Stava
succedendo un casino a casa. La polizia era stata avvertita, la foto di
Mikey
era sparsa dappertutto, a scuola le voci giravano, ma Gerard non disse
mai che
era a New York, con ogni probabilità. Voleva essere lui a
trovarlo e riportarlo
a casa, ma non aveva scusa adatta per la sua partenza. Così
disse che sarebbe
partito verso una meta ignota per pensare. Scusa patetica, ma forse i
genitori,
troppo preoccupati per Mikey, non fecero domande. Mentre la nonna lo
guardava
di sottecchi. Forse aveva sospettato che stava andando a cercare il
fratello, e
lo volle lasciar fare.
Come
poteva aspettarsi, Gerard trovò davanti casa di Frank lui
con Ray, ancora pieno
di sonno.
-Bene,
ci siamo- disse Gerard prendendo un bel respiro –Soldi?-
Frank
e Ray tirarono fuori diverse banconote di dollari.
-Cibo?-
Aprirono
gli zaini, ricolmi di schifezze varie
-Ok,
ci siamo-
-Un
momento!- disse Frank risoluto –La Coca Cola! Fortuna che
l’ho portata io!-
Ray
sbuffò –Muoviamoci… Non vorrei
rovinarmi la giornata-
Arrivati
alla stazione ferroviaria però si accorsero che dovevano
sbrigarsi. Avevano
letto qualcosa come una partenza imminente per New York, e sentivano
diversi
fischi di treni pronti a partire.
-Frank,
corri a farci il biglietto!- dissero in coro Ray e Gerard mollandogli i
soldi.
Frank ci mise in effetti poco, allegro portò i soldi ai suoi
compagni, corsero
a timbrarloe salirono sul treno che stava per partire.
-Fiuuuuu…
Per un pelo…-
-Ed
è anche vuoto questo treno! Possiamo riposarci
finchè non arriviamo-
Ci
fu un po’ di silenzio, sguardi che si incrociavano, teste
rivolte verso il
finestrino che mostrava un treno in corsa, sfrecciare lungo il
paesaggio del
New Jersey.
-Però…
Però se ci sbagliassimo? Magari non è a New
York…-
-E’
per forza a New York… E se non è a New York
è la volta buona che lo ammazzo-
rispose immediatamente Gerard.
frank
non ascoltava, impegnato com’era ad ascoltare la musica.
Teneva il tempo
battendo impeccertibilmente un piede per terra, e con un lieve gesto
della mano
simulava di suonare una chitarra. E quando si immedesimò
nelle note non poté
fare a meno di cantare.
-I was a young boy that had big
plans… Now
I’m just another shitty old man… I don’t
have fun and I hate everything the
world owes me, so fuck you…*-
Non
si accorse nemmeno che era arrivato il controllore che richiedeva
ripetutamente
il biglietto. svogliato si tolse le cuffie e porse il biglietto.
Perché
il controllore controllava male quei biglietti? La risposta fu la
peggiore che
potessero sentire tutti e tre, soprattutto Gerard. ora sì
che si infuriava.
-Questi
biglietti sono per New York- disse il controllore
-Sì-
risposero tutti e tre. Ovvio, no?
-Ma
vi siete accorti che questo treno va a Chicago?-
Co…
Come?
-CHEEEEEEEEEE?
CHICAGO?!- Frank si fece sentire da tutti i pochi passeggeri, e si
affacciò al
finestrino disperato.
-Ma…
Ma… Andavamo di fretta e… Abbiamo preso il primo
treno che stava per partire…
Senza leggere dove andava…- Gerard si portò le
mani sulla testa, sull’orlo di
un pianto isterico –Abbiamo sbagliato treno…- la
voce si fece leggermente più
stridula –Non ci posso credere…-
-Mierda, que eran deficientes, ahora
que sabe dónde vamos a
acabar, yo sabía, yo sabía, yo sabía
... Mierda, yo sabía…-
Ma
il controllore non poté che
mostrarsi magnanimo con loro. Poverini, avevano sbagliato treno, e si
vedeva
che non era loro intenzione –Aspettate di arrivare a Chicago,
da lì potrete
prendere un treno per New York con più calma…-
Gerard cercava di ritrovare la calma,
ma niente –Devo andare al bagno… Adesso,
subito…-
Tremava, ansimava, si accendeva la
sigaretta a fatica. Non ce la fece più: le lacrime uscirono
da sole. Si
guardava allo specchio e si diceva che era un orrore. Portò
la mano sulla
faccia –Dove cazzo sei, Mikey? Cazzo…-
Non poteva stare ad ascoltare musica
per tutto il viaggio, diamine. Questo si diceva Ray, sperando con tutto
il
cuore che quell’orrendo lettore di cassette si guastasse o
quantomeno si
scaricasse la batteria. E invece niente. Frank continuava imperterrito
a
canticchiare ogni canzone…
-It’s
control! Control of what we do and say… But you’ll
never gain
control-control-control…*-
-Ehi…- esordì Ray
-Is
to value life, to move a factory now…-
-Iero… Spegni quella cazzo di roba…-
-Tha
place that you can most easily fuck those…-
Spazientito, Ray stacco le cuffie da
Frank, spense il lettore e sequestrò le cassette.
-Ehi! Ridammelo!-
-Possibile che in una situazione simile
tu pensi a cantare?! Dannazione, prendi le cose più
seriamente!-
-Cosa vuoi che faccia, che mi metta a
piagnucolare?! Ormai siao su un treno per Chicago, e che ci piaccia o
no,
dobbiamo scendere a Chicago, visto che questo è diretto! Ora
ridammi quelle
cassette e non scassarmi le palle!-
-Tu e la tua presunzione del cavolo!
Potresti anche dare qualche parola di conforto a Gerard che…-
-Stammi bene a sentire: conosco Gerard
da più tempo di te. Tu all’inizio lo stavi
costringendo a fargli i compiti… E
ora mi vieni a fare la predica?!-
-Aaah, faresti meglio a tornatene dal
tuo paparino, poppante…-
Frank stava alzando il pugno, quando la
mano di Gerard, uscito dal bagno, lo fermò. Aveva lo sguardo
vuoto, ma sembrava
stare meglio.
-Calmati, Frankie. Non è il caso di
rompere il naso al nostro compagno di viaggio. Senza contare che gli
hai rotto
la testa. Cercate di andare d’accordo, non ho nessuna voglia
di sentirvi
bisticciare per tutto il tempo- guardò Ray
–Ridagli quelle cassette. Almeno se
ne starà buono senza fiatare fino a Chicago-
Ray, riluttante, gli restituì le
cassette –Non canticchiare e sbattere i piedi per
terra…-
-Posso respirare, Hitler?- disse Frank
in tutta risposta
Gerard sbuffò. Sperò almeno che non
accadesse qualcosa di peggio.
- The
Grouch – Green Day
- No
Apologo – Anti Flag