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Autore: kioccolat    15/02/2021    2 recensioni
Tratto dal Primo Capitolo:
dall’altra parte della città, una bellissima ragazza bionda, trascinava con difficoltà un trolley.
“Davvero Huotou, non era necessario che mi accompagnassi fin qui. So cavarmela da sola!”
“Sono soltanto preoccupata Esther... E’ una nuova città di cui non sai nulla. Volevo almeno accompagnarti al tuo nuovo appartamento”
“Stai tranquilla! Ne ho preso uno economico. Si trova da quella parte”
Sorridendo, Esther, indicò una strada e, con fiducia, si avviò su quella.
“Esther, da quella parte c'è il cimitero…dobbiamo girare l’angolo e fare due metri per arrivare al tuo appartamento…”
Silenzio.
“Certo, lo sapevo ovviamente!”
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Accelerator, Esther Rosenthal, Misaka Mikoto, Shirai Kuroko, Shokuhō Misaki
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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4 – Nuovo lavoro

“Mi hanno rifiutata…”

Constatò Esther sconsolata

“Che ti aspettavi? Era il tuo primo colloquio, inoltre non hai esperienza.”

Disse ridendo Misaka. Le due stavano passeggiando per le vie del centro concedendosi un po’ di relax

“Pensavo andasse bene, fare la barista sembrava facile…ed è l’unico annuncio che ho trovato.”

“Che ne dici di partire da qualcosa di più fattibile e…hum…semplice?”

“Hai idee? Perché io sinceramente sono a corto.”

“Aspettami qui.”

Misaka corse in un’edicola li vicino per poi tornare, dopo qualche minuto, con un giornale in mano.

“Cos’è?”

“Annunci di lavoro. Dovrebbero essercene no? Sono sicura che troverai quello giusto!”

Oh no. Altri soldi che si aggiungevano al debito non ancora attivo…

“Informatica? Dovrebbero pagare bene.”

“Non mi intendo troppo di pc…”

“Segretaria di un avvocato?”

“Vorrei qualcosa che sono in grado di fare”

Continuarono a cercare finché gli occhi di Esther non caddero su un annuncio scritto in grassetto

“Baby Sitter?”

“Oh, è nella sezione urgenza…leggiamo.”

Misaka si schiarì la voce ed iniziò a leggere

  • Cercasi urgentemente Baby Sitter. Requisiti indispensabili: PAZIENTE, ordinata, amante dei bambini, che sappia cucinare, pulire, lavare, stirare. PAZIENTE. Contattare il numero XXX –


 

“Misaka, ma sei sicura che non sia un giornale di incontri?”

“Sicurissima…Più che altro, mi chiedo perché abbiano scritto, due volte Paziente. In maiuscolo…”

Misaka guardò Esther. Esther le sorrise. La bionda aveva un sorriso genuino, spontaneo e dolce. Sembrava quasi una bambola per quanto era carina. Sicuramente nessun bambino avrebbe resistito alla semplicità della sua amica.

“Secondo me dovresti provare. Al massimo ti rifiutano come hanno fatto al bar.”

“Beh si. Sentire non costa nulla.”

La ragazza tirò fuori dalla borsa il telefono e compose il numero. Squillava.


 

”Pronto?”

Misaki rispose svogliatamente al telefono. Era un giorno come tanti e lei si stava annoiando a morte, i suoi impegni di quella settimana erano ai minimi storici. Soltanto sabato lo aveva impegnato…con l’estetista. Inoltre era da una settimana che non vedeva Kuroko… Non voleva sempre romperle le scatole, né tanto meno sembrare assillante. Eh no! Era lei a dover farsi desiderare! Non gli altri!

“Hey Misaki, sono Kuroko. Sei libera?”

La sua tattica aveva funzionato! Sicuramente Kuroko aveva sentito davvero molto la sua mancanza e, finalmente, dopo una settimana senza di lei, aveva ceduto e l’aveva chiamata

“Beh…in realtà sono abbastanza occupata. Oggi e sabato.”

BUGIA!

“ Tuttavia, se vuoi vedermi, potrei trovare un attimo libero.”

“Bene! Incontriamoci al parco fra mezz’ora, va bene?”

Kuroko riagganciò senza dire altro. Misaki non ci fece troppo caso e andò verso la camera pronta ad indossare uno dei suoi vestiti più belli.

“Questo andrà bene”

Optò per un vestito giallo che le arrivava poco più su del ginocchio, dei begli orecchini color oro e la solita borsetta al seguito. Era pronta. Kuroko sarebbe rimasta senza parole. Ne era sicura.

Il tempo passava e si affrettò ad andare al parco. Vide Shirai seduta su una panchina e si avvicinò sfoggiando il suo sorriso migliore.

“Buongiorno. Eccomi.”

La ragazza dai capelli rossicci alzò lo sguardo.

“Ma come ti sei vestita?”

Bam. L’orgoglio di Misaki finì per un attimo sotto le scarpe. Si riprese subito. Dopotutto l’aveva invitata no? Non c'era motivo di abbattersi solo perché uno stupido vestito non aveva fatto colpo. Si sedette vicino all’altra.

“Cosa volevi dirmi?”

“Ieri sono riuscita a contattare Saten!”

“Ah…fantastico.”
Misaki abbozzò un sorriso forzato.

“Si è trasferita all’Estero per studiare. Ammetto che un po’ mi dispiace. Ma ci siamo messe d’accordo che possiamo chiamarci via Skype. Tu pensa, è stato proprio un caso. Ero sulla mail della polizia ed è arrivata questa richiesta…”

Misaki aveva smesso di ascoltare. Si stava limitando a sorridere e basta. Non le importava nulla delle amicizie passate di Kuroko. Doveva mettersi in testa che il passato era passato e che non sarebbe tornato.

“E ora manca solo Misaka.”

A sentire quel nome, alla bionda, venne la pelle d’oca e un pericoloso tik all’occhio. Tuttavia riuscì a tener su il suo sorriso di plastica.

“Penso sia impossibile rintrac-“

“Come ogni anno, dovremo supervisionare le misure di sicurezza delle Università. Quest’anno, questo compito, è stato affidato a me.”

Kuroko guardò Misaki con un sorriso raggiante.

“In una delle classi ho visto il suo nome. Voglio incontrarla. Di nuovo.”


 


 

“Gah…”

Fu tutto quello che fu in grado di dire Esther appena arrivò al posto dell’appuntamento.

“Perché proprio davanti la stazione di Polizia?”

Mentre i suoi pensieri volavano da una congettura all’altra, dall’edificio uscì una bellissima donna dai capelli lunghi legati in una coda bassa. La bionda spostò lo sguardo su di lei. Aveva delle leggere occhiaie e sembrava davvero affaticata. Forse era la solita casalinga single?

“Buongiorno. Tu devi essere Esther. Piacere io sono Yomikawa Aiho. Scusa l’aspetto…questi giorni sono stati...terribili”

“Oh! Piacere mio.”
Si strinsero la mano e poi Aiho la condusse in una stanza dove erano sole. La ragazza si guardò intorno leggermente confusa e incuriosita.

“Vuole…farmi un interrogatorio? Le assicuro che la mia fedina penale è pulita. Stavo solo cercando lavoro.”

“Dovevo parlarti da sola e il mio ufficio al momento è occupato.”

“Ah, capisco…”

“Hai letto i requisiti giusto? Intendo…tutti.”

“Si certo! Credo di essere adatta per questo ruolo!”

“Oh, hai già fatto la baby sitter prima d’ora?”

Esther arrossì leggermente distogliendo lo sguardo da Yomikawa. Quel gesto la rese ancora più tenera agli occhi della donna. Stava guadagnando punti.

“Io…vorrei diventare una maestra d’asilo. Quindi…credo che sarebbe un buon…tirocinio

“E saprai sicuramente che dovrai anche occuparti di…bambini problematici, ribelli, scortesi e capricciosi?”

“Certo! Io penso che ogni persona abbia il proprio carattere e sia bella come sia! Poi, ovviamente, sta alle maestre educarli e guidarli quando non sono con i genitori. Ognuno di noi ha un passato diverso e ognuno di noi affronta le situazioni diversamente. Quando si è piccoli- scusi sto divagando…”

“Bene.”

Yomikawa appoggiò i gomiti al tavolo ed intrecciò le mani davanti alla bocca. Ora l’ultima domanda. La più importante. Per ora era andato tutto bene.

“Ascolta Esther. Io avrei bisogno immediato di una…baby sitter…quindi…quanto vorresti?”

Esther rimase per un attimo senza parole. Si erano scambiate due frasi e già le chiedeva il salario? Non che fosse un male. Era solo…strano. Doveva essere una madre davvero impegnata.

“Hem…non so, pensavo di deciderlo insieme. Magari dopo aver visto la, o il, bambino…”

“Ah ho saltato un piccolo particolare. Sono due. E uno di loro non sa relazionarsi con la gente. Anzi, direi che odia il genere umano.”

“Di questo non deve preoccuparsi! Ci penserò io a farlo aprire!”

L’entusiasmo di Esther piaceva a Yomikawa. Il fatto era un altro. Sarebbe davvero stata in grado di occuparsi di quei due bambini? Era proprio per questo che Aiho stava pensando a un salario adeguato…

“Seguimi. Ti porto a conoscerli”

La donna fece salire Esther in macchina e iniziò a guidare. Il tragitto sembrava non finire mai ed Esther iniziava a chiedersi come avrebbe fatto ad arrivare li ogni volta. Sperava ardentemente che i mezzi di trasporto erano attivi e ben organizzati in quella città…

“Siamo arrivate, scendi.”

“Eh? Si!”

La biondina si guardò intorno e ci mise poco a rendersi conto che era finita in uno dei posti più costosi della città.

“E’ proprio un bel posto per abitare…”

“Suppongo di si. Seguimi.”

Dopo due rampe di scale, le due arrivarono davanti un appartamento. Yomikawa inserì la chiave ed aprì.

“E’ qui, entra.”

Esther fece capolino nella stanza e venne investita dal forte odore di caffè che aleggiava nell’aria.

“E’ lei?”

Una donna dai capelli corti ed un camice, con in mano una tazza di caffè bollente, si avvicinò alle due arrivate.

“Si. Ha chiamato soltanto lei. Ci ho parlato un po’ e penso vada bene”

Disse Aiho leggermente a disagio.

“Piacere, Esther Rosenthal.”

“Piacere mio. Yoshikawa Kikyou. Non credevo che una ragazza così giovane avrebbe accettato di fare da badante. Sai prenderti cura di casa?”

Calò un silenzio imbarazzante. Kikyou non aveva ben afferrato la situazione e…Non sapeva che Yomikawa aveva leggermente modificato l’annuncio di lavoro.”

“Scusi, credo di non aver capito bene…vorrei delle spiegazioni. A me era stato det-“

“Suppongo che Aiho ti abbia già parlato dei tuoi compiti. Ti occuperai anche della gestione alimentare, controllare le bollette e assicurarti che i due abbiano una dieta equilibrata. Ho fatto un po’ di calcoli e lo stipendio mensile sarà di 1500€.”
Isomma, le due, per sbolognarsi Accelerator, erano disposte a spendere.

“Quando comincio?”



Angolo Kiocco: scrivere questo capitolo mi ha fatto particolarmente ridere, soprattuto l'ultimo pezzetto xD
 

   
 
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