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Autore: Stekao    06/05/2021    14 recensioni
"Dove andró adesso, che faró?" Questo si ritrova a dire Kaori nel manga, nell'episodio di Sonia, dopo il combattimento avvenuto fra Ryo e Falcon al cimitero... Per amore di Ryo e sentendosi una partner non degna, sarebbe stata disposta ad andarsene subito e a lasciare il suo posto a Sonia... sappiamo peró, che nel manga le cose si sono fortunatamente sistemate in fretta... Ma se invece Kaori avesse messo davvero in atto il suo proposito di andarsene? Se Sonia avesse accettato di prendere il suo posto? Ryo cosa avrebbe fatto?
Il mio what if parte da questa idea, ma saranno una vecchia vicina di casa e una donna "scomparsa" a dare la giusta spinta per far evolvere le cose tra i nostri due adorati sweepers.
Ps. Mi sono divertita ad inserire qua e là piccoli dettagli e dialoghi tratti dal manga, ma catapultandoli ovviamente in un contesto del tutto diverso... Spero di riuscire a farveli cogliere tutti, a voi scoprirli!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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6. COLPO AL CUORE

“Svegliaaaaa pelandroni, voglio tornare dai miei figli!!!” Midori, salita sul tetto, cominciò a sbraitare cercando di risvegliare Kaori e Ryo.

I due aprirono gli occhi spaventati, rendendosi conto, solo il quel momento, di aver passato tutta la notte sul tetto distesi su quelle due scomode sdraio, ma nessuno dei due aveva mai dormito meglio come quella notte.

“Ma che ore sono?” disse Kaori sbadigliando

“Sono già le sette…il sole è già alto da più di un’ora e non si sa come abbiate fatto a non svegliarvi prima. Ma del resto si sa… quando si sta bene non ci si accorge di nulla” disse la donna con tono malizioso

“Ad ogni modo non volevo disturbarvi ma tra poco saliranno i primi clienti dell’hotel per poter usufruire della piscina e quindi…”

“Sì sì, hai fatto bene a chiamarci…”disse Ryo ancora intontito e in imbarazzo per essersi ritrovato in quella situazione.

In realtà, durante la notte, si era svegliato ed era rimasto incantato a guardare la ragazza dormire serena appoggiata alla sua spalla. Una delle dolci manine di Kaori era finita sul suo petto e non si sarebbe mosso da quella posizione per niente al mondo. Si era riaddormentato poco dopo cullato dal dolce respiro della socia e per una volta aveva seguito il suo cuore e non la sua ragione.

Voleva stare lì con lei, sotto le stelle, per sempre se fosse stato possibile. Ma per il momento si sarebbe accontentato di quella notte.

Tornarono in fretta nelle loro camere per prepararsi e poi scendere a fare colazione. Circa un’ora dopo erano già in viaggio verso Nagoya.

Durante il tragitto Kaori si era soffermata a pensare a quello che avrebbe dovuto dire al socio una volta arrivati… non sarebbe stato facile, ma aveva preso la sua decisione e doveva portarla avanti nonostante tutto.

Quella notte passata con lui le aveva aperto gli occhi ancora di più. Lei voleva il pacchetto completo… Voleva lui, nella vita e nel lavoro, ma lui non voleva lei…o perlomeno la voleva solo come collega, come amica, e a lei questo, non bastava più.

Stare accanto a lui per tutta la notte, sentire il suo profumo e il suo respiro così vicino al suo.. Avrebbe voluto abbracciarlo e non lasciarlo andare mai più… come avrebbe potuto continuare a stargli accanto in quel modo? Fingendo ancora di non provare nulla, reprimendo sempre di più i suoi sentimenti. Non voleva più mentire a se stessa. Ciò che avevano condiviso in quei due giorni era molto di più di ciò che avessero mai condiviso in tanti anni insieme e ora che aveva avuto un piccolo assaggio di paradiso, non sarebbe più potuta tornare indietro alla solita routine, alle solite scenate, alle solite martellate.

La verità era che Ryo non sarebbe mai stato in grado di impegnarsi davvero con una sola donna e che lei, per lui, sarebbe sempre rimasta la sorellina di Hideyuki… non sarebbe mai riuscito a guardarla con occhi diversi ed era l’ora provasse ad accettare quella triste realtà.

Non voleva più soffrire e anche se lasciarlo avrebbe significato nuovamente ritrovarsi con il cuore spezzato, sperava che col tempo lo avrebbe dimenticato… forse un giorno sarebbe stata meglio… forse…

Quando arrivarono a Nagoya in quel soleggiato sabato mattina, Midori si catapultó fuori dalla macchina correndo verso casa di Tomoko.

Quando la donna la vide sulla soglia, scoppió in un pianto incontrollato. Si strinsero in un forte abbraccio fino a quando la donna vide, dietro Tomoko, i suoi bambini, a quel puntò si fiondó su di loro abbracciandoli e continuando a piangere a dirotto.

Kaori si sentì pervasa da un profondo calore… quei bambini avevano riavuto la loro mamma e tutto adesso sarebbe andato per il verso giusto.

Tomoko non fece domande... Aveva capito ovviamente che ci fosse lo zampino di Kaori e Ryo dietro tutta quella faccenda, ma avrebbe rispettato Midori attendendo pazientemente che si sentisse a suo agio nel raccontarle cosa fosse davvero accaduto in quei giorni lontana da casa… per il momento voleva solo godersi di nuovo la sua famiglia.

Tomoko naturalmente non attese un attimo di più avvertendo anche Akio del ritorno di Midori. L’uomo ne approfittó per tornare a casa immediatamente. Avevano deciso di separarsi, ma avrebbe sempre voluto molto bene a Midori e la luce che vide risplendere negli occhi dei loro bambini, cancelló immediatamente tutti i tristi pensieri e le preoccupazioni accumulati nelle settimane precedenti...

Pranzarono tutti insieme e al termine del pasto Kaori chiese a Ryo di uscire con la scusa di lasciare la famiglia nella loro ritrovata intimità. In realtà ne avrebbe approfittato per parlargli…

L’uomo fu colto all’istante da un cattivo presentimento, ma non fece domande, limitandosi a seguirla.

Tornarono a camminare lungo il marciapiede che avevano già percorso due giorni prima quando tutta quella faccenda era iniziata…

“Volevo ringraziarti di nuovo per avermi aiutata a riportare Midori dai suoi bambini. Ci ho pensato molto in questi giorni e beh… lo sai, io ho sempre amato molto questo lavoro ma…” Kaori si interruppe un attimo, avrebbe voluto dirgli che amava lui più di tutto, ma si trattenne abbassando lo sguardo e continuando a camminare

“Non credo di voler tornare alla vita di prima Ryo…”

Lo sweeper, a quell’affermazione, sentì come una lama trafiggergli il petto e ancora di più quando sentì le ulteriori parole di Kaori...

“Io… io ti sono davvero grata per avermi accolta in casa tua in questi anni, ma… ma adesso credo davvero sia giunto il momento di abbandonare quella vita e crearmene un’altra…da sola. Continuo a pensare di non essere una buona partner per te… ti sono grata per avermi permesso di stare al tuo fianco per tutto questo tempo, peró guardiamo in faccia la realtà… non so sparare, non so combattere… non ho nessuna delle caratteristiche necessarie per essere una brava assistente… mi metto sempre nei casini e ci infilo anche te…io…”

Ryo continuava ad ascoltarla senza sentirla veramente…

Gli erano bastate le sue prime parole per catapultarlo completamente nell’oblio.

Kaori lo stava lasciando… nonostante lui fosse tornato a riprenderla, dimostrando a modo suo di tenerci, lei aveva deciso comunque di non tornare più a casa con lui…

Realizzò per la prima volta cosa avrebbe significato rimanere davvero senza di lei per sempre, sentiva il suo cuore completamente in subbuglio ma non avrebbe mai immaginato che, quell’attimo di smarrimento, gli sarebbe costato caro.

Non si era infatti reso conto di un’automobile che si era appena accostata a loro e della canna di una pistola che stava sporgendo dal finestrino…Kaori ebbe appena il tempo di reagire cercando di proteggere Ryo con il suo corpo. Ryo, accortosi solo il quel momento di ciò che stava per accadere, tentó di scostare Kaori dandole una forte spinta, ma il colpo la raggiunse comunque…uno solo…diretto nel suo petto.

“Kaoriiiiiii” urló Ryo in preda al panico assoluto. Senza pensarci, tiró fuori la sua python sparando alla vettura che era subito ripartita a grande velocità, colpendo una delle ruote posteriori. L’auto sbandó andando a schiantarsi contro una delle palazzine circostanti.

L’uomo alla guida, riuscì ad uscirne barcollando…

“Maledetto, maledetto city hunter!” fu solo in grado di dire poco prima di crollare sull’asfalto.

L’uomo che aveva appena sparato alla sua unica ragione di vita, non era altro che quell’individuo insignificante di Shimizu che, umiliato da Ryo la notte precedente e non avendo più nulla da perdere, aveva deciso di vendicarsi… aspettando il momento più propizio per agire.

Aveva passato tutta la notte in preda all’ira e alla disperazione e una volta calmatosi, aveva deciso di reagire a quell’affronto subito.

Certo che avrebbero riaccompagnato Midori dai suoi figli a Nagoya, era partito di buon mattino attendendoli nei paraggi e aspettando il momento migliore per mettere in atto il suo piano. Si era esaltato non poco nel vedere Ryo e Kaori uscire da soli dalla casa e, messa in moto la macchina, aveva dato il via al suo losco proposito.

Le persone nei dintorni, allarmate da tutta quella confusione, si riversarono in strada. Così come Tomoko e Midori che rimasero agghiacciate nel vedere lo spettacolo che si era appena palesato davanti ai loro occhi.

Ryo stava stringendo fra le braccia una agonizzante Kaori ricoperta di sangue…

“Kaori guardami… Ti prego Kaori, guardami…” continuava a ripeterle Ryo cullandola fra le braccia.

La donna provó a parlare riuscendo peró a riprodurre solo rantoli di sofferenza…

“Non mi lasciare Kaori hai capito? Ti proibisco di lasciarmi!” una lacrima percorse in fretta il suo volto

“Perché lo hai fatto? Perché mi hai protetto? Perché? Perché?!” continuava a ripetere lo sweeper nella disperazione più completa.

Kaori, raccogliendo le sue ultime forze, alzó un braccio per cancellare con la mano la lacrima presente sul volto dell’uomo.

Non poteva morire… non così, non senza averglielo detto almeno una volta…

“Per… ché…io… ti… amo…” Sospiró, poco prima di perdere i sensi fra le braccia di Ryo.

L’ambulanza arrivò proprio pochi istanti dopo. Ryo, completamente sotto shock, salì sul mezzo continuando a stringere la mano della sua Kaori.

“Resisti Kaori, non mi lasciare, non mi lasciare… sarei pronto a togliermi la vita, mi hai sentito?! Sarei pronto a togliermi la vita…” ripeté sommessamente l’uomo guardandola terrorizzato. Non era mai stato così spaventato in tutta la sua vita… se Kaori fosse morta lui sarebbe stato davvero pronto a farla finita. Niente avrebbe avuto più senso senza di lei… ed inoltre si sentiva responsabile, come aveva potuto commettere un errore così grossolano?

Quando l’ambulanza arrivó all’ospedale, Kaori venne trasportata d’urgenza in sala operatoria e Ryo, con lo sguardo perso nel vuoto e le mani ancora insanguinate, non potè fare altro che attendere la fine dell’operazione pregando che i medici riuscissero a salvare l’unica persona che davvero contasse per lui.

Anche Midori, Akio e Tomoko si presentarono all’ospedale poco dopo. Avevano lasciato i bambini in custodia ad alcuni vicini di casa, volevano in tutti i modi essere presenti anche loro e supportare, per quanto possibile, Ryo.

Le ore che seguirono furono interminabili e Ryo, sempre più spazientito, cominciò ben presto a vagare per i corridoi dell’ospedale come un leone in gabbia.

Trascorsero ben tre ore prima che uno dei medici uscisse dalla sala operatoria per informarli sulle condizioni della donna.

“L’operazione è andata bene, abbiamo estratto la pallottola e siamo riusciti a fermare l’emorragia. Sarebbero bastati pochi centimetri perché il colpo risultasse fatale. Ma ha perso comunque molto sangue…per adesso è in prognosi riservata. Valuteremo meglio nelle prossime ore”

A quelle parole lo sweeper si rabbuió, l’incubo non era ancora finito.

I giorni che seguirono furono per Ryo un tormento. Kaori si trovava in coma farmacologico e lui andava a trovarla ogni giorno rimanendole accanto fino alla sera. Anche Miki e Umibozu, appresa la notizia, erano corsi a Nagoya per stare accanto alla loro amica.

Erano già trascorsi dieci giorni da quando Kaori si trovava su quel letto di ospedale e Ryo non aveva lasciato mai, neanche per un attimo, il suo capezzale.

Umi e Miki avevano prenotato una camera in un albergo dei dintorni, per Ryo invece Tomoko aveva messo a disposizione la camera nella quale si era sistemata Kaori al suo arrivo e per lui fu un tormento ben più grande… sentire il profumo della sua dolce socia su quelle lenzuola, immaginarla distesa e stretta a lui quando invece in realtà si trovava da sola in quella fredda e anonima stanza di ospedale… se avesse potuto non l’avrebbe lasciata mai, nemmeno la notte.

E pensare che quell’incubo era avvenuto per causa sua… tutto per salvare lui, lui… il più grande sweeper del Giappone che si era fatto fregare come un principiante.

Era colpa sua, tutta colpa sua e se avesse perso Kaori si sarebbe ucciso con le sue stesse mani.

E in quel momento avrebbe solo voluto essere con lei, chiederle perdono mille volte e stringerla a sé per non lasciarla andare mai più…

Ma una mattina, presentandosi di buon’ora all’ospedale, realizzò con sua immensa gioia, che tutte le sue silenziose preghiere erano state finalmente esaudite.

“Buongiorno signor Saeba, ho una buona notizia per lei” gli disse uno dei medici che si stavano occupando di Kaori.

“Abbiamo deciso di risvegliare la paziente dal coma indotto… in questi giorni si è ripresa benissimo e posso dire a questo punto, che è completamente fuori pericolo”

Ryo, per la prima volta in tutta la sua vita, sarebbe stato pronto a baciare un uomo, quell’uomo che gli aveva appena detto che la sua Kaori si sarebbe presto risvegliata... Lei era fatta per vivere e avrebbe vissuto una vita lunga e piena. Una enorme gioia gli esplose nel cuore, ma non passó molto perché ripiombasse inesorabilmente nel baratro.

In quei giorni di tormento aveva riflettuto tanto, arrivando ad una unica e dolorosa conclusione.

Kaori aveva ragione... Era giusto che tornasse ad essere una ragazza come tutte le altre…in fondo non era quello che lui aveva sempre desiderato per lei? Del resto al suo fianco avrebbe rischiato continuamente e, se le fosse successo qualcosa, Ryo sapeva che non si sarebbe mai più ripreso.

Poco prima di essere ferita gli aveva espresso l’intenzione di ricominciare una nuova vita da sola, lontano da lui e, a fronte di quanto era successivamente accaduto, non poteva che appoggiare la sua decisione per quanto fosse straziante la sola idea di doversi separare per sempre da lei.

Kaori lo amava… glielo aveva detto poco prima di svenire e ancora sentiva quelle parole risuonare nella sua testa… lo aveva sempre saputo in realtà, ma l’immagine di lei intenta a raccogliere le sue ultime forze solo per riuscire a dirglielo, era rimasta fermamente impressa nella sua mente e nel suo cuore… ma avrebbe dovuto dimenticare tutto e in fretta…

Lei avrebbe dovuto dimenticare lui in fretta.

Qualche giorno dopo Kaori, uscita dal coma, con il benestare dei medici fu ben felice di accogliere tutti i suoi amici che si erano presentati nella sua stanza.

“Miki, Umi!” chiamó la ragazza, felice di vederli lì con lei..

“Come stai Kaori?” chiese la barista accarezzando dolcemente il volto dell’amica

“Questa volta me la sono vista brutta eh? Ma sono troppo coriacea per soccombere così facilmente…”fece una breve pausa prima che un lampo attraversasse la sua mente…

“Ma Shimizu?” chiese preoccupata

“Ryo è riuscito a colpire la sua auto facendola sbandare. A causa della botta che ha preso ha riportato una commozione cerebrale. Si è ripreso piuttosto in fretta ed è stato arrestato. Ci ha dato una mano Saeko a risolvere un po’ tutta la questione con la polizia di zona” disse Miki cercando di tranquillizzare l’amica

“Sono contenta che non possa più fare del male a nessuno…” sussurrò Kaori indirizzando dapprima il suo sguardo compiaciuto verso Midori, per poi spostarlo su Ryo che per tutto il tempo era rimasto in disparte e in silenzio.

“Ryo… tu come stai?” chiese Kaori con voce flebile e stanca e fissandolo turbata… qualcosa nello sguardo del socio non faceva presagire niente di buono.

-Tipico di Kaori- pensò Ryo…

-Si è appena presa una pallottola nel petto, è stata in coma per giorni e chiede a me come sto…-

“Bene Kaori… io… io sto bene” rispose sommessamente rimanendo fermo in fondo alla stanza.

Gli altri, percependo la strana atmosfera che si era venuta a creare tra loro, preferirono uscire per lasciarli soli.

Quando tutti furono usciti Ryo riprese…

“Kaori, io…”

“Non dire niente Ryo… lo so cosa pensi e… non ho bisogno dei tuoi rimproveri. lo rifarei, lo rifarei un miliardo di volte se fosse necessario” lo interruppe Kaori guardandolo con fermezza.

“Ti devo la vita…” disse lo sweeper abbassando lo sguardo

“Tu me l’hai salvata decine di volte Ryo…” rispose lei sorridendo, ma tornando immediatamente seria nel vedere il volto del socio oscurarsi

“Sentì Kaori io… volevo dirti che sono d’accordo con quello che mi hai detto prima di… ecco, prima che quel verme ti sparasse. È giusto che tu riprenda in mano la tua vita qui e io… io torneró a Tokyo. Torneró oggi stesso, Umi e Miki staranno qui con te per un po’ e lo sai, non posso lasciare la città scoperta per troppo tempo”

“Ah…” riuscì solo a dire lei.

Non si aspettava che Ryo se ne andasse così in fretta e soprattutto sperava che le dicesse qualcosa in merito alla dichiarazione che lei gli aveva fatto… gli aveva confessato di amarlo spinta dalla paura di morire e lui… lui non sembrava assolutamente intenzionato ad affrontare la questione…

Era ovvio che si sentisse in imbarazzo… Lui non la amava, cosa avrebbe dovuto dirle? Non era altro che l’ennesima dimostrazione di ció che lei aveva sempre saputo…

“Allora… beh…abbi cura di te Kaori…” disse l’uomo avviandosi verso la porta della stanza

“Anche tu…” rispose la donna tristemente per poi frenarlo all’improvviso poco prima che uscisse.

“Ryo?”

Lo sweeper si voltó forzandosi di guardarla in quei suoi bellissimi occhi per i quali sarebbe stato pronto a morire.

“Forse torneró a Tokyo qualche volta…magari… magari ti passo a trovare…se avrai del tempo per una vecchia amica”

Sorrise cercando di celare la sua profonda disperazione.

Non sapeva perché avesse detto una cosa del genere, ma l’idea di doversi separare per sempre da lui era troppo dolorosa da poter sopportare.

Forse aveva solo bisogno di illudersi che un giorno sarebbe riuscita davvero a tornare e a rivederlo senza più provare tutto quel dolore…

Ryo ricambió il suo dolce sorriso e, senza una parola, varcó la soglia richiudendosi la porta alle spalle.

   
 
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