Furono le voci a svegliarmi
probabilmente.
Una su tutte, quella
purtroppo nota del reverendo.
Stava facendo uno dei suoi
bei discorsi sulla missione che Dio aveva dato agli uomini e bla bla bla.
Provai a muovermi ma qualcosa
mi bloccava sia le mani che i piedi.
Ero a pancia in giù legata
mani e piedi..a qualcosa di duro..che si stava muovendo.
Aprii gli occhi dimenticando
la cautela. Ero troppo curiosa.
La prima cosa che vidi fu un
braccio, uno che di certo non era mio, anche quello legato.
Girai piano la testa e allora
vidi anche la spalla e poi la guancia finchè non mi ritrovai occhi negli occhi
con un uomo.
Probabilmente voleva dirmi
qualcosa, ma nell’attimo in cui aprì la bocca l’unica cosa di cui fui
consapevole furono i suoi denti..le sue zanne.
Mi avevano legata ad un
vampiro.
Ero legata ad un vampiro. Ad
un vampiro VERO.
-Sta tranquilla Phoebe, non
ti farà del male.
Riconobbi la voce. Era di
Sookie.Mi voltai per cercarla.
Era a qualche metro da me.
Bionda e minuta, mi sorrise.
Tentai di farlo anche io, ma
poi vidi che due uomini la tenevano per i polsi e che ce n’erano altri, armati,
tutti intorno.
-Oh, ti sei svegliata
finalmente. –di nuovo mi trovai a guardare il viso del reverendo Newlin.
–Sarebbe stato un peccato che ti perdessi la cerimonia.
Non mi ci volle molto a
capire di cosa parlasse.
Eravamo nella cappella. Molto
gentilmente mi avevano fatto vedere il luogo in cui mi avrebbero uccisa, prima
di rinchiudermi..e in quel momento capii anche come mi avrebbero uccisa.
La cappella era tutta di vetro
e una volta giorno sarebbe stata esposta completamente al sole.
-No.-biascicai mentre il
ricordo dell’ultima volta che ero stata al sole mi riempiva le mente di
terrore.
Ero solo una bambina,avevo
circa quattro anni, e volevo andare fuori a giocare con gli altri bambini.
Sapevo che non potevo, che me
lo avevano severamente proibito..ma avevo quattro anni e fuori c’erano dei
bambini che correvano e ridevano.
La fine della mia avventura
era ancora visibile sulle braccia e sul
viso, sebbene crescendo si erano ridotte quasi a nulla.
Ma i ricordi no, quelli erano
vividi prorpio come allora.
-NO, il sole no!!!
-Oh, sì, cara, il sole sì.
-No..non potete farlo..non
potete..
-Sarà proprio il sole..la più
grandiosa opera di Dio a uccidere i figli del demonio. –stava urlando, ma non a
noi, parlava al suo pubblico che annuiva estasiato.
Ma poi tornò a parlare con
me. –Non temere, non sarà terribile come pensi..il vampiro brucerà prima che il
sole ti bruci la pelle..sarà quasi indolore..dopotutto sei umana anche se corrotta.
Mi voltai di nuovo a guardare
il vampiro. Lui non sembrava spaventato, solo rassegnato.
-Non puoi slegarti? –mi
indicò le catene che lo bloccavano e che gli avevano scavato la carne. –Sono
d’argento.-mi disse.
-Allora è proprio finita?
Non annuì, ma io me ne
convinsi lo stesso.
Oddio, stavo per morire.
Bruciata assieme a un vampiro
che nemmeno conoscevo.
Di nuovo il brusio aumentò
tanto da distogliermi dalla mia autocommiserazione.
Qualcuno era entrato, ma non
riuscivo a vederlo.
Stava dicendo di lasciar
andare Sookie.
-E’ Bill. - disse il vampiro
sotto di me.
Da come lo dissi pensava che
fosse una cosa buona. Mi fidai.
Mentre il reverendo puntava
quella che doveva essere una pistola su Sookie, dalla parte opposta del salone
qualcuno sparò a lui.
Urlò e lasciò cadere l’arma e
un secondo dopo Sookie era tra le braccia di uomo con i capelli neri, che
doveva essere Bill..o meglio il vampiro Bill, a giudicare dalle zanne.
Altre grida e un nuovo sparo
e poi il reverendo era a terra a contorcersi.
-Adesso vi libero.
Era Sookie, era su di noi e
ci slegava.
Mi fece alzare e poi liberò
anche il vampiro che si gettò sul reverendo prendendolo per il collo.
Sookie invece mi passò un
braccio sulle spalle e mi spinse verso l’altro vampiro.
-Eric non ucciderlo.-disse al
vampiro biondo a cui ero stata legata e che era davvero alto.
Ma lui non sembrava affatto
d’accordo con lei.
Di nuovo poi la situazione
precipitò lasciandomi ancora più spersa di prima.
Sookie mi schiacciò tra lei e
il vampiro Bill mentre lui ci tirava indietro.
Con la coda dell’occhio vidi
che ne erano entrati altri di vampiri,davanti a tutti ce n’era uno vestito da
cowboy che aveva appena ordinato di sterminare tutti i presenti.
Ebbi giusto il tempo di
chiedermi se avesse incluso anche me che mi ritrovai sballottata nel tumulto
generala.
Qualcuno o qualcosa mi colpì
la testa e per la seconda volta persi conoscenza.
Tutto quello che ricordavo
era questo e più o meno in quest’ordine.
Caos. Buio. Silenzio…un
soffitto bianco.
Stavolta per prima cosa aprii
gli occhi..o meglio ci provai.
La luce mi sembrò troppo
intensa e mi costrinse a richiuderli.
Che non si trattava del sole
ero certa..non sentivo dolore per cui si trattava di una luce artificiale.
Una mano mi trattenne
dall’alzarmi. –Sta giù, hai preso un brutto colpo in testa..il dottore dice che
hai avuto una commozione cerebrale..ma niente di grave.
Riaprii gli occhi con più
cautela. –Sookie..-dissi riconoscendo la mia infermiera.
Mi sorrise.-Sì, sono io…e sai
chi sei tu?
Annuii e quel piccolo
movimento mi fece così male che dovetti richiudere gli occhi.
-Con calma.
-Dove siamo?-chiesi cercando
di muovermi il meno possibile.
-A casa di Godric.
-..allora vuol dire che ce
l’hai fatta..a salvarlo dico..
-Scoppiò a ridere mentre
avvicinava una cannuccia alla mia bocca. –Sì..anche se con un po’ di aiuto.
Presi un sorso e per poco non
glielo sputai in faccia.-Ma che cos’è?
-Ti farà stare meglio, bevine
ancora un po’.-provai a dare un altro sorso ma era davvero disgustoso.
Vischioso..e tiepido, con un forte odore di ferro.
Sgranai gli occhi mentre realizzai
cosa fosse e quando vidi il bicchiere e il liquido rosso al suo interno scattai
a sedere. –E’ sangue!!-gridai portandomi la mani alla bocca.
Lei non sembrava sconvolta
quanto me però. Anzi mi guardava soddisfatta.
-Che c’è?
-Vedi, già stai meglio.
Effettivamente non sentivo
più dolore alla testa..nè altrove..e muovermi
non era più un supplizio.-E’ vero, ma come..? Il sangue? –chiesi con
fare cospiratorio –Vuol dire che adesso sono un vampiro?
Scoppiò a ridere di nuovo
mentre posava il bicchiere.-No, Phoebe, non lo sei..ma quello era sangue di
vampiro, che si dà il caso sia miracoloso per noi umani.
-Guarisce? –annuì.
-Guarisce e molto di più, ma
l’importante ora è che stai bene. Te la senti di alzarti?
Lo feci senza problemi. –Sto
bene.
-Meno male.
Diedi una rapida occhiata
alla stanza.
Era tutta in toni chiari, con
un grande letto pieno di cuscini.-Che bella stanza..è la tua?
-No, io non vivo qui. Sono
della Louisiana, Bon Temps.
-Louisiana?E cosa ci fai in
Texas? –proprio non capivo cosa potesse spingere qualcuno in una città come
Dallas. –Io non vedo l’ora di poter scappare via da qui.
-La compagnia del Sole è
dappertutto, non solo qui.
-Sì, ma il reverendo Newlin
no..e poi qui la gente è..cattiva.
Le raccontai per sommi capi
come mi avevano immolata per il bene comune, senza il minimo rimpianto o
pentimento per quello che avevo potuto vedere.
-Oh mio Dio, e dire che sei
solo una ragazzina.
Normalmente me la sarei presa
per un commento del genere ma in quella circostanza sorvolai. Non voleva
sminuirmi, era solo stupita di come avessero potuto mandare al macello in quel
modo una ragazza di 16 anni.
-Sono un abominio. –buttai
lì.
Di nuovo lo stupore sul suo
viso mi fece sorridere.-No, tranquilla, non lo penso davvero.
-Bene perché non lo sei.
–Certo detto da una che frequentava i vampiri non era proprio incoraggiante, ma
in fondo non ero io quella che sosteneva che eravamo tutti il prodotto della
selezione naturale? Perché mai i vampiri avrebbero dovuto essere esclusi?
-Quindi adesso sono al
sicuro?-dissi ricordandomi delle cose importanti.
-Ma certo!!
Ne sembrava sicura, anche se
eravamo in una casa piena di vampiri per quanto ne sapevo, ma dato che mi aveva
salvato la vita le credetti.
-A proposito non ti ho ancora
ringraziato per avermi salvata.
-Non c’è di che.-accettò la
mano che le porgevo e la strinse fra le sue. –Coraggio, ora c’è qualcun altro
che vuole conoscerti e che dovresti ringraziare.
Immaginai si rifrisse ai
vampiri che avevo visto nella cappella, comunque non feci domande e la seguii.
-Non aver paura, nessuno
vuole farti del male.
Di nuovo sembrava sicura
delle sue parole, ma tanto ormai avevo deciso di fidarmi di lei, quindi
comunque non mi stavo ponendo troppe domande.
-Di solito ne fai molte invece?-la
guardai incuriosita. –Sono una telepate. –disse con un certo orgoglio.
-Sì, ne sono fiera
adesso.-restai a guardarla a bocca aperta finchè non arrivammo in un ampio
salone.
E doveva esserlo davvero
ampio visto l’impressionante numero di persone che lo occupavano. Chissà quanti
di loro erano vampiri?
-Quasi tutti.-rispose
prontamente Sookie.
Meno male che reagivo bene
alle novità, pensai avanzando dietro di lei.
Si fermò accanto al vampiro
con i capelli scuri e a un ragazzo biondo.
-Vedo che ti ricordi di
Bill.- lui mi fece un cenno con la testa,mentre il biondo mi diede la mano.-Io
sono Jason, il fratello di Sookie. –mi disse tutto un sorriso.
Anche se un po’ titubante gli
risposi.
Mi sentivo un po’
frastornata, ma uno sguardo ad una sorridente Sookie mi disse che tutto andava
bene, così mi rilassai.
Non appena ebbi il coraggio
di allontanare lo sguardo dal suo e sbirciare intorno, mi accorsi che tutti
stavano guardando proprio me.
Arrossii e abbassai subito lo
sguardo.
-Oh, non è proprio
adorabile.-disse qualcuno alle mie spalle?
-Da mangiarsela
tutta.-continuò qualcun altro facendo ridere tutti.
-Non ti preoccupare Phoebe
sei al sicuro.-nessuno ti farà nulla in questa casa.
Alzai la testa per vedere chi
aveva parlato, soprattutto perché sembrava che avesse zittito tutti gli altri.
Mi trovai davanti l’enorme
vampiro biondo a cui mi avevano legata per ucciderci.
-Oh ciao!-esclamai
sinceramente contenta di vedere che stava bene.
Sookie si fece avanti e ci
presentò.-Phoebe lui è Eric..e lui..-disse indicando un ragazzo che doveva
avere più o meno la mia età- ..è Godric.
-Ciao.-dissi incerta se
dargli o meno la mano.
Mi tolse lui dall’imbarazzo
dandomi la sua. La strinsi con un sorriso.-E’ fredda…sei un vampiro! –esclamai
non sapendo bene cosa pensare al riguardo.
-Sono Godric. Benvenuta nel
mio nido.
-Nido? –dissi ridacchiando.
-E’ così che chiamiamo la
nostra casa.-mi spiegò gentilmente.
Era pallido anche più di me,
e io non avevo MAI visto qualcuno più pallido di me.
Naturalmente lo dissi ad alta
voce e subito mi coprii la bocca con la mano.
-Scusa..tendo a dire quello
che mi viene in mente senza pensare..credo di non essere molto abituata ad
avere tanta gente intorno.-ammisi poi continuando a farlo.-Appunto.
Ma lui non sembrava essersela
presa.
Mi indicò un divano e mi fece
cenno di sedermi.
Magicamente la folla di
vampiri si aprì al nostro passaggio.
Mi sedetti sentendomi di
nuovo un po’ a disagio.
Adesso mi sentivo ancora più
piccola, mentre tutti mi guardavano dall’alto.
-Sookie ci ha raccontato
quello che ti è successo. Della tua ..condizione.
-La LES dici? –annuì.
-Ti dispiace parlarne?
–scrollai le spalle.-E’ da molto che ne sei affetta?
-E’ genetica.-dissi.
In realtà mi faceva piacere
parlarne, almeno era qualcosa che conoscevo, era..rassicurante, specie in una
situazione così nuova per me.
-Anche i tuoi genitori ?
-Non lo so, ma non
credo.-vedendo che aspettava che mi spiegassi continuai –Mi hanno abbandonata
quando me l’hanno diagnosticata.
-Quello che non capisco è
perché Newlin voleva ucciderti. Non sei l’unica ad averla.
-Beh..immagino che sia perché
la mia forma è molto acuta..insolitamente acuta secondo il medico che mi ha
visitata..e poi perché Ann, la direttrice del mio istituto fa parte della sua
chiesa.
-Oh.
-Già.-ripresi un po’ di
coraggio e diedi un’altra occhiata in giro. Mi guardavano ancora, ma per lo più
erano sguardi incuriositi non minacciosi.
-La tua casa..ehm, nido..è
molto bella.
-Grazie.-disse compito.
-Ma è davvero tua? –mi scappò
di nuovo, ma almeno ebbi la decenza di arrossire. –Ops, scusa… è che non avevo
mai pensato che un ragazzo potesse avere una casa sua..si può?..o forse è
perché sei un vampiro?
Bene, proprio a ruota libera.
–Scusa..è che quando sono in imbarazzo parlo a vanvera..e poi..
-Non sei abituata a un
pubblico così vasto. –finì per me. Sorrideva.
Dato che il vampiro biondo si era seduto sul bracciolo
dietro Godric lo salutai di nuovo con la mano. –Ehi.
Mi fissava come si fa con una
bestiola curiosa.-Ehm..è bello essere ancora vivi..cioè non morti..-riecco che
iniziavano i vaneggiamenti.
Stavolta sorridevano tutti.
Probabilmente pensavano che fossi una specie di minirata mentale.
-No, tranquilla, nessuno lo
pensa..-di nuovo il mio angelo/telepata personale mi venne in soccorso.
-Io lo penserei al posto
vostro.-poi i corressi subito -..Oh, ma non lo sono. Giuro!Ho i voti più alti
della mia classe.
Altro che sorridere, la
maggior parte se la rideva della grossa adesso.
-Ma è vero.-borbottai offesa.
-Ci credo ci credo..ma come
fai ad andare a scuola?
-Webcam.-risposi cercando di
ricompormi.
-Ma allora..?
-Quando dormo
dici?-sembravano davvero incuriositi, e visto che mi avevano salvato la vita
decisi di accontentarli.
-Dormo il pomeriggio. Dopo
scuola fino al tramonto. E poi faccio i compiti la notte.
-E dove dormi?-mi chiese uno
dei vampiri che ancora non conoscevo.
-Oh, nella mia stanza. Ho i
vetri dipinti, il sole non entra.
-Vernice?-dissero più vampiri
insieme.
-Sì.So che ci sono finestre
antisole..da quando siete usciti allo scoperto voi..ma non credo che l’istituto
potesse permetterseli.
-E la notte?
-Apro le finestre ..oppure
studio nella sala comune..tanto gli altri dormono.
Sookie mise una mano sulla
mia. –Ma come fai per le altre cose?
-la guardai senza capire.
-Sai, studio a parte.
-Oh, so cucinare da me.
-No, voglio dire..gli amici.
Non riuscii ad evitare di
scoppiarle a ridere in faccia, ma quando capii che non scherzava tornai
seria.-Oh, dicevi per davvero.
-Sookie..sono una liceale con
la Sindrome del Vampiro, credi davvero che qualcuno voglia essermi amico?
-E le ragazze che vivono con
te?
Comincia a guardarla io come
se fosse pazza. –Dico sul serio Sookie, forse non ricordi bene come è stare al
liceo.
Mi guardò con comprensione.
–Oh, lo so, credimi..telepate ricordi?
-Ma almeno tu puoi uscire di
giorno.L’ultima volta che sono uscita al sole avevo quattro anni e questo è il
ricordo di quel giorno. –dissi mostrandole i segni sulle braccia.
-E’ stato il sole?
Annuii.-Per fortuna mi hanno
soccorsa..ma c’erano già le prime piaghe..adesso non si vedono più tanto, ma
erano davvero orribili.
-Ora capisco perché la
chiamano Sindrome del vampiro..-disse con un filo di voce.
-Già..anche se io ne ho visto
meno di tutti loro di sole..sì, insomma, almeno da vivi hanno potuto starci..io
mai…mai, senza danni, almeno.
-Immagino di sì.
-E non c’è cura?-mi chiese di
nuovo Godric.
-Per le ferite sì..almeno per
quelle non molto gravi..ma come ti ho detto è genetica.
-Povera cara, deve essere
stata dura per te.
-Confido nel fatto che il
peggio sia passato. Tra un anno e mezzo sarò maggiorenne e allora potrò uscire
la sera.-stranamente questo li fece ridere di nuovo.
-Che ho detto di strano?
-Niente.Hai ragione. –mi
rassicurò Sookie. –Ma prima di pensare alle uscite serali c’è altro a cui
dovresti pensare.
-Tipo cosa?
-Tipo dove andrai a stare per
questo anno e mezzo?
-Che vuoi dire?
-Beh..non credo sia davvero
il caso che torni in quell’istituto..ma finchè sei minorenne non puoi stare da
sola.
-Oddio è vero…non c’ho
pensato..credevo che sarei morta.-dissi in mia difesa. –E adesso?
Dopo avermi fissata per un
po’ Sookie scambiò una breve occhiata con Bill e una con suo fratello, poi
tornò a guardare me e mi strinse un po’ più forte la mano. –Che ne dici della
Louisiana?
-La Louisiana?..Vuoi dire a
casa tua?- scrollò le spalle.
-Ho una casa molto grande e
vivo da sola. Che ne dici?
-Io..non..so...
-Non mi sembra che tu abbia
altre alternative.
-E’ molto gentile da parte
tua Sookie ma..
-Avresti una camera tutta per
te. –continuò lei.
-Io ho esigenze un po’
particolari.
-Oh, se è per quello, il mio
fidanzato è un vampiro.-disse indicando Bill.
Mi girai a guardarlo e per la
prima volta mi sorrise anche lui. –Ecco perché il reverendo voleva anche te
allora..
-Puoi dirlo forte. Aveva in
mente ben più di un falò.
-Mi ha detto che era per il
mio bene..per salvare la mia anima e consacrarla a Dio..e dire che io sono
agnostica.-di nuovo scatenai un’ondata di ilarità, in tutti tranne che in
Sookie.
-Non credi in Dio?-era molto
seria.
-Definisci Dio. –lo ero anche
io.
-Dio.. si definisce da sé.
-Beh..io ho un approccio più
razionale alle cose, Sookie. Io credo nell’evoluzione e l’unica forza creatrice
che riconosco è quella della natura.
-Ma la natura è una
manifestazione di Dio.
Mi sa che questa cosa sarebbe
diventata un ostacolo non da poco alla nostra convivenza.
-Vuoi cercare anche tu di
salvare la mia anima?-la provocai.
Indietreggiò come se l’avessi
schiaffeggiata.
-Scusami..non avrei
dovuto.-dissi.
-Non scusarti. –mi voltai
verso la voce. Eric. - Non vedo proprio perché dovresti scusarti per le tue
idee.
-Oh beh..io mi stavo scusando
per averla offesa..ma, grazie per averlo detto.
Sookie continuava a fissarmi,
sembrava ipnotizzata, poi capii, stava frugando la mia mente.
Scattò come se mi avesse
sentita, e probabilmente era proprio così.
Dato che era stata scoperta
affrontò la cosa apertamente.
-Ma davvero credi questo?
-Cosa esattamente?
-Il circolo della vita..prede
e predatori..non è un po’ troppo “Re Leone”?
-Sì, ci credo.
-Anche i vampiri rientrano in
questo credo? –disse di nuovo Eric, piuttosto caustico stavolta.
-Sì. Non seguo la teoria
antropocentrica.
-Cioè?-stavolta fu Godric a
parlare, sporgendomi un po’ verso di me.
Accidenti, sembrava davvero
che fossero tutti interessati a quello che stavo dicendo.
Non mi era mai capitato
prima. Era bello.Molto bello.
Mi ricordai che Sookie poteva
sentirmi ma quando la guardai fece finta di niente.
Forse non aveva ascoltato ma
comunque non disse nulla, a scanso di equivoci la ringrazia per quello.
E poi tornai al mio pubblico
che aspettava impaziente di ascoltare le mie insolite considerazioni sulla
natura, umana e non.