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Autore: Chichilina    26/08/2009    10 recensioni
Ogni tre giorni al tramonto lei avrebbe aspettato lui e lui avrebbe aspettato lei per spegnere la mente e accendere il corpo, per dimenticare il mondo e ricordarsi di loro, solo di loro, con un letto e un raggio di sole
Genere: Romantico, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Serenity, Usagi/Bunny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non aggiorno da un’infinità…lo so. Chiedo perdono. Avevo avvisato che non avrei aggiornato prima di settembre causa stress lavorativo, oggi però…mi è tornata un po’ di ispirazione è ho scritto questo capitoletto. Un po’ cortino forse ma…sentito.

Chiunque di voi abbia vissuto un periodo di lontananza forzata dal suo amore potrà probabilmente ritrovarsi nelle emozioni disperate di Mamoru ( o almeno spero di essere riuscita a trasferirle come le ho provate io!)

Dedico questo capitolo a tutti voi che seguite questa storia.

 

Cmq…per chi si fosse perso propongo un piccolo riassunto.

Usagi e Mamoru lavorano nello stesso ospedale nelle vesti di tirocinante e primario. Attratti profondamente l’uno dall’altra condividono un appartamento dove si incontrano per stare insieme, senza complicazioni sentimentali. Mamoru però, ad un certo punto, si accorge di volere di più che semplici “incontri fisici” e chiede ad Usagi di costruire un vero rapporto. Usagi, molto restia, acconsente a 2 mesi di tentativi, sicura che Mamoru non riuscirà a farla innamorare. Tra cambiamenti improvvisi di umore e continui slanci di passione  la storia si evolve restando, sostanzialmente, allo stesso punto: Mamoru è innamorato e Usagi non vuole esserlo.

Alle spalle i due hanno due situazioni familiari poco felici, soprattutto Usagi la cui infanzia, sicuramente dolorosa, è avvolta nel mistero. Che sia proprio il passato che non la lascia libera di essere felice a causare la sua freddezza e i suoi continui cambiamenti d’umore?

Cmq…dopo un po’ di tempo di lontananza i due si ritrovano nel loro appartamento. Questo capitolo riguarda il giorno dpo questo ultimo incontro.

 

 Chiedo scusa se ci sono errori. Mi raccomando aiutatemi a migliorare con le vostre recensioni! Please.

Spero di non aver perso nessun dei fun di questa strana storia.

 Vi voglio bene

BISOGNO DISPERATO

 

Voleva correre, senza fermarsi mai.

Troppa era l’energia nelle gambe, nello stomaco, nel cuore, per pensare che un giorno avrebbe potuto fermarsi. No, non poteva. Voleva correre fino alla fine della strada, della città, dello stato intero.

Era felice, pieno di una gioia troppo bella per essere vera ma, allo stesso tempo, troppo intensa per essere solo un sogno.

Gli alberi sembravano aprirsi al suo passaggio. La luce era più intensa e tutte le stagioni si confondevano in quell’unica, meravigliosa giornata.

Il suo orgoglio avrebbe preferito dare il merito di tutta quell’energia a qualcosa di diverso da quella che ne era la causa reale. La sua coscienza però non aveva dubbi. Era stata lei a renderlo così felice.

 

Correva, correva e pensava. Pensava al profumo di rosa che aveva la sua pelle, pensava al riflesso dei suoi capelli  sfiorati dalla luce del mattino. Pensava a come erano sensuali le sue labbra socchiuse nel mezzo del sonno. Sensuale. Si, lei lo era in tutto ciò che faceva. Niente dei suoi gesti  non era assolutamente affascinante. Era divina. Si, lo era per forza!

Una notte intera, una vita intera per fare l’amore con lei non gli sarebbe bastato. Ne era sicuro.

 

Correva sempre più forte e guardava le sue mani. Fino a poco prima quelle mani erano state baluardo di scoperta. Con quelle mani l’aveva conosciuta in tutti i modi in cui si può conoscere qualcuno nel corpo. Il suo seno tondo e morbido. Non avrebbe mai potuto cancellarne il ricordo nemmeno se l’avesse voluto. Non era la prima volta che la possedeva, ma…forse per la lunga, troppo lunga, assenza della sua pelle, forse per quella strana follia che era il suo amore per lei, gli sembrava di aver fatto l’amore con lei per la prima volta. Quella lunga notte era stata una prima notte. Sentiva di averla avuta completamente, come forse gli era sembrato fosse successo anche nel bosco, ma…questa volta era stato ancora diverso.

Non si erano detti nemmeno una parola ma…la bramosia del volersi possedere nel corpo aveva lasciato spazio al desiderio di completarsi l’uno con l’altra, con il cuore. C’era una sorta di disperazione nella profondità dei loro amplessi. Non era così superficiale da non averla percepita. Quella notte Usagi si era data a lui per la prima volta senza difese. Quella notte lei gli aveva detto, senza parlargli, “TIENIMI CON TE” e lui, di sicuro, non l’avrebbe fatta mai andare via. C’era qualcosa nello sguardo di Usagi. Sembrava una preghiera, una preghiera d’amore.

Da quando era diventato così sensibile? Non lo sapeva. Anche questo era un miracolo di quella ragazza. Forse l’unica al mondo che poteva riuscire nell’impresa impossibile di trasformare Mamoru Chiba, alias Dottor Ghiacciolo, in una specie di orsacchiotto di pezza.

 

Correva ancora, la milza cominciava a dolorare. Non importava però. Non voleva ancora fermarsi. Correre lo aiutava a metabolizzare.

Era sabato mattina. Aveva la giornata libera e l’avrebbe trascorsa con lei. Doveva essere lucido e schiarirsi le idee. Niente passi falsi adesso.

 

Quel bigliettino ripiegato e conservato nel portafoglio ne era irrevocabile monito.

Sono andata in ospedale. Ho il turno di mattina oggi.

Mi libero per pranzo.

A dopo.

Usagi

 

“A dopo”. Mai nessuna promessa gli era sembrata più felice. Avrebbe pranzato con lei. Quella era la sua occasione. Erano finiti i giorni senza di lei. Non ci sarebbero più state lunghe passeggiate nei corridoi sperando di incontrarla. Non avrebbe più dovuto cercare nel corpo di un’altra quello che solo lei poteva dargli. Avrebbero risolto i loro problemi.

Problemi, problemi…più che altro misteri. Quella ragazza era così oscura nelle sue reazioni.

Quel bacio inaspettato, meraviglioso, profumato di speranza gli aveva aperto i cancelli dell’infinito.

Non se lo aspettava davvero. Ma cosa infondo poteva aspettarsi da quella strana, incredibile creatura?

 

L’aveva spogliata lentamente, trattenendo il respiro per rallentare la bramosia di entrare di nuovo in lei. Si era controllato. Non voleva farla scappare. Non voleva che il bisogno che sentiva di averla trasformasse quel gesto d’amore in sesso fine a se stesso.

I vestiti sul pavimento, la luce bassa, gli occhi di Usagi …quegli occhi di primavera, quegli occhi di lago in cui tuffarsi e lasciarsi affogare.

Quanto gli erano mancati quegl’occhi!

 

Tutto lento, come se il tempo si fosse fermato. Un lungo, lunghissimo guardarsi, esplorarsi, immergersi nell’anima altrui. Carezze leggere con mani tremolanti, sorrisi accennati prima che gli occhi si chiudessero coccolati da una carezza piena di emozione

E poi… d’un tratto … il corpo cominciò ad urlare la disperazione dell’assenza,  il suo bisogno di contatto. Le mani erano diventate voraci.

Lunghe gambe sulla schiena di lui, che dentro di lei conosceva l’immensità del paradiso.

Una voglia senza fine. Un bisogno disperato.

 

Correva ancora Mamoru, correva verso il suo tempo con lei senza nessun intenzione di fermarsi

   
 
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