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Autore: krystarka    22/12/2021    0 recensioni
Gli iscritti al club di Gobbiglie di Hogwarts portano avanti da anni una tradizione che a volte finisce per dilagare nel resto della scuola, coinvolgendo i personaggi più insospettabili...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charlie Weasley, Newt Scamandro, Nimphadora Tonks, Severus Piton, Theseus Scamander
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Incest | Contesto: Nessun contesto
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CAPITOLO 2


“Weasley, dieci punti in meno per Grifondoro e una punizione con me. Stasera alle sette.” Disse Piton osservando il calderone fuso dal quale traboccava una disgustosa e maleodorante melma violacea.
Charlie non rispose e abbassò la testa perché sul suo viso si stava allargando un sorriso che era tutt’altro che dispiaciuto.
Quello che gli stava passando per la testa era molto diverso dai mormorii indignati dei suoi compagni.
Non riusciva più a smettere di pensare a Piton, ormai, di giorno e soprattutto di notte quando indugiava in fantasie sempre più sporche in cui il professore lo desiderava al punto da fregarsene del fatto che fosse uno studente, facendolo piegare sulla sua cattedra e poi scopandolo duro e forte, senza tregua.
Dovette allontanare quei pensieri in fretta perché avrebbe corso il serio rischio di ritrovarsi con un’erezione in classe e non era certo ansioso di spiegarne il motivo.
Arrivò all’aula di pozioni alle sette meno cinque minuti, sicuro che se fosse stato puntuale Piton lo avrebbe accusato di essere in ritardo e avrebbe dedotto altri punti da Grifondoro.
Charlie sbuffò prima di entrare in aula perché, purtroppo, il professore era ben diverso dall’uomo delle sue fantasie e, nonostante tutti i suoi sogni, sapeva che avrebbe passato un paio d’ore buone a sfregare calderoni incrostati.
Entrò nell’aula e Piton gli rivolse solo un cenno imperioso, indicandogli l’enorme pila di calderoni, come Charlie aveva già immaginato che sarebbe successo.
Si mise al lavoro senza una parola perché tanto nessuna protesta l’avrebbe fatto uscire da lì in anticipo anzi, se si fosse lamentato era probabile che ricevesse solo una nuova punizione.
Purtroppo per Charlie, lavare calderoni era un lavoro manuale che gli dava tutto il tempo di pensare. La sua mente continuava a volare al professore alle sue spalle e a quanto gli sembrasse desiderabile.
Piton avrebbe potuto dirgli di fermarsi e di andare da lui alla cattedra e, dopo averlo osservato con i suoi occhi neri, gli avrebbe ordinato di spogliarsi.
Charlie lo avrebbe fatto e Piton probabilmente lo avrebbe preso in giro per com’era solerte nel volerlo compiacere, e quello avrebbe fatto solo in modo che il ragazzo diventasse ancora più duro e impaziente.
Dopo lo avrebbe fatto piegare sulla sua cattedra, infilandogli dentro quelle lunghe dita macchiate di pozioni, aprendolo e preparandolo e…
Charlie scosse la testa, duro come una roccia, e si rimise a sfregare il calderone con più vigore, solo felice che le sue vesti fossero allacciate e che lui stesse dando le spalle al professore.
Era così concentrato che, quando sentì un tocco leggero sulla spalla, sussultò e quasi si lasciò sfuggire un urlo, mentre si girava allarmato solo per trovarsi in faccia la bacchetta di Piton e sentirgli uscire dalle labbra un mormorato ‘Legilimens’.
Bastò quello e, mentre i suoi occhi erano incastrati a fissare le profondità nere dello sguardo di Piton, nella sua mente tutti i suoi ricordi bollenti furono passati in rassegna senza pietà.
Quando gli occhi di Piton si scostarono dai suoi, Charlie si sentì svuotato e messo a nudo, oltre a ritrovarsi in un profondo imbarazzo che gli fece stringere gli occhi per non vedere quello che sarebbe successo.
Prima che potesse fare altro, sentì una mano forte sollevargli il mento e labbra sottili furono premute sulle sue…
 
“Non esiste Liz!” Si lamentò Charlie. “Non è credibile che un tale bastardo mi baci di punto in bianco solo perché ha capito che mi piace.”
Liz osservò Charlie per un momento, poi considerò la pergamena.
Nelle ultime settimane lei e il ragazzo si erano incontrati in segreto quasi tutti i giorni, per discutere della storia, e ora si sentiva molto più rilassata in sua presenza.
Charlie era un ragazzo solare, pronto alla battuta e al sorriso, ma con una mente veramente perversa quando si trattava di storie e Liz aveva cominciato ad apprezzarlo davvero.
Lo avevano fatto iscrivere al club di Gobbiglie e poi gli avevano passato molto del materiale che avevano e lui, dopo poco, aveva cominciato a prepararle una marea di appunti su quello che pensava dei vari intrecci e, soprattutto, sulle scene erotiche che gli erano piaciute di più.
Avevano cominciato a discuterne animatamente e Liz si era accorta che era qualcosa di cui aveva davvero bisogno se voleva scrivere storie migliori, perché per quanto adorasse Penny e Tulip, entrambe si erano sempre limitate a leggere quello che lei proponeva loro, senza mai dare nessun suggerimento, solo felici delle storie che ricevevano.
Charlie invece, fosse perché era il protagonista di questa particolare storia o perché si stava divertendo, ci teneva a dirle tutto quello che gli passava per la testa, così lei chiese:
“Bene, allora che cosa proponi?”
Lui ci dovette pensare per un momento e poi ammise:
“Sai quella storia… quella dove Salazar vuole vendicarsi di Godric?”
“Quella in cui in realtà Godric è un mago oscuro, intendi?”
“No, non quella. Quella in cui Salazar torna indietro nel tempo e va a cercare Godric quando è solo un apprendista.”
Liz non dovette nemmeno pensarci perché era una delle sue preferite e sperava davvero che Charlie intendesse quella.
“Oh, adoro quella storia! Vuoi davvero che scriva qualcosa del genere?”Chiese estasiata Liz e Charlie annuì con vigore.
“Sarebbe fantastico, Liz!”
“Nessun problema, consideralo fatto! Ho un po’ di compiti, stasera, ma ci possiamo vedere domani nella solita classe vuota e ti faccio leggere quello che riesco a scrivere, va bene?”
“Bene.” Acconsentì Charlie con un sorriso da un orecchio all’altro.
 
… Bastò quello e, mentre i suoi occhi erano incastrati a fissare le profondità nere dello sguardo di Piton, nella sua mente tutti i suoi ricordi bollenti furono passati in rassegna senza pietà.
Quando gli occhi di Piton si scostarono dai suoi, Charlie si sentì svuotato e messo a nudo, oltre a ritrovarsi in un profondo imbarazzo che gli fece stringere gli occhi per non vedere quello che sarebbe successo.
La voce setosa di Piton scandì senza pietà:
“Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato in te, Weasley, e adesso so che è vero.”
La mano ferrea di Piton si avvolse intorno all’avambraccio di Charlie e stinse forte, fino a far male, poi la voce continuò:
“Quindi è così? Sei solo un piccolo pervertito che si diverte a immaginarsi sodomizzato dal suo professore?”
Charlie, rosso fino alle orecchie, continuò a tenere gli occhi strettamente chiusi e non rispose perché, onestamente, che cosa avrebbe potuto dire?
“Rispondi Weasley!” Chiese la voce di Piton mentre Charlie sentiva il suo alito sulla faccia per quanto era vicino. Deglutì e aprì gli occhi poi, cercando di non peggiorare la sua situazione, rispose:
“Io… non intendevo offenderla è solo… non posso impedirmi di immaginare… cose…”
La voce di Piton si fece sprezzante:
“Patetico. Non sei nemmeno in grado di regnare sui tuoi pensieri, Weasley?”
“N… no professore.” Che cos’altro poteva dire? Era vero in fondo.
La mano che ancora gli stringeva il braccio lo scrollò e Charlie si volse a osservarla come se fosse qualcosa di alieno ma Piton lo trattenne con forza e attirò di nuovo la sua attenzione:
“E che cosa ne penseresti se le tue fantasie diventassero realtà? Credi che ti piacerebbe se davvero ti violentassi? Se ti facessi male?”
Charlie era duro da morire e quelle parole non cambiarono la situazione ma rispose come pensava che dovesse fare:
“No, professore io… era solo un gioco non…”
Piton piantò la mano libera sull’inguine di Charlie, poi l’uomo chiese:
“No? Ne sei sicuro Weasley? Perché a me non sembra che la prospettiva ti dispiaccia poi molto…”
La mano sfregò la lunghezza dell’erezione di Charlie e lui dovette mordersi un labbro per soffocare un gemito.
 
“Merlino! Davvero ti va bene se facciamo girare questa roba?” Chiese Tulip con gli occhi lucidi di aspettativa. La storia era stupenda, eccitante da morire, e lei era già contenta di averla potuta leggere ma a quel punto si aspettava che Charlie dicesse di no…
“Sì, va bene. Voglio dire, non sono davvero io. E’ solo una storia, no?”
Liz lo pungolò senza pietà:
“Una sulla cui stesura hai avuto molto da dire, se proprio vogliamo essere precisi!”
Charlie la guardò storto:
“L’hai scritta tu, mica io!” Rispose piccato guadagnandosi una linguaccia da parte di Liz.
Penny osservò la pergamena e poi intervenne:
“Ora però dovreste dirmi quali scene volete che io illustri.”
Il gruppetto si scambiò sguardi incerti e Charlie sentì un nodo di agitazione alla bocca dello stomaco.
Gli avevano chiesto di posare nudo per Penny fin dall’inizio, e lui aveva accettato pur di poter avere i suoi sogni bagnati scritti su carta, ma ora che doveva farlo davvero si sentì in imbarazzo e cominciò a pensare in fretta.
“Non… non sono sicuro. Voglio dire, finché resta solo roba scritta non è così forte come vedere delle illustrazioni…”
Tulip fece una faccia indignata:
“Non ci provare, Weasley! Ne abbiamo parlato e hai detto che lo avresti fatto, che avresti posato per Penny!”
Charlie sollevò le braccia per dichiararsi innocente perché la ragazza sembrava davvero furiosa e, con il numero d’incantesimi che conosceva, aveva il timore che potesse diventare una furia, se ci si fosse messa d’impegno:
“Non ho detto di no! Ho solo detto che forse sarebbe… volgare?”
Liz gli diede una gomitata:
“Il punto del porno è quello, però! Noi vogliamo che sia un po’ volgare! Ci sono già un sacco di storie romantiche e smielate ed io voglio che questa si distingua!”
Charlie ammise il punto ma chiese riluttante:
“Però saremo solo io e Penny. Voglio dire, sarebbe imbarazzante se steste tutte e tre lì a guardarmi!”
Tulip s’imbronciò immediatamente e divenne piuttosto vocale:
“Hey! L’idea è mia e adesso vengo esclusa così!”
Liz ridacchiò e, dopo aver arrotolato la pergamena della storia, la usò per colpire Tulip sulla testa:
“Zitta maniaca! Lo sappiamo già che hai fatto tutto questo solo per vedere Charlie nudo!” Poi si rivolse al ragazzo: “Comunque non cambierà nulla che ci siamo o no, perché alla fine i disegni li vedremo tutte e, al contrario degli altri, saremo perfettamente a conoscenza del fatto che Penny non ha inventato nulla ma che quel bel pezzo di carne nudo sei davvero tu!”
Charlie arrossiva spesso quando si trovava con quelle tre ma era ormai quasi solo una reazione involontaria, che non lo trattenne minimamente dal rispondere:
“Siete tre pervertite, ecco che cosa siete!”
“Disse il ragazzo che vorrebbe farsi sculacciare con un cucchiaio da pozioni dal suo professore!” Lo derise Liz, per niente pronta a lasciar cadere la cosa.
“Arrenditi Charlie. Sarai il mio modello e comunque hanno ragione loro: i miei disegni saranno molto accurati. Accuratissimi! Se hai qualcosa di cui vergognarti è meglio che tu lo dica, sai?” Penny poteva essere cattiva come le altre, quando ci si metteva, e comunque non avrebbe rinunciato a ritrarre Charlie per nulla al mondo perché non aveva mai visto un vero ragazzo nudo e non vedeva l’ora di farlo.
C’entrava qualcosa anche il fatto che le sembrava molto meno terribile vedere il pene di un ragazzo in queste circostanze, piuttosto che arrivare al suo primo incontro intimo del tutto impreparata… e no, le fotografie sui giornalacci di Liz non contavano davvero perché erano solo foto, in fondo!
Assaltato su più fronti, alla fine Charlie cedette e si diedero appuntamento per il giorno seguente.
 
Charlie si sentiva le guance in fiamme ma non osò fermarsi mentre si spogliava sotto gli sguardi invadenti delle tre ragazze.
Era davvero certo che questo non fosse per nulla simile a essere nudo negli spogliatori del Quidditch, perché i suoi amici non lo guardavano di certo in quel modo famelico e, se anche tra ragazzi a volte c’erano veloci sguardi curiosi verso i genitali degli amici, non c’era niente come i sei occhi puntati che si sentiva addosso.
Quando si tolse i boxer avrebbe potuto giurare che, se non fosse stato già nudo, loro tre lo avrebbero spogliato di persona.
Rimase lì in piedi impalato, coprendosi con le mani perché non voleva davvero restare così nudo se non quando fosse stato in posa e, con voce scocciata, chiese:
“Va bene. Che cosa devo fare adesso?”
Penny, tra tutte e tre, sembrava quella più controllata. Se non l’avesse conosciuta meglio, nelle ultime settimane, avrebbe detto che era distante e professionale ma sapeva che era stata ansiosa quanto le altre di fare quella cosa, quindi probabilmente si stava comportando in quel modo per cercare di metterlo più a suo agio e di quello le fu grato.
Con un colpo di bacchetta Penny spostò la grossa cattedra al centro dell’aula abbandonata e disse in tono fermo e calmo:
“Appoggiati sulla cattedra con i gomiti e girati di tre quarti in modo che possa vederti in faccia.”
Charlie realizzò che scena voleva illustrare Penny, ovvero quella della sua prima volta con Piton e protestò:
“Hey no! Vuoi… vuoi ritrarmi da dietro? Non sarebbe meglio di fianco?”
L’idea di lasciarsi guardare mentre era chino sulla cattedra, come se davvero stesse aspettando di farsi penetrare, non gli sorrideva per nulla ma Liz intervenne:
“E’ la posa migliore e credimi… il tuo di dietro non ha nulla che non vada! Il tuo ragazzo sarà un uomo molto, molto fortunato!” Le ultime parole le aggiunse in tono falsamente sognante che scatenarono in Tulip un eccesso di risatine.
Charlie la guardò scandalizzato ma poi anche Penny cominciò a ridacchiare, sotto l’occhio serio di Liz, e anche lui fu travolto da una risata al limite dell’isterico, che lo fece piegare in due.
Liz, imperturbabile, li lasciò ridacchiare come rimbecilliti per circa un minuto, prima di ordinare:
“Su, bel fusto, non abbiamo tutto il giorno! Mettiti in posa e mostra a Penny il tuo lato migliore!”


La seconda volta che Charlie si ritrovò a posare, buona parte dell’imbarazzo era passata ed era subentrata la noia. Restare nudo e immobile per un’ora non era esattamente la sua idea di divertimento e anche Tulip e Liz sembravano non essere più così insistenti con i loro sguardi.
Era già lì da mezz’ora, questa volta sdraiato nudo su un letto che altro non era che un paio di banchi coperti da un lenzuolo, perché nessuno di loro era così bravo in Trasfigurazione da riuscire a cambiare un mobile così grosso, quando Penny sollevò lo sguardo dal suo blocco da disegno e, con voce un po’ strozzata, chiese:
“C’è anche solo la minima possibilità che tu… possa eccitarti?”
La domanda fece immediatamente in modo che Liz e Tulip puntassero lo sguardo sul suo pene e Charlie si coprì istantaneamente con una mano, lanciando a entrambe uno sguardo di fuoco prima di rispondere:
“Nessuna possibilità! Non ci pensare nemmeno!”
Tulip, dopo un momento di silenzio imbarazzato, disse con voce stridula:
“Liz! Un ragazzo si è presentato davanti a te completamente nudo! Corri a chiamare il tuo Capo Casa!”
Liz si morse un labbro per non ridere, poi replicò:
“Che cosa faccio Charlie? Vado a chiamare Piton e gli dico che sei un maniaco? Credi che potrebbe servire?”
Se Charlie non avesse saputo che stavano scherzando gli sarebbe venuto un colpo ma, per come stavano le cose, commentò rapido:
“Ah! Ah! Siete davvero divertenti!”
Penny però insistette:
“Posso improvvisare un po’ ma poi non ti lamentare se te lo faccio troppo piccolo! E comunque questi disegni mancano di mordente. Perché rendano davvero dovrei inserire anche Piton e dubito che lui sia disposto a posare per me!”
 
La terza sessione di posa cominciò per Charlie come tutte le altre e ormai il suo imbarazzo era quasi del tutto svanito, mentre cominciava a subentrare una certa insofferenza per il dover rimanere immobile così a lungo.
Non disse niente ma dopo venti minuti, quando si stava quasi addormentando, sentì la porta aprirsi di scatto e sussultò spaventato. Avevano messo tutti gli incantesimi di chiusura che conoscevano e quel particolare gli disse, prima ancora di vedere chi era entrato, che probabilmente non era uno studente.
“Per Salazar, cosa diavolo sta succedendo qui?” Chiese la voce rabbiosa di Piton e, mentre Charlie cercava di coprirsi alla meglio, vide Liz e Tulip cercare di bloccare il passo all’insegnante, probabilmente per dargli il tempo di rivestirsi prima che l’uomo si rendesse conto che era nudo.
Charlie rotolò in fretta giù dal tavolo, cercando freneticamente la sua bacchetta e appellando i suoi vestiti mentre sentiva Liz dire:
“Professore, non è niente! Stavamo solo studiando…”
“Una sessione di studio di gruppo, glielo giuro professore.” Intervenne Tulip, probabilmente pensando che la parola di una Corvonero, quando si trattava di studio, risultasse più credibile.
Charlie, con il cuore che batteva a mille, rimase nascosto dietro la cattedra mentre cercava di rivestirsi.
Purtroppo per lui il mobile si spostò di colpo, lasciandolo in piena vista di Piton mentre aveva i pantaloni ancora a metà gamba e non indossava nessuna biancheria.
“Signor Weasley! Che cosa sta facendo in un’aula abbandonata con tre studentesse?”
Charlie, rosso come il fuoco, si tirò su i pantaloni più in fretta possibile e poi, mentre cercava di trovare una risposta plausibile, si rese conto che lo sguardo di Piton era caduto sul blocco da disegno di Penny, che era immobile come una statua di sale.
“E questo che cosa sarebbe?” Chiese l’uomo con voce gelida, sottraendo il blocco a Penny e osservandolo con un cipiglio sempre più rabbioso. “Quale genere di gruppo di studio ha bisogno di… questo?”
Charlie si sentiva il cuore in gola ed era certo che la sua spilla da Prefetto stesse per finire dritta nella spazzatura. Merlino, sarebbe stato fortunato a non essere sospeso e sua madre lo avrebbe letteralmente scorticato vivo quando avesse saputo…
“Credo che possa bastare, sai?” Disse Penny parlando per la prima volta e girandosi verso il professore. “Ti sei divertita abbastanza. Credo che tutti stiano per avere un infarto.”
Charlie, Liz e Tulip guardarono Penny come se fosse del tutto ammattita ma il ragazzo fu il primo a cominciare a comprendere quando vide le labbra sottili di Piton sollevarsi in un sorriso ammiccante, prima che i suoi lineamenti cominciassero a mutare.
“Tonks?!? Buon Merlino che scherzo di merda!” Ululò Charlie mentre il suo cuore rallentava e il sollievo lo faceva sospirare.
Liz passò lo sguardo da Penny a Tonks e, sapendo che entrambe erano nella stessa Casa e nello stesso anno, imprecò:
“Penny sei una vera stronza! Ho avuto un infarto! Pensavo davvero che fosse Piton!”
Tulip si unì a lei, ancora bianca come il gesso e con la faccia sudaticcia:
“Stavo già dicendo addio alla possibilità di prendere i miei MAGO! Vi odio tutte e due!”
Tonks, adesso con la sua faccia normale e i capelli rosa gomma da masticare sparati in aria, ridacchiò allegra:
“E’ stato il miglior scherzo di sempre, Penny! Tu. Sei. Un. Genio!”
Charlie, che era sempre stato amico con Tonks fin dal primo anno a Hogwarts, la guardò con espressione offesa ma la Metamorfomagus non lo prese nemmeno in considerazione, deridendolo:
“Oh Charlie! Ammettilo! Te l’ho fatta! Non te ne eri accorto che ero io e ci sei cascato in pieno!” Disse sollevando al cielo un pugno vittorioso e saltellando sul posto, solo per atterrare male e finire col culo per terra, concludendo la sua buffonata con un “Ahi!”
Charlie si avvicinò a lei sovrastandola, le mani sui fianchi e il viso ancora incazzato:
“Te lo meriti! Stavamo tutti per avere un infarto e tu…” disse passando a fissare Penny “… sei un’arpia! Questo è stato…” prese fiato e finì mestamente “… il miglior scherzo di sempre. Devo ammetterlo.”
Dopo lo spavento tutti si rilassarono, a quelle parole, e cominciarono a chiacchierare convulsamente per alcuni minuti, distratti dalla presenza di Tonks, poi Penny richiamò gli altri all’ordine spiegando:
“Okay, lo scherzo adesso è finito. In realtà avevo chiesto a Tonks di venire perché mi servirebbe qualcuno che davvero interpretasse Piton e lei dice che, finché può rimanere vestita, ci aiuterà.”
Charlie guardò l’amica aggrottando la fronte e poi disse:
“Come sarebbe? A me tocca stare nudo, e questo è pure il mio vero corpo, e lei fa Piton e resta vestita? Non esiste! Potrebbe essere la mia unica occasione di vedere quell’uomo nudo, ve ne rendete conto?” Non era sicuro se lo avesse detto per scherzo o no, ma i capelli di Tonks passarono a un violento rosso fuoco e lei commentò:
“Hey! Come diavolo pensi che io possa sapere com’è fatto Piton nudo? Pensi forse che sia il tipo di ragazza che…”
Charlie si maledì interiormente perché a scuola giravano un sacco di chiacchiere su Tonks e non c’era bisogno di buttare benzina sul fuoco ma lui sapeva, essendo suo amico, che erano solo voci dovute a un tizio che lei aveva rifiutato malamente e che si era vendicato mettendo in giro pettegolezzi assurdi.
“Buona Tonks! Non intendevo nulla! Potresti guardare qualche foto delle riviste di Liz e copiare!” Poi dopo un momento aggiunse con un ghigno: “Magari potrei indicarti il corpo che mi sembra più adatto…”
Tonks gemette davanti allo sguardo di Charlie e si chiese in che gabbia di matti fosse finita, però anche lei aveva letto il manoscritto, per gentile concessione di Penny, e tutta la cosa le sembrava divertente da morire… senza parlare di che cosa sarebbe successo quando avessero diffuso il tutto nella scuola! Le lezioni di Pozioni sarebbero diventate davvero divertenti, se tutte le ragazze avessero cominciato a ridacchiare ogni volta che Piton entrava in aula… oh beh, tutte le Case avrebbero perso punti a non finire ma sì, sarebbe stato innegabilmente uno spasso così, cautamente, accettò:
“Ooookay…”
Nonostante l’assenso di Tonks, non riuscirono a fare altro, per quel giorno, perché avevano perso tempo e tutti loro avevano ancora dei compiti da finire, quindi si diedero appuntamento per il giorno seguente.
 
“Mi piacerebbe disegnare la scena del sesso orale, se per Tonks va bene.” Disse Penny e Tonks, che era seduta su un tavolo scassato con in mano una delle riviste porno di Liz, chiese:
“Siete davvero certi di volerlo fare? Insomma, probabilmente posso riuscirci ma non mi sento proprio a mio agio…”
Charlie si sedette vicino a lei e le diede una spallata amichevole:
“Fallo per me! Sei la mia migliore amica, non puoi rifiutarmi questa cosa! Muoio dalla voglia divedere Piton nudo e anche se non sarà davvero il suo corpo questo…” disse indicando uno dei modelli della rivista “… sarà un validissimo sostituto, credimi.”
I sogni bollenti di Charlie erano peggiorati da quando aveva cominciato a frequentare le ragazze, e anche se c’era una parte di lui che credeva che tutto quello fosse pazzesco, dall’altra voleva a tutti i costi vedere la storia finita e con le illustrazioni. Con il bonus di avere davanti qualcuno in carne e ossa che avrebbe potuto essere il suo professore di Pozioni, la cosa si era fatta troppo allettante perché potesse anche solo valutare l’ipotesi di fermarsi, a quel punto.
Tonks cambiò viso in un momento e Charlie si ritrovò a fissare il volto di Piton anche se era chiaro, dalle dimensioni del suo corpo, che al momento aveva cambiato solo quello.
“Va bene. Mi date almeno un lenzuolo o qualcosa per coprirmi? Dovrò spogliarmi comunque e cambierò il corpo dopo. Piton è troppo alto e rovinerei i vestiti.”
Tulip chiese maliziosa:
“Perché vuoi un lenzuolo? Ti vergogni per caso? Non ne vedo il motivo: siamo tutte ragazze, a parte Charlie, e a lui non interessi, giusto?”
Charlie fu rapido a garantire che non gli interessava ma Tonks rimase irremovibile:
“Lenzuolo o me ne vado.”
Liz le passò una coperta un po’ sbrindellata, un suo tentativo di trasfigurazione non troppo riuscito, e lei se lo buttò sopra la testa prima di cominciare a togliersi i vestiti.
Un attimo dopo, tutti videro la sua statura aumentare e il cuore di Charlie cominciò a battere a mille al pensiero che tra poco avrebbe visto Piton del tutto nudo. Dal vivo.
Tonks spostò il lenzuolo e se lo avvolse intorno ai fianchi, chiedendo con la voce del professore di Pozioni:
“Può… andare?”
Charlie osservò l’oggetto dei suoi desideri a bocca aperta, perché il corpo che aveva scelto da una foto era quasi esattamente come s’immaginava sarebbe stato il vero Piton sennonché…
“Potresti fare la pelle un po’ più pallida?” Chiese con un luccichio folle negli occhi e la Metamorfomagus lo accontentò.
“Va bene così?” Chiese con un cipiglio che, se fosse stato davvero sul volto di Piton, avrebbe fatto tremare ogni studente della scuola.
“E’ semplicemente perfetto. Sei davvero la migliore Tonks!” Esclamò Charlie con tono pieno di stupore mentre Liz chiedeva in tono risoluto:
“Sì ma adesso togliti quel lenzuolo e facci vedere com’è la parte interessante!”
Le guance di Piton s’imporporarono e Tulip scoppiò a ridere a quella vista incongrua, mentre Charlie cominciò a pensare che ci fosse la reale possibilità che tutta questa cosa non fosse poi una così bella idea, perché, mentre Tonks lasciava cadere lentamente il lenzuolo, lui sentì un guizzo di eccitazione.
Non aveva la minima intenzione di ritrovarsi nudo e duro in mezzo a quattro ragazze ma una di queste era… perfettamente aderente ai suoi sogni, così dovette concentrarsi con tutto se stesso, pensando solo al muco di vermicoli e a nient’altro, per riuscire a tenere a bada le sue fantasticherie.
Penny riportò tutti in riga dicendo:
“Perfetto. Adesso tu, Tonks, appoggiati alla cattedra mentre Charlie si metterà in ginocchio davanti a te. Nel disegno non si vedrà quasi nulla, perché io sarò alle spalle di Charlie e lui coprirà tutto con la testa. Ho pensato che magari, essendo la prima volta che Tonks posa per noi, potesse essere meno imbarazzante in questo modo, va bene?”
Charlie si girò di scatto verso Penny cercando di sembrare indignato:
“Hey! Vuoi dirmi che va bene se lei è coperta mentre in primo piano ci sarà il mio culo?”
Liz ribatté rapida come un fulmine:
“Certo che va bene! Il tuo culo è il vero protagonista di questa storia, quindi è ovvio che sia meglio averlo in primo piano!”
“Pensavo mi avessi scelto per il mio carattere solare!” Rispose Charlie con un ghigno e Tulip intervenne subito:
“Se volevamo qualcuno con un carattere solare, avremmo avuto a disposizione molti candidati. Il tuo culo invece è unico!”
“Doveva essere un complimento quello?” Chiese Charlie incerto e tutte, nella stanza, risposero di sì all’unisono.
Grazie al cielo il battibecco aveva distratto Charlie dai pensieri di un momento prima ma, quando dovette mettersi in posa, in ginocchio ai piedi di quello che sembrava in tutto e per tutto Piton, davanti al suo pene che, come quello della foto, era piuttosto grosso anche a riposo, dovette ricominciare a pensare al muco di vermicoli con una certa insistenza.
Alle sue spalle sentiva la matita di Penny graffiare la carta mentre Tulip e Liz facevano commenti sconci che lui cercò di ignorare.
Strinse gli occhi con forza ma, quando li riaprì, il pelo nero e ricciuto a pochi centimetri dal suo naso gli fece aggrovigliare lo stomaco e gli sfuggì un silenzioso sospiro.
 
Tonks nel frattempo era in serio imbarazzo per tutta quella situazione perché, sebbene Charlie fosse suo amico e lei sapesse di non avere nessuna speranza, non poteva fare a meno di trovarlo molto attraente e, adesso che lo aveva in ginocchio davanti a sé, nudo e con la faccia a pochi centimetri dal suo inguine.
Stava facendo di tutto per cercare di non pensarci ma era piuttosto certa che, se fosse stata nel suo vero corpo, a quel punto si sarebbe ritrovata davvero molto bagnata. Bastò il sospiro di Charlie, e l’aria del suo fiato che gli sfiorava le parti intime, perché cominciasse a sentire qualcosa di strano…
Charlie vide il membro di Piton sussultare appena e poi cominciare a gonfiarsi e quella vista fu troppo perché potesse resistere, sentendo che la sua eccitazione cominciava a salire.
I suoi occhi salirono al viso di Tonks, che stava guardando in basso con occhi sbarrati e pieni di panico.
“Merda!” Sussurrò Charlie così piano che probabilmente solo Tonks lo sentì, poi si alzò di colpo, coprendo la ragazza con il suo corpo e dicendo:
“Scusate! Scusate! Devo davvero andare in bagno!”
Tonks approfittò del momento e il corpo di Piton cambiò istantaneamente nel suo vero aspetto mentre lei già si copriva con le mani e si allungava per afferrare il lenzuolo con cui si era coperta prima, mentre Charlie arrivava alla sua bacchetta e appellava i suoi vestiti, infilandoli velocemente.
Un rapido sguardo alle altre ragazze nella stanza gli disse che il piccolo incidente era passato inosservato e così uscì in fretta dall’aula, dirigendosi verso il primo bagno solo per rendere veritiera la sua scusa e magari per occuparsi velocemente di un problema piuttosto grosso.
 
 
 
  
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