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Autore: pippobaudo_    24/02/2021    2 recensioni
Courtney 'Wallis', eccezionale tirocinante presso il migliore studio legale del Canada e moglie di uno degli uomini più potenti della città... se solo se lo ricordasse.
Aiutata da un'acida coinquilina, un'artista gotica e un criminale con un'indecente cresta verde, riuscirà a ricostruire la propria vita passata tassello dopo tassello e a colmare il vuoto lasciato da uno spiacevole trauma?
Genere: Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Gwen, Heather | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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EPILOGO


 

Era passato più di un anno da quelle terribili vicissitudini.
Giorno dopo giorno erano riusciti a vedere sempre più la luce, e la bambina che teneva in braccio era la prova che qualcosa di buono, alla fine, era accaduto.
 
La spagnola percorse il vialetto di casa a grandi passi, raggiungendo l’auto al di là della staccionata in legno, parcheggiata in strada. Il bagagliaio era spalancato, e le valigie erano ancora sul marciapiede, pronte per essere caricate.
La piccola sbadigliò, strofinandosi gli occhi con i pugnetti, gesto che fece sorridere Courtney, la quale cominciò ad accarezzarle dolcemente la testa ricoperta da morbidi ciuffetti biondi. 'Mancherai tanto a tutti' affermò lei passando poi il dito sul delicato profilo della bambina.
 
'A me di sicuro' comparve Gwen al suo fianco. 'E anche se non lo vuole ammettere, pure a Heather'.
 
'Soprattutto a Heather' Bridgette si fece scappare un risolino, chiudendo finalmente il bagagliaio.
 
'Lo sapete che sono qui, vero?' parlò l’asiatica lanciando stilettate a raffica – non molto efficaci viste le risate dei presenti.
Courtney salutò un’ultima volta la bambina prima di affidarla alla madre che la accolse tra le sue braccia con un dolce sorriso.
 
Bridgette aveva deciso di lasciare la città e trasferirsi altrove vista la prospettiva di un lavoro ben pagato come chirurgo, portandosi anche più vicino a qualcuno che potesse darle una mano con la piccola, i suoi genitori – i nonni di Chloé. La capiva perfettamente, anche lei avrebbe colto al volo la possibilità di lasciare tutto e tutti se avesse avuto un’esperienza drammatica come la sua. In questo senso poteva ritenersi fortunata, aveva ancora Scott, ora al suo fianco, un braccio attorno alla vita, e presto gli avrebbe dato una notizia bomba, qualcosa di cui nessuno era al corrente perché aveva deciso che il suo uomo avrebbe dovuto essere il primo in assoluto – come giusto che fosse.
La bionda fece il giro di addii e abbracci, ringraziandoli uno ad uno per l’aiuto e il sostegno datole durante la gravidanza e nei primi mesi di vita della figlia. La spagnola ricordava ancora le notti insonni che lei e Scott avevano passato con la piccola durante i turni bislacchi in ospedale dell’amica, con l’ausilio di tanto in tanto di Alejandro e di una Heather notturna fornita di caffè intenta a studiare per qualche esame importante.
Già, il latino era riuscito a persuaderla ed ora l’asiatica stava studiando sodo per ottenere una laurea e trovare un vero lavoro. Se tempo addietro era Heather a sopportare i suoi indecenti orari di studio, adesso era Courtney a dover sopportare quelli dell’altra - almeno fino a quando l’asiatica non si sarebbe decisa ad andare a convivere con il suo ragazzo, nell’appartamento di quest’ultimo.
 
'Mi mancherete tutti quanti' iniziò Bridgette con le lacrime agli occhi, soffermandosi perlopiù sulla figura di Brody.
 
'E voi due mancherete a noi. Telefona quando arrivi a destinazione' disse Gwen con un leggero sorriso sulle labbra.
 
'Sono solo due ore di macchina alla fine, di sicuro verremo a trovarvi' aggiunse Scott lasciando una carezza alla bambina e assicurandosi che la cintura del seggiolino fosse chiusa e ben salda.
Bridgette lanciò loro un ultimo sorriso, e con un cenno della mano li salutò prima di prendere posto al volante e avviare l’auto. Pochi secondi e il veicolo divenne solo un piccolo puntino nero all’orizzonte.
 
'Chi vuole un caffè?'. Heather fu la prima a rientrare in casa, seguita poi dal resto del gruppo.
 
'Posso stare solo altri cinque minuti, ho una mostra da organizzare' fece la gotica rispondendo ad un messaggio sul cellulare.
 
'Per me puoi andartene anche ora' ribatté l’asiatica, beccandosi una gomitata dall’altra ragazza; e così battibeccarono fino alla porta.
 
'Scott, un momento' lo fermò Courtney afferrandogli la mano e voltandolo nella sua direzione. 'Ti va di fare un giro al parco qui di fronte?'.
 
 
 

 
Era una bellissima giornata di maggio, gli uccellini cinguettavano allegri, spostandosi da un ramo all’altro, gli alberi erano verdi e rigogliosi e vari tipi di fiore riempivano le aiuole. I due sostarono su una panchina, un piacevole venticello ad accarezzare i loro visi.
Courtney afferrò la mano del ragazzo, accarezzandone il dorso con il pollice, finché non si decise a guardarlo negli occhi. 'C’è una cosa che ti devo dire, e spero ti farà piacere' e prendendo un grande respiro si armò di tutto il suo coraggio. 'Non ne abbiamo mai parlato, specie in questo periodo occupati com’eravamo a ricostruire da zero quanto perso a causa di Mal… Io non so quali siano le tue intenzioni per il futuro, fatta eccezione per la tua attività intendo… oddio, non so neanche come dir-'.
 
'Presto saremo in tre, giusto?'.
La spagnola sgranò gli occhi, esterrefatta. Scott si limitò a sorriderle e a portare le loro mani ancora unite alla bocca e porre su quella più piccola di lei un bacio.
'Nausee mattutine, fastidio agli odori, stanchezza… aggiungerei anche irritabilità, ma con quel cialtrone di Lightning è difficile non provarla' rise lui.
 
'L’hai notato…' si limitò a dire a bassa voce. 'Perché non hai detto nulla?'.
 
'Volevo me lo dicessi tu… quando saresti stata pronta'.
 
'Q-quindi a te va bene…?'.
 
'E lo chiedi anche?'. Scott la avvicinò a sé stringendola forte e riempiendola di baci. Courtney rise, appoggiandosi sulla spalla di lui e dandosi della stupida per aver dubitato anche solo per un secondo che al rosso potesse non interessare mettere su famiglia – beh, non così presto e fuori programma almeno, c’erano ancora tante cose da fare prima.
'Questo è stato un periodo di ripresa per tutti, e ci sono altre faccende da sbrigare come l’immobile che avevo acquistato per noi due, il locale da tirare su…' proseguì poi l’altro. 'Ma vedrai che ce la faremo, e quando lui nascerà saremo pronti'.
 
'Lui?'.
 
'È un maschietto, me lo sento!'.
 
La spagnola sorrise raggiante tra le braccia forti di Scott, lo sguardo fisso sulla propria mano sinistra, nello specifico sull’anello che portava all’anulare.






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ANGOLO AUTRICE:
FINE, THE END, C'EST LA FIN.
Io vi ringrazio per essere giunti fino a qui, per aver letto questo storia e per le recensioni e il supporto che mi avete dato <3
Mi mancherà AMNESIA, è una storia che ho cominciato a scrivere ancora nel 2016, e devo dire di aver pensato ad un eventuale seguito con i FIGLI dei nostri protagonisti (e qualche capitolo l'ho già scritto ad essere onesti) ma avrei allungato ulteriormente la storia, quindi fermiamoci qua. Ma mai dire mai, io prevedo una cosa poi ne faccio altre mille diverse!
Citengo a ringraziare nuovamente voi lettori, e in particolare una mia carissima amica a cui ho rotto le scatole per leggere questo racconto e che mi ha persuasa a pubblicarlo perché volevo rimandare il tutto per altri 5 anni ahahah

UN ABBRACCIO VIRTUALE <3
CI SI SENTE IN GIRO <3
 
   
 
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