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Autore: God_Eden_Imperial    19/02/2021    0 recensioni
Sequel di "Fever"
OS scritta per @stefybluemonday
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gilbert Nightray, Leo Baskerville, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dopo quella mattinata, Leo era più allegro del solito. Lo fu anche nei giorni a venire e non passò inosservato a nessuno dei suoi servitori. Tutti si domandarono cosa fosse accaduto per rendere il loro padrone tanto contento. Ovviamente Vincent non disse nulla; dopotutto, era convinto non sarebbe più successo. Quello di Leo era stato solo un capriccio, un momento di tristezza che aveva voluto colmare per distogliersi da fastidiosi ricordi.
Quindi si godette il resto delle giornate in compagnia di Gilbert, sicuro che Leo non avrebbe affrontato l’argomento, non senza prima chiedere il suo permesso…beh, si sbagliava di grosso.
“Vincent stasera facciamo di nuovo sesso?”
Aveva chiesto improvvisamente il nuovo Glen nel bel mezzo della cena. Vincent sputò l’acqua che stava bevendo, colpendo Lily in piena faccia. Charlotte si strozzò con il cibo e le mascelle di Gilbert e Noise si spalancarono.
Vincent tossì un paio di volte prima di riprendersi e guardare il suo padrone con occhi sconvolti.
“Oddio…ehm…”
“Vince che cosa succede qui?!”
Chiese Gilbert spostando l’attenzione su suo fratello seduto accanto a lui. Anche le ragazze lo fissarono in attesa di una risposta. Il poveretto era pallido in viso e sudava freddo. Prima di poter dire qualcosa, fu Leo a prendere parola.
“Ti rispondo subito Gilbert. Io e Vincent abbiamo fatto sesso e intendo rifarlo”
“Mi serve dell’acqua”
Esclamò Vince a disagio, scattando in piedi e correndo in cucina sotto gli sguardi ancora scioccati di Lottie e Noise.
Gil seguì subito suo fratello, ignorando la smorfia che si formò sul viso di Leo.
“Che notiziona…”
Sussurrò Charlotte riprendendosi dallo shock iniziale ma sbiancando non appena percepì una presenza omicida vicino a se. Girando lentamente lo sguardo alla persona che sedeva alla sua destra, ebbe un sussulto nel vedere Noise circondata da un’aura scura e minacciosa.
Non finirà bene…
Pensò la ragazza lanciando uno sguardo al suo padrone che, invece, sembrava piuttosto tranquillo.

“Che diavolo ti è saltato in mente?!”
Esclamò Gilbert entrando in cucina subito dopo Vincent.
“Me lo ha chiesto lui, ok?”
“Vuoi dire che è vero?! Per un momento ho pensato fosse uno scherzo”
“Ehi, sei l’ultimo a dovermi fare la predica visto quanto eri fissato con Oz”
“Sì, ma io non me lo sono mai portato a letto!”
Vincent non rispose. Era rimasto parecchio sorpreso dall’uscita di Leo. Certo, negli ultimi giorni era diventato più appiccicoso del solito e la sera precedente aveva voluto che gli lasciasse un succhiotto sul collo, ma rivelarlo così apertamente…
“E’ successo solo una volta, non avevo idea che-”
“Che cosa? Dai, era ovvio Vince. E’ sempre andato a letto solo con Elliot. Tu, che hai molta più esperienza, gli hai aperto un nuovo mondo”
“Non è colpa mia se sono così bravo. In ogni caso…gli dirò di no quindi, per favore, puoi tranquillizzarti?”
Gilbert sospirò e, appoggiandosi contro il tavolo, cercò di calmarsi. In effetti, se era stato Leo ad andare da Vincent, non poteva metterci bocca. Leo ormai era cresciuto ed era il capo. Vincent era sempre al suo fianco, gentile, lo viziava e accontentava ogni singola richiesta. Che Leo prima o poi si sarebbe preso una cotta non era una cosa da sottovalutare come, invece, avevano fatto tutti.
Leo andava da Vincent quando era triste, quando voleva qualcosa; quando dovevano uscire si aggrappava al suo braccio e non lo mollava più. Per non parlare del fatto che lo trascinava con se in biblioteca tutte le sante volte, anche quando doveva suonare il pianoforte. Ormai suonavano insieme come faceva con Elliot.
Vincent era diventato un sostituto? No, non era solo quello. La questione era più complicata.
Mentre ci pensava, Gilbert si rese conto di riuscire a capire lo stato d’animo del suo nuovo padrone. In passato, quando Oz era stato gettato in Abyss, grazie alla costante presenza di Vincent, era riuscito a non impazzire e trascorrere anni abbastanza tranquilli.
Il suo fratellino c’era sempre per le persone che riteneva veramente importanti, senza avere secondi fini.
“Scusa”
Disse infine avvicinandoglisi. Vincent alzò il viso verso di lui quando si ritrovò tra le sue braccia, la schiena appoggiata contro il suo petto.
“No, scusami tu…forse avrei dovuto parlarne con te”
Gilbert negò, poggiando il mento sulla spalla del più piccolo, sentendo i capelli biondi fargli solletico.
“Hai agito come ritenevi fosse giusto. Quanti giorni fa è successo?”
“Mhh…contando anche oggi, quattro”
Stavolta fu Gilbert a non rispondere, limitandosi a tenerlo stretto a se.
“Gil…sei arrabbiato?”
“Ma no, certo che no…se Leo lo voleva va bene…chi sono io per metterci bocca?”
“Sì, lo ha fatto notare anche lui”
Vincent sorrise sentendo il maggiore lasciargli una scia di baci bagnati lungo il collo.
“Puoi andare a letto con chi vuoi…basta che poi torni da me”
“Ma io voglio solo te Gil”
Sussurrò lasciandogli un bacio sulla guancia e fu Gilbert a sorridere.
“Sta attento con Leo, ok?”
Vincent annuì, rabbrividendo nel sentire le mani di Gil infilarsi sotto la sua camicia, accarezzandogli i fianchi e riprendendo anche coi baci.
“G-Gil”
“Sì? Che c’è? Vuoi che mi fermi?”
Chiese soffiandogli nell’orecchio e facendolo avvampare di colpo. Intanto infilava le mani nei pantaloni del fratellino a cui sfuggì un gemito. Dovette mordersi le labbra per trattenersi, aggrappandosi a lui e chiudendo gli occhi.
“Vuoi che continui?”
Sussurra ancora muovendo lentamente la mano tra le sue gambe, sentendolo indurirsi sotto al suo tocco mentre con quella libera gli accarezza la pancia.
“T-ti prego”
Geme Vincent attaccandosi più a lui. Ansima mentre un intenso calore si fa strada verso il basso ventre, facendolo mugolare per il piacere.
"Gil..."
All’inizio è un bisbiglio mentre suo fratello lo schiaccia contro la parete, mordendogli il collo e muovendo la mano più velocemente, oltrepassando la stoffa dei boxer. A quel punto il suo nome diventa più forte, più bisognoso e acuto, e Gilbert sa che dovrebbe zittirlo ma non ce la fa.
In quel momento a Gilbert non importa chi ascolta.
“Ehi, ehi, vuoi che gli altri ti sentano?”
Mormora. Vincent inarca la schiena, gli afferra l’orlo della giacca per tirarlo più vicino. I loro bacini si scontrano e questo fa sì che entrambi sussultino mentre il calore aumenta e si confonde con il piacere che cresce ogni secondo di più.
"Vuoi che sappiano che il tuo fratellone ti sta toccando?"
Per Gilbert è strano tentare di parlare sporco, ma su Vincent l'effetto è immediato. Si irrigidisce e alza il viso per permettergli di baciarlo mentre continua a gemere.
“Sì…Gil…lo voglio”
"Pensi che lo sappiano già?" 
Gilbert appoggia le labbra sul collo di suo fratello, mordendolo ancora e lasciandolo senza fiato. Muove la mano sempre più veloce e lo sente che sta per raggiungere il culmine, quindi non si ferma.
“La tua vita mi appartiene”
Sussurra, sporgendosi abbastanza in avanti, quasi contro l’orecchio di Vincent. 
"Sei mio"
“Sì…sono tuo…solo tuo Gil…Gil”
Stavolta Gilbert è costretto a tappargli la bocca mentre lo sente venire, irrigidendosi maggiormente. Vincent rabbrividisce, i capelli incollati al viso arrossato e il corpo che trema per il piacere che scompare lentamente.
“Bravo, fratellino, ci siamo capiti”


 
 
   
 
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