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Autore: Vianne1013    19/04/2021    2 recensioni
Innanzittutto dico che tutti i personaggi di CH non sono miei (magari lo fossero avrei creato il panico tra Ryo e Kaori!) . La fan fiction è inspirata alla leggenda di Tanabata e spero che vi piaccia.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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La giornata trascorse in maniera tranquilla. Ryo non mollava un attimo Kaori, pretendeva di sorvegliarla costantemente, anche nei momenti in cui lei si recava in bagno.
La cosa a Kaori non fece affatto piacere ed ebbe l’accortezza di comunicare la sua opinione all’uomo sotterrandolo con un Konpeito di 250 T.
Nonostante tutti i boati e le urla che si avvertivano dalle mura di casa Hikinose, comunque le ore scorrevano tranquille e in poco tempo il cielo s’imbrunì e venne l’ora di cambiarsi per la cena.
Scortata dalla signora Moriko e da Ryo, Kaori arrivò nella stanza che inizialmente era stata assegnata ad entrambi e che ora invece veniva usata soltanto dall’uomo.
Visibilmente imbarazzata dalla situazione la sweeper congedò la signora Moriko.
“Signora Moriko, può andare ora, mi cambierò in tempo per la cena.”
La donna guardò la sweeper con aria interrogativa, poi volse uno sguardo interrogativo verso Ryo, che visibilmente imbarazzato cercò di ignorare gli occhi magnetici di quella vecchietta tanto minuta quanto insistente.
“Sicura che non le serva nulla signorina Kaori?”
“Non ho bisogno di nulla signora Moriko. Grazie.”
Detto questo sempre squadrando l’uomo dai capelli corvini, la vecchietta si allontanò e una volta uscita, richiuse la porta dietro di sé.
“Non mi piace quella vecchia, ti sta troppo appiccicata.” Sbuffò Ryo.
“Non trattarla male, si è dimostrata molto protettiva con me.” Lo sgridò Kaori.
“Si tu hai ragione ma…non mi piace, mi ha guardato in modo strano!”
“Forse perché non siamo marito e moglie e nonostante tutto io mi cambio mentre tu sei presente in stanza?”
“Ma che vuol dire? Abbiamo già fatto l’amore è naturale che io stia qui con te no?”
“Si ma lei non lo sa….che noi ab-abbiamo….” Cercò di dire la donna arrossendo violentemente.
L’uomo la guardò con tenerezza e le si avvicinò lentamente.
Quando Kaori avvertì il suo passo, istintivamente iniziò ad indietreggiare, finendo contro la parete della stanza, senza alcuna via di scampo.
In poco tempo Ryo fu davanti a lei e l’osservava con aria bramosa.
Una paura irrazionale assalì la donna, il cuore iniziò a batterle all’impazzata facendole quasi esplodere il petto, uno strano calore le invase il corpo e tutte le sue membra s’irrigidirono improvvisamente.
“R-Ryo…..” disse con un filo di voce.
La sua mente l’abbandonò nel momento in cui l’uomo fu abbastanza vicino da permetterle di assaporare l’odore di muschio bianco del suo dopobarba.
L’uomo la chiuse istintivamente tra il suo corpo e la parete. Le sue mani si poggiarono sul legno chiaro all’altezza del collo della donna e i suoi occhi non abbandonarono quelli nocciola di lei, confusi e allo stesso tempo curiosi.
La mano ruvida di Ryo raggiunse la pelle sotto il mento di lei e gustandone la delicata morbidezza, le alzò il viso forzandola a guardarlo dritto nelle pupille nere come la pece.
A quel contatto Kaori si perse completamente, tutto quello che sapeva era che lei e Ryo erano soli nella loro stanza e che lui aveva intenzioni decisamente poco platoniche nei suoi confronti.
“Ryo……” tentò di dire la donna “Ryo mi devo cambiare ci stanno aspettando.”
L’uomo si avvicinò ancora di più al viso della donna e con voce roca disse: “ E tu lascia che aspettino.”
In un attimo la divorò con fame repressa, con un desiderio pungente quasi disperato.
Come un avvoltoio prese possesso delle sue labbra e le torturò senza pietà, senza permetterle di respirare.
A nulla valsero le proteste verbali di Kaori, tra una boccata d’aria e l’altra, l’uomo non accennò a fermarsi, aveva deciso di farle girare la testa sul serio e niente riusciva apparentemente a fermarlo.
Avvolto dalla frenesia della passione Ryo si tuffò nell’incavo del suo collo e iniziò a marchiarla.
Mordeva…succhiava….torturava la pelle chiara della donna, senza un briciolo di pietà.
Era sua….SUA e di nessun’altro e nessuno l’avrebbe portata via da lui.
“Ryo ti prego….” Implorò esausta la donna.
“Ti prego cosa?” le soffiò lui sulle labbra.
Contrariamente a quanto si aspettasse Kaori disse: “ Ti prego fermati, non possiamo ora…..devo-devo cambiarmi per la cena.”
Niente. L’uomo non ascoltò nessuna preghiera e continuò a soddisfare il desiderio che aveva di lei.
Le sue mani iniziarono a viaggiare sul kimono di seta della donna, mentre le labbra ricominciavano con la tortura precedentemente interrotta.
Impossibilitata a resistere a tale gioco, Kaori perse completamente il controllo.
Con decisione mista a disperazione, si aggrappò all’uomo, strusciandosi con foga addosso a lui e mandandolo completamente in orbita.
L’uomo d’altro canto, si gustava ogni singola reazione della donna, cercando di ignorare la sofferenza provata dalla sua eccitazione soffocata dalla stoffa dei jeans.
Ebbro di tutta frenesia che stava provando, arpionò entrambi i polsi della donna e con una mano l’incatenò sopra i suoi capelli rossi mentre con l’unica sua mano libera si faceva strada tra la seta del kimono e il seno imprigionato in esso.
Il gioco durò poco, il tessuto fragile riuscì a resistere molto poco alla fame di Ryo e in poco tempo le sue dita riuscirono a trovare il capezzolo eccitato di Kaori.
Non passò molto tempo che anche la bocca dell’uomo lo trovò e iniziò a gustarlo con sana soddisfazione.
Ogni movimento della sua bocca mandava scosse elettriche a tutto il corpo della donna che a stento cercava di mantenere la mente lucida.
Ogni suo pensiero venne spazzato via mentre il piacere prendeva il sopravvento nella sua mente.
La tensione continuava a salire, mentre l’uomo marchiava e conquistava la soffice morbidezza del suo seno e la forte caparbietà dei suoi capezzoli.
Kaori era allo stremo delle forze ma ancora non sapeva cosa la stesse realmente aspettando.
Come un fulmine, prendendola in contropiede, Ryo usò la sua gamba sinistra per separare quelle di lei e insinuarsi sotto il tessuto, a diretto contatto con la sua femminilità.
I suoi occhi non lo avevano ingannato, come aveva precedentemente supposto, con sua grande gioia Kaori non indossava la biancheria intima sotto il vestito e questo lo portò ad emettere un ringhiò di soddisfazione.
“Ryo….”
Una supplica che non venne affatto ascoltata, anzi lo portò ad approfondire il gioco con ancor più foga di prima.
La gamba dell’uomo iniziò a muoversi stuzzicando la donna a diretto contatto con la pelle.
Ogni movimento era una scossa e ogni scossa era un gemito che usciva dalla gola di Kaori e che veniva intrappolato dalle labbra affamate di Ryo.
Riusciva a sentirla anche attraverso il tessuto spesso dei jeans, riusciva a percepire quanto desiderio ci fosse in lei, quanto desiderasse inconsciamente essere ancora una volta toccata da lui.
In uno stato quasi febbrile, con il corpo di Kaori stretto al suo, decise di conquistare l’ultima meta che gli spettava di diritto.
Le sue dita vogliose, ruvide, bramose incontrarono il gioiello che la donna custodiva tra le gambe e per poco non gemette di piacere al contatto.
Era umida, era bagnata….Dio se lo era. Era un fiume di miele in piena che inondò completamente la sua mano. Era calda, accogliente ed era SUA….perchè era LUI, l’unico a potersi beare di tanto ben di Dio.
Il piacere che lei di notte si provocava pensando a lui non poteva affatto competere con quello che le stavano facendo provare le dita forti e ruvide di Ryo.
E quando oltre a sfiorarla, iniziarono ad esplorarla intimamente, Kaori sentì che stava perdendo la cognizione del tempo e che l’unica cosa certa era che il suo corpo apparteneva solo a Ryo.
Il gioco continuava ed entrambi erano ormai ad un passo dal venir divorati dal loro stesso fuoco.
Il primo orgasmo di Kaori, arrivò all’improvviso.
L’uomo riuscì ad avvertire le sue pareti contrarsi attorno alle sue dita e mentre veniva inondandolo con il suo piacere, la donna gemette a fior di labbra il suo nome.
Ryo la guardò. Era bellissima, con i capelli arruffati e bagnati, le gocce liquide le contornavano il viso e le accarezzavano la pelle del corpo, mentre le labbra rosa era diventate rosso fuoco ed erano gonfie e martoriate dalla sua voglia di farla godere come non mai.
Ansimante e affannata Kaori guardò il suo amante e lo chiamò.
“Ryo…..Ryo…..”
“Shhh va tutto bene.” Le disse prima di assaporarla di nuovo.
Tra un bacio e l’altro Kaori cercò di attirare l’attenzione di Ryo dicendo: “Ryo ti prego…..”
“Ti prego cosa?” ripetè ansimando, temendo che la risposta potesse essere la stessa di prima.
“Fai l’amore con me.”
E lui ascoltò questa richiesta.
Mentre Kaori scioglieva l’unica cosa che teneva in piedi il suo kimono, Ryo si liberò in pochi istanti di tutti i suoi vestiti e comparve completamente nudo davanti a lei.
La donna lo osservò ammirando il suo corpo statuario e desiderandolo ancora più di prima.
Non passò molto tempo prima che Ryo accorciasse le distanze tra loro e raggiungesse la sua donna in piedi davanti a lui.
L’uomo non smetteva di osservarla, di accarezzare ogni singolo centimetro della sua pelle con lo sguardo e di bramarla ad ogni singolo respiro.
Le prese il viso tra le mani e l’assaporò ancora, per niente sazio del suo sapore.
La strinse a sé con foga mista a delicatezza e sentendola vacillare pervasa da tutte queste emozioni lasciò che cadessero entrambi sul futon poco distante.
Una volta toccato il leggero tessuto del letto, Ryo decise di prenderla in un altro modo stavolta.
La girò facendo aderire le spalle della donna al suo torace e la strinse a sé nel tentativo di tranquillizzarla.
Kaori d’altro canto, decise di lasciare carta bianca all’uomo e si limitava a seguire i movimenti del suo amante.
Non smettendo di toccarla, assaporarla e amarla, Ryo si posizionò dietro di lei e stavolta con dolcezza e delicatezza la strinse sempre con forza a sé e la penetrò.
La donna ci mise un po’ ad adattarsi nuovamente alle dimensioni dell’uomo e non potè evitare di emettere un gemito di dolore.
Accarezzandola con dolcezza, l’uomo le mise una mano tra i due seni e una sul fianco e avvicinandola al suo corpo iniziò a guidarla nei movimenti.
Iniziarono una danza strana, misteriosa, meravigliosa, senza tempo né ritmo.
Kaori iniziò piano piano a gustarsi quelle sensazioni nuove di piacere e avvinghiata al corpo del suo amante lo seguiva istintivamente senza pensare a nulla.
Tutti i loro muscoli erano tesi.
La donna poteva sentire nel suo ventre la forza contenuta nelle spinte dell’uomo che risuonavano dentro di lei.
L’uomo spingeva e si muoveva provocandole scosse e brividi in tutto il corpo. Era forte, dolce, controllato, infuocato….era semplicemente LUI e quello era il suo modo di adorarla.
La stava amando, con dolcezza, con veemenza, con forza, con la delicatezza tipica maschile.
Le stava dicendo che era SUA per sempre, la stava marchiando come SUA e mai nessuno l’avrebbe avuta oltre a lui.
“Sei mia. Solo mia e lo sarai per sempre.” Le disse con voce roca prima di morderle il lobo dell’orecchio.
A sentire queste parole Kaori gemette di piacere come mai aveva fatto finora.
Lo aveva accolto dentro di sè e accettato come suo uomo, amante, compagno e aveva fatto la scelta di appartenergli per sempre.
Ci vollero poche spinte prima che Kaori raggiunse l’orgasmo tanto aspettato, seguita successivamente da Ryo che gemette con foga contro il suo collo e avvinghiati l’uno all’altro si avvolsero nella delicata stoffa del futon.
Ryo le scostò i capelli bagnati da sopra gli occhi e le domandò:
“Ti ho fatto male anche stavolta?”
La rossa scosse la testa in cenno negativo e sorridendo rispose: “E’ stato meraviglioso anche stavolta.”
E stringendosi di nuovo a lui lo baciò.
“Rimarrei avvinghiato a te per sempre.” Le soffiò sulle labbra.
L’incantesimo durò poco perché improvvisamente udirono picchiare alla porta della stanza.
Era Saeko.
“Ryo. Ryo ci sei?”
L’uomo fece cenno alla donna di fare silenzio e si apprestò a rispondere.
“Ah Saeko che vuoi? Stavo facendo una così bella dormita!” mentì spudoratamente.
“Ah davvero?”
“Si davvero. Che accidenti vuoi?”
“Volevo sapere se Kaori è con te. Vi stiamo aspettando per cenare.”
“No non l’ho vista. Perché?”
“Ma che strano. Eppure la signora Moriko mi ha detto che vi ha accompagnato in stanza e visto che Kaori non è nella mia, suppongo si trovi nella tua.”
“Supponi male.” Disse Ryo continuando a mentire sotto lo sguardo interrogativo di Kaori.
“Ryo Saeba se non vuoi pentirti di essere nato dimmi subito dov’è Kaori!” urlò la poliziotta oltre la porta.
“Saeko ti ripeto Kaori non…..” ma non potè terminare la frase che la sweeper gli tappò la bocca e rispose.
“Saeko sono qua che succede?”
“Ah meno male. No niente era solo per avvertirvi che stiamo per cenare. Sbrigatevi!” E detto questo si allontanò.
“Ma perché le hai detto che eri qui? Ora tutti capiranno.”
“Hanno già capito.” Rispose la donna.
“Come? Quando?”
“Stamani quando mi hai lanciato quell’occhiata da ti-voglio-qui-in-questo-istante-togliamoci-i-vestiti-immediatamente.”
Sentite queste parole l’uomo si bloccò e dopo averla fissata per alcuni minuti disse:
“Ma io non ti ho guardata in quel modo.”
“Vorresti forse negarlo?”
Ryo guardò la socia e messo alle strette confessò dicendo:
“E va bene avevo una voglia matta di te……”
Poi guardandola con occhi bramosi e ancora insoddisfatti continuò dicendo: “ E a dire la verità ce l’ho ancora.”
“Altolà!” gli urlò Kaori brandendo un enorme martello da 400 T.
“Ma Kaori-chan il piccolo Ryo ha fame di te.” Disse l’uomo diventando piccolo piccolo alla vista di tale arma.
“Il piccolo Ryo dovrà aspettare!” gli ruggì la donna.
“Ma non è giusto!” iniziò a piangere l’uomo e non ebbe nemmeno il tempo di accorgersene che Kaori, dopo essersi vestita, lo aveva completamente rivestito e dopo averlo minacciato con il martello, lo stava trascinando giù per le scale per raggiungere gli altri a cena.






Continua……….
   
 
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