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Autore: EcateC    24/12/2021    2 recensioni
✒︎SCARLET STRANGE (Wanda Maximoff/Doctor Strange)
A causa dei fatti accaduti in WandaVision e Far From Home, Wanda Maximoff e Doctor Strange sono reputati troppo pericolosi: vengono quindi esiliati, confinati ai margini dell’universo, in una specie di limbo. In quella prigione non hanno altro che loro stessi, ma Wanda è ancora legata ai dolori del suo passato…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Doctor Stephen Strange, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Come stai, Wanda?”

“Come ti senti, Wanda?”

Lui era l’unico che non le faceva questa domanda. Wanda non avrebbe saputo dire se era per cruda indifferenza umana o se quello stregone cinico aveva davvero capito che certe domande erano semplicemente indisponenti.

Come può stare una donna che ha perso sia il compagno che il fratello gemello? Che ha visto il proprio mondo crollare?

In quella prigione fatta di nulla, Wanda si sentiva tranquilla. Aveva alterato la realtà e la faceva sembrare a volte una spiaggia, altre una distesa verde e fiorita, altre ancora un quartiere, simile a Westwood ma vuoto.

Non c’era nessuno a parte lei e Strange.

Wanda lo vedeva ogni tanto, steso nel cielo come se fosse in un letto. Quel luogo era piccolo ma grazie ai loro poteri illusori sembrava immenso.

“Dove sei stato?”

“Nella dimensione specchio.”

“Posso vederla?”

“No.”

//

“Dove sei stata?”

“In un bel posto.”

“Ma questa magia del caos” continuò Stephen Strange, quella era la prima volta che intavolava un discorso con lei “Come funziona esattamente? Hai creato un tuo universo intaccando l’ordine naturale delle cose e plagiato un centinaio di persone, ma vorrei capire come.”

Wanda lo guardò, lui alzò un sopracciglio per incalzarla.

“Volendolo” gli rispose lei, semplicemente “L’ho desiderato con tutto il mio cuore ed è successo. Tutto qui.”

Strange abbassò lo sguardo e non aggiunse altro.

“E tu invece come hai fatto ad aprire un portale nel Multiverso?” gli chiese lei, il suo tono era velatamente di sfida.

“Volendolo” le rispose a tono, accennandole un sorriso.

 

 

***

 

Gli occhi di Wanda brillavano di rosso, così come la nebbia che la circondava. Scagliò un potente fiotto di magia contro il suo avversario, fiotto che finì tuttavia dentro un portale per poi ricomparire alle sue spalle.

Wanda venne colpita con la sua stessa energia, l’impatto fu così forte che sarebbe precipitata pesantemente a terra se non fosse stato per Strange e per delle corde magiche che aveva fatto comparire dal nulla.

“Ti arrendi?” le disse guascone, tenendola appesa per una caviglia.

Wanda gli lanciò uno sguardo carico d’odio.

“Tu e i tuoi stupidi trucchetti! Combatti seriamente!” lo aggredì rabbiosa, scagliandogli contro un’altra palla di energia, ma quello Strange si rivelò essere solo una proiezione.

“Ho tenuto a bada Thanos, non li chiamerei trucchetti” la colse di sorpresa alle sue spalle. Wanda gridò arrabbiata e senza rendersene conto gli scagliò una bomba di magia così potente che lo scaraventò dall’altra parte della loro prigione. L’impatto con le pareti fu violentissimo, Strange cadde a terra da metri e metri d’altezza, con una forza tale che sarebbe risultata letale per qualsiasi uomo.

“Stephen!” gridò agghiacciata, precipitandosi verso di lui col cuore in gola “Oh, no!”

Lo prese piena di angoscia tra le braccia, ma subito dopo il corpo dello stregone iniziò gradualmente a scomparire.

“Avresti potuto uccidermi. Cosa non ti è chiaro nella frase ‘duello amichevole’?”

Wanda trasalì e si voltò di scatto, appena lo vide sano e salvo fece un respiro di sollievo.

“Tu, razza di imbecille! Ho creduto…”

“Di avermi sconfitto?” l’anticipò lui con tono irridente “Ma per favore, sei a malapena una ragazzina.”

“Una ragazzina che è più forte di te.”

“La forza bruta non serve a niente se non sai controllarla” insinuò lui, lei si innervosì ancora di più e sfogò la sua frustrazione colpendo un albero che lei stessa aveva creato.

“Possibile che tra tutti quelli che c’erano, dovevi capitarmi proprio tu? Stammi lontano, non voglio parlare con te.”

“Come vuoi…” le rispose, guardandola intensamente negli occhi.

 

Il tempo sembrava immutabile e le attività che Wanda usava per tenersi impegnata avevano iniziato ad annoiarla, gli sforzi continui per creare paesaggi belli e rasserenanti si stavano facendo sentire.

Stephen si faceva vedere sempre più spesso, entrava e usciva da dei portali che lui stesso creava, e poi tornava da lei. Una volta con una tazza di tè, un’altra con qualcosa da magiare di succulento. Erano entrambi due soggetti avidi di solitudine, ma col tempo avevano finito per cercare la compagnia l’una dell’altro. Era stato inevitabile.

“Presto o tardi ci libereranno” le diceva con sicurezza, sedendosi accanto a lei “Succederà che avranno bisogno del nostro aiuto e che verranno a supplicarci di intervenire. È solo questione di tempo.”

“Io sto bene qui” gli rispose Wanda con un’alzata di spalle, persa nei suoi pensieri “Ho tutto ciò di cui ho bisogno.”

“Anche io, più o meno” concordò Strange con riluttanza “E poi condivido la mia prigione con la famigerata Scarlet Witch. Ho letto un libro su di te a Kamar-Taj.”

Wanda si disincantò e poi lo guardò, Strange ricambiò subito il suo sguardo.

“E se ti devo dire la verità” continuò lui con tono più morbido “Non ti avevo immaginato così bella.”

Wanda sentì una stretta d’ansia afferrarle lo stomaco.

“No” lo fermò subito, allontanando la mano dalla sua “Scusa ma non voglio questo tra noi, mi dispiace.”

“Certo” le disse subito lui, incupito “Scusami.”

Wanda guardò di nuovo il suo profilo e deglutì.

 

 

***

 

 

Stephen si muoveva con dolcezza tra le sue cosce ma a Wanda veniva da piangere. Lacrime discrete e silenziose solcavano il suo viso arrossato e finivano sulle sue labbra dischiuse.

“Vuoi che smetta?”

“No, non smettere” gli rispose lei, accarezzandogli la schiena “Continua.”

“Sicura?”

“Sì.”

Lui riprese a muoversi, dapprima con cautela, e poi si lasciò andare al piacere. Wanda vide il cielo cambiare colore sopra le loro teste, farsi più vicino. O il cielo stava  precipitando, o loro avevano iniziato a volare.

 

***



La luce calda del sole era fittizia come tutto in quel luogo, ma riusciva comunque a scaldare la pelle. Era bello quel posto.

“Esiste un universo dove Visione è vivo?”

“Ci stai pensando troppo spesso.”

“Ci sto pensando perché vorrei andarci.”

Strange le rivolse un sorriso nervoso “E così alterare l’intero equilibrio spazio temporale? Wanda, sai anche tu che non è possibile.”

“La mia concezione dell’impossibile è molto cambiata ultimamente”. 

“Questo non ti autorizza a violare le più elementari regole dell’universo” le rispose Strange con tono ovvio e impaziente.

Wanda lo sfidò con lo sguardo “Tu però lo hai fatto” gli rinfacciò “Hai già creato una crepa nel Multiverso.”

“Una crepa che è stata prontamente rimarginata.”

“E perché non puoi fare la stessa cosa con me?” lo pregò angosciata “Mi basterebbe solo un attimo, un attimo per attraversarlo e andare via da qui.”

“Perché basta un solo istante per creare degli scompensi temporali inimmaginabili.” le disse serio “Mi dispiace, Wanda, ma non posso farlo.”

Lei lo guardò con gli occhi adombrati di lacrime e poi spiccò il volo in quel cielo azzurro ma non reale.

 

***



Wanda era seduta sopra uno scoglio, le onde del mare si infrangevano su di esso senza bagnarla.

“Ti piace il mare?” le domandò Strange, sedendosi accanto a lei.

“Non lo so. Mi annoiavo.”

“Questa tua capacità di eludere la realtà è intrigante” le disse, toccando la superficie gretta della roccia “Se tu non avessi cercato di plagiare la mia mente, ti avrei insegnato ad affinarla.”

Wanda si irrigidì leggermente “Non mi biasimare. Ogni minuto della mia vita è uno strazio senza fine.”

Lui non le rispose.

“Credevo di avere toccato il fondo con la morte di Pietro. Non pensavo che esistesse un dolore più grande di quello” continuò Wanda, piano “Ma poi ho scoperto di sbagliarmi.”

“Esiste una branca della medicina che serve a curare dolori come i tuoi” le disse Strange con tono pacato “Si chiama psichiatria.”

Wanda malgrado tutto sorrise “Pensi che io sia pazza?”

“Non verrei a letto con te se lo pensassi” le rispose, addolcendo la sfacciataggine con un sorriso “Non puoi sperare di superare tutto questo da sola.”

“Stai dicendo che ho bisogno di un dottore?” gli domandò lei, sfiorandogli il dorso della mano.

“Forse” le disse, intrecciando le dita tra le sue “Possibilmente non come me.”

“Invece è proprio di te che ho bisogno. Tu sai che puoi aiutarmi, sei l’unico che può farlo” gli disse Wanda, supplicandolo con lo sguardo “Ti prego, perché non ci proviamo? Posso aiutarti con la mia magia se mi dici come.”

“Siamo già stati esiliati una volta.”

“Infatti, cos’altro possono farci?” lo incalzò lei, stringendogli ancora di più la mano “Ti prego, Stephen.”

Strange sospirò, nel suo sguardo comparve la prima ombra di esitazione.

“Non sai dove puoi capitare” le disse “Il Multiverso è un luogo totalmente imprevedibile, potresti finire in una realtà dove Visione non è nemmeno esistito.”

“Vorrà dire che passerò il resto della mia vita a cercarlo” gli rispose Wanda “Ma almeno vivrò con uno scopo, una speranza.”

“Vivere rincorrendo un fantasma per te è una speranza?”

“Sì” gli disse subito Wanda “Lo è.”

Strange esitò prima di ribattere, era visibilmente combattuto e Wanda se n’era accorta, si era aggrappata con tutte le sue forze a questa sua prima fiammella di indecisione.

“Ti prego” gli sussurrò di nuovo.

“Sei consapevole che dopo non potrai più tornare indietro?” le chiese, teso “Tutti gli affetti che hai qui, tutto ciò che hai costruito qui, verrà perduto per sempre.”

“Non mi importa” esclamò Wanda con le lacrime agli occhi “Non mi è rimasto niente.”

“Ci sarei io. Ma dato che non mi consideri nemmeno, suppongo che la mia presenza ti lasci del tutto indifferente.”

Wanda rimase sorpresa sia dalla frase che dal tono rancoroso con cui l’aveva pronunciata.

“Non mi sei indifferente” gli disse subito, presa in contropiede “Sei probabilmente l’unica persona che mi mancherebbe.”

“Certo” le rispose secco, alzandosi in piedi. 

“Dove vai?” gli chiese Wanda con tono inquieto, seguendolo con lo sguardo.

“Nella dimensione specchio.”

Wanda si alzò in piedi, il mare in burrasca dietro di lei scomparve. “Posso venire?”

“No.”

 

 

Lo stregone era sparito da diverso tempo, ma Wanda non avrebbe saputo dire da quanto. Ore, giorni… In quel luogo tutto era confuso, la demarcazione tra notte e giorno non esisteva e le ore sembravano scorrere senza alcun ordine.

Stephen era arrabbiato, lei aveva ustionato il suo orgoglio senza nemmeno rendersene conto, ma sapeva che lui non era uno sciocco. Non era una ripicca infantile la sua, forse l’amore perseverante che Wanda provava per Visone lo faceva davvero soffrire. Forse l’aveva davvero ferito. Ma lui sapeva a cosa sarebbe andato incontro, quando l’aveva baciata per la prima volta. Lei lo aveva avvertito, lui si era detto d’accordo. Non poteva credere che Strange si fosse davvero innamorato di lei…

“Ti avevo detto che non ci sarebbe stato niente tra noi” esclamò a voce alta, verso il cielo ceruleo “Ti comporti in modo del tutto insensato! Stupido Strange.”

Wanda si rese conto di sentire la sua mancanza, di quanto i loro abbracci e i loro duelli amichevoli fossero stati un prezioso contributo per il suo umore. La sua presenza era di conforto e Wanda si stupì nel pensarlo, non avrebbe mai creduto che un’altra persona avrebbe potuto farla sentire meglio, anzi, pensava esattamente il contrario. Le persone e la loro forzata premura le ricordavano solo ciò che aveva perso e perché. Quando il Consiglio aveva deciso di confinarla lontano dalla Terra e da tutti gli esseri umani, Wanda si era segretamente sentita contenta. Voleva solo stare da sola, annegare nel suo dolore in pace. Poi era arrivato lui, punito e tacciato come la minaccia più pericolosa della Terra. Wanda aveva avuto qualche dubbio in proposito, Stephen Strange non era pericoloso, era semplicemente molto forte e come tale veniva percepito come una minaccia. Esattamente come era successo con lei.

La sua vicinanza, dapprima molto forzata, alla fine si era rivelata provvidenziale. 

“Ho la formula” comparve d’improvviso alle sue spalle, Wanda sobbalzò “Sono riuscito a vederla nella dimensione specchio. Posso mandarti nel Multiverso.”

Wanda lo guardò stupefatta “Tu cosa?”

“Credo che tu mi abbia sentito benissimo” le disse lui con freddezza “Se credi che incontrare un altro Visione sia il solo modo per poter stare meglio, va bene. Facciamolo.”

Wanda era esterrefatta.

“Hai solo pochi secondi per attraversare il portale prima che io lo richiuda. Ricordati che le versioni dell’universo sono infinite, e non puoi scegliere in quale finirai, ci capiti e basta.”

Strange parlava con una freddezza tale da lasciarla senza parole. Era sempre metodico nelle sue decisioni, ma questa volta Wanda sentiva che c’era dell’altro sotto a quel gelo apparente. 

“E tutte le tue preoccupazioni?” temporeggiò Wanda, che in quel momento si accorse di sentirsi fragile, non realmente pronta a un passo del genere "I rischi di creare paradossi e tutto il resto?”

“Intendi i rischi del caos, a te tanto caro” le disse sferzante “Purtroppo ho la tendenza a sottovalutarmi. Con Parker la fenditura nel Multiverso è rimasta aperta quasi un quarto d’ora senza che fosse successo niente di irreparabile. Non credo che per cinque secondi possa capitare qualcosa di peggio.”

Wanda si ritrovò a fissarlo col cuore che batteva forte. Dunque stava succedendo? Stava davvero per andare in un altro universo a cercare una versione di Visione che nemmeno conosceva?

Era davvero questo ciò che voleva?

“Sei pronta?” la incalzò Stephen, con le rune magiche intorno alle mani. Wanda sbatté le palpebre e smise di pensare.

“Aspetta” lo fermò, lui la guardò con aria interrogativa e abbassò le braccia lungo il corpo.

“Che cosa dobbiamo aspettare?” le chiese “Non è ciò che più desideri al mondo?”

“Sì, ma cosa è successo? Prima eri così contrario e ora sembra che non te ne importi più niente.”

Strange si irrigidì “Te l’ho detto, mi preoccupavo senza motivo. Ora se sei pronta, possiamo cominciare.”

“No” lo fermò Wanda, scuotendo anche la testa “No, Stephen. Non sono pronta.”

Le parole le uscirono dal cuore, si sentì sollevata solo nel pronunciarle. Strange cambiò espressione.

“Non ti capisco, Wanda. Credevo…”

“Lo so” lo interruppe “Anche io lo credevo. Ma sento che qualcosa è cambiato.”

Stephen la soppesò con cautela, non voleva illudersi o sbilanciarsi troppo.

“Che cosa, se posso chiederti?” le domandò, la sua voce si era addolcita.

“Qualcosa… In me” gli rispose evasiva, abbassando lo sguardo “Per ora resto qui.”

“Resti qui?” ripetè lui, fingendo che la cosa non lo sfiorasse. Un sorriso tuttavia tradiva i suoi intenti di restare serio. 

“Sì, resto qui” sentenziò Wanda, notando chiaramente che Strange cercava di trattenere il sollievo “Oh, ammettilo che ti fa piacere!”

“Mi fa infinitamente piacere” la sorprese “Amo stare da solo, ma questo” si guardò intorno nel prato sterminato della loro prigione “È forse troppo anche per me.”

“Anche per me” concordò Wanda, facendosi più vicina a lui “Non voglio correre il rischio di finire in un mondo dove nessuno di voi esiste, dove nemmeno tu esisti” fece una pausa intensa, i suoi occhi si lucidarono “Una volta Visione mi disse che il dolore è l’amore che persevera. Ma io… Io credo che l’amore possa perseverare anche senza il dolore.”

Stephen le sorrise “Non hai bisogno di soffrire per dimostrare a te stessa di amarlo.”

Wanda si asciugò le guance con le mani e annuì “No, infatti.”

“Ma hai bisogno di essere felice per amare me” le fece notare con dolcezza.

Wanda sorrise tra le lacrime “Sei il solito egocentrico. Vuoi baciarmi?”

“Voglio sempre baciarti” le disse Strange, piegandosi su di lei.

Wanda lo baciò e lo strinse forte. 

Anche quello, dopotutto, era l’amore che persevera.

 

 

 

 


 

 

Note

Beh che dire, mi dispiaceva non avere una ship nel MCU e ora CE L’HO. Mi piacciono un sacco <3

Qui il concetto di amore che persevera è inteso nel senso che l’amore può comunque rifiorire e quindi perseverare malgrado tutto il dolore che si prova dopo una rottura o una perdita. È un inno alla speranza.

Spero che la storia vi sia piaciuta, a presto e buone feste,
Ecate

 

   
 
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