Nelle pieghe del
tempo
I had a dream
that you were mine
I’ve
had that dream a thousand times
A thousand
times, a thousand times
I’ve
had that dream a thousand times
(A 1000 Times by
Hamilton + Rostam)
Sigyn
è
stanca di aspettare.
Di essere
fedele, di ricordare.
Lui
è ancora vivo – da qualche parte, nel tempo o
nello spazio.
Lui è una
ferita che non si rimargina, uno spettro che abita i suoi pensieri,
la follia di cui non parla mai a nessuno.
Era fuoco.
Ha riso in
faccia ai suoi pretendenti. Ha mentito a tutti
loro, dicendo che non voleva perdere la propria libertà,
dividere i beni
ereditati. Le bastavano la sua magia, le pozioni e i libri, ha detto,
ma in
realtà ha scrutato negli occhi ognuno di loro, cercando un
lampo verde e astuto,
l’identica piega ironica delle labbra sottili.
Non ha trovato
nulla, e allora ha preferito rimanere sola,
che accontentarsi. Ha costruito una corazza con gli sguardi che le
hanno
lanciato e l’ha esibita con fierezza. Hanno detto che era una
sognatrice che
voleva troppo. L’hanno giudicata chiedendosi se fosse davvero
una scelta, la
sua.
Sigyn non vuole
spiegare né giustificarsi.
Quando le fa
visita, stringe una spada ed è scarmigliato e
insolente, come sempre. Dirà parole che le faranno girare la
testa, le
racconterà storie di battaglie sanguinose, di patti
vincolanti, di orgogli
feriti. Lei lo ascolta, forse lo comprende, dentro di lei lo accetta,
persino.
Perché quella scintilla selvaggia e feroce che gli anima lo
sguardo di pirata è
quello che lei ama di più, di lui.
Sigyn
è stanca, di aspettare che la baci di nuovo.
Così, gli
sfiora la mascella sbarbata e affilata, le labbra ironiche, le spalle
larghe.
Si siede sopra di lui schiudendo lentamente le gambe, cingendogli il
collo con
le sue braccia sottili, fissandolo in quei suoi occhi chiari e mobili e
penetranti – sognati.
Eppure,
ascolterebbe le sue storie per ore, per giorni,
per cento anni.
♥
Loki la stringe,
la ghermisce, affonda le dita nelle curve
morbide, il naso nell’incavo del collo e tra i capelli
dorati, sciolti e
ribelli. Le assaggia la bocca, un labbro dopo l’altro,
fremendo al contatto col
suo corpo snello e sinuoso, fatto per essere accarezzato ed esplorato
–
posseduto, amato, adorato. Ha viaggiato nelle infinite variabili
offerte dal
tempo. Nelle realtà distorte e da correggere, nelle versioni
alternative che
gli hanno consentito di vedere dove portasse ogni singola scelta, anche
la più
banale e insignificante.
Lei era una
– anzi, era la costante.
Lei era la
nostalgia.
Lei era la luce
che illuminava il buio della distruzione,
l’ultimo pensiero prima di chiudere gli occhi, la firma da
rintracciare.
Le dita di Sigyn
gli graffiano la schiena, il suo corpo
s’inarca, vinto dal desiderio, e lui la stringe, per quei
brevi minuti che si
sono concessi, tra una piega del tempo e l’altra.
“Dea
della fedeltà, non dovresti aspettarmi,” le dice, ammette,
quando, stanchi ed esausti, riposano in un letto gualcito che sa di
loro, le
dita intrecciate.
Sigyn sorride
appena. Osserva il profilo virile e affilato
dell’amore che la insegue in questa vita e nelle altre, pensa
ai lacci
invisibili che li legano. “Nemmeno tu dovresti tornare,
però lo fai, Loki.”
[parole: 501]
Shilyss
L’angolo di Shilyss
Care Lettrici e cari Lettori
del mio cuore ♥ ♥!
Qualche giorno fa è
uscito
il trailer della serie di Loki e, come
c’era da aspettarsi, io sono
implosa dentro, quindi vi beccate questa flash (sono 501 parole, di
meglio non
ho proprio saputo fare) liberamente tratta da. Non ho molto da
aggiungere – c’è
Sigyn che attende, lui che torna, entrambi che non sanno fare a meno
l’uno dell’altra.
Trovate dei riferimenti
sparsi a Fabrizio De André (almeno due).
Vi informo che il capitolo
8 di Ciò che resta
delle tenebre è quasi finito e
potrebbe uscire entro il weekend e che presto voleremo (metaforicamente
parlando, s’intende) a Berlino nel 1982 e sul campo di
battaglia di Vanheim
(anche perché Accordo
compie 3 anni).
Ringrazio chi listerà,
recensirà o semplicemente leggerà questa storia: a parte gli scherzi
(lokini) siete importanti e sappiate che leggo tutti i vostri commenti
e non vi
mangio. Spesso non rispondo pubblicamente, ma se vi palesate lo faccio
e sono
molto alla mano, ecco.
Ricordo che il personaggio
di Sigyn, tolto quello che trovate alla voce
“Sigyn” su Wikipedia, è una mia
personale interpretazione/reinterpretazione/riscrittura. Non vi
autorizzo a ispirarvi
o peggio a questa versione o alle altre storie da me postate
né qui né altrove
(peggio mi sento con le fiabe, come questa) e lo stesso vale per gli
headcanon
su Vanheim, su Loki o su Asgard stessa. Creare un mondo con usi e
costumi non è
uno scherzo.
A presto e grazie per tutto
l’affetto/sostegno/cose, vi si lovva (e spero voi lovviate
me).
Vostra,
Shilyss