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Autore: KurryKaira    18/10/2021    0 recensioni
In un tempo imprecisato, in quella rotta seguita da alcuni ragazzi e i loro grandi sogni, Sanji e Nami si ritrovano a vivere una piccola avventura da soli, cogliendo forse l'occasione per dirsi tante cose mai dette.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le nuvole si erano diradate del tutto e il sole era alto, non faceva caldo e nemmeno freddo, quel tepore riscaldava appena la pelle in modo piacevole.
La piratessa dagli ondulati capelli stringeva a sé il bel cuoco di quella ciurma, lui era privo di sensi appoggiato al suo seno.
E anche se privo di sensi lo percepì, la sua espressione divenne simile a quella di un animale in calore, tanto che la donna sbuffando lo scaraventò in mezzo al fango lasciato dalla pioggia appena caduta.
Sbuffando ancora si rese conto che se aspettava pazientemente il risveglio del compagno c'era la probabilità che gli orsi folgorati si svegliassero prima di lui, allora lo trascinò di peso per quella cravatta, quasi strozzandolo, lontano da lì.
Tra un ramo nelle costole e l'altro Sanji si svegliò.
Improvvisamente ristabilizzato si sollevò da terra con una mezza capriola, si accese una sigaretta e prese nuovamente la ragazza tra le braccia, lui correva molto più veloce.
Nami piacevolmente sorpresa:- Oh, ti vedo di nuovo in forze! Come stai??-
Sanji con ampio sorriso:- Se sei con me sto benissimo!-
Nami:- Come no? Stavi male prima sai?-
Sanji:- Va bene, credo anche che l'effetto di quel terribile alito sia svanito!-
Saltava con agilità tra i rovi e i cespugli di quell'isola, Nami si stringeva al suo collo sentendosi di nuovo al sicuro accanto a lui.
Per sbaglio il pirata saltò su di un grosso fungo dagli sgargianti colori.
Ci rimase sopra incuriosito, si accovacciò senza mai lasciare la ragazza, lo guardò chiedendosi se fosse velenoso o magari un ottimo ingrediente per le sue ricette. Piano piano il loro peso sprofondava in quel cappello variopinto fino a quando il fungo, emettendo un verso simile a uno starnuto, esplose facendo saltare via i due ragazzi accompagnati da una polvere multicolore.
Saltarono così in alto da atterrare sulla chioma di uno di quegli altissimi alberi.
La ragazza, rimanendo attaccata al suo collo lasciò che i suoi piedi si poggiassero su quella chioma.
Si guardarono intorno incuriositi, e forse con un po' di vertigini. La loro pelle e i loro capelli brillavano ricoperti ancora da quella polvere colorata e in cielo si poteva notare un arcobaleno che faceva loro pendant.
La giovane pirata notò ridacchiando e accarezzandogli piano il petto che lui fosse nudo ma rigorosamente con una cravatta.
Nami:- Potevi toglierla, non credi?-
Sanji guardò la cravatta stringendola un po' tra le dita:- Perché? Non trovi sia elegante?-
Lei ridacchiò ancora, stranamente un po' timida.
Notò poi un pezzo di quella che era la camicia di lui a bendargli una mano.
Nami:- Che ti sei fatto??-
Sanji mosse un po' la mano in questione per assicurarsi che stesse bene:- Niente di che per fortuna, quell'orsa mi ha costretto a sporcarmi le mani- con un accenno di rabbia.
Trovarono la cima di quell'albero un posto sicuro per poter prendere tutto il fiato che volevano prima di mettersi alla ricerca del loro veliero.
Ogni tanto scrutavano l'oceano ma non vedevano i loro compagni nei dintorni.
Nami:- Mi chiedo se quelli stolti si siano accorti che manchiamo!- Sempre molto vicina al compagno per paura di cadere e anche un po' per sentirsi coccolata da lui.
Sanji:- Non possono non essersi accorti della tua mancanza!! Che dici?? Io lo noterei subito!- Quasi tentò di baciarla con fare patetico, lei scostò la sua faccia nervosa:- Solo tu. Sono sicura che siano tutti più preoccupati dal fatto che è ora di pranzo e tu non ci sei!- Cinica e il cuoco ridacchiò non potendo che darle ragione conoscendo il carattere del loro amato capitano.
Il ragazzo guardò il cielo respirando a pieni polmoni fumo e aria:- Coraggio dolce Nami. Trovo un modo per portarti via da qui- divenne serio continuando a guardare in alto:- E' il minimo, considerando quello che sei stata costretta a fare per uno stupido come me.-
Lei lo spintonò con due pugni al petto, non molto forti, ma comunque avendo poco equilibrio su quell'albero quasi rischiò di scivolare, lei pentita lo aiutò a non cadere.
Nami:- Stiamo un altro po' a goderci questo arcobaleno- lo costrinse a sedersi accanto a lei in mezzo al verde di quella chioma.
E rimasero in silenzio per un po' a guardare quell'arco ricco di colori, come voleva lei. Dopo un po' lei poggiò piano la testa sulla spalla del ragazzo, lui d'istinto si voltò piano a guardarla senza fare stupide moine.
Sanji:- Tutto ok?- Le chiese.
Lei annuì prendendo col suo il braccio del compagno che sentì l'impeto di fare l'idiota ma si trattenne ancora, ricordando di averle promesso serietà la notte prima sul ponte del loro veliero.
Prese fiato ancora e parlò di nuovo:- Mi hai chiesto se saremmo rimasti compagni per sempre, perché? Ne dubiti?-
Lei ingoiò nervosamente un po' di saliva per poi calmarsi:- Vorrei dirti di no. Ma oggi qui abbiamo quasi visto celebrarsi il tuo matrimonio. E non è la prima volta che questo accade- lo diceva con serenità come se stesse scherzando ma si poteva notare una punta di amarezza, che lui dal fine palato, notò.
Lui lasciò nascondere i sottili capelli tra le ginocchia, sospirò e poi alzò di nuovo lo sguardo verso di lei:- Non volevo ferirti a quel modo, lo sai, vero?-
Nami:- Figurati. Non vuoi ferirmi mai. Ma intanto lo fai- mostrò ironicamente alcuni graffi sulla schiena:- Visto?? Questi me li hai fatti scaraventandomi sulle rocce per difendermi da quell'orsa!-
Lui le carezzò la pelle ferita piangendo di colpo come un bambino:- Perdonami Nami cara!! Anzi, no, sono imperdonabile!-
Lei lo prese a pugni:- E' chiaro che sto scherzando! L'alternativa era essere sbranata ti ricordo!-
Gli prese poi la mano fasciata stringendola piano:- Tu ti sei fatto indubbiamente più male di me.-
Lui si calmò lasciandosi accarezzare la mano e gli occhi castani di lei si persero nuovamente in quell'istinto della notte precedente.
Le balzò di nuovo in testa quella voglia di dirgli cosa provasse per lui. Era un tremendo errore però, e lo sapeva. Innanzitutto perché non fosse certa di cosa provava per lui, erano tutti una famiglia, di certo non aveva preferenze ma vederlo andare via da loro quel giorno, vedere come la 
guardò e come le disse addio senza esitare, quello sì che la ferì profondamente, altro che quei graffi dietro la schiena.
Fino a quel momento aveva pensato sempre un po' che Sanji per lei avrebbe fatto e rinunciato a ogni cosa, ma evidentemente non era così, si sentì 
fragile, come se tutta la sua sicurezza dipendesse da lui. Una sensazione che aveva profondamente odiato, ma per qualche assurda ragione non 
riusciva a non perdonarli tutto, tutto sommato quella volta, forse, lui stava soffrendo molto più di lei.
Prese quella mano che ancora stringeva tra le sue e se la portò al viso come a farsi accarezzare. Come se volesse farsi promettere che lui ci sarebbe sempre stato per lei, e questa volta davvero! Solo così, avrebbe potuto perdonargli tutto e avere anche il coraggio di dirgli quanto lo trovasse bello!
Sarebbe stato un tremendo errore dire una cosa come quella a uno come Sanji, e lo sapeva, ma che tremenda e irrefrenabile voglia di dirglielo!
Guardalo poi, faceva anche il serio adesso, come le aveva promesso!
Sorrise piena di gioia mentre quella mano, ora per volontà del ragazzo, le accarezzava piano il viso e una ciocca dei capelli.
Gli occhi si guardavano senza esitare, e le labbra semiaperte evitavano parole che sarebbero state di troppo.
Ma poi lei decise comunque di parlare rovinando un po' quella magia, arrossì appena distogliendo anche lo sguardo:
- E' vero che sono la tua donna preferita?-
- Lo sai- disse con fin troppa serietà da sembrarle profondamente sincero, poi lo vide guardare in alto come se avesse notato qualcosa.
E in effetti qualcosa di famigliare solcava i cieli, ricordava un piccolo veliero che conoscevano bene, con un piccolo ariete come prua, ma era
un elicottero.
Nami:- L'ha costruito Franky- si rincuorò.
Sanji:- Sicuramente- sorrise un po' scocciato dal romanticismo bloccato.
Nami ridacchiò consolata:- Si sono accorti che manchiamo!- Guardò ancora quell'oggetto volante:- Ma che pretendeva? Che lo vedessimo casualmente e ci volassimo sopra??- In effetti si chiedeva come raggiungerlo, ma poi ricordò che finché Sanji era con lei nulla era impossibile.
Il ragazzo ridacchiò, la prese ancora una volta tra le braccia, avvicinò la sua fronte a quella di lei attento a non bruciarla con la sigaretta ancora accesa tra le labbra:- Eheh, tieniti forte amore mio!-
Nami sbruffona:- Non hai bisogno di ripeterlo!- E si lasciò coccolare ancora una volta perdendo il viso tra il collo e la spalla di lui.
Le gambe del cuoco iniziarono a scaldarsi come se fossero un piatto piccante e dopo alcuni salti tra un albero e l'altro quasi spiccò il volo raggiungendo senza troppa fatica quell'elicottero che ricordava il loro vecchio e tanto caro veliero.
Un bigliettino attaccato malamente con del nastro adesivo sul legno diceva loro di non preoccuparsi, una volta saliti a bordo quell'aggeggio li avrebbe automaticamente riportati alla nave, come firma un disegno della testa del carpentiere con sguardo orgoglioso.
Sanji stropicciò quel biglietto scritto con pessima grafia:- Quel Franky ne sa una più del diavolo!-
Nami prese di nuovo il ragazzo sottobraccio guardando l'orizzonte:- Abbiamo dei buoni compagni in fondo!-
Il ragazzo sorrise come ad assecondarla.
Guardando ancora quell'orizzonte che tagliava il cielo dal loro tanto amato oceano si accorse che presto non sarebbero stati più soli, strinse lui il braccio ancora più forte e bloccò sul nascere l'impeto di lui di fare stupidi gesti o dire stupide parole.
- Sì, Sanji- gli disse con il palmo dritto sulla sua faccia da stupido:- Non posso negartelo. E' ovvio che tu mi piaccia!- Gli sputò senza troppo romanticismo, e lui si limitò a spalancare gli occhi con lo sguardo simile a quello di un bambino, gli zigomi gli si colorarono appena mentre le labbra erano ancora bloccate dalla mano di lei, la sigaretta era caduta sul legno ma prontamente spenta dal piede di lui che reagì d'istinto come 
scollegato dal resto del corpo.
Lei ora arrossì esageratamente e distolse ancora una volta lo sguardo lasciando che alcuni capelli le nascondessero il viso, lasciò scivolare piano la mano dalle labbra di lui nella speranza che rimanesse zitto.
- In verità ieri, volevo solo dirti quanto ti trovassi bello. Tutto qua.-
Non riusciva a guardarlo negli occhi per il troppo imbarazzo, si sentì ancora una volta fragile, strinse i pugni; ma perché diavolo non parlava lui?? Perché non faceva l'idiota??
- So di essere bello- disse semplicemente lui con una punta d'orgoglio, sembrava sereno però, lei era molto più agitata, tanto che gli urlò in faccia coi suoi soliti modi agitati:- E' solo questo quello che hai da dire?!-
Lui le baciò la fronte con una delicatezza tale da riuscire a calmarla all'istante. Sentì le gambe cedere, e si sentì di nuovo protetta mentre il vento sfiorava loro piano pelle e capelli. Quel gesto così dolce le sembrò durare tanto, e le piaceva, tanto che quando lui allontanò piano le morbide labbra dalla sua fronte lei ebbe l'impulso di afferrargli il viso e portarlo verso le sue di labbra.
Lo baciò, un bacio vero, come quello di due persone adulte, pensò come se fosse una bambina.
Che errore tremendo baciare Sanji. Come mai poteva reagire uno come lui a tutto questo?
E come mai poteva esserle fedele?
Che tremendo errore innamorarsi di Sanji.
Ma quando piano si allontanò da quelle labbra che sapevano di frutti esotici e fumo notò che semplicemente lui la guardava con occhi bellissimi.
Occhi così dolci da sembrare veramente che lui guardasse la sua donna preferita, l'unica che forse amava veramente, o almeno era quello che sperava lei non riuscendo a trattenere un singhiozzo e una lacrima dalla troppa agitazione.
Lui sorrideva ed era di una bellezza indescrivibile, l'abbracciò piano e lei non poté che sentirsi al sicuro.
Avvicinò la bocca a l'orecchio di lei, scostandole appena i capelli con due dita:
- Sei la mia donna preferita, lo sai. E ti ho promesso di non fare lo stupido- anche la sua voce la faceva sentire protetta:- Apprezza la mia serietà in questo momento, perché appena realizzerò quello che è successo neanche tu potrai fermare le mie smancerie!-
Lei rise di gusto nascondendosi ancora nelle spalle di lui e lui, ricambiando appena quella risata, le sussurrò ancora:
- Spero che tu sappia davvero quanto io ti ami.-
Non rispose ma semplicemente si lasciò abbracciare mentre ricoperti ancora di quella polvere percorrevano i cieli seguendo quella rotta che li avrebbe riportati a casa, o meglio a quella che per entrambi era la loro casa; perché sarebbero rimasti compagni per sempre e niente li avrebbe 
fatto cambiare idea.
E infatti non troppo dopo avvistarono quel galeone pirata dove sul ponte li attendevano i loro amici, anzi, fratelli.
Il capitano, felicissimo di vederli, non lasciò nemmeno che l'elicottero atterrasse, allungò le sue braccia e di peso li trascinò sulla nave.
Salutò con un abbraccio caloroso la rossa per poi lanciarsi addosso al cuoco:- Ho fame- disse con una serietà tale da quasi spaventarlo.
Ma il biondo lo scaraventò via raggiungendo di corsa la mora tutta curve:- Robin, cara, ti sono mancato vero??-
La ragazza sorrise, non disse altro, si limitò a sorridere ma per qualche strana ragione faceva paura anche lei.
Nami non poté non notare ancora una volta quanto l'uomo che amava fosse uno stupido inguaribile romantico, ma sopportava, perché lei era la sua 
donna preferita, e lo sapeva bene. E poi ora era riscaldata dall'abbraccio del suo caro amico Usop e dal morbido adorabile dottore e non poteva 
che sentirsi amata anche da loro, e anche da Brook e Franky che si vantava di averli tratti in salvo.
Si sentivano sereni, a casa. Notarono solo dopo che Zoro se ne stava a sogghignare passandosi le perle di un Mala tra le dita, stupido Zoro, lo 
ignorarono e basta.
Quella notte tornarono sul ponte di quel veliero di nuovo, loro due, da soli, a guardare quel cielo zaffiro.
Nami si strinse al braccio di lui, era felice e finalmente si vedeva anche una falce di luna.
Sarebbero rimasti compagni per sempre, e forse essere innamorata di uno come lui non era così tremendo.
Le sorrise ancora lui, sempre bellissimo per poi tornare a guardare il cielo, un lieve tepore li avvolgeva e andava tutto bene.
Inseguivano i loro sogni insieme, innamorati, e andava tutto bene.
  
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