L'atmosfera
quel giorno non era certo delle migliori mentre i Winchester
tornavano in quella che ormai era la loro casa ma ogni tentativo di
Dean di tirar su il morale al fratello sembrava sortire l'effetto
opposto. Purtroppo l'ultima caccia, la notte precedente, era finita
con una rovinosa caduta per Sam, che oltre a rompersi alcune costole
e il braccio destro, si era slogato anche la caviglia e
il polso sinistro. Una situazione decisamente poco allegra
sotto tutti i punti di vista che aveva messo entrambi parecchio in
imbarazzo. Anni prima sarebbe stato perfettamente normale, e
addirittura piacevole, se Dean avesse aiutato il fratello in una
miriade di azioni quotidiane impossibili da svolgere con gli arti
bloccati, ma da adulti era ben diverso.
Da
quando erano usciti dall'ospedale con le radiografie in mano, Sam era
seduto al suo fianco sull'Impala con la stessa aria imbronciata che
aveva da ragazzino dopo i litigi con il padre e il viso ostinatamente
rivolto dall'altra parte. L'aveva presa molto male e il più
grande
iniziava ad essere a corto di idee per strapparlo ai suoi oscuri
pensieri. Sarebbe stata una convalescenza durissima, ne era certo, e
il fatto che ormai non ci fosse nemmeno Bobby a sostenerli peggiorava
le cose. Quante volte erano andati da lui quando uno di loro si
rompeva qualcosa?
«Dobbiamo
scendere, fratellino» lo richiamò quando si
accorse che questi, una
volta arrivati al rifugio, continuava a stare fermo al suo posto
senza la minima reazione. La sua voce lo fece tornare alla
realtà e
Sam, dopo aver tentato invano di uscire da solo come sempre, gli
permise di aprirgli la portiera e guidarlo fino al suo letto, dove si
lasciò cadere con un sonoro sbuffo di rabbia e rassegnazione
mentre
ringraziava tra sé, suo malgrado, di aver appoggiato
finalmente le
gambe e la schiena su qualcosa di morbido. Con tutti i colpi che
aveva preso contro alberi e rocce gli faceva male ovunque e sebbene
detestasse l'idea di non poter fare quasi nulla da solo, doveva
ammettere che la nuova posizione era fin troppo piacevole. Doveva
proprio fare un volo del genere giù da una montagna - in
maniera,
tra l'altro, anche molto stupida - a due passi dalla macchina?
«Ti ho
portato la medicina» disse poco dopo Dean, seduto accanto a
lui sul
bordo del materasso con
in mano
un bicchiere d'acqua e una pastiglia.
Il più
giovane lo guardò sorpreso per un attimo, come se non se lo
aspettasse, ma si limitò ad accettare l'offerta cercando di
non
pensare al dettaglio che fosse il fratello a tenergli il bicchiere.
«Vado
a fare la spesa adesso» lo informò poi Dean,
appoggiando l'oggetto
sul comodino. «Tu rimani a letto e cerca di riposare. Il
medico ha
detto di non fare sforzi» gli ricordò serio.
«Come
se potessi fare altro» brontolò Sam, guardandosi
seccato gli arti
immobilizzati. Sapeva di essere stato fortunato a cavarsela con
così
poco, ma non riusciva ancora ad accettare la situazione.
«Vedrai
che non sarà così male, fratellino. Ci
inventeremo qualcosa e
questi giorni passeranno in un attimo» cercò di
consolarlo il più
grande con un sorriso un po' forzato. In realtà era lui il
primo a
non crederci troppo ma sperò che l'altro non se ne
accorgesse.
«Certo,
come no» ribatté subito Sam. «Ci
vorranno settimane anche solo per
togliere il gesso» sputò fuori con rabbia.
«Lo so ma
prendersela tanto non risolve niente. Ti prometto che
troverò il
modo di fartela pesare il meno possibile ma tu devi fare la tua
parte, d'accordo?» gli disse Dean più dolcemente,
azzardando una
carezza sulla guancia per farsi guardare.
Come
previsto, il più giovane alzò subito gli occhi,
sorpreso da quel
tocco così delicato in un periodo in cui le cose tra loro
non
andavano poi così bene, e non poté far altro che
annuire. Per
quanto gli pesasse ammetterlo, il discorso aveva senso e in fondo
Dean aveva sempre avuto il dono di rendergli ogni cosa più
sopportabile.
«Vai pure
adesso» mormorò tristemente dopo qualche secondo,
ricordandosi
com'era iniziato il tutto.
«Ne
sei sicuro? Posso restare finché non ti sei
addormentato» si offrì
il più grande, accortosi che i suoi occhi iniziavano a
chiudersi e
dell'improvviso cambio di tono e di espressione. Era strano anche
solo pensarlo ma qualcosa gli suggeriva che in fondo, nonostante le
parole dure, non voleva che si allontanasse, e il suo istinto di
fratello maggiore continuava inoltre a suggerirgli di stare attento.
Lo conosceva troppo bene per non sapere che prima o poi avrebbe
tentato di fare qualcosa che non doveva e viste le sue condizioni, la
sola idea lo spaventava parecchio.
«Non
sono un bambino, Dean. Posso stare da solo per un po'» gli
ricordò
il più giovane,
con un'occhiata
che forse avrebbe voluto essere minacciosa ma fu solo tenera.
«Non
ho mai detto che tu lo sia. Volevo solo essere qui se ti fosse
servito qualcosa» si affrettò a chiarire
cercando di non ridere. Quel testardo del suo fratellino non
l'avrebbe mai ammesso ma sapeva che l'offerta, in fondo, gli aveva
fatto piacere.
«Non
ce n'è bisogno» tagliò corto Sam,
accortosi
forse di non aver sortito l'effetto desiderato, riprendendo di colpo
la sua aria un po' imbronciata mentre cercava una
posizione
più comoda per riposare. Fino a quel momento non ci aveva
neanche
fatto caso ma ora che il dolore diminuiva per effetto della medicina,
la stanchezza si faceva sentire. La notte prima non avevano dormito
per la caccia e una volta usciti dalla foresta, un preoccupatissimo
Dean l'aveva portato subito in ospedale. Se non altro era caduto
all'ultimo sulla strada del ritorno, evitando almeno di lasciar solo
il fratello davanti a un mostro che aveva dato a entrambi parecchio
filo da torcere.
«Ne sei
sicuro?» insistette ancora dubbioso il maggiore dei
Winchester.
«Certo»
rispose Sam, trattenendo a stento uno sbadiglio.
«Va bene.
Chiamami se hai bisogno però» si arrese alla fine,
appoggiando il
telefono del fratello sul comodino. Gli era uscito dalla tasca
durante la caduta ma mentre scendeva di corsa per soccorrerlo,
l'aveva trovato per caso tra le foglie secche.
Il più
giovane si limitò ad annuire mentre l'altro gli rimboccava
con cura
le coperte prima di uscire spegnendo la luce.
Al suo
ritorno lo trovò ancora nella stessa posizione in cui
l'aveva
lasciato e si fermò un attimo sulla soglia della camera a
guardarlo
intenerito. Sembrava quasi un bambino troppo cresciuto e decise di
lasciarlo riposare, andando di tanto in tanto a dargli un'occhiata.
Le ore
passavano e Sam continuava a dormire tranquillo mentre Dean cercava
di pensare a come rendergli più sopportabile il suo aiuto.
L'idea di
doverlo assistere in tutto lo metteva fortemente a disagio ma non
poteva certo abbandonarlo a se stesso per settimane. In fondo la
maggior parte di quelle cose le aveva già fatte tante volte
quando
erano bambini e non sarebbe stato poi così male, almeno dal
suo
punto di vista, tornare a prendersi cura di lui come ultimamente non
aveva potuto fare. Sarebbe stato strano, certo, ma per qualche
settimana sarebbero stati di nuovo solo loro due e l'idea non gli
dispiaceva poi così tanto.
Era ormai
sera quando Dean, affacciandosi nella camera del fratello, lo
trovò
sveglio con una strana espressione.
«Come ti
senti?» domandò subito avvicinandosi per vederlo
meglio.
«Tutto
rotto» ammise a malincuore Sam con un sospiro.
«Lo
immagino» gli rispose partecipe il più grande con
un lieve sorriso,
scostandogli un ciuffo di capelli arrivato troppo vicino all'occhio.
«Ti porto qualcosa da mangiare, okay? Così poi
prendi un'altra
pastiglia.»
L'incomprensibile
mugugno che seguì le sue parole non fu particolarmente
incoraggiante
ma Dean si impose di non farci caso. Era naturale che non ne fosse
entusiasta ma era certo che in poco tempo si sarebbe abituato. Non
aveva scelta, comunque, e lo sapevano entrambi.
Poco dopo
era di nuovo al suo fianco, il vassoio in precario equilibrio accanto
a loro, per aiutarlo a mettersi seduto con il cuscino dietro la
schiena.
Per tutta
la durata dell'operazione, Sam guardò ovunque tranne che
verso di
lui e per un singolo istante la sua fiducia vacillò di
nuovo. Fu
solo un attimo, però, prima di infilzare con la forchetta
alcune
verdure e avvicinargli la posata alla bocca, deciso a compiere il
proprio dovere.
«Guai a te
se lo dici a qualcuno» lo minacciò il
più piccolo con le guance
arrossate e Dean non poté fare a meno di sorridere. In quel
modo non
avrebbe intimorito nessuno, men che meno lui, ma decise di non
farglielo notare.
«A chi mai
potrei dirlo, secondo te?» gli rispose invece, rendendosi
conto suo
malgrado che davvero, se anche avesse voluto, non avrebbe avuto
nessuno a cui raccontarlo. Rimaneva Castiel, certo, ma non aveva
senso cercarlo per questo dopo che lui stesso l'aveva cacciato dal
rifugio per volere di Gadreel.
Alzando gli
occhi verso di lui, si accorse che Sam doveva essere arrivato alla
stessa conclusione perché assunse per un attimo un'aria
dispiaciuta
prima di aprire docilmente la bocca, mettendo a fatica da parte ogni
briciola di orgoglio. Non si era mai sentito così umiliato
in vita
sua ma si impose di non pensarci. Sarebbe successo ancora troppe
volte finché le sue braccia non fossero guarite e non era il
caso di
rendere tutto più difficile.
«È
buono?» domandò Dean nel tentativo di distrarlo.
«Sì»
mormorò Sam, rendendosi conto solo in quel momento che gli
aveva
portato uno dei suoi piatti di verdure preferiti.
«Ottimo.
L'ho visto prima al supermercato e ho pensato che forse ti avrebbe
risollevato un po' il morale» commentò allegro con
un'ondata di
sollievo. Lo faceva sempre, in realtà, quando il fratello
stava male
per qualsiasi motivo, e quel giorno aveva riempito il frigo il
più
possibile con i cibi che gli piacevano. Non voleva uscire troppo
spesso, soprattutto i primi tempi, e in quel modo sarebbero stati a
posto con le provviste per un po'.
«Grazie»
disse piano Sam con un sorriso, chiedendosi per un attimo come
avrebbe fatto senza di lui. Davvero c'erano stati periodi in cui era
sopravvissuto a lungo senza il suo amato fratellone, sempre
così
attento nei suoi confronti?
Dopo quello
scambio di battute non parlarono molto ma Dean sapeva che non era
più
così contrario all'idea di farsi accudire. Tutto il suo
corpo
appariva già più rilassato e l'unico momento di
tensione arrivò
quando dovette accompagnarlo in bagno. All'inizio Sam, arrivati sulla
porta, cercò di convincerlo che non aveva bisogno d'aiuto ma
la sua
voce si spense da sola a metà di quel fiume di parole
sconnesse. Era
ovvio che non ce l'avrebbe mai fatta ma per fortuna alla fine
andò
meglio di quel che credevano. Complice forse la stanchezza che si
stava di nuovo impadronendo di lui, il più giovane
sembrò infatti
riprendersi in fretta da quel fiero colpo al suo orgoglio che
entrambi avevano temuto fin dall'inizio come il più
terribile dei
mostri.
Una volta
tornati in camera, comunque, il maggiore dei Winchester non gli
permise di focalizzarsi troppo su questo, dandogli in fretta una
seconda pastiglia di antidolorifico per poi mettersi a trafficare con
i fili della televisione che gli aveva procurato. Sapeva bene che il
fratello preferiva leggere ma in quella situazione guardare uno
schermo sarebbe stato sicuramente più facile e quella sera,
se non
sbagliava, doveva esserci una partita.
Con uno
strano misto di sollievo e fastidio, a un certo punto lo
sentì
persino ridere e prenderlo in giro mentre insultava mezzo mondo
durante la “lotta” con i cavi ma alla fine
l'apparecchio
funzionava e Dean si sedette sul letto accanto a lui per fargli
compagnia.
Stranamente
Sam si addormentò con la testa sulla sua spalla prima ancora
di
arrivare a metà ma la cosa lo rese solo felice, in un certo
senso.
Gli sembrò di nuovo di essere tornato indietro nel tempo a
tanti
anni prima e non poté fare a meno di stringerselo contro
fino a
scivolare a sua volta, nel giro di poco, nel mondo dei sogni.
Iniziò
così quella strana avventura spesso imbarazzante ma almeno
per i
pasti non fu difficile abituarsi. Ricordavano entrambi che Dean
l'aveva imboccato più volte da bambino quando si faceva male
o era
troppo debole per mangiare da solo e il più grande, in
particolare,
non aveva dimenticato di averlo fatto addirittura con le prime pappe.
La memoria di Sam era meno nitida al riguardo, visto che spesso, in
questi casi, aveva la febbre molto alta e faticava persino a stare
più o meno dritto con gli occhi aperti, ma gli era rimasto
comunque
il senso di calore e protezione di quei momenti. Provarlo di nuovo,
quindi, era stranamente piacevole e doveva ammettere che il fratello
stava mantenendo la promessa. Era bravo a distrarlo nei momenti
peggiori, soprattutto quando doveva aiutarlo in bagno per qualunque
cosa, e farsi imboccare era diventato un rituale quotidiano a cui
sarebbe stato difficile rinunciare.
I giorni
passarono veloci e quando poté togliere finalmente la
fasciatura
rigida dal polso sinistro fu solo l'orgoglio a impedirgli di
accettare subito con un gran sorriso l'offerta di Dean di continuare
in quel modo. Ci sarebbe voluto tempo per riprendere davvero la
giusta mobilità e il braccio destro era ancora ingessato.
Poteva
quindi permettersi di lasciarsi coccolare ancora un po', almeno
durante i pasti, nella dolce illusione di essere tornato il bambino,
tutto sommato sereno, accudito per settimane dal fratello migliore
che potesse desiderare.
Prompt: Causa danni alle braccia, personaggio A dovrà imboccare personaggio B per un po' di tempo. Ci prendono gusto.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Ammetto che questo
prompt mi ha messa parecchio in difficoltà, sebbene di
solito ami il
fluff (lo infilo sempre ovunque e l'unica volta che mi serve davvero,
non c'è riesco di tirarlo fuori; mi pare giusto :( ), ma
spero di
aver scritto alla fine qualcosa di decente e non troppo OOC. Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti per il tempo che mi
avete dedicato anche solo leggendo.
Come
ho accennato nell'introduzione, la fic partecipa all'iniziativa
“Fluffiness Explosion”
indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort
Italia - Fanfiction & Fanart.
Mi raccomando, ringraziate anche l'admin se questa cosina vi
è
piaciuta, perché senza di lei non sarebbe probabilmente mai
nata. ;)
Se a
qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime
opere, saremo ben felici di accogliervi qui,
dove vi attendono periodiche iniziative di scrittura e disegno con i
nostri amati personaggi. Vi aspettiamo numerosi! :)
Buona serata e
buonanotte per dopo.
Un bacio,
Ellygattina