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Autore: ShannaInLuv    27/12/2020    4 recensioni
[ accenni spoiler capitolo 285 ]{BakuDeku} (death!Charachter)
(Dal Capitolo 1)
«Accidenti Kacchan... non mi vedi da... quanto? Più di un anno e sai dirmi questo?»
E cos'altro avrebbe dovuto dirgli, smancerie? Oltretutto, loro due non si vedevano da oltre un anno, ragionò Katsuki, ma lui aveva visto Deku molte volte in tv – lo seguiva sempre, nelle interviste.
All'improvviso, però, Katsuki non seppe cosa rispondere. Avrebbe voluto urlargli che gli era mancato, nonostante tutto, e che non fosse nemmeno sicuro che lui l'avesse mai perdonato per tutto il male che gli aveva causato. Che lui non si era perdonato.
[milong]
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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II
I don't want to leave you, will you hold my hand?.



 

Midoriya Izuku era difficile da azzittire. Se era felice, entusiasta, nervoso, concentrato... blaterava sempre. Ed in effetti era una cosa che Bakugou aveva odiato – ricordava quell'episodio durante il Festival Sportivo, al primo anno, in cui blaterava strategie su strategie durante gli incontri e in quel momento avrebbe voluto soltanto girarsi e mollargli un pugno in faccia ( questo non avvenne grazie a Kirishima).

Anche dopo quello scontro di un paio d'anni prima, nel primo anno da tirocinante come Pro-Hero, con un Villain piuttosto tosto, aveva straparlato. Di quanto si era divertito a mostrare di essere cresciuto – e, nonostante tutto, Katsuki lo sapeva che stava diventando un grande eroe come All Might – e che non vedeva l'ora di tornare in azione – nonostante fosse ingessato da testa a piedi.

 

Quel giorno Katsuki aveva abbozzato un sorriso e aveva infilato le mani in tasca, nascondendo quel sorriso in uno sbuffo: non sapeva se erano amici, non sapeva se era stato perdonato da Midoriya, però sapeva che, andarlo a trovare per sapere come stava e scambiare due chiacchiere con lui, era naturale. Natruale come essere amici.

 

Erano passati esattamente quattro anni da quell'incidente – cinque dal loro diploma alla UA – e, anche se gli doleva ammetterlo, Izuku quel giorno di lui non aveva bisogno. C'era stat Uraraka al suo capezzale, quella Faccia Tonda, che gli ronzava attorno da sempre e che, fino a tre anni prima, era stata la sua fidanzata, per poi rompere.

A Katsuki non importava molto perchè avessero rotto ma sapeva che Izuku era triste – negli ultimi due anni aveva visto gli occhi umidi ogni volta che Ochaco Uraraka, alias Uravity, compariva in qualche missione o trasmissione televisiva o la vedeva.

E questo faceva male anche a Katsuki: sapeva che Midoriya probabilmente l'amava ancora, anche se – ancora non capiva né come, né quando, né perchè quell'accoppiata insolita – Uraraka si fosse fidanzata con il suo migliore amico Todoroki.

Anche quello faceva male:  sapere di non essere stato abbastanza – di essere stato superato da quel bastardo diviso a metà – da essere un amico migliore. Non aveva fatto altro che bullizzarlo, buttarlo già, metterlo in ridicolo...

Eppure Midoriya Izuku si rialzava, sempre.

E forse era questo che aveva sempre ammirato – e poi, scoperto, amato – di quel pasticcio dai capelli verdi, farfugliante e insicuro ma talmente duro dentro da andare avanti e scalare la vetta, superandolo.

 

Si schiarì la voce, perchè quel silenzio – e quei pensieri – stavano diventando davvero troppo pensanti da affrontare adesso, in quella scialba caffetteria vicino al cimitero dove All Might era stato sepolto. Dove loro avevano lasciato un pezzetto di sé.

Katsuki strinse le mani intorno alla tazza di tè allo zenzero e limone – non era mai stato un tipo da caffeina – mentre invece la brodosa bevanda di Izuku si stava raffreddando sotto al suo naso – caffè americano, lo chiamava – perchè lui guardava fisso fuori dalla finestra e non spicciava parola.

Insomma, questo sarebbe stato un atteggiamento più da lui, da Todoroki o persino Tokoyami... ma non da Midoriya Izuku.

Katsuki aprì la bocca per dire qualcosa: «Deku-»

«Sì.» lo interruppe, invece, lui, spostando lo sguardo verso i suoi occhi cremisi. Lo vide sospirare lievemente e battere le palpebre una volta sola. I suoi occhi verdi erano lucidissimi e anche velati di un'ombra che Katsuki conosceva bene: disperazione.

«Sì cosa?» ribattè a bocca aperta. Stava pensando nella sua testa, non ricordava di aver domandato qualcosa. Ma forse gli era sfuggito e lo aveva fatto.

Midoriya avvolse le mani intorno alla sua tazza di acffè americano, Katsuki fece lo stesso con il suo tè, poi sospirò un po' più forte di prima. «Shouto ed Ochaco, si sposeranno tra qualche mese.»

Katsuki Bakugou – una delle poche volte nella sua vita – rimase interdetto: perchè s'è n'era uscito in un momento del genere, in una situazione simile? Cosa fregava a lui di quel tormentato bicolore e quella pazza rosa?

«Perchè pensi che m'importi di due coglioni?»


Che ti hanno fatto male, Izuku. Che ti hanno ferito e hanno ferito me nel vederti devastato.

 

Midoriya scosse le spalle. «Nulla, forse. Però è il topic della gente quando mi vede dopo anni.» lo ripetè come se fosse stanco.

«Hah?» esplose lui, scartando definitivamente il tè perchè era diventato troppo freddo. Non si vedevano – avevano una conversazione decente, perlopiù – da due anni e pensava che a lui interessasse questo? Di Faccia-Tonda e Icy-Hot?

Di nuovo, Deku scrollò le spalle e ridacchiò leggermente. «Non lo so, succede davvero Kacchan. M'incontrano, mi chiedono l'autografo e dicono “ma è vero che tu e Uravity avete rotto e lei sta con Shouto? Come ti senti”» fece il verso citando l'ultima frase. Poi sbuffò. «Sono passati due anni Kacchan. Sono andato oltre.»

«A me non interessa,» chiarì. Però una domanda gli venne naturale: «Ma tu stai bene?»

Midoriya lo fissò, spalancò i suoi occhioni verdi – diventati un po' più radiosi – e lasciò andare le mani dalla tazza per alzarle in alto come fosse in arresto. Spalancò la bocca in un sorriso sincero e stupido: «Whooooa,» esalò stupidamente «davvero Kacchan mi stai chiedendo come sto? Davvero Kacchan? Il grande DynaMight?»

In quel momento il cervello di Katsuki andò in tilt: in primiss perchè adorava come Midoriya diceva “Kacchan”; e poi perchè era riuscito a farlo ridere. E poi, il suo nome da eroe detto da lui lo rendeva... eccitato.

Arrossì, colto alla sprovvista. «Taci, idiota.» borbottò. «Non sono più quel tipo di persona.»
Midoriya gli sorrise sinceramente mentre si alzava – e Dio, quanto lo amava. Il suo cuore stava schizzando stupidamente via dal petto.
«Lo so.» soffiò. C'era tenerezza nella sua voce e un breve flashback di tutto quello che era successo tra loro ( l'infanzia, le medie, il primo combattimento all'UA, il test contro AllMight, la loro lotta al Ground Beta, la guerra contro Shigaraki e i suoi.... ) lo colpì immediatamente: era forse un perdono ? Midoriya Izuku lo stava forse perdonando per tutto il male?

 

Ma lui no, non si sentiva ancora purificato.

 

Midoriya lo fissò intensamente per qualche secondo, ancora in piedi davanti a lui. «Comunque la cosa tra Shoto e Uraraka non m'interessa più. Gli voglio bene e voglio che siano felici.» la sua voce era ancora un po' rauca e il suo tono triste ma Katsuki sapeva che non stava mentendo. Aveva un cuore troppo grande per farlo.

«Quindi sì, Kacchan, sto bene per quello...» il suo sguardo si abbassò, sicuramente pensando al suo mentore senza aggiungere che era distrutto e che gli sarebbe mancato. Ma Katsuki sapeva che avrebbe superato anche questo.

Era Midoriya Izuku, dopotutto.

Katsuki si schiarì la voce. «Okay,» aggiunse un po' troppo in fretta. «Non che me ne freghi davvero un cazzo dei vostri triangoli amorosi, Deku.» aggiunse, giusto per non essere troppo morbido – quel giorno lo era stato fin troppo, no?

Deku si scurì, turbato. «Non è un triangolo amoroso,» chiarì a denti stretti precisando e mettendo fine a quella discussione definitvamente ( era il suo modo ). «E tu stai bene, Kacchan?» domandò immediatamente, rivolgendo uno sguardo prima alla finestra – dove s'intravedeva il cimitero dove c'era il loro eroe – e poi tornando a fissarlo intensamente come a dire: “a parte quello”.

«Sto bene.»

«Non sembra.»

«Il lavoro va bene.» grugnì Katsuki.

«Il lavoro non è tutto quello che conta,» ribattè testardo Midoriya. «Voglio che tu sia felice  come Ochaco e Shouto.»

Katsuki lo schernì gracchiando. Nemmeno sua madre gli diceva di trovarsi una ragazza – o un ragazzo, da quando aveva avuto quella cosa con Kirishima l'ultimo anno di liceo – e lui, Deku, si permetteva di fargli la morale?

«Insomma, ti piacerà qualcuna, no?» incalzò Midoriya, a questo punto ributtandosi a sedere davanti a lui. Sembrava che, invece di continuare a piangere su sé stesso cercasse di torturare lui – sembrava molto Kirishima in quel momento ( sì, dopo quella cosa erano rimasti amici).

Katsuki grugnì in risposta, ma non rispose. Izuku, ovviamente, non mollò la presa.

«Pensavo ti piacesse Ochaco al liceo?»

«Faccia-Tonda-Uraraka? Quella è completamente pazza.»

«Okay, uhm, Yaoyorozu-san?»

«Gironzolava intorno ad quel perdente Awase della B dal campo estivo. Noiosa da morire, comunque.»

«E... Tsuyu-chan?»

«Tokoyami. Appiccicosa.»

«A-Ashido-san?»

«Uh, Kirishima e lei sono talmente perfetti da dare voltastomaco.»

Midoriya fece una smorfia. «Giusto,» ma non mollò. «Q-quella del corso, allora, com'è che si chiamava... Utsushimi Camie-san

Katsuki inorridì. «Quella è più scema di Uraraka.»

«Hagakure-san?»

«E' invisibile, è inquetante.»

«Kacchaaaan, sei cattivo

«Sono sincero. E poi lei e quel coso con la coda non hanno avuto una storia?»

«Quel coso con la coda si chiama Ojiro.»

«Come vuoi.»

«Sai un sacco di pettegolezzi del liceo, Kacchan.» schiamazzò Midoriya. Sembrava allegro, tanto bastava per scaldargli il cuore. Beh, se bastava parlare di cazzate per renderlo feliceo, dopo oggi, poteva fare uno sforzo.

«Duh,» ribattè, infastidito ricordando ai tempi del liceo quando la BakuSquad – rinominata così contro la sua volontà – lo torturava ogni giorno. «colpa di Kirishima e Kaminari quei due idiori erano delle ragazze pettegole.»

Midoriya ridacchiò. «Qualcuna della B?»

Katsuki sospirò, bloccandolo prima che iniziasse ad elencare i nomi delle ragazze della sezione B- come faceva poi, lui dopo tre anni aveva imparato a malapena i nomi dei suoi compagni di classe: Todoroki perchè era un'egocentrico, Uraraka perchè era troppo rumorosa, Iida e Yaoyorozu perchè erano i capoclasse e i suoi fastidiosi membri del suo gruppo non approvato – e si massaggiò le tempie.

«Nessuna di loro.» tagliò corto.

Midoriya restò a bocca aperta, poi: «Hatsume Mei?»

«Chi?»

«Nejire-senpai?»

«Ripeto:chi?»

Midoriya sbuffò, spazientito, e si accasciò sulla panca del tavolo. «E che cavolo, Kacchan, nessuna nessuna?»

Katsuki battè le palpebre. No, nessuna. Solo lui. Voleva solo lui – anche dopo averlo maltrattato da anni. Voleva l'unica persona che non poteva avere. Aveva sempre visto gli sguardi lussurioso che gli avevano lanciato al liceo, persino quel Shinsou, eppure nel suo cervello c'era soltanto quel ragazzo davanti a lui, che blaterava di ragazze – poi! - e che lo convinceva a cercarsi qualcuno.

Improvvisamente, scoppiò a ridere. Era una risata di gusto, anche se amara. Perchè il destino era proprio crudele se doveva fargli affrontare questo discorso con lui – la sua eterna cotta – che lo guardava come un cerbiatto smarrito.

«Perchè ridi, Kacchan?» domandò innocentemente.

Katsuki smise di ridere e lo guardò intensamente, sperò di trafiggerlo con i suoi sentimento – giurò di vedere Midoriya arrossire e inarcare le spalle a disagio – e non battè le palpebre nemmeno una volta. Fissandolo.

«Izuku,» parlò dopo un po'. Era raro – rarissimo – che Katsuki lo chiamasse con il suo nome – era come se il nome Deku fosse suo, solo suo, in quel modo – sopratutto dopo le medie. «Sono gay.»

Midoriya esalò qualcosa – disse qualcosa di così basso che nemmeno l'orecchio acuto di Katsuki riuscì a cogliere – e tenne gli occhi spalancati. Poi si lasciò andare in un sorriso. «Oooh,» esalò, prolungando la “o” un po' troppo.

Era come paralizzato.

Katsuki si sentì a disagio: essere gay non era un problema, e quelle poche persone che lo sapevano – perchè era riservato e su questo Mina aveva tenuto la bocca chiusa – avevano ridacchiato, fatto commenti o battutine scherzose. Ma non erano rimasti paralizzati.

«Deku,» grugnì, infastidito da tanta attesa. Insomma era Midoriya non poteva starsene zitto così! Blaterare qualcosa o-

Allora, solo allora, Deku si riprese ed elargì un sorriso. «Penso che sia fantastico,Kacchan. Scusa.... sono sono sorpreso.» sussurrò l'ultima parola, arrossendo. «Grazie per avermelo detto.» ed ecco che cominciava ad essere Izuku: gentile, altruista e amorevole.

Katsuki grugnì. «Solo per non farti continuare a rompermi le palle-»

«Ma quindi Shins-»

«Piantala

Midoriya deglutì, decidendo di non riattaccare il discorso dei possibili amanti, ma invece, il suo sorriso si fece un po' più tirato e falso. In un altra situazione avrebbe potuto pensare che fosse contrariato. «Quindi.... è per questo che tu e Kirishima-»

«No.» lo interruppe brusco. Non voleva far vorticare pensieri strani nella testa di quel nerd, più di quando non facesse già. Sopratutto perchè adesso Eijirou e Mina erano sposati da quasi un anno. Non voleva aggiungere chiacchiere alla loro storia. Non avrebbe iniziato questa merda.

«Tra me ed Eijirou non c'è stato nulla,» chiarì – Midoriya aveva appena sospirato? - e poi, pensando che doveva essere totalmente sincero – non sapeva perchè, ma amava Midoriya e non voleva nascondergli nulla. «Solo una notte. La sera della laurea, poi lui e Mina-» s'interruppe, sperando di aver chiarito abbastanza il discorso. Era stata la sua prima volta, in effettii.

«Ooookay.»

«Comunque, cretino,» Katsuki guardò l'orologio: erano quasi le nove di sera. E il giorno dopo sarebbe stato di pattuglia. Nonostante quella chiacchierata – seppur irritante, ma accettabile se con Deku – fosse stata gradevole, adesso dovevano salutarsi. Chissà se si sarebbero rivisti tra due anni. «Dobbiamo andare a casa.»

Si alzò, lasciando i soldi per entrambe le consumazioni sul tavolo, e lo salutò con un cenno. Non era mai stato un tipo da abbracci come Kaminari, Kirishima, Sero o da bacetti come Ashido. Un cenno e basta.

 

Se solo sapesse.

 

Scacciò via quel pensiero e borbottò un «ciao.» mentre si dirigeva verso l'uscita. Non mise nemmeno la mano sul pomello che qualcuno gli afferrò la manica.

«Kacchan.»
Si voltò e vide gli occhi di Midoriya di nuovo tristi – e una piccola crepa nel cuore gli si formò – . Nonostante tutto, avrebbe voluto sbatterlo contro il suo petto ed abbracciarlo, stringerlo così forte fino a farlo stare bene. Ma non poteva.

Oh Deku, se solo sapessi.

 

«Resta?» sussurrò Midoriya. Che fosse una domanda o no, non lo lasciò andare e la risposta di Katsuki sarebbe stata immediatamente un : sì, ovunque.
«A casa mia... ho del... R-Red Label,» Deku accennò un sorriso. Ovviamente ricordava che lui beveva solo Red Label. «... mi accompagni?»

 

Katsuki strattonò il braccio, non perchè lo volesse davvero, ma perchè era meglio comportarsi da Katsuki Bakugou.

Sbuffò. «Spero per te che sia veramente Red Label, e non quella roba simile che mi offre Hanta, sai che non bevo altra merda.»

«Ovviamente.»

 

 

«.... e lo sai, lo sai Kacchan, a chi ho dato il mio primo bacio?» biascicò Midoriya, dopo cinque shottini di Red Label – era sicuramente uno di quelli che svenivano al primi drink – e si stiracchiò sul divano dov'erano seduti. La tv in sottofondo trasmetteva The Office, una serie tv americana che odiava e trovava altamente noiosa, però dopo aver bevuto quasi una mezza bottiglia di quel liquore, sembrava soltanto un qualcosa.

Katsuki ondeggiò la testa e sbuffò, allungando le gambe e sfiorando, con il piede nudo, quello di Midoriya.

Ebbe un brivido – amplificato dall'alcool, decisamente – d'eccitazione e decise che era meglio togliere rapidamente quel piede da lì. Midoriya non ci fece caso e continuò a ridacchiare.

«Neh, neh, Kacchan-»

«Quanto rompi le palle. Che ne so io.» sbottò, biascicando le parole. Anche lui era piuttosto andato. Ma gli piaceva: gli piaceva essere ubriachi lerci, davanti a una serie tv che odiava, in compagnia di Midoriya – in casa sua – e parlare come due vecchi amici.

«A Iida!» strillò Midoriya col viso arrossato, saltando sul divano come un bambino di due anni. Si accasciò di lato, contro la sua spalla e, sebbene le loro pelli erano coperte dai vestiti, ebbe comunque un brivido.

Katsuki stava decidendo se scrollarselo bruscamente o lasciarlo così: optò per la seconda, dopotutto avrebbe potuto dare la colpa all'alcool. E gli piaceva così tanto quel semplice tocco.

«E' stato un incidente, sono inciampato e... Ochaco era piuttosto arrabbiata.» rise poi a crepapelle, come se fosse la cosa divertente del mondo. Per Katsuki no: sarebbe stato più sensato che fosse stata quella stupida faccia Tonda di Uraraka e invece era stato il quattr'occhi, un ragazzo, che diamine! Sarebbe potuto esse lui quel ragazzo.

 

Che diavolo stava pensando?

 

«... e poi non ricordo più cosa è successo,» stava ancora straparlando ancora Midoriya, impossessato dall'alcool, mentre si scolava l'ultimo shot già riempito davanti a lui. Poi si voltò verso di lui, con occhi liquidi e guancie arrossate sotto le lentiggini.
Katsuki notò la sua bocca leggermente umida e una goccia di liquore scivolargli via... la voglia di leccargliela fu immensa e, nonostante l'ubriachezza, distolse lo sguardo.

«E tu Kacchan?»

Katsuki grugnì. Bevve ancora,

Midoriya gli diede di gomito. «Eddaiiii.»

«Kirishima.» sputò fuori, puntanto subito i suoi occhi rossi su di lui. «Ricordi?» glielo aveva accennato poco prima – anche se sembravano passati secoli – al bar. Lo sguardo di Midoriya vacillò.

Deglutì.

«Io non ho esperienza.» e poi divenne rosso. Rosso come un peperone. Talmente rosso da scoppiare, quasi. Se non fosse stato confuso da quella frase, Katsuki sarebbe scoppiato a ridere e lo avrebbe presto in giro.

«C-come si b-bacia un uomo?» sputò, poi, fuori.

Toccò a Katsuki arrossire, stavolta, ma leggermente: bevve ancora un sorso ed evitò lo sguardo di Midoriya. «Esattamente come una ragazza, cretino.» borbottò.

«Sì ma... sono... curioso.»

Il cuore di Bakugou rallentò: pensare a Midoriya con un'altra persona – un ragazzo! - lo faceva imbestialire: perchè avere qualsiasi ragazzo se aveva lui qui?

Però, quello che disse rabbiosamente – quasi osse tornato in prima liceo – fu: «E allora va in giro e cercati un ragazzo da baciare.» sbattè rabbiosamente quel bicchiere di vetro sul tavolino tra il divano e la tv e fece per alzarsi – ne aveva abbastanza, quella serata sarebbe finita lì.
Ma Midoriya lo afferrò – per la seconda volta, quel giorno – strattonandolo e, con la sua instabilità dovuta all'alcool, ricadde pesantemente sul divano. Katsuki guardò Midoriya.

Lo vide come mai lo aveva visto  – solo nei suoi pensieri erotici, in realtà – e sentì qualcosa muoversi e stringere i pantaloni: Midoriya era in ginocchio sul divano, proteso verso di luio – a pochi centimetri – con il volto rosso, le sopracciglia inarcate e un luccichio negli occhi che mai aveva visto.

I suoi pantaloni stavano decisamente stringendo, dannazione!

Fece per dire qualcosa o per muoversi da quella situazione perchè sarebbe finita per-

Cazzo. Non doveva pensarci.

 

Si soffermò sulle sue labbra, Midoriya passò la lingua su di esse, umettandole – non aiutando la situazione.
«Io vado.» esalò Katsuki, combattendo contro sé stesso. Ma non si mosse, e nemmeno Izuku lo fece. Anzi, allungò una mano e la poggiò sulla sua gamba – troppo vicino al suo gonfiore che stava per esplodere – e rantolò.

«Ti posso baciare, Kacchan?»

Il cervello andò completamente in black-out.

«Cazzo, sì!»


AngolinoAutrice(?)

E.... adesso prego, tiratemi i pomodori! xD Per il capitolo in ritardo, per l'orrore del capitolo- non so, non sono proprio soddisfatta.
Però, alla fine, va bene così.
Duuunque, ho già accennato che Katsuki è diverso in quesa storia - decisamente OOC- : più maturo e meno irascibile, sopratutto con Deku.
I discorsi che si sono scambiati in questo capitolo ma sono "importanti" anche perchè, non potendo scrivere dal punto di vista di Deku - visto che è unicamente pov Kacchan -, lo capirete più avanti.
Ho contato i capitoli e dovrebbero essere quattro o cinque - dipende dalla lunghezza dei capitoli successivi - e non so se mettere un epilogo. Credo che il finale che ho in mente si concluda in sè.
Piccolo ps: NON scriverò scene di sesso perchè non ne sono capace, ma qualche dettaglio lo metterò ;)
Detto questo, aloha e fatemi sapere che ne pensate.
Alla prossima,
Shanna. 

   
 
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