Da
quello che era riuscito a sentire da Jamia, Frank quel giorno a scuola
non si
era presentato per un’influenza. Diceva che aveva preso
freddo durante
un’improvvisata a casa sua, contravvenendo come al solito
alla “punizione”
della madre.
Nemmeno
Mikey era venuto a scuola. Diceva che aveva tosse e mal di pancia.
Anche se la
tosse la simulava nel peggiore dei modi. Ma Gerard non fece domande, di
prima
mattina, pensava di avere tutto il tempo per chiedere spiegazioni a suo
fratello, mentre non sapeva quando avrebbe rincontrato Frank.
Sarebbe
andato a casa sua il giorno stesso, decise.
Il
suono del pugno verso la porta era molto lieve, e Gerard non riusciva
mai a
spiegarsi come in quella casa riuscissero a distinguerlo, dato che
Frank molto
spesso strimpellava con la chitarra a tutte le ore e a volume alto.
-Oh,
ciao, Gerard!- rispose Linda, la madre di Frank –Accomodati,
Frank è in camera
sua-
Nonostante
avesse l’influenza, continuava a suonare la chitarra a volume
alto, altissimo.
Nemmeno il rumore della porta si sentiva, nemmeno i passi di Gerard. e
dovette
dirglielo a gesti di abbassare o quantomeno smettere di suonare.
-Cosa
vuoi?- chiese Frank apparentemente tranquillo
-E’
diventato reato fare visita a un amico malato?-
-Ma
tu lo sai benissimo che non sono malato-
-E
allora perché a scuola non c’eri?-
-Non
mi andava di andarci. Allora? Cosa c’è?-
-Sono
stato sciolto dall’impegno di fare i compiti a Ray-
-Ah,
congratulazioni- disse con tono piatto. Ma poi gli venne un dubbio
–E di me non
ha detto nulla?-
-Se
pensi che ti abbia perdonato… Bè, credo di no-
Frank
imprecò tra i denti. Poi chiese –E Mikey?-
-A
casa con un presunto mal di pancia-
-Io
e Mikey a volte siamo proprio in sintonia!- rispose Frank con occhi
quasi
sognanti –Andiamo a trovarlo? Immagino che subito dopo la
scuola sei venuto
qua, vero?-
-Anche
tu dovresti essere malato-
-Ma
mica posso stare male tutto il giorno. Dai, andiamo!-
E
inevitabilmente vi fu la grande domanda della signora Iero
–Frank, dove vai?
Non stavi male?-
-Sono
guarito, vado a trovare Mikey che sta il doppio del male, torno per
cena, ciao
ciao!-
-Ci
vediamo, signora Iero- disse Gerard un po’ imbarazzato e
salutando con un lieve
cenno della mano.
Nessuno
dei due si immaginava quello che sarebbe successo una volta arrivati a
casa
Way. Nessuno poteva aspettarsi cosa ne sarebbe seguito, trovando la
stanza di
Mikey vuota. La madre disse che era andato a comprare qualche medicina,
e non
era ancora tornato.
Aspettarono,
tutti quanti, 5, 10, 30 minuti. Un’ora, e ancora
un’altra. Fino al tramonto.
Cazzo,
forse era il caso di andare a cercarlo.
-Potrebbe
essersi sentito male, potrebbe essere svenuto per strada…-
disse Gerard –Mamma,
vado, riprendo e torno-
-Ma…-
-Ci
sarò anch’io, signora- disse Frank seguendo Gerard
alla porta –Non si
preoccupi, riporteremo suo figlio a casa e, già che ci
siamo, gli daremo anche
qualche sculacciata-
In
farmacia non c’era, anche perché era chiusa. Non
era al parco, non era a
scuola, non era a casa di qualche conoscente o amico, non era seduto su
qualche
sperduta panchina, niente di niente. merda, dov’era finito?
-Non
sarà scappato di casa?- chiese Frank, tanto per rompere il
silenzio snervante.
-Anche
se fosse, dove potrebbe essere andato? Merda, che cazzo gli prende
d’un tratto
a quello là?!-
-Non
parlare così, anche se sei preoccupato…-
-Cosa
cazzo vuoi capirne tu, che sei figlio unico? Lasciami pensare
ora…-
Ma
Frank non diede molto peso a quelle parole. Anzi, lo guardo con un
sorriso
intenerito.
E
Gerard, disperato, andò dall’ultima persona che
poteva vederlo.
Un
campanello precedette uno scatto alla porta e la figura di un ragazzo
alto,
molto simile alla persona che cercavano, che li guardava incuriositi.
-Hola ... ¿Puedo ayudarle?-
-Ehm…
Salve… Ray… Ray?-
-Oh,
sí, Ray ... Espero que llamar ...- con passo
sveltò e avoce squillante,
chiamò Ray –Ray! Ray!
Tenemos amigos
aquì!-
E
poco dopo apparve Ray, in pantofole, e incuriosito da quella visita
inaspettata. Dopo la conferma che Mikey non era a casa sua,
incredibilmente
decise di aiutare Gerard e Frank a cercarlo, cercando di ignorare il
più
possibile Frank.
-Aspettate
solo due secondi che mi cambio le scarpe… Hermano! Repollo
donde poner mis zapatos?!-
-Non
sapevo parlassi spagnolo- disse
Frank una volta fuori casa, a cercare Mikey
-Sono portoricano, avresti dovuto
capirlo dalla mia fisionomia, amigo-
Frank lo guardò un po’ male.
Gerard era ormai nervoso a livelli
stratosferici.
-Dove cazzo si è cacciato, porca di
quella puttana?!-
-Calmati, e cerchiamo di ragionare…
Ormai è chiaro che il signorino sia scappato di casa- disse
Ray meditabondo
–Bisogna capire dove… Dove potrebbe scappare una
persona?-
Frank rispose con insolita disinvoltura
–Se io dovessi scappare di casa andrei da Jamia. Mi sentirei
al sicuro-
-Non credo che Mikey sia andato da
qualche amore- rispose Ray
-Allora sarà in un posto che a noi non
verrebbe mai in mente- concluse Frank
-E invece sì…- disse Gerard, come
illuminato da qualche idea geniale –Anch’io, se
dovessi scappare di casa,
andrei in un posto dove mi sento al sicuro… Il
più possibile al luogo dei miei
sogni…-
-Cioè?-
-Cioè che Mikey è andato a New York, e
non ho idea se sia ancora in viaggio o sia già arrivato. E
dobbiamo andarci
anche noi. Domani alle 7 ci troviamo davanti a casa di Frank, okay?
Ray, fatti
spiegare la strada. Buonanotte- e se ne andò, senza dare il
tempo di
rispondere. Anche perché, dalle facce che facevano i due,
sembrava non esserci
nessuna obiezione, specie da Frank.