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Autore: Musical    25/12/2021    1 recensioni
"Benvenuti! Benvenuti nuovi ragazzi! E un caloroso bentornati ai nostri vecchi studenti. Vorrei augurarvi un buon anno scolastico. Ma da un po' di tempo a questa parte, sappiamo molto bene cosa sta succedendo. Lord Voldemort è tornato. Ed è per questo che ho chiesto al figlio di un mio carissimo amico di venire a insegnare qui a Hogwarts."
Albus ignorò lo sguardo risentito che il professor Piton gli stava lanciando. Aveva sperato nel ritorno di Horace Lumacorno per poter insegnare Difesa contro le Arti Oscure. Non era andata così.
"Vi chiedo di dare il benvenuto al vostro nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure... Bartemius Crouch Junior."

[Barty Jr/Lucian]
La storia è stata scritta per Il prompt del Lunedì indetto dal gruppo FB il Giardino di EFP con il prompt di MusicAddicted
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Bartemius Crouch junior
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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“Benvenuti! Benvenuti,” annunciò la voce di Albus Silente, “nuovi ragazzi! E un caloroso bentornati ai nostri vecchi studenti.”
Dai quattro tavoli delle casate partì un caloroso applauso, che venne però fermato da una mano del preside.
“Vorrei augurarvi un buon anno scolastico. Ma da tempo, ormai, sappiamo benissimo quello che sta succedendo. Lord Voldemort è tornato”, rimase in silenzio per alcuni minuti, giusto il tempo per far assorbire la notizia a tutti gli studenti.
“Ed è per questo motivo che ho chiesto, al figlio di un carissimo amico, di venire ad insegnare qui ad Hogwarts.”
Albus non tenne conto dell’occhiata risentita che il Professore Piton gli stava rivolgendo. Aveva sperato fino all'ultimo il ritorno di Horace Lumacorno, cosicché lui potesse passare ad insegnare Difesa Contro le Arti Oscure. Non andò così.
“Perciò, vi chiederei di dare il benvenuto al vostro nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure.”
L’applauso che nacque non fu dei più calorosi, ma fu abbastanza accogliente per il nuovo arrivato. Un giovane trentacinquenne, dai capelli biondo cenere, ben vestito, fece il suo ingresso ad Hogwarts. I suoi occhi sereni si diressero verso il Preside e un sorriso gioviale gli increspò le labbra.
“È un onore tornare ad Hogwarts, Signor Preside!”
Silente lo accolse a braccia aperte, dandogli un piccolo abbraccio che il giovane uomo non era pronto a ricevere. Nonostante non stesse più seduto alla tavolata dei Serpeverde, si sentiva ancora uno studente al cospetto del Preside e dei suoi vecchi Professori.
“È un piacere riaverti qui! Come stanno i tuoi genitori?”
Il nuovo professore si inumidì le labbra prima di rispondere. “Entrambi stanno bene, papà sempre in lotta contro il male. Sa com’è fatto!” scherzò con un orgoglio che non riusciva a non esternare tramite lo sguardo.
“Ne sono molto felice!” Silente strinse un po’ le spalle del giovane. Girò lo sguardo verso le quattro tavolate per rivolgersi a tutti: “Vi presento... Il vostro nuovo professore. Il signor Bartemius Crouch Junior.”
Mentre gli studenti applaudirono e chiacchieravano riguardo la nuova notizia, Silente invitò Barty a sedersi tra Piton e la McGranitt.
Una volta seduto, Barty sentì uno sguardo su di sé, così voltò gli occhi e si trovò Severus che lo guardava profondamente, come se lo stesse studiando, o peggio.
“È bello vederti sano e salvo, Severus!” sorrise strafottente, ben conscio del passato dell’altro.
“La gioia è mia”, rispose Piton a denti stretti.
“Immagino che dovrai aspettare un bel po’ prima d’avere la mia cattedra!” si leccò le labbra dopo aver dato un sorso al bicchiere, avvertendo ancora la sensazione d’essere osservato.
“Oh, non ci vorrà molto.”
Nonostante la lieve minaccia del suo ex-compagno di casata, ora collega, l’attenzione di Barty venne nuovamente catturata dal Preside. Quest’ultimo aveva infatti continuato a parlare agli studenti, ricordando loro quali fossero le regole ad Hogwarts. Barty le ripeté a memoria, seguendo parola dopo parola il discorso di Silente, tranne per un piccolo particolare, che la sua mente ricordava diverso.
“E mi raccomando…” disse infatti Silente. “Chiunque venga colto in fallo, ad infrangere le regole, avrà il piacere di trascorrere una nottata nella Foresta Proibita. Sotto la custodia di Lucian. Scommetto che non gli dispiacerà avere un aiuto in più.”
Gli occhi castani di Barty, insieme al busto, si spostarono per vedere in fondo alla Sala Grande, nel punto esatto dove di solito era presente Gazza. Invece trovò l’angolo vuoto, con il suo immenso stupore.
“Dov’è Gazza?”
“Ha deciso di andare in pensione,” iniziò a raccontare la McGranitt, “da quattro anni, quando la sua Mrs. Purr ha rischiato di morire pietrificata.”
Per quanto la notizia gli provocò un'immensa tristezza, non riuscì a trattenere una risata, suo malgrado. “Vedo con piacere che Hogwarts ha mantenuto il suo alto livello di pericolosità.”
Lo sguardo di rimprovero della McGranitt non servì a smorzare le risate del nuovo insegnante. Diede bensì l’effetto opposto. Hogwarts non era affatto cambiata.


“Buongiorno ragazzi. Come il Preside vi ha detto, sono il vostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Sono stato inoltre avvisato che, ad esclusione del Professor Lupin, i miei precedenti colleghi non sono stati... Ecco... Eccelsi nel loro lavoro. Davvero, davvero un peccato. Quindi…”
Barty prese il gesso e di getto si precipitò verso la lavagna, scrivendo qualcosa. Sentì alle spalle qualche mormorio, che provocarono alcune risatine di scherno.
“Magari il Signor Finnigan, invece di fare il giullare, può spiegarci cos’è e come si usa un Aparecium, no?” chiese, iniziando a scrivere l’ultima parola sulla lavagna.
La voce dello studente Finnigan arrivò forte e chiara alle sue orecchie.
“Ma non ho fatto niente.”
Barty si voltò di scatto e lo prese a fissare, passandosi la lingua sulle labbra.
“Ah no? Allora me lo dimostri rispondendo alla mia domanda, prima che la Signorina Granger si rompa un braccio per quanto in alto lo sta alzando.”
La ragazza lo guardò male, ma Barty si mise a ridere ancora di più. Doveva far valere il proprio sangue da serpe.
“Allora?” lo esortò a parlare, sorridendo malevolo. “Sa rispondere alla mia domanda?”
“N-no, Professore.”
“Uhm... Che peccato... Granger!” Barty non degnò la studentessa di uno sguardo, troppo concentrato su Finnigan. “Cosa mi sa dire dell’Aparecium?”
Hermione abbassò la mano e prese a parlare.
“L’Aparecium, o Incantesimo di Rivelazione, costringe i Demoni elementali alla visibilità. Per eseguirla, bisogna puntare la bacchetta contro la posizione presunta del Demone e pronunciare —”
“E come fai a capire che intorno a te ci sono Demoni elementali?”
“Innanzitutto, ci sono quattro tipi di demoni. Aria, terra, acqua e fuoco. Quando nelle vicinanze c’è un demone dell’aria, si avverte un vento leggero, che porta con sé l’odore dell’inverno e un vago profumo di cannella. Per i demoni dell’acqua si avverte un forte odore di alghe. I demoni di terra si individuano osservando la superficie. Perché ad ogni loro passo, si smuove una grande quantità di sabbia o terra, come se un grosso serpente si stesse muovendo sotto terra. I demoni di fuoco sono più difficili da individuare, si avverte solo una sensazione di calore.”
“Per avere la meglio sui Lopontus, i demoni d’aria,” riprese la parola Barty, dopo aver annuito in direzione della Granger, “bisogna usare la Trasfigurazione per manipolare la terra e rinchiuderli in una gabbia. Per i Peralda un Incendio sarà l’ideale. Gli Enceladus necessitano di un Wingardium Leviosa, sono a conoscenza che il signor Weasley è un portento in questo. I Djinn sono più pericolosi, perché dovete stare attenti alle loro fiamme, ma un Aguamènti eseguito alla perfezione può darvi il tempo necessario per fuggire. Cose che avreste dovuto imparare l’anno scorso, Signor Finnigan, e che sicuramente la Professoressa Umbridge vi avrà detto. Se vuole continuare a paragonarmi a lei, prego, faccia pure.”
Prese a camminare, a braccia conserte, fermandosi a pochi centimetri dal banco di Seamus.
“Ma ogni parola le costerà ben cento punti. Si faccia bene i conti prima di parlare, la prossima volta. Sono stato chiaro, signor Finnigan?”
Seamus annuì, abbassando gli occhi.
“Venti punti a Grifondoro per la bravura dimostrata dalla Signorina Granger.” Barty sorrise all’espressione entusiasta della studentessa, ma sapeva che non sarebbe durata a lungo.
“E quattrocento punti in meno a Grifondoro per le quattro parole, ‘Più svitato della Umbridge’, pronunciate dal Signor Finnigan.”
Barty mal sopportava chi agiva o parlava alle spalle altrui, ed era pronto a farlo capire ai suoi studenti, con qualsiasi mezzo necessario.


“Buongiorno, signor Preside.”
Dopo esser entrato nell’ufficio di Silente, Barty trovò il Preside insieme alla McGranitt, si prospettavano cattive notizie. Nonostante ciò, Barty fece finta di niente e, con sorriso strafottente, domandò: “È successo qualcosa?”
“Barty, ormai non sei più uno studente da rimproverare per qualche malefatta commessa. Prego, siediti pure. Una tazza di tè?”
Silente aveva ragione, ed era proprio per questo motivo che Barty provò un filo di timore. Si mise comunque seduto, inumidendo le labbra secche, osservò Silente che si stava dirigendo verso la sua seduta con ponderata calma, osservato dallo sguardo della McGranitt.
“Spero non sia successo niente di grave. Sappiate che sono pronto a mandare ad Arkham qualsiasi Mangiamorte metterà piede ad Hogwarts.”
Silente alzò una mano, e Barty non osò andare oltre, aspettò che il Preside prendesse parola.
“Ti trovi bene ad Hogwarts?”
Barty sgranò gli occhi, ma si ricompose in poco tempo. “Certo! È come una seconda casa.”
“Ne sono felice.” Silente porse una tazza fumante di tè a Barty. “Diventare insegnante nella stessa scuola in cui si ha studiato può essere un grande onore, ma anche un grande fardello da portare. Non sei d’accordo anche tu?”
Barty si ritrovò ad annuire, pronto per la scoccata che, ne era certo, sarebbe arrivata da lì a pochi istanti.
Silente, infatti, non si fece attendere, e rivolse una veloce occhiata alla McGranitt prima di parlare.
“Ho saputo dei Quattrocento punti che sono stati tolti per qualche parola di troppo pronunciata dal Signor Finnigan.”
“Volete dire che non si tolgono più punti a chi osa mancare di rispetto ad un insegnante?”
Sicuro delle sue ragioni, Barty rivolse uno sguardo truce ad entrambi: che il Preside avesse un occhio di riguardo per la Casata dei Grifondoro era cosa risaputa da anni, ma davvero doveva cominciare a dubitare del giudizio di Silente, come avevano fatto credere al Ministero?
Silente non si scompose affatto a quella accusa.
“Certo che no, anzi. Qualsiasi professore merita d’essere rispettato. Tuttavia, sospettiamo che sia stata perpetrata una piccola vendetta per quello che successe durante il tuo settimo anno. Quattrocento punti tolti alla Casata di Serpeverde per una malefatta commessa dai signori Regulus Black e Bartemius Crouch Junior, se non ricordo male.”
“Noi non puniamo gli studenti attraverso delle vendette personali”, s’intromise la professoressa McGranitt.
Barty lanciò un’occhiata alla professoressa, strinse solo i pugni per mostrare il proprio disappunto, si leccò nuovamente le labbra e poi sorrise, pronto a svicolare dall’impiccio.
“Tecnicamente, ero innocente, quella volta. Inoltre, sono sicuro che il Signor Finnigan abbia raccontato di come abbia osato insultarmi affermando che ero più svitato della Umbridge.”
“Proprio per questo motivo,” riprese la parola Silente, “non possiamo ripristinare i Quattrocento punti tolti. Ma ti chiediamo d’essere più equilibrato, la prossima volta che dovrai togliere dei punti.”
Barty annuì, un semplice rimprovero da parte di Silente era sopportabile, senza contare che poteva continuare a togliere punti, solo in maniera meno evidente.
“Per quanto riguarda, poi, la richiesta che mi hai inoltrato” — Silente prese una lettera aperta e la porse a Barty per fargliela leggere, anche se anticipò il suo contenuto — “Sono lieto di annunciarti che è stata accolta. I ragazzi del sesto anno potranno studiare i Lupi Mannari.”
Barty lesse la lettera, confermando quanto aveva appena detto Silente, e tutto quello che era stato detto in precedenza in quel colloquio passò in secondo piano: sapere che poteva dare un aiuto concreto ai ragazzi per affrontare le schiere di Voldemort gli fece provare una sensazione di gioia ed euforia, come se la sua amata squadra scozzese di Quidditch avesse vinto la coppa del mondo. Il giovane professore posò lo sguardo su chi aveva firmato la lettera, e non riuscì a trattenere un sorriso nel leggere quel nome a lui tanto familiare.
“Si è premurato della tua richiesta, dicendo che poteva essere un po’ pericoloso per gli studenti, ma ha fiducia in te e sul tuo istinto. E mi ha anche intimato di non farti accadere nulla.”
Barty si mise a ridere. “Quando mio padre capirà che non sono più un bambino, sarà troppo tardi.”
“Sono le tipiche preoccupazioni di un genitore per il proprio figlio. Ma Bartemius è un mio caro amico, e non voglio che stia in pensiero. Per questo ho chiesto a Lucian, il nostro custode, di assisterti durante la lezione, tra due settimane”, Silente alzò un braccio per indicare qualcuno alle spalle di Barty.
Il professore si voltò, vedendo un uomo con lunghi capelli neri che s’era leggermente inchinato, indossava semplici abiti, troppo leggeri per affrontare l’inverno a suo avviso.
“Sarà fatto, signor Preside.” rispose l’uomo con una voce profonda, alzando il capo per mostrare con fierezza un volto coperto da una leggera barba. L’uomo spostò lo sguardo azzurro da Silente per puntarlo su Barty, e il professore si trovò a provare nuovamente quella sensazione d’essere osservato avvertita la prima sera ad Hogwarts, durante i festeggiamenti per l’inizio del nuovo anno scolastico.
"Spero per te non sia un problema.”
Barty tornò a guardare Silente, sentì il bisogno d’inumidirsi ancora una volta le labbra, ricomponendosi dopo essersi passato una mano tra i capelli.
“Affatto,” disse, “nessun problema.”
Con un sorriso enigmatico, Silente batté le mani una sola volta, dichiarando terminato l’incontro.
“Molto bene. Ora, vogliate scusarmi entrambi, ma ho una faccenda seria da discutere con la professoressa McGranitt.”
Barty s’alzò e si diresse verso l’uscita dell’Ufficio, seguito dal nuovo custode della scuola.
“Per sua informazione, non sono d’accordo sulla sua proposta, professore.”
Barty si fermò di colpo, non trovando di buon gusto il tono insolente usato dal custode, come si permetteva di esprimere un’opinione che non gli era stata richiesta?
“Lieto che la decisione sia stata presa da mio padre, allora, piuttosto che da lei.”
“Portare un lupo mannaro di fronte a degli studenti è un atto disumano e pericoloso.”
Barty decise di voltarsi, pronto ad affrontare a parole un essere che non era, evidentemente, in grado di vedere la realtà fuori da Hogwarts.
“Iniziare una guerra per soddisfare i propri desideri d’onnipotenza è pericoloso. Desiderare la morte di un adolescente, solo perché è riuscito a sopravvivere all’Anatema che Uccide, è disumano. Studiare quegli esseri, tenersi pronti a qualsiasi cosa si presenti quando arriverà la guerra, è l’unica cosa da fare.”
“Quegli esseri sono umani, non oggetti di studio.”
“Allora, quando tra le schiere di quel pazzo ci sarà qualche lupo mannaro che ucciderà qualche studente, spiegherai tu alle loro famiglie che i loro figli non sapevano affrontare un mostro del genere perché ti sei opposto alla mia idea.” Barty si leccò le labbra, pronto a continuare quella discussione, se fosse stato necessario. Aveva avuto l’autorizzazione di suo padre, non aveva bisogno di nessun altro permesso.
Il custode abbassò un secondo lo sguardo, sembrò pensarci un momento, probabilmente valutando le parole di Barty. “Rimane comunque una pessima idea”, ribadì.
“La prossima volta, allora, invece di chiedere a Silente, domanderò a te di valutare le mie proposte.”
“Non ha idea del guaio in cui si sta cacciando, professore.”
Barty mise le mani in tasca, alzando lo sguardo verso il soffitto del castello per un qualche intervento magico per mano di una qualsiasi creatura, anche un vermicolo. Notando che niente e nessuno veniva in suo soccorso, Barty abbassò la testa e si leccò le labbra, per poi fare un passo in avanti, invadendo lo spazio personale del custode.
“Piuttosto, sei tu che non sai in che guaio ti stai cacciando. Immagino che il tuo aiuto non servirà durante la mia lezione sui Lupi Mannari. Domanderò al Preside di sollevarti dall’incarico, sarò in grado di gestire la situazione da solo. Buona giornata.”
Detto questo, Barty si voltò e s’incamminò verso il suo Ufficio, doveva preparare la lezione per gli studenti del primo anno, ma più s’allontanava dal custode più provava la sensazione d’essere osservato.
“E smettila di tenermi d’occhio!” urlò senza voltarsi.
Barty si ritrovò sorprendentemente a sentire la mancanza di Gazza: per quanto anche lui era un tipo strano, non metteva i brividi come questo nuovo custode.

   
 
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