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Autore: SilkyeAnders    27/08/2021    0 recensioni
Kory è una ragazza di sedici anni normale, o quasi... Non può uscire di casa, mai.
Nonostante ciò, riesce comunque a conoscere Richard Grayson che, passo dopo passo, le cambierà la vita in modi che mai avrebbe immaginato.
Ovviamente, anche Kory gli porterà degli stravolgimenti niente male e, si sa, non tutti i cambiamenti sono positivi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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La principessa nella torre CAP 1 L'AMICA SEGRETA La principessa della torre

Capitolo 1: L'amica segreta


Rachel controllò rapidamente l'ora prima di rimettere le mani nelle tasche del giubbino, non solo faceva un freddo cane quella mattina ma i suoi amici erano anche in ritardo!
Sbuffò rumorosamente mentre lanciava un'occhiata fugace a suo padre, assopito sull'amaca in giardino per essere tornato ubriaco la sera prima.
La ragazza decise di aspettare i suoi amici nel vialetto sul retro, probabilmente suo padre si sarebbe svegliato di lì a poco a causa del freddo e, Rachel, non voleva essere lì quando ciò sarebbe accaduto.
Inviò un messaggio alla sua amica Karen per informarla di dove la stesse aspettando, erano già le otto e mezza.
Ti aspetto nel vialetto sul retro, datevi una mossa tu e Vic!
Ci manca solo che arriviamo tardi alla lezione di chimica...
Non voglio un'altra nota disciplinare!!
-Rachel
La risposta a quel messaggio non arrivò mai, chiaramente Karen e Victor avevano fatto le ore piccole e, altrettanto chiaramente, quel giorno non si sarebbero presentati a scuola.
La ragazza prese il cellulare e digitò il primo numero che le venne in mente.
-Dick? Ciao, senti... Non è che posso venire a scuola con te stamattina?-.
Dall'altra parte rispose una voce profonda ma stranamente rilassata :-Certo, nessun problema-.
-Grazie! Sono nel vialetto sul retro-.
-Ancora tuo padre?- chiese l'altra voce, una nota di rabbia nel tono che prima risultava pacato.
-Sì, stavolta è tornato ubriaco... Non l'ho nemmeno sentito rientrare- mormorò lei.
-Meglio così, cerco di sbrigarmi. E' già tardi-.
La chiamata terminò così com'era iniziata, di getto.
Rachel era lieta di sapere che almeno qualcuno dei suoi amici prendesse lo studio seriamente, certo, Dick era obbligato a farlo. La sua borsa di studio per il college dipendeva principalmente dai suoi voti, non che avesse problemi di soldi ma si era ripromesso di non sfruttare lo status sociale di suo padre per le faccende accademiche. Rachel lo aveva sempre ammirato per questo.
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Le strade di Jump City erano incredibilmente popolate per essere un lunedì mattina di pieno inverno, Rachel guardava fuori dal finestrino godendosi il calore dei sedili termici dell'auto del suo amico.
-Pensi a qualcosa?- chiese Dick mentre frenava per fermarsi al semaforo.
Rachel spostò la sua totale attenzione su di lui e gli rivolse un flebile sorriso :-Ho qualcosa per la testa in effetti, non so se posso parlartene però-.
-Mh... Non sei costretta allora-.
-Tu piuttosto, riesco a vedere che qualcosa ti tormenta-.
Dick si lasciò sfuggire un lungo sospiro, chiaramente qualsiasi cosa fosse a consumare la sua mente era arrivata a un punto in cui il ragazzo non sapeva più che fare.
-Barbara-.
-Oh! Capisco... Non va eh?-.
-No, non va... E' solo che... Ultimamente è così possessiva, credimi Rae non posso fare nulla senza avere i suoi occhi addosso-.
Rachel sorrise, Dick forse non si rendeva conto che il suo comportamento non era quello del perfetto fidanzato a sua volta ma decise di non dirgli nulla a riguardo, forse era meglio lasciarlo sfogare.
-State insieme da così tanti anni, un po' di gelosia è comprensibile- commentò semplicemente.
-Sì, un po'. Lei mi controlla addirittura il telefono! Puoi crederci?-.
Rachel sollevò un sopracciglio, forse Barbara si stava davvero spingendo un pochino oltre la soglia dell' "un po' gelosa".  Accavallò le gambe mentre l'auto riprendeva a muoversi sull'asfalto semi-ghiacciato.
-Forse è giunto il momento per voi di separarvi...-.
-Lo hai detto tu, stiamo insieme da così tanto che... Non so, lo sai che io e l'amore siamo due pianeti lontanissimi Rae. Barbara mi da quella sicurezza emotiva, so che non importa cosa io faccia, lei mi amerà comunque-.
-Ma tu non la ami- rispose secca l'altra.
-No, onestamente credo anche che lei lo sappia bene- ammise lui.
-Credi che speri di poterti cambiare?- chiese Rachel sollevando nuovamente un sopracciglio.
-Forse sì... Peccato per lei però, non esiste al mondo donna in grado di farmi innamorare. Di questo ne sono certo-.
-Perché sei così chiuso a questo genere di sentimenti Dick?-.
Il ragazzo sbuffò, non aveva nemmeno bisogno di guardarla per sapere che tipo di espressione avesse in volto.
-Guai a te se mi psicanalizzi Roth!- sibilò infastidito.
-Ok, ok... Smettiamo di parlarne-.
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Rachel era riuscita appena in tempo a mettere piede in classe, lei e Dick ce l'avevano fatta per pochissimo. Come sospettava, né Karen né Victor erano presenti quella mattina.
-Cosa credete gli sia capitato?- chiese un ragazzo biondo nel banco davanti al loro.
-Che vuoi che gli sia capitato Gar? Karen avrà voluto mostrargli le nuove mosse prima della partita di rugby di sabato- ghignò Dick.
-Datemi una S, datemi una E...- iniziò a canticchiare Garth, il ragazzo moro accanto a Garfield.
-Shh... Non ti azzardare a finire questa frase- sibilò Rachel.
-E dai Rae! Lo sai che stavano facendo quello- ridacchiò Garth.
-Sì, lo so ma non ho bisogno di vederlo chiaramente nella mia testa- scherzò lei.
-C'è qualcosa che vi piacerebbe condividere con il resto della classe?- chiese una voce profonda e cavernosa alle loro spalle.
-Ah! N-no professore, ci scusi- mormorò Garfield.
Rachel abbassò il capo, non veniva quasi mai ripresa in classe e quando avveniva era sempre colpa di terzi.
-Allora vi pregherei di fare silenzio, a meno che non vogliate un compito extra per giovedì...-.
-Staremo zitti- rispose rapidamente Dick.
-Bene, ora... Dove ero rimasto? Ah sì! I principi della dinamica... Dunque, i tre principi della dinamica, noti anche come "leggi di Newton"...-.

La lezione era durata decisamente troppo per i gusti del gruppetto di amici che, in quel momento, era radunato di fronte all'armadietto di Garfield.
-Oggi esce un nuovo film al cinema, vogliamo andare a vederlo?- chiese Garth.
-Ah, mi piacerebbe ma purtroppo oggi non posso. Devo andare a trovare una mia cara amica- rispose Rachel.
-Un'amica? Esiste qualcuno a parte noi in grado di sopportarti?- la canzonò Garfield.
-Molto simpatico. Sì, è una ragazza che conosco da molti anni-.
-Bè, dille di aggregarsi-.
-No, meglio di no... E' molto timida e...- Rachel deglutì rumorosamente.
-Che importa? L'aiutiamo noi a sciogliersi, no?- incalzò Dick.
-No, davvero ragazzi. Meglio di no-.
-Ok, se ne sei sicura...-.
Dick tornò silenzioso, osservava la sua amica con sguardo concentrato. Rachel sapeva che lui avrebbe fatto delle domande, da quando lo conosceva era sempre stato uno che scavava a fondo.
La verità era che a Rachel sarebbe piaciuto portare la sua amica al cinema, farle conoscere altre persone... Peccato che non avrebbe mai potuto farlo.
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-Ti serve un passaggio dalla tua amica?- chiese Dick mentre lui e gli altri uscivano dall'edificio.
Rachel sembrò soppesare per un attimo la questione, effettivamente la ragazza che doveva andare a trovare viveva dall'altra parte della città... Non sapeva se fosse una buona idea o meno quella di farsi accompagnare.
-Mi tornerebbe utile in effetti...- rispose in un mormorio.
-Ragazzi voi intanto andate verso il centro, vi raggiungo dopo aver accompagnato Rachel- intimò agli altri due :-Ah, mentre andate vedete se riuscite a buttare giù dal letto Karen e Vic-.
-Sarà fatto mio capitano- scherzò Garfield.
Garth roteò gli occhi e fece un cenno di saluto prima di afferrare il suo amico per il cappuccio della felpa e trascinarlo via.
-Dove vive la tua amica?- chiese Dick.
-Abita nella zona costiera, dobbiamo superare il centro della città e muoverci verso la priferia-.
-E' dall'altra parte della città...- osservò il ragazzo.
-Se non vuoi più accompagnarmi posso sempre...-.
-Nah, tranquilla. Stavo solo ragionando su che strada prendere per arrivare prima-.
I due amici si avviarono verso l'auto e, ben presto, una voce che entrambi conoscevano fin troppo bene, li bloccò dal muoversi oltre.
-Dick!-.
I due si voltarono, una ragazza bionda e dalla corporatura esile si stava avvicinando a loro con grandi falcate.
-Cosa vuole da te Kitty Moth?- chiese scettica Rachel.
-Diciamo che potrei o non potrei essere stato a letto con lei due settimane fa...- ammise Dick.
-E ancora ti chiedi se sia il caso di lasciare Barbara?- incalzò la ragazza scostando dal proprio viso una ciocca di capelli corvini.
Dick alzò gli occhi al cielo, probabilmente Rachel aveva ragione su di lui e su Barbara ma non per questo doveva insistere sulla questione. Il ragazzo prese un lungo respiro.
-Kitty, ciao...-.
-Ciao?! Ciao?! Dick Grayson, come osi dirmi solamente "ciao" dopo la notte che abbiamo passato insieme?-.
-Kitty, non ho tempo adesso... Ascolta, vediamoci stasera e parliamone, ti va?- chiese lui.
La ragazza squadrò Rachel da capo a piedi prima di incrociare le braccia al petto :-E va bene, ma se pensi di prenderti gioco di me...-.
-Kitty scusa ma devo veramente andare, è un'emergenza familiare...-.
Aveva mentito, la verità era che avrebbe usato qualsiasi scusa pur di togliersi di torno quell'appiccicosa.
Rachel si allacciò la cintura di sicurezza e, con un ghigno malizioso in viso, si voltò verso il suo amico.
-Che c'è?- chiese lui scontroso.
-Non sono affari miei ma... Perché proprio Kitty Moth?-.
-Ma che ne so? Sai, Barbara e io è un po' di tempo che non... Lei era lì, io ero ubriaco... Insomma è successo-.
-Ti seguo, ma doveva essere proprio lei? Avrei preferito che andassi a letto con Wally a questo punto-.
-Sai, i suoi occhi azzurri non sono niente male- scherzò il ragazzo.
-Metti in moto Grayson-.
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La casa dell'amica di Rachel non era molto grande ma era decisamente di fine architettura, ricordava una villetta ottocentesca, di quelle in cui vivevano le famiglie modeste.
Dick rimase immobile ad osservare il giardino, era pieno zeppo di piante e alberi tanto che sembrava una vera e propria giungla.
-Se vuoi entrare...- mormorò Rachel.
Dick alzò lo sguardo verso il cancello d'ingresso, c'era una telecamera e non era la sola che il ragazzo aveva notato.
-Posso? Non è che mi fanno fuori?- chiese allarmato.
-Perché dovrebbero?-.
-Non so Rae, questo posto è... Come mai tutte queste telecamere?-.
-Sono una famiglia che tiene molto alla sicurezza- esordì prontamente la ragazza.
Dick annuì lentamente, c'era decisamente qualche cosa che non quadrava in tutta quella situazione e, con la passione che aveva per i misteri, avrebbe sicuramente cercato una verità nascosta presto o tardi.
-Chi è?- chiese una voce gracchiante proveniente dal citofono.
-Sono Rachel, spero non sia problema... Ho portato un amico, gode della mia pienissima fiducia- rispose la ragazza.
Il cancello si spalancò poco dopo.
I due entrarono di corsa e, non appena ebbero messo piede nel cortile, il cancello si richiuse altrettanto rapidamente.
Dick si guardò intorno, gli alberi del giardino erano immensi e alcuni coprivano parte della casa. Che fosse fatto apposta?
-Dick, non per metterti ansia ma, ti prego, presta attenzione a come ti comporti qui dentro- lo avvisò Rachel.
-Siamo a cospetto della Regina Elisabetta?- chiese scettico il ragazzo.
-Non proprio ma, il tutore di Kory è molto sospettoso di fronte a persone che non conosce- spiegò pazientemente lei.
-Chissà perché lo avevo intuito-.
I due arrivarono al portone d'ingresso dove vennero accolti da un uomo altissimo e dal folto barbone ramato.
-Mia cara, è un piacere riaverti qui- disse con voce cavernosa.
-Anche per me Galfor- rispose lei dolcemente :-Oh, questo è uno dei miei migliori amici: Richard Grayson-.
L'uomo sgranò gli occhi, sembrava estremamente sorpreso. Accennò un lieve inchino a metà e sorrise :-Tu devi essere il figlioccio di Wayne allora-.
-Sì, sono io- rispose il ragazzo timidamente.
Ovunque andasse, qualsiasi cosa facesse e con chiunque fosse, Dick era abituato a ricevere attenzioni. Non solo era un tipo avvenente ma chiunque a Jump City, ma proprio chiunque, conosceva suo padre.
Bruce Wayne era un noto benefattore oltre che un uomo d'affari di grande successo, la loro villa era piena di "trovatelli" e donne. Non c'era che dire, difficile non notarli tipi come loro.
-Entrate pure, non rimanete sulla porta-.
Dick ebbe la vaga sensazione che non lo avesse detto solo per essere cortese, sembrava alquanto frettoloso di rientrare in casa.
-Kory! La tua amica Rachel è arrivata!- esclamò l'uomo.
Nel frattempo, Rachel si tolse zaino e giubbino e li sistemò su una sedia in cucina intimando a Dick di fare altrettanto. Fu allora che lui la vide, dalla scalinata all'entrata si stava precipitando in cucina la più bella ragazza che avesse mai visto: pelle ambrata, capelli rosso fuoco e magnifici occhi verde smeraldo.
-Cavolo...- disse sottovoce.
Rachel sorrise compiaciuta, non sapeva perché ma le faceva un immenso piacere che Dick trovasse Kory una bella ragazza.
-Kory, lui è Dick. Un mio caro amico-.
-Piacere di conoscerti... Dick?-.
La sua voce era dolce e delicata ma anche confusa, probabilmente non riusciva a capire se fosse un diminutivo o il suo nome effettivo.
-Richard- disse lui con un sorriso.
Allungò istintivamente la mano e Kory fece altrettanto :-E' un vero piacere conoscerti Richard, sono lieta di averti in casa-.
-Come sei formale- osservò il ragazzo.
-Kory è molto educata- spiegò rapidamente Rachel.
Dick sorrise e lasciò che il suo sguardo vagasse in giro per la casa, il soggiorno era in piena vista così come lo era la cucina. Sul caminetto acceso in salotto notò una serie di foto incorniciate a dovere, in una c'erano Rachel e Kory sedute per terra in una stanza da letto dai toni violacei.
-Allora Kory, come vi siete conosciute tu e Rae?- chiese incuriosito.
La ragazza sorrise e lanciò un rapido sguardo al suo tutore che, per tutto quel tempo, era rimasto immobile all'entrata a fissarli.
-Puoi andare Galfor, c'è Rachel con me. Starò benissimo- disse Kory, la voce rassicurante.
L'uomo annuì appena e, con fare guardingo, uscì di casa.
-Sta ancora cercando lavoro?- chiese Rachel.
Kory annuì distrattamente, il suo sguardo concentrato sul meraviglioso ragazzo seduto al bancone della sua cucina.
Kory non usciva mai di casa, davvero mai, così non le capitava di conoscere ragazzi o persone della sua età, di conseguenza uno come Dick come primo incontro, al di fuori di Rachel, era piuttosto sorprendente.
-E per rispondere alla tua domanda, Rachel ed io ci siamo conosciute tre anni fa- rispose con voce dolce.
-Ti ho chiesto come, non quando- incalzò Dick con un ghigno divertito in viso.
-E' una storia lunga e per nulla avvincente, perché piuttosto non mi racconti tu come hai conosciuto Rachel. Scommetto che un tipo come te ne ha di cose da dire-.
Il ragazzo sollevò un sopracciglio, nessuna ragazza aveva mai pensato di sfidarlo a quel modo prima.
-Bè, non c'è molto da raccontare invece. Ci conosciamo da quando avevamo undici anni, siamo quasi vicini di casa-.
-Ti ricordi Kory? Ti ho anche parlato di lui a volte- disse Rachel.
-Ma certo! Ora ho capito chi sei!- esclamò la ragazza, un sorriso ampio dipinto in volto.


Richard rimase qualche minuto a conversare con le due ragazze ma, dopo un po', si scusò e iniziò ad andarsene.
-Mi aspettano in centro- disse.
Kory sorrise :-Vai pure, è stato un piacere conoscerti-.
-Anche per me... Magari la prossima volta vieni a farti un giro insieme alla comitiva, che ne dici?-.
-Oh, mi piacerebbe ma... Temo non sia possibile- rispose lei.
Rachel abbassò lo sguardo.
-Ho detto qualcosa di male?- chiese Dick allarmato.
-No, no affatto. E' solo che... Purtroppo io non posso uscire di casa, intendo dire che non posso uscire mai-.
Il ragazzo sgranò gli occhi :-Mai?!-.
-No, ecco... Il fatto è che...-.
Rachel la interruppe :-Kory è malata, soffre di una rara malattia e l'ambiente esterno è troppo pericoloso per la sua salute-.
Kory lanciò un'occhiataccia a Rachel, stava mentendo.
-Eppure a me sembri sana come un pesce- osservò Dick.
-A quanto pare non è così- rispose Kory, una punta di rabbia nella voce.
-Bè, non importa... Vorrà dire che passeremo a trovarti qui in casa- disse lui sorridendole caldamente.
-Piano Dick, non vorrai farle conoscere tutti quanti! Ho portato te perché mi hai accompagnato ma...-.
Il ragazzo scosse il capo :-Lo so che abbiamo parlato solo qualche minuto ma sembri una ragazza simpatica, sicuramente andresti d'accordo con i nostri amici-.
A Rachel si scaldò il cuore, anche se non lo dichiarava apertamente le era sempre dispiaciuto per Kory. Avrebbe sempre desiderato che lei potesse andare a scuola, farsi degli amici e uscire come tutte le ragazze della loro età.
Inoltre, pensava che delle nuove amicizie le avrebbero fatto davvero bene.
-Mi fa piacere sentirtelo dire, anche tu sembri un ragazzo simpatico-.
-Le apparenze ingannano- scherzò Rachel.
Dick le fece la linguaccia prima di uscire dalla porta con la stessa calma di quando era entrato.
Poco dopo il telefono di Rachel vibrò, era un messaggio...
Donna del mistero, sappi che scoprirò cosa c'è sotto.
Magari ti conviene confidarti con me prima che lo scopra da solo.
Lo sai che non resisto ai misteri.
-Dick
Rachel roteò gli occhi e sorrise appena :-Quel ragazzo mi da un bel da fare...- sospirò. 
   
 
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