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Autore: Therry_1984    20/03/2021    1 recensioni
Marzo 2015, Shinjuku. Ryo (detective di polizia) e Kaori (infermiera) sono fidanzati da quasi dieci anni. Il loro rapporto andrà in crisi quando un uomo che desidera vendetta (poichè il defunto padre poliziotto di Ryo ha ucciso il proprio, rapinatore di banca, moltissimi anni prima) ha progettato un piano astuto per fare soffrire Ryo cercando di separarlo da chi ama, cioè la sua fidanzata. Il malvivente architetterà l'omicidio della fidanzata di Mick, collega infermiere di Kaori ma innamorato di lei, cercando di far ricadere la colpa su di lui. Saeko, collega poliziotta di Ryo e innamorata di lui, ne approfitterà per allontanare i due fidanzati in modo squallido ed al di fuori di ogni morale, spingendosi oltre ogni limite. Nella storia sono presenti anche Hideyuki ed Umibozu (rispettivamente gestore della struttura per anziani dove lavora Kaori e coordinatore infermieristico). Ma c'è un altro personaggio in pista che mira al cuore di Kaori: Patrick Darcy, il suo avvocato. Come andrà a finire? Buona lettura a tutti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: City Hunter, Altro contesto
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Cap. 22 - TOGLIERSI OGNI SINGOLO DUBBIO (Seguito Cap. 20)

1 Aprile, ore 15:30
Ryo - Erika


Dopo circa un'ora Ryo uscì da casa di Hideyuki più infuriato di prima perchè non riusciva a tenere a freno la lingua, non riusciva nemmeno a tenere a freno le mani ed ancora meno la sua confusione più totale. Quella inadeguatezza che non aveva mai provato prima nel non sapere risolvere quella situazione, il senso di colpa che lo attanagliava quasi come se fosse una morsa, lo facevano sentire come in un tunnel senza fine.

Se in spiaggia con Saeko aveva avuto la minima sensazione di avere un po' di conforto, a casa di Hideyuki si era nuovamente scatenato il dramma. Si disse. Aveva ragione Saeko quando diceva che se ne doveva stare zitto e buono a casa, più andava in giro e più commetteva del danno.

In quei casi, si disse, c'era un solo posto che lo facesse sentire al sicuro: il locale della sua amica trans Erika. Che poi, avrebbe potuto anche prendere l'occasione per chiedere un po' in giro se qualcuno conoscesse qualche dettaglio di quella assurda storia.

Prima fra tutti: quel dannato reggiseno di Kaori, come aveva fatto ad essere sulla scena del crimine?

Quando l'aveva incontrata con Mick al ristorante nemmeno lo portava.

Poi all'improvviso gli vennero in mente le parole di quel Umibozu:

"Questa storia è veramente la più assurda che io abbia mai sentito ma sono sicuro che sia Kaori che Mick sono puliti e che sicuramente è una macchinazione di qualcuno per metterli nei guai."

Effettivamente, pensò Ryo, perchè aveva scartato a prescindere questa ipotesi? I fatti avvenuti erano veramente troppo macchinosi e poco sensati. Perchè diavolo l'aveva escluso?! Eppure una parte del suo cervello razionale gli suggeriva tutt'altro.

Quindi l'unica soluzione era procedere per due strade: sicuramente la polizia avrebbe affrontato la questione come se "Mick e Kaori fossero colpevoli" mentre lui, ora che era libero dal servizio, anche se possedeva ancora la sua Python personale, avrebbe potuto indagare sul fronte "Mick e Kaori innocenti, macchinazione di qualcuno".

Tutto ciò era veramente, ma stra-veramente assurdo. Continuava a ripetersi. Però valeva la pena di andare fino in fondo a quella questione. Avrebbe fatto credere a tutti che era contro Kaori, perchè forse era l'ipotesi più plausibile da prendere, il suo lavoro era tutto ed una parte di lui credeva veramente a quello che aveva detto in casa di Hideyuki. Però quel 5% che mancava, l'ipotesi più improbabile in cui riteneva Mick e Kaori completamente estranei alla cosa, avrebbe dovuto vagliarla.

E non per Kaori e nè per Hideyuki ma per se stesso: per dare pace alla sua anima, per togliere ogni singolo dubbio del fatto che non avrebbe potuto credere di essere stato dieci anni con una donna senza conoscerla davvero. Che lei l'avrebbe potuto tradire. Che lei era coinvolta in questo omicidio.

Questo no, non avrebbe potuto vivere col dubbio.

Entrò quindi nel locale di Erika, era poco affollato a quell'ora.

Quando la donna lo vide trascinarsi al bancone con quella faccia dilaniata, senza dire nulla, gli allungò una birra chiara, lui le fece un mezzo sorriso.

- Ho saputo cosa è successo. - Gli disse avvicinandosi vicino al suo volto. - Mi dispiace tantissimo. - Aggiunse con una mano sul suo braccio. Lui alzò lo sguardo guardandola dritta negli occhi e poi si scombinò i capelli neri corvini.

- Dovevo immaginarmelo che a Shinjuku non sfugge nulla. - Sorrisero insieme.

- Tu sai. Se possiamo fare qualcosa, io ed i ragazzi del quartiere... quando vuoi. -

- Proprio questo infatti. Ti do un nome, Michael Angel, il collega di Kaori. Scoprimi tutto quello che sai su di lui. Vita morte miracoli, che taglia di calzini porta, a che ora va a letto la sera. Devo capire. -

Ritornò serio Ryo. Erika continuò:

- Non hanno una relazione. E' impossibile. - Aggiunse il trans come per rassicurarlo. Ryo in quel momento lo guardò spaesato:

- Non mi riferivo a quello, sai. - Ma lei ribattè:

- Tu ti riferisci sempre a tutto. Dammi il nome anche della ragazza uccisa, vedremo quello che Shinjuku riesce a fare per il nostro Ryo. - E gli fece l'occhiolino. - Domani torna qui a quest'ora. -

Lui finì la sua birra e poi uscì dal locale.

   
 
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