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Autore: Stekao    30/04/2021    10 recensioni
"Dove andró adesso, che faró?" Questo si ritrova a dire Kaori nel manga, nell'episodio di Sonia, dopo il combattimento avvenuto fra Ryo e Falcon al cimitero... Per amore di Ryo e sentendosi una partner non degna, sarebbe stata disposta ad andarsene subito e a lasciare il suo posto a Sonia... sappiamo peró, che nel manga le cose si sono fortunatamente sistemate in fretta... Ma se invece Kaori avesse messo davvero in atto il suo proposito di andarsene? Se Sonia avesse accettato di prendere il suo posto? Ryo cosa avrebbe fatto?
Il mio what if parte da questa idea, ma saranno una vecchia vicina di casa e una donna "scomparsa" a dare la giusta spinta per far evolvere le cose tra i nostri due adorati sweepers.
Ps. Mi sono divertita ad inserire qua e là piccoli dettagli e dialoghi tratti dal manga, ma catapultandoli ovviamente in un contesto del tutto diverso... Spero di riuscire a farveli cogliere tutti, a voi scoprirli!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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3. RIFLESSIONI

Kaori, ancora basita di fronte a quell’informazione, continuava a chiedersi come fosse possibile che Midori avesse lasciato i suoi figli per ritrovarsi a lavorare come coniglietta in un locale di Susami.

Tomoko aveva ragione... C’era qualcosa di davvero molto strano in tutta quella faccenda.

“Devo andare a Susami subito, devo parlare con Midori e capire cosa sta succedendo” disse Kaori alzandosi in fretta dalla panchina

“Bene socia, sono pronto” rispose Ryo alzandosi a sua volta

“Ti ringrazio Ryo per avermi portato queste informazioni ma io… beh, non serve che tu venga con me, io...sì, insomma, non è un incarico ufficiale per city Hunter e io, ecco… ”

“Andiamo Kaori, non ho fatto tutti questi chilometri per niente, te l’ho detto… dove c’è una signorina mokkori io non posso mancare!”

“Ma ci sono tante signorine mokkori anche a Tokyo, perché ti ostini a volermi seguire?”

Ryo non avrebbe mai ammesso di non volerla lasciare mai più sola neanche per un secondo, per cui si ritrovó a risponderle la prima scemenza che gli venne in mente

“Sono io l’esperto di quel genere di locali… come pensi di poter entrare senza dare nell’occhio?”

“Beh, mi dici sempre che sono un uomo.. Non dovrei dare tanto nell’occhio!” rispose Kaori piccata

“E poi chi ti dice che dobbiamo incontrarla al locale? Potrei presentarmi a casa sua…”

“Non dire sciocchezze Kaori, non sappiamo che cosa ci nasconda e con chi condivida la casa.. La cosa migliore è senz’altro prenderla alla sprovvista magari richiedendo le sue prestazioni nella riservatezza di un privè” disse l’uomo con sguardo sognante e la bava alla bocca

“Smettila cretino!” lo redarguì Kaori colpendolo con un grosso martello da 100 tonn

“Ma cosa hai capito Kaori… è ovvio che non approfitterei della situazione ma solo per farle le giuste domande” rispose Ryo accarezzandosi la testa dolorante

“Non se ne parla... Dovrò esserci anche io, in qualche modo faremo.. Ricordi la prima volta che ci siamo conosciuti no? Ero travestita da uomo al punto da ingannare anche te… non sarà difficile fare lo stesso”

Ryo sorrise… avrebbe voluto confessare che ricordava perfettamente che quella non era la prima volta che l’aveva vista, ma che già tre anni prima la sua piccola sugar Boy aveva fatto capolino nella sua vita colpendolo con la sua dolcezza e la sua tenacia… ma preferì tacere. Forse un giorno sarebbe arrivato il momento giusto per confessarglielo…

“E va bene, ma questa missione la affronteremo insieme… d’accordo partner?” disse Ryo rivolgendole uno di quei sorrisi che avevano il potere di scioglierla all’istante…

“Ok, hai vinto!” sbuffó fintamente Kaori, felice che Ryo la considerasse e la volesse ancora, come sua partner.

Kaori preferì non dire niente a Tomoko, non voleva che si preoccupasse o che rimanesse turbata da quella nuova rivelazione.

Preferì quindi fingere di dover andare via con Ryo per una questione urgente, ma promettendole che sarebbe tornata da lei nel giro di pochissimi giorni.

E così, preparando il suo piccolo borsone con lo stretto necessario, lei e Ryo si ritrovarono in viaggio verso Susami.

Avrebbero impiegato circa quattro ore per raggiungere la destinazione e durante il tragitto Kaori non potè fare a meno di fissare Ryo di sottecchi chiedendosi se avesse fatto bene ad accettare che la accompagnasse.

Ancora le risultava difficile credere che lui l’avesse raggiunta a casa di Tomoko per consegnarle le informazioni di cui aveva bisogno.

Una telefonata sarebbe stata più che sufficiente e invece Ryo aveva scelto di accompagnarla ed aiutarla a risolvere quello strano caso... Che lo avesse fatto davvero spinto dall’avvenenza di Midori? Del resto le foto allegate al fascicolo che Saeko gli aveva dato, avrebbero fatto girare la testa a più di uomo e Dio solo sapeva se Midori non era proprio il tipo di donna che piaceva a quel debosciato di Ryo… ma fare tutto questo solo per una donna? A Tokyo lo sweeper, senza la presenza di Kaori, avrebbe potuto dare sfogo liberamente a tutte le sue perversioni e incontrare tutte le donne che voleva… portandosele anche a casa… A quel pensiero il cuore di Kaori si contrasse nel petto… Sapeva quanto successo avesse Ryo con il genere femminile e aveva sempre cercato di reprimere l’idea di lui tra le braccia di qualcun’altra, ma certe immagini la perseguitavano da anni e non sarebbe stato mai facile liberarsene.

Tutto sommato era felice che Ryo, decidendo di presentarsi a casa di Tomoko e confessandole di non lavorare con Sonia, avesse in un certo senso ammesso di volere lei come socia nonostante la sua avventatezza, la sua scarsa preparazione e la sua immensa capacità di cacciarsi nei guai... era una importante dimostrazione da parte del socio nei suoi confronti, ma Kaori non poteva fare a meno di ripetersi che tornare a lavorare con lui non sarebbe stata la scelta migliore… avrebbe commesso di sicuro un nuovo pasticcio e Ryo si sarebbe ritrovato a rischiare di nuovo la vita per lei e poi…e poi…lei lo amava e quel fatto non sarebbe cambiato mai, per niente al mondo… Sarebbe stata davvero disposta a rimanergli accanto per sempre solo come socia di lavoro? A vederlo conteso fra migliaia di donne che avrebbero avuto tutte quelle attenzioni che a lei non sarebbero state riservate mai? Aveva deciso di andare a Nagoya per liberarlo dalla sua presenza ingombrante nella sua vita, ma allo stesso tempo sperava che, lontano da lui, il dolore provato per quel suo amore non corrisposto, avrebbe finalmente trovato un po’ di sollievo e invece in quel momento eccoli di nuovo lì, insieme… tutti i suoi piani si erano dissolti come neve al sole… non restava che affrontare quel nuovo caso con lui, ma non appena terminato, avrebbe davvero dovuto decidere cosa farne della sua vita.

Ryo continuava a guidare voltandosi di tanto in tanto stranito nel vedere la socia in silenzio, completamente assorta nei suoi pensieri. Era felice di essere di nuovo con lei, quei pochi giorni di lontananza erano stati senz’altro troppi, ma Kaori gli era parsa un po’ a disagio nel rivederlo e il fatto poi che non volesse essere accompagnata da lui a Susami gli aveva dato parecchio da pensare.

Sapeva che anni e anni di denigrazioni, di parole dure e di atteggiamenti discutibili avevano insinuato in lei una profonda insicurezza e per la prima volta si ritrovó a temere che forse quella fuga a Nagoya nascondesse molto di più di ciò che gli aveva detto. Che fosse stufa di lui? Della vita che per tutti quegli anni era stata costretta a condividere con un pessimo elemento come lui?

D’improvviso quel pensiero orribile si insinuó nella sua mente lasciandolo turbato per gran parte del tragitto.

Arrivarono a Susami nel tardo pomeriggio.

“Dovremmo trovare un albergo adesso…” disse Kaori una volta sopraggiunti in città.

“Sono d’accordo…” rispose Ryo cominciando a guardarsi intorno.

Susami era una graziosa cittadina sul mare e non fu difficile trovare un hotel che potesse ospitarli.

“Sì, abbiamo camere disponibili” disse il receptionist del primo albergo in cui entrarono

“Una camera matrimoniale giusto?” proseguì lui

“Oh, no no!” rispose prontamente Kaori arrossendo

“Una camera doppia e una singola grazie”

“Perché una doppia e una singola?” Chiese Ryo guardandola stranito

“Perché confido nel fatto che stanotte Midori venga via con noi” rispose Kaori risoluta

“Oh, grazie Kaori per aver pensato a una camera per me e Midori” ribatté Ryo con la bava alla bocca.

“Non dire cretinate, Midori starà in camera con me e guai a te se ti azzardi ad importunarla quando la troveremo” disse Kaori guardandolo in cagnesco ma sapendo che, qualunque raccomandazione gli avesse fatto, Ryo non l’avrebbe assolutamente seguita.

Perché diamine aveva accettato di farsi accompagnare da lui? Sospiró rassegnata.

“Ti va di andare a mangiare qualcosa?”

A quella domanda Kaori si ridestó immediatamente dai suoi pensieri

“È quasi ora di cena e avrei fame” insistette lui

“Va…va bene” rispose Kaori in imbarazzo. Solo il quel momento realizzò che, in tutti quegli anni insieme, non si erano mai ritrovati soli fuori da Tokyo. Era come se stessero condividendo una piccola vacanza e forse Ryo, per la prima volta, non sarebbe “scappato” lasciandola sola…

Dopo aver sistemato i bagagli nelle loro stanze, si avviarono verso la spiaggia poco distante dall’hotel.

“C’è un furgone che vende hamburger laggiù, ti andrebbe bene? Potremmo comprarne un paio e mangiarli sulla spiaggia” chiese Kaori spontaneamente e Ryo la fissó per un attimo sorridendo. Una qualunque altra donna gli avrebbe chiesto di cenare in uno dei tanti localini romantici siti sul lungomare ma Kaori no, nella sua più completa semplicità si sarebbe accontentata di un panino.

La realtà è che lei conosceva tutto di lui, anche il fatto che non avesse mai un soldo in tasca, e non pretendeva mai niente, lo accettava così…squattrinato, insopportabile, debosciato e scansafatiche. Gli bastava lui, per quello che era, seppur pieno di mille difetti…le altre donne erano affascinate da city Hunter, ma solo lei conosceva davvero Ryo Saeba e teneva a lui, nonostante tutto.

Comprarono due panini e due lattine di coca per poi dirigersi lentamente verso la spiaggia.

Si sedettero sulla sabbia e cominciarono a mangiare fissando le onde del mare. Non si erano mai ritrovati a condividere un momento tanto intimo ed entrambi preferirono rimanere in silenzio per cercare di celare, per quanto possibile, la sensazione di imbarazzo che li stava pervadendo.

Kaori notó subito la presenza di tante ragazze sulla spiaggia. Non ricordava una primavera così calda da anni e per un attimo, vedere tutte quelle donne in bikini intorno a loro, la mise in agitazione.

Si aspettava che il socio la lasciasse lì da un momento all’altro per rincorrere tutte quelle belle curve davanti ai suoi occhi, ma con suo grande stupore Ryo rimase fermo a fissare l’orizzonte, perso nei suoi pensieri..

“Hai preso molto a cuore questa questione di Midori eh?” chiese Ryo all’improvviso voltandosi verso di lei

“Oh beh… non riesco a capire come sia possibile che abbia lasciato così i suoi bambini… voglio solo sapere, lo sai che sono una testa dura” rispose lei sorridendo e Ryo fece lo stesso… eccome se lo sapeva!

“Sai… qualche giorno fa ho scoperto Naomi a piangere nella sua stanza. Mi ha detto che alcuni bambini l’avevano presa in giro a scuola chiamandola maschiaccio…all’inizio ho sorriso… ho rivisto molto di me in lei, ma poi… poi mi ha chiesto se fosse quello il motivo per il quale la madre non tornasse da lei… questa sua ingenua riflessione mi ha ferita e mi ha dato molto da pensare. Io lo sai, non ho avuto una mamma… sono cresciuta in un ambiente maschile e ho imparato a fortificarmi in fretta… per quanto Hide e papà abbiano sempre tentato di non farmi mancare mai nulla, beh certi tipi di discorsi non erano proprio per loro...e poi non volevo essere un peso...ho imparato da sola ad incassare i colpi e ad essere forte di fronte alle prepotenze e alle cattiverie altrui, ma quando ho sentito le parole di Naomi beh, lei è ancora così piccola…ed è così importante sentirsi apprezzati e confortati da coloro che amiamo… lei una mamma ce l’ha e io… io non voglio che aspetti un giorno di più per sentirsi dire quanto è forte, speciale e bella per quella che è”

Ryo si sentì profondamente colpito dalle parole di Kaori…non aveva avuto una mamma che le dicesse quanto fosse speciale, aveva dovuto fare i conti da sola con la cattiveria dei ragazzini, crescere e fortificarsi… e come se non bastasse, lui, come un vero bastardo, in tutti quegli anni non aveva fatto altro che continuare a minare costantemente la sua autostima… Non avrebbe dovuto aspettare neanche lei un giorno di più per sentirsi dire che persona meravigliosa fosse e invece lui continuava a gettarle fango addosso inesorabilmente… ma che razza di uomo era?

“Scusami Ryo…” disse Kaori all’improvviso lasciando lo sweeper stupito…

“Scusarti? E perché dovrei scusarti?”

“Beh io.. Io ti ho parlato del fatto che mi sia mancata in un certo senso una figura femminile nella mia vita, ma non ho pensato che tu… ecco io, anche se per poco, ho potuto contare su un padre e su un fratello che mi hanno voluto molto bene mentre tu… ”la ragazza si interruppe sentendosi mortificata

“Scusami” ripetè

“Non devi scusarti affatto, beh… tu in questi anni con me…ecco mi sei sempre stata vicina… sì insomma… nonostante tutti i miei difetti, mi hai sopportato per quello che sono… anche io ho potuto contare su una famiglia, sei stata tu la mia famiglia Kaori… Sono io che invece…” avrebbe voluto dirle che in tutto quel tempo lei gli era stata accanto amandolo incondizionatamente, che in un certo senso era stata davvero in grado di sostituirsi un po’ ai suoi genitori così come gli aveva detto il giorno in cui Mary le aveva svelato la verità sul suo passato… Lui invece in quegli anni insieme, non era mai stato neanche capace di dirle una parola gentile, maltrattandola ogni qualvolta ne avesse l’occasione.

Ma non fu in grado di dire altro, di fronte a Kaori si ritrovava sempre a comportarsi da vigliacco.

Non poteva che provare una profonda vergogna per se stesso.

La ragazza peró, nonostante Ryo avesse deciso improvvisamente di tacere, era rimasta stupita da quella sua piccola ammissione… erano rari i momenti in cui entrambi riuscivano ad aprirsi l’una con l’altro e lei avrebbe conservato per sempre nel suo cuore quelle poche, ma significative parole che Ryo era riuscito a dirle.

Forse lui non l’amava, ma la considerava la sua famiglia e se con la sua presenza in quegli anni era riuscita un po’ ad alleviare le ferite del suo cuore, non poteva che esserne immensamente felice.

Rimasero in silenzio per qualche minuto fino a che Kaori decise di rompere quel piccolo momento di imbarazzo che si era venuto a creare fra loro.

“Ti va di sentire com’è l’acqua?” chiese alzandosi di scatto e ridestandolo dai suoi tormenti

“Come?”

“Ti chiedevo se ti va di immergere i piedi nell’acqua!” e così dicendo gli rivolse uno dei suoi dolci sorrisi afferrandolo per la mano ma, resasi in fretta conto del suo gesto così spontaneo ma al contempo così intimo, gliela lasciò immediatamente arrossendo, per poi voltarsi di scatto e correre verso il mare.

Il tramonto stava sopraggiungendo e Kaori sembrava andargli incontro. Ryo, alzandosi per raggiungerla, pensó di non aver mai visto uno spettacolo più bello.

   
 
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