Film > The Avengers
Ricorda la storia  |       
Autore: Rack12345    17/05/2021    2 recensioni
[Completa]
Alexis e gli Avengers tornano in scena: è passato un po' di tempo dagli attacchi terroristici e dal tentativo di sterminio di massa da parte del gruppo neonazista "A.T." e, finalmente, i nostri Avengers si stanno godendo un po' di pace. Tuttavia, questa pace non è destinata a durare a lungo.
Vedremo Alexis addentrarsi maggiormente nel mondo delle arti mistiche e fare passi da gigante. In più, la vedremo indagare sul suo passato e sui suoi genitori e proprio dal passato arriveranno problemi, sorprese e... parenti, del tutto inaspettati. Gli Avengers, e il suo amore Bucky Barnes, le saranno sempre affianco.
-
[Sequel di New Avengers: Together]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor Stephen Strange, James ’Bucky’ Barnes, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'New Avengers: Together Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti miei cari lettori!
In via del tutto eccezionale, vi saluto anche all'inizio del capitolo. Siamo qui con il sequel di New Avengers Together ed iniziamo con un bel capitolo di estrema serenità, quindi, per ora, godetevela, miei cari! 
Ci tengo solo a ricordarvi una cosa: fate attenzione a non lasciarvi ingannare dal fatto che la seconda scena nascosta della storia precedente è ambientata ad un anno dalla fine dei fatti, mentre questa storia inizia solo un mese dopo! ;)
Per quanto riguarda il titolo "Promises" ne capirete meglio il motivo nei prossimi capitoli, quindi abbiate un po' di pazienza. 
Ringrazio di cuore chiunque sia tornato e chiunque sia nuovo, spero possa piacervi anche questa storia! =)
Buona lettura! 









New Avengers: Together - Promises
Capitolo I: Il mio nuovo sogno



*              *                 *
 


Un mese dopo la battaglia contro l'A.T.


-Va bene così, tanto non sarò mai in grado di fare di meglio.-
Alexis pulì la piccola tela che teneva tra le mani dai residui di gomma da cancellare con il dorso della mano. Poggiò gomma e matita sul prato accanto a lei, dove era seduta a gambe incrociate, poi tirò fuori dalla sua borsa la palette con gli acquerelli che non toccava ormai da almeno un anno.  Sistemò tutto ciò che le occorreva, prendendo un bicchiere di plastica e mettendovi dentro un goccio di acqua dalla sua bottiglietta personale.
Erano ormai due ore che stava lì seduta, tentando di disegnare un bozzetto, o qualcosa che vi ci si avvicinasse il più possibile. Aveva le gambe e tutta la colonna vertebrale intorpidite, così si alzò per qualche secondo, stiracchiandosi, mentre osservava meglio i colori del soggetto che aveva scelto di copiare nel suo disegno: un piccolo nido di un pettirosso. Quella mamma premurosa le aveva concesso la grazia di rimanere lì a covare le sue uova, senza muoversi per tutto il tempo, così che Alexis poté osservare alla perfezione ogni sua sfumatura.
Era estate inoltrata, circa metà agosto, ed Alexis aveva trovato rifugio tra gli alberi nel parco del New Avengers Facility.
Tutto scorreva con calma. Dell'Hydra e dell'A.T. sembrava non esserci più alcuna traccia.
La gravidanza di Pepper procedeva bene, così come la sua relazione con Bucky, anche se, nell'ultimo mese, non avevano avuto poi così tanto tempo per loro.
Bucky era stato impegnato per venti giorni su trenta in Wakanda, con la  ricostruzione dei villaggi che erano stati colpiti dai missili del primo attacco terroristico dell'Arischer Traum, mentre Alexis era saltata da una conferenza stampa all'altra, affiancata da Natasha, Steve, Falcon, Wanda e Visione, visto che i giornalisti non riuscivano a spiegarsi come era stata risolta la questione dei droidi. Gli Avengers avevano scelto di dire esattamente la verità dei fatti, raccontando del sacrificio di Gorgon e Synthia. Tony, invece, dopo la prima aveva scelto di non partecipare più alle altre e di dedicarsi completamente a Pepper e alla futura piccola Stark. Ovviamente non aveva trascurato gli Avengers, anzi, si vedevano spesso, ma, per fortuna, non per motivi di lavoro.
Thor era tornato ad Asgard subito dopo la commemorazione, non fidandosi troppo del fatto di aver lasciato Loki solo a detenere il potere. Anche Bruce aveva ripreso le sue attività di professore universitario, malgrado i tentativi da parte di tutti gli Avengers di tenerselo stretto.
Quando Alexis si sedette di nuovo sul prato ed iniziò ad armeggiare con i colori, il pettirosso volò via, lasciando scoperte le sue preziose uova. Probabilmente aveva bisogno di nutrirsi, ma Alexis sbuffò comunque come se fosse stata una bambina a cui era stata tolta la cioccolata perché ne aveva mangiata troppa.
-E va bene, farò affidamento sulla mia memoria.- borbottò.
Prese il pennello ed iniziò a dipingere partendo dallo sfondo, pieno di sfumature verdi che richiamavano le fronde degli alberi, alle quali aveva cercato di imprimere il movimento dato dal vento caldo di quel pomeriggio di Agosto.
Poi passò al soggetto principale, cambiando del tutto le tonalità dei colori, che andavano a risaltare su quelli del fondale frondoso.
Immersa in una totale concentrazione, Alexis non si era accorta di essere osservata.  
James Bucky Barnes se ne stava appoggiato ad un albero di fianco ad Alexis, con le mani infilate nelle tasche dei suoi jeans da lavoro strappati, e la osservava con un lieve sorriso sulle labbra. Le era mancata nell'ultima settimana, che aveva trascorso in Wakanda. Per fortuna sarebbe stata l'ultima: le ricostruzioni erano state tutte portate a termine. Finalmente poteva dedicarsi ad Alexis, la ragazza che amava.
Era tornato dal viaggio proprio in quell'istante ed era la stata lei il suo primo pensiero. Alexis, era evidente, non sapeva del suo ritorno, quindi avrebbe colto l'occasione per farle una sorpresa.
Bucky socchiuse gli occhi godendosi la vista della sua ragazza intenta in un' attività del tutto normale, e si rese conto che era una delle prime volte che la vedeva così spensierata e la trovò bellissima.
Indossava un esile vestito bianco, corto da lasciare le ginocchia scoperte, con le spalline a canottiera e delle decorazioni floreali in pizzo. Aveva raccolto i capelli in una crocchia disordinata sopra la testa ed aveva i piedi nudi. Le scarpe le aveva sistemate poco distanti da lei.
Il soldato inclinò lievemente la testa per osservarle meglio il volto. Notò la sua espressione che trovò deliziosa: per la concentrazione le erano venute delle rughe al centro della fronte, gli occhi erano socchiusi e si mordeva il labbro inferiore. Spesso muoveva la mano davanti la sua faccia per scacciare qualche zanzara che la infastidiva.
Dopo averla osservata a fondo, decise che era il momento di farsi vedere, così fece qualche passo ed andò a sedersi accanto a lei, con le gambe stese in avanti e i palmi delle mani poggiati a terra per scaricarvi il peso.
Alexis si voltò, quasi spaventata. Nessuno alle tre del pomeriggio di un agosto così caldo era così pazzo da stare all'esterno, a parte lei. O meglio, a parte lei e Bucky.
Aprì la bocca in segno di stupore e mise a terra il pennello e la tela. 
-James!-
Lo strinse forte allacciandogli le braccia intorno al collo. Lui ricambiò avvolgendole la schiena con un braccio, poi si separarono ma solo per unirsi di nuovo in un delicato bacio, che entrambi assaporarono come il più dolce dei mieli esistenti sulla faccia della terra, con un costante sorriso sulle labbra.
Poi Alexis lo guardò negli occhi e vi notò un po' di stanchezza e capì che fosse rientrato proprio in quel momento e che la prima cosa che aveva fatto era stata andare da lei. Ne fu molto grata. Lo capì anche notando il suo abbigliamento trasandato, ma che lei trovò irresistibile: dei jeans strappati, una camicia a maniche corte azzurra che era aperta per i primi tre bottoni e che andava ad accentuargli ulteriormente gli occhi del colore del cielo. La cosa che più amò erano i capelli, che James aveva legato in una coda bassa, con qualche ciocca lunga che cadeva ad incorniciargli il viso.
-Ciao, agente Moore.- le disse lui, sorridendole e dandole un altro lieve bacio sulla fronte.
Le passò un braccio intorno alle spalle e puntò lo sguardo sul disegno che Alexis aveva messo da parte.
-Che stai facendo?- le chiese.
La ragazza prese in mano la tela. -Ehm, niente, una schifezza.- disse imbarazzata.
-Beh, a me non sembra proprio. Non sapevo che ti piacesse dipingere.-
Lei fece spallucce. -Sono del segno acquario, quindi sono una persona creativa, suppongo.-
James inclinò la testa e socchiuse gli occhi. -Acquario? Quand'è il tuo compleanno, quindi? Gennaio?-
Alexis annuì. -Il ventotto.-
-Sarà meglio che me lo ricordi, allora.-
La ragazza scosse la testa, come a dire che non ce ne fosse bisogno.
Era così, anzi, avrebbe preferito che nessuno se lo ricordasse mai. Il suo compleanno era sempre stato un giorno molto importante nella sua famiglia. I festeggiamenti duravano per almeno tutta la settimana successiva, durante la quale i suoi genitori si divertivano a viziarla con ciò che le piaceva di più.  Da quando erano morti era l'ultimo dei suoi pensieri, e le volte in cui  i suoi colleghi avevano proposto di festeggiare, lei aveva sempre accettato, ma con un costante senso di colpa a fare da sfondo.
Decise di cambiare argomento.
-Tu come stai?-  chiese.
-Bene, sono un po' stanco. Soprattutto per il fatto che Shuri, perché mi ha accompagnato lei qui con un jet, mi ha rimbambito a furia di parlare di cose scientifiche di cui non ho capito nulla.-
Alexis rise ad immaginare la scena.
-Se me lo avessi detto ti avrei aperto un portale, come sempre d'altronde.-
Lui sorrise sornione. -Sì, ma non avrei potuto gustarmi la tua faccia quando mi hai visto.-
Le fece una lieve carezza con il dorso della mano e gli si sciolse il cuore per l'ennesima volta quando vide Alexis chiudere gli occhi per godere a pieno del suo tocco.
-Stavo pensando...- le disse. -Ora che ho sistemato le mie questioni in Wakanda e che le conferenze sull'A.T. sono finite, io e te abbiamo qualcosa in sospeso.-
Eccome se avevano qualcosa in sospeso.
Alexis non l'aveva certo dimenticato.
Lei e James si erano innamorati in poco tempo, anzi, era stato praticamente amore a prima vista il loro, così come era durato poco il corteggiamento. Si potrebbe dire che era appena iniziato.
Per Alexis era un'esperienza del tutto nuova. Non aveva mai avuto un fidanzato, se non una banale infatuazione adolescenziale le cui uscite coincidevano con dei pomeriggi di studio. E lei era sempre stata un'alunna diligente, quindi studiava per davvero.
E in quel momento, incollata agli occhi di ghiaccio di Bucky, si sentiva emozionata come una qualsiasi ragazza, scordandosi quasi di essere un'Avenger con dei superpoteri.
Ci aveva pensato più e più volte nel corso di quelle quattro settimane, ritrovandosi spesso a sospirare, immaginando il loro primo appuntamento e, finalmente, ne avevano il tempo.
Far parte degli Avengers le aveva fatto capire certamente una cosa: ad aspettare troppo si rischia di avere grossi rimpianti. Non sai mai quando il pianeta dovrà subire un'invasione aliena!
Sollevò le sopracciglia ed annuì convinta. -Vero. Hai in mente qualcosa?-
-Ho già pensato a tutto.- rispose lui, mentre si alzava in piedi.
Alexis sgranò gli occhi sorpresa e sorrise. -Sul serio!?-
-Fatti trovare pronta per le 18.00.- si chinò a darle un rapido bacio, per poi andarsene.
Aveva decisamente bisogno di una doccia.
Alexis, invece, rimase lì imbambolata, non capendo quando aveva trovato il tempo di pensare al loro appuntamento.
"Per le 18.00" le rimbombava nelle orecchie.
Guardò l'ora sul cellulare, ricordandosi che stava per arrivare in ritardo ad un altro appuntamento che avrebbe avuto quel pomeriggio -decisamente meno romantico di quello che avrebbe avuto con Bucky- a New York, al 177A di Bleecker Street.
 


*                *                     *
 


Sanctum Sanctorum, New York 

Alexis bussò alla porta in legno dell'abitazione, se così si poteva chiamare, davanti alla quale si trovava. Aveva aperto un portale ed era atterrata in un piccolo vicolo lì vicino, per non creare allarmismi tra i passanti.
Nessuno le venne ad aprire, così, dopo aver aspettato ben dieci minuti lì impalata, tentò di poggiare la mano sulla maniglia del portone, ma a quel punto, la porta si aprì di scatto, rivelando uno Stephen Strange piuttosto trafelato.
-Oh!- fece lei. -Allora ci sei!-
Strange si scostò e la fece entrare, poi si chiuse la porta alle spalle.
Dopo un secondo la sua fidata cappa rossa si posizionò accanto ad Alexis e le diede un buffetto sulla mano con cui aveva tentato di aprire la porta.
-Ahi!-
-Sei pregata di non toccare nulla di ciò che vedrai oggi, Alexis Moore.- disse serio il dottore. Salì su per le scale e le fece cenno di seguirlo con una mano.
Lei lo seguì aggrottando le sopracciglia.
-Neanche la porta!?- chiese.
-No, nulla.- rispose lui. -Ti chiedo scusa per il ritardo, Wong aveva voglia di un gelato, ma come al solito lui non usa i soldi normali, quindi sono dovuto andare a prenderlo io.-
Alexis tentò di trattenere una risata, ma non vi riuscì.
-Scherzi, vero? Sembrava stessi facendo qualcosa di serio.-
Stephen si voltò verso di lei, quando ormai erano giunti davanti ad una porta decorata con degli intagli nel legno che ricreavano dei simboli mistici.
Le puntò un dito contro. -Io faccio solo cose serie, tienilo a mente.- disse, poi aprì la porta ed Alexis rimase affascinata da ciò che vide.
Non tanto per la tipologia di oggetti che vedeva, perché non sapeva neanche cosa fossero e a che servissero, ma più che altro per la gran quantità di oggetti che c'erano lì dentro.
Era pieno zeppo di libri: le librerie erano alte fino al soffitto, al centro del quale, in un cerchio, si stagliava il simbolo dell'occhio di Agamotto.
Il pavimento, invece, era tutto decorato con una mappa dell'intero universo, o forse della Galassia, Alexis non ne era sicura perché non era molto ferrata in fatto di astrologia. Ad ogni modo, ne rimase stregata.
Per tutta la stanza, che era immensa, si stagliavano una serie di oggetti contenuti in delle teche di vetro.
-Wow.- disse.
-Ti piace come ho sistemato?- le chiese il dottore. -Non mi sembrava carino lasciare in giro tutte queste reliquie, l'atrio non faceva proprio al caso loro, così abbiamo allestito una stanza appositamente per conservarle.-
-Hai fatto decisamente bene a farlo.-
Alexis continuava a guardarsi intorno meravigliata, mentre il dottore la guardava con un sorrisetto soddisfatto.
-Come te la passi con i nuovi poteri?-
Finalmente, Alexis lo guardò. -Devo dire non male, creo portali ed evoco armi con la stessa disinvoltura con cui mi lavo i denti, perciò.-
-Sì, ho saputo. Stark mi ha raccontato tutto.-
La ragazza socchiuse gli occhi ed inclinò la testa. -Vi siete sentiti?-
-Già, mi sono servito delle sue capacità per un progetto a cui sto lavorando. O meglio, a cui ho finito di lavorare.-
-Sarebbe a dire?-
-Lo vedrai.-  le disse. -Sai perché ti ho fatta venire?-
Alexis fece spallucce. -Perché sono irresistibile e ti mancavo?-
Strange sollevò lo sguardo verso l'alto. -Ehm, no. Senza offesa.-
-Sono profondamente ferita.-
-Immagino. Ti ho fatta venire innanzitutto per parlarti di una faccenda importante. Vorrei che avessi ben chiaro che tu sei speciale, Alexis.-
La ragazza, che fino a quel momento aveva avuto l'atteggiamento da burlona, molto similmente a quello di Tony, si fece seria e serrò le labbra, non aspettandosi un discorso del genere.
Il dottore le si avvicinò e le prese una mano, stringendola tra le sue, che tremarono leggermente, poi riprese:
-Non tutti sono in grado di imparare così in fretta ciò che sai fare. Credo che questo sia un segno. Voglio che tu sappia che, in caso ce ne fosse bisogno, in caso di una mia... prematura dipartita, per me tu sei la scelta a cui affidare questo santuario.-
Alexis sgranò gli occhi e sfilò la mano dalla presa di lui. -Sei impazzito.-
Lui scosse la testa. -Assolutamente no, fidati di me.- disse, picchiettando con l'indice sull'occhio di Agamotto che portava al collo.
Alexis, in quel momento, capì la profondità di quel discorso. Strange doveva aver visto qualcosa, che non poteva rivelarle. Tuttavia lei sapeva perfettamente che quando parlava della gemma del tempo e del suo santuario, Stephen Strange era più lucido che mai.
Non aveva minimante voglia di addossarsi quella responsabilità, ma vederlo così agitato e parlare in quel modo stranamente dolce, le fece capire che c'era una motivazione estremamente seria dietro.

Alexis sospirò.
-Ti ringrazio per aver riposto in me tale fiducia, anche se penso di non meritarla, Stephen. Promettimi, però, che farai di tutto per non dipartire prematuramente.-
Lui sorrise lievemente alzando solo un angolo della bocca, visibilmente sollevato.
-Farò del mio meglio.- le disse.
-Perché proprio adesso questa anticipazione sul futuro?- chiese lei.
Strange aggrottò la fronte. -Oh, no, non c'è nessuna anticipazione sul futuro, non ho visto alcuna mia prematura dipartita, te lo assicuro. E' solo che, dopo ciò che mi ha raccontato Tony sulle tue abilità, credo che tu sia fondamentale per questo luogo.-
Alexis assottigliò gli occhi. -Uhm... non penso che ci crederò, visto che non mi diresti mai se hai visto qualcosa o meno.- la ragazza sfregò le mani tra loro. -Oltre che per questa scioccante rivelazione, che mi ha piuttosto scossa, per cosa mi trovo qui?-
-Felice che tu l'abbia chiesto.- disse Strange.
Lo stregone agitò lievemente la mano in aria ed aprì un portale, infilandovi dentro un braccio. Dopo aver frugato un po', ne tirò fuori un libro.
Il libro aveva una fattura molto particolare, in pelle con inserti lignei e metallici. Al centro una sorta di medaglione bronzeo era incastonato nella pelle e su di quest'ultima si diramavano vari cerchi concentrici decorati con disegni mistici. Il perimetro della copertina, poi, era segnato da una sorta di cornice in legno dorato.
-Sai cos'è questo?- le chiese.
Alexis scosse la testa.
-Questo è il libro di Cagliostro. Sai chi era Cagliostro?-
Alexis scosse la testa di nuovo.
-Per farla breve, diciamo che è stato lui il primo di noi, il primo che ha capito come maneggiare le arti mistiche e la gemma del tempo. Annotò tutto in un grimorio, cioè questo libro che vedi qui.  Noi maestri abbiamo tutti imparato studiando su questo libro e credo che sia giunto il momento che anche tu ne tragga qualche insegnamento...-
Alexis ascoltò tutto ciò che Strange diceva con estrema attenzione.
Le spiegò in maniera ancora più approfondita come imbrigliare il suo potere, come creare la dimensione specchio e come utilizzare il potere della gemma, per un' eventuale necessità.
L'attenzione di Alexis, per qualche secondo, fu catturata da alcune immagini che aveva visto velocemente sul libro. Fermò le mani di Strange, girò il libro verso di sè e tornò indietro di due pagine.
Il disegno di due ali piumate si stagliava al centro di due pagine. Tutt'intorno delle scritte, che lei non riusciva ancora a decifrare.
-Cosa sono queste?- chiese.
Strange notò la sua estrema curiosità e ne fu quasi intenerito, ricordando come anche lui avesse la stessa curiosità, anche se non era stato rispettoso come lo era Alexis. Anzi, aveva fatto tutto di testa sua, rischiando di causare un bel casino pochi anni prima.
-Sono esattamente quello che sembrano.- rispose, indicandole con un indice. -Ali mistiche.-
Gli occhi di Alexis si illuminarono. -Sono bellissime.-
-Già.- rispose il dottore con aria malinconica, anche se Alexis non poté capire il perché in quel momento. -Solo che sono molto difficili da evocare e queste scritte sono complesse da decifrare anche per me. Ne riparleremo più avanti, promesso.- voltò pagina, tornando al discorso che aveva cominciato prima che lei lo interrompesse.
Nessuno dei due sapeva che quelle ali sarebbero diventate molto importanti per entrambi, entro qualche mese.
Dopo poco più di un'ora, Strange aveva finito gli argomenti teorici.
-Bene, ora passiamo a qualcosa che, sono certo, ti interesserà di più.- disse alzandosi.
Il solo aver detto quella frase mandò la ragazza su di giri, e lo seguì senza dire una parola, estremamente incuriosita.
Strange camminò verso una delle librerie. Alexis lo vide contare alcuni scaffali e poi premette su un volume piuttosto vecchio e malconcio, rivelando una porta nascosta che si aprì.
Alexis trasalì. -Oh, amo le stanze segrete.-
Seguì il dottore all'interno di quello che sembrava essere un laboratorio, quasi un'officina, finché Strange non si fermò davanti ad un manichino abbigliato in modo inconsueto.
-Beh, diciamo che non è proprio al passo con la moda di oggi.- disse lei.
-Decisamente no.- rispose lo stregone. -Quella che vedi è la nostra nuova... divisa? Armatura? Non so come chiamarla con precisione. L'ho progettata negli ultimi due mesi ed ero fermo ad un punto morto, finché non ho rincontrato Tony Stark che mi ha permesso di superare i miei limiti, visto che questo è più il suo campo.-
-Con "nostra" intendi...-
-Intendo che ce n'è una anche per te.-
Alexis esultò con un gridolino con due piccoli saltelli sul posto.
L'armatura in questione le piaceva parecchio: era nera, composta da inserti in pelle e metallici. Gli elementi metallici erano presenti sopratutto nella zona del busto, cioè quella più delicata e che se colpita potrebbe creare più danni. Una serie di piccole placche in metallo nero si sovrapponevano leggermente in tutta la zona del busto e delle braccia. Alexis apprezzò molto il fatto che si trattasse di un'armatura leggera: non le avrebbe impedito di fare le sue solite piroette!
Si avvicinò di poco e si rese conto che si intravedevano un moltitudine di piccole scintille ambrate, che avevano lo stesso colore della sua magia.
Quando le notò strinse gli occhi e le indicò con un dito. -Ma...-
Strange precedette la sua domanda. -Sì, è esattamente quello che credi. E' qui che mi è servita la mano del tuo patrigno. Grazie alla nanotecnologia abbiamo imbrigliato alcune particelle della mia magia e le abbiamo inserite nelle armature. Questo ha permesso un upgrade. E' possibile mantenere evocate le armi anche se non le stiamo tenendo in mano.-
Alexis inclinò la testa. -In che senso?-
-Così.-
Il dottore mosse una mano ed evocò una spada mistica, poi la agganciò ad una cintura apposita presente sui fianchi del manichino. Quando tolse la mano, la spada era ancora lì.
Alexis aprì la bocca per parlare, ma ne uscì solo un -Wow!-
Era un bel passo in avanti, quello. Significava non dover perdere tempo e concentrazione durante il combattimento nel creare e cancellare continuamente le armi.
-Ad ogni modo, non è la versione completa. E' utilizzabile, ma vorrei aggiungere ancora qualcosa, solo che richiederà ancora molto tempo e studio teorico, quindi, per ora, ti consegno la tua armatura.-
La ragazza la guardò e poi fece un'osservazione intelligente, che però Strange smentì subito.
-Sembra complicata da indossare, in realtà.-
Lui scosse la testa. -No, per nulla!- si avvicinò ad un tavolo del laboratorio e prese una sorta di collana che porse ad Alexis.
Lei la guardò: il ciondolo era molto piccolo ed aveva, anche questo, il simbolo dell'occhio di Agamotto disegnato sopra.
-Indossala.- disse lui.
Alexis si fidò ciecamente ed allacciò subito la collana intorno al collo, poi vide Strange fare qualcosa di inaspettato e si pietrificò, non immaginando assolutamente cosa stesse facendo.
Lo stregone diede due rapidi tocchi al centro del ciondolo e da lì iniziò a diramarsi tutta l'armatura, mentre Alexis si guardava il corpo ad occhi sgranati. Sentì quell'armatura quasi come una seconda pelle. Non pesava minimante. Si tastò più volte, poi cercò uno specchio per vedersi meglio.
-Sulla parete di fondo.- le disse Strange, capendola subito.
Alexis si voltò e con poche falcate raggiunse lo specchio, rimanendo a bocca aperta e con un lieve sorriso.
Quell'armatura la fasciava alla perfezione e quello scintillio aranciato la rendeva magicamente bellissima. Sembrava che Stephen e Tony l'avessero progettata appositamente per lei.
Agitò lievemente la mano in aria e creò un piccolo pugnale, poi lo sistemò all'altezza del bacino e questo si allacciò automaticamente alla cintura, muovendosi leggermente ogni volta che Alexis si spostava per osservarsi meglio allo specchio, portandosi dietro delle piccole scintille ambrate.
-Beh, stai bene.- le disse Strange dietro di lei, con le braccia incrociate.
-Già, non male!- esclamò le sorridendo.
Alexis diede due piccoli tocchi al ciondolo che si era incastonato nell'armatura, e questa, gradualmente, scomparve.
-Questa è certamente opera di Tony.- disse lei. -So che stava lavorando a qualcosa del genere anche per la sua armatura.-
-E' così.- le rispose Strange, che poi aggrottò la fronte e guardò l'orologio. -Oh mio dio.- disse. -Tu devi assolutamente andare via, o farai tardi al tuo appuntamento.-
-Cos...?-
Alexis lo vide agitare una mano nell'aria. Il dottore le aprì un portale sotto i piedi e lei si ritrovò nella sua stanza all'interno del Facility, spalmata sul letto.
Poi trasalì.
Guardò l'orologio anche lei, segnava le 17.45.
-Porca vacca!-
 

*                  *                      *
 

 
Alexis allacciò la fine della sua, ormai solita, lunga treccia francese, prese la borsetta in cuoio marrone e si fiondò giù per le scale, scordandosi del tutto di avere la capacità di aprire portali e teletrasportarsi.
Probabilmente quello era il suo subconscio che la obbligava a comportarsi come una persona normale, perché desiderava che il primo appuntamento con Bucky andasse liscio come quello delle persone normali.
Quando arrivò nel parcheggio sotterraneo del Facility -Bucky pochi minuti prima le aveva detto di incontrarsi lì con un messaggio- si rese conto, però, che di normale loro avevano entrambi ben poco: James la attendeva a braccia incrociate, indossando una maglietta a maniche corte blu scuro, che lasciava in bella vista il suo braccio. Lei, invece, era appena tornata al Facility dopo aver indossato un'armatura degna di un film fantasy. Tuttavia, quando Bucky le sorrise e la salutò con un cenno della mano, capì che era quella la loro normalità e che non vi avrebbe rinunciato per nulla al mondo.
Quando gli fu davanti, si mise sulle punte dei piedi e lo baciò rapidamente sulle labbra.
James sorrise e la scrutò dalla testa ai piedi. -Sei bellissima.- le disse.
Lei si grattò la testa, leggermente imbarazzata. -Ehm, grazie.-
Non era per niente d'accordo sull'affermazione di Bucky. Non era mai stata in grado di vestirsi bene ed era anche per questo molto felice del fatto che l'abbigliamento di tutti i giorni di una spia fosse solo ed unicamente nero e che i cambi fossero tutti identici gli uni agli altri.
Quella sera, inoltre, non aveva neanche avuto il tempo di pensarci ed aveva indossato le prime cose che le erano capitate a tiro aprendo l'armadio. Una maglietta a maniche corte, con lo scollo quadrato, verde militare, che aveva infilato in una gonna a ruota bianca, che le arrivava poco sopra il ginocchio. Ai piedi aveva indossato delle vecchie converse bianche, non sapendo quali fossero i programmi di Bucky e se avesse pianificato una passeggiata. Non aveva avuto il tempo di truccarsi, né di ingioiellarsi, quindi si disse che se a Bucky fosse piaciuta anche così, doveva trattarsi di amore vero.
E, da parte sua, James non aveva alcun dubbio, perché Alexis lo avrebbe stregato anche se si fosse presentata indossando un sacco di iuta ed cesto di broccoli come cappello.
Nel parcheggio erano presenti almeno cinquanta automobili ed Alexis non aveva idea di quale fosse la loro e per qualche istante ebbe anche il dubbio che Bucky avesse scelto di prendere la moto e che quindi lei aveva totalmente sbagliato outfit. Lui la prese per mano e la portò, al contrario di qualsiasi cosa lei avesse mai immaginato, verso una Alfa Romeo Giulietta Spider color panna.
Alexis sgranò gli occhi e vi corse incontro con qualche saltello, mentre Bucky sorrideva, profondamene soddisfatto di averla colpita.
-Non ci credo, non ci credo!!- esclamò lei.
Lui fece spallucce. -Un amico mi ha detto che ti piacciono le macchine d'epoca e mi ha aiutato a rimediarne una.- guardò Alexis aprire lo sportello, lanciarsi sul sedile e richiuderlo, con un sorriso che sembrava quello di una bambina che vedeva il mare per la prima volta.
Era raggiante.
Lei lo guardò ed ammiccò.
-Beh, che fai lì impalato? Andiamo?-
Lui non se lo fece ripetere due volte e, dopo essere saltato in macchina, partì.
 

Durante il tragitto, James aveva informato Alexis della loro destinazione: sarebbero andati allo Skyline Drive-in di New York, dove per tutte le sere di quella settimana avrebbero proiettato Grease. Già questo primo punto li trovò perfettamente in armonia: tutti e due adoravano gli anni 80.
Alexis aveva di nuovo fatto gli occhi a cuoricino quando Bucky glielo aveva detto. Non era mai stata ad un cinema Drive-in, ma aveva sempre desiderato farlo.
Durante il film, il cuore non aveva fatto altro che batterle all'impazzata e, ogni volta che Bucky la sfiorava, lo sentiva accelerare rovinosamente.
Spesso lei aveva poggiato la testa sulla spalla di Bucky, oppure lui le aveva passato un braccio intorno alle spalle, o le teneva la mano. A volte lei aveva riso per le battute del film, o aveva canticchiato qualche canzone, attirando magneticamente l'attenzione di Bucky che la guardava ammaliato.
Dopo il film, Bucky le aveva proposto di andare a mangiare in un posto che fece sì che conquistasse un altro punto a favore: un pub irlandese.
E Alexis amava l'Irlanda. La ragazza iniziò a pensare che Steve aveva parlato un po' troppo, perché Bucky le stava azzeccando tutte, quella sera.
Durante la cena si era divertita da matti, come non succedeva da molto tempo. Aveva bevuto un boccale di birra che l'aveva resa particolarmente allegra, nonostante non fosse molto grande. Bucky, ovviamente, avrebbe potuto berne anche cento, sarebbe rimasto sempre lucido a godersi lo spettacolo della risata di Alexis che, di tanto in tanto, aveva di lievi capogiri nonostante fosse seduta. Anche lui si era divertito come non succedeva dagli anni 40 del secolo scorso, e quando, per un istante, vi fece caso ebbe un brivido. Ma Alexis continuava a distrarlo da quel pensiero e a tenerlo ancorato alla realtà, a quel presente meraviglioso che, si disse, era valso la pena a tutti i 70 anni di sofferenza che aveva passato.
Dopo aver mangiato un ottimo panino irlandese accompagnato da patatine fritte, Alexis si era del tutto ripresa.
 
Una volta rientrati al Facility, avevano preso l'ascensore diretti al piano dove si trovavano le loro camere.
E, se ve lo state chiedendo, sì, Alexis aveva definitivamente scordato dell'esistenza dei suoi poteri, dell'esistenza degli Avengers, dell'esistenza di qualsiasi altra cosa che non fosse James Buchanan Barnes.
Se ne stavano appoggiati entrambi alla parete di fondo dell'ascensore. Alexis aveva chiuso per un attimo gli occhi ed aveva sospirato. Bucky la trovò nuovamente irresistibile, tanto che la prese per un braccio e l'attirò a sé, dandole un bacio molto più audace di tutti gli altri che si erano distrattamente dati quella sera. Alexis trattenne il fiato, colta alla sprovvista. Per fortuna, però, l'effetto della birra era del tutto sparito, quindi si ricordò di un dettaglio importante.
-Ci sono le telecamere qui dentro.- sussurrò a Bucky.
Lui sollevò lo sguardo verso l'alto, incontrando l'obiettivo di una di queste che, effettivamente, puntava verso di loro.
Sospirò, contrariato. -Giusto.-
Quando uscirono dall'ascensore, mano nella mano, nessuno dei due  voleva separarsi dall'altro.
Alexis tirò James leggermente verso di sé e lui la seguì, entrando nella camera di lei.
Quando si chiuse la porta alle spalle ed accese la luce sul comodino, lei si rese effettivamente conto di quello che aveva fatto e deglutì a fatica. Aveva seguito il suo istinto e il suo cuore, che non avevano minimante interpellato il cervello, il quale, ora, stava andando nel pallone.
L'ansia l'attanagliava e, improvvisamente, non sapeva più come comportarsi.  
Guardò Bucky, riprese a respirare e gli fece un sorriso agitato mentre posava la borsa sulla scrivania.
Lui si sfregò entrambe le mani sulle cosce e si sedette sul bordo del letto. Anche Bucky non sapeva come comportarsi, visto che lei non proferiva parola.
Lexie andò a sedersi accanto a lui, grattandosi il collo, sempre più agitata.
-Ehm...- fece lei. Lui si voltò a guardarla. -Vuoi del... ehm... acqua?-
-Acqua?- chiese lui, poi annuì. -Ehm, si, va bene, grazie.-
-Bene.-
Lei si allungò verso il mini frigo che si trovava accanto al suo comodino e ne tirò fuori una boccetta che porse a James, poi ne bevve qualche sorso anche lei.
La rimise al suo posto e si voltò verso James che aveva poggiato i gomiti sulle ginocchia, scaricandovi il peso sopra.
Alexis si calmò leggermente e si intenerì nel vedere che lui stava aspettando che fosse lei a fare la prima mossa. Fece un sorriso e gli carezzò dolcemente i capelli, attirando di nuovo la sua attenzione. Bucky tornò verso di lei e poggiò la fronte contro la sua.
Alexis chiuse gli occhi, mentre il suo cervello iniziava a fare di nuovo spazio a ciò che c'era nel suo cuore. Quando Bucky si sporse leggermente, azzerando quella lievissima distanza, facendo incontrare le loro labbra, tutto dentro di lei tornò normale. Riprese a pensare con il cuore e si rese conto che non c'era niente di più giusto in quel momento, era tutto perfetto. L'incontro con le labbra di James fece sparire definitivamente tutte le sue paure.
Rispose al bacio, carezzandogli lievemente una guancia con una mano. Quando lui la avvolse con il braccio in vibranio, il cuore le vibrò nel petto e si lasciò andare del tutto.
Salì a cavalcioni su di lui e, con la mente ormai annebbiata, inebriata dal tocco delle sue labbra, gli sfilò la maglietta, continuando a baciarlo come se da quello fosse dipesa la sua vita.
James sorrise sulle labbra di lei, quando la sentì trasalire nel momento in cui lui la prese per le cosce e la spostò delicatamente sul letto, ribaltando la situazione.
La guardò qualche attimo, prima di riprendere a torturarle le labbra, e sorrise di nuovo, sinceramente felice.
-Ti amo.- le disse.
Alexis quasi tremò a quella dichiarazione, in quel momento in cui si sentiva emozionata e fragile.
-Anch'io.- rispose un istante prima che Bucky riunì le loro labbra.
Il soldato, con estrema lentezza, come a chiederle il permesso o a darle modo di fermarlo, fece scorrere una mano lungo il fianco di lei, arrivando alla coscia, per poi insinuarsi sotto la gonna.
Il cuore di Alexis accelerò tanto che pensò potesse andare in tachicardia.
Poi, con una forza interiore che neanche lei stessa sapeva di avere, poggiò una mano sul petto di lui e lo scostò delicatamente.
-James, aspetta...- sussurrò.
Lui si fermò subito. -Qualcosa non va?- le chiese preoccupato, mentre ritraeva la mano.
Alexis, però, lo fermò svelta, intimandogli con lo sguardo di non muoversi assolutamente da lì.
-No, assolutamente, è solo che devo... devo dirti una cosa.-  
Lui non parlò, inclinò lievemente la testa aspettando e  sperando di non aver sbagliato nulla.
-Io...ehm...- iniziò lei, mordendosi il labbro inferiore, estremamente imbarazzata. -E'... è la prima volta, per me.-
Bucky aprì la bocca per parlare, ma non uscì niente e trattenne il fiato per qualche secondo.
Poi sorrise bonariamente e le lasciò un dolce bacio sulle labbra.
-D'accordo.- disse. -Allora, devi soltanto dirmi quando devo fermarmi.-
Alexis scosse la testa e sorrise. -Mai, James.-
Lui passò lo sguardo più volte dalle labbra agli occhi di Alexis, perché non capiva quale dei due lo stregassero di più: la luce della luna rifletteva negli occhi di lei, mettendo in risalto quei puntini d'ambra che le tempestavano le iridi.
La baciò di nuovo, togliendole il respiro.
Entrambi sperarono che quel mai durasse davvero per sempre, mentre cominciava quella che probabilmente sarebbe stata la notte più bella della loro vita.
















Angolo Autrice
Beh, come non lasciarvi con un piccolo salutino anche alle fine del capitolo? 
No scherzo, in realtà è perché ho delle cose da dirvi per quanto riguarda la nuova armatura di Alexis, cose che non potevo di certo spoilerarvi di sopra! Mi sono ispirata all'armatura Nightingale dal videogioco Skyrim. In particolare mi sono ispirata a questo disegno (
https://www.pinterest.it/pin/509891989051215087/) , ma immaginando alcuni dettagli diversi, come le particelle di magia ambrata ed il logo di Agamotto al posto di quello dell'usignolo originario. 
Non mi sembra di avere altro da dire, se non di nuovo grazie a chiunque mi abbia letto!
Ci sentiamo prestissimo,

Rack

 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Rack12345