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Autore: Mew_vale    01/01/2021    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 79.


[Gonzalo]
Sarò in grado di guidare per raggiungere il luogo dell’appuntamento con Kelly? Che strazio! Quanto vorrei averle detto di no! Arranco verso la mia auto quando vedo Osvaldo venirmi incontro. Mi ero completamente dimenticato di lui!
<< Gonzalo, speravo potessimo parlare, se hai un secondo. >> Esordisce. Ho tutto il tempo del mondo! Dato che i miei famigliari sono andati a casa in taxi e non devo riaccompagnarli.
<< Salve Osvaldo. Se si tratta della vendita delle quote ne possiamo parlare domani? >> Lo supplico. Ho un terribile cerchio alla testa e devo anche affrontare la mia ex! 
<< Non si tratta di questo, e non ci girerò tanto intorno, tranquillo. Ho il sospetto che sia tu il misterioso benefattore che paga Raul del Sol e la domanda sorge spontanea. Hai delle mire su mia figlia? >> Mi domanda fuori dai denti. Sì! Vorrei con tutto il cuore stare con tua figlia! 
<< E’ vero, lo ammetto, sono io il misterioso benefattore. Ma l’ho fatto semplicemente perché mi è dispiaciuto vederla così disperata quella sera al lancio, per la storia del video. Poi le circostanze, ovvero la relazione tra mio padre e tua moglie, ci ha uniti e per questo ho chiamato quell’avvocato. >> Ammetto, per poi mentire sulle reali motivazioni che mi spingono ad aiutarla.
<< Non ti dovevi prendere quest’onere! Appena mi sarà possibile ti ripagherò. Grazie per essere stato sincero. Buonanotte. >> Saluta, per poi tagliare corto.
<< Non è necessario. Buonanotte. >> Saluto di rimando. Fa per andarsene ma poi si gira nuovamente verso di me.
<< Sarò sincero, sono contento che tu non abbia delle mire su mia figlia. Paola ha già sofferto troppo per amore e vorrei che potesse trovare un ragazzo che tenga davvero a lei, e con un passato sentimentale cristallino. Buonanotte. >> Aggiunge, facendomi capire chiaramente che non approverebbe. Tranquillo Osvaldo, tra me e tua figlia non potrà mai esserci niente!


[Helena]
Avrei voluto vedere loro al mio posto! MariaPaola è solo una sgualdrina, come allora! Ho scoperto della loro relazione un pomeriggio a fine Settembre dell’anno 1996. Quel giorno salutai la mia amica, dopo aver mangiato un gelato e aver chiacchierato. Io, per lo più, avevo parlato dei preparativi delle mie nozze che si sarebbero tenuti da lì a un mese. Le avevo posto alcune domande circa la sua partenza per il college, che sarebbe avvenuta da lì a tre giorni, ma era stata evasiva! Dopo alcuni pettegolezzi su vecchi compagni di scuola ci congedammo. Solo quando si fu allontanata notai sulla panchina un quadernetto: era il suo diario, doveva esserle caduto. Raccogliendolo da esso cadde una foto di un ragazzo ma non si trattava di un ragazzo ma del mio ragazzo! Perché conservava una sua foto nel suo diario?! Lo aprii e non credei ai miei occhi quando lessi il suo nome in ogni dove. Il mio fidanzato e la mia migliore amica avevano una tresca! Non solo. Programmavano di scappare: MariaPaola tre giorni dopo non sarebbe partita per il college ma sarebbe scappata a Las Vegas con l’uomo che dovevo sposare. Cos’avrei dovuto fare? Per prima cosa gettai il diario tra l’erba del parco, dietro la panchina, in modo che pensasse di esserle scivolato dalla borsa. Se glielo avessi restituito avrebbe potuto sospettare che lo avessi sfogliato e non doveva minimamente sospettare che io sapevo della loro squallida tresca! Dopo di che attesi il momento giusto per propinarle la mia bugia: attesi il giorno citato nel diario, poco prima della partenza, così da scongiurare qualsiasi confronto tra i due che avesse potuto mandare all’aria il mio piano. Quella sera MariaPaola partì per il college, mancando l’appuntamento con Marcus. Come poteva MariaPaola sapere che da diverse settimane Marcus non mi toccava? Non gliel’avevo confidato, per vergogna. Credevo che il problema di Marcus fosse un po’ di ansia prematrimoniale, invece non mi sfiorava perché andava a letto con quella stronza! Credé a me anziché all’uomo che diceva di amare alla follia nel suo diario, il quale con ogni probabilità le aveva giurato di non avere più rapporti con me, giurando il vero. Avevo interpretato la parte alla perfezione e c’era cascata! Non riesco a capire come Marcus possa averla perdonata per non avergli né creduto né concesso il beneficio del dubbio! Credevo che nel tempo Marcus si sarebbe innamorato di me invece ha passato la vita a mettermi le corna. Ne è valsa la pena solo perché da questo matrimonio sono nati due figli che amo. 
<< Mamma tutto bene? >> Mi riporta alla realtà Sebastian. Annuisco.
<< Sono solo un po’ stanca. Cara, vuoi una tisana? >> Domando a mia nuora, fortemente provata.
<< No, grazie Helena. Andrò direttamente a letto. Buonanotte. >> Saluta, baciando suo marito.
<< Buonanotte. Ricordati l’iniezione. Ti amo. >> Le augura mio figlio.
<< Buonanotte anche a te. La faccio subito, ti amo anch’io. >> Risponde lei. Credevo che le misteriose cure a cui si stava sottoponendo mia nuora fossero dovute ad una malattia invece mi ha confidato che sono mesi che lei e mio figlio cercano di avere un figlio, invano, e perciò ha iniziato questa cura. 


[Roberta]
Parcheggiamo di fronte al palazzo dove vivono i  miei suoceri per poi renderci conto che non siamo i soli ad essere arrivati.
<< Cami, mi sorprende vederti a questa cena. Lo sai vero che c’è anche tuo zio? >> Le faccio notare.
<< Sì, infatti ho riempito la mia borsetta di analgesici e aspirine. Ad ogni modo mi basterà ignorarlo. Non rinuncerò a cenare dai miei genitori a causa sua! >> Esclama, mentre accediamo alla hall del palazzo. Entriamo tutti nell’ascensore e premiamo il pulsante per salire all’attico.
<< Alex, ti senti bene? Non fai che trarre profondi sospiri! >> Osserva David. Insieme a noi ci sono anche Olga, Diego ed Isa.
<< Sì, tutto apposto. E’ solo che è la prima volta che sono ospite a casa di Armando e Beatrice e sono un po’ agitato. >> Adduce come scusa. Cami ed io ci guardiamo con perplessità!
<< Di primo acchito può sembrare ma papà non si nutre di carne umana, stai tranquillo! >> Interviene il mio fidanzato. L’ascensore si apre sul piano quindi percorriamo la breve strada che ci separa dalla porta d’ingresso e suoniamo. E’ mio suocero che ci accoglie quindi iniziano i saluti di rito. Sono già arrivati tutti. 
<< Class ci raggiungerà più tardi. Prima deve fare una cosa importante, ha detto. >> Annuncia la sorella di mio suocero. 
<< Ragazzi, alla veglia ho conosciuto il padre di Silvia, il quale fa l’agente immobiliare. Ci darà una mano quando dovrete trovare casa. Sapete che nella nostra via c’è una bella villetta in vendita? >> Interviene papà. Mia sorella ed io ci scambiamo uno sguardo complice. Stessa cosa fanno lei e il suo fidanzato. 
<< Papi, è ancora presto per pensare a questo. Ma grazie. >> Taglia corto Olga, per non ferirlo dicendogli che non muore dalla voglia di andare a vivere vicino ai suoi genitori. 
<< Class starà facendo quello che sappiamo? >> Domanda Diego a David il quale annuisce. 
<< Tipo? Che segreto nascondete? >> Domanda loro il mio ragazzo.
<< Sta cercando di scoprire se è la sua ragazza la spia. >> Ci spiega Diego.
<< Ma se quando glielo abbiamo fatto notare noi per poco non andava su tutte le furie! >> Si lamenta Lorenzo.
<< Anche quando gliel’ho detto io si è opposto fermamente a tale ipotesi, ma gli ho chiesto lo stesso di indagare. Vedremo se avremmo ragione! >> Chiosa David.


[Class]
Il primo tentativo è stato inutile. Sono entrato di soppiatto in camera, nel caso dormisse, e, per fortuna, era ciò che stava facendo. Con discrezione le ho preso il cellulare dal comodino. Dentro di esso non ho trovato niente di compromettente! Ci sono nostre foto, altre foto di lei con amici e con il suo cane, messaggi con i suoi genitori (che non hanno niente di sospetto) e conversazioni con i suoi amici. Lo sapevo che non poteva aver fatto ciò di cui l’accusano! Rimetto il suo smartphone sul comodino ed esco dalla stanza richiudendo la porta. Ho notato che ha preso un sonnifero, perciò dorme così profondamente. Sarà un tentativo di stare meglio prima per poter partire. Mi rimetto il cappotto e mi accorgo che il suo è ancora gettato alla meglio sul divano della suite perciò lo prendo con il proposito di appenderlo ed è allora che cade qualcosa da una tasca! 
<< Ma è un altro cellulare. >> Constato. Mi siedo per poi scoprire che serve un’impronta digitale per attivarlo! Accidenti. Anche se è rischioso provo ad entrare nuovamente di soppiatto in camera: per fortuna dorme sempre con un braccio che pende giù dal letto. La tecnica funziona e riesco ad accedere ai dati del telefono! Torno in soggiorno facendo pianissimo e comincio a scandagliare quell’apparecchio. Ci sono moltissimi messaggi della banca che segnalano un saldo in rosso! Ma com’è possibile? Perché non ha menzionato la sua reale situazione economica, continuando a spendere e spandere? Un altro messaggio parla di un accredito avvenuto con successo: l’operazione porta la data di oggi. Mi porto una mano alla fronte. Non può averlo fatto davvero! Continuo con l’analisi cliccando sull’icona della galleria. Per decidere di compiere quest’ultima azione ci metto un po’. Mi siedo sul divano rassegnato: è lei la spia! Trovo la foto del test di paternità e riconosco il copriletto di Camilla e David che ho visto quando sono andato al bagno. Non può avermi preso in giro anche lei! Ho la conferma che ciò è successo quando leggo i messaggi che ha scambiato con sua madre. Dai messaggi si evincono chiaramente due cose: la prima che è che la sua famiglia e tutto fuorché benestante, e la seconda è che lo scopo comune delle due donne era far accasare Ella con il sottoscritto! Con mio cellulare scatto delle foto al suo con tutte le prove. Mi rendo presto conto che c’è dell’altro in questo apparecchio: diverse chiamate da tale Conrado, lo stesso nome del tizio con cui si è messo Francesco! Ma cosa significa? Come una furia entro in camera, accendo la luce e tiro le coperte affinché si svegli.
<< SVEGLIATI! ALZATI! >> Le ordino. Ella fatica ad eseguire questi miei banali ordini. Con fatica apre gli occhi e se li stropiccia ripetutamente per via della luce accecante.
<< HO DETTO ALZATI! >> Ribadisco.
<< Class, perché urli così? Mi scoppia la testa. Non credo che la febbre sia scesa. >> Si lamenta con voce nasale, sedendosi sul letto.
<< COSA SIGNIFICA QUESTO?! >> Le domando sventolando di fronte a lei il cellulare. Ci mette qualche secondo a rispondere. 
<< E’ un cellulare. >> Afferma, come se fossi troppo rincoglionito per rendermene conto!
<< Sì, IL TUO CELLULARE SEGRETO! SEI STATA TU A FARE LA SPIA AI GIORNALI, MI FAI SCHIFO! >> Tuono, attirando finalmente la sua attenzione.
<< Class… permettimi di spiegarti! L’ho fatto perché… la mia famiglia se la passa male, abbiamo bisogno di soldi! Ho trovato quei documenti e… e ho pensato che potevo guadagnarci dei soldi… >> Piagnucola con gli occhi lucidi. Che recita ridicola! 
<< HAI COSì BISOGNO DI SOLDI CHE IL TUO SCOPO ERA SPOSARMI! E POI? AVREI MANTENUTO TE E I TUOI? AVRESTI ATTINTO DAL MIO PATRIMONIO SPEDENDO LORO DEI SOLDI A MIA INSAPUTA? SEI UNA MERDA! CREDEVI DAVVERO CHE TI AVREI SPOSATA? SEI PROPRIO STUPIDA! MI FAI SCHIFO! >> Tuono. Vedo perfettamente che continua a guardare la mia mano che brandisce il suo adorato cellulare!
<< E’ questo che vuoi? L’unica cosa che ti preme è riavere questo telefono, con il quale hai accesso ai tuoi soldi e a tutti i tuoi segreti? GUARDA CHE FINE FANNO I TUOI SEGRETI! >> Tuono, per poi aprire la porta finestra ed uscire: dalla balaustra lancio il cellulare che precipita nella piscina dell’hotel.
<< NO! MA COS’HAI FATTO! >> Strilla disperata.
<< E adesso voglio che mi dici cos’hai tu a che fare con il fidanzato di Francesco! Perché tutte quelle chiamate?! >> Le ordino. Certo, è solo un nome in una rubrica che guarda caso è uguale a quello del fidanzato di Francesco, ma chi altri potrebbe essere se non lui? Mi guarda basita dinanzi alla mia richiesta.
<< RISPONDI DANNAZIONE! >> Strillo con tutta la rabbia che posso.
<< Lui… lui non è il fidanzato di Francesco. Francesco lo ha spacciato per il suo fidanzato perché non voleva fare la figura di quello che ci stava ancora sotto. >> Confessa. Aggrotto le sopracciglia. Come “ancora sotto”? Ma non mi aveva scaricato per il suo ex?
<< VOGLIO SAPERE COSA SAI! >> Le ordino. Avanzo verso di lei minaccioso e lei arretra senza di più fino a che non si trova con le spalle al muro. Come tale, confessa.
<< Quando Francesco ti ha lasciato…. Lui aveva trovato nella tua borsa un biglietto aereo per Berlino, e ha creduto che lo stessi per scaricare. Così ha giocato d’anticipo. Alla sfilata Conrado mi ha sentita parlare al telefono con mia madre e… e ci siamo aiutati a vicenda perché lui voleva Francesco ed io volevo te. >> Mi racconta. 
<< Ma se volevo partire con lui! Erano due i biglietti. >> Osservo. 
<< Ma lui ne ha visto solo uno. Il suo era più in fondo nella borsa, evidentemente. Mi dispiace per averti mentito! Io ti amo e volevo… >> Cerca di giustificarsi. Mi afferra le mani ma, schifato, mi libero subito della sua presa.
<< Da quanto lo sai? >> Le domando. Per quanto tempo mi ha manipolato?
<< Poco. Dalla sera della sfilata. >> Confessa. E’ stato tutto un grande equivoco a dividerci! Temeva che volessi lasciarlo e si è inventato un fidanzato per chiudere la nostra storia per primo! Sorrido pensando che c’è ancora una speranza! 
<< Stammi bene. >> La saluto, quando riemergo dai miei pensieri. Ora ho saputo tutto quello che mi premeva conoscere e posso andarmene da qui!
<< NO, ASPETTA, TI PREGO! >> Mi supplica seguendomi. Mi tocca con quelle sue sudice mani mentre tento di raggiungere l’uscita. Mi libero più volte di lei ma lei continua imperterrita a cercare di trattenermi.
<< SMETTILA DI TOCCARMI, BRUTTA SCHIFOSA! >> Tuono fuori di me. Esco da quella stanza sbattendo la porta e delle lacrime dettate dalla rabbia iniziano a rigarmi il volto. 


[Gonzalo]
Spero solo che sia una cosa breve, così poi potrò tornare nel mio loft e buttarmi a letto! Questa notte non mi va di tornare a casa e vedere mio fratello! Quando entro nel locale Kelly, da un tavolo, agita la mano  e la raggiungo. Si alza e tenta di salutarmi con un contatto fisico ma io la ignoro e mi siedo.
<< Dimmi. >> La incito.
<< Ciao, comunque. Hai scordato le buone maniere? >> Mi redarguisce. 
<< Ho avuto un giornata da incubo. >> Adduco come scusa, stropicciandomi gli occhi. Fermo una cameriera prendendole la mano e quella mi guarda torvo.
<< Scusa, mi porti un jegermainster on the rocks? >> Ordino. La cameriera acconsente con tono non troppo felice!
<< Sei ubriaco! >> Constata Kelly.
<< No, ho solo bevuto un bicchierino di troppo alla veglia. Allora, dimmi quello che devi dirmi. >> La esorto nuovamente.
<< Io non pensavo che saresti venuto qui in questo stato. Non è una notizia che posso comunicarti nel tuo stato di ubriachezza. >> Risponde, alzandosi.
<< Torna subito seduta. >> Le ordino. << Io ho educatamente accettato di vederti, anche se ero stato chiaro con te dicendoti che era finita, e sono venuto. Quindi ora vorrei conoscere il motivo di tale colloquio. >> Intervengo. Kelly siede con la braccia incrociate.
<< Quindi è irrimediabilmente finita? E se fossi rimasta incinta? >> Vomita. La guardo sgomento mentre la terra frana sotto i miei piedi. Non vedo neanche la cameriera che torna al tavolo con il mio amaro.
<< Non… Tu… Non può essere… >> Borbotto sotto choc.
<< Ho fatto il test. >> Annuncia. Incapace di pensare, trangugio il mio amaro e mi porto una mano alla fronte. Il gomito fa da perno sul tavolo.
<< Non può essere… >> Borbotto osservando il vuoto.
<< E’ certo. Ho sempre la nausea e il ciclo è scomparso, doveva venirmi più o meno poco dopo san valentino. >> Mi spiega.
<< Non può essere del tizio con cui stavi prima? >> Ipotizzo e spero! Mi guarda come se l’avessi offesa! E’ un mio diritto porre certi interrogativi dato che ha avuto due storie a breve distanza l’una dall’altra.
<< No, al cento per cento non è lui il padre! Russell è sterile e se non mi credi puoi sempre chiedere a sua moglie. Ho fatto un test digitale e sono incinta di tre settimane, quasi quattro. >> Mi annuncia. Allora è proprio mio! E’ il karma, non c’è altra spiegazione! Ho tolto a mio fratello la possibilità di fare il padre ed ora mi viene “donato” un figlio che non voglio da una donna che non amo! 
<< Noi ci sentiamo domani, o nei prossimi giorni. Ti comunicherò la data della prima ecografia. >> Termina la conversazione, alzandosi.
<< Come la data della prima ecografia? Lo vuoi tenere? >> Le domando. E’ una follia!
<< Certo che lo tengo! Se credi che ne discuteremo ti sbagli. Mi dispiace, ma non abortirò! >> Afferma categorica.
<< MA NON E’ UNA DECISIONE SOLO TUA, DANNAZIONE! >> Strillo non proprio in me. Kelly si guarda in giro imbarazzata dato che sto dando spettacolo.
<< Io non abortirò! Non ho intenzione di uccidere questo bambino! >> Esclama prima di abbandonare il locale. Sono un uomo finito.


[Alexander]
Sto per rischiare l’infarto! Continuo ad ascoltare i discorsi che i commensali si scambiano durante questo aperitivo ma senza intervenire. La mia testa è da un’altra parte! Come porrò l’argomento? Devo andare dritto al sodo, oppure è meglio girarci attorno con un discorso introduttivo? Alex, diamine! Non è mica un convegno sull’emergenza climatica! La mia fidanzata mi da una gomitata facendomi cenno che è il momento giusto. Mi rivolge un sorriso d’incoraggiamento quindi seguo Nicola, sua moglie ed Armando in cucina.
<< Scusate, posso? >> Chiedo permesso, interrompendo i loro discorsi. 
<< Certo, vieni pure. Ti serve qualcosa? >> Mi domanda Armando.
<< Qualcosa da bere per Olga? Si sente male? >> Domanda con apprensione Nicola.
<< No, niente di tutto ciò. Vorrei chiederti se sarebbe possibile parlare in privato con te e Leonora. >> Chiedo con gentilezza.
<< Potete usare lo studio. Nicola e Leonora sanno dov’è. >> Ci da il permesso Armando. Lascio passare prima i miei suoceri e li seguo. La mia bellissima e dolcissima fidanzata mi rivolge un altro sorriso di incoraggiamento quando passiamo dal soggiorno. Seguo i miei suoceri fin dentro la stanza quindi Nicola chiude la porta dietro di sé.
<< Dicci, caro. >> Mi esorta Leonora. Sorrido timidamente.
<< Non è facile. Lo so che quando avete scoperto che uscivo con vostra figlia non vi ho fatto una gran bella impressione e non so come biasimarvi per questo. So anche che non ricordo tutto del nostro primo incontro e delle prime settimane di relazione. Il mio cervello per un po’ di tempo è andato il lockdown ma in compenso ci ha pensato questo a lavorare per due… >> Esordisco, portandomi una mano all’altezza del cuore sul finale della frase.
<< Non mi ricorderò come ho conosciuto Olga ma so perfettamente di averla amata fin dal primo istante. Amo i suoi riccioli, amo il suo modo di fare sbarazzino, amo la sua spontaneità e amo alla follia il piccolino, o la piccolina, che sta crescendo di lei. Il mio più grande desiderio adesso è poter dare forma a questa famiglia perciò vorrei chiedervi la mano di vostra figlia! >> Esclamo, liberandomi di un peso. Nicola ed Leonora, che hanno ascoltando il mio lungo discorso senza proferire parola, si guardano vicendevolmente mentre si prendono per mano.
<< Io sarei molto contenta di sapere mia figlia e mio nipote al sicuro, con un marito e un padre amorevoli! >> Esclama Leonora facendomi sorridere. Mi si inumidiscono gli occhi. I nostri occhi sono puntati su Nicola.
<< Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo giorno. E’ vero: inizialmente non avevo nessuna stima di te, ma ho avuto modo di ricredermi in queste settimane in cui ti sei preso cura come un padre di mia figlia e del mio nipotino. La risposta e sì! >> Annuncia senza girarci troppo intorno. Le mie labbra si allargano in un sorriso commosso. Leonora mi viene incontro e mi abbraccia. Scambio con Nicola un abbraccio più veloce e vigoroso.
<< Come glielo chiederai? Oddio, la mia piccola si sposa! >> Mi domanda Leonora per poi mettersi a piangere.
<< Amore, se torni di la in questo stato si faranno mille domande. >> La redarguisce dolcemente suo marito, passandole il suo fazzoletto di stoffa.
<< Per la verità non lo so ancora. >> Mento, dato che in verità gliel’ho già chiesto. 



[Camilla Senior] 
E’ uno zombie mio figlio quando accede nell’appartamento di mio fratello. 
<< Buonasera. >> Esordisce. Viene ricambiato con il medesimo augurio.
<< Fratellone, non hai un bell’aspetto! Doveva essere bello grosso il tir che ti ha quasi messo sotto! >> Ironizza mia figlia.
<< Togli pure il “quasi”. Mi ha preso in pieno, per la seconda volta in poco tempo. >> Borbotta. Ma cosa sta dicendo? Nicola, Leonora e Alexander tornando dallo studio di Armando e ricominciano i saluti di rito.
<< Sarete contenti: avevate ragione. E’ stata Ella a fare la spia. Sul suo cellulare segreto ho trovato la foto del test di paternità, oltre alla transazione monetaria tra l’emittente televisiva e lei! >> Annuncia. Noi tutti ci guardiamo con un certo stupore.
<< Tesoro mio, mi dispiace. >> Cerco di rincuorarlo, accarezzandogli una mano che tiene appoggiata alla spalliera del divano mentre io siedo su di esso.
<< Come hai fatto ad accedere a tali informazioni se il cellulare era segreto? >> Gli domanda Diego.
<< Lei ora che fine ha fatto? >> Vuole sapere Lena.
<< L’ho sbloccato con la sua impronta, mentre dormiva. Non lo so e non m’interessa: le ho vomitato in faccia tutto il mio disgusto e me ne sono andato, non prima di aver gettato il suo cellulare in piscina senza di cui non avrà più accesso ai suoi conti, che tanto non erano così considerevoli! >> Spiega.
<< Cioè era alla canna del gas? La sua famiglia non era abbiente? >> Domanda Lorenzo. Ma che persona è questa tizia?
<< A quanto pare non lo era più. >> Risponde Class.
<< Deo gratias! >> Borbotta mio marito, felice di essersela tolta di mezzo, beccandosi una mia gomitata. << Figliolo, mi dispiace per questa brutta sorpresa. >> Si corregge.
<< Vedrai che troverai la persona giusta, prima o poi. Mangi qualcosa? >> Gli domando.
<< Volentieri. Ho una certe fame. >> Accetta. Sono felice che non abbia voglia di buttarsi sull’alcol, nonostante abbia preso da me su questo lato!



[Silvia]
Giulio è molto amareggiato da suo padre! Gli spalmo della crema sulla mano escoriata mentre è al telefono con suo fratello David.
<< …Sei a cena dai Mendoza?... Ok, allora possiamo parlare un attimo in pace se ti sei allontanato… No, non ho parlato con Martinelli e non lo farai nemmeno tu… Esatto, voglio dire che non lo ricatteremo più!... Perchè? Perché… >> Lo sento dire. Mi guarda in cerca del mio appoggio. Parlo senza emettere suoni sperando che riesca a leggere le mie labbra!
<<… Perché dopo non avremmo più armi ricattatorie! Non è più utile tenerlo per le palle finché possiamo?... Ok, bene… Altre novità? Dimmi… Bene, molto bene!... Ah, quindi i due si sono lasciati?... Così adesso abbiamo il nostro colpevole… Ti lascio alla tua cena, ciao. >> Lo saluta alla fine della conversazione.
<< Chi ha lasciato chi? >> Domando incuriosita.
<< Ella e Class! L’ha abbandonata in albergo senza il becco di un quattrino quando ha scoperto che la spia era lei. Maledetta! Peccato che i conti in albergo siano già stati saldati ed è tutto pagato per un’altra settimana o potevano arrestarla, sai che goduria! >> Mi narra. Mi alzo ed esco di casa in pigiama. Giulio mi corre dietro ed inizio a suonare a casa di Francesco. 
<< Quanto baccano! Ma cosa combini? >> Mi redarguisce. Lo spingo verso l’interno.
<< Ciao mamma! >> La saluto, intenta a smaltarsi le unghia con il piede appoggiato sul tavolino del soggiorno.
<< Ciao tesoro, ciao Giulio. Come mai tutta questa premura? >> Mi domanda, mentre accompagno Francesco verso il divano costringendolo a sedersi. Io mi siedo sul tavolino e Giulio fa altrettanto. Lo guardo sorridendo.
<< Silvia, mi stai facendo preoccupare! E’ una paresi facciale? >> Mi domanda. 
<< Abbiamo una bella notizia da darti. Abbiamo saputo che Class e la tedesca si sono lasciati! La spia era lei! >> Gli annuncio. Vedo un sorriso nascere sul suo volto mentre mamma batte la mani eccitata.
<< Un attimo… ne sei certa? >> Mi domanda. Alzo gli occhi al cielo.
<< Certissima! Pare che lui le abbia dato il ben servito, durante una brutta lite. Dopo di che l’ha praticamente abbandonata in albergo! >> Spiego nei dettagli.
<< Devi andare da lui! >> Esclama mamma.
<< Giusto. E’ arrivato il momento di chiarirvi, ora che quella e il tuo finto fidanzato sono usciti di scena, non credi? >> Lo incinto.
<< Ma lui sarebbe partito con lei se non avesse scoperto che era la spia. E magari ci starà anche male! E ti sei dimenticata che voleva partire per Berlino senza dirmi nulla? >> Osserva. Uffa, che pessimista!
<< Non pare che ci sia rimasto così male, David dice che si sta divertendo a quella cena. Non sembra turbato, anzi, sembra più rilassato rispetto alla cena a casa di Diego e Isa! >> Narra Giulio. 
<< Basta, mi hai scocciato! Adesso ti fai una doccia, ti fai la barba e scegliamo cosa metterti! E andrai dal ragazzo che vuoi per riprendertelo, e non voglio sentire storie! >> Esclamo esasperata, costringendolo ad alzarsi.
<< Tu non accettasti consigli su Giulio, se ben ricordo! >> Osserva. Gli faccio la linguaccia e Giulio sorride.
<< Io decido l’outfit! >> Strilla mamma. Per poco non ci perfora i timpani!
<< Mamma, tu dovrai cercare un outfit per un altro evento. Tu e papà siete invitati al taglio della torta e conseguente festa per il rinnovo delle promesse nuziali dei genitori di Giulio, questa Domenica. >> Le comunico. Mia madre grida eccitata saltellando sul posto, sembra un’adolescente!



[Lena] 
Ascolto il racconto di mio fratello a bocca spalancata, mentre mi stringo nel mio cappotto poiché siamo usciti in terrazza e fa un certo freddino. Con noi ci sono anche Diego e Isabella, che erano ovviamente e conoscenza della breve storia tra mio fratello e il loro amico.
<< Noi sapevamo che Conrado non era veramente il suo fidanzato, ma non potevamo tradirlo. Specialmente Isa, dato che sono amici dai tempi dell’asilo. >> Si giustifica mio cugino.
<< No, un momento. La domanda principale è: cosa diavolo fai qui? Dovresti correre da lui! Baciarlo e dirgli quanto lo ami! >> Gli faccio notare, afferrandolo dolcemente per le braccia per scuoterlo! Mi viene da piangere per quanto sono contenta per mio fratello!
<< E se mi rifiutasse ancora? >> Si domanda.
<< Che motivo avrebbe? Ti assicuro che sarà una liberazione per lui scoprire che non volevi lasciarlo per partire, ma che si è trattato solo di un equivoco. >> Interviene Isabella. Mio fratello guarda anche nostro cugino, cercando il suo appoggio. Non ho mai pensato a lui come a un tipo insicuro! E’ l’effetto del vero amore?
<< Non preoccuparti, ti copriamo noi con i tuoi. Diremo che… vediamo… Che hai dimenticato dei documenti importanti in albergo, in balia di quella matta! >> Interviene Diego. 
<< Ok. Mi butto. Grazie ragazzi. >> Decide, dopo aver tratto un profondo sospiro. Ci sorridiamo dopo di che corre dentro per recuperare la sua giacca e correre dal suo amore. Almeno per lui c’è un lieto fine!
<< Scusatemi, buona serata e buona cena. >> Borbotta, prima di abbandonare l’abitazione di tutta fretta. 
<< Ma cosa gli è preso? >> Domanda mamma.
<< Dove va? >> Domanda papà.
<< In albergo. Si è accorto di aver dimenticato dei documenti importanti… >> Esordisce Diego cercando poi il mio appoggio.
<< Sì, tra cui il passaporto. Sai, magari quella per vendicarsi potrebbe sbarazzarsi delle sue cose! Wow, che buon profumino! Ho una fame! >> Esclamo per smorzare la conversazione sull’argomento. Prendo posto a tavola.



[Marcella]
<< Come mai Giulio e Silvia non hanno voluto unirsi a noi? >> Domanda mia nipote Giulia a suo padre, mentre consumiamo questa cena intima. Rispetto a quanti eravamo questa mattina, sembra assurdo ritrovarci in così pochi: io, mia sorella, mio fratello, Patrizia, Giulia e il suo fidanzato. 
<< Non lo so, credo stesse poco bene. Sono andati via di corsa dalla veglia. >> Spiega mio fratello. Lo abbiamo notato tutti! 
<< Patrizia, era davvero ottimo questo risotto. Sei migliorata molto in cucina, chi lo avrebbe mai immaginato? >> Osservo, alla fine del pasto.
<< Grazie, Marce! Faccio portare via i piatti e controllo se il budino si è raffreddato abbastanza. Con permesso! >> Si congeda da noi Patrizia. Stando qui tra cene, pranzi e feste varie diventerò una balena! 
<< Io vado un attimo al bagno, scusate. >> Si alza Giulia.
<< Stai poco bene? >> Le domandano all’unisono mio fratello e Massimiliano. Daniele ha iniziato con il piede sbagliato con questo ragazzo ma non può negare il fatto che tiene molto a Giulia! 
<< No! Devo andare a fare pipì, stimolo a cui oramai sono avvezza! Posso andare da sola o volete accompagnarmi? >> Si lamenta Giulia. Si allontana quando i due abbassano mestamente il capo. Suscettibile come sua madre! 
<< Io ne approfitto per fare una telefonata a Mosè! >> Annuncia Bea, allontanandosi anch’essa. Daniele alza gli occhi al cielo mentre Massimiliano cela un sorriso. Il mio cellulare squilla perciò è il mio turno di abbandonare la tavola! 
<< Scusate. >> Intervengo, allontanandomi per rispondere. Non ho molta voglia di parlargli ma non posso ignorarlo continuamente.
<< Pronto. >> Esordisco.
<< Pronto. Ciao Marcella, come stai? >> Mi domanda il mio quasi ex marito.
<< Ciao. Bene, in questo momento sono a cena da Daniele e Patrizia e stanno per servire il dessert. >> Spiego.
<< Allora sarò breve. Vorrei anticipare il mio arrivo a Bogotà. >> Annuncia. Mi massaggio la fronte con i polpastrelli.
<< Perché mai? Non puoi chiudere l’agenzia. >> Gli faccio notare, sperando che desista da tale proposito.
<< Posso dato che non abbiamo scadenze a breve termine. Arrivo prima  perché mi sembra scortese arrivare a ridosso di un tale evento, perché mi manca Alex e perché mi manchi anche tu, Marce. Dobbiamo chiarire una volta per tutte. >> Confessa. Questo è poco ma sicuro!
<< Quando arrivi? >> Gli chiedo rassegnata. Spero almeno di avere un giorno o due per poter meditare se parlargli già di divorzio. 
<< Venerdì mattina. >> Annuncia. Dopo domani! 
<< Comunicami l’ora di arrivo, Bea ed io verremo a prenderti. Ti saluto. >> Taglio corto.
<< Buonanotte Marce. >> Mi saluta di rimando augurandomi una notte serena. Chiudo gli occhi e il ricordo del calore del suo corpo attaccato al mio, mentre mi augura la medesima cosa con un dolce bacio, nel nostro talamo nuziale, mi causa dolore! Chiudo bruscamente la comunicazione dopo alcuni secondi e cerco di trattenere le lacrime. Quando mi sono ripresa torno in sala da pranzo accorgendomi che Massimiliano e Daniele sono scomparsi. Raggiungo Giulia e mia cognata in cucina.


[Francesco]
Aspetto questo momento da settimane. Trovarmi un finto fidanzato è stata un’idea pessima, ma non avrei comunque chiarito niente con lui quando è tornato dato che non è tornato solo! Silvia e sua madre si guardano soddisfatte quando esco dalla camera da letto fresco di tintoria! 
<< E adesso vai! >> Mi esorta Silvia, mettendomi il cappotto. 
<< Vado? Ma dove dovrei andare? >> Domando. Non posso girare la città cercandolo!
<< A casa Mendoza, dato che si trova lì a cena. >> Suggerisce Silvia.
<< Ma ci sono i suoi! >> Obbietto.
<< Allora quando arrivi mandagli un messaggio, digli che sei sotto e che devi parlare con lui! >> Esclama Alma, quando sentiamo il citofono. E’ Giulio a rispondere.
<< Sì?... Sì, sono Giulio… Ah, certo, riferisco al volo! >> Afferma prima di mettere giù il ricevitore. Preme il bottone per aprire il portone.
<< Chi è? >> Domanda Silvia.
<< Class! >> Esclama Giulio sorridendo. Mi sto sentendo male! Sì, sento che sto per svenire! 
<< Bene, quindi noi ci dileguiamo! Mamma, vieni da noi! >> Esclama Silvia, trascinando fuori sua madre che si lagna perché deve finire di mettersi lo smalto.
<< In bocca al lupo amico mio! >> Mi augura, abbracciandomi. Escono dall’appartamento di fretta e furia lasciando la porta aperta. Entrano nel loro un attimo prima che le porte dell’ascensore si aprano. Ecco, arriva lo svenimento! Traggo un profondo sospiro cercando di mantenere la calma! 
<< Ciao. >> Lo saluto.
<< Ciao. Ma stavi per uscire? >> Mi domanda, dato che sono vestito a festa e indosso il cappotto.
<< Più o meno… Entra. >> Lo invito. Lui accede all’appartamento e richiudo la porta per poi togliermi il cappotto. 
<< Io stavo venendo da te. >> Ammetto, mentre è ancora alle mie spalle, quando appendo il cappotto all’attaccapanni vicino all’ingresso.
<< Hai saputo di Ella? >> Mi domanda. Annuisco.
<< Sarai distrutto. >> Ipotizzo, per sapere se ci è rimasto male. Se fosse così significherebbe che ci tiene a quella tizia!
<< Non più di tanto, veramente, dato che ho scoperto che mi ha manipolato. Voleva sposarmi utilizzando chissà quali inganni, magari si sarebbe fatta mettere incinta? E tutto perché la sua famiglia è in bancarotta quindi cercavano un buon partito per la figlia. Per il medesimo motivo, i soldi, ha venduto la notizia alla stampa. >> Spiega. 
<< Accidenti. Non me lo sarei mai aspettato. Come si può usare qualcuno? >> Gli domando, incantato a guardarlo. Mi manca immensamente!
<< Non è tutto. Ho saputo che era in combutta con Conrado. Pare che lui abbia scoperto il gioco di lei ascoltando una sua telefonata alla sfilata e che si siano concordati! >> Mi spiega. Mi sfugge un ghigno amaro. Non posso credere che Conrado, un mio ex e mio vecchio amico mi abbia pugnalato così alle spalle! 
<< Lo scopo qual’era? >> Domando. Ma che domande stupide faccio? Class si avvicina talmente tanto che posso leggere nei suoi occhi i suoi pensieri.
<< Tu cosa credi? >> Mi domanda, ammiccando.
<< Domanda scema. >> Rispondo, abbassando lo sguardo in imbarazzo.
<< Mi dispiace che ti abbia pugnalato così alle spalle. Io so che non eravate veramente fidanzati, ma suppongo foste amici. Intimi, da quel che so… >> Aggiunge, scostandosi da me e iniziando a passeggiare sul finale della frase. 
<< Intimi? Non eravamo intimi da molto tempo, da quando ci siamo lasciati parecchio tempo fa. >> Spiego.
<< L’ho visto salire l’altra sera. Io ero venuto qui per cercare di chiarire. >> Narra.
<< Sì, è salito perché doveva andare in bagno e poi mi ha chiesto il caricabatterie. Una mezz’oretta dopo è andato via. >> Spiego. 
<< Bhe, allora non sei l’unico ad essere caduto in uno spiacevole equivoco. >> Osserva con un sorriso imbarazzato.
<< Quale equivoco? >> Domando aggrottando le sopracciglia. Ecco che torna verso di me! Con quel suo passo sicuro, non separando mai il suo sguardo dal mio. La sua mano destra cerca la mia sinistra, le nostre dita iniziano a giocare. Entrambi nello stesso momento solleviamo lo sguardo da esse guardandoci negli occhi.
<< Sai quando hai trovato quel biglietto aereo per sporgeva dalla mia borsa, e hai pensato che volessi lasciarti? >> Mi domanda. Oddio, lo sa! Annuisco.
<< I biglietti erano due, solo che l’altro era all’interno della borsa e non lo hai visto. >> Aggiunge. No! Ho commesso un errore tremendo. Un errore che ha separati per settimane.
<< E l’altro biglietto per chi era? >> Domando. 
<< Altra domanda stupida. >> Risponde, sorridendo, prima di chiudere gli occhi. Osservo le sue labbra, il suo bel sorriso, avvicinarsi alle mie, bramose d’amore. Azzero la distanza tra di noi abbandonandomi a quel bacio che ho desiderato tanto da quando è partito! 



[Massimiliano]
Una volta rimasti soli, Daniele mi ha invitato nel suo studio, sorprendendomi. Che voglia uccidermi? Magari nascosta sotto la sua scrivania c’è una botola segreta dove getta i cadaveri dei pretendenti indesiderati per sua figlia! Ma no, che vado a pensare? Io sono il padre di suo nipote, non farebbe mai una cosa del genere a me.
<< Per me no, gra… >> Tento di dire, mentre sta versando del liquido ambrato in due tumbler. Mi ignora e me ne passa uno che accetto senza protestare.
<< Mia moglie mi ha chiesto di rinnovarvi l’invito a venire a viere qui, almeno fino alla fine della gravidanza. Giulia non resterebbe mai sola, vista la presenza della domestica. >> Rinnova l’invito.
<< Sarò sincero con lei: per me già il fatto che Giulia non resterebbe sola è un argomento convincente. Ma non sono io quello incinto e abituato alla libertà! >> Osservo. Ma è un sorriso quello che scorgo sul suo viso?
<< Tutta sua madre. Hanno la testa dura uguale. Tu prova a parlargliene ancora! >> Mi esorta.
<< Dubito che servirebbe, soprattutto adesso che tutti la trattiamo come una bambola di porcellana. Non dovrei dirglielo ma Giulia ha sentito lei ed Isabella borbottare, mentre vi mettevate d’accordo circa qualcosa da nascondere a Giulia. Ora, io non voglio nè impicciarmi né sapere cos’è, ma ciò l’ha fatta indispettire. Non accetterà mai! >> Gli narro. Daniele si fa di colpo serio.
<< Giulia ha qualche sospetto su quale sia questo segreto? >> Mi domanda.
<< No, per fortuna, dato che potrebbe rivelarsi così sconvolgente per lei. >> 
<< Non mi chiedi cos’è? >> Mi domanda.
<< No, perché non riuscirei a mantenere il segreto con lei e non voglio turbare né lei né Polly! >> Gli spiego.
<< Mi dispiace per averti giudicato un approfittatore non molto tempo fa. E’ evidente che tieni davvero a mia figlia. Tua madre è ancora sotto choc? >> Mi domanda. Annuisco ancora scombussolato da questo colloquio! Sarà la paternità di Isa ad averlo reso così? 
<< Magari dovrei farci quattro chiacchiere io. >> Ipotizza.
<< La ringrazio! Ma credo che sarebbe controproducente. Le serve solo un po’ di tempo! >> Spiego.
<< Spero che si decida prima delle nozze. Perché tu hai intenzione di chiedere la mano di mia figlia, vero? >> Mi domanda. Il whiskey mi va di traverso e sono costretto a tossire! Daniele mi guarda in attesa di una risposta! 
<< Sì… Cioè, immagino di sì… Ma lei sarebbe d’accordo? >> Domando perplesso.
<< Mia figlia è incinta, perché mai dovrei oppormi? >> Mi domanda. Quella di prima più che una domanda sembrava un ordine.
<< Ecco dove vi siete cacciati! In budino è in tavola, su. >> Interviene sua moglie, entrando nella stanza per esortarci a tornare a tavola. 
<< Rischia di raffreddarsi? >> Le domanda Daniele beccandosi un’occhiataccia. Lo seguo fuori dallo studio ancora sotto choc per questa conversazione!


[Paola]
<< Paola, l’acqua! Da quanto bolle? >> Mi domanda mia sorella, giungendo in cucina per spegnere il bollitore.
<< Scusa, mi ero assorta. >> Ammetto. Ero completamente preda del ricordo del bacio che Gonzalo mi ha dato oggi. Dopo di che il bel ricordo s’interrompe bruscamente quando Adelina mi dice di esserci andata!  Resterà il bastardo di sempre, c’è poco da fare. A quante altre farà la corte? E quella email, era un’accozzaglia di bugie? A quante altre l’avrà mandata? Cerco di darmi un contegno perché mi viene da piangere! Mi allontano quando il mio cellulare squilla: è proprio lui. A quest’ora avrà avuto la notizia! Ci penso su prima di rispondere ma non riesco a fare altrimenti.
<< Dimmi. >> Esordisco.
<< Sto venendo da te. Devo vederti! Scendi. >> Annuncia. Dalla voce sento che è stravolto. Una lacrima scappa da sotto le mie palpebre chiuse.
<< Ci sei? Sto arrivando. >> Biascica.
<< Sì. Non abito più nell’appartamento, sto da mio padre. >> Spiego. Silenzio.
<< Dieci minuti e sono li. >> Annuncia.
<< Qui ci sono tutti. Ci vediamo nel parco della via parallela. >> Contratto.
<< Ok. >> Conclude, ponendo fine alla conversazione. Ho la sensazione che da questo colloquio non uscirà niente di buono e che ne verrò fuori distrutta! 



[Giulio]
Mia suocera e la mia fidanzata hanno l’orecchio appiccicato alla porta. Come se con le porte blindate e il corridoio a separare i due appartamenti potessero sentire qualcosa! Scuoto il capo.
<< Non si sente nulla, uffa! >> Chiosa Alma. Ma và? Silvia si rassegna e si siede sul divano, accanto a me, iniziando a fare zapping.
<< Ma secondo voi dove dormirò stanotte? Cioè io non voglio dormire con loro che nella stanza accanto fanno le loro cose! >> Si lamenta Alma.
<< Che tu fino a domattina non metterai piede di là è assodato. Hanno bisogno di privacy! Stari qui sul divano letto. Ti presto un pigiama. >> La invita Silvia. Significa che stanotte andrò in bianco? La guardo con lo sguardo di un cane bastonato e lei sorride.
<< E’ un messaggio di Isa, chiede se Class è arrivato. Le rispondo che procede tutto bene! >> Ci spiega la mia fidanzata.
<< Amore, stavo pensando al mio guardaroba. Secondo te per domenica è più adeguato l’abito lungo color vinaccia, o il minidress nero? >> Domanda Silvia a sua madre. Oddio, se dovesse presentarsi con le cosce scoperte mia madre l’ammazzerebbe! Rivolgo a Silvia uno sguardo abbastanza eloquente.
<< L’abito lungo mamma, decisamente! >> Esclama la mai piccola.
<< Tu cosa ti metti? >> Le domanda sua madre. Spero che adesso che Francesco avrà spesso compagnia non si piazzi sempre qui! 




[Daniele]
Torno al tavolo, dove stiamo consumando il caffè, dopo aver parlato al telefono con mio figlio David.
<< Oddio, che faccia cupa. Brutte notizie! >> Chiosa mia sorella Bea.
<< Come pensavo, quella sciroccata che il figlio dello scimmione ha portato da Berlino era la spia! Giuro che non la passa liscia. >> Spiego.
<< E adesso dov’è quella tizia? >> Domanda Marcella.
<< In albergo, senza il becco di un quattrino. Class ha gettato il suo cellulare in piscina e senza tale aggeggio non ha più accesso al suo conto dato che tutte le password le conservava lì. >> Spiego.
<< Ben le sta! Così non potrà utilizzare quei soldi che ha avuto per venderci alla stampa! >> Chiosa mia moglie, trovando l’approvazione di Bea e Giulia le quali le rivolgono un gesto deciso del capo.
<< Scusate se m’intrometto, ma in questo modo non potrà neanche comparsi il biglietto di ritorno e resterà nei paraggi. >> Commenta mio genero.
<< Massimiliano ha ragione. E i conti dell’albergo chi li salderà? >> Domanda Marcella.
<< Quelli, disgraziatamente, sono già saldati. Mi sarebbe piaciuto vederla ripulire le strade per trovare i soldi con cui pagare l’albergo! Ad ogni modo il biglietto di ritorno sarà un mio regalo d’addio, che le consegnerò personalmente. >> Annuncio. Un’altra persona che si aggiunge alla mia balck list. Meglio per lei che non rimetta più piede in Colombia!



[Paola]
Io arrivo al parchetto prima di lui. Mi tremano le gambe e sento lo stomaco contorto! Poco dopo vedo la sua auto arrivare: per fortuna è sera e non ci sono auto parcheggiate, quindi il suo parcheggio spericolato non causa danni! Avevo ragione: è sconvolto. Ha il viso rigato dal pianto. La morsa allo stomaco si restringe sempre di più.
<< Lo sapevi? >> Mi domanda senza tanti preamboli. Capisco subito a che riferisce alla gravidanza. Annuisco con un cenno del capo.
<< Me lo ha detto l’altro ieri. >> Ammetto, prima di asciugarmi il naso con il polsino del giubbotto. 
<< Io non ci posso credere. >> Piagnucola, dopo essersi seduto su una panchina, con le mani in viso e i gomiti alle ginocchia. Lo imito e mi siedo anch’io. 
<< Cosa farete? >> Domando. Immaginarli insieme mi lacera dall’interno. 
<< Lei lo vuole tenere. >> Spiega.
<< E tu? >> Domando con il cuore in gola. Mi guarda in quel suo modo che trasmette tutto il desiderio che prova verso di me. Una lacrima infame scappa al mio controllo e corre lungo la mia guancia.
<< Sai perfettamente cosa voglio, anzi chi voglio. >> Risponde senza esitazione. Accade tutto in una frazione di secondo: viene verso di me e sento il calore della sua grande mano sul mio viso, il suo odore è un misto tra dopobarba, sudore e alcol, ma non m’importa. Io non arretro, anzi, gli concedo le mie labbra, pur sapendo che è sbagliato. E’ stupendo: è come se fosse la prima volta che ci baciamo. Forse perché è la prima volta che mi lascio veramente andare. Cerco di catturare con tutti i sensi che posseggo ogni singolo istante, consapevole di dover porre fine a tutto questo. E’ quello che faccio pochi istanti dopo, mio malgrado.
<< Non si può. >> Sussurro.
<< Perché? Io ti voglio. >> Sussurra, con le nostre fronti incollate, seguitando ad accarezzarmi una guancia.
<< Perché Kelly è mia amica. Non posso farle questo. >> Rispondo, tornando in me. Mi separo da lui e mi alzo bruscamente intraprendendo la strada verso casa. Gonzalo mi raggiunge e mi costringe a voltarmi.
<< Quindi quello di prima era una specie di bacio d’addio? >> Mi domanda. Annuisco.
<< E quello che sento verso di te? Non ha importanza? >> Mi domanda. L’immagine di lui e Adelina, avvinghiati chissà dove, con tanta gente a pochi passi fa capolino nella mia mente! 
<< E’ una cosa che dici a tutte? >> Gli domando.
<< Come “a tutte”? Di cosa stai parlando? >> Mi domanda perplesso.
<< Lascia stare. >> Taglio corto, riprendendo il passo. Lui mi sbarra la strada.
<< Ora mi spieghi! >> Pretende. 
<< E va bene. Parlo di te e Adelina, avvinghiati, che scopate al funerale di sua madre! DOPO CHE MI HAI BACIATA! >> Tuono, dandogli un leggero spintone con la mano aperta contro il suo petto, mentre le lacrime seguitano a scendere. 
<< Io e…? Ma non c’è stato n… >> Tenta di giustificarsi, con qualche bugia! 
<< Risparmiati la balla improvvisata! Vi hanno visti! >> Gli annuncio interrompendo il suo mero tentativo di giustificarsi.
<< C’è stato un errore… Senti… >> Cerca di ribattere, cercando di toccarmi ma io mi scanso.
<< Quindi le parole di quella email erano sono messe insieme per quale scopo? Portarmi a letto? >> Domando delusa. 
<< Allora l’hai letta. >> Constata. Sorride.
<< Certo che l’ho letta, ma non credo ad una sola parola di quello che c’è scritto! Resterai lo stronzo di sempre, il solito playboy! >> Tuono, cercando di allontanarmi per tornare a casa. << Un’ultima cosa: se quell’avvocato era un altro mero tentativo di ottenere chissà che cosa da me, ti sbagli. Ti restituiremo tutti i soldi che hai speso! Detto questo ho solo una richiesta: lasciami in pace! >> Concludo. Cammino verso casa con le braccia incrociate al petto e piangendo come non ho mai fatto. Ho sempre saputo che pasta è fatto e la gravidanza di Kelly mi ha dato la certezza che devo togliermelo dalla testa e dal cuore!



[Class]
Fino a ieri non pensavo che sarei stato di nuovo felice. Ero rassegnato a partire con una persona che non amavo, a cui mi ero legato in un momento di debolezza. E lei ne ha impunemente approfittato. 
Seguito a baciarlo dopo aver fatto di nuovo l’amore. Mi separo da lui solo perché voglio ammirare i suoi profondi occhi scuri.
<< Cosa c’è? >> Mi domanda, notando che sono assorto e sorrido.
<< Credo di essermi innamorato. >> Ammetto. Le sue labbra si estendono in un sorriso.
<< Se stai per chiedermi “di chi?” ti arriva un pugno, sappilo! >> Esclamo, interrompendolo quando sta per dire qualcosa. Scoppia a ridere.
<< Veramente stavo per dire che ti amo anch’io! >> Risponde, guadagnandosi un altro bacio.
<< Non ti dispiace di aver sfrattato la tua coinquilina? >> Gli domando.
<< No, affatto. Ogni mattina, accanto alla tazza di caffè, le faccio trovare la pagina degli annunci immobiliari. Sarebbe ora che levasse le tende! >> Esclama, facendomi ridere. 
<< Adesso dovrà farlo per forza, perché vorrei che restassi qui ogni volta che ti va, se sei d’accordo. >> Mi propone. Accetto dedicandogli un bacio. Ai miei cosa dirò passando così tante notti fuori?
<< Sei di nuovo assorto. >> Osserva Francesco.
<< Mi stavo domandando come giustificherò ai miei tutte queste notti che passo fuori dato che, per quel che sanno loro, sono tornato single. Credo che cercherò un appartamento tutto mio così anche tu potrai fermarti da me quando vorrai. >> Annuncio. Mi bacia con passione costringendomi con la schiena premuta contro il materasso.


[Diego] 
Quindi un altro problema è sistemato. A quest’ora mio cugino e Francesco avranno fatto pace, dato che Silvia, Giulio e Alma in un vocale hanno spiegato di non aver sentito nessuno uscire da quella casa!
<< Una cena tranquilla, un miracolo! >> Commenta mio fratello, quando tutti sono andati via. Sotto al palazzo dei miei siamo rimasti noi due e le nostre fidanzate. 
<< Camilla e lo zio si sono praticamente ignorati. >> Osservo.
<< Bhe, mi sembra normale. A Cami non passerà tanto facilmente. Che dici tesoro, andiamo? >> Osserva Roberta, per poi proporre a mio fratello di avviarsi. Lui annuisce ma i saluti vengono interrotti dallo squillo del mio cellulare e non credo ai miei occhi quando leggo tale nome sul display.
<< E’ Paola! >> Constato e annuncio.
<< E… E cosa vuole? >> Domanda la mia fragolina, visibilmente turbata da tale telefonata.
<< Non lo so, e non mi interessa. >> Taglio corto, premendo la cornetta rossa. Vedo l’espressione sul suo viso rilassarsi dinanzi a tale mio gesto deciso. Pochi istanti dopo mi arriva un vocale. Sbuffo, prima di farlo partire.
“Ciao, scusa se vi disturbo. Mi ha appena chiamata il barman del Kamikaze, Gonzalo si trova lì ed è ridotto male. Il mio numero era l’ultimo chiamato perché dopo ciò che è accaduto tra i nostri genitori Gonzalo ed io ci siamo sentiti. Prima è stato da me ed era stravolto! Stasera ha ricevuto una certa notizia. Era messo male ed era in macchina. Ti prego, potete andare tu o Lorenzo? Io sono a casa di mio padre e non saprei che scusa inventarmi! Scusa se ti ho disturbato.”
Aggrottiamo tutti le sopracciglia ascoltando tale messaggio vocale.
<< Lei era l’ultimo numero chiamato? Ve lo dico io, tra quei due sta succedendo qualcosa! Ricordate come ha preso le sue difese al lancio? >> Commenta Lorenzo.
<< Come no, rammento che mi ha messo le mani addosso perché ascoltassi la sua arringa difensiva verso Paola. Non mi interessa sapere se sta accadendo qualcosa tra i due! >> Esclamo. Ben che Gonzalo sia un mio amico. Adesso Paola non è più la mia ragazza e se l’ha puntata sono affari suoi! 
<< Vabbè… lei non può uscire di casa e passa la patata bollente a noi. Ragazze, voi volete andare a casa? Posso lasciarvi la mia auto. E noi andiamo da Gonzalo. >> Propone mio fratello.
<< No, io vengo con voi. Ma Isabella non vuole venire l’accompagno a casa. >> Si offre la sua ragazza che si guadagna un bacio sul capo perché vuole stargli accanto anche in un momento così sgradevole. Anche se negli ultimi tempi lei e Gonzalo hanno accantonato le loro divergenze non significa che sia felice di aiutarlo.
<< Non serve, vengo anch’io. >> Acconsente Isabella. Sorrido mentre ci scambiamo uno sguardo dolce. Le tendo la mano che lei afferra.
<< Ci vediamo lì. >> Si congeda Roberta, mentre i due si avviano verso l’auto di Lorenzo. 
<< Se veramente tra Paola e il tuo amico ci fosse qualcosa, non ti disturberebbe? >> Mi domanda la mia fragolina, quasi sussurrando, guardando il tappetino dell’auto sotto i suoi piedi. Le accarezzo un ginocchio mentre guido.
<< Certo che no, amore mio. Non provo più nulla per Paola e può andare con chi vuole! >> La rassicuro.
<< Sì, ma Gonzalo è un tuo amico. Non ti seccherebbe se avesse delle mire sulla tua ex? >> Mi domanda, ponendo la questione in diverso modo. 
<< No, te l’ho detto. So che tra voi donne vige questa regola ma per quanto mi riguarda non mi creerebbe disturbo. Ci sei tu nella mia vita, quello che fa o non fa Paola, o chi che sia con lei, non mi interessa. >> La rassicuro nuovamente. Mi sorride accarezzando il dorso della mano che tengo ancora sul suo ginocchio. Certo che sarei curioso di sapere com’è nato questo interesse verso Paola, dato che fino a poco tempo fa a stento le reggeva! 



[Roberta]
<< Secondo te a cosa era dovuto il colloquio tra i miei e Alexander? >> Domando al mio innamorato, mentre siamo diretti a salvare Gonzalo. Una serata tranquilla mai eh?
<< Io dico che Alex ha chiesto la mano di tua sorella. >> Scherza Lorenzo, strappandomi una risata.
<< Se così fosse credi che mio padre avrebbe trascorso una cena così tranquillo? >> Gli faccio notare.
<< Tuo padre è una fonte di sorprese. Non mi aspettavo che avrebbe accolto così di buon grado l’omosessualità di tuo fratello, la relazione con Michael e la loro convivenza, eppure…! Non sottovalutarlo. Tua sorella è incinta e Alex tiene molto a loro. Sarebbe così strano se avesse acconsentito senza fare tante storie? >> Mi fa notare. 
<< Oddio! Dici che sia davvero questo il motivo del colloquio?! >> Mi domanda elettrizzata. Sollevo le spalle.
<< E’ solo un’ipotesi. E poi tua sorella mi sembrava un sacco entusiasta, non lo hai notato? >> Mi fa notare.
<< Sì, ma non potrebbe essere quello il motivo di tale entusiasmo. Se Alex avesse chiesto la sua mano ai miei vorrà fare una sorpresa a mia sorella! >> Osservo. 
<< Non ci resta che aspettare qualche tempo. Che non ti venga in mente di parlarle e magari mandare a monte la proposta di Alex! >> Mi vieta.
<< Non ci avevo neanche pensato. >> Mento, facendo la finta tonta ed evitando il suo sguardo, mentre smontiamo dall’auto.
<< Come se non ti conoscessi, Mora! >> Esclama, abbracciandomi. Le nostre labbra si uniscono e avverto un brivido percorrermi il corpo: ogni volta sembra la prima volta! Il nostro momento da piccioncini viene interrotto da un colpo di tosse di Diego.
<< Avanti, portiamo Bacco a casa e poi andiamo a nanna anche noi. >> Propone, riferendosi a Gonzalo. Entriamo nel locale che è praticamente deserto! 
<< E’ chiuso. >> Annuncia un barista. Caspita, è già mezzanotte passata!
<< Scusaci. Siamo Diego e Lorenzo Mendoza, qualcuno ha chiamato dicendo che il nostro amico Gonzalo si trova qui in uno stato pietoso. Siamo venuti a prenderlo. >> Spiega Diego.
<< Ah, il ragazzo che ha causato la rissa. Se n’è andato poco fa. >> Annuncia. Mi porto una mano alla fronte. Ha pure causato una rissa!
<< Oddio, e si è fatto male qualcuno? >> Domanda Isabella sconvolta. Quanto si vede che non conosce ancora Gonzalo!
<< No, per fortuna. Sono solo stati rotti dei bicchieri. Il vostro amico ha lasciato chiavi e cellulare. >> Spiega il barman, posizionando sul bancone tali oggetti.
<< Ma come sarebbe? Ridotto com’era lo avete lasciato andare?! >> Domanda alterato il mio ragazzo.
<< Senti: io sono qui da 9 ore, non vedo l’ora di finire le pulizie e andare a letto. Ho chiamato qualcuno che venisse a prenderlo e ho compiuto il mio dovere, ho fatto anche troppo! Non sono la baby sitter del vostro amico! >> Si altera il tipo, estraendo dalla lavastoviglie un cestello di bicchieri puliti per metterci dentro un altro cestello pieno di boccali di birra sporchi.
<< Grazie comunque. Andiamo a cercarlo. Più avanti dopo l’angolo c’è una stazione del taxi, magari è andato lì? >> Ipotizzo.
<< Oppure a cercare un locale aperto che gli serva ancora da bere? >> Ironizza Diego, mentre siamo fuori e camminiamo sul marciapiede.
<< Secondo voi qual è la notizia sconvolgente citata da Paola, che Gonzalo avrebbe ricevuto? >> Domanda il mio ragazzo.
<< Avrà ricevuto un due di picche, scoprendo così che non tutte muoiono ai suoi piedi! >> Chioso mordace, suscitando delle risate. 
<< Ragazzi, guardate là. Ma cos’è? >> Domanda Isabella. Nel buio scorgiamo una figura che, reggendosi al muro, arranca uscendo da un vicoletto. Acceleriamo il passo rendendoci conto che si tratta proprio di lui quando lo raggiungiamo. 
<< Cazzo, ma cos’hai combinato? >> Gli domanda il mio ragazzo, reggendolo da un lato. Diego si posiziona dall’altro lato, con il braccio di Gonzalo dietro la nuca. Ha il volto livido e la camicia sporca di sangue.
<< Ehi, ragazzi! >> Biascica ridendo come un isterico.
<< Ma il barista non aveva detto che non si erano fatti male durante la rissa? >> Ci fa notare Isabella.
<< Non sono stati quei quattro codardi del bar. Sono stato aggredito da uno stronzo ancor più codardo! >> Esclama lasciandoci perplessi.
<< Come “aggredito”? E chi era? >> Gli domanda Diego.
<< Non lo so, uno stronzo con un dannatissimo cappuccio nero. Felpa nera e sciarpa nera. Il bastardo non si è fatto riconoscere. SE LO TROVO LO AMMAZZO! IL BASTARDO E’ STATO FORTUNATO PERCHE’ NON MI REGGEVO IN PIEDI SENNO LO SISTEMAVO IO! >> Tuona, spaccandoci i timpani.
<< Perché ti sei ridotto così? >> Gli domanda Lorenzo. Gonzalo si mette a ridere.
<< E’ proprio andato. >> Commento guardando Isabella la quale conviene con me annuendo.
<< Perché? Perché la mia vita è finita, cazzo! Perché finirò sposato per obbligo e dovrò rinunciare alla donna che voglio realmente… che tanto mi odia già, quindi dov’è il problema?>> Biascica, seguitando a ridere. 
<< Andiamo a prendere le macchine. Dovremmo portarlo all’ospedale. >> Propone Isabella. Che strazio, ci toccherà passare la notte in ospedale!


[Olga]
<< Mi senti piccolino? Sono il tuo papà! Lo sai che tra poco più di 2 mesi la tua mamma e il tuo papà si poseranno, e tu sarai presente? Io so che mi ascolti e che potrai sentire la promessa che il tuo papà pronuncerà dinanzi alla tua mamma vestita da sposa! Ti immagini quanto sarà bella con quella mise? >> Sorrido e gli accarezzo il capo mentre è intento a chiacchierare con il mio ventre che inizia ad essere un po’ prominente. 
<< Cosa racconteremo quando ci chiederanno come mi hai chiesto di sposarti? >> Gli domando. 
<< La verità cioè che ti ho presa del tutto alla sprovvista estraendo l’anello in camera da letto. Diremo che mi sono inginocchiato chiedendoti in moglie e che ho baciato il tuo ventre! E se rimarranno delusi perché si aspettavano una storia più fiabesca, saranno problemi loro. A me basta che quel momento sia stato meraviglioso per te! >> Esclama. Sorrido accarezzando la sua guancia.
<< Quel momento è stato magico. >> Lo rassicuro prima di baciarlo.
<< Non posso credere che papà abbia mollato il colpo così facilmente. Avrà imparato da zio Armando! Quel povero David ha passato un periodo terribile, girovagando per casa come un zombie. >> Rifletto. << Avrà voluto evitare che sua figlia facesse la fine di Camilla: colta da esaurimento nervoso perché non capiva cosa rendesse il suo ragazzo un morto vivente! >> Esclama. Ridacchio.
<< Quando lo annunceremo? Voglio indossare l’anello e iniziare i preparativi! >> Esclamo ansiosa.
<< Pensavo che la festa di zio Daniele e zia Patrizia sarebbe l’occasione giusta, dato che ci sono tutti. Cosa dici? >> Mi domanda. Annuisco.
<< 13 Maggio, è confermato? >> Gli domando. 
<< Sì! Tra 65 giorni diventerai mia moglie! >> Esclama, meritandosi il più romantico dei baci. Questo momenti di coccole viene interrotto dallo squillo del suo cellulare.
<< E’ mia madre. >> Annuncia, prima di rispondere. << Mamma, ciao, com’è andata la cena dallo zio?... Immaginavo che lo zio non avrebbe accolto la notizia con gioia ma almeno ci siamo tolti di mezzo un problema, no?.... Non vorrei essere in quell’albergo allora!... Ah, e quando?... Se proprio devo!... Ok mamma, farò uno sforzo…. Notte anche a te e alla zia, a domani. >> Lo sento dire.
<< Venerdì mattina arriva mio padre, prima del previsto, e devo accompagnare mamma all’aeroporto. >> Annuncia, sbuffando, prima di porre il suo smartphone in carica.
< < Se vuoi ti accompagno. Gli dirai del progetto di togliere il suo cognome? >> Gli domando.
<< Certo. E vorrei sbrigare le pratiche prima delle nozze, così potrai prendere l’unico cognome che sento mio ovvero quello di mia madre. >> Mi spiega.
<< Signora Valencia. Olga Valencia. >> Ripeto a voce alta. Chi si sarebbe mai aspettato che sarei diventata una “signora Valencia”?



[Giulia]
Aspettando che Massimiliano mi raggiunga a letto, sto coccolando le mie mani e il mio decolté con una crema idratante. Non ho intenzione di cadere in pezzi! Sarà che ho sempre immaginato la maternità come un momento che riguarda solo le over 30, e temo la vecchiaia precoce oltre al deterioramento del mio corpo!
<< Polly, piccolo pulcino della mamma, la mamma ti ama e ti adora ma devi capire che la tua mamma ha una brillante carriera come modella e che deve mantenersi bellissima. Quando sarai nato la tua mamma di porterà a fare delle lunghe passeggiate, quando sarai più grande ti insegnerà ad andare in bicicletta e poi faremo insieme tante belle pedalate. Faremo un sacco di cose insieme, sei contento? >> Parlo verso la mia pancia, accarezzandola, rendendomi conto di vederla diversa: sbaglio o non è più piatta come una tavola? Sorrido e una lacrima sfugge dai miei occhi. La mia immaginazione viene interrotta quando sento Massimiliano parlare con qualcuno quindi mi affaccio alla porta aperta del bagno. 
<< Lo so mamma che la notizia ti ha choccato… >> Lo sento dire. Con la bocca sillaba “è mia madre”, anche se lo avevo intuito, e attendo con ansia il proseguo della conversazione telefonica.
<< …Ah, le hai già chieste?... Hai già comprato il biglietto aereo!... >> Lo sento dire. Mi porto le mani alla bocca. Non starà mica venendo qui, vero? Non sono pronta per questo! Quella donna praticamente mi detesta perché in quattro e quattro otto sono andata a vivere con suo figlio e sono rimasta incinta! 
<< Ah, la famiglia al completo…. No mamma, non mi dispiace e sono sicuro che quando la conoscerai di persona l’adorerai… Sul suo ventre si è formata una leggera prominenza, sai?... >> Lo sento dire. Allora non è la mia immaginazione e lui lo ha notato!
<< Certo mamma, vi aspettiamo. Un bacio e buona cena. >> Gli augura dato che, essendo 6 ore indietro, lì saranno grossomodo le 18 e 20.
<< Non me lo dire: sta venendo qui? >> Gli domando. Annuisce.
<< Vengono tutti, anche mia sorella e mio fratello. Papà l’ha convinta a rimandare i giudizi a quando ti avrà conosciuta perciò hanno preso delle ferie arretrate. Arriveranno la settimana prossima. >> Mi annuncia. Mi sventolo con le mani.
<< Cucciola, andrà tutto bene. La mia famiglia ti adorerà quando ti conoscerà e tu e mia madre diventerete amiche! >> Mi rassicura, cingendo la mia vita con le braccia, prima di baciarmi. Beato lui che è dotato di tutto questo ottimismo!
<< Bisogna avvisare tuo padre. Vorrà organizzare una cena ufficiale. >> Si appunta a voce alta. Aggrotto le sopracciglia seguendolo in camera da letto. 
<< E da quando non vedi l’ora di cenare con i miei? Anzi, da quando tu e papà siete così amiconi? Stasera ridevate alle stesse battute, dicevate le stesse cose contemporaneamente… >> Osservo un po’ perplessa. Non che la cosa mi dispiaccia ma quando sono cambiate le cose? Lo vedo sorridere.
<< Stasera mi ha offerto un amaro nel suo studio! >> Mi annuncia. Lo guardo ammirata e lo abbraccio saltando il ginocchio sul letto.
<< Ero sicura che ti saresti guadagnato la sua simpatia! >> Mi congratulo.
<< La stessa cosa avverrà con mia madre, vedrai! >> Mi rassicura.
<< E cosa vi siete detti? >> Gli domando, mentre prendiamo posto sotto le calde coperte.
<< Niente di che. Mi ha chiesto di nuovo ci trasferirci da loro fino al parto. >> Mi narra. Alzo gli occhi al cielo.
<< Fino al parto, sé, figuriamoci! Poi viene l’allattamento e mia madre vorrà aiutarmi, e finisce che staremo lì fino a che Oliver non avrà 18 anni! >> Esclamo. Massi mi sorride.
<< Oliver? >> Mi domanda.
<< Era solo un’idea, ma se vuoi la scartiamo. >> Propongo. Mi bacia.
<< Diletta oppure Oliver. >> Afferma, confermandomi che gli piace. Seguitiamo a baciarci sotto le coperte.



[Lorenzo]
<< Secondo voi cosa intendeva con finirò sposato per obbligo e chi sarà la donna che vuole realmente? >> Domanda la mia fidanzata, frapponendo le parole a degli sbadigli. Sussurra poiché Isabella si è appisolata con la testa sulla spalla di mio fratello.
<< Sarà Paola. Quanto all’altra affermazione non saprei cosa dire. >> Interviene Diego.
<< Dite che dovremmo avvertire Paola? Non le abbiamo fatto sapere nulla. >> Osservo.
<< Se vuoi farlo tu… >> Suggerisce mio fratello che, per ovvie motivazioni, non vuole parlare con Paola. Mi alzo e raggiungo un luogo isolato per poter telefonare.
<< Lorenzo, attendevo notizie. Lo avere riaccompagnato a casa? Come sta? >> Mi domanda. Vengo investito dalle sue domande stile uragano. Quando il mio amico si sarà ripreso lo sottoporrò ad interrogatorio per sapere cosa sta accadendo tra loro!
<< Lo abbiamo trovato ma non lo abbiamo accompagnato a casa. Siamo al pronto soccorso, fuori dal locale Gonzalo è stato aggredito da un tale incappucciato, da quanto ho potuto capire. >> Le spiego.
<< Oddio. E’... Si riprenderà? >> Mi domanda.
<< Aveva diverse ferite in faccia, immagino che gli metteranno dei punti. Bhe, volevo solo ragguagliarti sulla situazione. >> Le spiego.
<< Ha detto qualcosa? >> Mi domanda.
<< Farfugliava cose senza senso, quando non rideva come una pazza isterica. Diceva che la sua vita è finita, che dovrà sposarsi, e un mucchio di altre sciocchezze. Parlava di un amore al quale dovrà rinunciare! Mi spieghi cosa diamine sta succedendo? >> Le domando, cercando di fare luce.
<< A cosa ti riferisci? >> Mi domanda. 
<< Parlo della crisi economica! Secondo te?! Cosa sta succedendo tra di voi e perché si è ridotto così! Quale sarebbe la notizia terribile che l’ha spinto a bere tanto? >> Domando. Avverto solo silenzio!
<< Non succede nulla tra di noi. Quanto alla notizia, te la dirà lui. Io adesso avverto la sua ragazza così può correre lì. Per favore, non dire a Kelly che il barman ha chiamato me per prima. >> Mi spiega. Aggrotto le sopracciglia. Qui c’è di mezzo una storia di corna secondo me!
<< Ma non l’aveva mollata? >> Le domando. 
<< Grazie della telefonata. Buonanotte. >> Taglia corto, ponendo fine alla conversazione. Sono sempre più confuso!
<< Cosa c’è? >> Mi domanda Diego, quando torno in sala d’aspetto con la mia espressione confusa.
<< C’è che non ci capisco più nulla. Paola ha detto che avvertirà la ragazza di Gonzalo così verrà qui. >> Spiego.
<< Ma non l’aveva lasciata? >> Chiedono in coro mio fratello e la mia ragazza. Questo chiacchiericcio fa svegliare Isabella. 
<< Vai a capire cosa sta combinando il nostro amico con quelle due. Paola mi ha pregato di non dire alla ragazza di Gonzalo che il barman ha chiamato prima lei. >> Spiego.
<< Scusate, ma il tipo con cui Paola era alla sfilata, il deejay, che ruolo ha in questo casino? >> Si interroga Roberta.
<< Bho! Questa faccenda è da mal di testa! Quello che a me importa è che si sia rifatta una vita sentimentale! >> Esclama Diego. 


[Kelly]
<< Amore mio, non posso credere che tra pochi giorni ti conosceremo! Sei contento di venire al mondo, e di conoscere la tua mamma e il tuo papà? >> Domando al mio piccolo, accarezzando il pancione al nono mese di gravidanza. 
<< Tesoro, la colazione è pronta. Vuoi una mano al alzarti da divano? >> Mi domanda il mio amore, giungendo dalla cucina. Accetto l’aiuto e afferro la sua mano.
<< Hai avuto altre fitte? >> Mi domanda.
<< Sì, ma secondo me non c’è niente per cui allarmarsi. Manca ancora una settimana. >> Rispondo quando avverto qualcosa scorrermi lungo le gambe e impregnare i leggins premaman che indosso.
<< Oddio! Si sono rotte le acque! >> Constata Gonzalo, a un passo da una crisi di panico.
<< Sì, amore! Nervi saldi. Bisogna che mi porti in ospedale! GONZALO! STAI PER DIVENTARE PADRE! >> Esclamo, per cercare di scuoterlo.
<< Sto per diventare padre! >> Ripete prima di bacirmi.
Il mio bel sogno viene interrotto dallo squillo del mio cellulare. Ancora con gli occhi chiusi lo afferro dal comodino e rispondo senza guardare chi sia.
<< Pronto. >> Esordisco.
<< Kelly, devo dirti una cosa. Mi ha chiamata Lorenzo Mendoza per dirmi che Gonzalo è al pronto soccorso. Pare che fosse ubriaco e sia stato aggredito per strada. >> Mi narra Paola. Scatto seduta sul letto.
<< Oddio, e come sta? E’ grave? >> Le domando.
<< Non lo so. Ho detto che ti avrei avvertita, dato che Lorenzo non possiede il tuo contatto. >> Mi spiega. Mi tolgo da sopra le coperte per poter scendere dal letto. Fermo il cellulare tra l’orecchio e la spalla per avere le mani libere per togliermi i pantaloni del pigiama di seta e infilarmi un paio di jeans, finché mi entreranno ancora. Devo fare subito shopping premaman! 
<< Mi passi a prendere? >> Le domando abbottonandomi i jeans.
<< Cosa? Perché? >> Mi domanda come se le avessi chiesto la luna.
<< Perché io non mi sono ancora procurata un’auto e giro in taxi e perché sono già in preda al panico, non riesco ad andarci da sola! Ti prego! >> La supplico.
<< Ok, tra venti minuti al massimo sono li. >> Acconsente dopo aver esitato.


[Paola]
Ma cos’ho fatto di male? Dopo la nostra litigata speravo di non doverlo più rivedere, invece ora devo accompagnare la mia amica in ospedale da lui. Ma come facevo a sottrarmi?
<< Ne deduco che non abbia accolto la notizia con gioia. >> Intervengo, dopo alcuni minuti di silenzio, quando siamo quasi arrivate.
<< Non mi aspettavo che facesse i salti di gioia. Ma che si ubriacasse tanto da finire in una rissa… >> Risponde. Cosa si aspettava? Che bevesse per festeggiare?
<< Ti ringrazio per avermi avvisata. >> Mi ringrazia, posando la sua mano sulla mia quando tiro il freno a mano. Le sorrido e mi vergogno. Facendo pochi passi accediamo al pronto soccorso e in sala d’attesa troviamo tutti. Mi rendo conto solo ora che, escludendo il diverbio alla sfilata, è la prima volta che mi trovo di fronte a Diego da quando ci siamo lasciati.
<< Buonasera. >> Esordisco, sedendomi.
<< Buonasera. >> Salutano i presenti. Il saluto di Diego è talmente flebile che avverto a stento la sua voce.
<< Buonasera. Si sa qualcosa? >> Domanda Kelly. Lorenzo scuote il capo.
<< Stiamo aspettando che ci chiamino. >> Spiega. 
<< Ma dov’era? >> Domanda Kelly.
<< Lo abbiamo trovato all’imbocco di un vicolo, vicino a un bar dove va spesso. Era appena stato picchiato. >> Narra Diego, ignaro del suo stato. Vedo Kelly sbiancare. 
<< Non capisco perché picchiarlo a sangue se non per rapinarlo? Al bar ha lasciato chiavi e cellulare, il portafogli lo aveva con sé e non lo hanno preso. >> Si interroga Roberta. Chi mai e perché può averlo fatto?
<< Ma la tua amica si sente bene? >> Mi domanda Diego, rivolgendomi le prime parole cortesi dopo settimane.
<< Oddio, Kelly. Sei bianca come un lenzuolo. Vuoi qualcosa di dolce? Magari è un calo di zuccheri. >> Propongo. Ora l’unica cosa che mi sento di fare è strisciare ai suoi piedi per ripulirmi la coscienza!
<< No, per carità, ho già la nausea. Il mio bambino non ha decisamente voglia di dolce, è più tipo da patatine e salatini! >> Esclama Kelly. I presenti si guardano sconcertati.
<< Ora sappiamo qual è la notizia che la sconvolto Gonzalo. >> Commenta Lorenzo, non abbastanza discretamente, beccandosi una gomitata dalla sua ragazza.



[Gonzalo]
Mi sento uno straccio. Dopo essere stato visitato e medicato, procurando non poche difficoltà agli infermieri dato che ogni tre per due ero vittima di conati di vomito, permettono ai miei “congiunti” di entrare nella stanza. Ma quali congiunti? Chi mi ha portato in ospedale? La prima ad entrare è la tipa che ho mollato pochi giorni fa e che mi ha appena annunciato di aspettare un figlio da me! Si precipita verso di me e posa un bacio sulla mia fronte. Probabilmente mi avrebbe baciato a tradimento se le mie labbra non fossero livide e non avessi i punti! Non ho neanche la forza per oppormi a questo suo gesto. Dietro di lei accedono alla stanza due agenti, Diego con la sua ragazza, Lorenzo con Roberta e per ultima entra lei, esitando. I nostri sguardi s’intrecciano immediatamente. 
<< Ci hai fatto prendere un colpo. >> Esordisce Diego. 
<< Buonasera signor Torres, ci dispiace doverla disturbare ma vorremmo sapere come si sono svolti i fatti. Lei è stato aggredito, giusto? >> Mi domandano i due agenti. Parlare e dolorosissimo ma ci provo! 
<< Sì. Io sono uscito dal locale e poco prima della stazione dei taxi un tale mi ha spinto nel vicolo e mi ha assalito con calci e pugni. Non ha preso il portafogli e non ha detto niente, mi ha solo massacrato. Aveva dei guanti, una sciarpa sulla metà inferiore del volto e una felpa con cappuccio, tutto nero. >> Spiego con calma.
<< Nessun segno particolare? Le scarpe, un odore… >> Mi domanda l’agente più giovane.
<< Ero in un vicolo, e puzzavo di alcol. Quel bastardo avrebbe anche potuto aver fatto il bagno nella nuova fragranza di Hugo ma io non lo avrei sentito. >> Rispondo ironizzando. 
<< Però una cosa c’è. Sul petto, sulla felpa, aveva un logo. Sembrava il logo di un club o di una discoteca. Sembrava un fulmine. >> Mi torna alla mente. Se becco quello stronzo lo ammazzo!
<< Questo ci è molto utile. >> Afferma il poliziotto vecchio mentre Paola appare sconcertata da tale rivelazione. Si porta una mano alla bocca.
<< Scusate! >> Esclama, prima di abbandonare la stanza. Diego prende per mano Isabella e le va dietro, mentre i detective continuano a pormi domande a cui non ho voglia di rispondere. Ma chi li ha chiamati? Il bastardo lo voglio beccare io con le mie mani!


[Isabella]
La presenza della sua ex mi destabilizza ma porto pazienza perché è un caso di emergenza. Ma perché Diego ha voluto seguirla? 
<< Paola, che succede? Sai qualcosa che possa aiutare la polizia ad acciuffare quel bastardo? >> Domanda Diego alla sua ex quando l’abbiamo raggiunta in corridoio. Paola si volta e, nonostante tutto quello che mi ha fatto, mi fa pena quando vedo che sta piangendo. 
<< Io… Io credo di sapere chi… Non lo so, mi sembra un’assurdità! >> Balbetta alternando le parole al pianto.
<< Chi è stato? >> Domando. Paola estrae un fazzolettino e si soffia il naso.
<< Alec ha una felpa uguale. Ha lavorato per un po’ di tempo in una discoteca che ci chiama “Thunder Disco Club”. >> Ammette. Diego ed io ci guardiamo.
<< Il tuo ragazzo? Perché il tuo ragazzo dovrebbe picchiare a sangue Gonzalo? >> Domanda Diego. E fra i due l’ingenua sono io!
<< Il mio ex ragazzo. L’ho lasciato qualche giorno fa. >> Spiega, tormentando quel povero fazzolettino e guardando il pavimento. 
<< Fra te e Gonzalo c’è qualcosa? >> Le domanda Diego. Paola solleva lo sguardo che è abbastanza eloquente!
<< No… non proprio… Ma comunque non ha alcuna importanza! Ma non credo che Alec possa aver fatto una cosa del genere… chissà quanta gente avrà quella felpa! E poi come farebbe a sapere di me e di Gonzalo? E’ un’idea assurda! >> Esclama cantandosela e suonandosela.
<< Dovresti comunque dirlo alla polizia, secondo me. >> Le consiglia Diego. Veniamo interrotti dall’uscita dei due agenti, che salutiamo, e dai miei cognati.
<< Ragazzi, l’infermiera dice che Gonzalo deve ricevere assistenza questa notte e lasciarlo con Kelly non mi sembra una buona idea, rischiamo che si attacchi ancora alla bottiglia. Paola, senza offesa ma neanche tu sei un opzione considerabile! >> Esclama Lorenzo.
<< Anche perché mi sarei tirata indietro, se me lo avessi proposto. >> Interviene. 
<< Quindi cosa proponi? >> Domanda Diego. 
<< Noi non abbiamo più una camera degli ospiti perché la stiamo trasformando il cabina armadio. >> Spiega Roberta. 
<< Bastava dire “Diego, Isa, Gonzalo moribondo ve lo dovete ciucciare voi!” >> Interviene Diego.
<< Dai, come se fosse la prima volta che lo ospiti per riprendersi da una sbronza. >> Intervengo.
<< Sei così buona, amore mio. >> Interviene Diego, baciandomi il capo, dimenticandosi di Paola. E’ un colpo di tosse di Lorenzo a riportarlo alla realtà.
<< Non preoccupatevi di me. Non mi trasformerò in malefica se vi baciate dinanzi a me. Ho superato quella fase, ma non in tempo per fermare mia madre. Mi spiace per quel che è successo con il video. >> Ribadisce, ricominciando a piangere.
<< Per stanotte ne abbiamo avute abbastanza, propongo di non tuffarci anche in tale argomento! >> Taglia corto Diego, non insultandola ma neanche perdonandola o facendo alcun gesto in tale direzione. 
<< Ma Kelly non si arrabbierà se Gonzalo verrà da voi anziché stare da me… cioè, da lei che vive nel mio appartamento? >> Domanda Paola.
<< Kelly si è fatta sotto subito, ma Gonzalo ha declinato il suo invito e lei ha ritenuto opportuno non insistere. >> Spiega Lorenzo a chi non era presente. 


FINE CAPITOLO 79.


Ecco il mio regalo di Capodanno per voi.
Gonzalo non ha preso troppo bene la notizia della gravidanza di Kelly. Paola ha preso una decisione definitiva o alla prima occasione cascherà di nuovo tra le braccia di Gonzalo?
Russell sta per giungere a Bogotà: cosa accadrà?
Anche i genitori di Massimiliano stanno per giungere in quel di Bogotà! Nuora e suocera andranno d'accordo?
Cosa mi dite dell'aplomb che Diego ha mantenuto di fronte a Paola?
Siete contenti delle coppie che hanno trovato la pace? Class e Francesco si sono chiariti e Olga e Alex sono ufficialmente fidanzati.
Ne approfitto per augurarvi buon 2021!

   
 
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