Serie TV > Un Medico In Famiglia
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Autore: marikaborghini    07/04/2021    0 recensioni
Ho provato ad immaginare la famiglia Martini alcuni anni dopo, visto che -purtroppo- non si farà Un Medico In Famiglia 11.
Sono un'amante di questa serie da quando uscì nel lontano 1998, e cercherò di integrare tutti i personaggi possibili, e di non limitarmi solo a quelli delle ultime due stagioni.
Nient'altro da dire, spero che vi piaccia!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Elena Martini, Maria Martini, Sara Levi, Tommy Martini
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
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Tommy la spinse sul letto e si mise sopra di lei, facendole il solletico.
Elena: No, ti prego Tommy.
Tommy continuò a farle il solletico per poi smettere ed avvicinarsi alle sue labbra e, proprio quando era vicinissimo alle sue labbra, la porta si aprì.

Bobò: Ma che cosa state facendo voi due?
Tommy si allontanò subito dalla ragazza, nel pieno panico.
Elena: Shh, che ci fai beccare. Chiudi sta porta Bobò.

Bobò chiuse la porta e si avvicinò ai ragazzi.
Bobò: Allora? Che state combinando?
Tommy: Ma.. niente. Stavamo scherzando.
Bobò urlò: E tu scherzi con mia sorella baciandola?
Elena: Che ti urli Bobò! Ti prego, parla piano.
Bobò: Voi parlate, ed io starò zitto.

Elena guardò Tommy, cercando di capire cosa volesse fare il ragazzo. Tommy fece un cenno con la testa per far capire alla ragazza che dovevano confessare.

Elena: Hai ragione Bobò, quello che hai visto è vero. Ma ti prego, stai zitto e non dirlo a nessuno.
Bobò sgranò gli occhi, incredulo: Cioè, voi due state insieme?
Elena fece le spallucce, non sapeva rispondere nemmeno lei a questa domanda. Non avevano mai messo in chiaro le cose, non sapeva se potevano definirsi una coppia di fatto, e quindi Tommy prese la situazione in mano.
Tommy: Sì, stiamo insieme Bobò. Ma da poco, ti prego devi essere nostro complice e non dirlo a nessuno o ci separeranno.
Bobò: Voi siete pazzi.. mamma mia. Perché non me lo avete detto prima?
Elena rise: Perché sapevamo come avresti reagito. Esattamente così.
Bobò fece una risata nervosa e iniziò a camminare per la stanza: Quindi mio cugino si è fidanzato con mia sorella. Assurdo.
Tommy rise e si avvicinò ad Elena: Vuoi la prova visiva?
Senza aspettare nemmeno una risposta, prese il viso di Elena e la baciò.

Bobò rise: Ok, ho capito. Ora non mi fate sentire il terzo incomodo perfavore. Sono felice per voi, davvero.
Elena si alzò ed andò ad abbracciare il fratello: Grazie fratello.

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Bobò uscì dalla stanza e Tommy ed Elena rimasero soli.

Elena: Bene, uno lo sa.
Tommy: E non l'ha presa nemmeno poi così tanto male, no?
Elena sorrise: Stranamente no. Ma non era lui quello di cui avevo paura.
Tommy le strinse la mano, cercando di infonderle del coraggio e le diede un bacio a stampo.

Tommy: Allora, pronta per domani?
Elena: Vorrei stare con te.
Tommy: Si tratta di una settimana, speriamo che la preside accetti che io faccia due anni in uno da voi, e staremo di nuovo in classe insieme.
Elena sorrise e si avvicinò a lui: Mh, in classe con il mio ragazzo.
Sottolineò l'ultima parola, essendo felicissima per aver ricevuto una conferma da parte del ragazzo e iniziarono a baciarsi.

Dopo qualche minuto Tommy si alzò dal letto.
Tommy: Mh, forse è meglio che vado in camera mia, altrimenti finisce male.
Elena rise: Va bene, vai.
Tommy le diede un ultimo bacio: Buonanotte piccola.
Elena: Buonanotte Tommy.

Tommy uscì dalla stanza, cercando di fare meno rumore possibile, e proprio quando chiuse la porta, sentì una figura dietro le sue spalle.
Si girò e vide nonno Libero.
Tommy, nel pieno panico, disse: Nonno, che ci fai ancora sveglio?
Nonno Libero: E tu che ci facevi in camera di Elena?
Tommy si prese qualche secondo per rispondere, non sapeva esattamente cosa dire. Era nel completo pallone. Poi gli venne l'idea.
Tommy: Sai nonno, prima a tavola l'ho vista male. Non voglio che ricada nelle cattive abitudini di mesi fa, e quindi ero da lei per cercare di capire come stesse.
Nonno Libero: Tommy, non mi convinci eh. Pensi di potermi fare fesso? Ricordati che quello che tu sei io ero, e quello che io sono tu sarai. Già ci sono passato. Vi state vedendo?
Tommy: Ma che dici nonno, no! Siamo solo tanto amici.
Lele uscì dalla stanza poiché sentì il padre discutere.
Lele: Ma che succede qui? E' tardi.
Nonno Libero: Nulla Lele, nulla, lasciamo stare.
Lele: No papà, dimmi. Tommy che succede?
Tommy: Ma niente zio, davvero. Ero in stanza da Elena per starle vicino, visto questa sera ma nonno non ci crede.
Nonno Libero: Eh no che non ci credo. Una parola è troppa e due sono poche, basta. Buonanotte.
Lele scosse la testa rassegnato e accennò una risata: Non ti preoccupare Tommy, vai a dormire che è tardi. Ci parlo io domani con Nonno.
Tommy accennò un sorriso, che più di gratitudine era causato dal nervoso, e diede un bacio sulla guancia a Lele: Grazie zio, buonanotte.

Andò velocemente al letto e afferrò il cellulare, scrivendo un messaggio ad Elena:
<>, cliccò sull'invio e aspettò la risposta della ragazza.
<>
Tommy iniziò a scrivere velocemente <>
<>
<>.
Elena tentennò nello scrivere quel messaggio, ma lo inviò comunque: <amore.>>

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Era mattina a casa Martini, ed Elena alle 6:30 era già sveglia. Non sapeva se per sistemarsi per il suo ultimo primo giorno di scuola o se per occupare l'ultimo banco, ma comunque era in bagno, a farsi una piega decente ai capelli. Tornò silenziosamente in camera per mettersi un filo di trucco e optò per un paio di jeans a vita alta stretti e un crop top nero.
Uscì dalla stanza e vide Bobò davanti al bagno.

Elena: Buongiorno Bobò.
Bobò: Sei già pronta a correre per l'ultimo banco?
Elena rise: Ovvio. Non mi chiamo mica Libero Martini che si mette al primo banco.
Bobò alzò gli occhi al cielo ed entrò subito in bagno, dopo che Bianca uscì.

Bianca: Buongiorno amore, dormito bene?
Elena: Sì, e tu?
Bianca: Sì dai. Sei pronta per il tuo ultimo primo giorno di scuola?
Elena: Ho paura. Ma non vedo l'ora! E tu hai deciso in quale asilo iscrivere Carletto?
Bianca annuì: Stamattina andiamo insieme a papà e da domani inizia, così leviamo un po' di responsabilità dal nonno.
Elena annuì ed insieme scesero a fare colazione, dove c'erano già Lorenzo, Sara, Lele e Nonno Libero.

Elena: Buongiorno a tutti.
Lele: Ciao amore, dormito bene?
Elena annuì mentre Melina le versava del latte e caffè.
Sara: Elena, devo dirti una cosa ma vorrei prima sapere il tuo parere.
Elena: Dimmi tutto.
Sara: Mh.. qualche giorno fa ho ricevuto una chiamata dalla preside. Mi hanno proposto il posto come professoressa di educazione fisica, visto che il tuo si è licenziato.
Elena: Ma è fantastico!
Bobò: Cosa è fantastico?
Elena: Sara sarà la nostra nuova professoressa di educazione fisica.
Bobò: Oh no. Io non voglio correre.
Sara si mise a ridere: Bobò, non iniziare. Quindi sareste d'accordo se accettassi questo lavoro?
Elena: Assolutamente sì!
Lorenzo sorrise e baciò dolcemente Sara.
Lorenzo: Te lo avevo detto amore! Sarai bravissima come insegnante.
Sara sorrise a trentadue denti e si alzò dalla tavola: Allora dopo la chiamo e accetto!

Lele intanto continuava a far colazione, in maniera calma visto che, per fortuna, questa mattina non lavorava e nessuno gli correva dietro.
Nonno Libero: Ma Maria e i bambini non vengono a fare colazione?
Lele: Papà, ti sei dimenticato che ieri avevano detto che non sarebbero passati questa mattina? Marco accompagnava i gemellini all'asilo nido, Maria invece portava a scuola Palù e Jonathan e poi andavano entrambi a lavoro.
Nonno Libero: Poverini, stanno impazzendo.. speriamo che Ave torni presto.
Lele annuì: Eh già.. ma l'amore che unisce quei due è la loro forza.

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Intanto a casa di Maria e Marco succedeva il delirio. Sia Marco che Maria si erano svegliati presto per prepararsi, e fare colazione con la famiglia al completo ma dovevano combattere con Palù e Jonathan che non volevano tornare a scuola.

Jonathan: E' inutile Maria, noi oggi non andiamo a scuola.
Palù annuì decisa: Sì, non vogliamo tornarci.
Maria: Vi prego, niente storie. A scuola si impara molto, ma ci si diverte anche.
Jonathan: No, no, no, no. Non vogliamo.
Marco entrò in stanza sentendo le urla del figlio: Che succede qui?
Maria sbuffò: Non vogliono andare a scuola.
Si avvicinò a Marco e sussurrò: Pensaci un secondo tu, altrimenti io qui impazzisco.
Marco si avvicinò ai due bambini: Sapete che se andate a scuola, quando ritornerete avrete un premio enorme?
Jonathan: Davvero?
Marco annuì: Assolutamente! Il lavoro dei piccoli è andare a scuola, e qualche volta va premiato.
Palù: E quale sarebbe il premio?
Marco: Mh, voi cosa vorreste? Decidete voi.
Palù: Vogliamo un grosso gelato.
Marco: Amore, vieni qui!
Maria tornò nella stanza e si mise vicino ai ragazzi.
Maria: Allora, andiamo a scuola?
Palù annuì: Però poi andiamo a prenderci un grosso gelato?
Maria accennò una risata e li abbracciò: E che gelato sia!
Maria guardò Marco e gli sorrise, mimandogli un "grazie".

Mentre Marco era intento nel vestire i gemellini, Maria controllava che nello zaino di Palù e Jonathan c'era tutto.
Maria: Libro dei compiti delle vacanze, astuccio, diario, merenda.. va bene, c'è tutto. Voi siete pronti?
Palù e Jonathan annuirono.
Maria: Perfetto, intanto voi salite in macchina, vi raggiungo in cinque secondi.

Mentre Palù e Jonathan stavano salendo in macchina, Maria si avvicinò a Marco e ai gemellini.
Maria: Amore, grazie per prima.
Marco: Insieme, giusto?
Maria: Sempre.
Sorrise e lo baciò.
Maria: Ti amo amore.
Marco: Anche io, tanto.
Maria diede un bacio in fronte ai gemellini: Buona giornata amore, scrivimi quando hai lasciato i bambini all'asilo.

Maria salì in macchina e cercò di sdrammatizzare, non soffermandosi sulla scuola. Sapeva che era un punto critico, ed aveva paura che tornassero a fare storie.
Parcheggiò fuori dalla scuola e scese dalla macchina.
Maria: Eccoci arrivati a destinazione!
Maria aprì la portiera facendo scendere Palù e Jonathan e li accompagnò verso l'entrata della scuola, stringendo le mani di ognuno dei due bambini.
Quando arrivò sul ciglio dell'entrata si abbassò all'altezza di Palù e Jonathan e diede un bacio ad entrambi.
Maria: Allora, siamo d'accordo? Fate i bravi?
Palù: Sì mamma, facciamo i bravi.
Maria: Bravissima amore, e quando uscite ci andiamo a prendere un gelato grosso grosso grosso.
Jonathan sorrise entusiasta.
Maria: Dai, ora andate a scuola. Ricordatevi di fare i bravi. Ciao amori.
Jonathan e Palù diedero un bacio a Maria e entrarono a scuola, mentre Maria, tirando un sospiro di sollievo, andò direttamente al lavoro.
Anche questa volta ce l'aveva fatta.

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Intanto a casa Martini, Elena stava impazzendo.

Lele: Volete un passaggio ragazzi?
Elena disse urlando: Magari, visto che Bobò continua a strafogarsi ed io devo muovermi perché devo prendere l'ultimo banco. Bobò, ti vuoi muovere?
Bobò alzò gli occhi al cielo: Calmati. Non ci corre dietro nessuno.
Elena: A te non corre dietro nessuno, a me sì. Devo prendere quel maledetto banco.
Afferrò Bobò per il braccio e lo fece alzare di forza.
Elena: Papà, perfavore, andiamo?
Lele scosse la testa rassegnato: A volte penso che non possiate essere gemelli, siete completamente diversi.
Nonno Libero: Elena è completamente come Enrica, Bobò come me. Hanno il sangue dei Martini Lele.

Bianca e Lele si alzarono e Bianca prese in braccio Carletto per comodità.
Lele: Andiamo?
Elena: Eh, finalmente.
Elena afferrò velocemente lo zaino e corse verso la macchina, seguito da un Bobò svogliato.
Tutti e cinque partirono verso la scuola dei ragazzi, per poi andare ad iscrivere Carletto all'asilo.

Arrivarono a scuola e Lele non fece nemmeno in tempo di dire in bocca al lupo che Elena era già fuori dalla macchina, che correva verso la scuola.
Lele: Incredibile, ogni primo giorno di scuola di ogni anno è sempre così. Corre solo per questo.
Bianca rise: Amore, dai, ringraziamo che almeno è stata promossa e sono in quinta superiore.
Lele: Eh già.. quinta superiore. Ma come passa veloce il tempo? Mi sembra ieri che li tenevo in braccio ed avevo paura anche a toccarli per quanto erano minuscoli, ed ora.. mamma mia!
Bianca: Amore, il tempo passa per tutti. Anche per te, ultra cinquantenne.
Lele rise e sgranò gli occhi: Che hai detto ex barilotto?
Bianca: Ho detto ultra cinquantenne.
Lele: Ex barilotto.
Bianca rise e lo baciò.
Carletto: Mamma, papà, quanto tempo dobbiamo stare in macchina? Sono stanco.
Bianca: Hai ragione amore, scusa.
Carletto: Dove andiamo?
Bianca si morse le labbra nervosa. Non aveva ancora detto che domani avrebbe iniziato l'asilo, e non sapeva come l'avrebbe presa.
Si girò verso Lele, cercando disperatamente aiuto.
Lele: Amore, andiamo in un posto pieno di bimbi dove potrai divertirti e fare tantissimi giochi.
Carletto: Che bello!
Lele: Sì, però da domani! Oggi lo andiamo solo a vedere.

Bianca rimase compiaciuta dall'entusiasmo del figlio, non sapeva quanto sarebbe durato ma comunque pensava che lo prendesse peggio.
Lele andò verso l'asilo e parcheggiò. Scesero tutti e tre e andarono ad iscrivere Carletto all'asilo, stranamente con l'entusiasmo del figlio.

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Intanto a scuola Elena era riuscita a conquistarsi l'ultimo banco, insieme ad Alice. Bobò si era seduto al secondo banco, vicino Luca. Ed ora stavano subendo una lezione pesantissima di fisica, ma né Alice, né Elena avevano intenzione di ascoltarla, infatti si misero a parlare a bassa voce.

Alice: Allora? Non mi devi raccontare niente?
Elena: Scusami se sono sparita, ma sono successe tantissime cose.
Alice sorrise, euforica per la situazione: Cose tipo?
Elena: Ci siamo fidanzati.
Alice rimase a bocca aperta e aumentò il tono della voce: Vi siete fidanzati?
Professoressa: Ehi, voi due laggiù, già iniziamo?
Elena: No prof, ci scusi.
Si girò verso l'amica e la fulminò con lo sguardo.
Elena: Parla a bassa voce. Sì, ci siamo fidanzati. E abbiamo fatto l'amore qualche volta.
Alice: Qualche volta? Quante volte?
Elena: Parecchie. E' tutto così perfetto con lui.
Alice sorrise e abbracciò forte l'amica per poi darle un bacio sulla guancia.
Alice: Sono davvero felice Ele, te lo meriti.

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La giornata scolastica finì velocemente, per fortuna di Elena. Non vedeva l'ora di tornare a casa, o meglio di tornare da Tommy. Sentiva la sua mancanza terribilmente.

Con sorpresa dei gemelli, Lele era fuori la scuola, pronto a portarli a casa in macchina.
Bobò: Papà, che ci fai qui?
Lele: Vi porto a casa, senza che prendete i mezzi.
Elena corse in macchina, occupando il posto davanti.
Elena: Fregato Bobò. Grazie papà.
Gli diede un bacio sulla guancia mentre Bobò sbuffava poiché gli toccava sempre stare dietro.
In pochi minuti si ritrovarono a casa ed Elena scese di corsa, aprendo subito la porta di casa.

Elena: Siamo tornati!
Sara: Allora? Com'è andato il vostro primo giorno?
Elena: Ho preso l'ultimo banco, quindi da Dio.
Elena vide che Tommy era sulle scale a guardarla e a sorriderle. Arrossì di botto e abbassò lo sguardo.
Elena: Io vado su, così poso lo zaino e mi lavo le mani.
Salì di corsa le scale e prese la mano di Tommy, trascinandolo in camera.
Chiuse la porta alle sue spalle e iniziò a baciarlo con foga, fino a rimanere senza fiato.

Elena: Mi sei mancato da morire.
Tommy: Anche tu piccola, da morire.
Tommy riprese a baciarla e a stringerla a sé, coccolandosela un po'.

Elena: Dovremmo scendere giù altrimenti rischiamo.
Tommy annuì, dandole un ultimo bacio: Scendo prima io.
Elena annuì sorridendo e andò in bagno a lavarsi le mani.
Scese dopo qualche minuto ed incontrò lo sguardo di Bobò preoccupato. Sapeva che aveva capito che prima era con Tommy, perciò lo fulminò con lo sguardo, facendogli capire che doveva stare zitto.
Elena andò in cucina, dove erano quasi tutti seduti. Decise di sedersi lontano da Tommy, per non destare ulteriori pensieri strani da parte del nonno, e si mise vicino ad Anna ed il pranzo continuò tranquillamente, parlando del più e del meno.

   
 
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