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Autore: ScarletQuinjet    09/08/2008    4 recensioni
"What if...? E se Malefica fosse sopravvissuta allo scontro con il Principe Filippo e volesse vendicarsi su di lui, Aurora e tutti gli altri? e se contasse di un insospettabile appoggio interno?" Malefica è sempre stata la mia cattiva preferita, dovevo dedicarle una Storia! Dunque eccola qua, spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Malinconico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo1-Il ritorno

Capitolo 1 - Il ritorno.

Un grande specchio brillò nell’oscurità della piccola stanza dove era alloggiato. Una delle due fedeli guardie che lo sorvegliavano giorno e notte si alzò e corse a riferire la notizia alla sua signora. Le istruzioni erano chiare: informarla di qualunque mutamento dello specchio, a qualunque ora, in qualunque giorno.

La guardia arrivò alla sua meta e bussò piano all’imponente porta di legno chiaro: aspettò diversi minuti, non giunse nessuno e fece per andarsene, ma giusto quando stava per togliere il disturbo una esile figura scura sgusciò fuori dalla porta e lo squadra da capo a piedi.

L’uomo abbassò imbarazzato lo sguardo di fronte a quello pungente della sua signora: lei indossava una lunga veste bianca, appena ricamata, e la guardia la vedeva per la prima volta con i capelli sciolti e privi del velo violaceo che li ricopriva con grazia.

“Ebbene?”

La guardia fissò un po’ imbarazzata la sua signora, poi parlò con voce appena tremante ma risoluta “Come da ordine,sono venuto ad avvisarvi dei mutamenti dello specchio”

La donna ricambiò lo sguardo del soldato,poi tornò rapidamente all’interno della camera; l’uomo non resistette alla tentazione e sbirciò dentro; la sua signora si era chinata in avanti e stava dicendo qualcosa all’altro occupante del letto a bassa voce, parlando con tranquillità e naturalezza. Sparì dalla vista della guardia e tornò indietro qualche istante dopo, avvolta in un mantello scuro come la notte, indossando un paio di scarpette nere, simili a quelle rosa della figlia. Gli fece un cenno brusco e partirono in silenzio, scivolando senza un rumore lungo i corridoi deserti: l’uomo faceva parte di una squadra segreta agli ordini della signora e nessuno sapeva della sua esistenza; la guardia la condusse all’alta torre in fretta, s’inchinò all’inizio della lunga scala a chiocciola e indietreggiò umilmente.

La donna cominciò la sua salita, calpestando senza un rumore i gradini di pietra vecchia e consunta; la seconda guardia s’inchinò a sua volta una volta che lei giunse alla fine della scalinata e si ritirò come la sua compagna, scendendo rapidamente i gradini.

Lei aspettò che sparisse completamente, poi entrò nello minuscola sala dove l’aspettava lo specchio; richiuse la porta, abbassò il cappuccio e fissò truce la superficie argentina di fronte a lei, il volto verdastro e bello che le ricambiava lo sguardo.

“Malefica”

“Beatrice”

Il silenzio calò tra le due donne, la strega e la regina.

La prima, ferita e sofferente, guardò la seconda, bella e furiosa, che le ricambiava lo sguardo. La maga nera risentiva ancora delle conseguenze della battaglia con il principe Filippo giusto qualche settimana prima: sangue le sporcava le labbra rosse e il mento aguzzo e profondi tagli e bruciature le rovinavano la fronte alta e spaziosa, il suo lungo abito nero, un tempo elegante e austero, era ridotto un mucchio di brandelli sanguinanti.

“Sapevo che mi avresti ricevuta”

“Taci”

Rispose la regina, fissandola con un odio, un odio così grande che raramente aveva provato. S’avvicinò di qualche passo e fissò la strega, le labbra tirate in una linea sottile e tagliante e gli occhi ridotti a due fessure furiose.

“Cosa vuoi, Malefica? Tormentare ancora la mia famiglia? Distruggere la vita di Stefano?!

Tentare di uccidere la nostra unica bambina?!”

La sua voce si fece sempre più acuta e isterica, i suoi capelli biondo scuro schioccarono attorno al viso pallido e delicato, magia risplendeva sul pavimento pietroso in un circolo dai decori complessi. Il mantello nero, che improvvisamente si era alzato attorno a lei, svolazzò nell’aria e la camicia da notte bianca s’incollò alla sua esile figura. Gli occhi blu scuro brillarono con minuscole pagliuzze d’argento, le pupille diventarono due profondi buchi neri.

La strega tentò una risata sarcastica, che risuonò come uno stridulo gracchio.

“Non sarebbe una cattiva idea, effettivamente, mi toglierei una… fastidiosa…”

Prese fiato, portandosi una mano al petto, sempre ben decisa a non distogliere lo sguardo dagli occhi della regina.

“Una fastidiosa… spina… Rosaspina… dal fianco”

“Ancora, Malefica, ancora?! Non sei soddisfatta di ciò che hai già fatto?! Basta, basta!

Lascia stare la mia famiglia!!”

“Calma, sorella”

La regina tacque, stringendosi addosso il pesante mantello scuro.

“Non chiamarmi così. Ho smesso di considerarmi tale troppo tempo fa”

“Piantala di fare l’attrice”

Sbottò la strega, riuscendo a mettersi in piedi, pesantemente appoggiata ad una colonna gotica.

“Siamo sorelle e nulla può cambiare questo fatto”

“Malefica cosa vuoi?!”

“Calma, Bea. O sveglierai l’intero castello, compreso il tuo caro marito.

Ma non credo che tu voglia che Stefano venga qui vero?”

La regina si zittì di colpo per qualche istante, poi s’avvicinò al vetro dello specchio fino a quasi sfiorarlo con la punta del piccolo naso.

“Malefica”

Sibilò furiosa, la voce solitamente calma e dolce ridotta ad un suono stridente e acuto: ricordava fin troppo bene la maledizione che la sorella aveva scagliato su sua figlia, e la odiava profondamente per questo

“Cosa diavolo vuoi da me?”

“Aiutami, sorella”

“Come, scusa?”

Chiese sbalordita la regina Beatrice, fissando con astio e sorpresa la strega.

“Non fingerti idiota, sorella!”

Le rispose Malefica, ugualmente scocciata, ricambiando lo sguardo della sovrana.

“Aiutami, Beatrice!”

“Mai!”

“Sapevo… che mi avresti… risposto così…”

Malefica scivolò un po’ lungo la colonna, sentiva le forze che l’abbandonavano, ma non staccava gli occhi da quelli blu scuro della sorella al di là dello specchio. S’artigliò con la mano ferita ad una decorazione e la squadrò con disprezzo.

“Vuoi difendere la tua nuova famiglia, rinnegando tua sorella, Beatrice…?”

Perse l’appiglio e cadde a terra in un mucchio informe di stoffa; la regina scattò in avanti quasi inconsapevolmente per aiutarla e Malefica rialzò giusto in tempo lo sguardo per cogliere il movimento preoccupato dell’altra: Beatrice si fermò subito, imbarazzata e seccata che l’avesse vista in quell’attimo di debolezza.

“Oh, piccola, piccola Beatrice, che vuole aiutare la sua cara sorella…”

“Non puoi chiedermi d’aiutarti dopo ciò che hai fatto a Stefano ed Aurora”

“Stefano s’è l’è cercata!”

“Solo perché non t’ha invitata ad uno stupido battesimo?!”

“Il battesimo di mia nipote!”

“Ti sei mai chiesta perché non t’ha invitata?! Forse a cause della tua pessima fama!”

“E tu non ti ricordi perché l’hai sposato?! La vera ragione?!”

La regina si strinse nel suo mantello nero e indietreggiò, abbassando lo sguardo, e quando parlò la sua voce era bassa e triste, malinconica e in qualche modo colpevole, appena un sussurro.

“Io amo Stefano”

“Forse lo ami ora”

Ribatté con veemenza la strega, avvicinandosi a sua volta allo specchio.

“Forse ti sei davvero innamorata di quello sciocco, ma--”

“Non chiamarlo sciocco, non offendere mio marito!”

“Sei stata così stupida da innamorartene davvero?! Il potere, Beatrice, il potere, per questo hai sposato Stefano!”

“Non è vero!”

“Sai che è vero!”

“Smettila!”

Urlò la regina, andando a sbattere con il palmo della mano sullo specchio, con violenza, e fissò la sorella negli occhi ancora una volta, le labbra delicate stirate in una smorfia quasi felina. Nuovamente la magia la circondò e tracciò complicati segni sul pavimento e Malefica indietreggiò appena dall’altra parte dello specchio quando vide che la furia della sorella stava trapassando la magia della lastra che le collegava.

“Smettila, Malefica! Non venirmi a dire se amo o meno mio marito!

Tu sai cos’è l’amore, cos’è la gioia di avere un uomo che ti ama?

La sensazione di amare qualcuno più di te stessa?!

Ma no, come potresti, sei troppo egoista!”

Stavolta fu Malefica ad infuriarsi: si risollevò da terra con un unico fluido movimento a pianto il palmo là dove anche sua sorella l’aveva appoggiato trasmettendole una sensazione di gelo assoluto: i suoi occhi brillarono di rosso e si fecero furiosi, era offesa dalle parole della sorella. La regina cercò d’indietreggiare, ma s’accorse con orrore che la sua mano non si staccava dallo specchio,era come se la mano della strega tenesse incollata anche la sua: la guardò terrorizzata e soffocò l’urlo spaventato che le salì alle labbra quando vide l’espressione furibonda di Malefica; tentò di utilizzare la magia, ma la bontà e la gentilezza del suo cuore poco potevano contro la rabbia e la crudeltà nel cuore nero della sorella maggiore.

“Ora ascoltami, Beatrice. Tu mi aiuterai.”

La regina non rispose, ma si morse le labbra, cercando inutilmente di ricacciare indietro le lacrime spaventate che le colmavano gli occhi. Malefica storse la bocca sottile e fissò la sorella, cercando di farle capire che non scherzava, riuscendoci perfettamente.

“Tu mi aiuterai. O Stefano scoprirà qualcosa di poco carino su sua moglie e sul perché si sono sposati”

--Accidenti, quanto mi piace Malefica! E' fantastica, veramente perfida, però è anche bella e intelligente. La migliore cattiva mai creata dalla Walt Disney insomma, Jafar, Ursula & Co. sono nulla al confronto! Il nome della regina, sebbene mai comparso nei film, l'ho preso o dall'edizione francese o americana del libro della Disney per bambini, se non sbaglio (morirei per quel libro!). Spero vi piaccia! Recensite, se volete!--

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