Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: MaryFangirl    16/03/2021    6 recensioni
La canzone che aveva scelto per buttarla giù dal letto era It's my life di Bon Jovi, e con quella musica carica chiunque sarebbe resuscitato.
Certo, la prima frase della canzone non la aiutava molto.
This ain't a song for the broken-hearted...
Genere: Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: City Hunter
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Approfittando del fatto che Kaori fosse al lavoro, Mick si diresse con ampie falcate a casa di Ryo, sicuro di incontrarlo, non perse tempo a bussare e aprì la porta che sapeva raramente essere chiusa a chiave. Lo vide seduto al tavolo, con le gambe accavallate mentre sfogliava un giornale.
 
Mick si accomodò di fronte a lui e senza esitazione né premesse lo investì: "Qual è il vero motivo? A parte le stronzate che dici sul non amarla e non volerla intorno, che cazzata ha partorito realmente la tua testa bacata per decidere di lasciarla?"
Ryo sollevò lentamente la testa, con uno sguardo che avrebbe fatto tremare di paura chiunque. Non Mick.
"Non sono affari tuoi"
"No, ma diventa affare mio dal momento in cui lei si presenta sotto casa mia in lacrime"
Ryo sogghignò voltando un'altra pagina del quotidiano.
"Ah, ecco, è questo. Lei si è subito rifugiata fra le braccia del suo amichetto. Dimmi, Mick, l'hai consolata a dovere, come sai fare tu?"
 
Mick ebbe voglia di sorridere.
"Non sono andato a letto con lei. So ragionare col cervello oltre che col cazzo"
"Ma che strano"
"Ma sì, in fondo cosa diamine me ne frega" disse Mick subito dopo. "Dopotutto, è meglio per me"
Ryo abbassò impercettibilmente il giornale e sbirciò distrattamente Mick per capire meglio cosa intendesse e quale fosse la sua espressione.
"Sì, sì, Saeba, ficcatelo in testa. Visto che tu ti sei fatto da parte, non sei più un ostacolo alla mia intenzione di conquistarla"


Ryo gli lanciò un lungo e, per un istante, perforante sguardo prima di tornare all'aria annoiata di prima.
"Fai quello che ti pare. Quello che fa Kaori non mi riguarda, né quello che tu vuoi fare con lei"
"Evidentemente, però, dall’espressione appagata e soddisfatta che hai avuto negli ultimi tempi, doveva essere parecchio brava" disse Mick con fare smaliziato.
"Non parlerò con te dei miei rapporti sessuali"
"Aha, certo che no, ma non vedo l'ora di sottopormi a qualcuno dei suoi gradevoli servizietti"


Senza cedere alle sue provocazioni, Ryo sorseggiò quel poco che rimaneva della bevanda energizzante nella lattina e disse: "Cosa ti fa credere che si farà mettere le mani addosso da te?"
"Se ci sei riuscito tu..." rispose rubandogli la lattina e prendendosi l'ultimo sorso. "Ci tenevo solo a dirti che ti stai comportando da incredibile figlio di puttana. E che muoio dalla voglia di vederti schiattare per la gelosia quando lei sarà fra le mie braccia"
Non attese la sua replica e si allontanò, camminando tranquillamente con le mani dietro la nuca.

Ryo controllò che la lattina fosse effettivamente ormai vuota, e appurato ciò l'accartocciò nella mano come fosse un banalissimo foglietto di carta velina.
Mick spalancò la porta trovandosi Saeko davanti in procinto di bussare. Si limitò a un saluto smozzicato prima di andarsene.
Saeko si avvicinò a Ryo, involontariamente aveva ascoltato la conversazione. Perfino lei che aveva grande confidenza con Ryo si sentì in leggero disagio nel vedere lo sweeper con volto così cupo e tirato, ma gli posò comunque la mano sulla spalla. Era andata lì solo per condividere informazioni su un caso per cui aveva richiesto il suo supporto, ma non ce la fece a non intervenire dicendo quello che pensava da un po’, oramai.


"Ascolta, Ryo, non ti ho detto niente per tutto questo tempo, ma ora te lo devo dire. Sei un idiota"
Ryo grugnì.
"Si può sapere cosa cazzo ve ne frega a tutti quanti di quello che faccio? Perché non vi fate i fottuti affaracci vostri?" disse con tono lapidario.
"Cosa...santo cielo, ma hai visto com'è ridotta?!"
"E' adulta, il dolore fa parte della vita. Non morirà per questo"
"Oh, certo, come se Kaori non sapesse nulla del dolore. E peccato che a te basterebbe andare da lei e AMMETTERE quanto sei idiota per renderla di nuovo felice. Non è possibile che..."
"NO"
"Cosa?"
"Fatti i cazzi tuoi anche tu, Saeko. Ho detto di no"
Si alzò e per un istante Saeko temette che l’avrebbe afferrata di peso e condotta fuori da casa sua.
"Mi hai sentito? Hai capito cos'ho detto? Non voglio tornare su questo argomento"
La guardò con occhi terribili. "Kaori non mi riguarda. Né ora, né mai più"
 

Kaori non si sentiva bene. Quello no, di certo, ma nemmeno se lo aspettava o ci sperava.
Però -un piccolo e debole però- si sentiva sinceramente grata nei confronti di Mick.
Mick non l'aveva riempita di frasi fatte e banali né l'aveva esageratamente coccolata trattandola come una bambina. Era stato gentile ma fermo, non sdolcinato, senza fronzoli, non aveva nemmeno parlato tanto, ma le aveva fatto capire di poter contare su di lui.
Senza dichiarazioni eclatanti o discorsi pieni di retorica e fondamentalmente vuoti.


Kaori si disse che con Mick era sempre andata d'accordo, ma le faceva piacere che fosse giunta l'ora di approfondire la conoscenza.
Ciò che aveva scatenato tale pensiero non era certo piacevole, ma da piccola le avevano insegnato a cogliere il positivo da ogni persona ed ogni esperienza, anche e soprattutto laddove pareva non esserci nulla di roseo e apprezzabile.
In tutto il male che la tormentava giorno e notte, Kaori pensò che il positivo fosse rappresentato da Mick. Cioé, anche Eriko e Miki, o Falcon, lo erano.
Ma, continuò a ripetersi, Mick era diverso. Non era sempre pronto a difenderla o a farle da cavalier servente come le sue carissime amiche, sembrava disposto ad aiutarla ed ascoltarla e nel frattempo trascinarla per un gomito per farla rialzare dal baratro buio in cui Ryo l'aveva gettata.

Mick poteva essere un'ancora. Una zattera, quantomeno. Una scialuppa, che seppur agitata dalle acque impetuose di quel dolore, era pur sempre un mezzo di salvezza.
Non aveva mai immaginato che Mick potesse diventare qualcosa di simile, e questo la colpì non poco. Ma Kaori decise di accettarlo. Se era costretta ad accettare la decisione assassina di Ryo, perché respingere anche quel poco che c'era di positivo? Perché non accettare Mick?


L'oggetto delle sue riflessioni entrò nella palestra che entrambi frequentavano, generalmente in orari diversi, le fece un cenno e andò a occupare il macchinario per i pettorali, così Kaori diminuì la velocità sul tapis roulant fino a fermarsi quando formulò un'idea che decise di esporre al bel biondo.
 
Si avvicinò a lui che soffiava per lo sforzo mentre si allenava, gli sorrise constatando che per chiunque quell’uomo rappresentava una splendida visione di grinta e sex appeal.
Nonostante ciò, Kaori non vedeva in lui un oggetto erotico, non era così ingenua da non notare la sua schiacciante avvenenza, ma non intendeva accostarsi a lui con quell'idea.
In parole povere, l'ultima sua intenzione era quella di considerare Mick un chiodo per scacciare Ryo. Anche perché Ryo non era stato proprialmente e banalmente un chiodo...


Quando Mick terminò la prima serie, e si fermò per riprendere fiato, Kaori parlò.
"Grazie per ieri"
Mick la guardò come si accorgesse in quel momento di lei. "Figurati"
Kaori continuò a sorridere, straniando un po' l'altro che guizzò con gli occhi lungo il suo collo e il seno ben messo in evidenza dalla sua leggera t-shirt di cotone bianco.
"Mi chiedevo se ti andasse una pizza da me, stasera"
Mick strabuzzò gli occhi certo di non aver capito bene.
"Scusa?" mormorò, neanche gli avesse confessato un segreto di stato.
"Ma sì...mi piacerebbe ricambiare la tua ospitalità. Se ti va, ovviamente"
"M-ma...io e te? Cioé, da soli?"
Fremette al pensiero.


"Sì...io non ho impegni. Tu?"
Mick non avrebbe rinunciato nemmeno se avesse avuto un appuntamento con Miss Universo.
"Io no!"
"Quindi accetti il mio invito?"
-Diamine, sì!- pensò. "Sì. Con piacere"
Il sorriso che Kaori gli regalò fu la scoccata finale.
"Perfetto! Allora ci vediamo alle otto, ti va bene?"
"Benissimo..."
 
In quel momento Ryo fece il suo ingresso, assicurandosi di non essere visto e di dirigersi in un’altra sala della palestra. Adocchiò Kaori coi gomiti appoggiati al macchinario utilizzato da Mick, gli sorrideva e Mick ricambiava con aria un po' stordita.
Andò verso la panca per gli addominali senza proferire sillaba.
  
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