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Autore: Merry brandybuck    31/07/2021    0 recensioni
Aragorn è salito al trono da pochi mesi e già si ritrova a combattere una battaglia contro degli orchi che non accettano la caduta di Sauron : per questo scontro il re si ritroverà a chiedere aiuto ai suoi amici fidati e a dover portare alla luce un membro della sua famiglia che è rimasto oscurato per anni.
Come continuerà l’esistenza sua e del regno dopo questo incontro ?
Personaggi: nuovo personaggio/ Aragorn/ Legolas/compagnia dell’anello/ un po’ tutti
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12: Da ragazzi siamo diventati uomini

 

Svariato tempo dopo, da qualche parte nelle Terre Selvagge…

 

Elboron rigirò la carne sul fuoco; lanciò un’occhiata in giro, per assicurarsi che Yieris non fosse nei paraggi: quella ragazza era capace di sbranarsi un cervo intero. Yieris era una bruta delle Terre Selvagge, cresciuta insieme alla sorella e alla nipote; presa come prigioniera in un’incursione degli Uruk-ai, era stata poi liberata dalle truppe di Aralis ed era divenuta una delle sue guardie personali a soli undici anni: una vera fortuna a prima vista. Erano passati tre anni da allora e adesso la giovane era una specie di montagna che cavalcava: alta, muscolosa, abbronzata, con la chioma nera che le arrivava alla vita, gli occhi verdi e magnetici, le pellicce di varie fiere usate come vesti e i bracciali da schiava; era scorbutica e mascolina ai massimi livelli, ma su di lei si poteva contare dato il suo grande cameratismo. Il grasso si mise a sfrigolare e un profumo prelibato saturava l’aria; degli sbadigli si levarono dalle tende del minuscolo accampamento: dovevano essersi svegliati tutti, dannazione. Il primo a farsi vivo fu Adalgrim: con la chioma cresciuta, un paio di cicatrici e la sua oramai fidata lancia dalla punta avvelenata in pugno, lo hobbit sembrava un temerario eroe delle antiche leggende; di fatto era solo un ottimo combattente, ben allenato. “ Ehi amico mio, è già pronta la colazione ?” chiese, mentre gli si sedeva accanto; l’attendente sorrise: l’addestramento non gli aveva certo tolto il suo spirito Tuc. “ Che se magna ?” Stella comparve da dietro un drappo di pelle d’orso: “ Maiale salato e infuso di Athelas caldo” le risposero; la Mezzadonna alzò le braccia al cielo: “ Siano Benedetti i Valar ! Mangiamo finché ce n’è” il parente la rimproverò: “ Il lord comandante non vuole che si desini fino a quando non siamo tutti presenti” lo seguì un sospiro infastidito: “ Chi c’è c’è e chi non c’è si arrangi” la ragazza usava il suo motto di battaglia in modo ardito anche quando non aveva i pugnali tra le mani. “ Sempre gentilissima, a quanto posso notare” la voce melodiosa di Eldarion li raggiunse; il principe arrivò ridacchiando, la daga appesa alla cintura che gli batteva contro la gamba, segnando il suo passo: “ Ognuno di noi ha lo stesso diritto che hai tu sul cibo, quindi aspetterai come noi” non si poté ribattere nulla a quel tono regale; quanto somigliava a suo padre quando faceva così… La bruta arrivò correndo dal turno di guardia notturno e per poco non investì i compagni: “ FAME, FAME, FAME !” urlò, battendo due rocce tra loro: era un’usanza del suo popolo, per compiacere gli dèi, una specie di preghiera che la disciplina ferrea non era riuscita a eliminare, ma spesso si rivelava estremamente insopportabile, specialmente di primo mattino. “ Smettila di far canaio, santo Sulimo, o giuro che uso la falce !” Il carattere da nano di Kiliel si rivelò essere abbastanza gagliardo da mettersi contro la barbara: “ Io potrei incoccare una freccia, sorella mia adorata” aggiunse Taurielion, ancora intento a infilarsi il camicione nelle braghe di cuoio liso; prima che potessero dire alcunché d’altro, una figura catturò la loro attenzione. “ Dimmi che gusto c’è a colpire con un dardo una testa mozzata di netto; dovresti almeno provare a lanciarla in aria” l’ibrido mezzelfo digrignò rumorosamente i denti: la presenza di Edirel il Tetro gli dava sempre il nervoso. Quest’ultimo era un giovane della razza degli umani, abile con le armi, di modeste origini, con una condotta impeccabile e nessuna esitazione in combattimento; in più due belle iridi azzurre, i capelli corvini e la pelle emaciata erano sempre un salvavita con le donne. Peccato che le attenzioni così cavalleresche del combattente andassero tutte alla testarda erede della Montagna Solitaria, con grande rabbia del fratello di lei; il fulvo non riusciva a mandar giù la bile tutte le volte che la gemella concedeva a quel tizio un dolce sorriso o che si allenavano assieme con inumano fervore: se avessero fatto la pazzia di chiedere ai loro genitori di convolare a nozze probabile che quell’ ” avvenente” sconosciuto potesse diventare gentil consorte della futura Regina di Erebor. Fortunatamente, un’altra cosa rendeva questo tipo un marito inadatto a sua sorella, oltre al fatto che non avesse nobili natali: il ragazzo aveva ricevuto un duro colpo d’accetta alla gola che gli aveva praticamente dimezzato le corde vocali riducendo le sue grida a poco più di un sussurro; la gente voleva solamente guide capaci di farsi sentire anche nel marasma più assordante. Il giovine si sedette su un ceppo e prese a lucidare la mazza con un panno; gli ibridi, il Tuc e la Brandybuck iniziarono a parlare, mentre il figlio di Arwen appoggiò la testa alla spalla di quello di Faramir: questi lo lasciò riposare dato che non era affatto pesante e si avvalse del diritto di fargli una carezza. Tanto non avrebbe disturbato il suo sonno pesante…

 

Il capitano arrivò in capo a una mezz’oretta, con un’espressione solare sul viso e l’arma di traverso sulla spalla; Ed fu il primo a salutare: “ Buongiorno milord! Dormito bene ?” La donna rise: “ Prima cosa, se proprio volessi, dovresti chiamarmi milady, seconda cosa io sono il signor capitano e terza cosa sì, grazie”; Ald le passò una fetta di carne e Ki le versò l’infuso, mentre Yier e Tau le esponevano il rapporto della guardia notturna: non era successo niente di rilevante, ma era loro dovere riportare qualunque cosa. Il capo mangiò la colazione in silenzio e poi diede loro il consenso di di consumare, intanto che lei finiva di ispezionare le loro divise e le armi; quando ebbe finito era assai soddisfatta e sedette per dare loro il programma della giornata: esordì con una frase assai strana. “ Oggi preparate i cavalli ben sellati e tirate su l’intero accampamento: si parte per la città di Minas Tirith, capitale dell’impero di Gondor” ci mancava davvero poco che i ragazzi si strozzassero col cibo: il Mezzelfo strabuzzò gli occhi: “ Intende QUELLA Minas Tirith, mia signora ?” Quella sorrise, sorniona: “ Ne esiste un’altra per caso ?” “ Ma perché dobbiamo partire ? È successo qualcosa al Re mio padre o alla Regina ?” Eld era già nel panico al sol pensiero; la zia si diede una sonora pacca sulla pancia dura come la pietra: “ Mi venisse un accidente se fosse vero; no, non è per quel motivo: ritengo che il vostro addestramento sia egregiamente concluso” Vedendo che nessuno rispondeva, continuò imperterrita : “ Dopo la vostra ultima missione ho visto quanto siete migliorati e penso che siete pronti a mostrare ai vostri tutori quanti avete imparato” Sì la loro ultima missione: era stata quella di salvare un villaggio dalla depredazione e dallo stupro che avrebbe portato una banda di razziatori di Rhovanion; peccato che anche se erano alcuni tra i più grandi combattenti della Terra di Mezzo avevano rischiato di lasciarci la pelle. Loro erano solo in otto, mentre gli altri saranno stati in cinquecento almeno; avevano attaccato in tre fazioni: erano riusciti a passare a fil di spada le prime due, ma la terza li aveva presi di sorpresa e per poco non ci avevano rimesso le penne. Efneviel era arrivata in tempo e li aveva aiutati a finire il lavoro; ma ora non aveva più importanza: le ferite si stavano sanando, l’insegnante li aveva promossi a pieni voti e loro stavano per tornare a casa. “ Da ragazzi siamo diventati uomini” iniziò a mormorare a ripetizione il figlio del Sovraintendente; si rese conto di ciò con stupore e non seppe se esserne lieto o spaventato: il tempo avrebbe sicuramente contribuito a prendere la decisione con più sicurezza…

 

La tana della scrittrice 

សួស្ដី​អ្នក​ទាំងអស់គ្នា ! អ្នក​សុខសប្បាយ​ទេ ? Essendo stata in vacanza non ho avuto tantissimo tempo per scrivere un contenuto lungo e di qualità, me ne pento e mi scuso con voi: cercherò di migliorare, promesso ( se avete qualche consiglio da darmi scrivete pure nella sezione commenti). Detto ciò spero che il capitolo vi sia piaciuto e… mi scuso per eventuali errori nel testo o se non è stato di vostro gradimento, saluti e baci hobbit 

Sempre vostro 

 

Merry

   
 
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