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Autore: Justice Gundam    27/06/2021    2 recensioni
Tre anni dopo la distruzione di Lucemon, i Leggendari Guerrieri saranno costretti a tornare in scena: numerosi Digimon ostili stanno infatti iniziando ad apparire nel Mondo Reale, e Takuya e i suoi compagni saranno costretti a scendere di nuovo in campo... ma che cos'è quella misteriosa organizzazione, la DATS, che sta cercando di tenere i Digimon sotto controllo? Chi è che sta dietro a questa invasione? Forse qualcuno, tra le file di una delle fazioni, sta complottando qualcosa di ancora più terrificante? I Leggendari Guerrieri, assieme a nuovi alleati e ai giovani agenti della DATS Masaru, Touma e Yoshino, dovranno venire a capo del mistero, prima che sia troppo tardi per entrambi i mondi! Riusciranno nella loro impresa? Quali incredibili segreti li attendono?
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Digimon Frontier & Savers: Record of Digital Wars
Una fanfiction crossover (Digimon Frontier & Savers) scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 55 - In difesa di ElDoradimon

 

"Davvero non capisco... siamo in una situazione di stallo, e ora come ora... non riesco proprio a prevedere come andrà." disse tra sè Kuzuhamon. La Digimon oscura scosse la testa e si rialzò dalla sua posizione di meditazione, dimostrando una scioltezza di movimenti davvero notevole, considerata l'armatura che indossava. La donna-volpe si fermò un istante per raccogliere i pensieri, e cercò di trarre delle conclusioni ragionevoli a partire da ciò che era venuta a sapere. Tuttavia, gli elementi in gioco erano talmente numerosi, che Kuzuhamon sapeva bene che, qualunque previsione avesse fatto, non poteva essere sicura al cento per cento. Molto sarebbe dipeso da chi avrebbe fatto la prima mossa, e come gli altri avrebbero reagito.

Forse, riflettè Kuzuhamon, a quel punto era inutile cercare di prevedere troppe cose. Avevano già un bel po' di elementi sui quali discutere, e con i Gizumon che seminavano morte e distruzione nel Mondo Digitale, un errore avrebbe potuto costare molto alla loro fazione. Anche adesso, molti dei loro Searchmon portavano rapporti di squadroni di Gizumon che avevano decimato dei loro avamposti o distrutto qualche Trailmon.

La Digimon oscura fluttuò silenziosamente nei corridoi che portavano alla sala del trono di ChaosGallantmon, fermandosi solo per un attimo quando entrò in una stanza adiacente dove c'era qualcun altro ad attendere. Kuzuhamon strinse gli occhi dietro la maschera che indossava quando Astamon la accolse con un cenno della mano e un saluto che, per quanto educato, le dava l'impressione di una certa affettazione... come se l'alto Digimon demoniaco la stesse prendendo sottilmente in giro. Kuzuhamon non si era mai fidata del tutto di quel damerino... e la cosa non sarebbe certo cambiare con oggi.

"Le nostre strade si incrociano nuovamente, Lady Kuzuhamon." affermò Astamon, prima di fare un inchino. "Sono stato convocato dal sommo ChaosGallantmon-sama per aggiornarlo sugli sviluppi più recenti e cercare di elaborare assieme un tentativo di risposta alle attività degli invasori."

Kuzuhamon guardò freddamente il demone che si lisciava un risvolto della giacca di raso blu e dava un'occhiata alla mitragliatrice che portava appesa dietro la schiena. Una delle cose che più la infastidiva di Astamon era proprio questo fatto che prendeva sempre le cose alla lontana, e non era mai del tutto chiaro su quello che diceva. Ogni parola che usciva dalla sua bocca, poteva avere qualsiasi significato a seconda di come la si vedeva.

Detto questo, nemmeno lei poteva negare che Astamon fosse un Digimon capace ed intelligente, e in un momento come questo, avevano bisogno del suo aiuto. Tutto quello che poteva sperare era che il suo signore sapesse quello che stava facendo e fosse in grado di controllarlo.

"Va bene, non aggiungo altro." continuò Kuzuhamon, non volendo perdere tempo in chiacchiere inutili. "Non facciamo aspettare oltre il nostro signore."

Astamon disse di sì con la testa e si affrettò dietro a Kuzuhamon mentre quest'ultima si incamminava lungo il corridoio di uscita e, dopo aver attraversato una lunga galleria fiocamente illuminata da torce azzurre appese ai muri, raggiunse l'ormai familiare sala del trono del suo signore. Come da programma, ChaosGallantmon era lì, in piedi accanto ad un tavolo di marmo vicino al centro della sala, accompagnato da BlackMegaGargomon e WarDevidramon. Un gruppetto di Searchmon svolazzava avanti e indietro, recapitando messaggi in codice in modo da tenere i loro signori aggiornati su quanto stava accadendo nel Mondo Digitale.

"Ci scusiamo per il ritardo, sommo ChaosGallantmon-sama." esordì Astamon, mettendosi sull'attenti vicino al cavaliere nero e ai suoi luogotenenti. Kuzuhamon fece lo stesso, un braccio tenuto sollevato con la mano stretta a pugno accanto al cuore. "Siamo venuti non appena possibile."

"Riposo, Kuzuhamon... Astamon..." rispose ChaosGallantmon, per poi indicare con un cenno della mano le mappe accuratamente srotolate sul tavolo. Su di esse, si vedevano degli strani ologrammi in tre dimensioni che rappresentavano diversi tipi di Digimon... quelli del gruppo della DATS, i Gizumon e i Bio-Ibridi di Kurata, e molti dei loro uomini. In particolare, tra tutte le figure spuntava quella di ElDoradimon, che avanzava lento ma inesorabile attraverso le terre selvagge. "Stavamo giusto osservando i movimenti di ElDoradimon, e cercando di prevedere dove andrà. Le situazione in effetti è poco chiara. Crediamo che Kurata e i suoi collaboratori stiano cercando di spingere ElDoradimon in un luogo dove avranno gioco più facile su di loro. Ma visto che non conoscono molto bene la geografia di DigiWorld, i loro tentativi si stanno dimostrando... alquanto impacciati, quanto meno."

"Forse Kurata non possiede tutte le risorse che credevamo. O preferisce risparmiarle per dopo." azzardò WarDevidramon, grattando nervosamente il pavimento di pietra con i suoi artigli metallici. "Detto questo... credo che potremmo in qualche modo favorirli, se questo farà sì che i nostri nemici si eliminino a vicenda."

"Posso dare un'occhiata alla mappa? Forse riesco a trovare un punto ideale." chiese Kuzuhamon. La donna-volpe si avvicinò al tavolo, e ad un cenno di ChaosGallantmon guardò la disposizione dei Digimon a loro fedeli, e la traiettoria che ElDoradimon stava seguendo.

"Il problema principale..." continuò WarDevidramon con evidente frustrazione. "E' che da quelle parti i Digimon sui quali possiamo contare non sarebbero in grado di rallentare granchè l'avanzata di ElDoradimon. Al minimo cenno di pericolo, i nostri nemici si arroccheranno nella loro città mobile, e sarà difficile, se non impossibile, costringerli ad uscire."

Kuzuhamon si sfregò il mento e cercò di riflettere sulla loro posizione. In effetti, era una questione che poteva dare non pochi problemi. I loro fedeli, in quella zona di DigiWorld, non avevano molto dalla loro parte se non lo zelo e il numero. Non avrebbero potuto fermare l'avanzata di ElDoradimon. Tuttavia...

"Hmm... se posso azzardare un'ipotesi, ChaosGallantmon-sama..." disse infine la sciamana oscura. "Credo che sarà necessario soltanto che loro credano davvero che i nostri seguaci siano così formidabili. Se riusciamo ad opporre loro una formazione difensiva abbastanza compatta, è probabile che decidano di cambiare direzione ad ElDoradimon... e se li facciamo deviare nel punto giusto, finiranno per essere costretti ad entrare nel lago... o meglio, nel bacino artificiale che è stato creato quando è stata costruita la grande diga. Se ElDoradimon entrasse in quel bacino, e poi l'acqua venisse a mancare, resterebbe bloccato."

"Interessante, come idea. E devo dire che ha i suoi meriti." affermò ChaosGallantmon. "Ma è un po' rischiosa. Se i nostri nemici non credessero davvero all'entità delle forze schierate contro di loro, ci passerebbero attraverso, e noi saremmo di nuovo al punto di partenza. Ma... per schierare una formazione credibile, dovremmo richiamare un po' di nostri combattenti da altre zone. Dobbiamo selezionare luoghi in cui possiamo permetterci di allentare la presa."

"A questo proposito... credo di poter suggerire già alcune posizioni propizie." rispose Astamon. "Con il vostro permesso... vorrei conferire con BlackMegaGargomon. Lui è più informato di me circa le posizioni dei nostri combattenti, e saprà darmi qualche consiglio."

BlackMegaGargomon si sfregò la testa con una delle sue enormi mani metalliche, poi annuì con una certa diffidenza. "Purchè non si tratti di un trucco per indebolirci." affermò con voce tonante. Chiaramente, Kuzuhamon non era la sola a non fidarsi di Astamon, che tuttavia non rispose a tono.

"Non vi preoccuupate per questo. Per quanto anch'io abbia i miei scopi, non ho nessuna intenzione di tradirvi, se questa è la vostra preoccupazione." affermò. "Del resto, so bene che ChaosGallantmon-sama è molto più forte di me, e che per me finirebbe male se mi venissero in mente certe strane idee."

"Non mi interessano le lusinghe, Astamon." replicò bruscamente ChaosGallantmon. "Se hai qualcosa da dire, dillo subito, e non perdiamo tempo in chiacchiere."

Astamon si schiarì la voce. "Certo, certo... chiedo scusa, mio signore. Potete contare sulla mia fedeltà." rispose. "Come stavo dicendo, se il qui presente BlackMegaGargomon potesse darmi qualche indicazione, potrei farmi un'idea di quali truppe sia meglio dislocare per costringere ElDoradimon a dirigersi verso la diga, dove resterà intrappolato."

"Ottima idea." rispose WarDevidramon. "Ma è soltanto una parte della strategia. Poi, come facciamo a togliere l'acqua dal bacino e intrappolarlo lì?"

Kuzuhamon sorrise dietro la sua maschera. "E perchè dovremmo preoccuparci di questo? Sarà qualcun altro a farlo per noi." affermò.

Astamon sbattè gli occhi, sinceramente incuriosito dall'idea della sua collega, e WarDevidramon stesso si fermò a riflettere. In effetti, non era proprio una cattiva idea... "Quello che vuoi dire, Kuzuhamon... è che hai intenzione di... far notare... il punto debole della diga agli uomini di Kurata, in modo che siano loro a distruggere la diga e attaccare ElDoradimon? Fare un po' del lavoro per noi?"

"Mi sembra una strategia interessante, ma non è priva di rischi." affermò ChaosGallantmon. "Detto questo... ammetto che i benefici potrebbero essere notevoli. Se vincono quelli della DATS, sono comunque vulnerabili, e non saranno in grado di difendersi efficacemente da un secondo attacco che noi sferreremmo. Se vincono Kurata e i suoi sgherri... a noi non resta che attaccarli di sorpresa e finire il lavoro. Anzi, potrebbe essere meglio per noi se vincesse Kurata. Nel Mondo Digitale, è lui a trovarsi in un territorio a lui poco familiare, e avremmo migliori possibilità di coglierlo di sorpresa. Va bene... metterò questa vostra proposta ai voti. Se sarà approvata, la metteremo in pratica quanto prima. Quanto dista ElDoradimon dal bacino?"

"Un giorno di viaggio, supremo ChaosGallantmon-sama. Forse due." rispose BlackMegaGargomon, dopo aver dato una rapida occhiata alla mappa e aver fatto dei rapidi calcoli. "Dovrei riuscire a far trasferire in quella zona dei Digimon abbastanza veloci, che riescano a coprire una distanza considerevole in breve tempo. E che al tempo stesso siano abbastanza ben armati da dare l'impressione di una sfida considerevole. Ma secondo me si può fare."

"Va bene. WarDevidramon, tu cosa dici?" chiese ChaosGallantmon al dragone cibernetico.

Per quanto gli seccasse mettere da parte il suo orgoglio e la sua ambizione per dare ragione a Kuzuhamon ed Astamon, WarDevidramon decise che in quel momento fosse più importante fare il suo dovere come generale dell'esercito di ChaosGallantmon, e diede la sua onesta opinione. "Hmm... come dice lei, i rischi sono considerevoli... ma anche i potenziali vantaggi. Credo che farei meglio a radunare anch'io alcuni dei miei uomini migliori per rafforzare le fila dei nostri fedeli e convincere ElDoradimon a cambiare strada." affermò. "Molto bene. Credo di poter dare una mano anch'io."

"Non sono esattamente nella posizione di danneggiare Astamon, ma se contribuisco a questa operazione, anch'io avrò la mia parte di merito, e per il momento questo è sufficiente." pensò tra sè.

ChaosGallantmon annuì con decisione. "Bene. Dunque, sembra che non ci siano obiezioni. D'accordo, provvederò immediatamente a far schierare una formazione abbastanza nutrita dei Digimon a noi fedeli. Se riusciranno a deviare ElDoradimon verso il bacino, avremo gioco più facile su di loro in seguito." affermò. "Ognuno prenda posizione e si prepari a fare la sua parte. Non possiamo permetterci errori, in una situazione così delicata."

Tutti i suoi attendenti fecero un cenno con la testa per dire che erano perfettamente al corrente della situazione, e si allontanarono per organizzare le loro risorse e preparare i loro sottoposti al momento decisivo. Ognuno di loro era al corrente di quale fosse la sua parte, e aveva tutta l'intenzione di eseguirla al meglio delle sue possibilità.

"E va bene." disse tra sè ChaosGallantmon, mentre si allontanava con uno svolazzo del suo mantello. "Questa volta, dobbiamo fare quello che nessuno ha fatto finora. Espugnare ElDoradimon."

 

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L'immenso Digimon in questione, del tutto ignaro di cosa si stesse tramando ai suoi danni, stava continuando inesorabile il suo cammino, attraversando praterie sconfinate e foreste vergini, forte dell'esercito di  ribelli e partigiani che si ingrossava sempre di più man mano che nuovi Digimon si univano ai Leggendari Guerrieri e alla DATS.

Questo, per il gruppetto di ragazzi e Digimon che facevano da leader non ufficiali della resistenza, voleva dire che erano indaffarati ad organizzare le difese della città e prepararsi ad ogni possibile eventualità. E questo voleva dire... anche avere a che fare con qualche divergenza.

"Ti sto dicendo, Daimon-san, che non possiamo lasciare scoperte queste sezioni delle mura soltanto perchè si tratta di zone che non possono essere attaccate facilmente." stava protestando Tohma, mentre con un dito mostrava al suo impulsivo collega una piantina di ElDoradimon, completa di tutti i possibili accessi e punti deboli. Una piantina che Tohma, scrupoloso come sempre, si era preso il tempo di disegnare dopo aver fatto alcune approfondite perlustrazioni della grande città vivente. "Il nemico sfrutterà proprio quelle posizioni per sfiancarci man mano e infine approfittare della nostra debolezza per sferrare un colpo decisivo!"

"E allora? Questo significa semplicemente che dobbiamo tenerci pronti ad intervenire in quelle posizioni!" replicava Masaru con sfacciataggine. "Il tuo problema, caro il mio signorino Norstein, è che tu pensi troppo. Non puoi prevedere ogni cosa! Quindi io dico, cerchiamo semplicemente di presentare al nemico una difesa quanto più solida possibile, andiamo avanti senza fermarci, e vedrai che la maggior parte di loro se la farà sotto e ci lascerà passare!"

"Non... credo di aver mai sentito prima d'ora una strategia più insensata!" replicò Tohma. "Stai semplicemente... facendo un atto di fede e sperando che una semplice dimostrazione di forza dia da pensare ai nostri nemici! Non è così che funziona! Il tuo modo di fare ci porterà dritti alla disfatta se non ci ragioni su!"

"Finora ha sempre funzionato!" replicò Masaru, deciso a non arretrare di un passo.

Una Palmon che si trovava lì vicino intervenne a favore di Masaru. "Il figlio del salvatore ha ragione! E' sempre stato lui a battere il nemico, e lo farà anche questa volta, vero?"

"Beh, il capo ed io siamo pronti ad affrontare qualsiasi avversario!" rispose prontamente Agumon, che sferrò una serie di colpi davanti a sè per dimostrare di essere pronto ad ogni evenienza. "Kurata, Gallantmon, chiunque pensi di poter fare il prepotente con noi, non ha che da farsi sotto! Gli daremo una bella lezione!"

"Giusto, ben detto!" rispose un Armadillomon.

"Viva il figlio del salvatore!"

"Sarà lui a guidarci!"

"Assieme a lui abbiamo già vinto!"

Tohma era incredulo. Come diavolo facevano tutti quei Digimon ad avere una tale cieca fiducia nei confronti di Masaru ed Agumon, soltanto perchè Masaru era il figlio di Suguru Daimon? L'unica che raggiungeva un simile livello di ammirazione tra gli abitanti di ElDoradimon era la piccola Chika... e sia lei che Dorumon avevano mostrato un notevole imbarazzo nel trovarsi così al centro dell'attenzione...

 

oooooooooo

 

"La figlia del salvatore è qui!"

"Dai, per favore, dicci come batterai il nostro nemico!"

"Sono sicura che riuscirà a fermare Gallantmon da sola!"

In qul momento, la bambina e Dorumon stavano in qualche modo cercando di sfuggire alla folla di Digimon che li stava inseguendo, come una folla di fan che correvano dietro ad una celebrità! Nel tentativo di scrollarseli di dosso, Chika e Dorumon si erano infilati nelle stradine più strette e tra gli edifici... il che non aveva aiutato granchè, dal momento che i Digimon più piccoli riuscivano comunque ad intrufolarsi e ad assillarli anche lì. Finalmente, dopo quasi mezz'ora di imbarazzanti inseguimenti, la piccola agente e il suo Digimon erano riusciti a raggiungere una piazzetta ben nascosta tra alcuni edifici di pietra dura, e in quel momento vi si erano intrufolati e stavano riprendendo fiato.

"Uff... uff... accidenti, Doru-chan... credevo che non ce li saremmo più tolti di mezzo!" ansimò Chika, mentre con una mano s tergeva la fronte e spostava una ciocca di capelli che le stava andando negli occhi. "Che razza di ossessi... non che mi dispiaccia che abbiano tanta stima per papà, ma quando è troppo è troppo! Si comportano come tanti bambini!"

"Phew... puoi... puoi dirlo forte, Chika!" rispose il dinosauro violetto, anche lui con il fiatone per la corsa pazza che avevano fatto. "Io... purtroppo non ricordo molto dei primi tempi di quando vivevo a DigiWorld... e non ho visto cosa abbia fatto il tuo papà per guadagnarsi tutta questa stima..."

"Io direi che quasi lo venerano come un dio... e ovviamente, Masaru-niichan ed Agu-chan si sono lasciati prendere la mano." replicò Chika. Mise il broncio e si appoggiò la testa su una mano, storcendo il naso in una buffa espressione di fastidio. "Seriamente, a volte Masaru-niichan è proprio infantile. Mi sembra di essere io la sorella maggiore."

"Già, lo posso capire... Anche se, devo ammettere che sta prendendo molto sul serio il suo... ruolo... come guida dei Digimon di questo posto." affermò Dorumon. "Se non altro, ha il carisma e la personalità che servono per guidarli. E lui ed Agumon si sono effettivamente guadagnati la loro fiducia."

"Sarà... ma a volte vorrei che mio fratello pensasse un po' di più con la testa, piuttosto che con i pugni." rispose Chika con un sospiro.

Dorumon voltò lo sguardo verso la sua partner umana e restò a guardarla per qualche secondo prima di riprendere la conversazione. "Tu... vuoi molto bene a tuo fratello, vero?" chiese retoricamente. "Vedo come ti preoccupi per lui, con tutte le stupidaggini che fa..."

"Seriamente, Masaru-niichan dovrebbe fermarsi qualchhe volta e pensare a quello che fa! E anche tutti quei Digimon che gli corrono dietro. Neanche fosse un divo del cinema!" brontolò la piccola agente della DATS, le mani dietro la nuca e gonfiando le guance come un pesce palla. "Pare che pensino che mio fratello ed io siamo infallibili soltanto perchè siamo i figli di un uomo che ammiravano moltissimo!" Chika si fermò a pensarci su per qualche istante, poi sospirò e riprese il discorso. "Sai, Doru-chan, più ci penso e più mi rendo conto che... in realtà non so praticamente nulla di mio padre, o di cosa lo abbia spinto a viaggiare nel Mondo Digitale, a condividere tante cose con voi Digimon... Forse Masaru-niichan riuscirebbe anche a capirlo, ma... a volte mi sembra quasi che lui ed io viviamo in due mondi diversi. Lui parla sempre di come un uomo dovrebbe vivere la sua vita... e io che sono una ragazza, allora?"

"Uh... non... non sono proprio sicuro di cosa intendi dire, Chika... penso che... tuo fratello non stesse facendo distinzioni tra uomini e donne... non so se mi spiego..." rispose Dorumon, un po' confuso, con tanto di gocciolona di sudore che gli scendeva dalla testa.

Chika sospirò e si abbracciò le ginocchia. "Scusa, Doru-chan, credo di essere partita per la tangente." affermò. "Quello che volevo dire... è che ero talmente piccola quando papà è partito, che non lo ricordo bene, e non riesco a farmi un'idea di cosa lo possa avere spinto a restare qui a DigiWorld. A volte... ammetto che provo un po' di rabbia nei suoi confronti. Perchè ha deciso di andarsene così? Non gli interessava più la famiglia che aveva in Giappone?"

La bambina abbassò lo sguardo tristemente, e Dorumon esitò per qualche istante prima che gli venisse in mente la cosa giusta da dire. "Io... non credo che se ne sia andato perchè non voleva più tornare da voi, Chika..." affermò. "Voglio dire... non posso dire di conoscere tuo padre, ma... ho visto come si comporta tuo fratello. E' stato tuo papà ad insegnargli il suo... codice d'onore, vero?"

"Oh... sì, certo... quel loro strano codice d'onore delle arti marziali." affermò Chika. "Beh, sì, questo lo ricordo benissimo. Masaru-niichan ha sempre avuto molto rispetto per papà, e ha imparato molte cose da lui."

"Quindi... anche il suo codice d'onore viene da tuo papà. E Masaru è uno che mantiene le promesse, a qualsiasi costo." rispose Dorumon. "Sono sicuro che anche tuo papà è cosi. Quando è andato via di casa, aveva promesso che sarebbe tornato, no? E aveva tutta l'intenzione di mantenerla, la promessa. E' questo che lui ha insegnato a tuo fratello... quindi sono sicuro che tuo papà sta ancora cercando di tornare a casa, perchè non vuole mancare alla parola data. E se non c'è ancora riuscito, è perchè ha avuto i suoi buoni motivi."

"Tu dici, Doru-chan?" chiese Chika speranzosa. Quando il piccolo dinosauro viola disse di sì con la testa, la bambina fece un sospiro e guardò verso il cielo, appena visibile tra i tetti delle costruzioni di ElDoradimon. Adesso si sentiva un po' più tranquilla. "Sì, forse hai ragione tu. Se solo potessimo scoprire dov'è finito papà... ma penso che dovrà aspettare per quando avremo finalmente rimesso le cose a posto qui a DigiWorld, vero?"

"Sono sicuro che un giorno lo ritroverete, Chika!" rispose Dorumon. "E io vi darò una mano! Ora forza... andiamo a vedere se possiamo ancora fare qualcosa per proteggere la nostra città!"

Chika annuì energicamente, e un attimo dopo, i due erano di nuovo all'opera per cercare di rafforzare le difese di ElDoradimon...

 

oooooooooo

 

Ancora una volta, come da programma, Masaru e Tohma stavano battibeccando... e come era prevedibile, in questo caso, l'oggetto del contendere erano le strategie che ognuno di essi aveva in mente per respingere un successivo attacco di Kurata o dei fedeli di Gallantmon. Per Takuya, che stava cercando di fare da mediatore tra i due, voleva dire un mal di testa praticamente assicurato...

"Vedrai che quando incontreremo il nemico, farà qualcosa che la tua tanto decantata strategia non sarà riuscita a prevedere!" stava dicendo Masaru. "Io dico che tanto vale stracciare questa cosiddetta tattica e improvvisare quando ci troviamo di fronte al nemico! Vedrai che li coglieremo di sorpresa e li metteremo in fuga!"

"Con tutto il dovuto rispetto, signorino Masaru... io credo che il signorino Tohma abbia ragione, in questo caso." stava dicendo Gaomon. "I nemici che dobbiamo affrontare sono molto pericolosi. Non possiamo limitarci ad avere fiducia in noi stessi e pensare che questo ci permetterà di vincere. Credo che... anche il signorino Takuya la pensi allo stesso modo."

Takuya si sfregò la nuca, ricordando con un certo imbarazzo la sua "tattica" con la quale presumeva erroneamente di poter sconfiggere Duskmon. "In realtà, anch'io penso che Tohma-san e Gaomon abbiano ragione, Masaru-kun." affermò. "Una volta anch'io ero convinto che avremmo potuto vincere semplicemente credendo in noi stessi e facendo gioco di squadra, ma... diciamo che non è andata bene come credevo."

"Questa volta andrà diversamente!" protestò Agumon, che prevedibilmente credeva nel suo partner umano senza riserve. "Il capo è sempre riuscito a vincere, anche quando tutti dicevano che non ce l'avrebbe fatta! Perchè non dovrebbe farcela anche questa volta?"

"Perchè questo non è il Mondo Reale, dove avevamo una base in cui tornare e dei luoghi relativamente sicuri dove potevamo restare in caso di necessità." spiegò Tohma, con una comprensibile punta di esasperazione. "Qui ci troviamo in un luogo sconosciuto, contro degli avversari che hanno delle ampie risorse, e non sappiamo neanche che cosa possono mandare in campo. Anche se ci troviamo in una località facilmente difendibile, non possiamo permetterci di sottovalutarli."

"Non ho intenzione di sottovalutarli! Non ho dimenticato quello che hanno fatto ai Digimon di questo mondo!" esclamò Masaru rabbiosamente. "Siamo proprio qui per fermare Kurata e impedire a questo Gallantmon di espandere la sua influenza in tutto DigiWorld, e non vinceremo questa guerra temporeggiando e restando sulla difensiva."

"Ma neanche attaccando a testa bassa senza riflettere!" ribattè Takuya, poi scosse la testa e fece un grugnito di rabbia. "Ugh... seriamente, Masaru-kun, sei un mio grande amico, ma a volte proprio non capisco come ragioni! La posta in gioco è troppo alta per permetterci di sbagliare... andiamo, Masaru-kun, io credo che Tohma-kun abbia la sua parte di ragione!"

Messo in minoranza, il giovane street fighter grugnì e scosse la testa. A quel punto, tanto valeva cedere ed accontentarli. "Hmph... e va bene, visto che ci tenete tanto, facciamo come volete voi! Ma se intanto succede qualcosa al Mondo Digitale, ricordate che siete stati voi a suggerire una... strategia... che ci ha portato al fallimento! Andiamocene, Agumon... qui non siamo graditi."

"Ah? Aspetta, capo! Io non corro come te!" esclamò Agumon. Il piccolo dinosauro arancione si affrettò dietro il suo capo, che in un accesso di frustrazione aveva accelerato il passo... mentre Tohma, Gaomon e Takuya restavano indietro e guardavano con un misto di frustrazione ed incredulità ai loro due imprudenti compagni, che venivano rapidamente seguiti da un gruppo di Digimon che sembravano seguirli come un branco di fan dietro ad un cantante celebre...

"Non riesco a crederci... da quando i Digimon lo hanno riconosciuto come il figlio di Suguru Daimon, Masaru si è montato la testa..." affermò Tohma. "Se va avanti così, non riusciremo a lavorare assieme, e i nostri nemici avranno facile gioco su di noi."

"Anch'io ad un certo punto mi sono trovato in una situazione simile. Pensavo che sarebbe stato semplice affrontare i nostri nemici, e ho finito per sottovalutare uno di loro... le conseguenze sono  state quasi tragiche, e per poco la nostra missione a DigiWorld non si è conclusa lì..." raccontò Takuya. "So che quello che dico può sembrare un po' semplicistico... ma forse Masaru si renderà conto di quanto pericolosa sia la situazione solo quando si troverà davanti un avversario che non può sconfiggere soltanto caricandolo e prendendolo a pugni."

"Spero che per allora non sia troppo tardi..." commentò Tohma scuotendo la testa. "Quello che posso dire per certo è che non possiamo stare qui ad attendere che il nostro... cosiddetto leader... si renda conto da solo del pericolo. Gaomon... è meglio se andiamo a verificare le difese in qualche altra zona di ElDoradimon. Dobbiamo fare in modo che nessun invasore possa entrare. Ci vediamo dopo, Takuya-kun."

"Va bene, Tohma-sama." affermò il lupacchiotto pugile. Tohma e Gaomon fecero un breve saluto e si diressero verso una grande scalinata che si arrampicava verso una grande torre di pietra, attorno alla quale svolazzavano numerosi Digimon alati... mentre Takuya restò fermo dov'era e salutò il ragazzo mezzo-austriaco e il suo Digimon con aria quasi stanca.

"Hey, Takuya-kun!" esclamò Junpei, arrivando inaspettatamente da una strada vicina. Takuya si voltò verso il ragazzo più grande, un po' stupito. Sicuramente Junpei aveva sentito, almeno di sfuggita, il battibecco tra loro e Masaru. "Scusa, passavo di qui per controllare se fosse tutto a posto, e ho sentito che discutevi con Masaru-kun e Tohma-san. C'è qualche problema?"

"Ah! Ciao, Junpei-kun... no, nessun problema... almeno per adesso. Ma è il comportamento di Masaru-kun che mi preoccupa." rispose Takuya, mentre i due si incamminavano lungo una delle strade più grandi di ElDoradimon. I due amici passarono vicino ad una bancarella, dalla quale il Digimon venditore gettò loro un paio di mele di carne. Junpei afferrò al volo la sua, ringraziò con un sorriso a denti scoperti e addentò il frutto, staccandone un bel pezzo. "IL fatto è che temo che Masaru non stia prendendo abbastanza sul serio tutto questo... I Digimon che vivono su ElDoradimon, Baronmon per primo, lo hanno assunto a loro salvatore e messia... e da allora, ho l'impressione che si sia convinto di avere la vittoria in pugno. Vorrei almeno fare in modo che... se dovesse fare qualcosa di stupido, non ci siano conseguenze terribili per tutti noi. So di cosa sto parlando... e vorrei evitare che Masaru ed Agumon facciano i miei stessi errori."

"Sì, posso capirlo, Takuya-kun... ma a volte, molto semplicemente, non puoi impedire alla gente di sbagliare." rispose Junpei aggiustandosi gli occhiali. "Mi rendo conto che la posta in gioco è alta, e quindi dobbiamo fare il possibile per fare sì che Masaru-kun si renda conto che sta prendendo il suo compito con troppa leggerezza... e intanto, cercare come possiamo di coprire i suoi errori. Ma... certe cose si imparano soltanto facendone esperienza personalmente. Se... se non fossi venuto qui a DigiWorld quella volta, pensi davvero che avresti imparato quello che sai adesso? Io stesso posso dire che mi è servito a molto, il mio viaggio nel Mondo Digitale. Le cose che ho imparato qui... non avrei certo potuto leggerle sui libri."

Takuya ridacchiò e giocherellò per un attimo con la sua mela di carne. "Beh, hai ragione anche tu, Junpei-kun. E va bene... immagino che la cosa migliore da fare sia aiutare Masaru quanto più possibile in modo da farlo restare con i piedi per terra. E intanto, facciamo quello che possiamo per non farci cogliere alla sprovvista da Kurata o da Gallantmon, e sveliamo i misteri che si nascondono dietro il nostro beneamato Cavaliere Reale."

"Intanto mangia la tua mela di carne, prima che ti cada per terra!" gli ricordò Junpei.

 

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"Hm, hm, hmmm... vediamo un po'. Devo ammettere che sono un po' indecisa. Per essere una gigantesca tartaruga vagante, ElDoradimon è molto ben difesa."

Nanami abbassò il piccolo cannocchiale che stava usando per tenere d'occhio il loro prossimo bersaglio e cercò di riflettere sugli elementi di cui si era resa conto. In effetti, da quella distanza non era in grado di scoprire più di tanto... ma grazie alla sua intelligenza, la bionda aveva già individuato qualche possibile punto debole. Non era ancora abbastanza da poter suggerire un piano d'attacco decente, ma era comunque un elemento da cui partire. "Molto bene, Kurata-hakase. Da questa distanza, posso già vedere quali sono le posizioni più difficili da diffendere di ElDoradimon. I nostri amici le conosceranno già, se non sono stupidi... quindi, si saranno premuniti e avranno disposto buona parte delle loro risorse per fare in modo che quei punti rimangano ben coperti."

Poco lontano, sotto una tenda ben costruita, Kurata sorseggiò una tazza di tè verde mentre prendeva qualche nota sul suo taccuino. "Aaaah, ottimo lavoro, mia cara Nanami! Come immaginavo, è stata un'ottima idea portarti con me!" affermò con tono stucchevole. "Va bene... fai un rapporto di ciò che vedi, ci sarà utile per elaborare una strategia vincente quando arriverà il momento della verità!"

Kouki, seduto poco lontano con espressione infastidita, si sbattè un pugno sull'altra mano. "Ne ho abbastanza di queste lungaggini! Perchè non andiamo semplicemente lì e non li facciamo secchi tutti? Con i Gizumon che abbiamo a nostra disposizione e le nuove trasformazioni in Bio-Ibridi, possiamo spazzarli via senza difficoltà!"

"Ti devo ricordare che sei il nostro sottoposto, Kouki Tsubasa?" esclamò il generale Akameshi, gettando al ragazzo biondo un'occhiata feroce. "Non sei autorizzato a fare di testa tua. E un attacco frontale ad un Digimon così grande, con tutte le difese di cui è dotato... significherebbe soltanto il rischio di una devastante sconfitta."

Ivan volle dire la sua. Il massiccio mercenario si fece avanti e raggiunse la sua compagna, sfregandosi la mascella con una mano. "Hmmm... d'accordo. Non possiamo attaccare ElDoradimon. Ma non possiamo invece mandargli contro i Gizumon e cancellarlo con i loro raggi?"

"In teoria, sarebbe possibile. Ma teoria e pratica non sempre coincidono." rispose Nanami con tutta tranquillità. Doveva ammettere che per quanto Ivan fosse uno stupido, la sua presenza era in qualche modo rassicurante. Avere accanto una persona che aveva bisogno delle sue spiegazioni la faceva sentire in qualche modo ancora più importante. "Vedi... il fatto è che ElDoradimon è talmente grande che un semplice attacco da parte anche di uno squadrone di Gizumon non gli farebbe quasi nulla. Per infliggere danni permanenti ad ElDoradimon, avremmo bisogno di una grande quantità di Gizumon che lo attacchino per un lungo periodo di tempo. In pratica, uno sciame che deve impiegare un tempo notevole per abbattere un animale di grandi dimensioni. Nel frattempo, i difensori di ElDoradimon ci manderebbero contro tutte le difese di cui sono capaci... e i nostri Gizumon non potrebbero sostenere un assalto simile. Non possiamo permetterci di sacrificarne troppi, ci servono per la parte successiva del nostro piano."

"Okay, credo di aver capito." disse Ivan, tirando infine un sospiro. Non poteva dire che i piani di Kurata gli piacessero, ma la necessità spinge a fare cose che altrimenti sarebbero impensabili. "Allora... cosa suggerisci di fare?"  

"Sappiamo per certo che non siamo gli unici a voler attaccare ElDoradimon." commentò Nanami, la cui mente geniale stava già pensando a qualche idea per superare le difese del loro obiettivo. "Per il momento, credo che la cosa migliore da fare sia attendere. Non sappiamo ancora abbastanza da poter lanciare un attacco con delle concrete possibilità di successo. Vediamo invece come se la cavano i nostri... concorrenti, e teniamo d'occhio le reazioni dei difensori di ElDoradimon. In questo modo, avremo la possibilità di capire meglio quali sono le loro debolezze, e potremo sviluppare una strategia migliore."

"Haaaah! Strategia, strategia... per me è tutta una perdita di tempo!" mormorò Kouki tra sè, stando comunque attento a non farsi sentire da Kurata e dai suoi superiori. Per quanto lo riguardava, l'unica cosa che gli interessava era di mostrare la sua nuova forza a quel dannato Masaru Daimon, al suo amichetto con la corazza fiammeggiante e a quelle mezze cartucce della DATS. Ma a quanto pareva, in quel momento era più prudente essere pazienti. Più tardi, avrebbe avuto la possibilità di sfogarsi a volontà... e aveva tutta l'intenzione di sfruttarla!

"Per adesso, vediamo dove si dirige ElDoradimon e osserviamo quello che fanno i Digimon della fazione nemica. Se dovesse dirigersi verso un terreno a noi più favorevole, allora ci sarebbe la possibilità di pianificare un attacco." concluse Nanami.          

"Mi sembra una buona idea, mia cara Nanami." disse Kurata. "Se le mie mappe di DigiWorld sono aggiornate, ElDoradimon si sta dirigendo verso un lago artificiale. Forse quello potrebbe essere il luogo giusto."

"Stiamo giocando ad un gioco di pazienza." rispose Akameshi sfregandosi il mento. "Ora, tutto sta a vedere chi perderà per primo il sangue freddo, e cosa succederà quando questo accadrà..."

 

oooooooooo

 

"Okay... adesso, qualcuno potrebbe spiegarmi per quale motivo siamo qui in questa stanzina?" si chiese Sophie, seduta a gambe incrociate sul pavimento di una delle sale più interne della più grande fortificazione di ElDoradimon. Shinya, Kaoru, Katsuharu e Kouichi erano con lei, assieme a Bokomon, Neemon e Baronmon, in attesa che il Digimon mascherato rivelasse il motivo per cui li aveva fatti riunire.

"Un po' di pazienza, Sophie. Siamo appena arrivati." disse Katsuharu, anche se doveva ammettere che anche lui era abbastanza ansioso. Non li avrebbero fatti riunire così all'improvviso se non ci fosse stato un motivo più che valido... il che voleva probabilmente dire che era qualcosa che riguardava i loro Digi-Spirit. "Adesso... immagino che Baronmon-san ci dirà tutto."

"Esattamente. Si tratta di una cosa molto importante, ragazzi miei." disse il Digimon, picchiettando un paio di volte per terra con il suo bastone per richiamare l'attenzione. Immediatamente, tutti i ragazzi rivolsero a lui i loro sguardi e tesero le orecchie. "Bene... vi ringrazio per essere arrivati così presto e con questa prontezza. Il motivo per cui vi ho fatti venire... riguarda i vostri Spiriti. So che siete arrivati fino al B-Spirit, il che è in effetti un traguado notevole. Ma... al momento, temo che non sarà sufficiente. Avete visto anche voi con che razza di nemici abbiamo a che fare."

"Sì... in effetti, rispetto ai Digiprescelti più esperti, non possiamo fare molto." commentò Kaoru con un sospiro che esprimeva la sua preoccupazione. "E anche i Beast Spirits hanno i loro problemi. Non siamo in grado di controllarli bene come dovremmo, e se perdessimo il controllo nel bel mezzo di un combattimento... le cose si farebbero difficili."

"E' vero. Il Beast spirit non è facile da controllare. Che io ricordi, soltanto Junpei ed Izumi non hanno avuto particolari problemi nel controllarlo." rispose Bokomon, mentre si aggiustava il suo immancabile librone sulla schiena. "Proprio per questo, abbiamo intenzione di farvi fare un addestramento speciale, in modo che non solo impariate a controllarli... ma siate anche in grado di andare oltre il vostro B-Spirit ed ottenere i vostri Advanced Spirits. Temo che sarà l'unica possibilità, se vogliamo avere qualche possibilità contro tutti i nemici con cui avremo a che fare."

"E questo... beh, vuol dire che anche Kouichi dovrà ricevere il suo A-Spirit... ma in questo caso, il procedimento sarà... ehm... come posso dire, Bokomon? Un po'... diverso?" aggiunse Neemon. Bokomon sospirò e si sfregò la nuca - era abituato alla lentezza del suo amico, ma qualche volta poteva essere davvero frustrante.

"Ci penso io a spiegare i particolari, Neemon..." affermò.

Kouichi si schiarì la voce. "Beh... in effetti, ho saputo anch'io che per ottenere il mio A-Spirit dovrò fare qualcosa di diverso." affermò. "Ma esattamente, di cosa si tratta?"

Baronmon storse il naso e restò in silenzio per qualche istante, come se stesse cercando di prepararsi il discorso. "Beh... non voglio fartene un mistero, ragazzo mio. Potrebbe essere pericoloso. Se tu non ti rivelassi all'altezza di questo... allenamento, per così dire... le conseguenze per te potrebbero essere terribili. Quindi... prima di accettare, riflettici bene. Se deciderai di non farlo, allora non ti costringeremo a farlo."

Kouichi sospirò. In realtà, quello che lui voleva non contava molto, in quel momento. "Abbiamo bisogno di tutti gli aiuti possibili, e Takuya-kun e gli altri hanno superato già prove terribili per ottenere il potere che gli servirà per salvare il Mondo Digitale. Devo fare anch'io la mia parte." affermò il detentore degli Spirits dell'Oscurità. "Quindi... di qualsiasi cosa si tratti, mi sento pronto ad affrontarla."

"E va bene... non credo che ci sia un modo per far cambiare idea a nessuno di voi." affermò infine Baronmon. "Ascoltate attentamente. Adesso... io e i miei compagni che vedete qui con me..." indicò Bokomon e Neemon, che fecero entrambi un cenno con la testa. "Inizieremo un rituale che invierà tutti voi in una sorta di... la chiamerei dimensione parallela, ma non è il termine esatto. Diciamo che piuttosto è un piccolo mondo creato dalla vostra mente, dove avrete a che fare con alcune prove... ognuna delle quali è basata sulla vostra personalità e su diversi elementi del vostro carattere, del vostro passato e della vostra storia personale. Purtroppo, non posso prevedere esattamente di cosa si tratterà. Ognuno di voi dovrà affrontare un test personalizzato... e cercare di superarlo con le vostre sole forze. State attenti... e se pensate di non farcela, non esitate a lanciare un richiamo telepatico. Cercheremo immediatamente di interrompere il rituale e riportarvi indietro.

"Ugh... e come diavolo si fa a lanciare un richiamo telepatico? Devo pensarci intensamente, o cosa? Accidenti... ormai è troppo tardi per tirarsi indietro, in ogni caso." disse tra sè Sophie. "O la va, o la spacca. E abbiamo alle calcagne quel Gallantmon e quel pazzoide di Kurata! Non possiamo tirarci indietro, ormai."

"Possiamo cominciare, allora." disse Bokomon. Con attenzione, il piccolo Custode del Libro aprì il volume su una pagina circa a metà e lo appoggiò sul pavimento di pietra levigata davanti a sè. Baronmon e Neemon si affiancarono al Digimon più piccolo, mentre questo iniziava a leggere una formula magica, in una strana lingua che non ricordava nessun idioma che i Digiprescelti avevano mai sentito in vita loro. Bokomon chiuse gli occhi e tenne le mani sollevate sopra le pagine, come se stesse cercando di leggere le formule magiche con i palmi delle mani. Bokomon continuò ad intonare quella strana litania, e ognuno dei Digiprescelti nella stanza chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi, anche mentre sentivano che l'aria si riscaldava e una sorta di scarica elettrica si diffondeva attorno a loro, facendo loro venire la pelle d'oca. Il terreno sembrò perdere consistenza sotto di loro, trasformandosi in una sorta di gelatina nella quale i loro corpi affobdavano lentamente... e i suoni del mondo esterno si smorzarono sempre di più, mentre ognuno di loro sprofondava nei meandri della propria mente. Kaoru ebbe il tempo di deglutire mentre si chiedeva che razza di prova la attendesse...

...poi, ogni cosa cessò di esistere intorno a loro, e i ragazzi vennero risucchiati nella micro-dimensione creata dalle loro menti.

 

oooooooooo

 

Kouichi non era del tutto sicuro di quanto tempo fosse passato, quando finalmente aprì gli occhi. Potevano essere  state diverse ore, o forse soltanto alcuni secondi... ma finalmente, l'incantesimo era stato completato, e il ragazzo si sentiva nuovamente in controllo del proprio corpo. Con un pizzico di esitazione, il giovane depositario dei Digi-Spirit dell'Oscurità aprì gli occhi e si guardò attorno.

Il paesaggio che si trovò davanti fu stranamente rassicurante, malgrado il suo aspetto vagamente innaturale. Il ragazzo si trovava nel bel mezzo di una grande sala, in quello che sembrava essere un tempio abbandonato ma ben tenuto, fatto di pietre nere levigate che si incastravano con incredibile precisione le une sulle altre. Nelle fessure tra i "mattoni" filtrava una tenue luce verdina, ma a parte questa, l'unica illuminazione era data da alcune lanterne appese alle pareti, all'interno delle quali ardevano delle strane fiamme bianche che brillavano molto di più di quanto non avrebbe fatto una fiamma normale. Il luogo non sembrava particolarmente spaventoso, ma aveva qualcosa di malinconico... l'atmosfera era strana, come sospesa... pareva che il tempo si fosse fermato, e anche l'aria che Kouichi respirava, pur essendo del tutto sicura, dava l'impressione di essere particolarmente densa.

Il ragazzo si alzò e si sgranchì le gambe, che sentiva indolenzite come se fosse rimasto seduto in seiza per lungo tempo. Si guardò attorno e strinse il suo D-Tector in una mano, sentendosi più sicuro... poi cercò di chiamare chi si trovasse in quel posto.

"Hey! C'è... c'è qualcuno qui dentro?" chiese il ragazzo. Fece un primo passo verso la parte opposta della sala, ed ebbe l'impressione che il suono venisse amplificato... come se qualcuno stesse pestando i piedi a terra anzichè avanzare con cautela. "Dove... dove mi trovo?"

Kouichi non si aspettava esattamente una risposta... quindi fece un salto per lo stupore quando una voce cupa ed inquietante gli rispose ugualmente.

"Questo è un posto creato dai tuoi pensieri, Kouichi. Dalle tue paure, dal tuo inconscio e dai rimpianti che ti porti dietro. Ci sono ancora parti della tua personalità che non hai affrontato, fallimenti ai quali non ti sei rassegnato... e sia io che questo posto siamo stati creati dal tuo stato mentale."

Colui che aveva risposto, facendo gelare il sangue a Kouichi, avanzò lentamente, ancora nascosto dalle ombre. Ma anche così, il ragazzo riuscì ad intravedere una minacciosa forma umanoide che si avvicinava con inquietante lentezza - una forma corazzata, alta e scheletrica, con un braccio terminante in una corta lama, e diversi occhi senza espressione che si aprivano in varie parti del suo corpo. Una lunga chioma di capelli fluiva da dietro l'elmetto che l'individuo corazzato indossava... e anche da quel poco che riusciva a vedere, Kouichi non potè non riconoscere di chi si trattava...

"TU!" esclamò il ragazzo, gli occhi sgranati per l'orrore.

"Benvenuto, Kouichi." disse Duskmon, apparendo alla luce delle lanterne in tutto il suo terrificante splendore. "Non mi sorprende che tu ti ricordi di me. Dopotutto, noi siamo spiriti affini."             

                        

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CONTINUA...

  
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