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Autore: Chiara_fangirl    30/07/2021    1 recensioni
Ciao, benvenuti🥰
Breaking down ci ha lasciato con una marea di domande aperte:
Charlie ha capito cosa sono in realtà i Cullen?
René e Bella si rivedranno mai?
Jacob e Renesmee incoroneranno il loro sogno d'amore?
Come si evolverà la storia dei Cullen?
I Volturi si sono veramente arresi?
Leggete questa Fanfiction e lo scoprirete!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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La luna. Un corpo celeste più grande del solito che, durante il lungo percorso della storia, è stata d'ispirazione a tantissimi poeti e musicisti. Io suonavo il pianoforte e me la cavavo con il violino. Avevo tanti ricordi legati alla musica, come ad esempio i pomeriggi in cui papà mi ha insegnato la scala musicale e tutto il resto. La musica era parte del mio cuore, parte di me... Un po' come la lettura. Avevo una libreria molto grande, con ogni genere letterario e, cosa che mi rende molto orgogliosa, avevo varie prime edizioni di molti classici, come Orgoglio e Pregiudizio. Era di nonno, ma me l'ha ceduta. Era una piccola parte del mio tesoro: avevo anche la prima edizione di Uno, Nessuno e Centomila autografato (questa volta devo ringraziare il mio caro papino) e Il ritratto di Dorian Gray. Continuavo a guardare la luna, distesa su un prato fiorito con la pancia piena, mentre zia Rosalie combatteva contro un grizzly infastidito. 

"Ok, Nessie..." iniziò mentre l'orso stava per strappargli la maglia. "Che stai combinando?" 

"Nel senso?" in realtà sapevo benissimo il senso. Ero sempre fuori e, quando non lo ero, avevo la testa altrove. Mi guardò in modo eloquente e scettico.

"Nel senso di cosa stai combinando" mi formulò nuovamente la domanda e, guardando la sua chioma dorata ondeggiare, non so come ma mi tranquillizzai. 

"Zia, prometti che non lo dirai a nessuno"

"Promesso" il povero grizzly, ormai non aveva più chance: zia Rosalie lo stordì e l'orso cadde svenuto.

"Lo mangerò dopo." mi disse, stendendosi di fianco. Sospirai e presi fiato

"Allora..." gli raccontai di Embry, della telefonata di Leah e di tutto quanto, tutto ad un fiato. Zia era una brava ascoltatrice.

"Solo tu puoi trovarti in queste situazioni" disse, prendendosi beffa di me e ridacchiando.

"Lo so... Ma non lo dire a nessuno, ok?"

"Non preoccuparti. Comunque, se fossi in te non mi preoccuperei. Anche se  continuo a considerarlo uno stupido cane- iniziò mentre la guardavo torva- ti ama e non ti farebbe mai del soffrire." per qualche minuto nessuna delle due parlò

"Mh.... Posso chiederti una cosa?" esitò in questa domanda... Come se dovesse chiedermi qualcosa di stupido ed era in imbarazzo.

"Certo"

"Emh..." Prese un po' di tempo, mettendosi seduta e guardandosi le mani. 

"Ecco... Sei.... Vabbè lascia stare" e fece cenno con la mano, come se volesse togliersi un pensiero dalla mente. E io non insistetti più di tanto. Intanto zia si alzò e iniziò ad alzare lo sfortunato grizzly.

"Sono diventati più pesanti..."

"Già, l'ho notato anche io." Controllai il telefono, ed erano ormai già le otto di mattina inoltrate. 

"Andiamo?" Volevo tornare a casa per darmi una ripulita e andare a far visita al nonno. 

"No... vado direttamente a lavoro con Emmett" zia Rosalie e zio Emmett avevano deciso di lavorare come traduttori; mamma e papà erano biologhi; zia Alice aiutava sia zio Jasper che nonna come architetto e nonno, ovviamente, era dottore.

"D'accordo."

La casa era nuovamente vuota e mi tuffai in doccia. Ero così in pena per Jacob... appena chiudevo gli occhi lo vedevo in pericolo e, ogni volta, sussultavo.

"Il tuo lupacchiotto in pericolo. Per colpa tua." mi ripeteva una vocina dentro di me e, in questo stato di agonia, mi portai in camera, avvolta in un asciugamano a passare la piastra e a mettere un filo di trucco. Avvolta nei miei pensieri, sentii qualcuno alle mie spalle deglutire e mi girai di scatto.

"Jacob!" esclamai, veramente contenta e rilassata nel vederlo. Era seduto sul letto e indossava una camicia blu alzata al gomito, abbinata con un pantalone dello stesso colore. Così andai sulle sue gambe a stritolarlo. 

"A cosa devo questa accoglienza?" disse, ironicamente e un po' compiaciuto. 

"Jacob?" domandai con un filo di voce.

"Amore, che succede?"

"Mi prometti una cosa?"

"Tutto quello che vuoi" mi rispose, baciandomi prima il collo, poi la clavicola.

"Promettimi che non farai nulla di stupido, insensato e spericolato che possa metterti in pericolo." Si fermò di colpo.

" Ma pericolo è il mio secondo nome." mi rispose con aria spavalda

"Dai, Jacob."

"è stata Leah, vero?" La sua espressione era calma

"Jacob, si preoccupa per te."

"È solo una rompiscatole. Non ti rivolge manco la parola e poi si preoccupa..."

"Jacob, non l'hai ancora promesso"

"Va bene" mi disse, questa volta dolcemente. Gli sorrisi e lui mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Hai programmi per questa mattina?" mi domandò, malizioso, con il suo sorriso sghembo. Gli risposi con lo sguardo più seducente che potessi fare, e lui mi baciò. Mi faceva sempre stare bene. La vicinanza di Jacob, voleva dire per me tranquillità, serenità.... Voleva dire sentirmi me stessa, sempre adatta. Con lui, mi sentivo sempre completa.

" E Se tu rimandassi i tuoi impegni tra un'oretta?" mi disse, ancora più malizioso.

"Mhhh... La proposta è molto stuzzicante, ma ho già passato la piastra, e l'ultima volta i miei capelli si sono arruffati" 

"Ma cosa ci posso fare, se la mia presenza è così elettrizzante?" fece spallucce ed io risi, avvicinando la mia bocca alla sua.
"Ti amo" sussurrai, con le labbra nelle sue.
La sua lingua si unì alla mia, il suo alito di menta si fuse con il mio, che aveva un sapore più dolce.
Ci lasciammo un po' andare e si stese sul letto.
Emise un sospiro.
"Non dormo da due notti e la stanchezza inizia a farsi sentire" disse, sbadigliando e aprendo le braccia a mo' di invito.
Mi sdraiai vicino.
"Beh, allora dormi."
"No.... Rachel sta ristrutturando casa e sono tutti nella mia stanza. Non voglio disturbarli"
Jacob era così caro.
"Facciamo una cosa... Mentre io faccio delle commissioni, tu stai qui e ti riposi. Poi questo pomeriggio andiamo alla festa delle gemelline." Proposi.
"Non ti preoccupare, Nessie." Disse accarezzandomi.
"No, Jacob. Dormi un po'" ribattei, baciandolo, in modo da zittirlo.
"Sei sicura?" lo guardai, dandogli la certezza.
"Ora vado a vestirmi" e gli sorrisi.
"D'accordo" e mi mandò un bacio.
Decisi di indossare una gonna color caramello, abbinata ad un maglioncino bianco e un paio di stivali di velluto con il tacco alti fino al ginocchio. 

Tornata in camera, l'odore forte di muschio di Jacob mi colpì violentemente, inondandomi i polmoni della sua meravigliosa essenza

Tornata in camera, l'odore forte di muschio di Jacob mi colpì violentemente, inondandomi i polmoni della sua meravigliosa essenza. Era a dorso nudo (La camicia gettata sulla sedia) e aveva la faccia sepolta sul cuscino:  stava già dormendo come un bambino.

Presi la sua camicia e la sistemai su una gruccia e la poggiai sulla maniglia della mia cabina armadio. Senza far rumore uscii dalla camera e andai alla mia auto rosa fiammeggiante. Erano le nove e mezzo di domenica e andai a trovare nonno Charlie. Mi chiamava sempre e non gli facevo visita da un po'. Non avevamo detto la verità a nonno, ma, furbo come era, sospettava che eravamo qualcosa in più di umani.

Parcheggiai di colpo nel vialetto della abitazione in cui abitava con Sue, la mamma di Seth e di Leah. Bussai il campanello e nonno corse dal secondo piano.

"Renesmee" mi salutò felice. 

"Ciao, nonno." gli sorrisi.

"Un sorriso molto umano, direi" cercava in tutti i modi di estrapolare la verità, ma io continuavo a sorridere.

"Non volete dirmi proprio nulla, eh!" mi canzonò

"Ma io l'ho capito. Sai, è un po' strano che una ragazza di trent'anni sembri che ne abbia diciotto- mi lanciò un'occhiata- oppure che Bella e glia altri non invecchino." Spalancò gli occhi, come se fosse allibito. 

"Non possiamo dirtelo... ti metteremmo in pericolo." mi lanciò un'occhiata esasperata.

"Siete come.... ehm..." gli occhi si dilatarono leggermente dal terrore di un ricordo passato.

"Come...Jacob" mi sussurrò

"Le piacerebbe, essere come il branco" si intromise una terza voce, quella di Sue.

"Ciao Sue."

"Ciao, cara" mi salutò sorridendomi.

"Andiamo! tutti sanno cosa siete. Tutti, tranne io" sbottò nonno, toccandosi i baffi, ancora neri nonostante la mezza età. Ci sedemmo sul divano, mentre nonno pensava a cosa potemmo essere.

"Siete sempre giovani, siete pallidi, un po' tosti, o troppo freddi o troppo caldi..." fece il resoconto nonno

"Siccome ieri io e Sue abbiamo visto il film di Dracula, direi vampiri" ci fu qualche manciata di secondi composti da silenzio.

"Dico davvero, Nessi. Quando me lo direte?"

"Probabilmente mai"

"Andiamo!" sboccò nonno, mentre io lo guardavo un po' accigliata. 

"Anche se non siete proprio umani, forse un po' vampiri, io non faccio discriminazione" scherzò.

"Rimani a pranzo?" mi domandò Sue.

"No, Sue. Grazie" ecco... quello che gli umani chiamavano "cibo" faceva davvero schifo. Sapeva tutto di terra. Un piatto qualunque di quelle porcherie, non avrebbero mai retto il confronto con un bel grizzly infastidito.

"Preferisci bere sangue dal nostro collo?" mi stuzzicò di nuovo nonno.

"Stai attento, che poi ti prendo sul serio." scherzai, ma la sapeva lunga.

"La finisci di voler sapere?" Sue bacchettò nonno e, quest'ultimo, la rispose con una smorfia, identica a quella di mamma.

"Comunque, Jacob dov'è?" mi chiese nonno.

"Sta riposando, a La Push ci sono un paio di cosette che lo tengono sveglio tutta la notte."

Un paio di cosette....

"Già, Leah mi ha raccontato" mi informò Sue, con lo sguardo confortante.

"Mentre quel grande cattivone di Seth, non si fa proprio sentire" esclamò ancora con aria di chi vuole alleggerire l'atmosfera.

"Ah, non preoccuparti. Bells fa da braccetto a Seth. Non mi viene a trovare da ieri" rispose nonno, ironicamente.

"Nessie, il tuo nome è in tutti i canali di sport! Brava, al nonno". disse, veramente felice.

"Grazie, nonno" dissi, sorridendo. 

"Non è che mi potresti prendere una coperta?" mi domandò.

"Certo" risposi, salendo le scale che portavano alla vecchia stanza di mamma. Aprii l'armadio presente e presi la coperta che mi sembrò più calda.

"Eccola qui" canzonai, mentre scendevo le scale. 

"Grazie, occhi azzurri" mi ringraziò, aprendo la coperta per lui e per Sue (sapeva che la mia temperatura era più calda e che non avevo bisogno di nessuna coperta).

Mi guardò negli occhi. 

"Tu sei davvero la figlia di Edward e Bella. Sei identica." mi guardò torvo.

"Certo che sono la loro figlia." 

"Biologica." sottolineò. Sinceramente, non sapevo cosa dire, come comportarmi. 

"Io... Ora devo andare" l'unica cosa che mi venne in mente. Nonno ridacchiò. 

"Lo sapevo che lo avresti detto e ciò mi conforta. Significa che sono vicino alla verità" mi disse, facendomi l'occhiolino, mentre io scuotevo la testa.

"No... Devo veramente andare. Io e Jacob dobbiamo andare ad un appuntamento." mi giustificai, salutando sua nonno che Sue.

Ciaoo <3333
Come state, cari lettori? In questa settimana non ho pubblicato perchè ero in vacanza :)))))))
Fatemi sapere cosa pensate di questo nuov capitolo!





 

 

   
 
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