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Autore: ScarletQuinjet    04/09/2009    2 recensioni
"What if...? E se Malefica fosse sopravvissuta allo scontro con il Principe Filippo e volesse vendicarsi su di lui, Aurora e tutti gli altri? e se contasse di un insospettabile appoggio interno?" Malefica è sempre stata la mia cattiva preferita, dovevo dedicarle una Storia! Dunque eccola qua, spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Malinconico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 - Il matrimonio

 

Capitolo 2 - Il matrimonio

 

"Così va bene?"

Lei sorrise. Suo marito tendeva leggermente all’isterico quella mattina.

"Si, Stefano"

"Ma sei sicura?"

"Si, Stefano"

"Non trovi forse che-"

Beatrice sorrise, divertita dal suo nervosismo.

"No, Stefano"

Gli sistemò il mantello scuro sulle spalle, guardando il loro riflesso sullo specchio e sorridendo acondiscente.

"Stai benissimo così" alzò una mano per impedirgli di parlare "Il mantello non è troppo scuro e la tunica è del blu adatto; Uberto si vestirà in rosso, lo sai, e Filippo in oro. Quindi non corri alcun rischio di sbagliare vestito.

Piantala di essere nervoso, non ne vale la pena."

 

Il re si sedette pesantemente su uno scranno di duro legno decorato a rombi e morbidi cuscini rossi cupo, massaggiandosi le tempie con aria esausta.

"Non capisco proprio come tu faccia a stare così tranquilla, Beatrice.

Nostra figlia sta per sposarsi, santo cielo!"

Lei sospirò, a mezza via tra il divertito e l’esasperato: era vero che suo marito era il re, ma era anche un padre ansioso per la sua unica figlia, un padre estremamente ansioso per la sua unica figlia. Ma come dargli torto, con tutto quello che avevano passato?

"Sono tranquilla perchè Aurora preferisce che lo sia. » già abbastanza nervosa lei per tutt’e due.

Anzi…" aggiunse, pizzicandogli una spalla imbottita "Per tutti e tre"

Stefano le sorrise e le prese la mano.

"Per fortuna che ci sei tu, Bea" le baciò il dorso, facendole il solletico con i lunghi baffi

"Ti amo."

Beatrice restituì il sorriso a suo marito, felice e sorridente, ma qualcosa di orrendamente simile al senso di colpa si agitava da qualche parte in fondo al suo animo.

***

La regina si stava commuovendo; il suo delicato fazzoletto di pizzo era già ben umido, nonostante mancasse ancora buona parte della cerimonia. Dall’altra parte della navata, anche l’altra regina era profondamente commossa.

Beatrice guardò Amanda e le due sovrane si scambiarono un piccolo sorriso tremulo e felice: se i loro rispettivi mariti vedevano nelle nozze dei due principi anche un’alleanza politica, le due regine vedevano solo i rispettivi figli pronti per una loro vita lontani da loro.

Amanda guardò compiaciuta Aurora: la figlia di Stefano e Beatrice era estremamente bella nel suo abito bianco e oro, vaporoso, era lucente di gioia e bellezza; la regina annuì appena, la principessa era proprio la sposa ideale per il suo Filippo, meglio di cosÏ non poteva andare. Strinse il braccio del marito Uberto e continuò a seguire la cerimonia, cercando di ignorare i calci nel ventre gonfio.

Beatrice lanciò un’occhiata ad Amanda, sinceramente ammirata e colpita: l’amica era incinta per l’ennesima volta, eppure riusciva a stare dignitosamente in piedi; quando lei aspettava Aurora era rimasta confinata a letto per sette dei nove mesi.

Dietro la regina e il re stavano in fila, in rigoroso silenzio, gli altri principini: lei ed Uberto, dopo Filippo, erano stati benedetti dalla nascita di altri quattro figli ed un altro era in arrivo; a volte Beatrice li invidiava, altre volte per niente: a lei bastava la sua bella Aurora.

Spostò lo sguardo su Filippo e si compiacque del fascino del futuro marito di suo figlia, erano proprio la coppia perfetta e, soprattutto, erano innamorati: se si escludeva il fatto che sua sorella Malefica aveva tentato di ucciderle la figlia, Beatrice si rallegrava del fatto che il fidanzamento di Aurora fosse filato relativamente liscio. Il suo non era stato così.

***

"E' una straniera, Stefano"

"Io la amo, padre"

"Non sappiamo neppure se è nobile!"

"Madre, voi stessa mi diceste un tempo che è la nobiltà d’animo che conta"

Beatrice sentì tacere la regina dall’altra parte del pesante portone di legno, poi il re riprese a parlare.

"Molto bene, allora. La incontreremo domani, Stefano, per vedere se è così come la descrivi"

"Grazie, padre, buonanotte. Buonanotte, madre"

Lei sussultò e si ritrasse di scatto dalla porta quando sentì dei passi avvicinarsi e indietreggiò nell’ombra, cercando riparo: in quella reggia tutti la guardavano male, sembrava che sapessero del piano che Malefica aveva architettato, servendosi di lei. Sposare il principe per diventare regina ed avere il potere. Ma a lei Stefano piaceva davvero tanto.

"Perdonami, mia cara. Ti ho fatta attendere"

La ragazza sorrise debolmente, stropicciandosi il polsino ricamato, ma liso, della camicetta.

"Non importa, Stefano"

Lui le sorrise a sua volta, facendogli segno di precederlo e offrendole il braccio "Vieni, ti mostro i tuoi alloggi. Domani incontrerai mio padre e mia madre. Non preoccuparti" le aveva sorriso quando l’aveva sentita trasalire "Non sono poi così terribili, sai?"

 

"Secondo te, Adelaide, quella ragazza…"

La voce del re si perse in lontananza mentre i sovrani si allontanavano nell’opposta direzione, ma lei si sentÏ stringere il cuore comunque, era preoccupata: non era nobile, non era ricca, era orfana. Non era la moglie degna per un principe.

"Sono nervosa comunque" bisbigliò lei.

Stefano le strinse appena la mano, poi si rivolse seriamente ad una guardia li vicino, socchiudendo gli occhi.

"Notizie della strega? Quella che è stata avvistata nel nord?"

"No, Altezza. Ma gli ordini del re sono di catturarla e giustiziarla".

Beatrice si sentì mancare e si appoggiò pesantemente al braccio del principe Stefano: sua sorella; quella guardia e l’uomo che amava stavano parlando di catturare e probabilmente giustiziare sua sorella. Quello non rientrava nei piani di Malefica, quello era preoccupante.

Stefano la sorresse quando sentÏ che stava scivolando e interpretò nel modo più sbagliato lo sguardo vacuo nei grandi occhi blu di lei.

"Non devi preoccuparti, Beatrice. Ti difenderò da quel mostro"

Lei sorrise debole e triste: sua sorella era in pericolo e, per quanto ne temesse la magia e l’animo inquieto, doveva avvisarla ad ogni costo.

"Non ne dubito, Stefano…" prese fiato e si raddrizzò la schiena "Dov’è il mio specchio?"

***

Aurora abbracciò sua madre con forza, entrambe tremanti, entrambe in lacrime, entrambe felici; Beatrice baciò la guancia candida della figlia e le sorrise.

"Scrivimi, tesoro mio. E divertiti"

La principessa annuì, incapace di parlare per la commozione; poi corse da suo padre e lo abbracciò con ancora più forza, come se non volesse lasciarlo andare mai più.

"Ciao, papà"

"Caio, bambina" Stefano le baciò la fronte e la strinse le mani "Filippo è quanto di meglio potessi desiderare. Sarà un ottimo marito. Divertitevi."

Aurora annuì a sua madre e si diresse verso la carrozza: Filippo aveva già salutato i suoi genitori ed i suoi quattro fratellini e la stava aspettando pazientemente per partire per la loro lunghissima luna di miele; aspettava senza fretta, capiva che per lei era difficile abbandonare di nuovo i genitori che aveva appena conosciuto.

"E scrivi a tua madre!"

La principessa rise alle parole del padre e, con un ultimo bacio lanciato alle sue tre fate madrine, salÏ in carrozza seguita del suo novello sposo; quattro cavalli bianchi si mossero con crescente velocità e nel giro di qualche istante la vettura scomparve oltre il cancello merlato del castello, lasciando come uniche traccia della sua partenza il rumore fastidioso del ghiaino smosso e due coppie di genitori rattristati.

"Flora. Fauna. Serenella"

"Si, Maestà?" Flora si fece avanti, sorridendo consapevole della richiesta "Desiderate?"

"Seguiteli"

"Stefano!"

Beatrice guardò in tralice suo marito "Come puoi? E' la loro luna di miele! Si meritano un po’ di privacy!"

"Non ho detto che devono star loro appiccicati, Beatrice" rispose tranquillo lui, indicando le tre fatine che si allontanavano pronte per il loro incarico "Solo che controllino che non si mettano nei pasticci!"

"Ma---!"

"Concordo con Stefano" Uberto si diede un pacca sulla pancia "Vanno controllati!"

"Uberto!"

Stavolta era Amanda a parlare, ma non per lamentarsi riguardo la mancanza di discrezione dei sovrani: stava invece indicando con la mano la grande fontana nel giardino del palazzo, con un espressione a metà tra il divertito e il preoccupato.

"Cosa, mia cara?" Uberto le sorrise: con quel grosso pancione in aggiunta alla sua minuta

statura, sua moglie gli faceva ancora più tenerezza.

"I bambini!"

Tutti si girarono a guardare la fontana: chi arrampicato sul bordo, chi gig in acqua, quattro bambini di etg compresa tra i dodici e i quattro anni sguazzavano allegramente nell’acqua cristallina e profumante di gelsomino con ancora addosso i loro costosi abiti da cerimonia.

"Guglielmo! Caterina! Cecilia! Piercosimo!" urlò Uberto, avvicinandosi a grandi passi alla fontana, agitando un dito in aria

"Uscite immediatamente da quella fontana!"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

--Chiedo scusa per aver aggiornato così in ritardo... in compenso ho già il terzo capitolo pronto! Probabilmente saranno sei capitoli, massimo sette, una cosa semplice... mah, vedremo come va avanti! Nel frattempo, qualcuno mi dice come potrei disegnare un fante di cuori?--

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