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Autore: Betty    18/05/2005    11 recensioni
Un incontro casuale tra l’affascinante Benjamin Price e Nicole, ragazza timida e ahimè con qualche chilo di troppo. Non hanno niente in comune, ma il destino li ha già fatti incontrare e chissà che non possa farli innamorare…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13

Per prima cosa chiedo umilmente perdono per aver interrotto la fanfic, purtroppo è stato un periodo molto negativo. Ma adesso sono tornata, più felice, più grintosa e più magra! Lo so che non ve ne fregherà niente ma fino ad oggi ho perso la bellezza di ben 12 kg e mezzo. Non sono un figurino e non lo sarò mai, ma adesso mi sento veramente bene.

Non riuscirò ad aggiornare come all’inizio, cioè molto spesso, perché mi è aumentato il carico di lavoro (è lo stipendio che è sempre quello!) comunque mi metterò di impegno per finire questa storia. Farò del mio meglio, prometto! Un abbraccio Betty

 

CAPITOLO 13

Nicole appose l’ennesima firma sui documenti per il passaggio di proprietà della casa, quella mattina Benji era arrivato a prenderla puntuale come sempre e senza dire un parola si erano diretti dal notaio.

"Signorina, questa è l’ultima" disse l’uomo di fronte a lei. Nicole fece un sorriso tirato e firmò l’ultimo documento.

Accanto a lei Benji osservava senza parlare, sembrava che aveva perso di colpo l’uso della parola, e per la prima volta da mesi Nicole non riuscì a leggere nei suoi occhi nessun sentimento, sembrava la copia del SGGK che si vedeva sui giornali di qualche anno prima. Così altero e distaccato e irraggiungibile.

"Con questa abbiamo finito, Signorina Rikter le farò avere al più presto tutta la documentazione autenticata. Da questo momento l’appartamento è di sua proprietà."

"Grazie" disse Nicole dando la mano al notaio.

"Grazie a voi. Signor Price sono contento di averla rivista"

"La ringrazio di tutto." Disse cortesemente Benji poi si diresse verso la porta seguito da Nicole.

Il silenzio tra i due continuava imperterrito, Nicole osservò la schiena imponente dell’uomo che la precedeva e decise che non potevano continuare con quell’atteggiamento.

Aspettò che fossero in auto e poi disse: "Benji, noi due dobbiamo parlare"

"Nicole ti ho già detto che mi dispiace, non succederà più!" disse l’uomo abbassando lo sguardo.

"Perché l’hai fatto?" chiese con un filo di voce la ragazza.

"Non lo so è stato un impeto, un’azione non controllata dalla mia testa"

"Era solo un’esigenza, eri in astinenza così hai deciso di sfogarti con me?" disse Nicole irata.

"No! Non è così."

"Allora spiegami cosa ti passa per la testa, perché non riesco proprio a capirlo."

Benji osservò gli splendidi occhi di Nicole, in quel momento erano accessi dalla rabbia, dalla delusione. Non poteva, anzi non voleva farla soffrire. Resto in silenzio, silenzio che fu frainteso dalla ragazza.

"Visto che non hai niente da dirmi, è meglio se ci salutiamo qui. Quando saprai spiegarti sai dove abito." Così dicendo Nicole scese dell’auto e se ne andò.

Benji appoggiò la testa al sedile e chiuse gli occhi "Sono solo uno stupido!" disse a se stesso.

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Nicole camminava lentamente, gli occhi umidi, la mente rivolta ad un unico pensiero o meglio ad un’unica persona.

Ripensò al suo bacio, era stato così esigente, così disperato non le era sembrato solo un bisogno di quel momento, le era sembrato che volesse dire qualcosa di più. Si era illusa e la conferma l’aveva avuta dal silenzio di Benji. Ma quelle domande senza risposta le giravano continuamente nella testa e non riusciva a scacciarle.

"Troppe domande.." disse Nicole a bassa voce. Osservava le vetrine del centro senza però vedere quello che c’era esposto, non sentì neanche la voce che la chiamava.

"Nicole!" urlò la ragazza mettendosi davanti a lei.

"Lisa! Ma ti sembra il modo di urlare!"

"Ma non mi hai sentito, sono cinque minuti che ti chiamo!" protestò la ragazza.

"Scusa ero soprappensiero"

"Vediamo, alto, muscoloso, moro con gli occhi scuri?"

"Esatto!" rispose sconsolata Nicole.

"Cos’è successo?"

"Mi ha baciata.."

"Ma è bellissimo!" esclamò Lisa.

".. ma poi si è scusato, dicendo che non voleva."

"Questo è meno bello"

"Infatti."

"Dai ti offro una bella cioccolata con panna. Ti serve un po’ di dolcezza mentre mi racconti quello che è successo."

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Osservava quelle carte senza in realtà leggerle, come poteva recuperare il rapporto con Nicole? In realtà pensava che niente sarebbe tornato come prima. Di certo era stato da stupido baciarla e poi ancora più stupido a scusarsi, senza riuscire a spiegarsi.

Sospirò per l’ennesima volta e non si accorse che qualcuno era entrato in ufficio.

"Sig. Price?" disse una voce conosciuta.

Benji alzò lo sguardo e si ritrovò davanti il Sig. Makamoto il responsabile della sede di Tokyo.

"Makamoto, è successo qualcosa?" chiese non capendo il perché della visita dell’uomo.

"Non si ricorda avevamo un appuntamento."

Benji si portò una mano alla testa e disse: "Mi scusi, me ne ero completamente dimenticato. La nuova gestione.."

"Esatto ho qui tutti i documenti che mi ha richiesto."

"Prego si accomodi, mi permetta di scusarmi nuovamente, ma questi ultimi giorni sono stati frenetici."

"Immagino, non è facile portare avanti un impero come questo. Molti a Tokyo non avrebbero scommesso un solo yen su di lei." Disse sinceramente l’uomo, era stato l’unico a Tokyo che aveva cercato di aiutare Benji Price quando era subentrato al padre, pochi avevano capito che aveva la grinta e le possibilità per prendere il posto del vecchio Price. Ed ora si ritrovava in Germania a discutere il nuovo assetto dell’azienda a partire dalla dirigenza, sorrise pensando che forse avrebbe avuto presto un sostanzioso aumento di stipendio.

"Lo so, solo lei e pochi altri mi avete dato fiducia è per questo che devo far capire che il nuovo capo sono io. Mio padre era un abile imprenditore, ma ora non c’è più e io non sono solo un calciatore senza cervello come mi definisce qualcuno dei suoi collaboratori."

"Allora mi permetta di suggerirle una cosa. La sede di Tokyo è pur sempre, agli occhi di molti, la sede storica della Price Corporation, sarebbe quindi auspicabile che lei passi qualche mese a Tokyo per farsi conoscere e per poter sovrintendere questa ristrutturazione."

Benji alzò la testa di scattò, andare a Tokyo? Erano anni che non metteva piede in Giappone e poi non poteva lasciare Amburgo, non poteva lasciare Nicole..

"Cosa ne pensa?" chiese Makamoto.

"Non so, ci devo pensare, dopotutto gestisco tutto da qui.."

"Ma la sua presenza a Tokyo potrebbe sedare molte delle proteste che sicuramente ci saranno dopo l’inizio della ristrutturazione aziendale."

"E’ vero, però mi permetta di pensarci, se non mi sbaglio si tratterrà qui per qualche giorno."

"Partirò venerdì mattina."

"Per allora le avrò dato la mia risposta." Disse Benji "Adesso però continuiamo con l’analisi dei documenti."

Makamoto sorrise, sapeva che Benji Price lo avrebbe raggiunto a Tokyo e la sua posizione sarebbe stata definitivamente confermata.

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Nicole era appena rientrata in casa e si buttò letteralmente sul divano, si era sfogata con Lisa, ma dentro di lei qualcosa le rodeva ancora.

Si alzò diretta verso la cucina alla disperata ricerca di qualcosa da mangiare ma mentre frugava freneticamente alla ricerca di qualcosa di ultra calorico, ebbe una orrenda visione, se stessa in quella casa, sdraiata sul quel divano, grassa e sola.

La mano che aveva afferrato il pacchetto di patatine si ritrasse immediatamente, poi lo afferrò di nuovo e lo buttò nel cestino, in poco più di dieci minuti la spazzatura era ricolma di dolci e schifezze varie.

"Basta!" disse mentre chiudeva il sacchetto colmo "da oggi si cambia, da oggi nasce una nuova Nicole!"

Consultò la sua agenda, prese la giacca ed uscì nuovamente di casa.

Mezz’ora dopo si trovava nello studio del suo medico curante, quando entrò il dottor Scheffer le sorrise.

"Nicole, come stai? Mi dispiace per i tuoi genitori."

"Grazie, adesso sto un po’ meglio."

"Come mai questa tua visita?"

"Voglio dimagrire, sono stanca di dover prendere la taglia L e di non poter mettere niente di aderente. Non mi interessa quanto tempo ci metterò, e non voglio nemmeno una taglia 42 perché tanto so che è umanamente impossibile, però se riuscissi ad arrivare ad una 46 tendente alla 44, sarei contenta." Disse tutto d’un fiato la ragazza.

"Ti vedo convinta ed è questo che conta. Te lo dico anche se lo sai già, sarà dura ma ti assicuro che quando vedrai i risultati vedrai che ne sarà valsa la pena. Per prima cosa, dobbiamo fare tutte le analisi del caso e poi possiamo iniziare questa dieta."

"Ah! Non inizio subito?" chiese delusa Nicole.

Il dottor Scheffer sorrise "Nicole tu sei sovrappeso ma sei anche gonfia, voglio solo controllare che tu non abbia qualche insofferenza alimentare."

"Mi affido a lei, completamente"

"Bene, per prima cosa, quanto pesi?"

Nicole arrossì imbarazzata " 70… e mezzo" disse a bassa voce.

"Sei alta?"

"Non abbastanza! Comunque sono 1 e 57, facciamo 58"

"Quindi dovresti pesare circa 55-56 chili. Devi perdere 15 chili. Non fare quella faccia, non è impossibile, l’unico obiettivo da porci e perdere almeno due chili al mese."

Nicole per un attimo pensò che non ci sarebbe mai riuscita, ma poi la sua forza di volontà ebbe la meglio e sorrise convinta.

La nuova Nicole non avrebbe più dovuto dubitare di se stessa.

 

 

 

 

 

 

 

  
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