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Autore: MaryFangirl    01/07/2021    2 recensioni
Cosa succede quando Ryo incontra di nuovo alcune donne che hanno segnato il suo cammino?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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“Se non vieni al porto stasera alle dieci, uccideremo la ragazza” sentì Ryo al telefono.
 
“Quale ragazza?” chiese con tono neutro.
 
Ryo rimase calmo più che possibile. Sapeva che non si trattava di Kaori, sempre nascosta con Sayuri. I clan continuavano a cercarla ovunque tranne che a Tokyo. Quindi non era preoccupato per lei. Chi era dunque l'ostaggio?

“Ryo, ti prego...” implorò una voce femminile che conosceva bene.
 
“Kazue, rimani calma. Andrà tutto bene” la rassicurò.
 
“Hai capito! Alle dieci al porto” gli fu ricordato.
 
“Aspetta!” gridò Ryo.
 
“Cosa? Non hai capito?” si innervosì il rapitore.
 
“Beh se non mi dici su quale porto e il punto, come ti trovo, genio?”
 
“Parlami con un altro tono!” disse l'altro arrabbiato.
 
“D'accordo, genio” rispose ironico.
 
Lo sentì vantarsi di aver intrappolato il grande City Hunter. Idiota, pensò Ryo.
 
“Allora, dove, genio?”
 
“Porto di Tokyo, edificio 1169, molo D”
 
“Ok, allora a stasera. E se tocchi la ragazza, sei doppiamente morto” lo avvertì.
 
“E se non la tocco?” scherzò.
 
“Pensaci. Un genio come te dovrebbe indovinare”
 
Ryo riattaccò e, senza aspettare un minuto, si recò a casa di Mick. Bussò più volte ma l'americano non c'era. Doveva essersi messo a caccia di signorine ancora una volta...nonostante le indicazioni fornite, lo sweeper non attese l'orario indicato e andò dritto al porto. Non aveva davvero voglia di lasciare la giovane dottoressa nelle mani di quei delinquenti. Se avessero tentato di infastidirla, lei non avrebbe saputo difendersi bene come Kaori. Doveva approfittare dell'effetto sorpresa per liberarla senza troppi danni.
 
Avvicinandosi all'edificio, sentì due uomini ridere forte e chiaro, spiegando come avrebbero messo fuori combattimento City Hunter, per poi eliminare la fastidiosa testimone. Sarebbero rimasti sorpresi. Silenziosamente, fece un giro e vide attraverso una finestra Kazue inginocchiata in un angolo. Aveva visibilmente pianto e non cercava modo di uscire. Non poteva biasimarla, non era preparata in alcuna maniera. Curava le loro ferite, conosceva il loro mondo, ma era sempre rimasta nell'ombra e il fatto che Mick si fosse ritirato avrebbe dovuto proteggerla. Tuttavia bisognava mettere in conto i due imbecilli che avevano deciso di rapirla per fare pressione su di lui, sicuramente in assenza della sua partner abituale. Ryo sorrise nell'osservare il posto. Kaori avrebbe già fatto esplodere i muri e abbattuto entrambi con un martello. Avrebbe gestito il resto con granate e altre cosette. In salsa Kaori, insomma...forse a quest'ora sarebbe stata in giro a fare la spesa e lui avrebbe appreso le sue avventure dai suoi informatori.
 
Scrollandosi, bussò alla finestra e incontrò lo sguardo sorpreso di Kazue, che si alzò e si avvicinò. Le fece cenno di tacere quando la vide aprire la bocca e mimò con le labbra una frase impercettibile, chiedendole di rimanere com'era e di stare pronta. La speranza tornò negli occhi di lei e annuì, tornando alla posizione originale. Le fece un piccolo segno e scomparve dalla sua vista. Percorse ancora qualche metro e trovò una porta sul retro, che si aprì con un leggero cigolio. Entrò nel corridoio buio e si diresse verso la stanza dove era tenuta Kazue, forzando rapidamente la serratura.
 
“Coraggio, bellezza, andiamocene da qui” annunciò.
 
“Ryo!” sussurrò sollevata, gettandosi tra le sue braccia.
 
Rimase così per alcuni secondi prima di rendersi conto in che posizione era, facendo un passo indietro con cautela.
 
“Uh...ehm...scusa” disse, aspettandosi di vederlo partire in modalità pervertito. “Forse sarebbe meglio andare, no?” suggerì con un sorriso tirato.
 
“Aspettavo te. Non sono stato io a lanciarmi tra le tue braccia” ironizzò, trascinandola per il gomito.
 
Avanzarono lungo il corridoio verso la porta da cui Ryo era entrato, quando sentirono dei passi giungere verso di loro. Da solo o con la sua partner avrebbe tentato la fortuna ma, con Kazue, optò per la prudenza e tornò indietro, cercando un'altra via di uscita.
 
“Ehi, non ci farai passare attraverso le fogne?” chiese Kazue preoccupata. Ricordava vividamente che quella era la strada che lui aveva preso per condurli nella casa dei Kitagawa, dove avevano dovuto eliminare le api assassine create dal suo fidanzato.
 
“Se ci tieni, possiamo farlo, ma non era previsto” rispose lui, un sorriso divertito sulle labbra, girandosi per sparare contro un tubo che cedette, rilasciando un getto di vapore.
 
“Sei impazzito! Come facevi a sapere se si trattava di un tubo dell'acqua o del gas?” gridò lei.
 
“Non lo sapevo” mentì, avendo notato di sfuggita cosa il tubo trasportasse.
 
“Cosa?! Sei un totale incosciente! Se si fosse trattato di prodotti chimici, saremmo stati in grossi guai!” lo rimproverò.
 
“Tu credi?” fece ingenuamente.
 
Non gli importava di venire sgridato dall'amica. Mentre lei gli urlava contro non pensava al pericolo e non si faceva prendere dal panico. Era la cosa principale. Ben presto entrarono nell'hangar principale e Ryo portò Kazue verso la porta, nascondendo entrambi dietro delle casse.
 
“Da dove pensi di uscire?” gli chiese a bassa voce.
 
“Da là” disse, indicando la porta d'ingresso.
 
“Che cosa?! Ma hai visto quanti uomini ci sono?” esclamò.
 
“Quindici al massimo” contò Ryo, stanco. “Sai come usare questa?” le chiese, porgendole una granata. La trattenne quando lei cercò di balzare indietro; avrebbe rovesciato una dozzina di casse, segnalando la loro presenza.
 
“Beh, immagino che la risposta sia no. Tienila per due secondi, per favore” disse dandole la sua Magnum.
 
Vide Kazue deglutire mentre prendeva l'arma e, alzandosi in fretta, slegò la granata e la spedì attraverso il magazzino prima di chinarsi e raccogliere la sua arma, con grande sollievo della giovane donna.
 
“Odio le armi anche se so che voi le usate con buonsenso” disse Kazue.
 
“Ti capisco ed è un bene che ci siano persone come te. Abbiamo meno motivi per sfoderarle. Bene, ora li disarmo. Preparati a correre”
 
Non era sicuro che lei ce l'avrebbe fatta, ma dovevano fare un tentativo. Ryo si alzò e disarmò diversi uomini prima di ordinare a Kazue di scappare. Lei esitò un secondo, poi si alzò e corse. Ryo la seguì senza indugio e uscirono.
 
“Non fermarti, corri” ordinò, prendendole la mano. La condusse verso la Mini, la fece salire velocemente e partì subito.
 
“Sei...sicuro che siano stati neutralizzati?” chiese Kazue con voce tremante.
 
“No, non lo sono, ma me ne occuperò più tardi. Per il momento, ti porto al sicuro...sperando che il tuo amato sia rientrato”

“Mick è uscito?”

“Forse è andato a fare la spesa...” suggerì lui, non volendo mettere nei guai il suo amico.
 
“Forse...” mormorò lei, dubbiosa.
 
Arrivarono rapidamente e Ryo accompagnò la giovane donna a casa sua. Dato che Mick non c'era, lo sweeper preferì restare con lei per assicurarsi che fosse al sicuro.
 
“Vuoi un caffè?” offrì Kazue.
 
“Finché non è la robaccia che prepara Kaori” scherzò, sapendo di essere in malafede.
 
“Utilizziamo lo stesso caffè”
 
“Non morirò” rispose, con aria fatalista.
 
Kazue tornò dopo pochi minuti con due tazze e ne porse una all'amico.
 
“Grazie per avermi salvata, Ryo, e per averlo fatto senza indugio. Ero terrorizzata” confessò, stringendo la tazza tra le mani. “Non so come faccia Kaori a sopportare tutto questo. Io non potrei”

“Ha smesso di vedersi come una vittima. Ha imparato da ogni rapimento che ha subito, cercando di liberarsi”

“Io non avrei il suo coraggio” sospirò Kazue.
 
“Eppure hai avuto il coraggio di batterti contro i Kitagawa, di entrare due volte in casa loro per cercare di distruggere le api. Sei arrivata persino a fingere di voler sposare il giovane Kitagawa nonostante il pericolo”

“Ero in preda alla rabbia. Avevo bisogno di vendetta, ma lo sai, no?” replicò, con uno sguardo intenso.
 
Lui lo sostenne e annuì.
 
“Non posso più nascondermi” disse sorridendo e alzando le mani. “Sei sempre stata troppo intelligente, mia sposina. Quando penso che non ho nemmeno avuto la prima notte di nozze...” fece divertito.
 
“Non avresti potuto fare niente allora...”
 
“Di chi è la colpa?”

Si guardarono e risero, ricordando quella dannata ape che l'aveva punto e il rimedio che lo aveva privato per qualche giorno del mokkori e subendo effetti collaterali particolarmente sgradevoli.
 
“Avresti potuto fare uno sforzo e sistemare la situazione da tempo”

“Ci ho provato” confessò lei, arrossendo.
 
Ryo la fissò, sorpreso.
 
“Quando Kaori è venuta dal Professore durante il caso di Silver Fox, le ho suggerito di scambiarci i posti. Volevo diventare la tua assistente per avvicinarmi a te” ammise.
 
“Era davvero ciò che avresti voluto?” le chiese.
 
Non immaginava affatto Kazue nel ruolo di Kaori. Era così distante dalla sua personalità...come Kaori all'inizio, dopotutto. Ryo si mise a sorridere: no, non come Kaori. Lei aveva sempre avuto quel lato intraprendente e ribelle, qualcosa che Kazue non aveva.
 
“È stato prima o dopo che ti ho offerto il suo posto?” chiese incuriosito.
 
“Prima. Mi avresti voluto?” domandò Kazue, arrossendo appena.
 
Non dimenticava che per un po', fino a che non aveva incontrato Mick, era stata innamorata di Ryo.
 
“Non so se saresti stata felice in quel tipo di ruolo” disse lui, non volendo offenderla.
 
Lei lo guardò e rise.
 
“Sei troppo gentile. Sarei stata del tutto fuori luogo, intendi. Hai visto come ho reagito di fronte alla tua pistola o alla granata. Non so cosa o come Kaori abbia fatto per avere questo ruolo, ma io non potrei. Non ho il suo carattere” ammise.
 
“Il suo dannato carattere, vorrai dire” la corresse gentilmente, con un pensiero intenerito per la sua compagna.
 
“È necessario per sopportarti, no? Lei tiene le redini del portafogli, della casa, di te. Se non avesse avuto questo carattere forte, se non avesse avuto la capacità di incassare, se non avesse mostrato una tale abnegazione, non avrebbe mai potuto resistere così a lungo in questo ambiente né con te...” affermò.
 
“Non so chi sostenga l'altro...ma non hai torto. E ad essere sincero, a parte per una bottarella, non ti avrei voluta al mio fianco. Non saresti sopravvissuta più di qualche mese ed era fuori discussione minare le mie statistiche di successo” scherzò Ryo.
 
“Hai mai paura per lei?” chiese Kazue, sedendosi accanto a lui.
 
“Sempre...come lei per me, penso” rispose onestamente.
 
“Sì, è vero” rispose lei, ricordandosi le confidenze di Kaori.
 
Aveva spiegato bene a lei e a Miki che aveva piena fiducia in Ryo ma, nonostante tutto, la paura c'era. Rimasero in silenzio per un momento, bevendo il loro caffè e fissando un punto nel vuoto.
 
“Non ti sei mai chiesto cosa sarebbe successo se Mick fosse riuscito a convincerla?” gli chiese la dottoressa.
 
“Sarà meglio che vada” replicò Ryo, posando la tazza e alzandosi.
 
“Io a volte mi chiedo ancora se non cambierà idea, rivolgendosi a lui perché si sarà stancata di aspettarti. Non so cosa deciderebbe di fare lui se dovesse scegliere tra noi due” confessò Kazue.
 
“Lo sai molto bene, Kazue. Sceglierebbe te. Mick ti ama sinceramente anche se fa l'idiota con le altre. Ha amato Kaori e probabilmente è ancora così, ma non come ama te. Sei la donna di cui ha bisogno, non dubitarne e non dubitare che lui lo sappia. Oggi per lei è più un fratello che un potenziale amante” cercò di rassicurarla.
 
“Non so cosa sarei senza di lui” sussurrò, con la gola annodata.
 
Ryo lasciò andare la maniglia che aveva afferrato e si voltò verso di lei, toccato dalla sua angoscia.
 
“Smettila di pensare a queste sciocchezze. Mick non ti lascerà. Kaori non romperà la vostra coppia. Sei stanca. Faresti meglio a riposare un po'. Cercherò di mettere le mani sul tuo uomo e di riportartelo”
 
“Ryo...se Kaori non torna, è per via di Sayuri o per la vostra relazione?”

“In parte a causa di Sayuri che non ha ancora recuperato completamente la memoria. Ci si avvicina ma le manca tutta la parte della loro separazione e Kaori non vuole che se ne ricordi dato che era rimasta sola”
 
“Dici 'in parte'. Vuol dire che c'è qualcos'altro, giusto?” insistette, preoccupata.
 
Ryo abbassò lo sguardo, pensieroso, prima di alzare la testa.
 
“Sì, è vero. Da quando è partita, alcuni clan hanno iniziato a cercarla per ucciderla. Dov'è ora è al sicuro” le spiegò.
 
“Aspetta, vuoi dire che non è a New York?” chiese, sorpresa.
 
“No”

“Ma perché non è tornata qui?” si inquietò Kazue.
 
“Perché non avrei potuto proteggerle entrambe nelle condizioni attuali. Ci sono momenti in cui bisogna saper mollare il colpo per proteggere. Con Kaori, questo momento è arrivato, se può rassicurarti tornerà presto”
 
“Davvero?”

“Sì. Sto facendo ordine in modo che possa rientrare in sicurezza...per quanto possibile nel nostro mondo” rispose Ryo.
 
Kazue lo osservò per qualche istante, poi sorrise rassicurata.
 
“Sono contenta di sentirlo. Mi manca...e se avete bisogno di aiuto, non esitate a chiedere” gli offrì.
 
“Ci penserò qualche sera...” le disse facendole l'occhiolino.
 
“Ryo!”

“Non so a cosa tu stia pensando, ma io sono sicuro che non sia la mia stessa cosa e, per una volta, non sono io quello con la mente deviata...ecco, sta arrivando il tuo uomo. Potrò andare a prendere a calci i delinquenti che ti hanno rapita”
 
La dottoressa lo guardò seriamente, poi si avvicinò a lui e lo abbracciò.
 
“Grazie Ryo. Grazie per avermi salvata. Fai attenzione” gli sussurrò.
 
La porta si aprì e Mick fece la sua comparsa, trovando la sua compagna tra le braccia del migliore amico. Un cipiglio gli incupì il viso e si schiarì la gola.
 
“Forse disturbo?”
 
“Cercavo di convincere Kazue a fare un cambio di palcoscenico” ironizzò Ryo.
 
“E io gli ho assicurato che non è un ruolo che mi appartiene” completò Kazue. “O forse è il contrario...in effetti, ognuno di noi sa dov'è il proprio posto...e so che non vorrei essere in quello di Kaori” concluse.
 
“Non conosceresti il calore delle mie braccia, darling” disse Mick, circondandole la vita e tirandola a sé.
 
Lei gli sorrise e gli mise una mano sul petto e la testa sulla spalla. Ryo li guardò, chiedendosi se lui e Kaori fossero così a volte. Lo sperava, sperava di avere quel legame e quella serenità quando erano insieme. A lui pareva di sì.
 
“Avrà bisogno delle tue braccia. Consolala per quello che ha appena passato. Io vado a dare una lezione a quei bastardi” disse loro, lasciandoli.
 
“Cos'è successo?” sentì, mentre si allontanava lungo il corridoio.
 
Senza crederci troppo, tornò al porto e verso l'edificio dove Kazue era stata tenuta prigioniera e fu sorpreso e un po' desolato di trovare i rapitori ancora presenti. Dopo averli messi ko senza troppe difficoltà, li legò tutti insieme e avvertì Saeko. Poco prima di partire, si accucciò di fronte all'apparente leader della banda.
 
“Perché lei?” chiese.
 
“Non siamo riusciti a trovare la tua partner, quindi abbiamo beccata la ragazza del tuo amico” rispose quello pietosamente.
 
“Siete davvero dei codardi...forse è stato un bene per voi non aver catturato la persona giusta” disse Ryo, divertito.
 
“Oh, davvero?” disse l'altro dubbioso.
 
“È sicuramente meno umiliante farsi prendere a calcio da un uomo piuttosto che da una furia con il martello, no? Ringraziami, non sarai lo zimbello della prigione” disse, con una pacca sulla spalla.
 
Con quelle ultime parole si allontanò, sentendo le sirene delle auto della polizia in arrivo. Tornò alla Mini e si mise in viaggio verso la sua visita programmata. La missione di sicurezza proseguiva. Era ora di mettere un termine.
 
Un posto, il proprio posto...

 

  
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