dando per scontato che i nostri Helex e Vos non siano configurabili con me e Riri ... allora! "si sentì in dovere Rachel di sedersi accanto a Tarn.
"Garrus 9 è ancora in piedi?"
"Cosa? Come diavolo ...?"
"A questo punto invece *quella* è dispersa quasi certamente per colpa sua. Dottoressa Carrington, prego, il piacere non è di questo pianeta." si accese da fumare la donna.
"Lei è il famoso Sterminatore di robot e loro sono la DjD o sbaglio? Non mi sbaglio mai."
"L'ultima volta che ho controllato, signorina, erano in molti a temermi."
"Mh. Signorina, thz. Potrei essere tua mamma, cocco, lo so che non sembra e no. Non ho aggiornamenti, tutto quello che vedi lo ha fatto madre tecnologia."
"Seda!! Sedat!!! Sedala!!"
"Non ce l'ho, ho detto, Bibì, pazienza, tanto moriremo tutte, comincia ad abituarti."
"Pace interiore." Sussurrò Pryia puntualissima.
"Grrrr!!" Orion sbatté quindi la ragazzina su uno dei sacchi di fieno organico sistemati sulle panche destinate ai detenuti a mo' di cuscini e mentre quella gattonava all'indietro verso la parete le si inchiodò davanti, come un mastino.
"Il distintivo, Robinson. Subito."
Solo allora Rachel esalò l'ultimo spazientito sospiro di nicotina.
"Oh santa pac ... , tesoro, adesso non ti sembra di esagerare?"
"S-Si! Infatti! Totalmente! Esagerarissimo! Eddai, mi è rimasto solo questo lavoro, davvero vuoi licenziarmi, ho una famiglia da sfama ..."
"Tu non hai una famiglia."
"Una famiglia di una!"
La giovane ex femme ringhiò oltre l'esasperazione, scansò Tarn in malomodo senza rendersi conto di stare a che ridire con chi stava a che ridire e si gettò pensosa su una postazione a sua volta.
"Ahh ci avevo sperato questa volta!"
"Ci serve, Pryia." Tagliò la rossa. "Sa sparare."
"Mh. Non è essenziale, le armi da fuoco sono sopravvaluta ..."
"Non una parola."
"Come vuoi"
"Quindi posso restare?" Infierì la bionda.
"Purtroppo." Le rispose la ninja, esasperatissima.
"Io eviterei di insistere. Conoscete i decepticon, signore?" Si alzò indirizzandosi agli altri.

  
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