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Autore: Traumerin_    31/12/2020    3 recensioni
Harry ormai ha capito che è così che Lily affronta la vita: guardando dritto negli occhi la persona che ha dinnanzi. Ha solo sei anni, la sua Lily, eppure alcuni tratti del suo carattere sono già ben marcati e definiti – considerando il clima in cui è cresciuta, Harry sapeva di non potersi aspettare che andasse diversamente: la piccola di casa ha dovuto imparare a difendersi dalla complicità maschile che va sempre in suo sfavore e, allo stesso tempo, a combattere per non lasciarsi soffocare dall’iperprotettività dei fratelli.
È sempre alla ricerca di un equilibrio, Lily, e ad Harry non può che far tenerezza questa figlia che reclama libertà nella stessa misura in cui pretende le coccole prima di addormentarsi.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Lily Luna Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Lily chiude gli occhi e prende un respiro profondo, con le manine chiuse a coppa ed un’increspatura a segnarle la fronte.
Cerca di concentrarsi sul fiorellino che stringe tra i propri palmi, a visualizzarlo e ad immaginarlo trasformarsi in un sassolino – “Ti prego, ti prego, cambia!” non è un incantesimo, ma spera possa funzionare comunque.
Solleva una mano e apre un solo occhio per sbirciare, ma ciò che vede è esattamente il fiorellino che tenta disperatamente di trasfigurare da un paio d’ore.
Emette un sospiro frustrato, ma non si lascia scoraggiare: si riconcentra e riprova ancora una volta. E poi un’altra ancora, e di nuovo.
È talmente determinata a raggiungere il suo obiettivo che il tempo diventa un’astrazione priva d’importanza: il cielo imbrunisce, l’aria si raffredda e l’unica cosa su cui Lily ripone la sua attenzione è quel fiorellino malamente strappato dal giardino di zio Ron.
Subito dopo pranzo la piccola di casa si è rifugiata in giardino e ha chiesto ai suoi familiari di non essere disturbata – “Devo fare una cosa importantissima”.
Harry ha passato il pomeriggio ad osservarla dalla finestra del soggiorno, confuso dalle intenzioni della figlia e costretto ad assecondare la sua richiesta: solo il giorno prima Lily gli ha urlato di sentirsi oppressa dalle sue attenzioni – “Papà, tu mi oppressi!”.
Da quella frase scorretta Harry è arrivato a ben due conclusioni: la prima è che la sua bambina di sei anni non abbia idea di cosa quel termine voglia dire; la seconda è che Ron ed Hermione devono smetterla di litigare davanti ai loro figli.
Harry, che ancora non ha avuto modo di chiarirsi con Lily, ha cercato di ricavare qualche informazione da James ed Albus ma quest’ultimo gli ha risposto con una scrollata di spalle ed il primo ha mormorato un “È una femmina, chi le capisce” – Harry spera che James abbia solo ripetuto una frase sentita in giro e non che abbia già dei problemi di cuore, a nove anni.
Rassegnato, si poggia contro lo stipite della vetrata e si chiede con quale scusa possa avvicinarsi a Lily. È sempre più difficile quando si tratta di lei, quando deve trovare un sentiero che lo porti a riappacificarsi con la sua bambina.
Il problema, riconosce, sta nel fatto che sono uguali. Più la guarda, più Harry rivede in Lily sé stesso – nel suo cuore buono, nel suo orgoglio, nella sua ostinazione nel portare a termine un compito.
E per quanto questo li renda complici, è anche spesso motivo di scontro: sono particelle con la stessa carica e uno dei due deve sempre neutralizzarsi per avvicinarsi all’altro – e questo, di solito, è Harry.
Dopo aver cresciuto un uragano come James ed un chiacchierone come Albus, Harry pensava d’essere pronto a tutto. Poi è arrivata Lily che, con i suoi sorrisetti scaltri e gli occhioni dolci, ha abbattuto tutte le sue certezze e lo ha portato alla realizzazione di non averci capito proprio niente, della paternità.
Osservandola, Harry si chiede se diventare genitori significhi questo: mettersi costantemente in discussione.
Lo ha appreso con il tempo, ma ha capito che ogni figlio deve essere curato in maniera diversa – seppur con lo stesso amore. Le parole che usa con uno di loro non possono andar bene anche con l’altro, né i metodi possono definirsi standard, o le punizioni rivelarsi ugualmente efficaci.
Ogni bambino è diverso dall’altro e lui deve cercare il modo migliore per relazionarsi ad ognuno di loro. E se con James sono i gesti e con Albus fiumi di parole, con Lily la soluzione non può che risiedere in un confronto fatto di sguardi.
Harry ormai ha capito che è così che Lily affronta la vita: guardando dritto negli occhi la persona che ha dinnanzi. Ha solo sei anni, la sua Lily, eppure alcuni tratti del suo carattere sono già ben marcati e definiti – considerando il clima in cui è cresciuta, Harry sapeva di non potersi aspettare che andasse diversamente: la piccola di casa ha dovuto imparare a difendersi dalla complicità maschile che va sempre in suo sfavore e, allo stesso tempo, a combattere per non lasciarsi soffocare dall’iperprotettività dei fratelli.
È sempre alla ricerca di un equilibrio, Lily, e ad Harry non può che far tenerezza questa figlia che reclama libertà nella stessa misura in cui pretende le coccole prima di addormentarsi. E seppur lui consideri questo dramma una sciocchezza passeggera, sa che Lily non gliela farebbe passare liscia se osasse sorvolare su un argomento che lei ritiene così importante.
È per questo motivo che, quando Harry si siede di fronte a lei, spoglio della rabbia che lo ha animato il giorno precedente, la piccola gli rivolge uno sguardo astioso e sospetto.
«Che hai fatto tutto il pomeriggio?» le domanda, curioso.
Lily aggrotta la fronte «Non sono affari tuoi» risponde, con un’ostilità che rischia di far vacillare il buonsenso del padre – ha perso la pazienza fin troppe volte, non può permettersi di protrarre questa situazione all’infinito.
«Lily, lo sai che non mi piace quando mi parli così. Io sono il tuo papà e se ti chiedo cosa hai fatto è perché ti voglio bene e voglio sapere tutto di te» cerca di spiegarle – di nuovo «Tu non mi riempi sempre di domande sul mio lavoro, quando torno a casa?»
La bambina annuisce, visibilmente rilassata dal comportamento adottato dal padre – non avrebbe retto un’altra discussione: ha problemi ben più importati adesso!
«Però tu dici che non posso andare dai nonni da sola e Jamie e Al dicono sempre che non posso fare le cose con loro» ribatte, imbronciandosi.
Harry le accarezza una guancia, sorridendo quando la bambina gattona sul prato sino a posizionarsi tra le sue gambe.
«Sei troppo piccola per prendere la Metropolvere da sola, Lily. È la regola, questa vale per te e per i tuoi fratelli, lo sai che su questo io e la mamma non facciamo eccezioni e sconti a nessuno di voi tre» mette in chiaro Harry, ribadendo l’irremovibilità di quella regola e la fermezza sua e di Ginny a riguardo «James e Albus si divertono a farti indispettire, ma lo fanno solo perché sei più forte di loro nella lotta e riesci sempre a batterli!» risponde, solleticandole un fianco e facendola ridere «Facciamo pace? Poi andiamo a sfidare quei due alla PlayStation e dopo averli sconfitti prepariamo la cena: lo sai che mamma è sempre affamata quando torna dagli allenamenti!»
Lily annuisce in fretta, con un sorriso stampato sul volto e le labbra che vanno subito a scontrarsi con la guancia del padre.
Harry la stringe a sé, baciandole una spalla e crogiolandosi per qualche istante in una delle sensazioni che più preferisce, in quel senso di completezza che avverte quando uno dei suoi figli è tra le sue braccia.
«Che stavi facendo qui fuori?»
«Volevo far trasformare questo in un sassolino ma non ha funzionato» spiega Lily, osservando sconsolata il fiorellino.
«Questa è una magia che impererai ad Hogwarts, tesoro» risponde Harry, perplesso.
«Ma James lo ha fatto alla mia età! E io non voglio iniziare la scuola senza saperlo fare come lui!» esclama, spalancando gli occhi ambrati e ricordando la conversazione con i due fratelli.
Harry le lascia una carezza tra i capelli, scuotendo piano la testa «Con James fu un episodio di magia involontaria. Stava litigando con Roxanne e le lanciò addosso il fiore che lui stava porgendo a Rose, solo che questo si trasformò in un sassolino. Adesso neanche lui saprebbe come rifarlo! E poi andrai in una scuola dove ti insegneranno a leggere, scrivere e contare, non ad usare la magia!»
La bambina gli rivolge uno sguardo incerto «E non fa niente se non so fare magie?»
«Nessuno di voi saprà fare magie, Lils. E poi, lascia che ti dica un segreto» sussurra, avvicinando la bocca al suo orecchio «Tu hai già fatto molte più magie involontarie dei tuoi fratelli!»
Lily si apre in un sorriso entusiasta «Davvero?» domanda, stupita.
«Certo! E ora andiamo a stracciare quei mostriciattoli, su!» esclama, alzandosi e porgendole una mano.
Lily lo segue balzante verso la casa, dimentica di quel fiorellino e di ogni altro pensiero negativo.
«Papà»
«Sì?»
«Non è vero che mi oppressi»
Harry ride e, mentre si siede sul divano tra i suoi figli, pensa che diventare genitore sia stata la scelta migliore della sua vita.
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice
La storia partecipa all’iniziativa Gioco di Scrittura sul gruppo facebook Caffè e calderotti.
Ringrazio chiunque abbia letto la storia!
Un abbraccio ❤
   
 
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