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Autore: Captain Riddle    30/11/2021    0 recensioni
Nel magico regno di Expatempem sono comparsi dei mostri dalla morte degli ultimi discendenti del temuto Re della Morte. Dopo la misteriosa morte del nuovo re, quando salirà al trono suo figlio, questo scatenerà una serie di eventi catastrofici a catena, che rischieranno di causare la distruzione del regno se qualcuno non dovesse intervenire. Scoprite la storia del regno magico attraverso gli occhi di sette protagonisti, dilettatevi con gli intrecci e tenete alta la guardia perché il pericolo è sempre dietro l'angolo.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al castello dei Rosyll erano sempre allerta ormai, precisamente da quando avevano saputo dell'uccisione degli Erysch, d'altronde se avevano ucciso la sorella di Gamelius Tenebrerus e la sua famiglia che motivo avevano loro di pensare che il fratello di Amillia non potesse subire lo stesso destino? Favian viveva nel timore da tempo, pensando che potessero giungere per uccidere lui e la sua famiglia da un momento all'altro, sopportando il dolore per la perdita della sorella e delle nipoti nel silenzio rabbioso della paura. Il re e il principe erano uomini vili e crudeli, privi di ogni sorta di pietà e questo spaventava Favian più di ogni altra cosa. Quella sera era tardi e lui si era ritirato nella sua camera con la sua signora Dara e con il loro piccolo Evral che correva allegramente per la camera. Lo faceva sempre sorridere il suo bambino, eppure Favian nonostante i tentativi non poteva più ignorare il fumo che si alzava minaccioso dal campo ai piedi della collina dove era arroccato il castello di Valirdo.

L'uomo rimase seduto, nonostante si sentisse profondamente inquieto non aveva intenzione di allarmare, ma era ben consapevole delle occhiate che sua moglie gli stava rivolgendo, spostando lo sguardo da lui al fumo fuori dalla finestra, per soffermarsi poi brevemente sul loro piccolo, sforzandosi di sorridergli. Favian respirò a fondo, pregando gli dèi affinché lì fuori non stesse giungendo un esercito su ordine del re, ma d'altronde chi poteva osare disturbare a quell'ora tarda? Poi accadde, bussarono alla porta della camera. Favian vide chiaramente gli occhi di sua moglie spalancarsi e la donna per un momento cessò di rispondere al bambino che non la smetteva più di parlare, trattenendo il fiato "Sì?" Rispose lui, sforzandosi di non mutare tono di voce "Chiedo perdono signore, ma il generale chiede di potervi vedere". Fravian chiuse gli occhi verdi e li riaprì in un attimo, spostandosi una ciocca dorata di capelli dalla fronte "Di' al generale che arrivo".

Si alzò sentendo uno spiacevole vuoto all'altezza dello stomaco e poi si costrinse ad avanzare verso la porta, ma la moglie gli serrò la strada "Non andare" disse semplicemente e la sua voce risuonò un sussurro supplicante, una preghiera dolorosa. Favian le sorrise debolmente, guardandola negli occhi "Sai che è mio dovere andare" replicò stancamente. La donna scosse la testa e i capelli marroni sciolti dall'acconciatura in cui era solita legarli a causa dell'ora tarda le danzarono sulle spalle "No che non devi!" Insistette "Pensa a lui" disse, voltandosi per guardare il loro figliolo "Pensa a noi! Se vai e sono loro pensi veramente che ti faranno tornare!?" La donna era terrorizzata alla sola idea di avere ragione "Dara" tentò di calmarla Favian, trovando pace anche per sé stesso "Andrà tutto bene" la rassicurò "Ma se anche fosse l'esercito reale ti prometto che io tenterò di fermarlo" disse e la sua voce aumentò di due toni, mentre il petto si riempì di orgoglio e coraggio "Combatterei per salvare voi e per vendicare la mia povera sorella e le mie povere nipoti. Erano solo delle bambine" tornò a mormorare tristemente.

Dara abbassò la testa, sospirando angosciata "Non temere" disse ancora Favian, tornando a sorridere dolcemente "Hai fiducia nel tuo sposo?" Domandò stringendola in un abbraccio e baciandola sulla tempia prima che potesse rispondere "È nel re che non ripongo fiducia" rispose la moglie con vago disprezzo nella voce "Lo so" affermò Favian "Neppure io ne ho, è per questo che devo andare. Però ripongo la massima fiducia nei miei uomini" disse tornando orgoglioso "Preferisco la morte tentando di proteggere la mia famiglia piuttosto che attendendo rintanato come un vile codardo!" La donna si allontanò e annuì "Buona fortuna allora" sussurrò "Spero di poterti rivedere e che gli dèi veglino su di te". Favian sorrise ancora "Farò di tutto per tornare da voi, lo prometto". Si voltò verso la porta ma Evral gli corse incontro "Dove andate, padre?" Domandò sorridendo. L'uomo lo accarezzò e lo baciò "Torno presto mio buon cavaliere, è una promessa" rispose "Va bene padre" cinguettò il bambino "A presto!"

Favian sorrise e poi uscì celando la tristezza al figlio, sentendo il cuore farsi più pesante a ogni passo. Aveva paura, una tremenda paura di non rivedere mai più il suo bambino, esattamente come era successo a sua sorella, ma non poteva certamente tirarsi indietro e mostrarsi timoroso, ne valeva del suo onore e di quello di tutta la sua famiglia. "Mio signore" lo salutò il suo generale "Perdonate la mia chiamata a quest'ora tarda, ma c'è un fuoco sospetto che viene dal prato, proprio vicino ai piedi della collina". Favian annuì lievemente, sentendo la tensione crescere sin quasi a divenire tangibile "Volete che vada a controllare mio signore?" Domandò l'uomo. Diversi soldati rimasero poco distanti ad aspettare, in attesa di sapere cosa fare "Sì" decretò Favian "La cosa migliore sarà che andiamo a controllare" disse al generale. L'uomo annuì e i soldati si avvicinarono, formando una piccola schiera compatta "Fai stare le vedette allerta" disse Favian al generale "Se vedono movimenti sospetti o non ci vedono tornare fagli allertare gli altri. Che si preparano a difendere il castello se dovesse essere necessario".

Il generale annuì in solenne silenzio "Avete sentito?" parlò agli altri "State allerta e se non ci vedete tornare o percepite moti violenti dai piedi della collina preparatevi a difendere il castello a tutti i costi!" Favian si fece portare il cavallo e poi salì, con il mantello scuro sulle spalle e la spada nel fodero al fianco della vita, poi partirono con lui davanti, il generale subito dietro e il resto della piccola schiera di soldati che lo avrebbero scortato in fondo. Favian pregò gli dèi in silenzio sentendo l'angoscia farsi più intensa. Era terrorizzato alla sola idea di quello che sarebbe potuto accadete se veramente avessero trovato mandanti reali o una buona porzione dell'esercito del re, neanche lui che era signore della guerra della Provincia dell'Aria sarebbe stato in grado di respingerli, per giunta a quell'ora tarda e senza una dichiarazione di guerra. Se veramente si trattava del principe-generale Drovan, venuto ad assediare il suo castello come aveva già fatto con quello di sua sorella, allora solo l'aiuto degli dèi avrebbe potuto salvarli da quel nefasto destino che stava per attenderli.

Iniziarono a scendere lentamente dalla collina e Favian sentì l'impulso di guardare verso l'alto, in direzione della finestra della sua camera che si allontanava lentamente. Dara era lì, vide la sua sagoma affacciata alla finestra che lo guardava dall'alto, probabilmente angosciata quanto lui. Favian voltò la testa e abbassò gli occhi, non voleva lasciarla ma che altro poteva fare? Non poteva di certo lasciare che i suoi soldati andassero da soli, lui non era un codardo. Continuarono la strada della discesa in silenzio, solo qualche gufo solitario squarciava il silenzio della notte. Quando la discesa finì Favian sentì un brivido di timore scuoterlo, ma fece finta di nulla, il fuoco era ben visibile nel prato e si innalzava come una pericolosa minaccia. "Mio signore" disse il generale "Non c'è bisogno che vi esponiate tanto, possiamo avanzare io e qualcun altro, voi aspettateci pure qui e se dovessero essere nemici nascosti nel bosco tornate al castello immediatamente".

Favian pensò bene di replicare, ma poi si figurò nella mente il visino allegro del piccolo Evral "Va bene" concordò alla fine, sentendo ugualmente un senso di vergogna "Vi aspetterò qui, ma voglio che prestiate attenzione anche voi". L'uomo annuì e i soldati che erano con lui fecero lo stesso, poi si allontanarono velocemente, cavalcando in direzione delle fiamme. Favian continuò a seguirli con lo sguardo, mentre il timore cresceva e si figurava ogni orrore possibile nella mente. Rimasero in silenzio per pochi minuti interminabili lui e i soldati che erano rimasti lì, poi finalmente Favian intravide nella notte le armature scintillanti dei suoi soldati avvicinarsi nuovamente.

L'uomo subito cercò il volto fidato del suo generale e non appena ebbe incrociato il suo sguardo l'uomo si tolse l'elmo, rivelando due occhi bassi e tristi " Mio signore" parlò a voce bassa, quasi mormorando "Cosa c'è?" Domandò Favian allarmato, smontando da cavallo per andargli incontro poiché il generale era sceso dal suo stallone per raggiungerlo a piedi. "Non ne siamo certi, io non la ricordo così bene quindi non posso assicurarvi nulla, ma se è lei... condoglianze mio signore" terminò l'uomo chinando il capo in segno di reverenza. Favian spalancò gli occhi, perplesso e preoccupato, poi si decise e spinse oltre lo sguardo. C'era una figura poco lontana, proprio vicino al fuoco, ma non era in grado di dire chi potesse essere così si avvicinò di più, mentre le fiamme si riflettevano negli occhi verdi, facendoli brillare nelle tenebre. Lentamente avvicinandosi con cautela Favian distinse i tratti della sagoma stesa a terra, era una donna giovane con abiti insanguinati, logori e persino laceri in alcuni punti e una massa di capelli scuri e mossi. Favian sentì un vuoto nello stomaco e spalancò di più gli occhi, non poteva essere lei ma se invece era proprio lei come sembrava, che lui potesse essere maledetto... che il re potesse essere maledetto!

Favian attraversò il breve tratto che lo separava da lei e poi cadde in ginocchio al fianco della ragazza che purtroppo riconobbe con certezza come la figlia maggiore della sua povera sorella. "Nipote!" Disse con voce rotta, abbassando la testa mentre gli occhi si inumidivano e il volto si contraeva in un'espressione di rassegnato dolore "Non anche tu, Aurilda!" Guaì dal dolore, in un sussurro disperato "Tuo padre, mia sorella, tua zia e la sua famiglia, con buona probabilità anche le anime innocenti delle tue sorelle... e adesso anche tu". I soldati si erano avvicinati lentamente creando un semicerchio alle spalle del loro signore, chinando il capo in segno di rispetto mentre Favian elencava tutti quei morti innocenti.

"Signore, con lei doveva esserci un uomo, forse un soldato, ma adesso il suo corpo è stato dato alle fiamme ed è rimasta solo l'armatura. Era dalla sua pira che si alzavano le fiamme, signore" parlo piano il generale alle sue spalle "Almeno non dovrete preoccuparvi di un attacco al castello" disse un altro soldato, guardando l'armatura tra le fiamme e tentando di consolare il suo signore. Il generale della guardia gli si avvicinò di più "Non ci sono tracce di aggressione, mio signore" comunicò, guardando il corpo della ragazzina che giaceva inerme "Nonostante le abbondanti tracce di sangue fresco sulla sua veste. Non ci spieghiamo come sia morta. Ha solo questa cicatrice che le segna il lato sinistro del volto, partendo dalla fronte sino alla guancia, ma è altamente improbabile che sia stata quella la causa della morte".

"Mia povera nipote" sussurrò Favian affranto, ignorando per poco tempo tutto il resto. "Non sarebbe meglio portare la sua salma al castello, mio signore?" Propose uno dei soldati. Il generale annuì "Almeno in questo modo domani potrete bruciare il suo corpo e garantirle un degno funerale". Favian si sforzò di ascoltarli e annuì, asciugandosi due lacrime colme di dolore che gli avevano rigato il volto "È il minimo che posso fare per lei" disse sconsolato. Il generale si inginocchiò per prendere la ragazza tra le braccia, ma Favian lo fermò con un gesto della mano "No" parlò con fermezza "La porterò io. È giusto che sia io a portarla. Lo devo a lei, alla sua famiglia e al ricordo di mia sorella." I soldati annuirono senza opporsi, il generale si alzò e detto ciò Favian si sporse in avanti, con le braccia allungate per prendere tra le braccia la salma di sua nipote.

Ma non appena ebbe sfiorato il collo della ragazza però Favian balzò all'indietro, come se si fosse scottato. I suoi uomini scattarono in avanti allertati, per vedere cosa avesse potuto spaventare tanto il loro signore. Si disposero in due ali, lasciando un varco per Favian e quando ebbero guardato anche loro, indietreggiarono proprio come aveva fatto l'uomo inginocchiato poco prima. Il generale si girò verso Favian, con le labbra schiuse dallo stupore intenso e gli occhi sbarrati e neppure lui seppe dire se quello sconvolgimento fosse stato causato dal terrore o dalla sorpresa. Favian chiuse e riaprì gli occhi in un attimo e deglutì, avvicinandosi a quattro zampe per tornare dalla ragazza. Quando le fu tornato davanti però fu assolutamente certo che non si trattasse di un'allucinazione, Aurilda aveva aperto gli occhi e fissava il cielo con sguardo assente, ma il fatto che fosse viva non si poteva neanche considerare la cosa più incredibile, gli occhi innaturalmente azzurri della ragazza avevano catalizzato tutta l'attenzione e lo stupore di Favian Rosyll e i suoi soldati.






 

Ciao a tutti, è qui che si conclude la trama del primo libro. Cosa ve ne pare? La storia vi è piaciuta? Avete un personaggio preferito o uno particolarmente odiato? Diciamo che mi farebbe piacere avere un riscontro da parte vostra (di qualunque tipo esso dovesse essere). Il secondo libro è ancora in revisione e non so con esattezza quando inizierò a pubblicarlo, ma ci sto lavorando. A parte questo grazie per chi ha letto questa storia, a presto.

 

   
 
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