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Autore: Schmetterlinge    13/03/2021    2 recensioni
Qualunque cosa fossa accaduta, ognuno di loro avrebbe fatto ritorno a casa, sempre e comunque.
Perché questo era Fairy Tail.
Una raccolta di momenti, alcuni rivisitati, di una delle Gilde più amate di sempre.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Gray Fullbuster, Lluvia, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un colpo.

 

Un altro.

 

 

E un altro ancora.

 

 

 

Juvia si mise a sedere, pantaloncini corti e una canotta della stessa tonalità, la folta chioma lungo le spalle esili, l’incarnato roseo e l’espressione di chi non sa cosa aspettarsi.

 

 

Chi mai poteva essere?

 

 

 

Era notte fonda e oscurità e silenzio regnavano sovrani, accompagnati dalla tiepida brezza estiva di fine giugno.

 

“…”

 

Si carezzò le labbra con fare incerto, inarcando un sopracciglio, quando decise di avviarsi all’ingresso, accostandosi allo stipite; Gray non era decisamente il tipo, Lucy non le aveva dato motivo di impensierirsi mentre Erza non era mai stata particolarmente incline alle confessioni.

 

“Juvia …”

 

 

Quella voce 

 

 

 

Arrestò il respiro, afferrando la maniglia e spalancando la porta.

 

“…”

 

“Cosa…?”

 

Gajeel era malamente poggiato al muro, una bottiglia di Dio solo sapeva cosa tra le mani, gli occhi lucidi e l’incarnato pallido.

 

“Cosa hai fatto?”

 

“Ameonna…”

 

Juvia gli andò incontro prima che potesse sfracellarsi al suolo, cingendogli la vita, quando si sentì trascinare verso il basso, capitolando rovinosamente contro il pavimento in legno.

 

“Fantastico…”

 

Gajeel le era crollato addosso privo di sensi; se non si fosse data una mossa avrebbe anche potuto morire soffocata da tutto quel peso.

 

“D’accordo.”

 

Prese un respiro profondo, carezzandogli la nuca con sguardo assorto.

 

“Ci penso io.”

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un leggero fruscio catturò la sua attenzione, inducendola a volgere lo sguardo al letto lì vicino; Gajeel la fissava incerto, due occhiaie profonde e l’aria di chi doveva aver scordato tutto.

 

“Juvia…”

 

“Come ti senti?”

 

“Dove sono?”

 

Lei gli sorrise.

 

“In camera mia, più precisamente nel mio letto.”

 

Quella frase parve sconvolgerlo, inducendola a trattenersi dal scoppiare a ridergli in faccia.

 

“Non ricordi proprio nulla?”

 

La squadrò perplesso per poi sgranare gli occhi non appena scorse la bottiglia vuota sul comodino.

 

“…”

 

“Emicrania?”

 

“Un po’.”

 

Gli si avvicinò.

 

“Mi dici che è successo?”

 

“Che ore sono?”

 

“E’ quasi l’alba.”

 

Gajeel si mise a sedere, coprendosi il volto con le mani, quando Juvia gliele avvolse tra le proprie, costringendolo a guardarla.

 

“Hai paura, non è vero?”

 

Lui abbassò il mento.

 

“Mi ci vedi a fare il padre?”

 

“Gajeel …”

 

“Faccio fatica a prendermi cura di me stesso, figuriamoci …”

 

“E ubriacarsi era la soluzione al problema?”

 

“Juvia …”

 

La ragazza si sporse in avanti, carezzandogli la spalla.

 

“Ami Levy?”

 

“Cosa …?”

 

“Rispondimi.”

 

 

 

Era una domanda semplice

 

 

 

 

La osservò intensamente, quasi a volersi assicurare di aver capito bene.

 

“La ami?”

 

“Ovvio, che domande.”

 

“E il bambino che verrà?”

 

“Certo, ma …”

 

Juvia sorrise, prendendogli la mano.

 

“E allora non devi preoccuparti.”

 

“Ameonna…”

 

“Non sei solo, Gajeel.”

 

Quel sorriso, quegli occhi dolci, le fossette ai lati delle labbra, le stesse di quando era bambina.

 

“Io ci sono.”

 

“Ho paura …”

 

“E’ normale, non c’è nulla di sbagliato.”

 

“Juvia…”

 

“Adesso me lo fai un sorriso?”

 

La stessa frase di quando erano piccoli.

 

 

 Quante volte glielo aveva chiesto 

 

 

 

 

Gli angoli delle labbra si curvarono all’insù, provocandole un leggero rossore sulle gote.

 

“Così va meglio, grazie.”

 

“Rompiscatole.”

 

“Lo sapevi già.”

 

Juvia fece per alzarsi quando si sentì afferrare per il polso.

 

“Resti a farmi compagnia?”

 

“…”

 

Quel gigante sapeva essere di una dolcezza disarmante.

 

“Non vado da nessuna parte, Gajeel.”

 

Si osservarono per interminabili secondi quando gli si sdraiò accanto, lasciandosi avvolgere in un caldo abbraccio.

 

“Cerca di riposare.”

 

“Adesso mi dai anche ordini?”

 

“Problemi?”

 

Rise Gajeel, stringendola a sé, lo sguardo rivolto al soffitto, pensando a quanto fosse fortunato ad averla come amica.

 

“Ameonna?”

 

Ma Juvia era già sprofondata in un sonno profondo, le labbra schiuse, il respiro corto e regolare, i pugni semi aperti, troppo stanca per replicare oltre.

 

“…”

 

 

Me lo fai un sorriso?

 

 

 

La fissò intensamente solo per lasciarle un bacio sulla tempia, un sorriso radioso in volto, di quelli che le piacevano tanto, e un flebile sussurro.

 

“Grazie.”

 

 

 

   
 
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